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Dante Alighieri
testi
2. La Vita nuova e le Rime 6
Nelle quattro canzoni• che costituiscono il gruppo delle rime “petrose”, questa è l’ultima, ed
6 è anche riconosciuta come la più efficace realizzazione della “petrosità”.
Le strofe (o stanze) sono sei, ciascuna composta di dieci endecasillabi e tre settenari con
Dante Alighieri la prima parte divisa in due (ABbC ABbC: le maiuscole indicano gli endecasillabi e le minu-
Rime scole i settenari) e la seconda parte (CDdEE); il congedo ripete lo schema della prima parte.
no (di fuor) così da rivelarsi, il te invocando pietà; ma (ed) egli vita, questo malvagio (esto Egli (Amore) mi ferisce (fiede)
mio cuore trema più fortemente sembra intenzionato (messo) a perverso), che mi tiene diste- sotto il braccio sinistro (manco)
che al pensiero della morte, la negarmi ogni grazia. so in terra e supino (riverso), così fortemente, che il dolore si
quale già mi divora (mi man- 36. Dido: nell’Eneide del poeta incapace di ogni movimento ripercuote nel cuore; allora dico:
duca) ogni facoltà conoscitiva latino Virgilio (70-19.a.C.), Didone, (d’ogni guizzo stanco): allora si «Se egli alza un’altra volta (la
(senso) con la potenza (li denti) la regina di Cartagine, ospita alzano grida nella mia immagi- mano), la morte mi avrà finito
di Amore; cioè la forza (vertù) Enea e se ne innamora ma si uc- nazione atterrita (non potendo (chiuso) prima che il colpo si sia
di quei denti logora (bruca) il cide quando l’eroe troiano riparte io emetterle realmente); e il abbattuto.
pensiero, così che ne impedisce (Libro IV). sangue, che è sparso per le 53-65
la sua funzione (opra). Egli vene, scorrendo velocemente Così potessi vederlo (Amore)
(Amore) mi ha gettato a terra, 40-52 confluisce verso il cuore, che lo
Egli (Amore) alza di tanto in spaccare in due (per mezzo) il
e mi sovrasta con quella spada richiama (per rafforzare lo spiri- cuore della donna crudele che
con cui uccise Didone, Amore tanto la mano, e toglie ogni to vitale), facendomi impallidire
speranza (sfida) alla mia debole sbrana il mio! Dopo di ciò per
che io invoco e prego umilmen- (rimango bianco per il terrore). me non sarebbe più cupa (atra)
Il Medioevo
L’autore e l’opera: Dante Alighieri
2 Copyright © 2012 Zanichelli Editore SpA, Bologna [6201der]
Questo file è un’estensione online del corso B. Panebianco, M. Gineprini, S. Seminara, LETTERAUTORI - edizione verde © Zanichelli 2012
ch’Amor per consumarmi increspa e dora testi
65 metterei mano, e piacere’le allora. 6
la morte, verso la quale mi sto 65. e piacere’le allora: il tono è derei da vicino e fissamente in circa sei ore a quelle indicate). Le
avviando rapidamente a causa sarcastico. quegli occhi dai quali escono ultime due ore canoniche della
della sua bellezza; perché que- 66-78 le faville che mi infiammano il preghiera erano quelle della sera
sta bandita assassina (scherana Se io avessi preso le sue belle cuore, che io porto ucciso (da e, precisamente, Vespro, al tra-
micidiale) e ladra (perché ha trecce, che sono diventate per lei), per vendicarmi dei suoi ri- monto, verso le 16.30-17.00; Com-
rubato il mio cuore), mi colpi- me scudiscio e frusta (ferza), fiuti (lo fuggir che mi face); e poi pieta (la prima ora dopo il buio,
sce tanto nel sole (di giorno), stringendole prima dell’ora la perdonerei con amore. verso le 18.00) era accompagnata
quanto nell’ombra (nel rezzo, terza del giorno (prima delle 68-69. anzi terza… e squille: dal suono (squille) delle campane
di notte). Ahimè, perché ella nove), con esse passerei il po- nel Medioevo la giornata era dell’Angelus.
non grida per causa mia, come meriggio e la sera (il suono delle suddivisa in ore corrispondenti 79-83
io grido per lei, nel mio rovente campane, squille, dell’Angelus), ai momenti di preghiera nelle O canzone, recati direttamente
burrone (borro) della passione? e non sarei (nei confronti della comunità religiose: Notturno è da quella donna che mi ha ferito
Che subito (tosto) griderei: «Io donna) pietoso e cortese, anzi mezzanotte e Mattutino si riferi- il cuore e mi sottrae (m’invola)
vi soccorro»; e lo farei volentieri, farei come l’orso quando scher- sce alla seconda parte della notte; ciò che più desidero (cioè il suo
dal momento che (sì come quelli za; e se Amore ora mi frusta Laudi, all’alba; Prima, poco prima amore), e trafiggile il cuore (per
che) poserei la mano su quei (con quelle trecce, ne), allora io dell’aurora, alle 7.30; Terza, alle lo cor) con una freccia (d’amo-
biondi capelli che Amore per mi vendicherei con più di mille nove; Sesta, mezzogiorno; Nona re), perché, con la vendetta, si
distruggermi ondula (increspa) (sferzate nei confronti di quelle tra le due e le tre pomeridiane acquista molto onore.
e indora (dora), e allora le pia- ricevute). Inoltre (ancor) la guar- (per orientarsi basta aggiungere
cerei.
Prima strofa Il poeta dichiara di voler usare un linguaggio aspro, immagini di duro realismo e un ritmo martellante per espri-
mere la violenza di una passione non corrisposta per una donna bella ma crudele, abile nell’evitare i colpi diretti
contro di lei ma micidiale nel colpire a sua volta.
Seconda strofa Il poeta ribadisce l’impossibilità di difendersi e descrive la condizione dell’amante non ricambiato: la donna è
indifferente al suo amore, ma è in cima ai suoi pensieri come il fiore sta sulla sommità del ramo, sicché il dolore
consuma lentamente la sua anima come una lima spietata.
Terza strofa Il poeta descrive gli sforzi per nascondere il suo amore, come se si vergognasse: il cuore gli trema più che al
pensiero della morte, e Amore gli divora l’intelletto assalendolo con la stessa spada con cui uccise Didone.
Quarta strofa Il poeta riprende l’immagine della lotta con Amore che, immobilizzandolo, lo ferisce a morte sotto i colpi della spada.
Quinta strofa Il poeta prova un sentimento di ribellione, si augura che la donna possa soffrire anch’essa per amore.
Sesta strofa Ribaltando i ruoli, il poeta sogna: è solo davanti alla donna, la guarda fisso negli occhi e la tratta senza riguardo;
e Congedo ma poi, ottenuto il suo amore, la perdona con un bacio. Nel Congedo il poeta, svanito il sogno, invita la canzone
a ferire il cuore della donna con una freccia d’amore.
LAVORIAMO 1. La poetica. L’inizio della canzone contiene due importanti dichiarazioni di poetica
SUL TESTO quali sono?
2. Il contenuto della lirica. Sintetizza il contenuto di ciascuna stanza, poi esponi il
tema della canzone.
3. I sentimenti dell’io lirico. Dinanzi alla crudeltà della donna petra qual è il sentimen-
to dominante dell’io lirico: amore oppure odio? Motiva la tua risposta.
4. L’asprezza. Rintraccia nel testo le parole dal suono duro, anche in rima tra loro (per
esempio petra-impetra), che confermano il contenuto «aspro».
5. La guerra amorosa. Individua nel testo le parole e le immagini che rimandano alla
visione dell’amore come battaglia fra la donna crudele e il poeta innamorato.
Il Medioevo
L’autore e l’opera: Dante Alighieri
4 Copyright © 2012 Zanichelli Editore SpA, Bologna [6201der]
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