Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Ceramici
biocompatibili
1
14.1 Materiali inorganici biogeni
Di seguito è riportata una serie d’esempi che illustrano come alcune sostanze
siano largamente diffuse nel mondo naturale e come possono essere
adattate a svolgere i compiti più diversi.
Fosfato di Calcio: questo minerale è spesso utilizzato nelle ossa e nei denti.
categoria esempio
inerti allumina, zirconia
bioreattivi idrossiapatite, biovetro
riassorbibili Ca3(PO4)2
L’era moderna dei bioceramici viene fatta risalire al 1963 quando protesi
ossee sono state preparate con un composto noto come Cerosium formato
da un alluminato ceramico impregnato con una resina epossidica. La porosità
del ceramico era pari a quella delle ossa naturali, circa il 48%, in modo da
riprodurre proprietà fisiche vicine a quelle delle ossa.
4
punto di ceramici inerti. E’ solo verso i primi anni ’70 che sono stati messi a
punto ceramici reattivi in superficie, come il biovetro. Il biovetro consiste
essenzialmente di un materiale vetroso studiato per aderire direttamente alle
ossa; è costituito da silice reattiva, ossido di calcio e gruppi fosfato in
ambiente di pH alcalino. Una composizione tipica è 45% in peso SiO2, 24.5%
CaO, 24.5% Na2O, e 6% P2O5. L’uso di questi materiali in ortopedia è
abbastanza limitato a causa della lenta cinetica delle reazioni superficiali e al
corrispondente lento sviluppo dei legami all’interfaccia. Per fare un esempio,
prima che la forza dell’interfaccia di un biovetro raggiunga quella del
tradizionale poli-metil-metacrilato (PMMA), che fa presa in circa 10 minuti, ci
vogliono 6 mesi. I biovetri però hanno trovato applicazione in dentistica e
nella chirurgia dell’orecchio, Figura 14.2.
5
Tabella 14.2 – Proprietà meccaniche di alcuni materiali biocompatibili
6
essendo il secondo componente in peso dopo l’idrossiapatite. Vari tipi di
collagene si distinguono per le diverse distribuzioni di amminoacidi nelle
catene polimeriche.
Nel collagene sono presenti intrecci molecolari che possono essere intra-
molecolari tra due o tre polipeptidi nella catena o inter-molecolari. Una certa
abbondanza di questi intrecci nei tendini e nei legamenti portano un
comportamento meccanico relativamente rigido. La pelle, al contrario, è
altamente viscoelastica, con comportamento meccanico simile a quello della
gomma. La Figura 14.3 mostra il diverso comportamento meccanico di
tendini, legamenti e della pelle. E’ interessante notare che l’invecchiamento
della pelle è il risultato dei continui intrecci molecolari che riducono la
deformabilità e l’elasticità.
T
L
sforzo P
Deformazione [%]
Figura 14.3 – Curve sforzo-deformazione per tendini (T), legamenti (L) e pelle
(P)
7
14.5 Bioceramici: classificazione per composizione
14.5.4 Idrossiapatite
9
scansione a effetto tunnel (STM) hanno mostrato una estesa infiltrazione del
nuovo tessuto osseo direttamente all’interno del ceramico.
14.5.7 Vetro-ceramici
11
superiore della testa del femore è ricoperto con uno strato sottile di
idrossiapatite.
Le porcellane dentali sono state utilizzate per circa due secoli nella
riparazione di malattie e carie dentali. Circa l’80% delle protesi fisse
impiantate sono costituite da porcellane fuse su metalli. Oggi le porcellane
sono usate anche per il trattamento di denti rotti o per ripristinare il colore
originale dei denti. Le porcellane per applicazioni odontoiatriche sono
generalmente ottenute per mescolamento di due componenti, di solito un
feldspato allumosilicato di potassio (leucite) fuso parzialmente e un
allumosilicato di metalli alcalino terrosi fuso completamente. La leucite è
aggiunta per aumentare il coefficiente di espansione termica in modo da
eguagliare quello della lega metallica di cui è composta la protesi
(tipicamente una lega 80Ni-20Cr). L’altro componente della miscela controlla
le proprietà di fusione del materiale. Alcuni additivi garantiscono le proprietà
ottiche, inclusi il colore e la fluorescenza. Una buona adesione tra la
porcellana e la lega dipende da un buon rapporto tra le rispettive espansioni
termiche ma anche dalla formazione di una interfaccia di un monostrato di
Cr2O3 per assicurare una buona adesione del ceramico al metallo.
14.7 Bibliografia
13