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Sono Angela, una donna di 53 anni.

Un anno fa ho scoperto il tradimento di mio


marito: aveva, anzi ha, una relazione con la sua segretaria che dura da qualche
anno, oltre al tradimento mi sono sentita offesa, umiliata, usata. Di comune
accordo, quando finalmente aspettavo mio figlio, decidemmo che sarebbe stato meglio
che io avessi rinunciato al lavoro per dedicarmi alla famiglia, alla casa e per
crescere e seguire nostro figlio, anche perché il suo lavoro ci consentiva di
vivere serenamente.
Davide ora ha 17 anni ed è un bel ragazzo robusto, sportivo, studioso e di sani
principi, insomma non ho nulla da lamentarmi semmai quella di “insani principi”
sono io, ma andiamo con ordine.
Scoperto il tradimento ovviamente, ci siamo separati, lui è andato via di casa e
devo dire che non ci fa mancare nulla ed è presente come padre, ma io ho ripreso a
lavorare grazie al nostro commercialista che cercava una segretaria e mi ha offerto
il posto sapendo che potevo essergli utile anche per altro essendo laureata in
economia e commercio e che avevo esperienza nel settore prima di rinunciare per la
famiglia.
Da quando sono sola ho accettato solo una volta le avances di un uomo conosciuto in
una delle occasioni, a cui partecipo raramente, di incontro tra i vecchi amici e ci
sono andata a letto, eppure le occasioni non mi mancano, sono ancora una bella
donna, bruna, occhi verdi, magra, un bel culo, una terza di seno che sfida la
gravità e nonostante sia bassina mi accorgo di attirare ancora gli sguardi degli
uomini.
Non mi va di legarmi di nuovo in una storia seria e tanto meno di entrare ed uscire
da un letto, poi da un altro e poi ancora……confesso che a volte un bel cazzo mi
manca, ho imparato a soddisfarmi masturbandomi, cosa mai fatta da sola prima, e ad
usare un dildo di discrete dimensioni che ho nascosto tra la lingerie.
Davide quest’anno ha la maturità e da bravo ragazzo rimane spesso a casa per
studiare, esce poco in genere per andare agli allenamenti di judo ed il sabato con
gli amici.
Circa una settimana fa nel pomeriggio in ufficio ho avuto una forte emicrania e
Franco, titolare dell’ufficio, mi ha fatto tornare a casa prima del solito. Passata
in farmacia ho preso subito qualcosa per l’emicrania e sono rientrata a casa.
Entro “Davide sono a casa” annuncio quasi a voce alta, nessuna risposta “Davide?”
chiamo ancora…. nulla, poso borsa e cappotto all’ingresso e vado verso la sua
stanza …… è socchiusa “si sarà addormentato” penso e silenziosamente apro un po’ di
più per sincerarmene e …… resto allibita: Davide di fronte al pc con le cuffie, il
cazzo svettante dal pantaloncino e la sua mano che va su e giù in una lenta sega
mentre guarda un video prono. Mi ritiro immediatamente sconvolta da quella visione
inaspettata ma poi spinta da qualcosa di incontrollabile mi ritrovo ad affacciarmi
di nuovo e resto affascinata da quel bel cazzo, duro, grosso, diritto come un
missile con una bella cappella doppia e rosa, un calore prorompe nel basso ventre e
mi accorgo di essermi bagnata, in quel preciso istante mi rendo conto di quanto mi
sta accadendo e vergognandomi di me stessa corro a chiudermi in bagno, ho il
respiro corto, il cuore a mille …mi guardo allo specchio: sono rossa come un
peperone, cerco di calmarmi ma la visione di quel bellissimo cazzo non riesco a
scacciarla “però che bel cazzo gli ho fatto” mi ritrovo a pensare,
contemporaneamente mi vergogno per quello che ho pensato “è mio figlio” mi dico,
intanto mi siedo per fare la pipì e mi accorgo di aver bagnato anche le mutandine,
la figa è un lago di umori ….non mi è mai accaduto in maniera così copiosa! “sarà
perché è da tanto che non mi godo un bel cazzo “ penso, mi ricompongo esco dal
bagno e facendo quanto più rumore riesco richiamo “Davide? Sono a casa!”, dopo
qualche minuto risponde “ Ciao mamma, sono in camera mia! Sei tornata prima?” gli
lascio qualche minuto ancora poi mi affaccio alla sua stanza “si, ho avuto un forte
mal di testa e me ne sono tornata prima, ma ora è passato” “ok! Mi fai un caffè?
stasera devo studiare fino a tardi, domani ho interrogazione” “Certo tesoro, te lo
porto subito”, vado in cucina ….non riesco a togliermi dalla testa la visone del
cazzo di Davide e della sua mano.
La sera a cena chiacchieriamo del più e del meno, solo che io mi accorgo di
guardare Davide in modo diverso, sbircio il suo pacco più volte e adesso mi rendo
conto che la dimensione del suo arnese è evidente anche dai pantaloncini e
sicuramente non porta le mutande sotto la tuta. “Torno a studiare” mi dice “ ok!
Metto in ordine la cucina e vado a guardare un po’ di Tv in camera mia e poi spero
di dormire, sono stanca” gli rispondo. Entrando nella zona notte ci sono due porte
una di fronte all’altra che danno su due camere, più avanti c’è la porta del bagno
a servizio delle due camere ed in fondo al corridoio c’è la porta della camera
matrimoniale con bagno, forse realizzata lì per mantere la privacy dei genitori
rispetto ai figli.
Vado in camera mia, faccio la doccia infilo il pigiama e mi metto a letto a vedere
un po’ di tv, mi accorgo di guardare ma di non seguire il programma, la mente ha
impressa l’immagine del cazzone di Davide, bello, grande, diritto come un fuso, non
riesco a pensare ad altro intanto la mano scivola nel pigiama ad accarezzare il
monte di venere poi più giù le dita aprono le grandi labbra e ….sono bagnatissima
scivolano dentro con facilità mentre mi immagino a spompinare quel meraviglioso
cazzo che ha Davide, martorizzo il clitoride fino ad avere un orgasmo intenso,
prolungato e sfibrante….resto lì rannicchiata con la mano tra le gambe scossa da
fremiti di piacere….mi calmo! “ma che stai facendo quello è tuo figlio” mi dico
“non è normale quello che pensi, non si può, non si deve, smetti di pensarci e
cercati un cazzo qualsiasi ne puoi avere quanti ne vuoi e quando li vuoi” malferma
sulle gambe vado a lavarmi sicura di aver allontanato gli “insani” pensieri.
La notte la passo agitata, nei miei sogni Davide mi scopa in ogni posizione, sono
la sua troia senza ritegno prendo il suo cazzo nella mia bocca, nella figa e anche
in culo godendo come una maiala senza vergogna.

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