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1.

Nuovi amici

E' sera nella periferia di Bari, il buio viene smorzato di tanto in tanto da un lampione, un vento
fresco e insistente sfiora gli alberi e le case.
La città è occupata dal traffico serale: pieno di genitori che tornano a casa dai figli dopo una
giornata di lavoro, ragazzi che cercano di arrivare in tempo ad un appuntamento importante e
qualche autobus intento a finire le ultime corse prima di andare in deposito. In uno di questi, sul
penultimo sedile a destra, con aria assorta e un paio di cuffie nelle orecchie, sedeva un ragazzo.
Mancava poco alla sua fermata, suonato il campanello per prenotare lo stop si mise lo zaino in
spalla e aspettò che si aprissero le porte prima di immergersi nella piacevole aria di Marzo.
Arrivato a casa gli si fa incontro suo fratello Mattia dicendogli: "La mamma non torna stasera,
se hai fame in cucina è rimasto del pollo".
Mangiato qualcosa velocemente, il passo successivo era lavarsi, difatti qualche minuto dopo era
già sotto la doccia. Una volta finito, inizia ad asciugarsi e nel mentre guarda allo specchio il suo
fisico snello con le spalle larghe, i suoi occhi marroni con capelli altrettanto scuri, si accorge di
essere alto quanto il mobile di fianco a lui che all'IKEA misurava 1,80m. Era di bell'aspetto,
aveva sempre avuto tante ragazze che gli facevano apprezzamenti, ma a lui non piaceva che le
persone lo ammirassero per il suo fisico; aveva molto di più dentro. Tornato in camera sua nota
che tutto era in ordine a differenza di come aveva lasciato lui quella mattina. Sua madre,
nonostante il suo lavoro da infermiera le facesse passare molte notti in ospedale, trovava sempre
il modo di mettere la casa in ordine durante il giorno anziché riposare. Le aveva ripetuto tante
volte che alla sua camera voleva pensarci lui, invece il letto era sistemato e per terra non c'era
più traccia delle briciole cadute dal toast della sera prima.
Aveva il sospetto che sua madre si sentisse in colpa: tra tutti gli impegni che aveva lui e i turni
di lei, riuscivano a incrociarsi poche volte in casa; perciò il suo volersi prendere a tutti i costi
cura della casa lo vedeva come un modo per dire "Ehi ragazzi tranquilli, vostra madre è
presente".
Della sua famiglia era sempre stato soddisfatto: con suo fratello andava d'accordo nonostante
qualche suo modo di fare non gli piaceva, suo padre era una di quelle persone che metteva la
famiglia al primo posto e non aveva paura di stancarsi lavorando, faceva il cuoco in un
ristorante poco distante dal centro e come sua madre aveva degli orari complicati; il risultato era
che spesso lui restava da solo, ma questo non gli pesava.
Aveva acceso il PC e nella sua mente risuonavano le parole di alcuni suoi compagni di corso
che la sera prima avevano provato una nuova chat. Incuriosito cerca di iscriversi alla stessa,
nella speranza di trovare qualcosa di divertente; ma girando tra le varie "stanze" del sito il suo
primo confronto fu abbastanza strano, perché questo strano personaggio aveva un nickname da
film horror e senza presentarsi gli chiese: "Sei maschio o femmina?", "Maschio" rispose lui e il
suo interlocutore sparì. Che gente. Altra stanza, altra gente e qui Daniele trova delle persone che
dai loro discorsi sembrano normali.

Intanto a Verona, sulla stessa chat, Claudia nella sua stanza parla con la solita compagnia: il suo
amico Enrico, Alessio sempre pronto a corteggiarla e Luca il simpatico romano:
CLAUDIA: Com'è andata oggi Enrico?
ENRICO: Bene, tranne il fatto che domani ho due compiti in classe e non ho studiato.
LUCA: Ammazza oh! Stai messo male.
ALESSIO: Te le cerchi, sai di avere due compiti e non studi almeno per uno?
CLAUDIA: Adesso come farai?
ENRICO: Lo so ma sono cose difficili! Quest'anno mi sa che sarò bocciato.
CLAUDIA: Non dire assurdità e impegnati!
ALESSIO: Claudia ha ragione, siamo a Marzo uno sforzo in più lo puoi fare.
CLAUDIA: Devi cercare di dare il massimo!
ALESSIO: Claudia, hai pensato a quello che ti ho detto la volta scorsa?
CLAUDIA: Sì, non saprei con te sto bene, ma metterci insieme non mi sembra il caso.
ALESSIO: Se è per la lontananza ti ricordo che siamo solo a tre ore di distanza.
CLAUDIA: Sì lo so, lasciami ancora qualche giorno per pensare.
ALESSIO: Tutto il tempo che vuoi.
DANIELE: Fidanzarti su una chat? Io non lo farei mai, non credo alle storie a distanza.

Era rimasto a leggere quello che avevano scritto per tutto il tempo e non ce la faceva più, voleva
dire la sua sul discorso così assurdo di quei due ragazzi.

Nella sua camera Claudia si stupì di quel nuovo ragazzo, tanto sicuro di sé da entrare in un
discorso dove nessuno lo conosceva né tanto meno gli rivolgeva la parola:
CLAUDIA: Tu cosa ne sai? Bisogna vivere le situazioni.
DANIELE: So soltanto che preferirei avere vicino la mia ragazza e non a ore da me.
ALESSIO: Ma chi ti ha interpellato?
LUCA: Ale calmo ha solo detto la sua.
ALESSIO: Ok ma chi gli ha chiesto niente? Non sappiamo nemmeno chi è o come si chiama.
DANIELE: Mi chiamo Daniele, ho 20 anni, piacere di conoscervi.
ENRICO: Io sono Enrico e ho 18 anni, piacere mio.
LUCA: Luca, 22 anni.
ALESSIO: Alessio, Mister "non credo alle storie a distanza", 20 anni.
CLAUDIA: Io sono Claudia e ho 18 anni.
DANIELE: Di dove siete? Io Bari.
ENRICO: Cagliari.
ALESSIO: Milano.
LUCA: La capitale!
CLAUDIA: Verona, sei nuovo di qui?
DANIELE: Sì, mi sono iscritto oggi.
Continuarono a parlare a lungo quella sera, Claudia nella sua stanza si divertiva con quel nuovo
ragazzo, era simpatico e socializzava bene.

Daniele era contento di aver trovato persone così, quando infine spense il computer decise di
tornare l'indomani su quella chat, aveva trovato dei nuovi amici.
La mattina seguente, dopo un'abbondante colazione, Daniele esce per andare all'università. Alla
fine della giornata, quasi come se quella fosse diventata un'abitudine, accese il PC ritrovandosi
sulla chat. C'erano già tutti: Claudia, Enrico, Luca e anche quel pomposo di Alessio. Un sorriso
gli apparve sulle labbra, anche quella sera sarebbe volata via insieme a quella bizzarra
compagnia virtuale.
Passano i giorni e una mattina Fabio, il suo migliore amico, gli chiese:
«Dan ci sei?»
Resosi conto di avere la testa fra le nuvole mentre ripensava alla sera precedente con i ragazzi
della chat Daniele tornò in sé e gli rispose:
«Sì scusa ero distratto, dicevi?»
«Ma a che pensi ultimamente?»
«A niente.»
«Stasera sei dei nostri? Andiamo al cinema.»
Accidenti, pensò, non ho per niente voglia di uscire.
«No Fabio, ho da studiare e sono indietro col programma.»
«Dai non farti pregare, è da parecchio che non usciamo tutti insieme!»
«Lo so ma sono davvero indietro.»
«Ok, nel caso cambi idea fammi sapere.»
Quella sera invece di studiare Daniele era al computer:
DANIELE: Non sei uscita?
CLAUDIA: No, non mi sentivo molto bene, tu come mai a casa?
DANIELE: Ho preferito non uscire.
CLAUDIA: Che hai fatto oggi?
DANIELE: Aspetta un attimo, squilla il telefono.
CLAUDIA: Va bene.
Dopo qualche minuto:
DANIELE: Eccomi.
CLAUDIA: Tutto ok?
DANIELE: Sì è solo la mia ex che ogni tanto si fa risentire.
CLAUDIA: Capisco, da quanto vi siete lasciati?
DANIELE: Due mesi.
CLAUDIA: Quanto è durata la vostra storia?
DANIELE: Quasi dieci mesi.
CLAUDIA: Magari le manchi ancora, scusa ma devo andare mi sento di nuovo male, forse è
febbre, a domani.
DANIELE: Mi dispiace, prendi qualcosa, a domani.

Dopo aver spento il PC Claudia andò a letto, era arrabbiata e si sentiva strana. Non un male
fisico, niente mal di testa, mal di pancia o febbre come aveva detto, il suo era mal di cuore
comunemente chiamata gelosia. Aveva Daniele in testa, pensava alla conversazione con la ex, lo
immaginava mentre la baciava, la stringeva e ad un tratto una stretta improvvisa le prendeva lo
stomaco, la divorava. Una sensazione che si attenuava quando, al posto di quella ragazza,
immaginava di esserci lei. Lei tra le sue braccia, lei che lo baciava, lei che gli teneva la mano,
lei che era la sua ragazza. Non ci sono dubbi, si disse, ti sei presa proprio una bella cotta.

Dall'altra parte dell'Italia Daniele nella sua stanza aveva spento il computer, si era messo sul
letto e ascoltava musica dal suo fedele Ipod, ogni traccia era scelta, ogni canzone gli trasmetteva
qualcosa ma non pensava alla musica, qualcosa lo aveva fatto restare male, ma cosa?
La domanda lo assillava, faceva una lista di possibili cose, la sua ex l'aveva eliminata, quella
telefonata non aveva significato nulla per lui. Fabio non aveva fatto nulla di male così come suo
fratello o i suoi genitori ma, forse, aveva capito il problema. Un'immagine gli entrò nella mente
come un flash: il suo PC.
Aprì gli occhi di scatto, il computer era sempre lì al suo posto sulla scrivania, forse era qualcosa
che aveva a che fare con quell'oggetto. Tutto gli fu chiaro, Claudia. Avrebbe voluto stare più
tempo con lei, era andata via troppo presto, stava male e lui sperava si riprendesse presto così da
stare più tempo insieme.
"Insieme" fece una vocina nella sua testa, "Da quando pensi una cosa del genere?"
-Non l'ho mai pensata- disse.
"Forse non l'hai mai voluto ammettere, perché allora non esci da tre settimane a questa parte?"
-Vocina malefica- pensò, ma non aveva torto, non si spiegava perché fosse rimasto così deluso
per aver sentito Claudia poco tempo. Rimaneva a chattare con lei molto di più; quel giorno,
invece, lui era lì a chiedersi perché pensava ad una ragazza che viveva a 800km di distanza. Non
ci devo pensare, si disse, basta, io alle storie a distanza non credo. Era la stessa frase detta da lui
la prima sera, nel momento in cui ha conosciuto Claudia, e non sapeva neanche lontanamente
quanto avrebbe cambiato idea.

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