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A. XLV - n. 5 - novembre-dicembre 2011 - Sped. A.P. - D.L. 24/12/2003, n.353, conv. in L. 27/02/2004 n.46 - Firenze Aut. n.

1800/1967

DOMENICANI
il Fondatore: S. Domenico (p. 184).

lOrdine della PREDICAZIONE EVENTI

a Cagliari la commemorazione di A. de Montesinos (p. 215) e celebrazione di vari Convegni: Bologna, Roma, Siena.

DOMENICANI
bimestrale dinformazione della Provincia Romana di S.Caterina da Siena Anno XLV n. 5 novembre-dicembre 2011 c/c postale n. 41482894 int. Convento S. Domenico Padri Domenicani 09127 Cagliari Italia Autorizzazione del Tribunale di Firenze del 4 gennaio 1967 - n. 1800 Direttore P. Eugenio Zabatta o.p. Responsabile P. Fausto Sbaffoni o.p. Direzione e Redazione: piazza S. Domenico, n. 5 09127 CAGLIARI

A. XLV - novembre-dicembre 2011 - n. 5.


Nellanno 1219, dodici frati domenicani vennero a Firenze da Bologna, guidati da Fra Giovanni da Salerno. Nel 1242 iniziarono i lavori per la basilica che fu terminata nella met del XIV secolo, ma fu consacrata solo nel 1420, da papa Martino V. Leon Battista Alberti disegn il grande portale centrale della facciata, in marmo bianco e verde scuro, terminata nel 1470. Lultimo restauro di questa risale al 2006-8.
A. XLV - n. 5 - novembre-dicembre 2011 - Sped. A.P. - D.L. 24/12/2003, n.353, conv. in L. 27/02/2004 n.46 - Firenze Aut. n.1800/1967

sommario

DOMENICANI
il Fondatore: S. Domenico (p. 184).

lOrdine della PREDICAZIONE EVENTI

a Cagliari la commemorazione di A. de Montesinos (p. 215) e celebrazione di vari Convegni: Bologna, Roma, Siena.

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e.mail zabatta.eugenio@tiscali.it
CON APPROVAZIONE ECCLES. E DELLORDINE

Tel. 070 65 42 98 cell. 339 18 22 685

Sped. Abb. Postale D.L. 24/12/2003, n.353, conv. in L. 27/02/2004 n.46 copertina: FIRENZE, la facciata della Basilica di S. Maria Novella (sec. XV).

179 Editoriale. Ai gentili lettori. P. Eugenio Zabatta op. 182 LOrdine dei predicatori e contemplazione. M. M., op. 184 Domenico de Guzman. P. Domenico A. op. 191 Vita contemplativa e di Giorgio La Pira. O. Murgia. 195 Luigia Tincani, venerabile. Cesarina Broggi. 199 Il battesimo la nuova nascita Fabio e Rosaria Fiorito. 202 LOrdinazione sacerdotale di P. Puppini. Fr Simone Bellomo op. 203 LEucaristia e Vita cristiana N.N. 206 Nono Convegno nazionale delle FLD. Francesco Spada. 208 Convegno internazionale nel 550 della canonizzazione di S. Caterina. Alessandra Bartolomei R. 210 Bibbiena. Santuario (cronaca). P. Giuseppe Serrotti op. 213 Fraternite LD: Montepulciano (A. Tremiti); Popoli (E. Lattanzio). 215 V centenario del sermone di Antonio de Montesinos (1511-2011). 217 In memoria di P. Moreno Fiori op. 218 Il Natale. Auguri.

editoriale

vi ripropongo un editoriale gi apparso nella nostra rivista nel 2003, lanno in cui me ne fu affidata la direzione. La decisione di guardare indietro per un momento dettata non solo dalla volont di un confronto con i propositi iniziali, ma soprattutto dalla sentita necessit di un rinnovamento e di un rilancio, di cui la rivista ha bisogno. A voi il confronto e i suggerimenti per questo rinnovamento. * * * La memoria del passato anima il nostro oggi e ci orienta a discernere il futuro. Non ricordo dove ho letto questa frase e in quale contesto, ma esprime in sintesi quello che penso sulle finalit della nostra rivista. Contribuire a dare lorientamento per il futuro della nostra Famiglia Domenicana il suo dovere e non pu che essere anche il proprio ambto traguardo da raggiungere. Aiutare a guardare lontano e nel verso giusto non piccola cosa poich, per far questo, necessaria la difficile valutazione di molti elementi relativi allideale che la nostra Famiglia si pro-

Gentili lettori,

pone di realizzare, oltre alla considerazione delle effettive risorse di cui essa dispone. Inoltre, la nostra rivista dico nostra per essere domenicana, devessere pienamente portatrice del dinamismo dellOrdine; essere eco, cio, della sua vitalit, riflettere la pluralit degli apostolati svolti. Saper cogliere, infine, lelemento unificante dei singoli rami che, pur godendo di una propria autonomia, formano ununica Famiglia. Domenicani devessere o almeno tendere a diventare, quindi, una delle strutture, non certo accessoria anche se piccola, che permettono alla Famiglia Domenicana di decidere e di realizzare una comune missione, frutto della sinergia di tutti i rami riuniti: frati, monache, suore, laici. in questa missione comune, del resto che effettivamente deve sboccare e sbocciare linformazione: solo in questo caso, questa diventa formazione che d contributo reale alla vita dellOrdine e delle singole comunit. Arrivare, pur nella semplicit dellespressione: 1. a suscitare un reale interesse; 2. ad avvicinarsi, con un seguito un po creativo, al suo ideale di informazione e formazione domenicana; e 3. A essere voce e messaggio: ri-

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mane questa laspirazione connaturale e ardita della nostra rivista. Domenicani spera, o meglio ha coscienza, di contribuire ad aiutare la Famiglia Domenicana della nostra Provincia a dare un maggiore slancio e incremento alla missione dellOrdine in questo periodo, cos delicato, dellinizio del terzo millennio. Trover, la nostra rivista, delle valide motivazioni per la sua esistenza? certo che per poter aver vita, e goderne, deve saper stampare, perch siano ascoltate, parole di speranza e di guida e ogni volta che esce, non riportare articoli afoni, senza costrutto, ma favorire momenti particolarmente intensi di Vita Domenicana con il richiamo dei valori che le sono propri. Mi sia permesso rilevare che potrebbe costituire una vera tentazione sottovalutare il bene che possono fare questi fogli bimestrali. Non sarebbe sapiente considerarli inutili dicendo a noi stessi: so cosa diranno, ancor prima di

leggerli, oppure: la solita storia, unantica vanit. Nel Capitolo Generale Domenicano di Providence, in particolare, nella relazione sullOrdine, si incoraggiava ad una maggiore stima per la predicazione con i media e attraverso larte (Atti, p. 22) quale parte della nostra comune missione. Le tecnologie elettroniche, elementi portanti della globalizzazione attuale, che hanno unito le parti pi distanti del mondo, in una rete facile da percorrere, decidono oggi lefficienza della nostra predicazione. Una rivista, anche la nostra, fa parte di questo mondo moderno tecnologico: non avvalersene o ignorarla in forza di un qualche non chiaro principio, vuol dire escludersi e rinunciare alla propria vocazione, al proprio carisma o ruolo nella Chiesa e nel mondo. Rimuovere allora eventuali pregiudizi e rinnovare la stima nel reale contributo o servizio che la presente rivista

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CAGLIARI. S. Domenico - Il bel Chiostro del lato settentrionale. Sede della direzione della rivista negli ultimi nove anni.

Tra gli ultimi esemplari della nostra rivista Domenicani.

La nostra attivit evangelica fondata nella preghiera e nello studio assiduo, al centro di una vita comunitaria: dissertare su questo significher per la rivista restare fedele allimpegno importante che le spetta. Ma per riuscirvi ci vuole il sostegno e lincoraggiamento di tutti: laiuto indispensabile, cio, da parte di coloro, tra noi, che fruendo delle capacit ne-

Accingendomi a prendere la direzione di Domenicani, che con questo primo numero del 2003 segna una nuova tappa della sua storia, mi tranquillizza non poco sapere che nonostante i miei limiti, o a compensare la mia inesperienza posso approfittare della benevola comprensione e dellaiuto molteplice dei miei (venticinque) lettori che sono confratelli e amici di famiglia. E ancora so offrendola alla lettura di poter dire a tutti: la nostra rivista. E come propria lameranno tutti.
(P. Eugenio Zabatta op).

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pu offrire, significher pi concretamente saperla e sentirla propria: nostra quando ci adoperiamo a sostenerla in tutti i modi che sono alla nostra portata. Questi modi sono si sa articoli, notizie, suggerimenti, offerte per la stampa e altro. A volte pu succedere che lentusiasmo per alcuni nuovi progetti, o semplicemente per incrementarli, sia pi veloce delle nostre risorse, per cui si manifesta la loro fragilit, ma pi spesso rinunciamo stupidamente alle reali occasioni di fare, per lo scarso volere. E questo non deve accadere!

cessarie, sono esperti nel settore della stampa e della pubblicazione. Vi sono, ad esempio, anche tra i nostri laici domenicani, esperti in vari campi che potrebbero giocare un ruolo ben pi grande nel nostro impegno di predicazione, soprattutto quando questa ci obbliga a muoverci verso coloro che non vengono a noi.

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Il genere di vita a noi richiesto come Domenicani quello contemplativo. Ci vale anche per gli appartenenti alle fraternite laiche dellOrdine. Da qui limportanza di dare il primo posto alla preghiera e la preferenza ai doni della grazia rispetto ai pur legittimi diritti della natura. Larticolo chiarisce vecchi e nuovi dubbi a riguardo della nostra identit domenicana e spiega in che senso il termine contemplativo riconosciuto ai vari rami della famiglia domenicana.

LORDINE DEI PREDICATORI


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e la contemplazione
un errore ci che a volte si dice, cio che lOrdine di San Domenico un Ordine di sua natura mista, perch alla contemplazione aggiunge lazione dello studio e della predicazione, ed quindi un quid mixtum di vita contemplativa o monastica, e di vita attiva, di apostolato. un errore, perch, come insegna S. Tommaso (II-II, q. 179, a. 2), la vita religiosa si divide adeguatamente in attiva e contemplativa, senza lintermezzo dunque di una terza, di vita mista. Di pi, sempre secondo S. Tommaso, linsegnamento e la predicazione (atti che paiono declassare la vita dome-

nicana da contemplativa ad attiva) appartengono alla vita attiva soltanto per parte della parola da essi richiesta, ma non per parte del soggetto o tema svolto predicando o insegnando: questo oggetto di contemplazione, cio contemplato, anche quando insegnato e predicato. Contemplato non un participio passato, ma presente, perch sta ad indicare che ci che si predica attualmente contemplato da chi predica; contemplazione esteriorizzata soltanto con laggiunta della parola, che perci ne come il corpo, di cui la contempla-

Se, dunque, si guarda a coloro ai quali si predica, il predicare tocca ci che esterno al predicatore, come avviene nellassistere gli ammalati; per se si bada a ci che vien dato nei due casi, lo spirituale nella predicazione, il corporale nellassistenza, si capisce che si tratta di due generi di vita differenti: il predicare appartiene alle opere di misericordia spirituali; lassistere a quelle corporali. Laspetto di vita attiva che proprio della predicazione e lo stesso va detto dellinsegnamento non la rende, come erroneamente alcuni credono, una vita mista, a motivo del predominio che ha in essa ci che proprio della vita contemplativa (II-II, q. 129, a. 2, ad 2) Daltra parte in ragione della predicazione e dellinsegnamento lOrdine di san Domenico non un Ordine formaliter contemplativo, come lo sono gli Ordini monastici, ma lo soltanto eminenter. da notare per che questo eminenter non indica un qualcosa di meno, ma un qualcosa di pi, come avviene, per esempio, per lanima umana, che eminenter sensitiva, perch in essa il complesso delle funzioni sensitive pi perfetto che non nellanima degli animali bruti. In conseguenza di questa sua eminenza, lOrdine di San Domenico

M. M., op.

La contemplazione dei Misteri del Rosario, di cui i Domenicani sono custodi e propagatori, unautentica scuola di preghiera (cf. Marialis cultus, 43; e Rosarium Virginis Mariae, n. 5).

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Dunque, per il fatto che lOrdine ha come suo fine specifico (dopo quello comune a tutti gli altri Ordini religiosi, che la santificazione dei suoi membri cosa spesso dimenticata mediante la vita di comunit e la pratica dei tre voti caratteristici) la predicazione e linsegnamento, mansioni queste che per ci che comportano, gli fanno prendere laspetto e le movenze degli Ordini di vita attiva, esso non un Ordine di vita attiva, n si deve dire di natura mista, ma essenzialmente un Ordine di vita contemplativa, e lapostolato che gli proprio, lungi dallescludere la contemplazione, la suppone, ne esige la pienezza come sorgente da cui sgorga.

spiritualit
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zione lanima, lelemento formale, la forma costitutiva che rende latto del predicare o dellinsegnare un atto di vita contemplativa. Nella vita attiva, invece, per esempio nellassistere gli ammalati, attivit esteriore e lopera, per es. lassistenza, e tutto ci che ad essa si riferisce, attivit esterna.

occupa il grado supremo sulla scala degli Ordini religiosi (II-II, q. 188, a. 6), vicinissimo allepiscopato. Nellessere ordinato e autorizzato a comunicare agli altri le verit contemplate, sta la sua superiorit sugli Ordini semplicemente monastici: con i quali per ha in comune gli elementi essenziali alla vita contemplativa, quali il silenzio, il ritiro dal mondo e altre pratiche, specie le penitenziali, impropriamente dette monastiche perch presso i monaci sono un po pi accentuate, ma comuni a tutte le comunit antiche e anche allOrdo canonicus: sono escluse solo quelle pratiche che sono di ostacolo alla predicazione e allinsegnamento, al trasmettere cio agli altri le verit contemplate, come esige il fine dellOrdine.

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1216 2016 Giubileo di fondazione DellOrdine dei Predicatori. Tema del 2011 Predicazione e cultura Predicazione comunitaria

Il Santo Padre Domenico.

Il pi grande comandamento: lamore di Dio e del prossimo considerati, in san Domenico come dialogo con Dio e dialogo con i fratelli. In lui dialogo sinonimo di amore. In lui lamore si concretizza nel dono della Parola. Il Padre dei Predicatori, infatti, non parlava se non con Dio o di Dio.

DOMENICO DE GUZMAN
In preparazione alle celebrazioni dellottavo centenario dellOrdine religioso da lui fondato (1216-2016).

Il contributo personale di San Domenico, come fondatore, di aver portato alle pi alte vette lesercizio della fede e della carit nella vita contemplativa, risolvendo la prima sintesi storicospirituale della dualit orazione-azione e creando nella Chiesa un genere di vita nuovo che le unisce insieme e ristabilendo linscindibilit psicologica e teologica dellamore verso Dio e verso il prossimo e riportando il sacerdozio ministeriale nella sua pienezza evangelica ed apostolica. Lideale-modello della sua opera sono gli Apostoli nel Cenacolo. I fattori principali che spingono san Domenico alla fondazione di un Ordine di Predicatori sono: - primo, la sua esperienza del bisogno della societ e dellutilit per la Chiesa di avere un manipolo di predicatori effettivi ed organizzati, muniti di profonda e sicura dottrina; - poi le esigenze culturali e intellettuali degli uomini del secolo XIII e il bisogno dello stesso clero di buoni centri di formazione teologica; - inoltre la volont di Innocenzo III, che subito comprende la validit e il

valore del programma di san Domenico, non solo considerato in se stesso, ma in rapporto a tutta la Chiesa. Con la fondazione, vero, san Domenico pone nuovi problemi nella Chiesa, ma li risolve magistralmente. A lui, infatti, spetta di aver intuito e attuato per primo luniversalit della predicazione, allora riservata ai soli vescovi, e da san Domenico restituita come diritto ai sacerdoti. Inoltre, rendendo obbligatorio in un Ordine religioso lo studio a tutti i membri ha contribuito ad elevare il livello culturale del clero. Larousse, per questo, gli conferisce la qualifica di Primo Ministro della Pubblica Istruzione. San Domenico ha introdotto nella Chiesa il primo Ordine religioso a servizio della stessa Chiesa, della Gerarchia e del Papato, e questo spiega la grande stima e lalta considerazione per lOrdine di san Domenico, dimostrate lungo i secoli dai Papi. Non casualmente si dice che san Domenico stato il primo Teologo del Papa, incarico che, nei palazzi apostolici, stato rivestito sempre da un domenicano. Infine, il merito pi notevole di San

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DALLE COSTITUZIONI DELLORDINE


Prima di tutto noi siamo riuniti per formare una famiglia e per non avere che un cuor solo ed unanima sola in Dio: per poter raggiungere la perfezione della carit. Il nostro Ordine stato specialmente istituito per la predicazione e la salute delle anime. per questo che con tutte le nostre forze dobbiamo cercare di essere utili allanima del prossimo. Noi ci sforziamo dunque, tanto con la parola che con numerosi scritti, dinsegnare e di promuovere la verit rivelata. Per raggiungere questo scopo bisogna che la nostra predicazione e il nostro insegnamento procedano dalla pienezza della contemplazione, sullesempio del nostro padre Domenico di cui detto: Egli non parlava che di Dio o con Dio. I mezzi prescritti dal santo Patriarca sono: oltre lemissione dei tre voti di obbedienza, povert e castit, la vita regolare con le osservanze monastiche, la recita dellUfficio delle Ore e lo studio assiduo delle verit di fede. Questi mezzi non possono essere da noi n soppressi, n sostanzialmente mutati. Tuttavia, ad eccezione dei voti, in particolari situazioni, si pu essere dispensati volta per volta dal superiore da queste regole se il raggiungimento del nostro carisma (la predicazione) lo consiglia.

Domenico, il Fondatore, di aver delineato con estrema chiarezza il fine e i mezzi, che lungo i secoli hanno retto ad ogni esigenza di revisione, grazie alla duttilit sapiente del programma del suo Ordine. La sua vita spirituale. San Domenico si formato nellatmosfera canonicale, ma anche a contatto con quella monastica (Collationes di Cassiano). Questo spiega lEvangelismo e limitazione degli Apostoli del Cenacolo, ideale che anima la spiritualit canonicale del secolo XIII: san Domenico non fa che portare alle pi alte conseguenze questa premessa spirituale creando un vero movimento spirituale e una scuola di spiritualit, la spiritualit domenicana, con una fisionomia tutta propria, un volto e un proprio linguaggio. La vita spirituale di san Domenico modellata sugli Apostoli nel Cenacolo. Degli Apostoli, infatti, si legge che vivono una vita comunitaria (At., 4, 32); sono assidui alla preghiera nel Tempio ad ore stabilite (ivi, 2, 46, 4,4); accettano da Cristo il mandato della predicazione (Mt. 28, 18-20) e ad imitazione di Cristo predicano nella povert evangelica (Lc., 9, 1-4). Ad imitazione degli Apostoli, dunque, si articola la vita di san Domenico nei due momenti: della contemplazione e dellazione, e si instaura cos, nella Chiesa, un genere di vita che le fonde insieme. Questa nuova forma di vita religiosa conserva la natura di Vita contemplativa (leggi pp. 182-183). La vita spirituale come dialogo. I contemporanei presentano il santo padre Domenico come uomo eccezionale di preghiera e di azione con

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Il dialogo con Dio. San Domenico soprattutto il santo delladorazione: la sua vita un continuo colloquio con Dio, un atto di adorazione perpetua, di giorno e di notte. Canonico Regolare e fondatore di un Ordine canonicale, i cui Sacerdoti sono consacrati al servizio di Dio, san Domenico struttura la propria preghiera sul ritmo della Liturgia nelle sue forme ufficiali (Ufficio corale e S. Messa), coltivando naturalmente anche la preghiera privata, personale, segreta. NellUfficio divino (lUfficio delle

RIETI. La canonizzazione di S. Domenico da parte di Gregorio IX, il 13 luglio 1234.

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unespressione diventata classica: Egli non parlava se non con Dio o di Dio. Ad imitazione degli Apostoli, dunque, la sua preghiera e la sua predicazione sono articolate in termini di colloquio o di dialogo: due dialoghi (con Dio e su Dio) che, pur distinti e diversi, sono strettamente connessi in un processo unitario, sia psicologico che spirituale.

Ore) egli vuole lo splendore: canto e solennit delle cerimonie, perch la lode a Dio d ritmo alla sua giornata e alla sua azione apostolica. Il dialogo con Dio in unione con la Chiesa: Ufficio delle Ore. La giornata di san Domenico si snoda nella lode di gloria a Dio mediante la preghiera ufficiale della Chiesa, distribuita lungo le ore del giorno, allalba, al mattino e su su fino al tramonto. Egli il santo delladorazione e della lode. In unione con la Chiesa e in suo nome, nello spirito della preghiera apostolica, il suo cuore si eleva fino allunione mistica con Lui. Estremamente assiduo alle celebrazioni corali liturgiche, che cerca anche quando lapostolato lo tiene lontano dalla sua comunit domenicana: Egli vuole che il convento del suo Ordine sia il centro di lode alla gloria di Dio sempre, con un culto liturgico splendido e solenne.

Durante la salmodia la parola ispirata da Dio, le cerimonie suggestive, le modulazioni gregoriane, lo commuovono fino alle lacrime; perfino la notte precedente la sua morte vuole elevare a Dio il canto liturgico.

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Il dialogo con Dio nel Cristo Sacerdote: la S. Messa. Il dialogo con Dio nella forma corale liturgica prepara san Domenico al dialogo con il Cristo Sacerdote nella sua funzione sacerdotale, la S. Messa. La sua celebrazione del mistero eucaristico caratterizzata da una drammaticit che la sua nota personale: quando canta la Messa sparge molte lacrime, in tale quantit che una goccia non attende laltra; soprattutto durante il Canone, in cui i suoi occhi e le guance si irrigano di lacrime, tanto che nellascoltare la sua recita del Pater Noster i presenti hanno lesatta percezione della sua grande devozione, scrivono i suoi primi biografi e testimoni oculari.

Questa emotivit e drammaticit, che lo segue sempre e dovunque, fluisce dallo stupore e dalla tristezza per lincomprensione che gli uomini hanno per lAmore infinito; stupore e tristezza che in lui sfociano nella preoccupazione per la loro sorte spirituale: Signore, che ne sar dei peccatori?. Domenico sa che il suo sacerdozio un prolungamento del Sacerdozio del Cristo: Cristo presente in lui, perch in lui e con lui vuole proseguire i Suoi divini Misteri di Sacerdote, Mediatore e Orante, di Maestro e di Apostolo. Non la sua vita unimitazione degli Apostoli del Cenacolo? Cos la sua unione con Cristo Sofferente non implica solo la visione del contemplativo, ma crea in lui una tensione ad una effettiva collaborazione con il Cristo; Cristo Sacerdote e Orante rinnova la preghiera di Mediatore al Padre in lui e con lui; Cristo Sofferente soffre in lui e con lui per le anime lontane; Cristo Maestro offre alle anime la Parola di Dio in lui e per mezzo di lui;

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WALBERBERG. Incontro di Fraternite laicali con i Padri Assistenti.

Cristo Apostolo, infine, vuole anche trasformare il cuore degli uomini in lui e con lui. Il dialogo segreto con Dio nel Cristo Sofferente: loratio secreta. Ma, per San Domenico, esplode la drammaticit della sua preghiera soprattutto al tramonto e durante la notte, dopo il canto di Compieta, quando rimane solo a vegliare: Egli usava pernottare spesso nelle chiese, tanto che raramente dava la sensazione di avere un letto dove riposare. Pregava dunque di notte e perseverava vegliando tanto quanto poteva estorcere dalla fragilit del suo corpo. E quando, infine, sopravvenendo la stanchezza e il rilassamento dello spirito, lo coglieva la necessit del sonno, davanti ad un altare o in qualunque altro posto riposava allora, dopo aver riposato alquanto, vegliava ancora proteso allo spirito e al fervore dellorazione, scrivono i suoi testimoni al Processo di canonizzazione. Nelloratio secreta Domenico apre il proprio cuore al Cristo Sofferente in tutta la sua effettiva immediatezza e intensit, in suppliche, in implorazioni, in lacrime; nel silenzio del tempio e delloscurit protettrice, prorompe il suo cuore addolorato perch i peccatori resistono allamore misericordioso di Cristo Sofferente: Signore, piet del tuo popolo. Che ne sar dei peccatori? E cos trascorreva le notti insonni piangendo e lamentandosi ad alta voce per i peccati degli altri. Come per intensificare la sua preghiera propiziatoria, mentale e vocale, vi impegna anche il corpo con flessioni, genuflessioni, prostrazioni; con la disciplina e la flagellazione, terminando con una visita processionale ai diversi altari del tempio. >>>

Riflessione.
Pu sembrare strano, ma tra noi, nei nostri conventi domenicani, viene chi anela alla Vita contemplativa e chi anela al Lavoro Apostolico: vi si trovano bene tutti e due. La contemplazione e lazione apostolica, infatti, non sono che due aspetti dellunico carisma dellOrdine, che quello della predicazione che deve sgorgare dalla contemplazione. Vi laspetto apostolico che si presenta per primo e che si considera spesso come unico; ma vi anche laspetto contemplativo. Questultimo mi sembra, anzi, laspetto essenziale dellOrdine Domenicano, perch la predicazione, ordinata alla salvezza delle anime, deve provenire dalla contemplazione. Significativo quanto il P. Chenu, famoso domenicano francese, che per molti anni ha diretto la formazione culturale e teologica dei suoi giovani confratelli, affermava: Si dice, in certi ambienti, che per entrare nellOrdine domenicano bisogna essere un intellettuale o un buon parlatore; io protesto formalmente. Certo, io rendo omaggio ai valori dellintelligenza, ai valori di espressione oratoria, ma a me piace sottolineare lincontro di molti Frati Predicatori con il popolo cristiano, ed io godo quando mi accorgo che molti miei confratelli riescono a farsi ascoltare da tanti uomini che non sono degli intellettuali.

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Il dialogo con la Madre del Cristo Sofferente: la preghiera mariana. La preghiera cristocentrica di Domenico si integra con la preghiera mariana perch la misericordia di Cristo implica la mediazione di Maria. Questo legame soprannaturale della misericordia del Figlio e della Madre il leit-motiv della preghiera di Domenico. Egli deve alla intercessione di Maria presso il Cristo la propria vocazione religiosa e quella del suo Ordine. Per questo affida alla Regina della misericordia tutta la cura dellOrdine come speciale Patrona e vuole che i religiosi, nella professione, prestino obbedienza, oltre che a Dio, anche a Maria. Ella il grande amore del suo cuore e il Medio Evo vi ha intessuto una leggenda di incantevole suggestiva freschezza sui reali rapporti di Domenico con la Madre di Dio: la diffusione del Rosario che la tradizione lega alla sua predicazione. Il dialogo su Dio con le anime: la predicazione di Ges Cristo. Nella sua preghiera, liturgica e personale, Domenico abbraccia in uno sguardo unitario il Cristo SacerdoteSofferente, la Chiesa (la sua vita si svolge sempre con la Chiesa, nella Chiesa, per la Chiesa) e la misteriosa economia della Redenzione. Il dialogo su Dio, con i lontani soprattutto, gli si impone come necessario proseguimento del dialogo con il Cristo Sacerdote-Sofferente: Cristo, Apostolo del Padre, prosegue in lui il ministero della Parola ed egli ne prosegue la missione redentiva assumendo lUfficio del Verbo (S. Caterina da Siena) ad imitazione degli Apostoli che si occupano dellazione e del ministero della Parola (cf. Atti).

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Cos la piet orante di Domenico si trasforma in piet attiva: il contemplativo diventa Apostolo, la sua contemplazione sfocia nellazione, il suo sacerdozio ministeriale si completa, si esprime in pienezza nella predicazione di Ges Cristo. Ma come impostare il dialogo su Dio con i lontani da Cristo e dalla sua Chiesa? Nei suoi contatti umani, Domenico ha compreso che ogni crisi religiosa nasconde un errore di prospettiva, sa che ogni infedelt nasce da un errore, e che un errore non pu generare un amore autentico per il Cristo; lerrore anzitutto nellintelligenza e quindi solo una Predicazione di Ges Cristo, luminosa e dottrinale, potr illuminare le intelligenze e infiammare i cuori induriti: di qui la predicazione apologetica (di diffusione e di difesa delle verit di salvezza), serena e persuasiva, che implica la ricerca della Verit assieme a chi lontano dal Cristo. Egli parla in nome del Cristo Maestro, che in lui e con lui, ed egli si trasfigura in annunziatore della Parola. Ma le idee astratte non convertono le anime, se non trasformate in amore nel cuore del predicatore e rese visibili nella sua vita: la Parola devessere proposta come principio di vita e come metodo di vita, nel processo completo di pensiero e dazione. Limitazione del Cristo e degli Apostoli esige la pratica della stessa vita del Cristo e degli Apostoli, la povert evangelica. Cos Domenico, il contemplativo, si trasfigura in testimone della Parola, in viandante per la diffusione della Parola di Dio, in Predicatore di Ges Cristo.
P. D. A., op.

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VITA CONTEMPLATIVA E AZIONE POLITICA


Il pensiero e lesempio magistrale di Giorgio La Pira
In occasione del XXXIV anniversario della morte del servo di Dio, Giorgio La Pira, la Fondazione a lui intitolata, con sede a Firenze, e i domenicani di S. Marco hanno organizzato, questanno, una particolare Concelebrazione Eucaristica in sua memoria. Presiede la S. Messa, il P. Daniele Cara, priore provinciale dei frati domenicani, della Provincia Romana. La celebrazione stata decisa per sabato 5 novembre, ore 18,00, nella basilica domenicana di S. Marco di Firenze. Linvito alla partecipazione era accompagnato dal motto: Preghiamo con La Pira: spes contra spem. Stranamente si pensa, da parte di molti, allimpossibilit di coniugare nel concreto le due realt definite due sfere opposte: la vita contemplativa e lazione politica. Da una parte c la politica, con le sue leggi interne, fatte spesso di schemi gi prefissati e di forze contrapposte, da alleanze dettate da situazioni e da uomini; dallaltra c la fede che non riesce ad essere fermento della prima trasformandola con la sua radicalit; la fede rimane cos una realt suppletiva, che funge da cornice e che, secondo le circostanze, assume o le viene dato un ruolo principale, molto spesso solo per dare una immagine pi credibile allattivit politica. La Pira, invece, ha unito i due momenti nella prassi dellimpegno politico, alimentato da una profonda vita contemplativa e mettendo in primo piano la carit, quale imperativo fondamentale. Trattando questo aspetto della vita del professore non possiamo fare a meno di riferirci ad una dichiarazione del Concilio Vaticano II, tratta dal-

Per questa ultima espressione cara al professore, spes contra spem, vedi la pubblicazione: G. LA PIRA, Il sentiero di Isaia, Cultura Editrice, Firenze 1978, p. 694.

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Giorgio La Pira
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A 34 anni dalla morte di Giorgio La Pira, anche Domenicani d il suo contributo ai tanti segni di plauso per gli esempi di vita e per gli insegnamenti che Egli ha lasciato a coloro che occupano cariche pubbliche. Per quanto riguarda la nostra spiritualit domenicana, che egli seppe ben coniugare con i suoi impegni sociali e politici, proponiamo queste note singolari di O. Murgia. In queste note troviamo un esempio concreto di come calare nella vita la nostra spiritualit.

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la Gaudium et Spes: Il Verbo di Dio, per mezzo del quale tutto stato creato, fattosi carne lui stesso e venuto ad abitare sulla terra degli uomini, entr nella storia del mondo come luomo perfetto, assumendo questa e ricapitolandola in s. Egli ci rivela che Dio carit e insieme ci insegna che la legge fondamentale dellumana perfezione, e perci anche della trasformazione del mondo, il nuovo comandamento della carit1. Il testo conciliare continua questo discorso nella Lumen Gentium quando afferma ancora con forza: Ma perch la carit come buon seme, cresca e fruttifichi, ogni fedele deve ascoltare volentieri la Parola di Dio e, con laiuto della sua grazia, compiere con le opere la sua volont, partecipare frequentemente ai sacramenti, soprattutto a quello dellEucaristia, e alle sacre azioni; applicarsi costantemente alla preghiera, allabnegazione di s stesso, allattivo servizio dei fratelli e allesercizio di ogni virt2.

In queste affermazioni del Conc. Vaticano II, troviamo tracciato lo stile di vita di La Pira. La sua figura profetica: infatti ci che il Concilio ha detto, egli lo ha realizzato in antecedenza. Nella sua visione del mondo e delluomo, lelemento unificante la fede vissuta, mentre la meditazione sui fatti sociali ha alla sua base la contemplazione del mistero di Dio. In una biografia di lui si dice: La preghiera. Chi ha conosciuto La Pira vivo sa bene che questo del pregare era per lui ineffabile transito, espansione, ascesi, pienezza di paradiso. La preghiera, pane e vino della mensa incorruttibile, era met della sua giornata, laltra met erano le opere3. La dimensione contemplativa di La Pira appare in tutte le sue opere, in particolar modo in testi quali: Lettere al Carmelo, Lettere alle claustrali, Lettere a casa, dove traspare chiaramente che essa la bussola orientatrice in tutte le scelte del suo operato. Nella prefazione dellopera Lettere al Carmelo, don

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Maggiani dice. Non c alcun dubbio. La Pira un uomo unificato, un autentico contemplativo nel mondo. Attivo impegnato, forse anche indaffarato e tuttavia sempre fermo, gli occhi spalancati nel desiderio di Dio: locchio interiore unicamente fisso in Dio4. Certo questa iniziazione, potrebbe stupire la maggioranza della gente, ma tale stupore causato dal fatto che con troppa facilit si sacrifica la ricerca interiore dellintima unione con Dio in nome dellimpegno pratico che invece dovrebbe essere portato avanti proprio attraverso e in forza di essa. Riporto una frase di Oscar Luigi Scalfaro, gi presidente della Repubblica Italiana, pronunciata a Firenze, in occasione della presentazione degli scritti di La Pira: Egli riusc a fare sintesi tra la visione spirituale della vita e limpegno personale della politica; non trov mai divergenze o incompatibilit. Ci segno che tutto possibile. Ma questa costatazione ci chiama ad alti doveri e ci sprona ad un servizio sempre pi limpido e generoso verso la comunit, specie verso i pi deboli e pi poveri5. Fioretta Mazzei, stretta collaboratrice del professore, dice di lui: La Pira fu uomo di grande preghiera, diciamo pure di eccezionale preghiera; fu davvero un contemplativo, un penitente e un impetratore di grazia per s e per gli altri. Ore di preghiera, nottate intere di preghiera, nei suoi tempi pi giovani; raccoglimento di ogni mattina per tutta la vita. Si levava presto, prestissimo: ogni giorno alle 4-4,30, invecchiando pi tardi, 5-5,30 e pregava, recitava lufficio, potendo anche a voce alta, meditava fino alla Messa, alle 6, prima e alle 7, dopo6. Come poteva, un uomo cos colmo

e traboccante di Dio,non partecipare ad altri la sua pienezza, non dire a tutti quanto Dio ami luomo e lo voglia attrarre a S. Lo stesso La Pira, in una delle tante lettere alle claustrali, affermava: Se vero, come vero, che lessenza del cristianesimo, ci che lo specifica, che gli d volto e definizione la grazia di Cristo allora evidente che latto supremo della creatura umana il fine nel quale essa creata un atto interiore di unione con Dio, di adorazione di Dio, di fruizione, quanto possibile ininterrotto con Dio7. Ma dove trovare coraggio e forza per portare avanti tale progetto, considerata la caducit della natura umana? La Pira afferma: Spes contra spem, il motto che deve guidare la nostra azione politica8. La grande speranza, espressa in questo motto che sempre accompagnava loperato del professore, questo ottimismo, mai frutto di ingenuit davanti ai problemi, hanno allorigine una vita fecondata di fede vissuta. la contemplazione del mistero di Dio che costituisce, per La Pira, la fonte inesauribile a cui attingere per operare cristianamente nel mondo ed essere portatori di una nuova speranza che

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supera le speranze contingenti in vista di quella assoluta. Pi si approfondisce in lui la dimensione contemplativa, maggiormente la scopriamo foriera di un impegno: far conoscere Dio al mondo, alla societ, alla politica. Egli stesso, nellopera La nostra vocazione sociale, dice: Il nostro piano di santificazione sconvolto() credevamo che chiusi nella fortezza interiore della preghiera noi potevamo sottrarci ai problemi sconvolgenti del mondo e, invece, nossignore9. Tutto, per La Pira, nel mondo porta la divina impronta di Dio e luomo ha il dovere di scoprirla e coglierla per orientare a lui la storia. Egli passa dalla contemplazione del mistero alla necessit di svelarlo al mondo, imprimendo in esso la grande speranza in Cristo risorto, unendo leterno al terreno. Anche in questo La Pira ha anticipato il Concilio Vaticano II: Per loro vocazione proprio dei laici cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio (). Ivi sono da Dio chiamati a contribuire, quasi dallinterno a modo di fermento, alla santificazione del mondo mediante lesercizio del proprio ufficio e sotto la guida dello spirito evangelico, e in questo modo, a manifestare Cristo agli altri, principalmente con la testimonianza della loro vita e con il fulgore della loro speranza e carit10. Concludendo questo punto si pu a buon diritto affermare, secondo il pensiero e lesempio magistrale di La Pira, che non solo non esiste opposizione tra limpegno sociale e la ricerca di unintima unione con Dio, anzi i due aspetti vanno uniti in vista di una crescita umana globale. Solo cos si pu veramente realizzare una testimonianza cristiana e vivere realmente la speranza del

Risorto. Ci viene da pensare a quanto hanno affermato i vescovi nellassemblea speciale per lEuropa: Per essere veri apostoli, noi tutti abbiamo bisogno di una continua evangelizzazione, attraverso la preghiera e la meditazione della Parola di Dio, nonch lo sforzo quotidiano di metterla in pratica secondo lesempio altissimo che ci offerto dalla Beata Vergine Maria11. Nel momento attuale, epoca in cui i cristiani impegnati in politica stentano nel trovare la strada giusta per un servizio limpido, pu essere di grande aiuto guardare linsegnamento e la vita di La Pira, il quale ha individuato e ispirato il suo eccezionale servizio alluomo nella politica, attraverso una profondissima vita interiore contemplativa. 1. Gaudium et spes, n. 38. 2. Lumen Gentium, n. 42. 3. P. MAFFEO, Giorgio La Pira, EDB, Bologna 1986, p. 38. 4. P. MAGGIANI, Prefazione, in G. LA PIRA, Lettere al Carmelo, Vita e Pensiero, Milano 1985, p. 3. 5. Cfr. Avvenire, 15 novembre 1992. 6. F. MAZZEI, La Pira, cose viste e ascoltate, L.E.F., Firenze 1987, p. 18. 7. G. LA PIRA, Lettere alle claustrali, Vita e pensiero, Milano 1978, p. 15. 8. G. LA PIRA, Il sentiero di Isaia, Cultura Editrice, Firenze 1978, p. 694. Da questa sua espressione il tema dellinvito alla cerimonia di commemorazione. 9. G. LA PIRA, La nostra vocazione sociale, AVE, Roma 1944, p. 12. 10. Lumen Gentium, n. 31. 11. Cfr. SINODO DEI VESCOVI, Assemblea speciale per lEuropa, Siamo testimoni di Cristo che ci ha liberato, Paoline, Milano 1991, n. 5.

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Vi presentiamo una breve biografia della Tincani che le consorelle Missionarie della Scuola ci offrono.

LUIGIA TINCANI, venerabile


stata dichiarata Venerabile da Benedetto XVI, il 27 giugno 2011.

Il profilo biografico della nuova venerabile. Il 27 giugno 2011 sono state riconosciute, dal Santo Padre, le virt eroiche della Serva di Dio, Luigia (Gina) Tincani, che ha perci il titolo di Venerabile. Luigia Tincani (25 marzo 1889 31 maggio 1976) fece suo lideale domenicano e rispose alla vocazione di frontiera a cui il Signore la chiamava: donarsi tutta a Dio, senza segni esteriori visibili, per essere nella scuola di Stato, dove passano tutti i giovani, la strada su cui Dio cammina. Domenico, con Tommaso dAquino e Caterina da Siena, furono le sue guide; il domenicano Padre Lodovico Fanfani fu suo sapiente direttore spirituale. Frequent lUniversit a Roma dove fu tra le compagne testimone coraggiosa e gioiosa della fede e dellamore; si laure presso lUniversit Cattolica di Milano, insegn filosofia e la scuola fu la sua terra di missione. Fu presente al sorgere dei primi movimenti laicali nella Chiesa e intu i nuovi compiti professionali della donna a cui era chiamata. Nel 1924 diede vita allUnione Santa Caterina da Siena delle Missionarie della Scuola. La santa morte coron le gravi sofferenze degli ultimi anni, offerte per la Chiesa e per il Papa.

La vocazione Domenicana di Luigia Tincani. Domenicana innamorata di Dio e delle sue creature! Comprese e visse la carit della verit. La Provvidenza mise accanto a Gina dei religiosi domenicani sapienti e santi che seppero capirne il carisma domenicano antico e nuovo e laiutarono ad attuarlo: P. Righi a Bologna; a Roma, P. Cormier e P. Fanfani. Le citt dove Gina ebbe la rivelazione della sua vocazione domenicana furono Bologna e Roma. Adolescente e giovane studente a Bologna, trascorreva lunghi momenti nella basilica di San Domenico, accanto allarca, poggiando con filiale devozione la sua testa alla reliquia del capo del Santo. Fu in quelle ore di preghiera che cap sempre meglio il messaggio di Domenico per lei. Si scopr naturalmente domenicana e desiderosa di innovare lesperienza di Domenico in maniera attuale, per rispondere ai bisogni del proprio tempo e alle esigenze della societ di cui faceva parte e con cui ella si sent sempre profondamente solidale. A Roma laspettava Santa Caterina, nella basilica della Minerva, che diverr la sua basilica, durante gli anni delle grandi decisioni e del lavoro apostolico e dove ora riposa, accanto al suo di-

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rettore spirituale e confondatore, Padre Fanfani. In Santa Caterina vide attuata la missione a cui si sentiva chiamata. Preg a lungo alla sua tomba insieme alle compagne di universit, ne approfond il pensiero attraverso lo studio delle sue opere. Santa Sabina accolse, nella cella di San Domenico, il primo s di Gina Tincani e delle compagne il 30 aprile 1917. Era un gruppetto di Terziarie Insegnanti che avevano desiderio di consacrarsi a Dio, pur continuando nella scuola pubblica un nuovo apostolato dispirazione veramente domenicana. Larancio di Santa Sabina diede loro il benvenute. Scrive qualche anno dopo una Missionaria della prima ora, Lidia Rossi Doria: Gina ci condusse una volta a S. Sabina e ci fece vedere, nel vecchio albero di aranci che si dice piantato da S. Domenico, un ramoscello nuovo, tenero e verde, che fioriva dallantico nero tronco: era forse la nuova nostra Famiglia religiosa, che

spuntava dal grande Ordine Domenicano? Lo guardavamo col cuore pieno di meraviglia, di commozione e di speranza. E pochi mesi dopo lo vedemmo veramente germogliare l, a Gubbio, nella piccola silenziosa citt medioevale, allombra della vecchia chiesa e del campanile di S. Domenico, anzi nello stesso antico Convento, veramente come una gemma nuova dellantico glorioso tronco. Nel primo incontro fra loro a Roma nel 1918 quelle giovani conobbero le pi importanti figure domenicane di quegli anni e qualcuna si domanda, lietamente sorpresa: Ma dunque, Roma tutta domenicana? Il suo itinerario spirituale quello domenicano. Quali aspetti della spiritualit domenicana sono pi evidenti nella Serva di Dio?

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Madre Luigia Tincani, venerabile.

Il primato di Dio, la carit apostolica espressa con la parola e con lesempio, la vita comune, lo studio, la gioia e la devozione a Maria. Il primato di Dio affermato dalla Tincani nel senso profondo della presenza personale di Dio in noi, nelladorazione della Trinit, nella comunione con lAnima di Cristo, nellimportanza data al Sacrificio eucaristico, alla Parola di Dio e alla sua solenne celebrazione liturgica nellUfficio divino. Il comando evangelico - bisogna pregare sempre, senza stancarsi - (Lc 18,1), interpella fortemente Gina Tincani e si traduce in un ininterrotto sguardo di amore e attiva adesione alla volont di Dio. Il primato dellamore di Dio comporta una carit senza limiti per i vicini e i lontani, che nella spiritualit domenicana si traduce nella scelta della vita comune fraterna e dellapostolato. Madre Tincani vuole e ama la vita

comune: la propone come una risposta al desiderio pi grande di Ges Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato, come segno di quella unit che Ges ha chiesto, immagine della Unit divina nella Santissima Trinit, segno che pu rivelare al mondo con lamore infinito di Dio sugli uomini. Madre Tincani, domenicana, sa il valore della parola: la riconosce come lo strumento della sapienza e veicolo della grazia, sacro dono di Dio che ci permette di comunicare da anima ad anima, voce che trasmette la parola di Dio ed ha importanza solo in quanto la pronunzia alle dipendenze di Dio. Se non prepariamo ben temprato questo strumento - divino dono - che la parola parlata, non potremo mai offrirci come agili strumenti al Divin Salvatore, per portare alle anime la luce della fede e aprire in loro la via alla grazia salvatrice . >>>

Madre Tincani, P. L. Fanfani op, e il Card. Pizzardo.

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vivissimo in lei anche il bisogno di essere testimone: Dobbiamo essere nel mondo il buon profumo di Cristo e motivi viventi di credibilit, strada su cui Dio cammina. Madre Tincani vede nello studio delle scienze religiose e profane un importante mezzo formativo di crescita e di ascesi e uno strumento di apostolato, che deve caratterizzare la famiglia religiosa da lei fondata. La gioia domenicana consona allo stile di vita di Madre Tincani, al suo modo di concepire con ottimismo lesistenza, le relazioni umane, la fatica e perfino la sofferenza, gioia che nasce dalla contemplazione e dalla croce. La devozione mariana, caratteristica di Domenico e del suo Ordine, si ritrova nellaffidamento di Madre Tincani al patrocinio di Maria: Potessi narrarvi una per una le grazie che la Madonna ci ha fatto dacch la nostra Unione ha incominciato, potessi dirvi in che modo Maria Santissima provvede a tutti i nostri bisogni...potessi dirvi come ella mi fa sentire la sua vigilante protezione in ogni cosa piccola o grande, intima od esteriore! Vede nel Rosario larma per vincere ogni pericolo e per conquistare le anime a Dio. La novit di questo suo percorso spirituale? Vivere in pieno il carisma domenicano nelloggi, nel nostro mondo diverso da quello di Domenico e di Caterina, ma sempre ricco della presenza di Dio e delle persone umane da condurre a Dio. La genialit della Tincani si raccoglie nellunione intima e continua con Dio che le fa scoprire, momento per momento, come si deve amare. (Cesarina Broggi, Missionaria della Scuola).

Luigia Tincani

LE MISSIONARIE DELLA SCUOLA. CHI SONO ?


LUnione Santa Caterina da Siena delle Missionarie della Scuola una Congregazione religiosa domenicana, fondata nel 1924 dalla Serva di Dio Luigia Tincani, caratterizzata da un profondo impegno di vita contemplativa e da un apostolato agile nel mondo, in particolare nella scuola pubblica. Preparate a vivere da sole, se necessario, le Missionarie si raccolgono normalmente nelle case di apostolato, centri di lavoro abitati da piccole comunit, tutte donate alla missione, sostenute dagli aiuti della vita religiosa: preghiera liturgica, vita fraterna in comunit, momenti di esperienza monastica in case di formazione, preghiera e studio. Oltre allinserimento istituzionale nella Scuola di Stato e allattivit nelle libere professioni, in forma individuale, lUnione prese iniziative, allora nuove, in ordine alla formazione delle giovani universitarie: negli anni Trenta apr residenze universitarie in ogni Paese, a Roma il Magistero Maria Assunta, oggi LUMSA, campo di formazione di formatori, ad ampio raggio, il Sedes Sapientiae, per la formazione culturale della donna religiosa, il Mater Ecclesiae per la formazione teologica dei laici in vista dellinsegnamento. Un dinamico apostolato senza frontiere ebbe inizio con linvio delle religiose missionarie in Pakistan (1948), in India (1967), in Olanda (1981), in Polonia (1990).
Sito: missionariedellascuola.it/

Nello scorso numero di Domenicani (sett-ott., n. 4 2011) presentavamo, quali esempi concreti di santit familiare, modelli e protettori della famiglia cristiana, gli stessi genitori del nostro Fondatore, Felice di Guzman e Giovanna dAza. Riflettendo ancora sul valore del battesimo, da dare il pi possibile a tutti, i nostri amici, laici del Sabato sera di Napoli, ci sensibilizzano, su questa realt, con questaltra riflessione. Ringraziamo anche per lapostolato da loro compiuto.

diamolo anche a coloro ai quali non si permette di nascere.

Anche se non dettata dalla Rivelazione, esiste gi sul piano razionale, umano, unetica a difesa e a vantaggio della persona: ogni vita umana un continuum che comincia al momento del concepimento e avanza passando attraverso diversi stadi fino alla morte. Lo afferma una Carta internazionale di giuristi, politici e intellettuali di tutto il mondo intitolata Articoli di San Jos per il diritto alla vita. Anche per lEuropa lembrione un essere umano. Lovulo umano fecondato soggetto di diritto: la sentenza, con cui la Corte europea di Lussemburgo ha bocciato i brevetti su tecniche che sacrifichino embrioni, segna un punto di svolta nel diritto europeo e riapre vari dossier sulla vita umana che i giuristi iniziano a riconsiderare. In Italia la legge 40, approvata dal Parlamento Italiano, bench in modo gravemente contraddittorio e quindi da riformulare, riconosce in certo modo il valore primario e intangibile della vita umana in ogni fase della sua esistenza, anche embrionale. Spesso si trova che anche chi si dice ateo, civilmente e a livello antropologico, si batte per la dignit della

persona. Non sono cattolici i nove Articoli di San Jos, n la sentenza della Corte europea e neanche la Legge 40 ma, in varia misura, tutte cercano di fermare, a livello locale e internazionale, lanarchia etica in atto, nellintento di evitare un immane sacrificio di embrioni umani: lembrione, dal momento che deve essere trattato come una persona fin dal concepimento, deve essere difeso (anche) nella sua integrit, curato e guarito come ogni altro essere umano (CCC. n. 2323). La parola nascita significa venire alla luce attraverso il parto, ma significa anche inizio e venire allesistenza mediante il concepimento. San Tommaso dAquino (Summa Th. III, 35 a 4) precisa che concepimento e nascita sono detti e attribuiti secondo la natura nella quale la persona viene concepita e nasce. Tale relazione alla persona, come soggetto di diritti, vale anche a livello teologico e biblico per lamministrazione del sacramento del battesimo, che partecipazione pasquale ai meriti di Ges Cristo: Sacramento permanente dellincontro con Dio. >>>

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Il battesimo la nuova nascita:

Come inizio e nuova nascita alla vita propria della grazia, cio alla partecipazione gratuita della vita di Dio in Cristo, il battesimo viene amministrato alla persona, secondo la natura umana; quella natura umana che, il Verbo di Dio, con lIncarnazione nel grembo verginale di Maria, un a S ipostaticamente, cio nella sua Persona divina (cf. Gv 1, 14; e Is 7,14; Mt 1,23; Ap 21,3). Come soggetto di diritti fin dal concepimento (Legge 40), il nascituro, persona (cf. Dignitas Personae, n. 1) e come tale va trattato. In quanto persona non ancora battezzata, perci, egli , anche prima della nascita, soggetto battezzando (CJC, 867 1); cio soggetto o persona capace di ricevere il battesimo (Cf. Papa Benedetto XVI, Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 257). In conseguenza e coerenti allinse-

gnamento di queste premesse, perch non amministrare il battesimo a quei bambini che ancora nel seno materno sono stati condannati, decisione insana, allaborto? Come attraverso la madre gestante ogni nascituro riceve quanto necessario per la vita e lo sviluppo fisico, cos, in base al principio della grazia che perfeziona la natura, lo stesso nascituro, attraverso la stessa madre gestante, pu ricevere fisicamente, per la vita e lo sviluppo spirituale, gli elementi essenziali del battesimo: lacqua accompagnata dalle parole (cio: materia e forma del sacramento), versata sulla testa della madre gestante, che pu raggiungere il bambino che porta, vivo, in se stessa. Questo, possiamo dire, si verificato, fisicamente, nella casa di Zaccaria, quando il saluto di Maria (gestante) fu colto dal nascituro Giovanni, da sei mesi vivente nel grembo di Elisabetta, allora gestante nonostante let avan-

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S. ANASTASIA (NA). Gruppo Interdiocesano del Sabato sera.

Per la liberazione del suo popolo dalla schiavit e ricondurlo in patria, Dio si serv di Ciro, un re pagano (Isaia 46, 1. 4-6: prima lettura per la 29a Domenica TO /A). Nel grembo e prima del parto, anche i nascituri in quanto persone non ancora battezzate ripetiamo di per

Recapito: Via Giuseppe Castiello, 2680048 SantAnastasia (NA). Email: info@gruppodelsabatosera.it Cell. 340.08.55.750 Assistente ecclesiastico: P. Giacinto Cataldo o.p. (p.giacinto@hotmail.it).

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zata e quindi bisognosa di quellaiuto che volle offrirle Colei che aveva avuto dallangelo la notizia della sua gravidanza (Vangelo di Luca, 1, 40-46). Alla scuola di Ges, maestro e pedagogo fin dal Suo stesso concepimento, notiamo che anche le Sue azioni hanno valore di insegnamento, perch mentre silenziosamente compie qualcosa ci fa comprendere quello che noi dobbiamo fare (Liturgia delle Ore secondo il Rito Romano per la Festa di san Luca, 18 ottobre: seconda lettura di san Gregorio Magno, papa). Per lincredulit e la mentalit corrente dei suoi paesani circa la sua Persona di Messia, Ges non pot fare i molti miracoli che era disposto a compiere (Mt 13, 58; Mc 6, 5-6). Per lo stesso motivo oggi - vogliamo pensare - anche la Chiesa pur volendolo e potendolo (CCC 2323; Can. 871), non amministra il Battesimo dacqua ai bimbi concepiti e viventi nel grembo materno, sia per lincredulit e la mentalit corrente che, a livello di manipolazioni genetiche e aborto, non riconosce il nascituro come persona ma solo un grumo di sangue; sia anche per la scarsa conoscenza, allinterno della Chiesa da parte del popolo di Dio, del valore e importanza che ha il battesimo dacqua e della vita buona del Vangelo, per coloro che, pur nella loro prima stagione esistenziale, in grembo, sono gi persone viventi.

s sono capaci di ricevere il Battesimo. Riflettiamo! Se, in mancanza del battesimo dacqua, anche il solo desiderio di esso porta i frutti del Battesimo, sebbene non sia sacramento (CCC, 1258), quanto pi operer il Sacramento stesso? Quel desiderio del battesimo per ogni nascituro incapace di scegliere e di desiderare - pensiamo ancora - che pu essere espresso, in pericolo di morte e secondo le intenzioni materne della Chiesa, da chiunque anche da un pagano, avr tanto maggiore valore se espresso, oltre che dai genitori, dalla stessa Madre Chiesa. Noi, del gruppo del Sabato sera, preghiamo e ci muoviamo per sensibilizzare a questa verit pi gente possibile, affinch, in forza della nostra testimonianza di fede, la stessa Chiesa intervenga presto, con la grazia diretta del Sacramento, a far dono della nascita spirituale, alla Vita divina, a coloro ai quali viene tolta la vita umana. Il 13 di ottobre 2011, una delegazione interdiocesana di laici (Fabio, Pamela, Francesco) si recata a Fatima in Portogallo per affidare alla Madre di Ges, laica e serva umile del Signore, la causa della Vita e delle vite che non nasceranno mai (cf. www.gruppodelsabatosera.it). Fabio e Rosaria Fiorito, Angela Giordano e Antonio Annunziata, coordinatori SantAnastasia (NA), 17/10/2011.

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Lordinazione Sacerdotale di fra Manolo Puppini, op.


Bassetti, che nellomelia ha ricordato limportanza, per lOrdine e per la Chiesa, del ministero sacerdotale vissuto per i fratelli e in una testimonianza di vita gioiosa. Fra Manolo era circondato da numerosi confratelli, parenti ed amici, venuti da diverse parti dItalia per condividere con lui la gioia di questo giorno memorabile. Tanto pi memorabile perch erano anni che non si vedeva una vocazione domenicana dallUmbria e una ordinazione sacerdotale a Perugia (fatto che stato sottolineato anche dai giornali locali). Lindomani, domenica 11 settembre alle 11,30, ci siamo ritrovati di nuovo in basilica per la Prima Messa presieduta da fra Manolo. La celebrazione stata sobria ma ricca di emozione, non solo per Manolo. Lomelia, tenuta dal P. Provinciale, Daniele Cara, si incentrata tutta sulla misericordia, tema delle letture del giorno nonch parola chiave del nostro Ordine. Le due celebrazioni sono state animate magistralmente dal coro della basilica. Infine, come da tradizione, la festa si conclusa con la condivisione di un pranzo solenne. Auguriamo a fra Manolo di iniziare e proseguire il suo ministero di sacerdote domenicano come ministro della misericordia di Dio, servo gioioso e autentico della Parola che salva e del Pane di Vita eterna.
fra Simone T. M. Bellomo op.

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Come a suggellare i lavori del 25 Congresso Eucaristico nazionale, che si celebrato ad Ancona, noi abbiamo assistito alla ordinazione sacerdotale del nostro caro confratello Manolo Puppini che ha avuto luogo a Perugia nella Chiesa di S. Domenico, sotto la meravigliosa vetrata di recente restauro. Linterrogativo Signore da chi andremo?, tema del Congresso, ha per noi avuto la sua preziosa risposta, da parte del Signore, nel dono di un suo nuovo ministro. Sabato 10 settembre, alle ore 18, la nostra Provincia era in festa per lordinazione sacerdotale di un suo figlio: fra Manolo M. Puppini. La celebrazione si svolta nella basilica di S. Domenico a Perugia ed stata presieduta dallArcivescovo di Perugia, Mons. Gualtiero

L EUCARISTIA
Mentre esterniamo al neo-consacrato il nostro affetto e gli auguri per un fecondo apostolato, soffermiamoci brevemente a considerare di quali realt egli stato fatto ministro e qual la grandezza del suo servizio sacerdotale. Teniamo conto anche del recente Convegno Eucaristico Nazionale di Ancona.

CENTRO DELLA VITA CRISTIANA: la fede, ladorazione, la trasmissione.

LEucaristia, celebrata e ricevuta, sempre stata il momento pi espressivo, lapice della Vita delle Comunit Cristiane. Secondo una definizione di S. Tommaso dAquino la Chiesa trova nellEucaristia come lattuazione pi perfetta della vita spirituale e il fine di tutti i Sacramenti1. Il Concilio Vaticano II riafferma che Cristo sempre presente nella sua Chiesa, in modo speciale nelle azioni

liturgiche. presente sia nel sacrificio della Messa, sia nella persona del ministro; sia soprattutto sotto le specie eucaristiche. LEucaristia la reale e universale continuazione ed estensione del Mistero dellIncarnazione2. Origene rendeva testimonianza ai cristiani del III secolo, della sua fede e devozione verso lEucaristia, con queste parole: Voi che siete soliti partecipare ai divini misteri, quando ricevete il Corpo del Signore, sapete bene come custodirlo con ogni precauzione e venerazione, affinch non ne cada una minima briciola e non si perda nessu-

PERUGIA. S. Domenico. LOrdinazione sacerdotale del P. Manolo Puppini, per le mani di Mons. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia.

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na parte del dono consacrato. Infatti vi credereste colpevoli e giustamente vi riterreste tali, se per vostra negligenza se ne perdesse qualcosa. La stessa attenzione e zelo, gi richiesto per le specie eucaristiche, pu volgersi anche a tutti gli aspetti che compongono questo Sacramento: non ne vada perso nessun frammento, pur minimo, riguardante sia la fede, sia ladorazione, sia la trasmissione alla successiva generazione cristiana attraverso la predicazione e la catechesi Si potrebbe ripetere con S. Giovanni Crisostomo: I nostri Sacramenti non sono come le azioni teatrali: qui tutto regolato dallo Spirto Santo. LEucaristia, farmaco dimmortalit, gi il pregustamento dellunione eterna in Dio e con Dio.
LE DIMENSIONI SACRAMENTALI. Il segno, il convito, il sacrificio, il pegno della Vita: il ringraziamento.

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significativo che i due discepoli di Emmaus, dopo essere stati preparati

dalle stesse parole del Cristo, manifestatosi loro nelle vesti di un pellegrino, lo abbiano riconosciuto mentre stavano a tavola, nel gesto semplice della frazione del pane. Una volta che le menti sono illuminate e i cuori riscaldati, i segni del Sacramento parlano. LEucaristia si svolge tutta nel contesto dinamico di segni3 che recano in s un denso e luminoso messaggio di istruzione4, oltre a significare e a dare la grazia. attraverso i segni che il mistero in qualche modo si apre agli occhi del credente. Come stato sottolineato nellEnciclica Ecclesia de Eucharistia5, importante che nessuna dimensione di questo Sacramento venga trascurata. infatti sempre presente nelluomo la tentazione di ridurre lEucaristia alle proprie dimensioni, mentre in realt lui a doversi aprire alle dimensioni del Mistero. LEucaristia un dono troppo grande , per sopportare ambiguit e diminuzioni. Non c dubbio che la dimensione

Eventi

PERUGIA. S. Domenico. LOrdinazione sacerdotale del P. Manolo Puppini.

PERUGIA. S. Domenico. Giorno dell Ordinazione del P. Manolo Puppini, insieme ai confratelli domenicani.

Non si pu tuttavia dimenticare che il convito eucaristico ha anche un senso profondamente e primariamente sacrificale. In esso Cristo ripresenta a noi il sacrificio attuato una volta per tutte sul Golgota. Pur essendo presente in esso ormai da risorto, Egli porta i segni della sua Passione, di cui ogni S. Messa memoriale, come la Liturgia ci ricorda con lacclamazione dopo la consacrazione: Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua resurrezione, nellattesa della Tua venuta.

1. S. Th., III, q. 73, a. 3. 2. J. SCHEEBEN, I misteri del Cristianesimo. 3. Il sacramento prima di tutto: un segno sensibile ed efficace della grazia. 4. CCC (Catechismo della Chiesa Cattolica), p. II, sez., n. 1076 ss. 5. IOANNES PAULUS PP. II, Ecclesia de Eucharistia, Lettera enciclica sullEucarestia nel suo rapporto con la Chiesa (2003.04.17).

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pi evidente dellEucaristia sia quella del convito. LEucaristia nata, la sera del Gioved Santo, nel contesto della Cena Pasquale. Essa pertanto porta inscritto nella sua struttura il senso della convivialit: Prendete e mangiate Poi prese il calice e lo diede loro dicendo: Bevetene tutti (Mt. 26, 26.27). Questo aspetto esprime bene il rapporto di comunione che Dio vuole stabilire con noi e che noi stessi dobbiamo sviluppare vicendevolmente.

Al tempo stesso, mentre attualizza il passato, lEucaristia ci proietta verso il futuro dellultima venuta di Cristo, al termine della storia. Questo aspetto escatologico d al Sacramento eucaristico un dinamismo coinvolgente, che infonde al cammino cristiano il passo della speranza (Mane nobiscum, Domine, 14-15). Farmaco di immortalit lespressione dei cristiani dei primi secoli per indicare lEucaristia, senza la quale essi professano, anche con il martirio, di non poter vivere. N. N.

Eventi
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Relazione della terza commissione: VITA E STUDIO.

Eventi

NONO CONVEGNO NAZIONALE DI FORMAZIONE DEL LAICATO DOMENICANO


Il Convegno Nazionale del Laicato Italiano si tenuto a Bologna, presso lArca di S. Domenico, il 17-18-19 giugno 2011. Il valore e le materie dello studio ordinati ad una migliore incisivit della missione del laico domenicano nella societ in cui opera.

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Per i lavori di questa commissione Vita e Studio sono intervenuti 35 confratelli in rappresentanza delle tre provincie del laicato domenicano italiano, affiancate da quella dellisola di Malta. stata innanzitutto ribadita limportanza dello studio nella formazione del laico domenicano, studio inteso come ampliamento di conoscenza per giungere alla contemplazione della verit. In questo sforzo adoperiamo lintelligenza che quella qualit che ci pone in maggior similitudine con Dio. Questa nostra tensione verso lalto viene poi illuminata da Dio per farci giungere alla contemplazione che quindi unapoteosi di conoscenza. Attraverso la ragione e la fede noi cos giungiamo ad una maggiore conoscenza della Verit. La conoscenza di Dio che amore infinito, infiamma il nostro animo e deve trasformare il nostro modo di essere, di vivere, di operare nella societ. Questa indispensabile trasformazione interiore porta ciascuno di noi a ve-

dere la realt che lo circonda secondo gli occhi di Dio: si capovolge quindi il significato prettamente umano dato alla realt che ci circonda, alle situazioni in cui ci troviamo a vivere, alle persone che incontriamo. Questo approccio diverso alla realt, questo capovolgimento di cui ha parlato ieri in modo esauriente P. Barzaghi, frutto di una rivoluzione interiore alla quale noi laici domenicani giungiamo attraverso lo studio della Parola, vivificata dal sacramento dellEucarestia che infiamma il nostro essere e ci spinge ad aprirci agli altri. Siamo poi passati ad esaminare in quale modo il processo di studio viene esercitato dalle singole fraternite. A questo riguardo gli interventi dei confratelli sono stati numerosi. Si parlato della formazione dei nuovi professi seguiti dal maestro di formazione attraverso lo studio della Bibbia, vite di santi domenicani o libri introduttivi sul carisma domenicano; ma stata da tutti rilevata la necessit di una formazione permanente di tutto

Il relatore Francesco Spada segretario delle FLD Provincia di S. Caterina da Siena.

Si evidenziato, comunque, un cambiamento, nella formazione delle fraternite, da un aspetto pi devozionale ad una maggior apertura di esse nei confronti della societ in cui viviamo, essendo il nostro compito quello di incidere sulla societ odierna che ci presenta dei pseudovalori quali la bellezza, la ricchezza, la furberia, la carriera.

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il laicato domenicano attraverso le seguenti iniziative: 1) studio delle encicliche papali e documenti ufficiali della Chiesa e promozione di conferenze sugli scritti di S. Tommaso e S. Caterina da Siena; 2) lectio divina e approfondimenti di brani biblici affidati a turno ai membri della fraternita stessa; 3) istituzione di cenacoli biblici tenuti da docenti di filosofia, teologia e storia, aperti a tutti; 4) approfondimento della conoscenza di altre religioni in modo da potersi rapportare ad esse nel modo giusto (ad es. con il Corano); 5) lutilizzazione della tecnologia moderna verso una maggior comunicazione e stampa di approfondimenti e conferenze, nei confronti dei confratelli assenti; 6) gli incontri di formazione tra le diverse fraternite; 7) istituzione di cenacoli aperti a tutti, seguiti da agape fraterna finalizzata allo scambio di idee sulle problematiche inerenti alla conferenza stessa; 8) collaborazione con i cappellani del mondo del lavoro in modo da partecipare alle problematiche sociali che investono la societ; 9) collaborazione con le attivit parrocchiali (ad es. insegnamento del catechismo) ove la fraternita operi in una chiesa che anche parrocchia.

Il nostro studio e la formazione domenicana devono prepararci ad affrontare le tematiche impellenti della societ civile quali letica delleconomia, il problema della disoccupazione, il problema dei flussi migratori, anche lonest della politica. Il nostro studio e la nostra formazione ci devono portare ad unapertura mentale, ad un approccio amorevole nei confronti del prossimo, ad accogliere laltro, il diverso da noi, anzi anche a camminare insieme a lui, usando tuttavia questa attenzione: dobbiamo essere anche coerenti con noi stessi, responsabili e portatori dei valori che la Chiesa con il suo magistero ci presenta, difenderli con umilt ma anche con fermezza per non cadere nel relativismo per cui ognuno ha la sua verit e tutte le verit sono uguali. Esorto, cari confratelli, me e voi ad impegnarci maggiormente a compiere quella trasformazione interiore che la vera rivoluzione che Cristo ha portato sulla terra per ciascuno di noi, ma in particolare per il laico domenicano: quellesercizio della carit della Verit che ci rende veramente liberi ed uniti in un vincolo di amore.

Eventi
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Convegno Internazionale in occasione del 550 Anniversario della canonizzazione di Santa Caterina da Siena (1461-2011) Roma-Siena, 27-29 ottobre 2011

VIRGO DIGNA COELO: CATERINA E LA SUA EREDIT

Eventi

Le ragioni di un Convegno. Sulla figura e lopera di santa Caterina da Siena esiste ormai una storiografia imponente. Da un interesse originario di tipo prevalentemente critico-letterario, per un corpus di scritti che rappresenta uno dei pi straordinari monumenti dellantica letteratura italiana in volgare, in tempi pi recenti linteresse si concentrato sulla testimonianza cateriniana come momento esemplare del rapporto tra donna e profezia e sul ruolo, anche politico, svolto dalla Santa in direzione della riforma della Chiesa e della societ. Quali sono allora le ragioni di un Convegno che a distanza di trentanni vuole porsi in diretta continuit con limportan-

te Simposio cateriniano-bernardiniano svoltosi a Siena nel 1980? La celebrazione del 550 anniversario della canonizzazione pu costituire una occasione di riflessione sulla eredit di Caterina e sulla sua incidenza storica e culturale, che va ben oltre il tempo delle ultime grandi crisi medioevali. Nello specifico, lesperienza della Santa costituisce infatti una tappa de-

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SIENA. San Domenico. Uno dei luoghi del convegno.

Il 550 anniversario della canonizzazione apparso occasione opportuna per approfondire un aspetto sinora poco esplorato in una prospettiva storiografica, quello delleredit storica e spirituale della Virgo digna coelo. (dal pieghevole edito dalla segreteria del Convegno).

Alessandra Bartolomei Romagnoli, Pontificia Universit Gregoriana

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cisiva nel lavoro di revisione simbolica della identit domenicana, e la sua immagine assume un valore fondativo anche nelle ipotesi di riforma dellOrdine quali vennero elaborate dai grandi teorici del movimento osservante agli inizi del Quattrocento. In un orizzonte pi generale, si potr dimostrare come il modello cateriniano abbia rappresentato un punto di riferimento costante nella cultura mistica e spirituale anche in et moderna. Lincontro, convocando specialisti di vari settori disciplinari, intende infatti rispondere alla esigenza di una prospettiva integrata di lettura che ancora manca e che sappia valorizzare diversi tipi di fonte (letterarie, documentarie, iconografiche). In questa chiave interpretativa, lapprofondimento delleredit della Santa potr contribuire a comprendere e storicizzare anche il senso della presenza domenicana nella societ e nella vita religiosa tra Medioevo ed et moderna. Ma collocando la figura di Caterina in una prospettiva di lunga durata, sar possibile anche evidenziare come la sua testimonianza, che pure intese rispondere ai problemi reali del suo tempo, non rimase chiusa in esso. La sua proposta ha infatti assunto un significato e un valore universale nel chiedere una nuova e pi alta immagine delluomo e dunque una pi alta immagine di Dio. In questo senso, ancora oggi, nelle difficili condizioni e nelle incertezze del momento storico in cui viviamo, Caterina da Siena pu rappresentare loccasione di una presa di coscienza, necessaria anche ai fini del nostro futuro.

SANTA CATERINA
da Siena, domenicana.
Il 29 giugno 1461 Papa Pio II Piccolomini elevava allonore degli altari Caterina da Siena (1380). Con quellatto il pontefice dava un solenne riconoscimento al servizio reso dalla Santa alla Sede Apostolica, ma veniva incontro anche alle attese dei suoi concittadini senesi e dei domenicani, che la veneravano quasi come seconda fondatrice dellOrdine. Mistica e profetessa, donna di contemplazione, ma anche di forte impegno politico e sociale, scrittrice straordinaria, la grande Caterina non era stata dimenticata e la sua memoria restava ben viva e operante anche nella nuova Italia del Rinascimento e delle Corti. La sua immagine diventava simbolo potente, capace di coagulare attese di rinnovamento e progetti di riforma, ma anche punto di riferimento costante degli ideali di perfezione cristiana e della stessa autocoscienza femminile nella complessa fase di passaggio dallet medievale a quella moderna.

Eventi
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BIBBIENA (AR). Santuario S. Maria del Sasso


Annotazioni di Cronaca: gennaio-ottobre 2011

Eventi

Ricordiamo i principali eventi, avvenuti qui a S. Maria del Sasso, nel periodo gennaio-ottobre 2011. Agli incontri culturali di gennaiomarzo, i relatori sono stati lOn. Carlo Casini, il Dott. Magdi Cristiano Allam e Don Bruno Fasani, noto giornalista della diocesi di Verona. I temi da loro trattati, relativi alla fede nel tessuto della vita di oggi, hanno suscitato vivo interesse nei numerosi partecipanti. Particolarmente toccante la testimonianza di Magdi Cristiano Allam, un uomo di solida formazione cristiana e di grande coraggio nel vivere e testimoniare la propria fede. La celebrazione della Pasqua e del mese mariano, conclusosi con la tradizionale Fiaccolata- gi ricordata nel numero precedente di Domenicani (n. 4/2011) ha richiamato numerosi fedeli, venuti anche da localit molto lontane da S. Maria del Sasso. Nel mese di giugno, il giorno 23, la solennit dellApparizione della Madonna e il 28 la Processione degli Angeli: sono stati due momenti forti nella vita del Santuario. Nel periodo estivo che ha avuto il suo culmine nelle solennit di S. Domenico, dellAssunta e della Madonna del Buio ci siamo organizzati per accogliere i numerosi devoti e turisti, venuti, a gruppetti, anche dallestero (i

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pi numerosi dalla Germania, Olanda, Polonia e Inghilterra). In questo servizio di accoglienza ci siamo attivati particolarmente nel mese di agosto, con laiuto di quattro consorelle domenicane, venute da Roma, Iolo e Pompei. Per gli stranieri di lingua inglese, tedesca e francese, un valido aiuto venuto dai depliants nelle rispettive lingue, stampati di recente dal Santuario. Alcuni amici, un gruppo di amici del Santuario, si stanno preparando per offrire in modo continuo questo servizio di accoglienza, almeno per tutto il periodo estivo. Anche gruppi, per pochi o pi giorni, sono stati accolti nei nostri locali che volutamente sono stati predisposti a questo scopo. Trovandoci in un Santuario mariano, anche il mese di ottobre, mese dedicato al Rosario, ha avuto un particolare richiamo. iniziato con la processione della Madonna del Rosario per le adiacenze del Santuario. Dai fedeli che in buon numero frequentato quotidianamente alle 07,15 la S. Messa con le lodi venuta la richiesta di iniziare la giornata con il S. Rosario, prima della Messa e delle Lodi. Si pu notare che diverse persone vengono a piedi, ogni mattina, dalle vicine abitazioni e da pi lontano: stata cos anticipata lapertura della chiesa alle ore 06,30. Ma ottobre stato, da sempre, anche mese dedicato alle missioni. >

Un accenno ai mesi di novembre e dicembre, qui particolarmente impegnativi. In novembre lattiguo cimitero, propriet del Santuario, richiama molti a visitare i propri parenti qui sepolti, senza tralasciare una visita e una preghiera alla Madonna, per cui, richieste e necessit varie, rendono necessaria la presenza di qualcuno nel Santuario. Per limpegno richiesto non da meno il mese di dicembre con il mercatino missionario, lImmacolata, la Novena

(P. Giuseppe Serrotti op).

BIBBIENA (AR). S. Maria del Sasso. Nel servizio di accoglienza ci siamo attivati, nel mese di agosto, con laiuto di alcune consorelle domenicane.

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Eventi
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Il Santuario di S. Maria, che ospita e consistentemente aiuta il nostro Centro Missionario Domenicano, a sostegno delle missioni domenicane in Pakistan e Guatemala, coglie ogni anno in questo mese loccasione per sensibilizzare i fedeli allimpegno missionario, in unione con tutta la Chiesa. Cos preghiera e impegno concreto per le Missioni hanno caratterizzato la vita e le attivit, nel Santuario, in questo mese di ottobre.

di Natale, il Presepio, Feste natalizie. Il mercatino missionario ormai una tradizione e offre loccasione per inviare un consistente aiuto in pi alle opere missionarie del Pakistan e del Guatemala. LImmacolata viene celebrata con particolare solennit: questanno il Coro animer la Messa solenne con melodie, tutte gregoriane mariane. Per il grandioso presepio che ogni anno viene qui allestito, sono di grande aiuto i nostri amici di Camaiore, che da 46 anni sono fedeli a questo impegno, che richiede notevole sforzo e anche spese non indifferenti. Per il tutto sempre ben compensato dai buoni frutti che ne derivano. Questo presepio offre sempre un momento importante di profonda catechesi nei vari messaggi che ogni anno riesce a comunicare. Novena di Natale! Da alcuni anni viene celebrata in modo solenne la sera alle ore 21: numerosi sono i fedeli che vi partecipano, e cos a tutte le feste natalizie.

MONTEPULCIANO (SI).

Volontariato al Santuario di SantAgnese.


Come di consueto anche questanno le Laiche domenicane di Montepulciano, nei mesi estivi di luglio e agosto hanno prestato la loro opera di volontariato allestendo una mostra di Pizzi e Merletti in una stanza gentilmente messa a disposizione dalla nostra Parrocchia di SantAgnese. La mostra, che viene realizzata ormai da molti anni, espone una grande variet di lavori manuali delle laiche, con il coinvolgimento anche di altre signore del paese, che offrono il loro fattivo contributo, la loro disponibilit e parte del loro tempo libero nella realizzazione di oggetti per la casa o capi di vestiario per grandi e piccini. Il ricavato della mostra viene poi destinato ai bisogni ritenuti pi urgenti delle varie missioni domenicane sparse per il mondo; in parte vengono anche sostenute le necessit della Parrocchia e della realt locale. Contemporaneamente alla mostra, le laiche hanno prestato la loro opera di volontariato nellattigua stanza di SantAgnese, contribuendo a far conoscere ai turisti e ai devoti, che hanno visitato il nostro Santuario, la vita e i miracoli della Santa. I turisti ascoltano sempre volentieri le notizie relative alla vita di SantAgnese e rimangono meravigliati del suo fulgido esempio di santit, che in molti scoprono per la prima volta; durante questo periodo abbiamo raccolto molte richieste di preghiera soprattutto per i giovani che vivono esperienze lontane dalla Chiesa e dalla fede. Salendo allaltar maggiore dove riposto il corpo della Santa, rimaniamo stupiti oggi come ieri della incredibile quantit di richieste di preghiera a Lei indirizzate, per le quali speriamo possa fare qualcosa. Questo servizio di volontariato che la famiglia domenicana porta avanti da molti anni, costituisce un elemento portante della vita e della storia della nostra Comunit laicale. Ci auguriamo che possa continuare anche in futuro, magari con il contributo di nuove e pi giovani leve. Anna Tremiti, vice priora della FLD di SantAgnese, Montepulciano.

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MONTEPULCIANO (SI), Santuario di S. Agnese.

POPOLI (PE).

Lattivit apostolica della Fraternita.


Riportiamo volentieri, in sintesi, la cronaca delle festivit di S. Domenico e del Rosario, organizzate dalle consorelle della Fraternita popolese. Il mese di agosto, mese di ferie per il recupero delle forze fisiche, per noi collegato con la festa di san Domenico che ci dona sempre benfici effetti spirituali e che abbiamo trascorso con viva soddisfazione. Questa bella ricorrenza, tra laltro ci ha dato lopportunit di conoscere un giovane padre domenicano, abruzzese come noi, il P. Simone Bellomo, venuto da Roma ed superiore della Comunit dei Prati. La sua parola ha arricchito la nostra conoscenza della figura di S. Domenico: la sua grande contemplazione e la forza per la predicazione cos efficace per la salvezza delle anime. Maggior fervore ha accompagnato, in questi giorni del triduo e della festa, la nostra preghiera durante il Rosario e la Messa. Abbiamo tenuto a chiedere al Signore, per intercessione di S. Domenico, particolarmente numerose vocazioni, pi che mai oggi necessarie. Non ci mancata la benedizione e lelargizione delle pagnottine, ormai per noi tradizionale, in ricordo del miracolo dei pani offerti dagli angeli ai frati, per la preghiera di S. Domenico. La S. Messa concelebrata dal parro-

POPOLI (PE). Chiesa di S. Domenico. Il gruppo delle Laiche con la priora della FLD Paola Gagliardi, il parroco Don Panfilo e P. Simone Bellomo op.

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fraternite
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co e dal P. Domenicano abbiamo concluso i festeggiamenti. Ai primi di ottobre, con la gioia e lentusiasmo di sempre abbiamo celebrato, nella bella e luminosa chiesa di S. Francesco di Popoli (PE), la festa della Madonna del Rosario, festa che stata occasione nuova per rendere a Maria lonore che merita e per manifestarle, con la sentita preghiera e con la profonda meditazione, la nostra devozione: devozione che nasce dal cuore ed frutto della nostra fede. Durante tutto il mese di ottobre dedicato al Rosario, davanti alla classica e sempre bella immagine della Madonna di Pompei, abbiamo recitato di cuore i misteri del Rosario e ogni giorno abbiamo partecipato alla Messa celebrata da Don Panfilo, nostro Parroco ed Assistente di Fraternita. Abbiamo pre-

gato soprattutto per le vocazioni sacerdotali e religiose e per la conversione dei peccatori. Il 7 ottobre, giorno della memoria liturgica del Rosario, la Messa stata ravvivata anche dalla presenza dei ragazzi dellACR che si sono esibiti con canti mariani. Abbiamo concluso la festa con la recita della Supplica ed il tradizionale omaggio floreale alla B. Vergine Maria, omaggio a cui i fedeli partecipano sempre con gioia e devozione. La festa della Madonna del Rosario ha segnato per noi linizio dellanno sociale: anno che ci auguriamo proficuo e ricco di numerosi frutti spirituali. Il 14 ottobre abbiamo tenuto la prima adunanza, iniziando ufficialmente, cos, il nuovo anno sociale. (Emilia Lattanzio, segretaria).

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La beatificazione di p. Lataste
Nato a Cadillac (France) il 5 settembre 1832, P. Lataste mor a Frasne-le-Chateau (Francia) il 10 marzo 1869. Il 27 giugno 2011, papa Benedetto XVI ha autorizzato la Congregazione delle cause dei santi a pubblicare il decreto riguardante il miracolo attribuito allintercessione del venerabile Servo di Dio Jean-Joseph Lataste, sacerdote professo dellOrdine dei Predicatori e fondatore della Congregazione delle Suore domenicane di Betania. La beatificazione di P. Lataste, che sar celebrata a Besanon il 3 giugno 2012, la conclusione di un lungo processo iniziato nel 1937 e al quale hanno partecipato numerose suore di Betania e alcuni frati. Malgrado le riserve, e anche le opposizioni, la causa di canonizzazione per molte ragioni non fu avviata che dopo un lungo tempo. A quanto sembra, le cattive informazioni circa la realt di Betania e numerosi avvenimenti quali: la guerra del 1870, le prime leggi contro la vita religiosa nel 1880, le espulsioni del 1903, la guerra del 1914, fece attendere per cinquantanni, dopo la morte del Servo di Dio, lapertura del processo. Solo nel 1937 fu aperto il processo informativo diocesano con un complemento a Bordeaux. Non si avevano pi dei testimoni diretti, ma testimoni indiretti di ci che avevano sentito raccontare da testimoni oculari.

V Centenario del Sermone di fr Montesinos Antonio, domenicano dellIsola Hispaiola (1511).


Come sapete, questanno, lOrdine celebra i 500 anni dallarrivo dei Domenicani in America. Per questo i Padri Capitolari di Roma (2010) chiedevano a tutti i frati dellOrdine che nella IV Domenica di Avvento, di questo anno 2011, in occasione del V Centenario, venga letto nelle nostre chiese il discorso pronunciato dal domenicano Antonio de Montesinos, nellisola di Spagnola, proprio nella quarta domenica di Avvento del 1511. Il ricordo unanime di questo evento che difese, a nome della Chiesa, la dignit umana, veramente propizio ai nostri giorni (Il CG. di Roma (2010), n. 171). LEvento celebrato, dunque, non avviene per fare una commemorazione storica, ma piuttosto unopera di memoria, per aiutare il nostro impegno a sostenere linstancabile lotta per la giustizia e per la pace. La Commissione Nazionale di Giustizia e Pace della Famiglia Domenicana Italiana fa coincidere questa memoria celebrando a Cagliari, e dunque ancora in unisola, la XI Giornata dellimpegno e della solidariet a favore degli indifesi e degli sfruttati e per la promozione e tutela dei diritti umani. La giornata sar celebrata il 26-27 novembre, a Cagliari presso il Seminario di via Cogoni. Presso questa stessa sede si sono svolte le varie tappe di approfondimento del tema e di preparazione alla giornata. Il tema stato: Luomo al centro. I titoli significativi delle conferenze preparatorie sono stati: La predicazione profetica e comunitaria per i dirit-

Frontespizio del libretto pubblicato dalla Commissione Nazionale Giustizia, Pace, Creato della Famiglia Domenicana per la XI Giornata dellImpegno e della solidariet.

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A. de Montesinos

ti umani (P. A. Fazzini); I diritti umani: luci ed ombre nel mondo attuale (V. Condello); La centralit della persona umana nella Bibbia e nel Magistero (E. Deidda); Uso e sfruttamento delle risorse umane e naturali (F. Carta); Esperienze di cooperazione internazionale (Don A. Pittau e M. Pisano). Il tema della XI Giornata dellimpegno e della Solidariet prende come punto di partenza la commemorazione di una voce che grida nel deserto: il sermone di fra Antonio de Montesinos in difesa della vita e dei diritti degli Indios del tempo. Fare memoria di eventi come il genocidio delle popolazioni indigene ha una valenza e una connotazione che va oltre il semplice ricordo: unoccasione per apprendere e rivivere nel presente ci che il passato ci ha consegnato e che abbiamo il dovere di custodire per non dimenticare e per non ripetere gli stessi errori. A questa commemorazione vogliamo associare anche il tema annuale del Giubileo domenicano: Predicazione e cultura, predicazione comunitaria. Proprio il sermone di Montesinos il risultato della riflessione e dellimpegno dellintera Comunit domenicana presente da pochi mesi sullIsola Hispaiola (attuale Haiti/Santo Domingo): una Comunit che si lascia interrogare dagli eventi (drammatici) della realt nella quale vive e che trova il coraggio di sfidare e denunciare il comportamento dei conquistadores.
(dal fascicolo di preparazione alla celebrazione: Giustizia, Pace, Creato, Ed. Famiglia Domenicana). (Sito internet della Commissione: www.giustiziaepace.org).

Dal sermone di fr Antonio Montesinos op., pronunciato/gridato 500 anni fa.


Sono la voce di Cristo che grida nel deserto di questisola Questa voce vi dice che siete tutti in stato di peccato mortale a causa delle crudelt e dei soprusi che fate subire a queste popolazioni innocenti. Ditemi: con quale diritto, in nome di quale giustizia tenete gli indiani in una schiavit cos crudele e terribile? Con che diritto avete scatenato cos tante guerre esecrabili contro questa gente che viveva in pace nella propria terra e che voi avete oppresso con innumerevoli morti e stragi mai udite? Perch li opprimete cos tanto e li sfinite, non dando loro da mangiare e non curandoli quando sono malati dal momento che essi si ammalano e muoiono a causa del lavoro eccessivo a cui voi li costringete; o meglio, perch li uccidete per ammassare ogni giorno un po di oro in pi? E che premura avete perch si insegni loro la dottrina, conoscano il loro Dio e creatore, siano battezzati, ascoltino la Messa, rispettino le feste e le domeniche? Non sono anchessi degli uomini? Non hanno anchessi unanima come ogni creatura razionale? Non avete il dovere di amarli come voi stessi? Proprio non capite? Siete forse immersi in un profondissimo letargo! Abbiate per certo che, nello stato in cui siete, non potete salvarvi pi dei mori o dei turchi che non hanno n vogliono la fede di Cristo.

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In memoria di

P. Moreno Fiori op.


Sassari 31 dicembre 1958 Cagliari 21 settembre 2011 Mercoled 21 settembre 2011 deceduto a Cagliari P. Moreno Fiori, colpito da un male incurabile che gli era stato diagnosticato lanno scorso. Faceva parte della Comunit di S. Domenico di Cagliari, da due anni e mezzo circa. Era nato a Sassari il 31 dicembre 1958. Nella sua citt era cresciuto e aveva compiuto gli studi fino al conseguimento del diploma di Liceo Scientifico (1977). Siscrisse alla Facolt di Medicina ma poi decise di entrare nel Seminario Regionale Sardo. Lincontro e la conoscenza con alcuni frati domenicani lo spinsero, poi, a chiedere di entrare nel nostro Ordine. Cos inizi il suo iter formativo e dopo un anno come postulante, a Cagliari nel 1987, ricevette labito e inizi lanno di noviziato a S. Marco a Firenze. Fece la sua prima professione il 25 settembre 1988. Nello Studio di S. Domenico di Bologna complet i corsi di filosofia e di teologia e il 4 settembre 1993 riceveva lordinazione sacerdotale. Consegu il dottorato in teologia presso la Pontificia Universit S. Tommaso dAquino in Roma con una tesi su un tema a lui caro: Il maleficio. Dotato di unacuta intelligenza e di tanta curiosit, soprattutto verso il soprannaturale, stato uno studente brillante. Gli studi teologici e quelli universitari di medicina, lhanno portato a servire il Signore nei malati: nellinfermeria della Provincia, a san Domenico

di Fiesole; spesso al santuario di Lourdes con gli handicappati. Nei conventi dove stato ha ricoperto vari uffici in linea con la sua formazione: ha curato la biblioteca Levasti e si occupato del coordinamento delle biblioteche della Provincia, assolvendo anche lufficio di archivista. Ha collaborato con la Congregazione delle cause dei santi, in particolare come consultore per la causa di beatificazione del Servo di Dio fra Girolamo Savonarola. Infine stato assistente della polizia di Stato, tenendo corsi di formazione. Dotato di una parola facile ed espressiva ha esercitato il ministero della Predicazione con disponibilit e competenza. Negli ultimi mesi della sua vita, a Cagliari, ha lottato con la malattia, consapevole della gravit della stessa, e dopo essersi ulteriormente aggravato, sorella morte lo ha consegnato alle braccia del Padre al quale ha consacrato tutta la sua vita. Lo ricordiamo nella preghiera con affetto, sicuri che Maria, la Madre del nostro Ordine, per la quale nutriva particolare venerazione, e san Domenico abbiano interceduto presso il Signore accogliendolo in quella Vita in cui ha creduto ed ha predicato.

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in memoria
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IL NATALE
e San Tommaso dAquino

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Bue muto ti chiamavano, dicendo meglio di quanto pensassero. Perch venne tempo che una qualche sublime e profonda visione interiore di Dio Ti lasci senza parola, e tu restasti in un attonito silenzio davanti al Verbo e al mondo non molto diversamente dal bue della notte di Natale. E quando i fratelli ti importunavano per sapere S. Tommaso dAquino comera accaduto che la fonte (fr Bartolomeo della porta). del tuo insegnamento intrepido infaticabile illuminato da Dio aveva improvvisamente cessato di fluire, mormorasti infine che ora tu sapevi, sapevi chiarissimamente, che tutto ci che avevi scritto era paglia, paglia, nientaltro Ah! Come oser dire allAngelico dottore: Distinguo? Eppure chiarissimo, o Aquinate! vero che vi paglia e paglia: paglia che finisce nel fuoco, paglia che portata dal vento, e paglia una sola piccola manciata che luccica accanto alla testa di Dio. Guarda dove Egli posa il Suo Capo, questa notte di Natale! Guardala l: quellaltra aureola attorno allaureola dei suoi capelli. Suor M. Paulinus, I.H.M. (da The Commonwealth, 30 dicembre 1960).

un volto di Bambino, il Suo, che i Pastori sono andati a vedere; ripartiti da Lui erano pieni di gioia, e cantavano lodi a Dio che ci ha amati.
Cristo porti a tutti la sua luce e la sua pace.

AUGURI di BUON NATALE e BUON ANNO NUOVO


La Direzione di DOMENICANI bollettino di formazione e informazione

piazza S. Domenico, 5 - 09127 CAGLIARI - Cell. 339 18 22 685

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Il Natale
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nella semplicit e nella debolezza, senza mai imporsi; noi saremo capaci di scorgere la sua presenza attraverso dei segni tenui, ma reali della vita quotidiana?

e Dio venuto a noi come un Bambino,

La predicazione e la sequela di Ges.


Ges fu un predicatore itinerante. Domenico cerc di seguire Ges con lo stesso stile di vita, come predicatore itinerante. Domenico esce da Osma, dove vive, e dinanzi alle nuove realt che incontra decide di non tornare a Osma finch non capisca cosa fare. Inizia cos un lungo cammino personale che lo conduce alla fondazione del nuovo Ordine dei Predicatori. La nuova fondazione ha come proposito fondamentale la predicazione, frutto della vita comunitaria dei frati. In questo progetto Domenico considera irrinunciabile la testimonianza evangelica di vita, la fedele sequela di Ges. Questo stile di vita evangelica che Domenico adotta per s e i suoi seguaci, contrasta con i modelli di vita presenti nella Chiesa e nella cristianit del tempo. Con la vita evangelica Domenico si pone in sintonia con i piccoli e i poveri che sono i primi destinatari del Vangelo La prima comunit domenicana in America (vedi p. 217) riprodusse fedelmente questo modello di predicazione itinerante, sbocciata dalla vita evangelica.
(Atti del CG di Roma (2010), n. 55).

S. Domenico. Chiesa S. Rosario. Licodia. Eubea

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DOMENICANI n. 5 / 2011
PROVINCIA ROMANA DI S. CATERINA DA SIENA

novembre - dicembre 2011

piazza S. Domenico, n. 5 - 09127 Cagliari Tel. 055-265 64 53 - cell. 339 18 22 685 e.mail: zabatta.eugenio@tiscali.it

ccp. 41 48 28 94

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