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II
"In volo con Carroll sulle colline pedemontane. Con il tempo che fa
non osiamo avventurarci sulle vette più alte, ma lo faremo in seguito.
Volare è un'impresa e mantenere l'altitudine non è facile, ma ne vale la
pena. La catena è compatta, quindi non riusciamo a vedere oltre. Molte
cime superano l'Himalaya e sono davvero strane. Nel complesso sembra
che siano fatte di ardesia pre-cambrica con evidenti segni di altri strati
sopravvenuti per sollevamento. Mi sbagliavo per quanto riguarda il
vulcanismo. Le montagne si stendono a perdita d'occhio, e al disopra
degli ottomila metri non sono più coperte di neve. Sulle più alte
osserviamo strane formazioni: grandi blocchi squadrati e bassi, con i lati
perfettamente verticali e file rettangolari di modesti bastioni, come gli
antichi castelli asiatici arroccati sulle montagne nei quadri di Roerich.
Fanno un certo effetto, in distanza. Ci siamo avvicinati in volo ad alcuni
di essi: Carroll pensa che fossero costituiti da pezzi separati e più piccoli,
ma questa probabilmente è opera delle intemperie. Gli angoli sono
perlopiù sbriciolati o arrotondati, come se fossero stati esposti a tempeste
e cambiamenti di clima per milioni di anni. Alcune parti, specialmente
quelle superiori, sembrano di roccia più chiara che qualsiasi strato visibile
sui fianchi delle montagne, per cui sono evidentemente di origine
cristallina. Volando a distanza ravvicinata scorgiamo l'ingresso di
parecchie caverne, alcune singolarmente regolari e di forma quadrata o
semicircolare. Dovete raggiungerci e indagare. Mi pare di aver visto un
bastione sulla vetta di una montagna: altezza da nove a diecimila metri.
Io mi trovo a circa ottomila metri, in un freddo bestiale. Il vento fischia e
soffia nei passi e dalle bocche delle caverne, ma fino a questo momento
non c'è pericolo per il volo."
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