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Non sono le nostre capacità che ci fanno capire veramente chi siamo,
ma le nostre scelte.
3
Fatto il misfatto!
"Credi che le persone scomparse che abbiamo amato ci lascino del tutto? Non credi che le ricordiamo
più chiaramente che mai nei momenti di grande difficoltà? Tuo padre è vivo in te, Harry, e si mostra
soprattutto quando hai bisogno di lui
Se vuoi sapere com'è un uomo, guarda bene come tratta i suoi inferiori, non i suoi pari.
Mio fratello Aberforth è stato processato per aver praticato incantesimi inopportuni su una capra. Era su
tutti i giornali, ma Aberforth si è nascosto? Certo che no! Hatenuto la testa altaed è andato avanti a fare
le sue cose come al solito! Certo, non sono proprio sicuro che sappia leggere, quindi potrebbe non
essere stato coraggio, il suo...
Non sono io l'arma, allora, pensò. Il cuore gli si riempì di gioia e sollievo, e gli venne voglia di unirsi a
Sirius che, passando davanti alla loro porta per andare dall'Ippogrifo, cantava a squarciagola: "tu
scendi dalle stelle, o fierobe-e-ecco".
Hermione smettila di fargli la predica e ascolta Ruf. Non vorrai costringermi a prendere appunti?
La grandezza ispira l'invidia, l'invidia genera rancore, il rancore produce menzogne, Dovrebbe saperlo
Silente!
Non c'è niente da temere da un cadavere, Harry, non più di quanto di debba aver paura del buio. Lord
Voldemort, che segretamente li teme entrambi, non è d'accordo. Ma anche questo rivela la sua
mancana di saggezza. È l'ignoto che temiamo quando guardiamo la morte e il buio, nient'altro.
Harry: "Andrà tutto bene, signore" ripetè ancora e ancora, più preoccupato del mutismo di Silente di
quanto lo fosse stato dalla sua voce indebolita. "Ci siamo quasi... Posso farci materializzare tutti e
due... non si preoccupi."
Silente: "Non sono preoccupato, Harry" rispose Silente, la voce un po' più forte nonostante l'acqua
gelata. "Sono con te".
Silente avrà veramente lasciato la scuola solo quando non ci sarà più nessuno che gli sia fedele.
Era importante, aveva detto Silente, combattere e ancora combattere, e continuare a combattere,
perché solo così il male poteva essere tenuto a bada, anche se non poteva mai essere completamente
sradicato.
Ma finalmente capiva quello che Silente aveva cercato di dirgli. Era, si disse, la differenza fra l'essere
trascinato nell'arena ad affrontare una battaglia mortale e scendere nell'arena a testa alta. Forse
qualcuno avrebbe detto che non era una gran scelta, ma Silente sapeva -e lo so anch'io- pensò Harry
con uno slancio di feroce orgoglio -e lo sapevano anche i miei genitori- che c'era tutta la differenza del
mondo.
"Siamo tutti esseri umani, no? Ogni vita umana ha lo stesso valore e merita di essere salvata".
Forse si erano addormentati tenendosi per mano. L'idea lo fece sentire stranamente solo.
Avada Kedavra!"
"Expelliarmus!"
Lo scoppio fu come un colpo di cannone e le fiamme dorate che eruppero tra loro, al centro esatto del
cerchio che avevano disegnato, segnarono il punto in cui gli incantesimi si scontrarono. Harry vide il
lampo verde di Voldemort urtare il proprio incantesimo, vide la Bacchetta di Sambuco volare in alto,
scura contro l'alba, roteare come la testa di Nagini contro il soffitto incantato, verso il padrone che non
avrebbe ucciso, che finalmente ne entrava in pieno possesso. E Harry, con l'infallibile abilità del
Cercatore, la prese al volo con la mano libera mentre Voldemor cadeva all'indietro, le braccia
spalancate, le pupille a fessura degli occhi scarlatti che si giravano verso l'alto. Tom Riddle crollò sul
pavimento con banale solennità, il corpo fiacco e rattrappito, le mani bianche e vuote, il volto da
serpente inespressivo e ignaro. Voldemort era morto, ucciso dal rimbalzo della sua stessa maledizione,
e Harry fissava, con due bacchette in mano, il guscio vuoto del suo nemico.
Silente: "Tu sei il padrone della Morte, perché il vero padrone non cerca di fuggirla. Egli accetta il fatto
di dover morire, ed è consapevole che ci sono cose, molto, molto peggiori al mondo che cessare di
vivere".