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SCENA D’APERTURA

Venezia, il calar della notte in un mondo sommerso dal XIX secolo. La città sembra fremere,
come se percepisse il suo declino imminente, le ultime luci dell'Impero Veneziano sbiadiscono,
mentre l'influenza austriaca inizia a insinuarsi nei suoi canali, seminando discordia tra i suoi
cittadini. Eppure, anche tra il tumulto, non tutte le anime sono perdute o abbattute.
Nel salone opulento del Conte Miraggi, luci brillano e si intersecano in una danza luminosa,
dipingendo un quadro di lusso decadente. Nobili in vesti sfarzose danzano e ridono, ma sotto le
maschere, si celano segreti e mormorii di congiure. Voci bisbigliano di un Napoleone nascosto
tra la folla. Il banchetto del Conte è un affascinante caos: un mix di emozioni, da esaltanti a
spaventose, che ha visto ospiti fuggire, o in certi casi, precipitare nei canali oscuri di Venezia.
Il Conte Miraggi, con un carisma che attrae e intimorisce al contempo, domina la scena con un
misterioso accompagnatore al suo fianco, un Servitore alto e nascosto dietro una maschera
opulenta e disturbante.
Lo spettacolo della sera è servito dal suono di un corno: un ballerino, al centro del salone, offre
una performance surreale, i suoi movimenti stranamente affascinanti, come se danzasse al
ritmo di una melodia proveniente da un altro mondo, o forse da un tempo dimenticato.
L'atmosfera si carica di un'energia elettrica, fino a quando uno degli ospiti crolla, sopraffatto. (?)

E SE IL BALLERINO FOSSE IL PREDECESSORE DI LORENZO?

Quando le celebrazioni si placano, Elisa, una serva del Conte, osserva da lontano. Vede l'uomo
svenuto portato via, e poi, per un breve istante, incrocia lo sguardo del misterioso servitore. I
suoi orecchini, opere d'arte in vetro di Murano, attirano l'attenzione dell'uomo. Con un battito
del cuore che risuona nelle sue orecchie, Elisa gli confessa che sono stati fatti da suo marito.
L'uomo non dice una parola, ma l'aria è carica di promesse e pericoli non detti. E quando Elisa
è pronta a lasciare il palazzo, un messaggero le consegna un invito: una cena privata con il Conte,
la notte seguente.
SET-UP

Il sole dà il suo bacio dorato a una Venezia che emerge languidamente da un sonno avvolto
nella nebbia. La foschia, velo ambiguo che nello stesso tempo nasconde e rivela, va oltre il
semplice mascherare viuzze e corsi d'acqua: è lo specchio di una profonda crisi che, con
silenziosi tentacoli, si insinua nelle vite dei suoi abitanti. Nel mezzo di ombre evocate dalla
nebbia, spicca un nome: Lorenzo, un talentuoso artigiano del vetro di Murano, ora in bilico tra
le turbolenze di un'epoca incerta. L'instabile corrente della politica ha eroso l'antica arte
vetraria - un tempo fiore all'occhiello dell'economia cittadina - portando alla disfatta delle
storiche corporazioni e, di conseguenza, alla chiusura delle fornaci di Murano. Lorenzo, pur con
le dita danzanti di un talento non ancora rivelato al mondo, è costretto a mettere da parte la
sua passione, virando verso i cantieri navali. E benché la sua maestria non abbia pari, in un
mondo dominato da una fretta vorace, la sua perfezione diventa un paradossale ostacolo.
"Eccessivamente rifinito" per un'epoca affamata di velocità, viene messo da parte.
Ma quando il sole del mezzogiorno avvolge Venezia e Lorenzo, respinto dal suo lavoro, torna a
casa per la pausa pranzo, un raggio di luce squarcia il grigiore della sua giornata: quel raggio ha
il volto di Elisa, sua moglie, e dei luminosi occhi di Bianca, loro figlia. Elisa, con la sua grazia
quotidiana e la sua posizione presso il Conte, è il faro che illumina le tempeste interiori di
Lorenzo. Malgrado le ombre economiche che gravano su di loro, il loro spirito rimane indomito.
Elisa, dal cuore sensibile ma dalla fede incrollabile, crede fermamente nel potenziale latente di
Lorenzo e in un avvenire che, seppur nebuloso, promette splendori oltre l'orizzonte visibile.
Lorenzo, con la sua risata costante e un ottimismo che non conosce tramonto, trova in quel nido
familiare la sua bussola e nella loro unione una potenza indistruttibile. Ed è con questo
inarrestabile vigore che, nonostante le tempeste dell'esistenza, persevera, fiducioso che
l'aurora prometta sempre un rinnovato soffio di speranza.
CATALISTA

Un’ansia sottile e vibrante sfiora le parole di Elisa mentre rivela a Lorenzo l'inatteso invito del
Conte. Il timore che il suo segreto di una gravidanza appena germogliata fosse stato scoperto e
le conseguenze che ne avrebbero seguito avevano tormentato la sua mente. Il rischio di perdere
l’unica entrata monetaria sarebbe un colpo troppo duro per la loro famiglia.
Ma, come un sipario che si alza su un atto inaspettato, la realtà si mostra sotto una luce più
favorevole. Il cuore della coppia palpita, oscillando tra speranza e timore, mentre i loro passi li
guidano verso la dimora avvolta nel lusso del Conte. Entrati, si trovano di fronte a una tavola
imbandita, un palcoscenico di ricchezza e magnificenza, riservato solo per loro.
Con l'arrivo del Conte e del suo attendente, il velo di mistero che avvolge l'evento inizia a
diradarsi. Spinto dalla curiosità verso gli squisiti orecchini di vetro di Murano di Elisa, il Conte
estende a Lorenzo una proposta che brilla di tentazione e audacia. Egli, un collezionista
insaziabile, sempre in cerca di capolavori che uniscano originalità e maestria, propone a Lorenzo
non solo uno studio personale, ricco di strumenti rari, ma anche un patrocinio generoso e un
compenso che potrebbe trasformare la loro vita. In cambio, il Conte anela un'opera che ai suoi
occhi sia la materiale incarnazione della perfezione.
Ma ogni luce proietta la sua ombra. Se l'opera non dovesse incontrare l'approvazione del Conte,
verrebbe distrutta. E Lorenzo si troverebbe a dover ricominciare, cercando incessantemente
quella perfezione che elude. Ogni fallimento porterebbe un salario maggiore, ma anche un
fardello sempre più pesante sulle sue spalle.
Il peso della proposta è quasi schiacciante. Lorenzo esita, consapevole delle restrizioni
dell'Impero Austriaco. Ma il Conte, con un sorriso che cammina sul confine tra la certezza e
l'arcana promessa, lo rassicura. Il suo potere e le sue connessioni, sostiene, formano una tela
protettiva ben oltre le restrizioni che cercano di soffocare l'arte in quella Venezia.
DIBATTITO

Immobilizzato in una marea di riflessione, Lorenzo si ritrova all'orlo di un precipizio decisionale:


osa credere così intensamente nel suo dono da abbracciare una sfida che danza tra il
sublimemente attraente e il pericolosamente impegnativo? E intraprendendo tale cammino,
quali oscuri segreti e insidie si potrebbero celare nell'ombra di un patto con una figura tanto
enigmatica e dominante come il Conte?
Elisa, benché tentata dalla promessa di una prosperità senza precedenti e dalla rivoluzione che
potrebbe portare nelle loro vite, cerca di frenare il suo entusiasmo. L'aura ambigua del Conte
inietta una dose di sospetto nel suo cuore. "C'è un inganno dietro tutto questo," mormora a
Lorenzo, la sua voce un tenue filo di preoccupazione che si intreccia nell'atmosfera tra di loro.
Ma Lorenzo, i cui occhi brillano di una luce d'aspirazione che era stata assente per troppo
tempo, è tentato dall'avventura. Egli, un maestro d'arte il cui cuore ha sempre vibrato
all'unisono con la sua passione e il cui animo anela a giorni migliori, si sente irremovibilmente
attratto da questa chance, nonostante le ombre di pericolo che potrebbero aleggiare intorno.

- SECONDO ATTO –
(Break Into Two)

Con un sospiro che intreccia trepidazione e un desiderio ardente di trasformazione, Lorenzo


annuisce. All'interno dell'atelier fornito dal Conte, un'epifania spirituale avvolge il nostro
maestro del vetro. Questo luogo, immune alle tempeste e ai capricci del mondo esterno, si
trasforma nel suo tempio sacro, dove l'artista e l'artigiano in lui si fondono in una celestiale
alchimia. L'atelier diviene una manifestazione tangibile della sua essenza, un rifugio dove la sua
anima può librarsi inebriata.
Le sue mani, paragonabili a farfalle eteree, danzano sul vetro incandescente con un'agilità
sovrannaturale, plasmandolo e modellandolo con una maestria che evoca i gesti di un virtuoso
direttore d'orchestra, governando la sua composizione con un'affettuosa maestosità. Ogni gesto
riecheggia come un verso di un inno ancora non scritto, ogni piega e contorno del vetro canta
un accento di una canzone impregnata di tempo immemore. Le lingue di fuoco del forno
accarezzano il suo viso, specchiando l'intensità ardente e l'impeccabile dedizione con cui si
dedica al suo mestiere.
Nel frattempo, la vita di Lorenzo ed Elisa si eleva a una nuova dimensione di splendore. Si
trasferiscono in una dimora più signorile, riflettendo il cambiamento del loro status. L'alta
borghesia, riconoscendo il talento emergente di Lorenzo, inizia a invitarli ai suoi esclusivi
ricevimenti e sontuose cene. In queste occasioni, la coppia s'immerge in un lusso prima
impensabile, scoprendo quel mondo opulento e raffinato che sempre era rimasto celato agli
occhi della gente comune. Entrano in sale da ballo scintillanti, degustano pietanze e vini rari e
fanno conversazione con figure influenti, svelando loro un panorama di affluenza e cultura al
quale non avevano mai osato aspirare.

B-STORY

Nella loro recentemente acquisita dimora, l'attenzione si sposta su Elisa. La casa, un tempo
piccola e umida e silenziosa, ora risuona nei lunghi ed alti corridoi delle risate e delle melodie
di una festa. Tra le maschere e la seta, la sala da ballo riflette l'opulenza di Venezia, dove il lusso
danza mano nella mano con le ombre.
La piccola Bianca, mossa dalla curiosità tipica della sua età ed annoiata dai barbosi discorsi di
dame, mercanti e monsignori, sgattaiola via da sua madre. La sua esplorazione la porta a
incrociare la strada di un uomo dai tratti stanchi e dagli occhi pervasi da un profondo tormento.
Senza alcuna esitazione, Bianca avvia una conversazione innocente con lui, attirata forse dal suo
aspetto enigmatico.
Elisa, notando l'assenza di sua figlia tra gli ospiti, inizia a cercarla con crescente preoccupazione.
Quando finalmente trova Bianca e l'uomo in un angolo appartato della sala, si unisce a loro.
Durante lo scambio di parole, Elisa menziona incidentalmente che suo marito lavora per il Conte
Miraggi.
L'uomo, udendo ciò, cambia espressione e, con voce tremante e occhi in cui brucia un inferno
personale, avverte Elisa delle malevole intenzioni celate dietro l'apparente generosità del
Conte. Parla di un abisso oscuro e insaziabile, una voragine che, una volta intravisto, non
concede più pace all'anima, trascinandola in un viaggio irreversibile attraverso i meandri di
un'oscurità vischiosa e corrotta.
Queste parole portano con sé echi di antiche leggende, storie intrise di paura e rispetto, che
sono circolate tra i veneziani per generazioni, ma che spesso venivano ritenute solo
superstizioni da relegare alla notte. Un freddo terrore si insinua nel cuore di Elisa; il dubbio
comincia a erodere la sua fiducia e la certezza precedentemente avvertita, svelando un velo di
oscurità potenziale dietro l'opportunità offerta al suo Lorenzo. Il futuro, che una volta sembrava
luminoso e promettente, ora risuona con le ombre di pericoli inaspettati e decisioni cruciali.

FUN AND GAMES

Nel silenzio dorato del laboratorio, il volto di Lorenzo è illuminato dalle fiamme che danzano,
riflettendo una serenità e soddisfazione che Elisa non aveva visto da tempo. Con mani abili e
sicure, manipola il vetro fuso, creando forme e figure che catturano la luce e la riflettono in mille
sfaccettature. Ogni movimento è l'espressione di un artista che ha finalmente trovato la sua
voce.
Accanto a lui, la piccola Bianca si avvicina cautamente, i suoi occhi brillano di curiosità mentre
osserva il padre all'opera. Con ogni torsione e piega del vetro, Lorenzo sembra narrare una storia
silenziosa, e Bianca, ipnotizzata, beve ogni dettaglio, come se stesse apprendendo un linguaggio
segreto.
Elisa, dall'ingresso del laboratorio, osserva la scena con occhi luminosi. La pace che avvolge la
stanza, l'armonia tra padre e figlia, il suono soffuso del vetro che prende forma, tutto ciò le
regala un sorriso di pura felicità. Finalmente, pensa, la tempesta è passata e davanti a loro si
estende un futuro radioso.
Ma mentre Lorenzo prosegue nel suo lavoro, una strana melodia sembra farsi strada nella sua
mente. Un suono distante, quasi impercettibile, ma che persiste, come un eco proveniente da
una realtà lontana. Elisa, notando un leggero cambiamento nel ritmo del lavoro di Lorenzo, si
avvicina e gli chiede con dolcezza: "C'è qualcosa che non va?"
Lui, scrollando la testa e con un sorriso rassicurante, risponde: "Niente, tutto a posto." Ma nel
profondo, la melodia continua a risuonare, portando con sé una sensazione di inquietudine che
non può ignorare.

MIDPOINT

Il momento cruciale della creazione si manifesta attraverso la maestosità dell'opera d'arte di


Lorenzo. La complessità di vetro e luce, risultato di ore e ore di lavoro e dedizione, si staglia
davanti a lui come un'epifania. C'è una sospensione nell'aria, un palpabile respiro trattenuto.
Elisa, con gli occhi spalancati, è inebriata dalla bellezza dell'opera, una manifestazione tangibile
della passione e dell'anima di suo marito.
Nel momento in cui l'opera viene presentata al Conte, sembra emanare una luce propria, una
luminescenza che va oltre il materiale, un bagliore che riflette l'essenza stessa dell'arte. Ma
mentre il Conte la osserva, i suoi occhi sembrano accogliere la luce e rifletterla indietro,
rivelando un abisso di aspettative. E in un attimo che sembra un'eternità, la sua mano si solleva
e frantuma l'opera, trasformando un capolavoro in mille frammenti di un sogno spezzato.
L'eco delle schegge che cadono risuona come un grido muto di dolore e sorpresa.
L'ammirazione di Elisa si congela in un’espressione di orrore. Lorenzo, seppur scosso, rivela nel
suo sguardo un misto di rassegnazione e sgomento, come se avesse intravisto la possibilità di
questo esito.
Con una freddezza glaciale, il Conte spiega che, nonostante la bellezza dell'opera, essa non
rappresentava la perfezione che lui desiderava. E mentre le sue parole cadono, pesanti come
pietre, Lorenzo comprende l'implacabile ricerca di perfezione del Conte. Ma ora, di fronte ai
frammenti luccicanti del suo lavoro, Lorenzo si trova davanti a una sfida che non riguarda solo
l'arte, ma anche l'essenza stessa della sua anima, del suo essere. Si trova a dover navigare tra
le acque tumultuose della perfezione e dell'arte, e la via da percorrere è intrisa di incertezze e
di oscure rivelazioni che mettono in discussione tutto ciò che conosceva e amava.
BAD GUYS CLOSE IN

Attraversando il portone di casa, Lorenzo sembra portare con sé il peso di mondi infranti, con
occhi che narrano storie di delusione e dolore. Ogni moneta che aveva considerato una
benedizione ora sembra un grido di tradimento, un rimpianto per un accordo che avrebbe
dovuto rappresentare una promessa e non un peso.
Elisa, sensibile e preoccupata, cerca di ragionare con lui sul contratto, su quello che potrebbe
effettivamente nascondere. Lorenzo, tuttavia, lo interpreta come un dubbio sulla sua capacità,
vedendo in Elisa una mancanza di fede nelle sue abilità.
Ma è l’abbraccio genuino e incondizionato di Bianca a riportare un barlume di speranza nella
notte oscura dell'anima di Lorenzo.

Questo attimo di tenera riconciliazione, tuttavia, non passa inosservato: viene scrutato
dall'ombra minacciosa del Servitore del Conte.
Nel cuore della notte, quando il silenzio avvolge la città, il Servitore fa irruzione nella stanza di
Bianca, cullandola con parole ancestrali, una canzone che sembra provenire dai recessi della
storia. Al risveglio, gli occhi della piccola, bianchi come la neve, tornano lentamente al loro
normale azzurro.

VA AGGIUNTO CHE LE OPERE DI LORENZO VENGONO CONTINUAMENTE SPACCATE e LUI


SEMBRA DIVENTARE APATICO?

Elisa, vedendo il suo mondo sgretolarsi, si precipita alla ricerca dell'anziano uomo incontrato
alla festa che l’ha avvertita della malvagità del conte. Ma, con orrore, scopre che è stato
strappato da questo mondo in circostanze misteriose. Sulle pareti della sua dimora, le parole
"Per chi sta suonando?" e delle note musicali dipinte con il sangue.
Elisa decide di portare quelle note in un conservatorio, dove, un professore, incuriosito, inizia a
suonarle, ma viene subito sopraffatto da una trance profonda. Dalle sue labbra escono parole
ancestrali e l’avvertimento: “deve continuare a dormire!”.
Terrorizzata, Elisa torna da Lorenzo, implorandolo di distaccarsi da quel progetto maledetto. Ma
Lorenzo, con uno sguardo determinato, insiste sul fatto che solo terminando l'opera potranno
trovare pace.
E quella stessa notte, in un silenzio pregnante, Bianca si avvicina a sua madre che dorme in un
sonno profondo. Con un gesto che fa gelare il sangue, posa le sue mani sul ventre materno.

ALL IS LOST

Il silenzio si fa cupo e avvolgente, una nuvola di desolazione che sembra non avere fine. Elisa e
Lorenzo, immobili, fissano il piccolo corpo inerte che avrebbe dovuto rappresentare un nuovo
inizio, una nuova promessa. La culla, che avrebbe dovuto risuonare di risate e piagnucolii, è
invece silente testimone di una tragedia indicibile. Il loro figlio è nato morto.

Lorenzo, già provato e sfinito da mesi di angoscia, si avvicina a Bianca, sperando di trovare in lei
quel barlume di innocenza e sostegno che lo aveva sempre confortato.
Ma quando la sua piccola alza lo sguardo verso di lui, ciò che esce dalla sua bocca è un veleno
pungente: lei lo accusa, lo definisce un fallito, scaricando su di lui la colpa della tragica sorte del
loro fratellino, della rovina in cui è precipitata la loro famiglia, e della sua eterna ricerca
insoddisfatta della perfezione. Le parole di Bianca, cariche di rancore e dolore, sono come
pugnali nel cuore già ferito di Lorenzo, trascinandolo in un abisso ancora più profondo di
desolazione.

ELISA RIMPROVERA/PARLA CON BIANCA E CAPISCE CHE QUALCOSA NON VA?

DARK NIGHT OF THE SOUL

All'interno della loro dimora, una volta rigogliosa di felicità, ora solo echi soffocati di ricordi
migliori risuonano nei corridoi. Elisa, con passi titubanti, si muove da stanza a stanza, ogni
angolo le ricorda di come le loro vite siano mutate, di come il sogno si sia trasformato in un
incubo. Raggiungendo la porta del laboratorio, si sofferma per un attimo, guardando Lorenzo
attraverso l'anta socchiusa. Lo vede, immerso nella sua arte, un'arte che un tempo li aveva uniti
nella condivisione di un sogno, ora sembra separarli con una barriera intransponibile.
Mentre si aggira, quasi persa tra i lussuosi arredi pagati con un prezzo troppo alto, i suoi occhi
cadono sugli orecchini che Lorenzo le aveva regalato alla nascita di Bianca. Tenendoli tra le mani,
sente un'energia, un impulso che la spinge a non arrendersi. I ricordi del volto dell'uomo
svenuto tornano prepotentemente nella sua mente e, guardando Lorenzo, vede la stessa
espressione assente, quegli stessi occhi perduti.
Con una risolutezza rinnovata, Elisa prende una decisione audace. Sente nel suo cuore che la
risposta, la soluzione al tormento che affligge la sua famiglia, si trova nascosta tra le pareti di
quel palazzo che domina la città - la villa del Conte. Armata solo della sua determinazione e del
profondo amore per la sua famiglia, si prepara per quella che potrebbe essere la sua missione
più pericolosa. Sa che, nelle profondità di quella dimora, tra corridoi antichi e segreti
dimenticati, potrebbe trovare la chiave per riportare indietro Lorenzo e liberare la sua famiglia
dall'ombra oscura che li avvolge.

TERZO ATTO
(BREAK INTO THREE)

Nel profondo della notte, Elisa arriva alla villa del Conte. Sa che la chiave per salvare la sua
famiglia potrebbe trovarsi lì dentro. Osserva da un angolo remoto mentre il Conte e il
Servitore lasciano la villa, dandole una breve finestra di tempo per agire.

Approfittando della loro assenza, Elisa si avvicina all'ingresso principale e, mostrando gli
orecchini di vetro che suo marito aveva creato, dichiara al portiere che è lì per consegnare la
nuova opera di Lorenzo. L'inganno funziona: gli orecchini, simboli del talento di Lorenzo e
della loro storia condivisa, servono come passaporto e il portiere, impressionato dall'opera e
ritenendo che sia un dono per il Conte, le permette di entrare.
Una volta all'interno, Elisa si muove furtivamente tra le stanze magnificamente arredate,
cercando indizi o qualcosa che possa aiutarla a capire il legame oscuro tra il Conte, la
misteriosa melodia e il tormento di Lorenzo. Mentre si aggira, le tornano alla mente
frammenti di quella notte di festa, in particolare una stanza in cui aveva intravisto il ballerino.
Guidata da questi ricordi, trova infine la porta di quella stanza, la stessa da cui provenivano
suoni stranianti quella notte.

Dentro la stanza, Elisa si ritrova in uno scenario quasi Lovecraftiano. Decine di strumenti
musicali con forme contorte ed aliene, e il cuore di questo macabro teatro è un uomo defunto
(FORSE IL BALLERINO?) collegato a uno strumento arcaico attraverso canali organici e
serpiginosi. La sua posa è tetra e i fili biologici che lo legano allo strumento sembrano pulsare
come se fossero vivi.
Ancora cercando di assimilare l'orrore che le si presenta, Elisa si ritrova a doversi nascondere
rapidamente quando il Conte e il Servitore entrano nella stanza. I due iniziano un rituale che
sembra dare vita allo strumento e al corpo del defunto, creando una melodia dissonante e
stridente che scuote l'essenza stessa di chi l'ascolta. Mentre il rituale si svolge, Elisa riesce a
catturare pezzi della conversazione tra i due. Parlano di come la melodia prodotta sia ancora
imperfetta, corrotta. Discutono del declino della paura umana, della nostalgia per i tempi
antichi in cui l'oscurità era una minaccia reale. E con toni freddi e calcolatori, menzionano
Lorenzo, sottolineando come il suo dolore e il suo tormento stiano avvicinandolo a produrre la
"perfezione" che loro desiderano.

Mentre la conversazione procede, viene rivelato un dettaglio inquietante: la melodia non è


solo musica. È un tipo di sonno, una trance profonda, un legame tra vita e morte, tra veglia e
sonno eterno. Una melodia che può sopprimere la volontà, bloccare il tempo e mantenere la
mente in un limbo.
Dopo che se ne vanno, Elisa si rende conto che il Servitore sembra essersi fermato un
momento, come se avesse avvertito la sua presenza. Eppure, per qualche motivo che lei non
può capire, lui continua la sua strada senza rivelare di averla scoperta.
Decisa, Elisa decide di non sprecare altro tempo. Trova una via di fuga attraverso una finestra,
scivolando nell'oscurità della notte, lasciandosi alle spalle l'orrore di quella stanza e correndo
per avvisare Lorenzo dell’incombente pericolo.
FINALE

Mentre il freddo marmo del laboratorio risuona dei passi decisi di Elisa, l'aria è carica di
disperazione. Alla sua entrata, Lorenzo sembra una statua, un'ombra del vibrante artista che un
tempo era. Elisa, con le lacrime agli occhi, tenta di svegliarlo dal torpore, implorandolo di
riconoscerla. Vedendo l'opera d'arte che lui stava forgiando come l'ancora che lo trascina
nell'oscurità, in un impeto di frustrazione e paura, la distrugge. Quest'atto estremo sembra
spezzare, anche solo per un istante, il legame ipnotico tra Lorenzo e la sua arte, e lui la guarda,
smarrito.

Ma quel fragile momento di lucidità viene interrotto dal Conte, la cui presenza sinistra riempie
la stanza di un'aura minacciosa. Minacciando Lorenzo con la prigione e la rovina, il Conte incarna
tutto ciò che sta andando storto nella vita dell'artista.
Elisa, resa audace dalla sua determinazione, afferra un ferro rovente da lavorazione del vetro.
Con un movimento rapido e fermo, lo pianta nel Conte, infliggendogli una ferita mortale. Ma,
in quel preciso momento di caos e disperazione, Lorenzo, ancora sotto l'influenza oscura e
disconnesso dalla realtà, scambia il gesto di Elisa come una minaccia.
Quasi simultaneamente, mentre Elisa colpisce il Conte, Lorenzo, in un impeto di confusione e
paranoia, sferra un colpo mortale a Elisa. Il momento è tragicamente sincrono: mentre il Conte
cade al suolo, sconfitto dalla ferita inferta da Elisa, anche lei si accascia, realizzando troppo tardi
che è stata colpita da suo marito. La stanza diventa un teatro di dolore e disperazione, con i
corpi di Elisa e del Conte a giacere l'uno accanto all'altro, e Lorenzo, cosciente troppo tardi delle
sue azioni, rimane sospeso in un abisso di orrore e realizzazione.

Ma l’orrore non è ancora finito.

Mentre Lorenzo si dispera, Il Servitore, con i suoi modi misteriosi e inquietanti, entra in scena.
Trascina con sé Bianca, il suo sguardo vuoto e assente. La stanza sembra piegarsi sotto il peso
di una realtà alternativa, come se l'intero universo stesse per essere inghiottito da una
dimensione sconosciuta.
Con l’imposizione delle mani sugli occhi di Lorenzo, il Servitore permette al vetraio di assaporare
un’esperienza che trascende l'umano, un viaggio nel cuore dell'inconoscibile.
Lorenzo, in questa spirale cosmica, viene illuminato dal Servitore sulla natura dell'universo.
Rivela che ogni stella, ogni pianeta, ogni vita è solo un sogno di un'entità chiamata Azathoth.
Un sogno che potrebbe finire se quest'entità dovesse svegliarsi. E la chiave per mantenerlo
addormentato sono le melodie, forgiati dalla vera essenza del terrore e della disperazione.

Al ritorno di Lorenzo alla realtà, l’uomo non è più lo stesso. Come in trance, si dirige verso il
tavolo di creazione e inizia la sua opera magna.

FINAL IMAGE

Nella maestosa sala da ballo, l'élite veneziana danza e ride sotto un lampadario centrale che
irradia una luce dorata. Ma sotto l'apparente spensieratezza, un palpabile senso di tensione si
fa strada tra gli ospiti, mentre si sussurrano storie di sparizioni e misteri inesplorati.
La scena si biforca. Da un lato, il sipario si alza lentamente rivelando il palco e l'attesa opera
d'arte, mentre dall'altro, in una stanza illuminata dalla fiamma di un singolo fuoco, Lorenzo si
trova da solo, circondato da pezzi di vetro incandescente.
Mentre gli occhi degli ospiti sono fissi sul sipario che si solleva, Lorenzo, in uno stato di trance,
afferra un pezzo di vetro rovente. Attratto dalla sua bellezza letale, si avvicina, lasciando che il
vetro si fonda sulla sua pelle, in un atto di autolesionismo e arte.
Con il sipario completamente alzato, il pubblico è accolto dalla vista dell'Homo Vitreus, una
scultura di vetro che al suo interno racchiude il corpo di Lorenzo, intrappolato in un'eterna
agonia, gli occhi vitrei fissi in un'espressione di tormento e meraviglia.
Dall'altro lato, il momento culminante della trasformazione di Lorenzo si svela, con lui che si
avvolge nel vetro fuso, creando l'opera che adesso tutti ammirano con orrore e stupore.
Mentre il nuovo nobile e il servitore osservano la reazione del pubblico, Bianca, irriconoscibile
nella sua indifferenza, si avvicina all'opera, contemplandola senza emozione.
E LA MUSICA?

POST CREDIT

Un salone di un moderno palazzo aristocratico. Le pareti, ornate da dettagli intricati, catturano


le ombre che giocano in un valzer macabro. Ogni angolo della stanza racconta una storia: le
vecchie fotografie e i dipinti rivelano volti e momenti di un passato che, nonostante gli anni
trascorsi, sembra ancora pulsare con vita.
Il silenzio è rotto da una melodia: le note di un piano suonate con grazia. La camera si avvicina,
e Bianca emerge come una figura atemporale, il suo aspetto giovane in contrasto con gli occhi
che portano il peso dei secoli. Il nero dell'abito che indossa sembra assorbire la luce intorno,
mentre le sue dita si muovono sulle tastiere con un'agilità eterea. Il suo viso, per quanto sereno,
nasconde profondità insondabili di saggezza e una tristezza avvolta nel mistero.
In una penombra, distante ma chiaramente visibile, si trova il servitore. È un'incarnazione di
calma spettrale, il suo sguardo indifferente, come se avesse visto troppo e sentito troppo nel
corso dei secoli. È un architetto di destini spezzati, un maestro nell'arte della disperazione.
Il fruscio di passi annuncia nuovi arrivi: politici influenti entrano nel salone. Mentre scambiano
convenevoli con Bianca e il servitore, l'atmosfera si carica di tensione. Si percepisce che stanno
negoziando qualcosa di più grande e oscuro di un semplice accordo.
Una vista esterna mostra la Venezia di oggi, vibrante e affascinante, contrastando con l'antica
malevolenza che si annida nel salone. Ma come un virus silenzioso, quest'oscurità è pronta a
diffondersi e corrompere.
Bianca, sotto la protezione e la guida del Servitore, ha perfezionato la sua abilità nell'intrecciare
il male con una grazia seducente. Chiunque entri in quel salone è potenzialmente una vittima,
anche se ignara.
L'ultima inquadratura si concentra sulla città lagunare, con le sue acque calme e i suoi palazzi
storici. Ma per chi conosce il segreto nascosto dietro quelle mura antiche, ogni angolo della città
evoca un senso di inquietudine, un promemoria che l'orrore, spesso, è celato dietro la facciata
della bellezza.

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