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Smettere di fumare

messenger
23:38

Buonasera Elia.
Non pensavo di dover dire così tanto, raccontando il modo che ho adottato e adattato per smettere di
fumare. Certamente tu sei stato la mia fonte di ispirazione principale. Non avendo bene capito la
sequenza o il procedimento, ho dovuto adottare un fai-da te alquanto improvvisato. Questo è il mio
racconto. Se vuoi puoi pubblicarlo e inserire il mio nome, non ci sono problemi. Infinitamente
grato, Salvo.
Eccomi qua. Provo a vedere di ricostruire il procedimento che ho adottato per smettere di fumare.
Se devo essere sincero ancora non ci ho capito una mazza ???dei vari metodi proposti da Elia. Però
mooooolto efficaci di sicuro lo sono! Di questo ne son certo! Io sono agli inizi e ancora ho un “ po'
molta “ confusione a riguardo, avendo letto tanto in poco tempo. Ora però devo concentrarmi bene
per ripercorrere ciò che pensai. A quanto pare non utilizzai l'algoritmo.
Piccola premessa: smisi di fumare a gennaio del 2007, dopo 25 anni di continuo intossicamento.
Nel 2017 riiniziai per un mese e poi smisi. Nel 2018 idem, anche due mesi. A luglio del 2019
riiniziai (tanto riesco nuovamente a smettere, mi dissi!), ma questa volta mi sbagliai
clamorosamente. E ce l'ho fatta a smettere solo il 13 gennaio 2020. Qualche giorno fa, insomma.

Questo è il procedimento che adottai:


Punto one : Ho provato a chiedere: sei disposto ad aiutarmi a smettere di fumare? Notai un aumento
di respirazione. Lo presi come risposta affermativa.
Punto Two: ho iniziato a visualizzare immagini negative dove mi vedevo con la sigaretta in bocca,
fiacco, insicuro, malato. Ho immaginato cioè due scene. Nella prima mi vedevo sulla poltrona
intento a non fare una beata mazza e sfumazzando beotamente. Nella seconda mi son visto di fronte
ad un mio cliente, dove mi sentivo insicuro, ingobbito e piuttosto sofferente.
Punto three: ora è stato il momento delle super immagini super positive.
Nella prima mi alzavo repentinamente da quel cavolo di poltrona, diventavo LUMINOSO e iniziavo
a sistemare velocemente casa e poi uscivo energicamente a passeggiare o correre fuori.
Nella seconda immagine ( e qua mi sono sfogato , ho dato il meglio perché bisognava dare il
meglio!! ) mi sono visto fiero dietro il bancone della hall dove lavoro. Mi sono visto diventare
enorme e luminoso, luminosissimo! Salto a piè pari sul bancone (sempre luminoso ed enorme) alzo
le braccia al cielo e salto giù davanti al cliente, più luminoso e grande che mai!! E di fronte al
cliente mi soffermo e assaporo la mia nuova energia. Chiacchiero sicuro e fiero. Mi sento forte e
radicato. Ed è proprio questa ultima immagine, cioè da quando sono dietro al bancone a quando
salto dall' altra parte, che adopero quando arriva la voglia di accendere una sigaretta. È la mia
sequenza battagliera. Mi induce presenza. Mi suggerisce di tirare sempre le redini quando occorre.
Mi dice di prendere l'iniziativa per non farmi mai trovare impreparato! È la mia mossa vincente. È il
mio scacco matto insomma!!

Quindi ho semplicemente sostituito le immagini negative con quelle positive.


Punto four: questo preciso momento ha sorpreso anche me, ve lo assicuro!
Ho chiesto (non avendo esperienza, ma soprattutto non avendo uno schema ben preciso da seguire,
so bene che non avrei dovuto fare questa domanda, ma la spontaneità ha preso il sopravvento. La
scozzata mi sa che ancora non la conoscevo ) : tra quanto tempo potrò iniziare a smettere di fumare?
A sorpresa una voce interiore prese il sopravvento e disse sicura, piena di sé e orgogliosa:
DOMANI!!!!
Mi lasciò nel panico più completo! In un millesimo di secondo mi ritrovai a immaginarmi il giorno
dopo senza la sigar dopo colazione, dopo il caffè, quando salgo in auto o quando sono incazzato.
……. Ma come già domani ???????Che disastro!! Ma come farò!!! La vocina però trasudava
sicurezza. Pronta a condividere con me l'estasi della trasformazione, la sentivo piena e decisa:
sapeva quel che voleva! E iniziai a farmi penetrare da questa energia di rinnovamento.
E la mattina dopo, molto serenamente smisi di fumare ???!!!!
PS: Avendo smesso per circa 13 anni, so molto bene come ci si sente quando non si fuma!!E
immaginarmi stanco, deluso e sofferente è stato facile, per uno come me che ha sperimentato per
tanti anni la lucidità mentale, la voglia di vivere, la freschezza, la presenza e tanto altro derivati dal
non essere più dipendente di una sostanza che mi castrava a molti livelli.
Troppo bravo, sei un maestro. Lo devo pubblicare per forza.
Fine della conversazione in chat
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Mio cugino,
un bravo imprenditore che vive nel varesotto, qualche mese fa si trovava in Argentina per delle
commissioni. Mentre discuteva, a tavola, con alcuni manager, ad un certo punto uno di questi
chiede la sospensione o il rinvio dei lavori a causa di un forte mal di testa. Il mio parente gli dice: "
Fai finta di trovarti al porto, sdoppiati in due persone, quella con il mal di testa prende la nave;
quella senza, rimane a terra. Adesso fai partire la nave. Saluta te stesso che si trova a bordo, intanto
la nave si allontana sempre di più fino a scomparire". Immediatamente gli domanda: "E' scomparsa
la nave?", questi risponde di Si, e mio cugino:"Allora sei guarito!". L'uomo solleva un po' la testa e,
meravigliato, rivela:"Non avverto più dolore!?". Quindi i lavori riprendono come previsto.
Quando mi raccontò la storia l'ho invitai a provare con altri soggetti e tenermi al corrente dei
risultati, inoltre consigliai di prendere le persone di sorpresa, insomma non dare loro tempo di
riflettere.
Da allora ad oggi ho ricevuto tante telefonate riguardanti casi risolti. A tutte le chiamate non ho fatto
altro che raccomandare di prendere appunti in modo da poterli studiare e pubblicare, ma il parente
ha sempre ripetuto: "Uso la stessa tecnica!".
Ovviamente, non potendo pubblicare cose ripetitive, gli ho chiesto di annotare almeno le situazioni,
il contesto, ecc. circa la messa in opera della tecnica. Da quello che ho capito, non gli piace
scrivere, quindi, non appena mi arriva uno squillo mi faccio descrivere il caso in modo dettagliato.

Casi trattati da mio cugino:

Caso 1
Mi trovo in discoteca, chiedo ad una donna se vuole ballare. Risponde che ha mal schiena
nonostante l'assunzione di alcuni farmaci: la invito a salire sulla nave e allontanarla: scomparsa la
nave, finito il dolore. Si diverte tutta la sera e mi ringrazia per il lesto intervento.

Caso 2
Mi trovo in auto con un imprenditore tessile, questo lamenta mal di gola e febbre e riferisce di
rinviare l'incontro concordato per motivi di salute. Gli chiedo di fermarsi alla prima area di servizio,
lo invito a salire sulla nave, ecc. dopo dieci minuti scompare sia il mal di gola sia la febbre.

Caso 3
Sono all'aeroporto e discuto con una addetta, questa conferma il disguido circa una consegna e che
la sua capo, essendo in uno stato di forte depressione, non è in grado di risolvere la situazione. Mi
faccio accompagnare da lei: rivela uno stato depressivo ansioso, la metto sulla nave e subito dopo si
sente bene. Questa chiede se sono in grado di farla smettere di fumare, allora per non mandarla
nuovamente sulla nave la invito a pensare ad una cosa spaventosa. Risponde che la cosa peggiore è
quella di trovarsi allo stadio.
Le faccio immaginare di trovarsi sugli spalti mentre vede se stessa nel campo di calcio infinito,
quindi, lei si allontana sempre di più fino a sparire. Il giorno successivo la donna mi invia un sms:
"non fumo più". Rispondo: "lo sapevo già".

Caso 4
Costola inclinata
Un conoscente lamentava dolore al petto a causa di una frattura alla costola, l'ho mandato in
crociera, ma il dolore non gli è passato, poi ha svelato che il cognato, chirurgo, gli aveva dato il
verdetto: aveva una costola inclinata. Pensavo al mio primo insuccesso, ma più tardi mi ha chiamato
per far sapere che il dolore era scomparso.

Caso 5
Dolore ai piedi
Ero in discoteca a Napoli, una donna aveva dolore ai piedi, chiedo di toccare il punto più dolente,
dopo di ciò la mando in crociera. Dolore estinto.

Caso 6
In Ufficio
Ero in ufficio con un cliente, la mia segretaria sembrava un po' sofferente, ma non ho dato peso alla
cosa. Ad un certo punto mi chiede un Aulin: avvertiva un forte mal di testa, prontamente la mando
sulla nave. Un minuto: dolore estinto.

Caso 7
In sala da ballo
Un ballerino doveva esibirsi, ma aveva male alle gambe, confessa di soffrire sovente di simili
disturbi: lo spedisco sulla nave, tutto passa e si esibisce in modo eccellente. Il giorno successivo,
sempre nella stessa sala, ritrovo lo stesso ballerino con il torcicollo, gli faccio immaginare una
parete bianca con un buchetto, lui deve diventare piccolo e entrare nel foro. Dolore estinto. Nota:
l'avevo già mandato in crociera, allora ho utilizzato una variante.
...

Caso 15

Diario
Non appena riceverò una chiamata da mio cugino la trascriverò

Oggi 1o Marzo 2010, ore 14,00. Ieri sera, in discoteca, c'era una donna con il mal di schiena, volevo
farle provare la consolidata tecnica, ma ha preferito tornare a casa.
Stamattina l'ho chiamata per sapere come stava: ancora dolore. Allora, l'ho mandata, comunicando
via telefono, in crociera e ha riferito di stare meglio, dopo due ore, telefona per farmi sapere che il
dolore è scomparso.
Ore 20.00, sono andato trovare un amico per un dolore all'inguine, ho toccato il punto più dolente e
poi mandato sul transatlantico. Dolore finito.

12 Marzo 2010
Ieri pomeriggio alle ore 15,00 si è presentato il marito di una mia dipendente per sperimentare ll
metodo per smettere di fumare. Ho chiesto che cosa non gli piace, ha risposto: "Che mio figlio
faccia un incidente stradale", ho replicato che non era il caso di utilizzare un simile evento, quindi
ho domandato se gli piacesse il calcio, ha risposto di No, allora l'ho mandato allo stadio e fatto
attraversare il campo da gioco. Stamattina, alle ore 8:00, è venuto ad accompagnare la moglie in
ditta e ha confermato di aver smesso di fumare.
Alle ore 15:00, la moglie del signore, cioè la mia dipendente, ha voluto provare la stessa tecnica in
quanto accendeva una sigaretta ogni 5 minuti. Ho chiesto se le piacesse il calcio, ha risposto di No,
allora ho spedita anche lei sugli spalti. Terminato il turno di lavoro ha fatto sapere di non aver
ancora fumato.

Oggi 15 Marzo 2010, ore 11:17.


Ho appena ricevuto la telefonata da mio cugino Pino, che risiede in Gorla Maggiore (VA) e nuovo
allievo di neuro-programmazione digitale. Ieri ha ricevuto una visita da una amica che l'ha invitato
a pranzo sul Lago maggiore. Durante il tragitto il parente ha raccontato un po' di successi che
otteneva utilizzando le mie tecniche. Questa ha chiesto se le toglieva il vizio di fumare. Mio cugino
si è fermato su una piazzola di sosta e le ha fatto sperimentare il metodo. Sono arrivati sul lago, un
passeggiata e poi a pranzo. Finito di desinare, la donna ha acceso una sigaretta e ha replicato che il
suo procedimento non funzionava, ma il parente ha risposto che doveva attendere un po' di tempo
affinché la cosa si organizzasse nel cervello.
Comunque, un'altra passeggiata sul grande lago e poi a consumare un amaro al Bar. Ad un certo
punto, la donna ha preso il pacchetto di sigarette, l'ha appoggiato su un tavolo e ha detto: "L'ho
lascio qui, non ho più voglia di fumare!".
Stamattina, alle 9 e 30 si è recato in Banca: la cassiera soffriva di un dolore alla cervicale,
prontamente l'ha invitata a sperimentare il metodo: si sono appartati in una stanzetta e dopo un
minuto il malore è scomparso (la nave che si allontana).
Dopo questo, ha fatto sperimentare la tecnica per smettere di fumare al direttore della Banca, come
già concordato.
Prima di concludere la chiamata ha riferito che sia il marito della sua dipendente che la dipendente
stessa hanno smesso di fumare. Il marito ha accompagnato la moglie in azienda appositamente per
far sapere di aversi, finalmente, tolto il vizio di fumare.

Alle ore 12:20, mi arriva una chiamata da un altro allievo, un medico che risiede nel nord Italia,
questi aveva trattato ultimamente, con efficacia, due casi complessi in una sola seduta, tra cui una
"depressione maggiore" e si scusa per non aver ancora trascritto i casi che dovevano essere di
imminente pubblicazione. In sintesi ilcaso di depressione: "si presenta in pronto soccorso una
signora che soffre da 30 anni di depressione maggiore, il medico le fa sperimentare una metodica,
detta in gergo "doppia dissociazione", e dopo un po' la signora, sorridendo, afferma di stare bene. Il
marito, che l'aveva accompagnata e che da 30 anni non la vedeva ridere, rimane sconvolto.
Successivamente la donna fa sapere di non prendere più farmaci, ma l'allievo medico le consiglia di
non eliminarli drasticamente a causa della dipendenza farmacologica. La signora ignora il consiglio,
soffre per una settimana di crisi d'astinenza e guarisce completamente.

Ore 14 e 31
stavo per effettuare gli ultimi aggiornamenti quando mi è arrivato ancora una chiamata da Pino, mio
cugino, che afferma di aver eliminato, ad una donna, e per telefono, un dolore causato da ernia al
disco. Questa si è rifiutata di immaginare di trovarsi sul transatlantico, allora l'ha fatta entrare in uno
stadio di calcio.
Un minuto e mezzo: dolore scomparso.
Ho spiegato al parente che avevo pubblicato già un articolo circa l'ernia al disco e che nella maggior
parte dei casi, nonostante la TAC conferma l'esistenza, trattasi di contrazioni spamodiche di muscoli
intervertebrali. Insomma, l'ernia al disco è l'affezione più semplice da risolvere.
Infatti nella news di seguito è riportato un pezzo che riguarda il caso
http://www.nienteansia.it/news-utenti/viewart.php?idart=44

"Cosa dire della sintomatologia del dolore? Abbiamo incontrato persone sofferenti di cervicale e di
ernia al disco. Abbiamo svelato loro che non tutti quelli che avevano problemi di cervicale ed ernia
avvertivano dolore e che il dolore non era altro che un’espressione del loro pensare. Sarebbe stato
meglio, quindi, apprendere le modalità di pensiero dei soggetti che avevano la soluzione. Qualcuno
ci aveva posto un problema di ecologia, ma abbiamo risposto che nel 90% dei casi, gli
indolenzimenti erano dovuti alla contrazione cronica di piccoli muscoli intervertebrali causati
dall’aver preso una certa dose di raffreddamento. Abbiamo esposto anche la nostra opinione circa
l’ernia al disco: nella maggior parte dei casi, trattasi solo di contrazioni della muscolatura
scheletrica e che i risultati della tomografia, TAC, era una fenomeno che, statisticamente parlando,
coinvolgeva una naturale casistica sociale".

19 marzo 2010, ore 11 e 47, nuova chiamata da mio cugino. Tutti i casi trattati circa il problema del
fumo sono riusciti, tranne l'ultimo. Il metodo che ho applicato al Direttore di banca non ha
funzionato. Risultati positivi mi sono arrivati dal soggetto con la costola rotta: non avverte più
dolore da quando gli praticai la tecnica. Il procedimento non funzionò subito perché questi fu
condizionato dal cognato medico, ma funzionò nel giro di due ore.
Ho ripetuto al parente che bisognava prendere le persone di sorpresa perché quando queste sono
colte alla sprovvista non hanno tempo di mettere atto protezioni e ti fanno entrare nel sistema neuro-
spico-fisiologico senza resistenza, infatti, la sorpresa fa cambiare automaticamente la modalità di
programmazione del cervello. Ovviamente, se si concorda un incontro, le barriere sono parecchie,
allora noi prima di procedere aspettiamo che il soggetto sperimentale cambi autonomamente
modalità di pensiero. Ad esempio, se la persona respira di petto vale a dire che elabora le
informazioni nel sistema V; se respira a livello diaframmatico, elabora i dati nel sistema A; se
respira con l'addome, attiva il sistema K. Noi aspettiamo che la persona cambia modo di respirare e,
quindi, procediamo. A volte, per non aspettare, facciamo cambiare la sua posizione (postura): se è
seduto, lo facciamo alzare; se ha le spalle abbassate, invitiamo ad alzarle; se siede con il corpo
piegato, spieghiamo sia meglio raddrizzare il dorso ecc.

Per eliminare il vizio di fumare utilizzavo questo metodo, mio cugino un altro.

La scozzata
Chiesi alla signora se avesse chiara nella mente l’immagine che la costringeva a fumare
(l’immagine deve essere associata). Rispose affermativamente. Le suggerii di creare una nuova
immagine ove si vedeva matura e competente in cui aveva già smesso di fumare (L’immagine deve
essere dissociata). L’invitai a rendere la prima, grande e luminosa; la seconda piccola e scura. La
guidai, allora, a trasformare l’immagine grande e luminosa in un’immagine piccola e scura, ma allo
stesso tempo, la seconda immagine doveva diventare grande e luminosa. Raccomandai di ripetere
l’esercizio ancora quattro volte. Terminato l’esperimento, domandai se fosse in grado di creare la
prima immagine, rispose di no; le annunciai che il metodo era riuscito. La tecnica della scozzata è
esposta in dettaglio nel libro “Usare il cervello per cambiare” di Richard Bandler – Casa editrice
Astrolabio – Roma, 1986.

Ancoraggio parte 3 (tratto dal libro 'Algoritmo life')


Provate l’ancoraggio con un vostro conoscente. Chiedete di pensare a un’esperienza piacevole e
appena notate qualche cambiamento nella sua respirazione, tono muscolare, colore della pelle,
movimenti oculari etc., poggiate una mano sul suo ginocchio (va bene anche il braccio, spalla ecc.,
dipende dalla situazione in cui vi trovate). Via via che individuate dei cambiamenti, aumentate
leggermente la pressione e quando si sono stabilizzati, togliete semplicemente la mano. Chiedete,
poi, di pensare un’esperienza sgradevole e quando scorgete nuovamente dei cambiamenti, posate
l’altra mano sul suo ginocchio braccia o spalla … contro laterale e appena i mutamenti si sono
stabilizzati, toglietela. Fate una pausa e poi verificate se la prima ancora si è fissata: basta poggiare
la mano dove avete ancorato l’esperienza piacevole, se otterrete gli stessi cambiamenti osservati in
precedenza, vuol dire che il procedimento ha funzionato; passate, quindi, a controllare l’altra
ancora; se queste non sono attecchite, ripetete l’esperimento. Una volta sicuri che le ancore abbiano
fatto presa, premete contemporaneamente le due mani sui punti delle ginocchia, spalla o altro, ove
avete ancorato le esperienze: osserverete sul viso della persona la comparsa simultanea delle due
risposte ancorate, una sulla metà destra e l’altra sulla metà sinistra. Ciò vuol dire che ancore si
stanno integrando. Completata l’integrazione, un minuto, un minuto e mezzo, togliete le mani.
Durante l’integrazione, il soggetto penserà all’unisono le due esperienze perché queste si trovano
adesso nello stesso spazio-tempo e non più dissociate, come prima. Il volontario potrà accusare un
senso di confusione, ma non riuscirà più ad accedere all’esperienza sgradevole, ma solo a quella
mista. Infatti, se mettete la mano dove avete ancorato la prima o la seconda esperienza otterrete
sempre una risposta integrata. (Adesso per la legge della varietà necessaria, le alternative non sono
più due, ma tre che faranno parte al regno delle scelte). Si può ancorare con un gesto, un’ancora
visiva; con un suono o una parola, un’ancora auditiva, o come, nel nostro caso, un ancora
cenestesica (terminologia della casa editrice Astrolabio Ubaldini). A proposito c’è un nuovo
assioma, “non si può non ancorare”, anzi, senza accorgervene lo farete sempre e tutti i giorni. In
genere, non è possibile non ancorare, quindi, lo userete col tono di voce e con la postura. Utilizzate
perciò, quando divenite più esperti, un tono di voce ad un atteggiamento leggermente differenti in
modo da fissare meglio le due risposte non verbali. Provate un altro giorno ad impiegare il
procedimento a scopo terapeutico. Identificate lo stato sintomatico che la persona vuole cambiare e
ancoratelo. Cercate nella sua storia personale la risorsa più appropriata per neutralizzarlo, cioè
l’esperienza opposta, e ancoratela. Integrate poi le due risposte. A proposito, le risorse possono
essere anche inventate o meglio costruite, non c’è differenza, in quanto sia le esperienze realmente
vissute sia quelle immaginate percorrono le stesse vie neurali. Se il soggetto si sente soddisfatto
dell’integrazione, procedete con il ricalco nel futuro, altrimenti cercate risorse più adeguate. Per
mettere le risorse al passo con il futuro, non dovete fare altro che tenere premute le due ancore e far
identificare i contesti futuri ove si preferirebbe che le risorse emergano. Potrebbe essere l’ufficio, la
casa, la strada, dal medico etc. o tutti, luoghi ove la risposta problematica si manifestava
involontariamente. Ovviamente si possono stabilire ancore in tutte le modalità sensoriali. Anche gli
odori e i gusti possono essere ottime ancore.

Il cane di Pavlov

l’equipe di ricercatori, guidata da Pavlov, nella prima fase della sperimentazione, mostrava del cibo
ad un cane; questo non appena cominciava a salivare, emetteva dei suoni mediante un campanello.
Dopo un lungo condizionamento riuscirono a far salivare il cane ogni qual volta squillava il
campanello. Nacque l’idea del condizionamento stimolo-risposta. Nell’uomo le cose stanno in
modo leggermente diverso: basta solo pensare alle cibarie per produrre la salivazione. Lo stimolo
risposta non è altro quello che noi chiamiamo ancoraggio.

Nota 2
Guarigione rapida delle fobie procedemmo in questo modo: ”Immagina di vedere te stessa prima di
manifestare la reazione fobica, possibilmente in bianco e nero… Adesso, trasformi l’immagine fissa
in un filmato e guardati fino al momento immediatamente successivo alla fine dell’esperienza
spiacevole … Ora, ferma la ripresa ed entra nell’ultimo fotogramma, in modo da osservare, con i
tuoi occhi (associazione) e a colori, l’ambiente circostante … Fai partire velocemente il film
all’indietro, in un paio di secondi. Tutte le cose si muoveranno al contrario, proprio come quando si
riavvolge la pellicola di un film … Adesso pensa alla fobia per sapere se ti dà ancora noia” …

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