Sei sulla pagina 1di 27

LA VIBRAZIONE DEL SUONO e

IL TOCCO DELL’ ORTHO-BIONOMY®

Sperimentazioni di trattamenti
suono-vibrazionali integrati

Tesi di Valeria Bianco

Relatore: Elisabetta Magni Anno 2018


2

Indice

Introduzione

Parte prima: Tecniche Suono-vibrazionali e Ortho-bionomy®


1.1 Tecniche Suono-vibrazionali RnS
1.2 Gli strumenti dell'Operatore Olistico del Suono
1.3 L' Ortho-Bionomy®
1.4 Le fasi dell’Ortho-Bionomy®

Parte seconda: Integrazione Ortho-Bionomy® e Suono


2.1. Applicazione di tecniche suono-vibrazionali e di Ortho-Bionomy®
2.2. Ambiti operativi di trattamento
2.3 Il setting

Parte terza: Esperienze di trattamenti


3.1 Testimonianze di cambiamenti
3.2 Sessioni Suono-vibrazionali e Ortho-Bionomy®

4. Conclusioni
5. Bibliografia
3

Introduzione

L'ispirazione a scrivere questa tesi nasce dal desiderio di integrare la mia professione
di operatrice di Ortho-Bionomy® e di Operatrice Olistica del Suono grazie alla
applicazione delle due discipline armonizzate durante i trattamenti con i miei clienti
effettuati nel mio studio nell'ultimo anno.
La grande maggioranza delle persone arriva al trattamento con disagi causati dallo
stress della vita quotidiana che porta ad uno squilibrio dell’umore: orari frenetici,
ambiente di lavoro pesante, persone al limite del nervosismo..
Fino a qualche tempo fa lavoravo in un ambiente “pesante” con vibrazioni e rumori,
prodotti da macchine che funzionavano ad una velocità oltre i limiti di sicurezza perché
ciò che conta nell’ industria da molti anni, è l’urgenza delle consegne del prodotto per
non perdere il cliente, trascurando la sicurezza del personale e dell’ambiente stesso di
lavoro. Posso dire di essere stata una delle persone fortunate anche se sono stata
quasi costretta a dare le dimissioni ma questo mi è servito per “aprire gli occhi” e
iniziare a vedere sul serio.
Aprire gli occhi e vedere sul serio secondo me significa dare priorità assoluta al mio
benessere, poi quello degli altri in quanto è solo cosi che posso aiutare me stessa a
essere in armonia e in equilibrio e riflettere il mio stato di benessere sulle le altre
persone nella vita quotidiana e professionale.
Se io non ho quel benessere dentro, come posso trasmetterlo agli altri?
Il mio stato di benessere l’ ho trovato nella musica, nel suono, nella vibrazione di una
campana tibetana che ti arriva fino al cuore e ti fa sentire che il tuo cuore è vivo è può
immergersi nella gioia!
Spero che un giorno tutti gli occhi degli esseri umani si possano aprire all’immensa
luce che ci circonda e vibra per noi. Io sono orgogliosa di sentirmi uno strumento di
luce e sono felice di poter trasmettere questa vibrazione attraverso gli strumenti che
Elisabetta e Giovanni mi hanno saputo trasmettere con un ’amore unico.
4

Parte prima: Tecniche suono-vibrazionali e Ortho-bionomy®

1.1 Tecniche Suono-vibrazionali


Nella cultura dominante il suono, in particolare nell’ occidente viene quasi sempre
confuso con la musica. Il suono invece, la pura essenza del suono, proviene da un
mondo archetipo, da un tempo senza passato, dal respiro della Madre Terra, dal
Divino che è in noi respirando nel nostro corpo vibratorio e nell’ Anima del mondo.
Il suono è l’origine di ogni cosa,” In principio era il verbo”, il respiro di madre terra. Il
suono entra in gioco con la potenza della sua semplicità invitando la mente ad
addormentarsi in un profondo sonno ristoratore. Il suono provenendo dal silenzio
non ci appartiene, noi siamo degli strumenti a sua disposizione e per poter essere
tali dobbiamo lasciare andare il nostro ego i modo tale che il suono che riverbera in
modo silenzioso e immoto nel nostro corpo vibratorio, è la guida che ci consente di
entrare in contatto profondo con la nostra vera essenza, la nostra anima. Il suono ci
accompagna con naturalezza e semplicità ad afferrare il senso della vita attraverso
la semplicità di un semplice accordo e degli strumenti a nostra disposizione: un
tamburo, una campana tibetana, la voce e il silenzio. Anche il respiro è già suono,
ascoltando ad occhi chiusi il ciclo sonoro del nostro respiro possiamo sentire anche
solo per un’ attimo il ciclo della morte e della rinascita. Nel suono è racchiusa la
chiave dell’ illuminazione dove la connessione con la nostra anima, la nostra
ombra, la nostra malinconia, il nostro passato si trasforma in musica attraverso i
vari strumenti .Un suono genera infiniti suoni armonici e infiniti suoni in armonia tra
loro sono espressione di un’ unico suono. PLATONE: ci sono due tipi di medicina.
Quella per gli schiavi e quella per gli uomini liberi. Quella per gli schiavi è
sintomatica deve cioè rimuovere rapidamente il sintomo perché possano al più
presto tornare al lavoro .Quella per gli uomini liberi deve capire il sintomo, il suo
significato per la salute complessiva del corpo, per l’equilibrio della persona e per
la sua famiglia. Gli sciamani di tutto il mondo utilizzano il suono per viaggiare oltre
la grande soglia alla ricerca dei frammenti dell’ anima perduta. Se da un lato i
musici suonavano i loro strumenti con intenti esoterici e di guarigione alcuni
matematici come Pitagora preferivano occuparsi del suono attraverso processi
della mente.
5

Pitagora inoltre attraverso il monocordo scoprì i suoni “armonici” all’ interno e per
determinare del suono fondamentale. Il numero dei suoni “armonici” è infinito. Le
tecniche suono-vibrazionali rappresentano un metodo naturale, un’ approccio olistico al
benessere per il corpo, la mente e lo spirito. Si applicano le frequenze del suono al
corpo e alla mente di una persona con l’ intenzione di donare armonia e salute. Il
suono è vibrazione, ha una frequenza specifica. In natura tutto vibra ed emette un
suono: atomi, molecole, DNA, cellule, organi ed ognuno di essi ha una vibrazione
caratteristica. Il corpo umano è un’ insieme di vibrazioni e di onde, se gli organi sono
sani vibrano alla giusta frequenza, mentre quelli ammalati hanno una frequenza
disturbata. Quando il corpo ritrova le proprie frequenze armoniose, ritrova la salute e il
benessere. Molte civiltà antiche e moderne,
come alcune culture indigene, utilizzano il suono
da alcune migliaia di anni per favorire
l'autoguarigione ed avere accesso a livelli più alti
di coscienza. Nella nostra modernità invece
esistono vari tipi di massaggio sonoro con vari
strumenti armonici come ad esempio le
campane tibetane che si utilizzano anche per la
riparazione dei chakra.
Che cosa sono i chakra? Dove si trovano?
Come funzionano? Che significato hanno per
noi esseri umani, come e dove sentiamo la loro
influenza nella nostra vita quotidiana? Perché è
importante conoscerli? La parola chakra sta
diventando sempre più familiare in questi giorni,
ma non è ancora abbastanza chiaro che cosa sia un chakra e come agisca. Conoscere
i nostri chakra significa conoscere la nostra vita e capire come funzionano a livello
interiore ed esteriore. Una conoscenza di base dei chakra ci permette di avere più
successo nella vita, di essere più felici a livello fisico, mentale, emotivo e spirituale.
Chakra è una parola sanscrita (la lingua arcaica dell’ india) e significa semplicemente
“ruota”. La parola chakra indica una ruota che non è statica o immobile. Si muove,
ruota, o gira come un mulinello in un fiume. Un’ altra parola che lo descrive è “vortice”.
Un chakra è un vortice ruotante di vibrazioni, di luce e di energia. La riparazione dei
chakra tende a regolarizzare il funzionamento ristabilendo un corretto e naturale
6

scambio energetico tra i vari distretti corporei.


Nel buddismo tibetano esistono i cinque chakra principali e sono associati ai cinque
Dhyani Buddha, “ i guaritori supremi”, sono in contatto con i cinque elementi: Vento,
Terra, Acqua; Fuoco e Spazio. Questi elementi sono parte integrante di ogni singola
cellula del corpo umano e dei regni animale e vegetale.

I suoni dei chakra: i chakra sono centri di energia o porte di accesso situate nella
spina astrale interiore. Ogni chakra emette un suono che può essere udito quando
siamo in profonda meditazione silenziosa ed ascoltiamo con attenzione specialmente
dall’ orecchio destro. Se sentiamo uno dei suoni dei chakra, usiamo la concentrazione
per lasciarci assorbire nel suono. Se odi Om (Aum), dimentica tutti gli altri suoni o altre
tecniche e concentrati su questo; assorbilo dentro di te. “ Aum è il ponte tra la
coscienza umana e quella cosmica” scrive Yogananda. Quando è in salute e
bilanciato, ognuno dei sette chakra maggiori umani ruota ad una costante e
predeterminata frequenza o vibrazione. Il Chakra della radice ha una frequenza
risonante normale di 256 cicli a secondo, o 256 Hz (il Do centrale del pianoforte). Il
Chakra seguente per altezza, il Sacrale, risuona a 288 Hz, che è la nota Re. E ogni
chakra via via più alto, nel corpo fisico, ha una nota via via più alta della scala, fino al
Si. Questi sette toni o note sono chiamati "Ottava 0". Ogni volta che si sale di un'ottava
(per esempio dal Do centrale, 256 Hz, al Do più alto della scala, 512 Hz) si può notare
come il valore della frequenza raddoppi.
7

Questa caratteristica molto importante è anche uno dei princìpi di risonanza. Notiamo
anche che, come il pianoforte ha diverse ottave sopra l'ottava 0, così ne ha anche quel
veicolo energetico che chiamiamo "Campo di Energia Umana". Gli Uomini hanno
complessivamente cinque ottave associate alla loro Aura, ma solo l'ottava più bassa, la
0, è associata al loro corpo fisico. Ad ottave più alte corrispondono connessioni
energetiche tra persone e dimensioni più elevate, partendo dall'ambiente locale della
persona (ottava 1), alla Madre Terra in senso Globale (Ottava 2), al nostro sistema
solare e in particolare al Sole, l'immediata fonte di tutte le energie "fisiche" che
supportano la vita in questo mondo (ottava 3), alla nostra galassia, la via lattea (ottava
4), e all’energia dell’Universo (Ottava 5).
Comunque, quando si lavora con la terapia del suono, ci si può concentrare sull'ottava
0, l'ottava associata al corpo fisico e ai suoi maggiori centri di energia. Se un Chakra è
un po’ "scordato" e non vibra in armonia, esso può essere ri-accordato attraverso
un processo di vibrazione simpatetica.

Questo è un concetto base della terapia. Le vibrazioni armoniose alla frequenza


corretta entrano direttamente nel campo di rotazione del Chakra e hanno l'effetto di
portare quella sequenza vibrazionale del Chakra indietro alla sua frequenza propria
così che possa funzionare efficientemente come un transduttore di energie provenienti
8

dal campo di energia universale richiesto dagli organi e ghiandole associati al chakra.
I sette princìpi che caratterizzano il suono e che in ultima analisi determinano gli effetti
che il suono ha sul corpo umano e sui suoi sistemi di energia sono: Risonanza, Ritmo,
Melodia, Armonia, Tonalità, Timbro e Intonazione.
Gli obiettivi delle tecniche suono-vibrazionali sono, donare benessere, espandere la
coscienza, ridurre lo stress, equilibrare i chakra , armonizzare, favorire la riduzione dei
problemi del sonno, influenzare la sfera emotiva, stimolare la creatività, lavorare sulle
percezioni profonde, rilassare e tonificare la carica psicofisica, eliminare
progressivamente stati di nervosismo, ansia e angoscia.

1.2 Gli strumenti dell'Operatore Olistico del Suono

L’ intenzione è la base per effettuare un trattamento di tecniche suono-vibrazionali.


Cos’ è l’ intenzione? L ‘intenzione è inviare luce, armonia, pace interiore al ricevente, è
far sì che lo strumento che utilizza l’ operatore olistico sia il mezzo da utilizzare per
mandare l’ intenzione di uno scioglimento di una tensione, che sia fisica emotiva o
emozionale. L’ intenzione funziona moltissimo anche a distanza, in un trattamento di
fase sette di Ortho-bionomy® oppure in un trattamento Reiki.
9

Campane tibetane

Le antiche ciotole erano forgiate con una lega speciale composta da 7 metalli,
connessi ai 7 pianeti del sistema solare:
1 Oro per il Sole
2 Argento per la Luna
3 Ferro per Marte
4 Mercurio per Mercurio
5 Stagno per Giove
6 Rame per Venere
7 Piombo per Saturno
Sono ottimi strumenti per rilassarsi, meditare, fare yoga, ginnastica ma anche per
effettuare massaggi sonori e per energizzare l'acqua. Scopriamo quali sono le loro
origini e come utilizzarle nella vita di tutti i giorni. La campana tibetana, conosciuta
anche come “ singing bowl” è un’ antico strumento musicale originario del Tibet ma
diffuso anche in altre regioni asiatiche tra cui India e Nepal.
Le campane tibetane producono un suono puro ed una vibrazione armonica ed è per
questo motivo che vengono utilizzate come strumenti vibrazionali. La loro origine risale
10

a circa 3 mila anni fa ovvero una fase storica antecedente alla nascita del Buddismo.
Dalla seconda metà del XX secolo questo oggetto venne accolto anche nella cultura
occidentale e iniziò ad essere apprezzato soprattutto come strumento terapeutico.
Possono essere inoltre usate per il cosiddetto massaggio sonoro e quindi per fini
terapeutici: si adagiano in questo caso sul corpo, oppure sul fianco della persona, in
corrispondenza dei chakra e delle specifiche zone da trattare. Una volta posizionate sul
corpo o sul pavimento, basterà percuoterle vicino al bordo con il martelletto e terminare
il movimento portando quest’ ultimo verso l’alto. Le campane possono essere colpite
indifferentemente sia all’ interno che all’esterno. Dopo aver battuto lo strumento si
possono compiere anche delle frizioni e strofinare perciò i bordi della campana in
direzione verticale e/o orizzontale. Per ottenere un suono ancora più morbido si
consiglia di utilizzare nocche delle mani al posto del tradizionale battacchio. La melodia
delle campane, espandendosi con movimenti circolari, scioglierà i blocchi energetici del
corpo stimolando in questo modo guarigione interiore. La campana tibetana è in grado
di produrre suoni in sintonia con le vibrazioni celesti essa restituisce il silenzio
necessario innanzitutto all’ ascolto delle stanze interiori. Accordare il proprio ritmo
vitale a una campana significa rispettare la comune origine che lega tutto ciò che è vivo
a tutto ciò che esiste. Il suono emesso cambia in base a diverse caratteristiche della
campana quali la proporzione con cui sono presenti i vari componenti metallici, lo
spessore e la forma della campana stessa. I sette metalli sono quelli base, ma per
esempio in una campana tibetana conservata al British Museum sono stati analizzati e
trovati ben 12 metalli: argento, nichel, zinco, rame, cadmio, arsenico, ferro, antimonio,
stagno, piombo, cobalto e bismuto .L’esatta ricetta per ottenere la lega originale è
tutt’oggi un mistero e i dibattiti sono ancora molto accesi. Ulteriori fonti raccontano che
le Campane Tibetane proverrebbero dalle zone montuose dell ‘Himalaya, Tibet,
Mongolia, India offerte come recipienti per cucinare oppure usate come strumenti a
funzione taumaturgica, in Nepal le partorienti mangiavano nelle ciotole per ripristinare
la mancanza di minerali; venivano poi usate per ripulire l’ atmosfera dalle energie
negative e dai blocchi emozionali. Nella loro composizione c’ è l’ essenza stessa dell’
intento: armonizzare l’ uomo con il cosmo. Le campane Tibetane vengono ancora oggi
utilizzate nell’ unico Monastero di Nyar Thang in Tibet.
11

Tamburo sciamanico

Il tamburo sciamanico può essere fatto di pelle sintetica oppure che di pelle animale.
Anche il tamburo sciamanico come le campane tibetane è uno strumento di guarigione
Dice Kristofer Twofeathers: "Il tamburo è il battito del tuo cuore, del cuore di tua
mamma, del cuore di tua nonna terra, in concerto con l’universo".
Il tamburo è lo strumento sacro usato da molti sciamani in tutto il mondo perché è lo
strumento principe che rende possibile il viaggio tra i mondi. Con il suono del tamburo,
lo sciamano entra in uno stato di coscienza non ordinario che lo conduce a visitare i
propri spiriti alleati dai quali ricevere il potere della guarigione e conoscenza.
Il legno col quale è costruito
partecipa della stessa sostanza
dell'Albero Cosmico, l'axis
mundi che collega i tre mondi
della cosmologia sciamanica.
La sua costruzione parte dal un
tronco cavo, rappresentazione
simbolica del vuoto che lo
sciamano deve creare dentro di
se per far risuonare gli spiriti
attraverso di lui, così come il
tamburo risuona grazie al vuoto al suo interno. Tradizionalmente si facevano offerte
allo spirito dell'albero destinato ad offrire la propria materia per la costruzione del
telaio, così analogamente si facevano offerte allo spirito dell'animale dal cui sacrificio si
ricavavano le pelli. Ogni pianta e ogni animale hanno un potere specifico che in tal
modo si trasferiscono al tamburo. Il legno appartiene al mondo vegetale e rappresenta
la parte femminile del tamburo, la pelle la parte maschile. Le pelli vengono ricavate da
differenti animali a seconda della zona e della cultura. Esse vengono tese sulla cornice
ancora umide
mediante ganci o corde di modo che asciugandosi acquistino il giusto grado di
tensione. Anche l'impugnatura può essere realizzata con corde o parti delle pelli
tagliate a strisce e poi legate a formare un simbolo di potere per lo sciamano che la
dovrà impugnare.
12

I cimbali

I cimbali sono strumenti musicali a percussione e appartengono alla famiglia degli


idiofoni ciò significa che il loro suono è prodotto dalle vibrazioni dello stesso materiale
con il quale sono costruiti. Il suono dei cimbali è puro, penetrante e lungo.

Kochi carillon

Questi Campanellini Sonori da massaggio terapeutico sono degli autentici strumenti


musicali provenienti da un’ originale creazione di alta qualità. Fatti a mano ai piedi dei
monti Pirenei, ogni campanellino sonoro terapeutico è frutto di una meticolosa
lavorazione artigianale. Il tubo è fatto in legno di Bamboo ed è stato trattato con oli
naturali. All’interno troviamo otto lamelle metalliche che sono state saldate con argento
nella piastra di metallo alla base del tubo di risonanza. L’accordatura precisa crea un
gioco di brillanti toni che sono ricchi di ultrasuoni (overtone). I Campanellini sonori
terapeutici si possono scegliere in 4 tonalità differenti. Ognuna di esse ha un specifico
bellissimo timbro e campo armonico. Vediamole nello specifico: Elemento
Terra: bollino verde Elemento Acqua: bollino blu Elemento Aria: bollino giallo
Elemento Fuoco: bollino rosso
13

I diapason

Noi conosciamo i Diapason perché essi vengono usati per accordare gli strumenti
musicali. Ad esempio la nota musicale LA ha una frequenza di 440 Hz e il DO
centrale ha una frequenza di 261,625 Hz .I diapason terapeutici sono invece accordati
con delle particolari frequenze che producono diversi effetti benefici nel nostro corpo a
seconda della loro frequenza di accordatura .Lo studio di queste diverse frequenze è
stato eseguito dal Centro di Terapia di Sonìdo di Buenos Aires in collaborazione con
alcuni centri ospedalieri argentini e di altri Paesi. Il diapason terapeutico a 128
Hz serve per combattere efficacemente contratture, dolori muscolari e ossei.
Questa frequenza aiuta soprattutto ad alleviare i dolori locali. Il diapason a 128 Hz si
usa quindi sulle zone di contrattura o doloranti. Per allargare la zona di trattamento si
utilizza un accessorio a punta larga (opzionale) per ingrandire la zona di contatto della
vibrazione. Ci sono comunemente due sistemi per "suonare" questo diapason: battere
un rebbio (uno dei due elementi a forca) sul carpo della mano oppure con una speciale
bacchetta di metallo e gomma (opzionale) .Il diapason terapeutico a 136,1 Hz viene
utilizzato per riequilibrare gli organi interni stimolando i famosi punti riflessi e i loro
corrispondenti nei meridiani mappati dalla medicina tradizionale cinese. Viene
utilizzato sui punti dell'agopuntura, shiatzu, riflessologia, digitopressione e
auricoloterapia.
14

L’ Ortho-bionomy®

Il nome di Ortho-bionomy® è, dal 1995, un marchio registrato dei propirtà dell’ OBEAT,
l’ associazione europea che riunisce e forma gli insegnanti, autorizzati alla diffusione
del metodo presenti nelle diverse nazioni. Il simbolo che raffigura l’ Ortho-bionomy® è
un sand dollar, dollaro di sabbia. Il sand dollar è straordinariamente simile a un essere
umano nella sua visione circolare, una specie di rappresentazione arcaica dell’ uomo
rinascimentale di Leonardo da Vinci: è una conchiglia circolare sul fronte della quale
compaiono, tratteggiate, cinque appendici, aperte verso il bordo, che possono essere
intese come una testa, due braccia, due gambe convergenti in un punto centrale: un
cuore a forma di stella. Le cinque braccia non sono differenziate l’ una dall’ altra non si
evidenzia “la testa”; il dottor
Pauls in questo senso
aspirava, trovando conferma in
questo simbolo, a un modello
di uomo privo di testa, inteso
privo di utilizzo di volontà e
razionalità, un uomo in cui il
pensiero non doveva prelevare
sul ‘ sentire’. L’ Ortho-
bionomy® non è una tecnica
bensì una disciplina. Le radici
del termine Ortho-bionomy®
sono le seguenti, Orthos = diritto, corretto Bios = vita, naturale Nomos =norma, legge,
la sua etimologia ci rimanda al greco Ortho-bionomy® può essere definito come
“corretta applicazione delle leggi della vita” .E’ soltanto una parola usata per definire la
filosofia dietro al lavoro che eseguiamo chiamato Ortho-bionomy®. Quel lavoro di fatto
tratta di comprendere il nostro ciclo vitale. Naturalmente mettiamo a fuoco la struttura
poiché è letteralmente lo scheletro su cui è costruita la vita. Quando la tua struttura
funziona in modo corretto, la tua circolazione è più fluida, tu ti senti meglio e così pensi
meglio. L’ Otho bionomy® deve la sua paternità all’osteopatia di cui condivide i
concetti fondamentali anche se nella sua evoluzione ha variato molto dalle sue
modalità tecniche.
15

Il fondatore dell’ Ortho-bionomy® il canadese


Arthur Lincoln Pauls era un dottore in
osteopatia. Parte dell’ Otho-bionomy® se ne
va con lui, non esiste un unico successore,
non si è creata una chiesa né una setta; era
solito dire: L’ Ortho-bionomy® non
appartiene a nessuno, provate ad afferrare
il vento se ne siete capaci. Arthur stesso a
volte non era in grado di spiegare perché
certe sue manovre fossero efficaci, usando
più l’ istinto che l’ intelletto. Chi si avvicina all’
Ortho-bionomy® inizia un percorso evolutivo
e, di conseguenza, un miglioramento della
propria salute. Questa disciplina presenta due pregi: quella di essere completa e di non
essere eccessivamente complicata. Un cammino che non aggiunge o toglie niente alla
realtà ma che vuole semplicemente mostrarla, nella sua interezza e nella sua armonia,
a volte nascosta o velata, ma sempre presente e, come lui pensava a portata di mano.
Questa disciplina si divide in 7 fasi. Le prime tre sono fasi per l’ operatore le altre 4
sono per il cliente. Quindi si parte trattando il cliente dalla fase 4. La fase 4 è fisica e
strutturale, la fase 5 è fisica, viscerale, emozionale nella fase 6 c’ è il contatto con l’
aura della persona e ultima la fase 7 che è a distanza. Nelle prossime pagine parliamo
dettagliatamente di ogni fase. Ecco una “poesia” riguardante le sette fasi composta da
una classe di allievi del dott. Pauls a Chicago nel 1980: Fase 1 - è appena cominciato
Fase 2 - cosa fare! Fase 3 - dipende da me! Fase 4 – apri la porta! Fase 5 – uomo
vivo! Fase 6 – questa è benedizione! Fase 7 questo è il paradiso! Fase 8
dobbiamo aspettare!

Le fasi dell’ Otho-bionomy Per una migliore comprensione ed un facile apprendimento


del metodo, Arthur ha creato sette fasi, per scandire e racchiudere delle linee da
seguire, necessarie alla buona realizzazione di un trattamento di Ortho-bionomy®. Qui
vi presento degli accenni introduttivi, perché soltanto la pratica e la sperimentazione
personale, seguita da professionisti accorti e preparati, può condurre l’ allievo o l’
interessato verso un completo apprendimento.
16

Sette fasi non una di più perché basate sul numero divino per eccellenza, quello primo
delle Scritture, attraverso cui tutto viene creato, maturato e concluso. La maggior parte
di coloro che si avvicinano per la prima volta all’ Ortho-bionomy® rimangono perlessi
quando viene loro comunicato che si inizia dalla fase 4. La giustificazione del fondatore
era che le prime tre fasi non erano altro che la sua stessa evoluzione. Secondo un’
osservazione personale, iniziare dalla fase 4 ha permesso ad Arthur di far raggiungere
all’ Ortho-bionomy® il numero magico 7, (quello dei sette chakra, dei colori dell
‘arcobaleno, delle note musicali, etc.), sebbene in realtà lo sviluppo didattico sia
suddiviso in quattro fasi. Tuttavia il fattore “7” affascinava Arthur, pronto a captare dei
significati ulteriori agli avvenimenti quotidiani della vita.

La fase 4: E’ sia la fase iniziale della disciplina e della tecnica dell’ Ortho-bionomy®,
sia la fase intermedia di una evoluzione che dall’ inconsapevolezza ci porterà a toccare
l’ impercettibilità raffinatissima e puramente intuitiva della fase. La fase 4 prevede una
serie di movimenti per le articolazioni, i muscoli e i tendini, finalizzata a sciogliere le
tensioni e ad individuare le emozioni, insite nei tessuti, fisici ed anemici. Questi
movimenti si basano sulla terza legge di Newton, che afferma: ad ogni azione
corrisponde una reazione uguale e contraria, il principio considerato nelle antiche
filosofie orientali.
La fase 5: L’ aspetto fondamentale della fase 5 è che si impara a ’ non fare’ come i
saggi taoisti e lasciare che le cose accadono secondo tempi e modalità naturali. Se in
fase 4 a un certo punto la parte tesa viene trattata esagerando la posizione stessa fino
a fissarla in quello stato per 20 secondi, nella fase 5 il movimento viene lasciato libero,
si cerca di dare solo un’ impulso iniziale, come in fase 4, per lasciare poi che
l’articolazione avvii dei processi spontanei in movimento
La fase 6: In questa fase, invece, nasce il contatto con l’ aura della persona. Parlare
della fase 6 vuol dire innanzitutto parlare del corpo aurico, Iniziamo a pensare alla fase
6 mettendoci in un atteggiamento aperto, disponibile a toccare, o meglio, a intuire
nuovi misteri riguardanti il mondo soprasensibile umano. Restiamo in attesa, in ascolto,
aperti dai possibili cambiamenti che nascono dal non-fare. Siamo in un campo dove
non ci sono certezze e dove è importante provare, mettersi in una relazione d’ ascolto
e restare testimoni di quello che accade, questo è l’ invito che viene fatto riguardo la
fase 6 .
17

La fase 7: L’ aura è una realtà non completamente visibile ai sensi, probabilmente


anch’ essa spiraliforme visto che in parte si origina dall’ acqua e dai vortici del calore
umano, formato da lingue di umida fiamma ma anche di pensieri, sicuramente anch’
essi della stessa geometria circolare. Nella fase 6 tentiamo di osservarla, vederla,
toccare i suoi piani sensibili con le mani. In fase 7 la si deve intuire per cogliere lampi
e bagliori di quello che siamo in profondità. Per affondare il nostro essere nella sua
vastità.

Forse è bene che l’ Ortho-bionomy® continui ancora così, spontanea e selvaggia, per
un po’ di tempo ancora, perché non si creino chiese intorno ad essa. L’ Ortho-
bionomy® è un piccolo e luminoso gioiellino presente nel frammento variegato delle
pratiche di armonizzazione corporea. Mi auguro che tutti coloro che la conoscono e
coloro che la conosceranno possano lavorare per mantenere in modo sano e
autonomo lo spirito del metodo.
18

Parte seconda: Integrazione Ortho-Bionomy® e Suono

2.1. Applicazione di Tecniche Suono-vibrazionali e di Ortho-Bionomy


Dopo avere messo a proprio agio il cliente, chiedo se porta pacemaker, se è in
gravidanza e se ha problemi particolari di salute, chiedo anche l’ autorizzazione di
poter lavorare con una campana nella posizione del primo chakra, gli faccio firmare il
consenso informativo e lo faccio accomodare sul lettino. Gli chiedo se vuole un
cuscino sotto alle ginocchia, gambe, collo i altri punti del corpo dove desidera un
appoggio o un sostegno, ed inizio a trattare. Inizio a ‘ sentire’ cosa mi vuole
comunicare il corpo, se ha bisogno prima del suono oppure se iniziare a trattare con il
tocco dell’ Ortho-bionomy®. Inizio il trattamento con i diapason, facendo la pulizia
energetica e ancoraggio oppure tre suoni di cimbali oppure con il tamburo sciamanico,
dipende dal cliente e il suo stato energetico. Se sento che il cliente ha una vibrazione
energetica bassa utilizzo il tamburo, se invece è alta utilizzo i diapason o i cimbali.
Ogni caso è a se. Solitamente inizio a sentire con l’ Ortho-bionomy® se lo PSOAS è
contratto.
Cos’ è lo PSOAS? Lo PSOAS è un muscolo laterale vertebrale lombare .Si estende da
ogni lato delle vertebre lombari fino alla parte anteriore della coscia. E’ l’unico muscolo
che collega le gambe alla colonna
vertebrale. Parte dalla vertebra
dorsale (toracica) T12 passando per
le 5 vertebre lombari e finisce sulla
coscia. Tende ad essere sempre
contratto o perché si è un tipo
sedentario oppure perché si è molto
attivi ma non lo si stira mai.
Stare seduto tutto il giorno fa male
alla salute anche perché ti
impedisce di allungare i muscoli
flessori dell’anca, che diventano
sempre più corti e limitano la
gamma dei tuoi movimenti e la
lunghezza del tuo passo, la
19

conseguenza di uno psoas contratto. Sempre secondo Koch, più vivi di corsa, più sei
stressato e più il tuo psoas si accorcia ed è perennemente contratto. Lo stile di vita
peggiora la situazione: le posture sbagliate, i sedili della macchina, le sedie, i tacchi
alti, i vestiti aderenti modificano la tua postura naturale e comprimono questo muscolo
in modo permanente.Se una persona soffre di mal di schiena, problemi al ginocchio o
si sente molto stanco, con buone probabilità è colpa del suo psoas senza rendersene
conto, tende a contrarlo a causa dello stress o di tensioni varie (fisiche o psicologiche)
e questo muscolo, sempre più corto, provoca problemi come scoliosi, dolore al
ginocchio, sciatica ma anche ciclo doloroso, infertilità e problemi digestivi, oltre ad
avere conseguenze sugli organi e ad ostacolare la respirazione col diaframma. Perché
viene chiamato muscolo dell’ anima? E’ collegato anche al diaframma quindi un
muscolo corto ti impedisce di respirare bene e può generare ansia e stress perché
il diaframma è l’organo in cui si avvertono i sintomi fisici legati alla paura. Lo psoas è
cruciale per stabilizzare il tuo corpo e ha numerose conseguenze sulla mobilità,
l’equilibrio e la flessibilità. Solo quando è disteso, questo muscolo è così lungo ed è
in grado di liberare tutta la tensione del corpo: lo psoas ti aiuta a connetterti col
momento presente, quindi allentare la tensione al livello dello psoas può darti una
mano a liberarti dalla paura e dallo stress. Se lo PSOAS è contratto lo allungo con una
manovra di Ortho-bionomy® poi vado alle cervicali, sento i vari punti e dove sento
contratto distendo con la campana sciamanica oppure con un tocco di fase 4/5 di
Ortho-bionomy®. Man mano scendo dalle cervicali, alle dorsali fino ad arrivare alle
lombari sempre con il tocco di fase 4/5 di Ortho-bionomy accompagnata dalla
vibrazione del suono, che sia campana tibetana o diapason. Solitamente prima
appoggio la mano in fase 5 di Ortho-bionomy® nella zona da trattare poi appoggio una
campana tibetana, ho notato che trattando in questo modo la vibrazione del suono si
recepisce più intensa. Le campane le tengo posizionate vicino al lettino in modo da
semplificare al massimo la presa, le appoggio su delle mensole o su dei mobili.
Quando la campana appoggiata su un chakra ha un suono stridulo cerco di
armonizzare i chakra con altre campane appoggiandole sui vari punti del corpo dove
corrispondono ai 7 chakra. Nel sesto chakra essendo il punto tra le sopracciglia non
vado ad appoggiare la campana ma la sorreggo con la mano facendo riequilibrare i
due emisferi passandola da una parte all’ altro.
20

2.2. Ambiti operativi di trattamento

Solitamente i trattamenti li faccio nel mio studio ad Oltrona di San Mamette in provincia
di Como, a clienti individuali, ogni volta è un esperienza meravigliosa, vedere l’ effetto
che fanno le vibrazioni del suono con il tocco dell ‘ Ortho-bionomy® nello sguardo di
una persona trattata che diventa rilassato e sereno .Lo studio si trova in un’ ambiente
circondato dal verde, tranquillo, senza passaggio di auto, dalla finestra si vedono e si
odono uccellini che svolazzano e cantano nel parchetto privato davanti. Nello studio ho
avuto anche degli scambi molto interessanti con delle mie colleghe, anche loro
operatrici olistiche del suono. Con la mia collega Elisabetta Pigni abbiamo avuto
diverse occasioni di scambio di trattamenti con le campane tibetane, tamburo
sciamanico, meditazioni ricevute alla Scuola RnS come “trasferimento del principio
cosciente negli strumenti musicali” “channeling attraverso i chakra” e “pratica
sulle mancanze”.
Sempre con lei c’è stata anche un’ occasione per condurre una serata sonora con
tamburo sciamanico, campane tibetane ed altri strumenti a percussione o armonici a
Brusimpiano in provincia di Varese e ad Oltrona di San Mamette, inoltre ho collaborato
con lei nell’ accompagnarla con i vari strumenti in un saggio di bambini presso la
scuola elementare di Baraggia in provincia di Varese. Abbiamo organizzato insieme
due trattamenti sonori di gruppo con gli anziani del centro RSA “residenze al lago” di
Porto Ceresio. Ho avuto occasione di condurre diverse armonizzazioni sonore anche a
Saltrio. A settembre ho collaborato con Lina Rossini, Operatrice Olistica del Suono,
effettuando trattamenti sonori a disabili e ad un’ operatrice al Centro Don Gnocchi di
Legnano. Con Sonia Zappa abbiamo avuto degli scambi di trattamenti sonori con
diapason. Da ottobre pratico trattamenti sonori utilizzando campane tibetane alle
estetiste di un centro estetico situato ad Appiano Gentile. Ultimamente collaboro con i
colleghi operatori olistici del suono: Francesca Costa, Edoardo Zonta, Ilaria Barbieri,
Sonia Zappa ed Elisabetta Pigni in un progetto di armonizzazione sonora compresa di
poesie e meditazioni a tema.
21

2.3 Il setting

Lo studio dove offro anche trattamenti integrati di Otho-bionomy® e Suono si trova in


una zona molto tranquilla e rilassante e il cliente quando arriva si trova già in uno stato
di tranquillità e benessere osservando il prato
verde, gli alberi, i fiori e udendo il suono degli
uccellini il vento fra i rami degli alberi. Sulle
pareti lilla ho fatto disegnare due immagini, la
prima è l’ albero della vita, la seconda illustra le
posizioni e i colori dei 7 chakra principali con i
loro simboli. Ho scelto il colore lilla perché anch’
esso, come l’ ambiente esterno, mette
tranquillità e benessere. Al mattino viene
illuminato dal sole che irradia le sfere di
cristallo della plafoniera tappezzando le pareti di
colori arcobaleno, ripulendo così l’ energia dello studio. Il pavimento è di legno
rendendo così l’ ambiente ancora più confortevole quando si rimane a piedi scalzi,
soprattutto d’ inverno. Ci sono anche dei mobili di legno dove appoggio le campane
tibetane ed altri strumenti sciamanici cosi da averli ben comodi per quando tratto, al
centro dello studio ho messo un lettino che utilizzo per fare i trattamenti. Oltre al lettino
ho inserito una scrivania con due sedie che utilizzo per scambiare due parole con il
cliente, chiedere come mai ha scelto di venire a fare una trattamento di questo tipo ed
alcune domande sull’ argomento benessere. Prima di fare accomodare il cliente
almeno un ora prima, pulisco strumenti e ambiente utilizzando vari tipi di incensi,
candele, mantra, rendo lo studio confortevole accogliente mettendo una luce soffusa e
riscaldandolo se necessario. Se il cliente è allergico agli incensi, spruzzo un’essenza
rilassante, l’importante che lui o lei si trovino a proprio agio. Dopo avere parlato un po’
con il cliente gli chiedo se porta pacemaker, se è in gravidanza, se ha problemi
particolari , l’ autorizzazione di poter lavorare con una campana nella posizione del
primo chakra. ed avergli fatto firmare il” consenso informato” lo faccio accomodare sul
lettino, se vuole un cuscino sotto alle ginocchia, gambe, collo i altri punti del corpo
dove desidera un appoggio o un sostegno, ed inizio a trattare.
Ascolto cosa mi vuole comunicare il corpo, se desidera prima il suono oppure il tocco
dell’ Ortho-bionomy®. Un volta finito il trattamento faccio accomodare il cliente su una
22

sedia, se vuole condividere quanto ha “sentito” durante il trattamento e come si sente


dopo ci accomodiamo sulle sedie e chiacchieriamo un pò, dopo ci organizziamo per il
prossimo trattamento. Quando il cliente è uscito dallo studio ripulisco gli strumenti e il
luogo preparandolo per il prossimo cliente. Tra un trattamento e l’ altro lascio passare
almeno un’ ora, anch’io ho bisogno di rinfrescarmi energeticamente.
23

Parte terza: Esperienze di trattamenti

3.1 Testimonianze di cambiamenti

Primo caso
Desidero descrivere un’esperienza vissuta da una mia cliente sofferente di fibromialgia,
una patologia causata dallo stress.
Quasi due milioni di italiani soffrono, a volte senza esserne consapevoli, di fibromialgia.
Si tratta di una sindrome muscolo-scheletrica spesso associata al mal di schiena e per
questo motivo non riconosciuta o trascurata.
ll sintomo più frequente della fibromialgia è il dolore, in particolare a livello elle vertebre
cervicali o delle spalle. Per questa ragione può essere definito, superficialmente, come
un mal di schiena. Tuttavia il dolore si può diffondere anche in altre aree del busto. La
tipologia di dolore è molto soggettiva: in alcuni casi, infatti, la sensazione è quella del
bruciore, in altri rigidità, contrattura o tensione. Varia anche nel corso del tempo o
durante la giornata, a seconda dello stress accumulato o del ciclo del sonno.
Circa il 90% dei pazienti affetti da fibromialgia segnala anche un generale senso
di affaticamento e spossamento, definito come astenia, tanto che in alcuni casi può
capitare che vengano diagnosticate, contemporaneamente, sia la sindrome
fibromialgica che quella da affaticamento cronico .Infine, si ritiene che esista un
collegamento tra fibromialgia e alcune forme di ansia e depressione. Si tratta di una
condizione piuttosto diffusa nella maggior parte delle persone che soffrono di patologie
croniche: di fatto, avere a che fare quotidianamente con la sensazione di dolore e
l’impressione che la malattia non migliori mai ha un naturale impatto sull’umore.
Questa mia cliente prima del trattamento aveva dolori alla schiena, fascia lombare e
alle gambe sempre, di giorno e di notte. Al mattino quando scendeva dal letto non
riusciva nemmeno a raddrizzarsi dai dolori alle gambe, doveva camminare a carponi e
solo dopo una mezz’ora riusciva ad alzarsi. Questi continui dolori l’ avevano portata a
una depressione, era sempre nervosa, le saltavano i nervi per niente. Le ho fatto un “
trattamento integrato” con una campana sciamanica sul sacro poi un ‘altro sempre
integrato e sono stati sufficienti per farle sparire i dolori. Con il passare del tempo
andava sempre migliorando, fisicamente e psicologicamente. Ora si è iscritta ad un
corso di latino americano.
24

Secondo caso
Un'altra mia cliente soffriva di bassissima autostima e un dolore forte alla spalla
sinistra. Quando è venuta da me era spenta, aveva momenti di forte depressione e la
esprimeva con rabbia e pianto, le ho chiesto il perché era voluta venire da me e lei mi
ha risposto dicendomi che lnon ne poteva più di come la trattava il suo compagno, non
riusciva a più a reagire alle sue provocazioni inoltre aveva questo dolore forte alla
spalla sinistra, un dolore interno ogni volta che alzava il braccio.
Le spiegai il percorso che avremmo fatto insieme, come funzionava una sessione
Suono-vibrazionale abbinata all’ Ortho-bionomy® e dopo la sua firma del consenso al
trattamento dati abbiamo iniziato una serie di 4 trattamenti. Già alla fine del primo
trattamento avevo notato il suo sguardo più sereno, più limpido, le chiesi di “ascoltarsi”
durante la settimana e di prendersi quotidianamente almeno 10 minuti al giorno per se
e in questi 10 minuti provare ad andare con la mente nei suoi piedi, visualizzarli,
sentirli. Per lei era quasi impossibile riuscire a visualizzarli. Quando la vidi dopo una
settimana era molto più serena, sicura, e la prima cosa che mi disse fu quella della
visualizzazione dei piedi, non riusciva ancora ma ci stava provando tutti i giorni.
Durante la seconda sessione le trattai la spalla sinistra con la fase 5 di Ortho-
bionomy® e con la campana sciamanica, il dolore si era molto alleviato. La terza volta
che la vidi mi disse che era riuscita a visualizzare i piedi e per lei fu un grande
successo perché iniziò a sentirsi il proprio corpo, la vidi più raggiante insomma era
tornata la persona di prima, sicura di sé. Alla quarta sessione non sembrava più la
stessa della prima sessione, ho valutato il suo livello energetico ed era tutto in
equilibrio.
25

3.2 Sessioni Suono-vibrazionali e Ortho-Bionomy®


Svolgo la sessione suono-vibrazionale accompagnata dall’ Otho-bionomy in modo che
il cliente si trovi a proprio agio durante, e soprattutto dopo il trattamento. Come prima
cosa ascolto ed osservo il suo stato vibrazionale ed energetico. Le persone che
arrivano da me per farsi fare un trattamento integrato soffrono di diversi disagi,
insonnia, emicrania, ansia, attacchi di panico, dolori articolari, problemi di circolazione
dovuti la maggior parte da un disequilibrio dei chakra causato dallo stress quotidiano,
oppure vengono semplicemente per dedicarsi un ora di benessere, per coccolarsi un
po’. Durante la sessione vado ad ascoltare dove c’è un blocco o un disequilibrio di un
chakra, in base all’ altezza del chakra utilizzo una campana tibetana più o meno
grande. La campana tibetana più grande la utilizzo all’altezza del primo chakra per
riequilibrare, oppure all’ altezza dei piedi per radicare, la campana tibetana più piccola
la utilizzo all’ altezza del settimo chakra che oltre a riequilibrare il chakra alleggerisce e
rinfresca la mente. La campana tibetana la appoggio in un punto del corpo dove
corrisponde il chakra ed inizio a farla suonare strofinandone il bordo oppure facendo
uscire un suono dando un tocco con il battacchio sempre sul bordo della campana.
Solitamente per alleviare dolori articolari vado in fase 4/5 di Ortho-bionomy ® oppure
utilizzo la campana sciamanica, sfiorando il bordo in senso antiorario, invece per
riarmonizzare i chakra vado in fase 6 di Otrho-bionomy ® e utilizzo le classiche
campane, posso utilizzare anche la campana sciamanica strofinandone il bordo in
senso orario. Durante una sessione di trattamento integrato utilizzo oltre alle fasi di
Ortho-bionomy®, le campane tibetane anche i diapason che trovo molto versatili , li
utilizzo come le campane tibetane, sia per una pulizia dell’ aura che per riequilibrare i
chakra. Se trovo il cliente energeticamente basso utilizzo il tamburo sciamanico.

La sessione Suono-vibrazionale abbinata al “tocco” dell’ Ortho-bionomy® lo trovo un


metodo completo di ascolto sia fisico che vibrazionale, entro in contatto, in profondità
delicatamente con il cliente.
26

4. Conclusioni

Ogni volta che tratto qualcuno anch’io mi sento più rilassata, più in pace. Credo che
fare un trattamento olistico significa comunicare con l’altra persona in modo armonioso,
ascoltando le vibrazioni del suo corpo e le sue emozioni.
La maggior parte delle persone che tratto sono vittime di questo mondo fatto di
frenesia in tutti i settori, dall’operaio al manager.
Non hanno il tempo di ascoltarsi se non in quell’ora di trattamento suono-vibrazionale
in cui staccano la spina da tutto e si dedicano finalmente al proprio benessere, che sia
fisico o spirituale. Tutto o quasi gira intorno alle cose materiali, esterne, l’avere più che
l’essere, l’ apparire e il sembrare forti davanti ad un mondo che ti schiaccia che ti
ascolta se non nel caos quotidiano. La società di oggi è portata sempre più ad una vita
frenetica, viviamo schiacciati dal nostro ego, pensando che un’ora di pace risolva il
conflitto di una vita ma non è cosi.
Non si risolve tutto in 45 minuti, forse neanche in 45 anni. E' necessario che ognuno
prenda in mano le redini della propria vita e favorisca il cambiamento, la
trasformazione verso un nuovo benessere di corpo, mente e anima.
Cerchiamo la felicità, la luce, la pace nel cuore andando in giro per il mondo non
sapendo che il mondo, l’ universo intero lo abbiamo dentro di noi vivendo il momento,
il qui ed ora la presenza.
Non ci accorgiamo che Facciamo fatica a rimanere centrati sul nostro compito in
questa vita, AMARE SE STESSI.
27

5. Bibliografia

Il TAO DEL MAL DI SCHIENA un trattato di Ortho-bionomy® di Alex Lattanzi


Edizione Baul

ORTHO-BIONOMY® l’arte semplice dell’ armonia psicofisica di Gino Fioravanti


Edizioni Mediterranee

IL TEMPO DI UN ABBRACCIO Corpo e Spirito dell’ Ortho-bionomy® di Margherita


Brugger Editrice Italica

GUARIRE CON LE CAMPAN TIBETANE, S. Shrestha, Nuova Ediz. Ampl. Il Punto


d’incontro 2013-2014

IL POTERE DELLA GUARIGIONE DEI SUONI, Goldman J.,Vicenza Il Punto


d'incontro, 2007

IL GRANDE MANUALE DEL REIKI, Carmignani U., Magnoni A., Oggioni S. Età
dell'Acquario Edizioni

Potrebbero piacerti anche