Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Sceneggiatura
Disegni
Davide Castelluccio
BeccoGiallo
Giacinto, la rivoluzione gentile
di Paolo Maggioni
4
La partita è un rito. E i tifosi ne sono il centro: l’unico capitale
umano che nessuna diretta televisiva potrà mai sostituire. Allo sta-
dio ci vanno quelli disponibili a prendere un freddo cane e a dare
fiducia perfino ad Alvarez, quelli che la squadra si fischia “perché ho
pagato il biglietto”, quelli che è meglio la balaustra che impedisce lo
sguardo perché “se non vedo, soffro meno”, quelli che “in settimana
li vede il mister, te che cazzo fai in settimana?”, quelli che “in setti-
mana” lavorano e se prendono mazzate anche a San Siro tornano a
casa un po’ più tristi, quelli che in fondo a Gresko gli hanno voluto
bene, quelli che il Chino Recoba andava clonato, perché insultarne
uno solo - alla lunga - non dava più gusto.
5
non essere rappresentativi. I silenziosi, cui basta l’esempio per farsi
rispettare. I predestinati, perché onestà, carisma e competenza non
passano inosservati. In Facchetti hanno convissuto tutte queste ani-
me, tradotte in quella fascia che quasi gli spettava di diritto: mai
sbandierata, sempre leale e costruttiva, disponibile, onesta al limite
di una confusione - molto cara ai furbi - con l’ingenuità. E allora è
lecito, per un popolo, commuoversi di fronte a quella corsa verso
il tunnel. Alzarsi in piedi e applaudire: dietro al Capitano, ci siamo
tutti noi.
6
co da ragazzi. Ricordo un buffetto e il sorriso di Nicola Berti, uno
con il nerazzurro tatuato dentro, per nulla stupito di fronte a tanti
bambini. Quel suo motto “meglio sconfitto che milanista” avrebbe
riabilitato - ma l’avrei capito solo più tardi, crescendo - la mia in-
fanzia calcisticamente grama: il miglior Milan di sempre sul tetto
del mondo e un Inter comunque bella, dietro, a rincorrere con le
altre. Finita la caccia agli autografi, vidi entrare nella hall un signore
elegante, altissimo. Ero stato l’unico bimbo a riconoscerlo: mio pa-
dre mi aveva parlato tanto di lui mentre crescevo a Pane&Gazzetta,
anche grazie a un formidabile giornalista della Rosea, Giorgio Gia-
vazzi, che aveva l’ombrellone affianco al nostro. Allungai la biro per
chiedere un autografo. Per i miei dodici anni, Giacinto Facchetti
aveva l’aria un po’ severa. Ripensata oggi, un antidoto alla timidezza.
Sull’Almanacco Panini, la nostra Bibbia, il suo nome svettava tra
quelli dei Capitani azzurri. “Signor Facchetti, quante volte ha gio-
cato in nazionale?” gli chiesi. “Novantaquattro”, rispose, anche se
per una vita son stato convinto fossero novanta. “E quante volte da
Capitano?” incalzai. “Settanta”, fece lui rapidissimo, con quello che
mi sembrò anche un pizzico di orgoglio. Chissà cosa deve aver pen-
sato, Facchetti. Una domanda del genere, quasi un’interrogazione,
da un nano dodicenne a caccia di autografi. Intanto, avevo portato
a casa la mia prima intervista: rapidissima, e per una volta di puro
fact-checking.
7
L’estate del 2006 è stata la più intensa del calcio italiano: Calcio-
poli, i mondiali tedeschi, le sentenze che hanno stravolto politica e
geografia pallonara, la morte di Facchetti. Uno strano scherzo del
destino, andarsene proprio alla vigilia di quel grande cambiamento
tanto auspicato. Oggi, dieci anni dopo, resta un calcio riformato ma
in crisi d’identità. Ancora diviso. Più povero, con una dirigenza non
sempre all’altezza. Rileggere gli appunti di Facchetti, oggi, potrebbe
offrire diversi spunti. In quella calligrafia minuta e precisa, un mon-
do semplice e onesto, come i pensieri di quel ragazzo cresciuto in
provincia e diventato uomo viaggiando, guardando lontano.
8
Un calcio che non sfugga dall’umanità. Un calcio che forse non cam-
bierà il mondo, ma che almeno saprà tornare a regalare emozioni, e
in qualche caso anche speranza.
9
GIACINTO
FACCHETTI
il rumore non fa gol
11
inter!
peeeeee inter!
pietro!
pietro!
12
milano, giovedì 13
maggio 1965, ore 8.07.
pietro!
pietro!
e sei in ritardo
per la scuola! se
fai così, la pros- liverpool,
sima volta non ti mamma.
mando più la sera liverpool.
con il papà a
vedere inter-
whirlpool!
13
papà, ma San il bambino ha
Siro è gran- sa leggere? nove anni
dissimo.
ed è figlio
di un giorna-
lista, direi
di sì!
dovete
il
essere o
ic e s im
dod
uomo!
H.H.
14
gañeremos ma in terza aaaaah! ancora
todo y contra elementare vi lo stadio! e intanto
todos! insegnano già il latte si raf-
lo spagnolo? no, lì fredda!
no, ma allo
stadio sì!
ma io lavoro
per un quotidiano
almeno in
che esce al pomeriggio,
questo non sei
non faccio la terza
esattamente un
elementare.
modello da
seguire… e comunque
lo capisco: ieri
sera…
15
16
ho capito, ma se lo
termini oggi pomeriggio
saltando la merenda eh
anziché la colazione no, se non “ti scappa”?!
non è uguale? lo fermo su-
bito poi mi
scappa!
eh sì. non è
un disegno facile. …ma anche
deve essere velocissimo.
graaande…
insomma, non
stai disegnando
né te stesso né
tuo padre!
dovrebbero
metterci i cognomi,
assieme ai numeri,
sulla schiena!
17
aspetta, pietro: ce
ne servono un altro
paio. ti ricordo che
goooool! all’andata abbiamo
corso! uno perso tre a
a zero! uno!
si esulta
solo alla fine,
se ce n’è
motivo.
18
goooool!
Peirò! Due
a zero!
“solo alla
fine, se ce n’è
motivo”, vero
papà?
sei
ufficialmente fì, ho la
in ritardo. quafi colazione?
finito.
no, il
difegno di
Facchetti.
sh
fru sh
f u
r
ma poi questo
dai, pietro, facchetti non è mica
ora rischi di far un difensore? Non
uscire in ritardo me li fa neanche
e anche il corriere i gol!
d’informazione!
Afpetta
ancora un
attimo!
eh?
ho detto
qualcosa di
sbagliato?
20
goooool!!!
Siamo in
finale!
22
non che
non mi interessi
il tuo disegno,
piccolo, ma siamo
davvero molto
in ritardo!
ma almeno
guardalo un
secondo.
23
24
…le conviene
partire o la finale
di coppa dei campioni non
riuscirà a raccontarla
ai nostri lettori
dall’inizio!
bresciani,
con tutta l’acqua
che viene e la gente
che troverà in
strada… sì, sì, finisco
una cosa ancora
e parto!
rr
vrr
25
sì, sto
verificando
proprio
adesso…
no, ho
proprio idea che
dovrai fare a meno del
tuo apprendista
giornalista.
26
mi piacerebbe
poter dire a cuor
leggero che è la
seconda finale in
due anni…
Vr r
r oo o
oo m
m
cavolo, non si
vede niente con
quest’acqua…
…e mi sa che ho anche
sbagliato strada, e infatti
quello lì sembra
proprio…
27
…il grattacielo pirelli! …facchetti,
scompagina i
ruoli abituali…
28
l’altezza, quella caratteri-
stica corporea che rende
i giocatori più lenti.
Screeee
ek
ehi, ma chi ti
credi di essere con
questi scatti …facchetti?
improvvisi…
30
ho detto
di no. e lo
sai che quando
dico di no
è no…
lo so,
lo so…
…e sai anche
che pietro ha preso
la cocciutaggine
dalla mamma!
papà,
andiamo a
San Siro?
31
Finale
bagnata finale
fortunata?
Sperém...
s ci aff
32
papà, ma quella …ma i grattacieli nel fango
cosa che mi dicevi che non rischiano di cadere?
facchetti è come un
grattacielo… sì?
33
papà, ma è da più di a te piacciono
mezz’ora che attac- i fumetti, “lo chiamano
chiamo, perché non vero? quello anche mandrake.”
segniamo? lì è mario
corso…
aspetta,
guarda!
a dir la
verità sembra
più paperino!
34
papà,
ma cadono
tutti! ripeto:
aspetta,
guarda!
jair!
gol!
35
papà, perché siamo nell’atto di nascita di
una squadra italiana, questa squadra c’è scritto
con un capitano italia- “si chiamerà internazionale,
no, e ha segnato perché noi siamo fra-
un brasiliano? telli del mondo”.
ma un
giorno magari
avremo anche
un capitano
straniero?
ii iii i
ottimista nel promettere a pietro
“mmm… 0-0.
si va ai tempi
supplementari…”
38
fiiiiii dai,
finita! a letto che e comunque
domani c’è la scuola! ora vanno ai tempi precisino e
è l’ultima settima- supplementari, due calciofilo come il
na e poi puoi vedere da un quarto papà: non ho fatto
tutte le partite d’ora! un figlio, ma una
che vuoi! fotocopia!
sì, mamma,
ma la coppa
europa finisce
tra tre
giorni!
i giocatori
si dispongono in
campo per il primo
dei due tempi sup-
plementari!
39
Что
ho un
происходит
déjà-vu.
сейчас .
fi ii ii i
chiede
ora che
succede.
“ed ecco
la fine della
gara. 0-0.
non ci sono
stati né vinti
né vincitori.”
“in italia si
usa così.” digli
che scherzo:
si sorteggia
con una
monetina.
40
adesso non sto
шутки : scherzando.
он разыгрывает
десять центов.
ah! ah!
ah! ah!
ma deve solo
ora stai scegliere un lato e
guardando guardare la moneta
giocatori fermi cadere, cosa
in mezzo al può fare?
campo.
mazzola in
un’intervista ha
facchetti detto a papà che
sta giocando il facco è molto
per noi. fortunato.
vedrai.
41
Testa.
42
43
Werfen wir
nochmals.*
* Tiriamo
di nuovo.
44
siamo in
finale!
45
girano le voci più
assurde: che la monetina
avesse lo stesso dise-
gno su entrambe
le facce… anche che
sia rimasta in piedi
senza cadere da un
lato. la seconda
domanda?
46
grazie la fede! anche
di tutto. per lei sposato? io
l’intervista ma lo sono da un
soprattutto anno…
per il
resto!
“…anche quella
una vittoria della
determinazione…”
magari sì…
ci vediamo vediamo…
un’altra
volta, se
vuoi.
47
allora in che mah, sembra
facco, com’è senso? quasi che non si
andata? fidi troppo…
boh, non
so…
e certo,
insomma,
perché sono un
non sei uno che
calciatore!
fa un lavoro
serio!
48
e quello che poi è e per giunta, come
diventato mio cognato mia moglie, è anche
era quello che mi juventino.
prendeva in giro
più di tutti.
figli ne
avete?
49
BeccoGiallo
Direzione editoriale: Guido Ostanel e Federico Zaghis
www.beccogiallo.it
info@beccogiallo.it
ISBN 978-88-99016-40-1
© 2016 per i testi Paolo Maggioni e Davide Barzi
© 2016 per i disegni Davide Castelluccio
© 2016 BeccoGiallo S.r.l.