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Summary
«No, no, NO! » gemette Ron, passandosi le mani tra i capelli. «Tra tutti proprio lui, no».
Camminava avanti e indietro nella stanza, con gli occhi arrossati. «Avrei preferito una
ragazza, ma mi sarebbe andato bene qualsiasi altro che non lui».
«Ron, ora devi calmarti» disse Hermione. «Tu sei una splendida persona e se il destino ha
scelto così, vuol dire che forse ci siamo sempre sbagliati su di lui».
Harry, seduto sul letto, borbottò: «Stiamo parlando di Malfoy. Non c’è possibilità di errore».
«No, infatti… Miseriaccia, la mia vita è finita» piagnucolò Weasley. Si trovavano in una delle
camere da letto della Tana.
«Probabilmente è un Mangiamorte come i suoi» brontolò Potter, seduto sul letto. Hermione
chiuse di scatto il libro che stava leggendo. «Non possiamo giudicare qualcuno per i suoi
genitori».
«Io lo giudico per lui stesso. Perché non poteva essere Seam? Mi piace Seam» singhiozzò
Ron.
«Andiamo, Herm. Ti ricordo che lo hai preso a pugni quel razzista» fece presente Harry.
Hermione si raddrizzò la bandana che le teneva fermi i vaporosi capelli castani. «Non lo
negherò, ma forse può cambiare cercò di rincuorarli. Inoltre tutti i soldi dei Malfoy
potrebbero essere molto utili alla tua famiglia, Ron. Non avreste più problemi».
«Come se quei tirchi puzza al naso fossero capaci di sganciare» brontolò Ron, poggiandosi
contro la parete vicino alla finestra. Il suo gufo stava steso a faccia in su sul davanzale, si
capiva che era vivo solo dal suo muovere nervosamente una zampetta.
Harry ridacchiò. «La cosa migliore in questo momento è immaginare la faccia dei genitori di
Draco, staranno morendo».
Ron si fermò, grattandosi il naso spruzzato da efelidi. «Loro odiano così tanto noi Weasley
che Malfoy starà morendo a immaginarsi un piccolo se stesso coi capelli rossi».