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Peuple, prend la parole et garde-la

Il quotidiano francese Libration


dal sogno di un giornale libero, al compromesso

Elena Boromeo 0000211766 SOMMARIO

1. Largent na pas dides: la scommessa di Libration. 2. La sperimentazione, le lotte e lespoir immense de changer la vie. 3. Lib je taime, moi non plus: la rinuncia. 4. Libration II. 5. Lo stile. 6. Requiem o relance? Lultimo appello di Lib. Bibliografia e link

p. 3 p.4 p.6 p.7 p.8 p.10 p.12

1. Largent na pas dides: la scommessa di Libration 2

Senza partiti, senza capi, senza pubblicit e senza capitale finanziario. Un organe quotidien entirement libre: era questo il progetto di Jean-Paul Sartre, Serge July, Philippe Gavi, Bernard Lallement e Jean-Claude Vernier, che tra linverno del 72 e la primavera del 73, a Parigi, fondano il quotidiano Libration. Espressione della cultura del maggio 68, ed erede dellesperienza giornalistica dellagenzia di stampa ALP (Agence de Presse Libration), il giornale d voce alla corrente politica francese di estrema sinistra, nella quale si identificano i maoisti e la cosiddetta gauche proltarienne. Popolo, prendi la parola e conservala, si legge nella carta politica redatta al momento della fondazione, e presentata alla stampa il 4 gennaio 1973. Alla direzione della nuova testata c Jean-Paul Sartre, affiancato dal giornalista e attivista politico Serge July (che rester la figura di riferimento fino al 2006). Nella redazione di rue de Varenne, oltre ai maoisti, convergono liberali, anarchici, poeti e giornalisti emarginati. Come spiega lo stesso July in una recente intervista, Libration fu un prodotto diretto del maggio 68. Questa, infatti, fu una rivoluzione culturale in senso letterale, che in un dato momento doveva tradursi in termini di stampa. Una stampa che rifletteva, appunto, tutte le aspirazioni e gli sconvolgimenti dellepoca. Les annes folles, come la ricordano i Francesi: lotta per la democrazia, rivolte anti-autoritarie, mescolanze di identit e culto delle differenze, tentazione del terrorismo, ma anche fascino della sperimentazione e ricerca di una nuova scrittura. Ed ecco la promessa del nuovo giornale: liberazione dei rportage sulle lotte di tutti i giorni, liberazione dei dibattiti sul lavoro, la sessualit, il razzismo, liberazione dei piccoli annunci []. Ma, come dichiarano anche gli stessi fondatori, per essere libero di dire tutto, un quotidiano non pu essere finanziato n dalle banche, n dai partiti. Qualcuno, poi, credeva ciecamente a Sartre, quando scriveva: largent na pas dides. E cos, nellaprile del 73, lavventura di Libration inizia con tante idee, e pochi, pochissimi soldi. In prima pagina, nel primo numero (13 aprile), compare un appello ai lettori dove si spiega la necessit di avere finanziamenti e si incita a sottoscrivere labbonamento: Prenez votre journal en main. Il faut encore 23 millions pour paraitre. A partire dal 22 maggio, Lib come verr chiamato in maniera colloquiale dai suoi lettori compare regolarmente in edicola, al prezzo di 0,80 franchi. Tiratura: 50.000 copie. Tuttavia, gi dopo un mese tornano i problemi finanziari: Sauvez Libration!, si chiede ai lettori. Ma solo la prima di una lunga serie di crisi e richieste di aiuto che scandiranno la vita del giornale. Coerentemente con lidea di un organo privo di gerarchia, tutti gli stipendi, allinterno della redazione, erano uguali, indipendentemente dalla posizione o dalla mansione del lavoratore. A July, direttore-capo, e a me, direttore, toccava esattamente lo stesso salario di Resqui, quello che guidava il furgoncino, racconta Vernier. La parola chef, alinterno della redazione non esisteva: i 3

direttori non erano capi, ma coordinatori. In quella che voleva essere una maison de verre, una casa di vetro, dunque trasparente, tutte le decisioni venivano prese collettivamente durante le assemblee generali, attraverso lalzata di mano. Bndicte Mai, una delle prime redattrici donne, racconta cos latmosfera che si viveva nella redazione: Ci che abbiamo cercato di conservare del maggio 68, durante quegli anni, era il forum permanente: nel maggio si vedevano dappertutto nelle strade giovani che si parlavano per delle ore, a Libration era cos tutto il tempo.

1. Serge July parla durante unassemblea generale.

2. La sperimentazione, le lotte e lespoir immense de changer la vie. Non si trattava di giornalismo oggettivo, ammette Maren Sell, redattrice di Libration negli anni delle lotte femministe. Quando tra le strade di Parigi si chiedeva a gran voce di legalizzare laborto, ad esempio, il giornale non solo fu solidale con il movimento, ma si impegn per realizzare una serie di rportage dettagliati sulle brutalit degli aborti clandestini: le giornaliste andavano ad assistere di persona agli interventi chirurgici che poi descrivevano con cura negli articoli, corredati da fotografie. Di fronte alla notizia di una ragazza che aveva perso la vita in seguito a un aborto clandestino, le donne della redazione di Lib dichiarano in prima pagina Nous sommes en deuil (siamo in lutto). Non si trattava di un vero titolo, quanto piuttosto di un cris de cur, spiega Sell, un grido sentito. Nous ne voulons plus de mortes parmi nous! Laissez nous vivre!, si legge ancora nella prima pagina. chiaro che non si trattava di informazione oggettiva, ma di partecipazione alla societ, alla vita, con la speranza e perch no la convinzione, di poter cambiare luna e laltra. E cambiare la vita significava andare a ricercare anche le piccole storie, secondarie ma significative, e dare loro una voce che altrimenti non avrebbero avuto. Era ci che accadeva in 4

modo particolare durante la lotta contro il sistema giudiziario, quando Libration (che appoggiava le rivolte dei penitenziari e le evasioni) incaric uno dei suoi cronisti di seguire tutti i processi che si svolgevano allinterno del tribunale di Parigi. Le condanne pi bizzarre trovavano spazio in prima pagina, in modo da mettere in evidenza le contraddizioni del sistema giudiziario allora considerato un nemico assoluto. Erano piccole avventure, belle da leggere. Ma era anche una visione del mondo: si andava a scoprire la realt dai margini, perch questo era tutto ci che accadeva ai margini, spiega il giornalista Gilles Millet. Forse nessuna pagina fu mai tanto focalizzata sui margini quanto quelle della rubrica Vrai art nouveau, dedicata allarte di arrangiarsi nella vita quotidiana attraverso piccoli trucchi per non pagare o risparmiare soldi. Fauche qui peut, freghi chi pu, si legge in un catenaccio. Volevo creare una rubrica del sabotaggio, del furto, perch era cos che vivevamo: senza un soldo, racconta lideatore Frdric Joignot. Ai lettori si spiegava, ad esempio, come bloccare il contatore dellelettricit, come ottenere soldi dai distributori automatici, come ingannare le compagnie di trasporti per viaggiare gratis. E, naturalmente, la rubrica si alimentava grazie ai contributi degli stessi lettori. Non eravamo dei ladri, eravamo dei recuperatori. Avevamo una morale: non rubavamo che alle istituzioni o alle grandi imprese, precisa il collaboratore Franois Pignet. Ma il giornale, in quelli che furono soprannominati Les annes Lib, si spinge ancora oltre. Per appoggiare la campagna contro la proibizione delle droghe, Libration pubblica regolarmente, in una pagina che aveva la stessa impostazione grafica dellaggiornamento della Borsa di Le Monde, i prezzi e la qualit dellhashish in vendita a Parigi. Eppure liniziativa che agli occhi del pubblico francese pass davvero il limite della decenza, fu unaltra: la pubblicazione, senza alcuna censura, dei petites annonces, gli annunci e gli interventi dei lettori sulle tematiche erotiche e sessuali in generale, e del Courrier des lecteurs, dove gli stessi argomenti erano approfonditi in chiave ironica. Era lo specchio di unepoca: la famosa liberazione sessuale era dentro Libration, dentro gli annunci e dentro il Corriere spiega Grard Lefort attraverso questi mezzi si esprimeva qualcosa che non poteva essere scritta in un giornale. Significava la liberazione di tutti i fantasmi, eterosessuali o omosessuali. Per i giudici, invece, si trattava pi semplicemente di oltraggio al pudore e istigazione alla dissolutezza. Ben presto, dalla voce imbarazzata dei procuratori, gli annunci pubblicati da Libration risuonarono nelle aule giudiziarie colme di persone che ascoltavano loffesa ai buoni costumi, e la direttrice del giornale, Zina Rouabah, fu perseguita per apologie du crime et du sexe. 3. Lib je taime, moi non plus: la rinuncia. 5

Se da una parte il giornale cercava un contatto sempre pi diretto con il suo pubblico, assumendone il punto di vista o dandogli direttamente la parola, dallaltra Lib andava modificando la sua posizione politica, allontanandosi progressivamente dalla sinistra estrema, e acquisendo una veste sempre pi social-democratica. Il linguaggio marxista-leninista era gi stato abbandonato dopo il primo anno di attivit. A partire dal 77 la politica organizzata gioca un ruolo sempre minore. Lorizzonte non pi la rivoluzione, lorizzonte siamo noi, spiega Philippe Gavi. Quando, nellottobre del 77, i terroristi della Fraction Arme Rouge, (che tenevano in ostaggio il leader tedesco Martin Schleyer, e dettavano le condizioni del ricatto proprio attraverso Libration) dirottano un aereo della Lufthansa e ne assassinano il pilota, il giornale si smarca apertamente dallorganizzazione di estrema sinistra titolando la prima pagina: RFA-RAF: la guerre des monstres. Con questo gioco di acronimi i terroristi e la Repubblica federale tedesca venivano messi sullo stesso piano. Le conseguenze furono immediate: il 23 ottobre, un centinaio di estremisti appartenenti al Mouvement autonomiste, occupano la redazione di rue de Lorraine. Ma i giornalisti rifiutano di pubblicare i testi degli Autonomes, e, il 24 ottobre, il giornale non esce. Lepisodio segna una rottura netta con la corrente politica che aveva portato alla stessa nascita del giornale.

Nello stesso tempo, le vendite sono in calo probabilmente proprio a causa della trasformazione dimmagine: il giornale ha perso la sua aura di estrema sinistra, ma non ancora riuscito ad allargare il suo pubblico. La necessit di una riorganizzazione per migliorare la qualit del giornale, si fa sempre pi evidente. Le assemblee generali non riescono pi a prendere delle 6

decisioni. allora che lidea di stabilire una gerarchia inizia a prendere corpo, e quella dei salari uguali per tutti, a perdere senso. Lultima assemblea si riunisce nellinverno dell81 e dura pi di dieci ore. Sul tavolo c lunica (ma dolorosa) proposta che pu mantenere in vita Lib : fermare tutto e ricostruire daccapo ogni cosa, come ricorda Rouabah. Il giornale non sarebbe esistito senza lutopia, ma questa, in un determinato momento, poteva uccidere Libration. Succede cos nella vita, e allora nel 1980 bisogna scegliere, commenta Gavi. Cos, dopo otto anni di utopia, appunto, la maggioranza sceglie di fermare lattivit e consegnare tutti i poteri a July (mentre qualcuno si licenzia e abbandona) per riorganizzare unquipe, e rilanciare un nuovo Libration. Il giorno seguente, esce un numero speciale intitolato Libration je taime, moi non plus. La citazione della canzone di Serge Gainsbourg riassume efficacemente limpasse nel quale il giornale era intrappolato (crisi politica, o crisi esistenziale che fosse): c lespressione di una nostalgia, e allo stesso tempo lidea che bisogna cambiare spiega July come dire, labbiamo amato e non lo amiamo pi. Succede nella vita, e non soltanto per i giornali. 4. Libration II. Nel maggio 1981, dopo tre mesi di assenza, e in concomitanza con lelezione di Franois Mitterand alla presidenza della Quinta Repubblica, Libration torna in edicola. Limpostazione grafica differente, con il rombo rosso dietro il nome della testata (che rimasto fino ad oggi), e la fotografia del giorno che riempie gran parte della prima pagina, soltanto il primo, pi superficiale, cambiamento. Nel giro di pochi mesi, infatti, tra le pagine di Lib, compaiono le prime pubblicit. Nella nuova redazione, composta in parte dai vecchi collaboratori, in parte da giornalisti provenienti da altre esperienze, si stabilisce una gerarchia. E arrivano i primi partner finanziari. Dal 1983 al 1996, l80% del capitale passa dai lavoratori dipendenti a degli investitori esterni. Ci significa che la testata pu diventare propriet di chiunque abbia abbastanza denaro per acquistarla. Il nome del giornale, nato come una promessa cui rimanere fedeli, diventa un marchio da lanciare sul mercato. Infatti, Libration 2, pur conservando una propria linea editoriale, tende questa volta a competere con i suoi diretti concorrenti: le due maggiori testate della stampa nazionale quotidiana, Le Monde e Le Figaro. in questo periodo che il giornale di riferimento della sinistra francese inizia ad assumere la fisionomia di un quotidiano dinformazione, pi che di opinione. E con la nuova veste pi professionale, in un certo senso la tiratura di Libration parte bene e continua a crescere fino agli anni Novanta. La formula si fa via via pi articolata: il giornale viene regolarmente affiancato da hebdomadaires, settimanali che approfondiscono tematiche politiche e culturali, e contemporaneamente, mantenendo un respiro internazionale, Lib mira a radicalizzarsi

nel territorio della Francia, rafforzando le redazioni locali lontane da Parigi (la prima sar quella di Lione). 5. Lo stile. Se gli anni Settanta furono una sorta di laboratorio dove ricercare e quando necessario inventare una pratica giornalistica, gli anni seguenti permisero a Libration di affilare le armi dello stile, e guadagnare definitivamente la fama di una testata autorevole. In Francia, infatti, fu il primo quotidiano a sperimentare i metodi del rportage e dellinchiesta, che ben presto diventarono una caratteristica distintiva del giornale. C una cultura dellinchiesta a Lib racconta July in controcorrente rispetto a tutto il resto della stampa. Ad esempio, Lib, negli anni Settanta si ritrova da solo in Iran, al momento delle grandi manifestazioni, a coprire un avvenimento di cos grande portata. Rportage e inchieste sono, per quella quipe che ha come icona Jean-Paul Sartre, la nuova letteratura. Lo stesso Sartre raccomandava di impiegare, nella scrittura, un linguaggio chiaro ed efficace, un crit-parl (scritto-parlato) che permettesse di mantenere il pi possibile laderenza alla realt, a allo stesso tempo la vicinanza con il pubblico. O meglio, con il popolo: linformation vient du peuple et retourne au peuple. questa aderenza alla realt che sta alla base della cultura dellinchiesta, eredit che il giornale conserva fino ai nostri giorni, e che lo contrappone al giornalismo pi propriamente politico e istituzionale, tipico delle altre testate generaliste. Le grandi firme come Jean Rolin, Jean Atzfeld e Florence Aubenas, reporter di Libration, hanno avuto il merito di sfatare il clich secondo il quale la stampa francese non avrebbe la capacit tipicamente anglosassone di mettere in forma di racconto linchiesta e il rportage in modo da valorizzarli. In linea con questa impostazione comunicativa la progettazione delle prime pagine (le Unes): delle grandi fotografie che devono parlare immediatamente al lettore (per fare questo, il quotidiano si dotato di unagenzia fotografica, la VU). E poi il titolo: estremamente sintetico, spesso in tono ironico o grave, dialoga con limmagine. Si tratta di una scelta che, graficamente, avvicina la prima pagina del giornale alla copertina di un libro. Proprio grazie alla loro forza comunicativa, alcune di queste Unes sono rimaste nella memoria del pubblico francese: hanno fatto sorridere, hanno scandalizzato, hanno influenzato lopinione pubblica. Una pagina che qualcuno trov geniale, qualcun altro irrispettosa, ad esempio, fu quella che nel 1992 dava notizia dellattentato al Papa. Sopra un primo piano delluomo assorto si legge: Giovanni Paolo II: visita lampo in paradiso. Ancor pi irriverente fu uno dei titoli che, diversi anni prima, raccontavano lagonia (durata mesi) del dittatore spagnolo Francisco Franco: Franco, alors a vient? (Franco, allora succede? si leggeva in una prima pagina del 1975). E qualche giorno dopo, in occasione della 8

morte, ecco un altro titolo provocatorio: Unique regrette: il est mort dans son lit (unico rimpianto: morto nel suo letto). Durante le elezioni presidenziali del 2002, quando tutto il mondo stava a guardare la Francia col fiato sospeso, poich al secondo turno cio a un passo dalla presidenza , a sorpresa, era arrivato Jean Marie Le Pen (candidato del Front National, partito francese di estrema destra, successivamente sconfitto da Jacques Chirac), Libration ide una prima pagina estremamente efficace nella sua semplicit. Si trattava della fotografia del primo piano di Le Pen (in una posizione che ricorda molto i ritratti fascisti di Mussolini), con la parola a tutta pagina Non. Quel giorno Lib aument la propria tiratura del 300%, vendendo ben 700.000 copie.

Come spiega Serge July, Libration il quotidiano che ha il pi alto numero di lettori occasionali. Sono in tanti quelli che lo comperano solo una due o tre volte alla settimana, a seconda della prima pagina. Ma lespressivit de la Une non lunico espediente che mira a parlare in maniera pi diretta al lettore. Lo stesso formato, il tabloid, pi piccolo rispetto a quello scelto dagli altri quotidiani generalisti (Le Monde, ad esempio, un berlinese) lo rende pi fruibile e informale. Un confronto con lorganizzazione complessiva di Le Monde mostra come questo sia strutturato in rubriche tematiche che raccolgono le notizie, e come invece Libration rinunci a una classificazione

in favore di una registrazione pi naturale degli eventi, in modo che le informazioni si impongano al lettore senza mediazioni. Anche lo stile riflette quellidea di base, tipicamente sessantottina, di voler mettere la cultura alla portata di tutti. Per questidea, e per la tendenza alla sperimentazione, Libration fu uno dei primi giornali ad allestire la versione online (www.liberation.fr), oggi ricchissima di contenuti. 6. Requiem o relance? Lultimo appello di Lib. Raggiunto il suo apice negli anni Novanta, la parabola piegata dalla situazione economica di difficolt che colpisce la stampa cartacea in generale torna a scendere. Le vendite calano progressivamente, finch, tra il 2005 e il 2006, le condizioni, aggravate dagli scontri tra i dipendenti e gli azionisti, diventano allarmanti. Il 14 settembre 2006 la redazione di Libration prende la parola e si rivolge direttamente (come ha spesso fatto durante i suoi oltre trentanni di storia) ai lettori, per spiegare loro la situazione che il giornale sta attraversando, e soprattutto, ristabilire quel contatto diretto col pubblico che ha sempre contraddistinto la testata. Nel lungo editoriale intitolato Un page difficile dans lhistoire de Libration, si legge:
Aujourd'hui, il nous reste peu de temps et peu de moyens. C'est pourquoi nous lanons cet appel aux lecteurs et aux amis de Libration. Nous avons besoin de vous. Besoin de vous entendre. Besoin de savoir que nous ne sommes pas seuls dplorer cette disparition lente, silencieuse, d'une presse libre et indpendante. [] Avec vous, Libration vivra. Sans vous, il n'a plus de raison d'tre, ni de paratre chaque jour. [Oggi ci restano poco tempo e pochi mezzi. per questo che lanciamo questo appello ai lettori e agli amici di Libration. Abbiamo bisogno di voi. Bisogno di capirvi. Bisogno di sapere che non siamo soli a deplorare questa sparizione lenta, silenziosa, di una stampa libera e indipendente. Con voi Libration vivr. Senza di voi, non c pi ragione dessere, n di comparire ogni giorno].

Qualche mese prima, il 30 giugno, Serge July, cio colui che incarnava Libration (come si legge nello stesso articolo), colui che animava la redazione, era stato costretto ad abbandonare lattivit. Quando, infatti, la crisi fu tale da rendere necessario un nuovo investimento economico, douard de Rothschild, che da qualche mese era lazionista di riferimento (ironia del destino, Rothschild era amico di Nicolas Sarkozy, che proprio in quellestate divent Presidente), dichiar che avrebbe accettato una ricapitalizzazione solo nel caso in cui July e Louis Dreyfus (direttore generale) avessero lasciato la redazione. I due accettano e abbandonano. Salut, Serge, titola 10

Libration. Tra le tante voci che salutano lo storico direttore di Lib c anche quella di Eugenio Scalfari, che ricorda July nel 68, come il ragazzo che aiutava Sartre. E mentre qualcuno dichiara che lideale sarebbe avere un giornale che sopravvive agli uomini qualcun altro, come il cofondatore Bernard Lallement, vede la fine del giornale, e, in generale, del periodo in cui scrivere aveva un senso. Sulle pagine di Le Monde, la risposta di de Rothschild non si fa attendere: Libration ha bisogno di supporto morale e finanziaro, Libration na pas besoin de requiem, replica secco luomo daffari. July, da parte sua, si congeda con un articolo intitolato Pourquoi je quitte Libration. La risposta, July, la d subito, in attacco in attacco: perch lultima cosa che posso fare affinch vivano questimpresa e questa squadra che, nel corso degli anni, hanno creato e pubblicato uno dei pi bei quotidiani del mondo, alcuni giorni, il pi bello di tutti. E, con queste parole, saluta i suoi lettori:
Le chef dorchestre que je fus vous dit adieu. Le journaliste que je suis est infiniment triste de ne plus pouvoir crire ici. Le lecteur que je vais demeurer vous dit tous au revoir. [Il direttore dorchestra che sono stato, vi dice addio. Il giornalista che sono infinitamente triste di non poter pi scrivere qui. Il lettore che continuo ad essere vi dice a tutti arrivederci].

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Bibliografia e link

Baecque Antoine de, Il fallait l'inventer, July l'a fait (liberation.fr) Chalandon Sorj, Ctait il y a mille ans (liberation.fr) De Rothschild Eduard, Libration na pas besoin de requiem (lemonde.fr) Duhamel Alain, La marque July (liberation.fr) Favereau Eric, Il y avait plus qu'un Pacs entre July et la socit (liberation.fr) Homer Sbastien, Libration: un cas dcole pour la presse franaise? (humanite.fr) Lallement Bernard, Une complainte pour Lib (lemonde.fr) Marcelle Pierre, Pourquoi je reste (liberation.fr) Mazari Kahina, Libration enfant de mai 68 ou de mai 81? (liberation.fr) Mongin Olivier, Citizen July et Libration travers les trente bouleversantes (esprit.fr) Plenel Edwy, Sauver Libration (liberation.fr) Rimbert Pierre, Libration de Sartre Rothschild (acrimed.org) Scalfari Eugenio, Le jeune homme qui aidait Sartre (liberation.fr) Schwartzbrod Alexandra, L'idal, c'est qu'un journal puisse continuer au-del des hommes (liberation.fr) Service Mdias, Ce qui se passe Libration (liberation.fr) Sorin Raphael, Les Annes Lib Une a Une (express.fr) Socit des rdacteurs de Libration, Demain Lib (liberation.fr) Socit des rdacteurs de Libration, Une page difficile dans lhistoire de Libration (liberation.fr) July Serge, De la politique au journalisme (esprit.fr) July Serge, Pourquoi je quitte (liberation.fr) Wenz-Dumas Franois, Un je taime moi non plus permanent (liberation.fr) Film-documentario Libration, je taime moi non plus, di Benquet Patrick e Philippe Gavi.

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