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Sogni d'Oro

ARTICOLO

I sogni sono illusioni o realtà? Ce lo spiega Cartesio


Esiste la )loso)a dei sogni ,oppure la realtà in cui viviamo è essa
stessa un sogno?
di Rita Bertacchini
13 Gennaio 2022 • 14:00

Il dubbio iperbolico di Cartesio


Nel 1641, il filosofo francese René Descartes, per tutti
noto come Cartesio, ci ha messo in crisi con le sue
Meditazioni metafisiche; un testo volto ad indagare
per smascherare gli errori che derivano dall’affidarsi
senza ombra di dubbio al senso comune. Insinuare i
dubbi alle cose che diamo per certe e scontate è lo
scopo di Descartes che introduce il tema del sogno
per interrogarsi sulla validità delle conoscenze che si
fondano sui nostri sensi. Il filosofo formula quello
che è chiamato il ‘dubbio iperbolico‘, ipotizzando che
un genio maligno inserisca nella nostra mente le
immagini di quello che crediamo di conoscere.

L’analisi cartesiana segna una svolta: introduce lo


Cartesio mette in dubbio la realtà dei
scetticismo riguardo al mondo esterno come
sogni
argomento filosofico nel dibattito moderno. Cosa
centra tutto ciò con i sogni? Centra centra perchè
uno dei dubbi che ci inculca René Descartes è se tutta la vita non sia un sogno,
un’illusione. Dopo tutto, mentre sogniamo, crediamo di essere svegli e sperimentiamo un
mondo che sembra reale, interagiamo con le persone, sperimentiamo una serie di
situazioni che per molti versi assomigliano alla realtà che viviamo da svegli, ma come
facciamo allora a distinguere il sogno dalla realtà?

Dormo dieci ore per notte senza che nessuno mi


disturbi; durante il sonno vago con la mente per
boschi, giardini e palazzi meravigliosi, dove posso
provare piaceri da favola; e al risveglio confondo i
sogni della notte con quelli del giorno

René Descartes

Ed ecco che Cartesio ci smonta i sogni…


Per cercare di capire, Cartesio ha analizzato le qualità cognitive dell’essere umano
durante la veglia suggerendo che mentre siamo svegli possiamo pensare chiaramente.
Inoltre, c’è una continuità di causa ed effetto e di successione temporale che possiamo
ben cogliere attraverso l’uso della nostra razionalità. Da questo il filosofo trae che la
realtà è quella che noi cogliamo in modo conciso, al contrario dei sogni, che appaiono
come torbidi e confusi. La sua conclusione è che l’esperienza del sogno è una specie di
rappresentazione fantasmatica della vera realtà, cioè un teatro di illusioni. Secondo
Cartesio solo la mente razionale, chiara e concisa, può accedere alla vera realtà, mentre il
sogno è irreale, illusorio, falso.

Se vuoi essere un vero cercatore della verità, è


necessario che almeno una volta nella tua vita tu
dubiti, per quanto possibile, di tutte le cose.

René Descartes

…io comunque non gli credo


Questo modo di pensare implica un cambiamento drastico nel modo in cui i sogni erano
considerati fino a quel momento. Prima di Cartesio, i sogni venivano valutati come un
mezzo di comunicazione con la dimensione sacra, con gli dei o con il mondo degli spiriti.
La visione moderna del mondo, che abbiamo ereditato da Cartesio, ci ha portato ad una
progressiva svalutazione dell’esperienza del sogno, ad una dimenticanza delle meraviglie
del sogno. Non c’è dubbio che ciò che sperimentiamo nei sogni spesso contraddice la
realtà che sperimentiamo durante la veglia. Il sogno è qualcosa di estraneo alla nostra
mente razionale, ma è comunque un’esperienza e, come tale, è una realtà.

I sogni sono esperienze reali finché li viviamo. Lo stesso si potrebbe dire della vita di
veglia. Solo perché non corrispondono al mondo oggettivo, esterno, non significa che non
possiedano un valore soggettivo interiore. A maggior ragione adesso, che l’esperienza
soggettiva è diventata più rilevante da quando la psicologia ha scoperto che la base della
nostra percezione del mondo sta lì, nel nostro inconscio.

È nella nostra mente, nella nostra interiorità, che ci formiamo un’idea di ciò che è il
mondo e del nostro rapporto con esso. Il sogno riflette anche un modello di noi stessi e
del mondo che non proviene da informazioni ricevute dall’esterno, ma dall’interiorità,
dagli stimoli che arrivano dalla nostra memoria, dalle nostre abitudini, dalle nostre
motivazioni, dalla storia personale, dai desideri, dalle aspirazioni, dai valori e dalle
credenze.

Il sogno come un teatro dove noi siamo protagonisti e


spettatori

I sogni sono realtà?

L’esperienza del sogno è indubbiamente un’esperienza stravagante e fuori dal comune,


come se una breve follia prendesse il controllo della nostra esistenza durante la notte.
Questa esperienza è stata ampiamente esplorata da poeti, artisti, mistici e sciamani nel
corso della storia in tutto il mondo. Una sorta di luogo dell’anima dove si può ricevere
l’ispirazione, uno spazio intermedio tra la realtà degli dei e degli uomini, il posto dove si
ricevono le profezie. Alcune tribù indigene consideravano i sogni come la vera realtà.

Quando sogniamo entriamo in una specie di rappresentazione teatrale, un cinema


cerebrale, un teatro della mente. Nella nostra mente si presentano personaggi, paesaggi,
oggetti, storie e le sensazioni più strane e ci parlano con un linguaggio in codice. Anche
noi stessi siamo trasformati da questa esperienza e agiamo in modo molto diverso da
quando siamo svegli. È come se si accendesse un interruttore che cambia completamente i
nostri schemi di realtà e di auto-identità, trascinandoci in un mondo capovolto, uno
spettacolo circense a cui partecipiamo notte dopo notte.

A metà del XX secolo, la scienza si è interessata ai sogni come fenomeno cerebrale che
riflette i processi fisiologici più insoliti, e questo concetto si è accentuato nel momento in
cui la psicoanalisi ha dichiarato che i sogni sono la strada reale verso l’inconscio.

Tanto reali da sembrare veri


Con l’avvento della modernità, la neurologia e gli studi sul cervello hanno tentato di
spiegare perché i sogni si verificano e come il cervello li produce. In generale, c’è stata la
tendenza a ridurre i sogni al residuo della memoria della veglia, dove gli stimoli sensoriali
ricevuti durante il giorno vengono riprodotti casualmente e senza senso mentre
dormiamo, come una proiezione cinematografica, come scariche elettriche rilasciate dai
neuroni per mantenere una bassa attività cerebrale.

Usando l’elettroencefalogramma (EEG), Eugene Aserinsky e Nathaniel Kleitman


dell’Università di Chicago nel 1953 hanno sviluppato le basi dei moderni studi neurologici
descrivendo che i sogni si verificano in una fase del sonno in cui le onde cerebrali
assomigliano alla vita di veglia, tranne che i muscoli sono dormienti. I sogni si verificano
dopo un ciclo in cui il cervello passa dalla veglia (Beta) al sonno profondo (Delta) e poi di
nuovo all’attività cerebrale di tipo Beta, dove il cervello emette segnali motori ma il corpo
non li riceve.

Questo spiega perché durante il sonno possiamo effettivamente sentire il movimento;


anche se non siamo fisicamente in contatto con il mondo, nel sonno il cervello vede e
sente. In questa fase del sonno in cui si producono onde Beta, la famosa fase REM, è
caratteristico che la persona muova gli occhi anche con le palpebre chiuse. È qui che si
verifica l’attività onirica più intensa, che avviene ciclicamente da cinque a otto volte
durante un periodo di sonno regolare.

Dottor Jekyll e Mr Hyde

Dottor Jekyll e Mr Hyde

Il passaggio dalla veglia al sogno somiglia all’esperienza universale del doppio. Come il
giorno e la notte, la luce e le tenebre, la vita e la morte, anche la vita da svegli ha il suo
doppio: il sogno. Il tema del doppio ricorre nella letteratura universale. In noi abita
qualcun altro che si nasconde alla nostra vista diurna. Esce di notte, quando non ce ne
accorgiamo. Un bell’esempio ci arriva da R. L. Stevenson nel suo romanzo Lo strano caso
del dottor Jekyll e Mr Hyde.

Ma il doppio non è solo il nostro aspetto nascosto e sinistro, la nostra ombra, ma anche
una regione sconosciuta e misteriosa. Questo tema è sfruttato nelle fiabe, nei romanzi e
nei film, e si esprime in luoghi fantastici come il Paese delle Meraviglie, l’Isola che non
c’è, Matrix, le Cronache di Narnia e così via. Ma è anche menzionato in religioni e
tradizioni spirituali, come il cristianesimo, l’induismo o lo sciamanesimo.

Il sogno è più vero di quanto tu creda


Tutti questi approcci alla vita ci parlano di un’altra realtà, una piena di meraviglie dove le
leggi della fisica e della vita quotidiana crollano e al loro posto troviamo un regime
anarchico dove gli unici limiti sono quelli dell’immaginazione. È una realtà magica,
spirituale, sacra, abitata da entità diverse dagli umani, come elfi, fate, angeli, demoni,
spiriti e dei.

Ci sono pensatori secondo i quali tutte le religioni e le visioni spirituali del mondo sono
state ispirate dall’esperienza del sogno: Voltaire, Nietzsche e il padre della psicoanalisi,
Sigmund Freud. La prospettiva di Carl Gustav Jung propone che queste realtà fantastiche
di cui si parla nella letteratura e nelle tradizioni spirituali siano l’esperienza di ciò che la
psicoanalisi ha chiamato l’inconscio, cioè l’interiorità profonda e nascosta della mente
umana.

L’inconscio è reale, poiché ha effetti reali. Ma ha in


ogni caso un tipo di realtà diversa da quella del mondo
esterno, cioè una realtà psichica. È dunque come se la
nostra coscienza si trovasse tra due mondi o realtà

Jung

Una parte delle percezioni arriva attraverso i sensi, un’altra parte attraverso l’intuizione,
stimolata dall’inconscio. L’immagine del mondo esterno ci consente di capire tutto come
un effetto di forze motrici fisiche e fisiologiche; l’immagine del mondo interno, invece, ci
permette di capire tutto come effetto di esseri spirituali. Noi siamo parte conscia e parte
inconscia. Entrambe le parti fanno parte di noi, entrambe le parti sono reali.

Noi siamo tutto ciò che sogniamo, siamo tutti i personaggi dei sogni, gli scenari fantastici,
le situazioni. Il dialogo tra i molteplici personaggi del sogno è un dialogo tra l’anima e noi
stessi, come diceva Platone.

Nel sogno si penetra nella parte più intima dell’uomo,


nella parte più universale, più vera ed eterna
dell’uomo, che è ancora nell’alba della notte
primordiale, dove egli apparteneva ancora al tutto e il
tutto era ancora in lui

Jung

I sogni sono quindi più reali di quanto sembrano e la teoria cartesiana non ha quindi
assolutamente senso: la verità sta li, tra draghi, città al contrario, voci che non escono,
muri che si trapassano, acque che si aprono e uccelli che parlano. E anche se la vita reale
non è un sogno, ciò non dimostra il contrario, quindi il sogno fa parte integrante della
vita reale: contiene più realtà di quanta se ne possa immaginare.

Le benevole

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