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. di cui 7 trattano di “Res edificandi”/ “Res edificatoria” (la materia che riguarda la costruzione)
. gli ultimi 3 libri trattano dell’idraulica, delle macchine di ingegneria bellica e degli orologi
. si pensa che nel 24 a.C. venga recitato/letto in pubblico —> “Recitationes” (eventi x presentare
le innovazioni letterarie) evento per il quale si pensa che abbia anche scritto le prefazioni (nelle
prefazioni Vitruvio affronta questioni …!…) ?
ITALIANO
Dinocrate, architetto orgoglioso delle proprie idee e della propria ingegnosità, quando Alessandro
prese il potere, partì dalla Macedonia alla volta dell’esercito, desideroso dei favori regi. Egli dalla
patria portava lettere di presentazione di congiunti e amici per gli alti ufficiali e i dignitari, per avere
più facile accesso al re, ed essendo stato accolto da costoro con cortesia, chiese di essere
introdotto il più presto possibile da Alessandro. Pur avendoglielo promesso, tuttavia indugiavano
aspettando un momento propizio. Pertanto Dinocrate, ritenendosi raggirato da costoro, cercò in
se stesso l’aiuto. Poiché era assai alto, di aspetto gradevole, assai notevole per beltà e dignità del
portamento, fidando in questi doni di natura, lasciò i vestiti nell’alloggio, si unse completamente il
corpo di olio, si coronò il capo con una fronda di pioppo, coprì con un vello leonino l’omero
sinistro, e impugnando con la destra una clava si diresse verso il tribunale dove il re amministrava
la giustizia. Avendo la visione singolare attratto gli sguardi della gente, Alessandro lo notò.
Rimirandone la beltà comandò che gli fosse fatto largo per avvicinarsi, e gli chiese chi fosse. E
quegli disse: “Dinocrate, architetto macedone, e porto a te idee e progetti degni della tua fama. E
infatti ho dato al monte Athos la forma di una statua virile, sulla cui mano sinistra ho disegnato
mura cittadine dal circuito molto ampio e sulla destra una patera che raccogliesse l’acqua di tutti i
fiumi che si trovano in quel monte, così da essere riversata lì in mare”. Alessandro, essendo
allettato dal tipo di progetto, subito chiese se intorno vi fossero campi che potessero nutrire tale
cittadinanza con produzioni di granaglie. Avendo assodato che ciò non era possibile se non con
trasporti per mare, disse: “Dinocrate, apprezzo l’originale disegno del progetto e me ne rallegro,
ma ritengo che il parere di chi deducesse una colonia in quel luogo verrebbe biasimato. Poiché
come un neonato senza il latte della nutrice non può nutrirsi né essere portato ai momenti
successivi della vita che cresce, così una città senza campi e l’arrivo dei loro frutti entro le mura
non può crescere né potrebbe, senza abbondanza di cibo, avere gran numero di abitanti né senza
mezzi mantenere il popolo. Pertanto, pur ritenendo apprezzabile il progetto, così credo sia da
respingere la scelta del luogo; voglio inoltre che tu sia con me, poiché mi avvarrò del tuo
operato”. Da questo momento Dinocrate non si separò dal re e lo seguì in Egitto. Colà
Alessandro, come notò un porto naturalmente protetto, un emporio non comune, campi di grano
per l’intero Egitto, i grandi vantaggi del gigantesco fiume Nilo, gli comandò di costruire una città
col suo nome, Alessandria. Così Dinocrate, avvalendosi dell’aspetto e del portamento dignitoso
del proprio corpo, pervenne a tale fama. A me invece o imperatore la natura non assegnò un
corpo alto, l’età ha deformato il viso, le malattie hanno indebolito le forze. Pertanto, poiché sono
privo di queste risorse, otterrò i tuoi favori, come spero, grazie agli aiuti del mio sapere e degli
scritti.
LATINO
Dinocrates architectus cogitationibus et sollertia fretus, cum Alexander rerum potiretur, profectus
est e Macedonia ad exercitum regiae cupidus commendationis. is e patria a propinquis et amicis
tulit ad primos ordines et purpuratos litteras, ut aditus haberet faciliores, ab eisque exceptus
humane petît, uti quamprimum ad Alexandrumperduceretur. cum polliciti essent, tardiores fuerunt
idoneum tempus expectantes. itaque Dinocrates ab his se existimans ludi ab se petît praesidium.
fuerat enim amplissima statura, facie grata, forma dignitateque summa. his igitur naturae
muneribus confisus vestimenta posuit in hospitio et oleo corpus perunxit caputque coronavit
populea fronde, laevum umerum pelle leonina texit, dextraque clavam tenens incessit contra
tribunal regis ius dicentis. novitas populum cum avertisset, conspexit eumAlexander. admirans ei
iussit locum dari, ut accederet, interrogavitque, quis esset. at ille: 'Dinocrates', inquit, 'architectus
Macedo, qui ad te cogitationes et formas adfero dignas tuae claritati. namque Athon montem
formavi in statuae virilis figuram, cuius manu laeva designavi civitatis amplissimae moenia,
dextera pateram, quae exciperet omnium fluminum, quae sunt in eo monte, aquam,ut inde in
mare profunderetur'. delectatus Alexander ratione formae statim quaesiit, si essent agri circa, qui
possent frumentaria ratione eam civitatem tueri. cum invenisset non posse nisi transmarinis
subvectionibus: “Dinocrates', inquit, 'attendo egregiam formae compositionem et ea delector, sed
animadverto, si qui deduxerit eo loci coloniam, fore ut iudicium eius vituperetur. ut enim natus
infans sine nutricis lacte non potest ali neque ad vitae crescentis gradus perduci, sic civitas sine
agris et eorumfructibus in moenibus affluentibus non potest crescere nec sine abundantia cibi
frequentiam habere populumque sine copia tueri. itaque quemadmodum formationem puto
probandam, sic iudico locum inprobandum; teque volo esse mecum, quod tua opera sum
usurus”. ex eo Dinocrates ab rege non discessit et in Aegyptum est eum persecutus. ibi
Alexander cum animadvertisset portum naturaliter tutum, emporium egregium, campos circa
totam Aegyptum frumentarios, inmanis fluminis Nili magnas utilitates, iussit eum suo nomine
civitatem Alexandriam constituere. Ita Dinocrates a facie dignitateque corporis commendatus ad
eam nobilitatem pervenit. mihi autem, imperator, staturam non tribuit natura, faciem deformavit
aetas, valetudo detraxit vires. itaque quoniam ab his praesidiis sum desertus, per auxilia scientiae
scriptaque, ut spero, perveniam ad commendationem.
ANALISI
- Dinocrate (architetto di Alessandro Magno) viene citato in diverse fonti ma con nomi diversi:
come “Keirocrate” —> a lui si attribuisce un ruolo nella costruzione di Alessandria d’Egitto e del
Mausoleo di Efestione (amico dell’imperatore)
- Dinocrate si presenta ad Alessandro vestito come Ercole —> un principe universale erculeo ha
bisogno di un grande architetto erculeo —> si presenta come lo specchio di Alessandro: si
presenta come architetto-plasmatore delle idee del principe
- monte Athos (oggi sacro al cristianesimo ortodosso) è un promontorio che si sviluppa dal mare
in Grecia—> che viene plasmato a forma di eroe/sovrano “sulla cui mano sinistra ho disegnato
mura cittadine dal circuito molto ampio e sulla destra una patera che raccogliesse l’acqua di tutti i
fiumi che si trovano in quel monte” —> Alessandro boccia il progetto perchè difficile da rifornire
con il grano
IL MERCATO ROMANO
. Come nel mondo greco il mercato romano si sviluppa sull’agorà, e cioè con il centro cittadino,
che all'inizio non si distingue dal Forum. Il Foro romano infatti, nel periodo repubblicano, appare
costituito in gran parte da tabernae, e cioè botteghe per la vendita delle merci.
. Quando Roma aveva un solo Forum, questa piazza serviva per le adunanze publiche, per i
giudizi e per il mercato. Successivamente vi si aggiunse la Curia cinta di portici e di tabernae,
templi e basiliche per i processi.
—> Varrone, nel suo "De Lingua Latina" lib IV, fa derivare la parola Forum dal verbo ferre (portare),
come luogo dove portavano le loro controversie e le merci da vendere. Festo conferma che per
Forum si intendesse il luogo dei giudizi, dei pubblici discorsi e dei mercati o fiere posti lungo le vie
consolari, come il Forum Flamini ed il Forum Julii.
—> Isidoro, nel suo lavoro "Origine" lib XVIII c XV deduce la etimologia di Forum dal parlare in
quanto luogo dove si agitavano le liti. Vitruvio, vissuto ai tempi di Augusto, nota che i Greci
facevano i Fori di forma quadrata cinti da portici amplissimi e doppi con architravi di pietra o di
marmo e con passaggi sopra i soffitti.
. Nelle città d'Italia invece c'era l'uso di dare combattimenti gladiatorii nel Foro per cui i porticati
dovevano consentire la vista sulla piazza mediante intercolumni più larghi, ponendo sotto i portici
le taberne argentarie (agenzie di cambio) e nel piano superiore dei palchi che potevano sia come
loggioni che per la riscossione delle tasse.
. Il Foro Romano in epoca arcaica dunque veniva utilizzato per i giochi atletici o gladiatorii e a fini
commerciali. Tuttavia con lo sviluppo della società dell'antica Roma, il foro divenne un centro
politico ed economico. La Curia, sede del Senato e il tempio di Saturno, sede dell'Erario pubblico,
curavano questi aspetti. Con la crescita di Roma crebbe anche il Foro Romano, come uffici e
centro politico prima dell’Urbe e poi dell’Impero, i nuovi edifici monumentali si sostituirono alle
tabernae che si dislocarono in vari luoghi della città, sempre chiamati Fori, destinati a mercati
specializzati.
. In tutte le città antiche ne fu centro il Foro, cioè la piazza "publica" che era il centro di tutti gli
affari pubblici e privati. Roma da uno che ne ebbe all'inizio, ai tempi dello storico Sesto Aurelio
Vittore, del IV secolo d.c., se ne contavano diciassette. La forma poi, doveva essere, per Vitruvio,
rettangolare con proporzione fra lunghezza e larghezza di 3 a 2. Pertanto i Fori di Roma ed italici
erano piazze rettangolari cinte di portici con taberne ed edifici publici come la Curia, l'Erario, le
basiliche, i templi e il carcere. Ma oltre a ciò contenevano i mercati.
. Questi mercati si distinsero a seconda delle merci che vendevano: Forum Vinarium, Forum
Piscarium, Forum Olitorium, Forum Cuppedinis, Forum Suarium, Forum Bovarium.Forum:
Fori Venalia
i fora venalia erano più piccoli di quelli civili, specializzati però per tipologia di prodotto, e vennero
edificati lungo il Tevere, nei pressi di Porto Tibernius, con il forum Suarium ai piedi del Quirinale
verso il Campo Marzio. Si può immaginare la grande estensione e ricchezza di questi mercati se
per ogni tipo di prodotto si costruiva un mercato apposito
Significava che quel prodotto si vendeva lavorato in vari modi e con vari sottoprodotti esibiti sulle
diverse bancarelle, di modo che si potesse variare nell’acquisto di un medesimo genere. Per
esempio il pane poteva essere di vari tipi, e pure dolce o salato, a galletta o a biscotti. Così la
carne di maiale poteva essere venduta cruda o cotta, o insaccata, o in varie parti, dallo zampone
alla braciola e cos’ via.
In nome di questa incredibile varietà di offerta dei vari cibi si erano edificati diversi Fori:
. Varrone (de Lingua Latina lib IV) informa che nel Macellum non si tenevano nè giudizi nè
adunanze e in questo differiva dal Forum. La sua etimologia deriverebbe, come narra Festo, da un
tal Macello che aveva commesso a Roma diversi latrocini per cui venne condannato nell'anno 573
dai censori Emilio e Fulvio i quali gli requisirono la casa adibendola alla vendita delle vivande. Tale
notizia è confermata tradizione da Donato e da Varrone.
Macellum Liviae
O Macellum Livianum o Liviani. Un grande mercato fatto costruire da Augusto che lo fece
intitolare alla moglie Livia, per altri invece dedicato a sua madre da Tiberio nel 7 a.c. è riportato
nella mappa severiana, conserva alcune rovine fuori della porta Esquilina, un'area aperta, di m 80
x 25, costruita in mattoni e opus reticulatum, parallela alle mura Serviane, che in parte
coincidevano col suo perimetro. La piazza era circondata da un porticato sotto cui si aprivano le
botteghe con merci di diversi tipi. Venne in seguito restaurato dagli imperatori Valentiniano,
Valente e Graziano, come indica un'epigrafe. Sembra che la parte sud dell'area sia stata invasa
dalle abitazioni private dall'inizio del II sec. d.c. Posta sull'Esquilino nella regione V, fu denominata
anche Macellum Magnum, ma per altri, e probabilmente con più esattezza, il Macellum Magnum
era quello di Nerone.
E’ opportuno che le sedi delle basiliche siano costituite congiunte ai fori, nelle parti più calde,
affinché durante l’inverno i negoziatori possano recarvisi senza l’incomodo del maltempo
(Basilicarum loca adiuncta foris quam calidissimis partibus oportet constitui, ut per hiemem sine
molestia tempestatium se conferre in eas negotiatores possint) e le loro larghezze siano costituite
non minori di un terzo, non superiori alla metà della lunghezza, a meno che la natura del luogo
non faccia impedimento e costringa a mutare altrimenti il rapporto delle proporzioni (symmetriae).
[…] l’erario, il carcere e la curia debbono essere congiunti al foro, ma in modo che le loro
dimensioni e le loro proporzioni siano in corrispondenza con il foro (Aerarium, carcer, curia foro
sunt coniungenda, sed ita uti magnitudo symmetriae eorum foro respondeant). Certo soprattutto
la curia deve essere fatta in primo luogo in modo confacente alla dignità del municipio, ovvero
della cittadinanza (maxime quidem curia in primis est facienda ad dignitatem municipii sive
civitatis) […] Inoltre i muri all’interno debbono essere cinti attorno con cornici intermedie di opera
di intarsio (opus intestinum), o stucco (opus albarium) a metà dell’altezza. E se queste non ci
saranno colà la voce degli oratori, elevandosi verso l’alto, non potrà essere compresa dagli
ascoltatori. Quando però i muri saranno cinti internamente da cornici la voce che sale dal basso,
trattenuta prima che si disperda sollevata nell’aria, sarà colta dalle orecchie.
ANALISI
. Vitruvio dedica il libro alla “dispositionem”—> il libro mostra come Vitruvio dia un grande valore
all’intreccio delle funzioni che avvenivano nella città
. Vitruvio si rifà ad una tradizione più antica, classica : ad Ippodamo di Mileto, urbanista e
architetto del V secolo a.C.: Ippodamo è colui che teorizza un modello ideale di città e pensa ad
una divisine in zone (zona religiosa, zona privata, zona civile..)ricorrendo alla teoria dei 3 (che
viene a sua volta presa dalla filosofia pitagorica)
—> le città devono essere funzionali e le aree pubbliche hanno una base e na teoria numerica
. il libro V è ripartito in più sezioni e descrive come la piazza (il foro) ha una posizione gerarchica
preminente ed è proprio da questa costruzione che si collocano poi tutte le altre: (è dalla piazza
che poi andavano disponendosi tutti gli altri edifici)
- portici, basiliche, erario, curia, tetatri, bagni, ginnasi —> costruzioni intramoenia (dentro le mura)
. Tutta la prima parte del brano è impostata sulla differenza tra i fori romani e i fori greci: il tipo di
foro greco aveva molte colonne con un intercolumnio molto più ristretto, mentre nei fori delle città
italiane le colonne non potevano essere cosi vicine, perché nei fori si svolgevano gli spettacoli
gladiatori —> non vi erano ancora luoghi adibiti agli spettacoli e quindi essi si svolgevano nel foro
(il primo anfiteatro stabile è quello di Statilio Tauro che era situato nel Campo Marzio, altri
anfiteatri non permanenti però erano già stati adibiti alla stessa funzione)
. dopodichè vi è un’analisi sulle basiliche (luogo migliore per la loro costruzione, dimensioni …)
—> La basilica è una grande sala adibita a sede di tribunale dove si amministra la giustizia, anche
per transazioni commerciali, è un luogo di ritrovo. Esse iniziano ad essere costruite a partire dal II
secolo a.C.
. il brano termina con altre istruzioni su abbellimenti e dimensioni di alcuni edifici e delle mura
cittadine
IL TEATRO
VITRUVIO DE ARCHITECTURA 5.6 PASSIM
. fundamenta in montibus: sostruzioni tipiche del teatro greco, posa le basi sui monti e declivi
naturali
. fundamenta in plano: sostruzioni in pianura tipiche del teatro romano, eredità dei teatri provvisori
(Problemi di acustica)
Ci si deve anche preoccupare con diligenza che il luogo non sia sordo, ma che in esso la voce
possa propagarsi il più chiaramente possibile. Ciò però potrà aver luogo se il luogo sarà scelto
ove esso non sia impedito dal rimbombo. D’altra parte la voce, come il respiro, fluisce nell’aria ed
è in atto quando diviene sensibile all’udito. Essa si muove con infinite circonferenze di cerchi,
come quando, gettata una pietra nell’acqua stagnante, si formano innumerevoli cerchi ondosi che
si ingrandiscono, partendo dal centro il più ampiamente possibile e propagandosi… a meno che
qualche ostacolo non permetta ai contorni di tali onde di arrivare alla fine … Pertanto gli antichi
architetti perseguendo le impronte della natura con indagini sull’elevazione della voce realizzarono
le gradinate dei teatri e cercarono di ottenere tramite la teoria dei matematici e la teoria musicale
che qualunque voce si trovasse sulla scena, pervenisse più chiara e soave alle orecchie degli
spettatori.
—> Vitruvio si rifà ad Aristosseno di Taranto che scrisse molti trattati sull’armonia e sull’acustica
basati su regole matematiche.
Così in base a queste indagini mediante principi matematici siano fatti vasi bronzei in rapporto alle
dimensioni del teatro (vasa aenea = echeia “risuonatori”) … Quindi, costituite delle celle tra i posti
a sedere del teatro, siano collocati là con criterio musicale in modo che non tocchino alcun muro,
abbiano all’intorno un vano vuoto e dello spazio in alto …
Tuttavia i rapporti proporzionali (symmetriae) non possono essere validi in tutti i teatri per tutte le
esigenze, ma è opportuno che l’architetto comprenda con quali proporzioni è necessario
conformarsi al rapporto proporzionale e con quali sia adattato alla natura del luogo o alle
dimensioni dell’opera … Analogamente, nel caso di scarsità di materiali, cioè di marmo, legname
e altre materie, nel caso vengano meno nella costruzione, sarà opportuno diminuire o aggiungere
un po’, purché ciò non sia fatto in modi eccessivi e smodati ma con buon senso. Ciò però si
verificherà se l’architetto avrà esperienza pratica, e inoltre se non sarà privo di ingegno vivace e di
prontezza (si architectus erit usu peritus, praeterea ingenio mobili et sollertia).
—> illustra la genesi della configurazione geometrica del teatro classico, così come Vitruvio la
presenta; sembra che la costruzione del teatro sia ricalcato su un problema geometrico che aveva
tormentato gli antichi: poligonizzazione del cerchio e razionalizzazione del cerchio : si tratta di un
problema astratto a cui i greci si sono dedicati molto e al quale hanno trovato alcune soluzioni in
cui cercavano di misurare e razionalizzare il cerchio attraverso dei poligoni, nel quale sono iscritti
dei triangoli equilateri
Vitruvio riprende in particolare le costruzioni dello zodiaco ed esamina alcuni calcoli di astrologi di
geometria e trigonometria che appunto riprendono la forma dei triangoli iscritti nella circonferenza:
nobilitazione dell’architettura teatrale che diventa mimesis dell’ordine cosmico
. importante per capire quali erano le macchine che venivano messe in scena per far calare gli dei
(deus ex machina: divinità che comparivano sulla scena per dare una risoluzione ad una trama
irrisolvibile)
(i tipi di scaenae)
Vi sono poi tre tipi di scene, uno che è denominato tragico, un secondo comico, un terzo
satiresco. E gli ornamenti di questi sono tra loro dissimili e di diverso criterio, poiché le scene
tragiche sono formate con colonne, frontoni, statue e altre apparati regali, invece le comiche
recano l’immagine di edifici privati, loggiati e avancorpi con finestre, disposti a imitazione degli
edifici comuni, le satiresche invece sono ornate con alberi, spelonche, monti e altri apparati
agresti composti in forma di pergolato.
—> Questi 3 scenari nascono legati al mondo del teatro ma hanno tale successo e vengono
apprezzati a tal punto da essere adottati anche nelle domus (quindi un impiego di tipo privato)
Vocaboli
risonantia: rimbombo
vox: voce
spiritus: respiro
cum offensio nulla undam interpellavit: quando nessun ostacolo interrompe l’onda
vestigia: le impronte
ITALIANO
E questo livio (Livio Andronico) per primo sotto il consolato di Claudio figlio di ceco e Marco
Tuditano allestì una fabula (opera teatrale) proprio nell’anno prima di quando nacque Ennio, dopo
la fondazione di Roma 514 anni, come dice Attico che noi seguiamo. Fra gli scrittori c’è
controversia sugli anni.
ANALISI
. Livio per primo portò in scena un’opera greca tradotta in latino
. è una testimonianza di come nacque la letteratura latina: essa nacque come letteratura di
traduzione della letteratura greca
. Cicerone mette in evidenza che, un anno dopo la prima rappresentazione di una fabula teatrlae,
nasce Ennio ( considerato il padre della letteratura latina che fu il primo a scrivere un poema
epico)
si conoscono per certo due tipi di esperienze di teatro già preesistenti a quei tempi:
. Fabula Atellana: Atella era una polis fiorente greca in Campania, vicino ad Aversa. Atella è la
patria di questa commedia, la quale doveva essere una sorta di “commedia dell’Arte” con molte
maschere e tipi fissi. C’erano “buccus” (mangione), “pappus” (vecchio), “maccus” (schiavo)—>
non erano basate su trame fisse ma bensì sull’improvvisazione
. Togata (fabula) < toga commedia che prende il nome dal vestito romano, l’ambientazione è
romana così come di personaggi e si rifà riferimento alle istituzioni romane. Poteva avere la stessa
trama della palliata ma è più romanizzata dal punto di vista formale ed esteriore. È un genere
minore che ha come matrice la Palliata
Tragedie:
. Cothurnata (fabula) < cothurnus (il sandalo alto - zeppe, trampoli- che indossavano gli attori che
servivano a dare maggiore importanza/presenza all’attore) è la tragedia greca (scritta in latino) ma
che si rifà alle grandi tragedie greche (Edipo, Agamennone…). Il modello preferito dai romani è
Euripide.
. Praetexta (fabula) < toga praetexta (toga orlata dei senatori) è la tragedia di ambientazione
romana che serve per celebrare alcuni condottieri nelle loro opere.
I grandi commediografi:
Plauto (III-II sec. a.C.), Terenzio ( II secolo a.C.), Cecilio Stazio ( II-I sec. a.C.)
Tragedia:
Quando il teatro regolare alla greca entra nella cultura romana, in seguito ad Andronico, i vari ludi
che ospitavano spettacoli di vario tipo cominciano ad ospitare anche spettacoli teatrali.
. Ludi Romani: sono i più antichi e venivano celebrati nel Circo Massimo a metà settembre
. Ludi Plebei: celebrati nel circo flaminio a metà novembre (in seguito ad un’acquisizione di una
posizione sociale migliore da parte della plebe)
. Ludi Megalenses: in onore della grande Madre (dea Cibele). Si svolgevano dal 4 al 10 aprile nel
Palatino, di fronte al tempio della dea Mater
. Ludi Florales: celebrati a fine aprile-inizio maggio in cui si esibivano prostitute e spogliarelliste
ed erano solitamente parodie dei giochi più impegnativi
Il teatro è una pratica sociale, non solo culturale nel mondo antico, che coinvolge tutta la
comunità. All’inizio ha anche una dimensione religiosa che va progressivamente a perdersi ma
non completamente.
Anche gli spettacoli dei gladiatori, in origine, dovevano essere dei giochi funerari
Gli spazi architettonici del teatro romano conoscono una storia curiosa: le più antiche strutture
dedicate ai ludi sono i circhi, quando entrano i ludi scenici alla greca dal III secolo a.C., nel circo
vengono ospitate queste fabule e vengono costruite delle strutture lignee più adatte e che
copiano la struttura greca del teatro.
non vengono costruiti teatri stabili fino al 55 a.C. per via dell’opposizione senatoria
. 34 Metalli: bronzo e piombo; ma infatti soprattutto una discussione delle statue (scultura in
bronzo)
. 35: usi delle terre; ma cominciando per i pigmenti, una discussione dei pittori, benchè la fine del
Libro torni allo zolfo
. 36: la pietra: uno dei migliori libri. La prima metà tratta della scultura; poi un po’ di architettura
affascinante (obelischi, Piramidi, Labirinto di Creta) e infine ddiversi materiali da costruzione
(gesso, sabbia e pietra) poi il vetro. FInisce con una peana al fuoco e una storia totalmente
bizzarra nell’ultimissimo paragrafo
. 37: le pietre: il cristallo di roccia, l’abra, le gemme; le pietre dure. Alla fine del libro, Plinio dà il
suo elenco dei “migliori di categoria”; il miglior dei paesi è l’Italia
Durante l’edilizia M. Emilio Scauro realizzò l’opera più splendida tra quante sono state attuate da
mano umana, e non solo tra gli edifici effimeri, ma anche tra quelli con destinazione perpetua. Si
tratta del suo teatro: aveva una scena con tre piani e 360 colonne – in una città che non aveva
sopportato sei colonne di marmo dell’Imetto senza farne una colpa ad un cittadino del massimo
spicco. Il piano inferiore della scena era di marmo, quello mezzano di vetro (un tipo di lusso che
restò senza seguito anche dopo), il superiore di legno dorato; le colonne del primo piano, come si
è detto, erano alte 38 piedi; le statue di bronzo tra le colonne erano, come si è ricordato, 3000,
mentre la gradinata era capace di 80000 persone – oggi che la città si è moltiplicata, e la
popolazione è tanto cresciuta, è ampiamente sufficiente il teatro di Pompeo con i suoi 40000 posti
a sedere.
—> Tratta del teatro provvisorio costruito durante l’edilizia di Marco Emilio Scauro (una
cinquantina d’anni prima del teatro di Pompeo)
PLIN. NH 36.5-7
Durante l'edilità di Marco Scauro si assistette, nel silenzio delle leggi, al trasporto a Roma di
360 colonne per la scena di un teatro provvisorio destinato a durare appena un mese. "Cosa
c'è di strano? Si è fatta una concessione per delle festività pubbliche"[...] (nella mentalità romana
la magnificenza architettonica era ammessa purchè andasse a illustrare lo Stato e no il privato)
Ammettiamo che sia cosi, che abbiano fatto una concessione per le festività pubbliche. Non sono
però stati zitti anche quando le più alte di queste colonne - di ben trentotto piedi e di marmo
luculliano [marmo nero di Melo, importato a Roma per la prima volta da Lucio Lucullo, che diede
ad esso il nome di marmor luculleus] - vennero collocate nell'atrio della casa di Scauro? E questa
è un'operazione che non si può realizzare di nascosto, e senza che la gente se ne rendesse conto
(il sovrintendente alle fognature volle che gli fossero indennizzati i danni eventualmente causati
durante il trasporto delle colonne fino al Palatino). Non sarebbe stato meglio prendere
provvedimenti contro un esempio cosi negativo per i costumi? Hanno taciuto di fronte al fatto che
molti tanto smisurate siano state introdotte in una casa privata, passando di fronte a statue di dei
che erano ancora di argilla!
Né si può pensare che Scauro si sia infiltrato come apprendista del vizio in una città ancora
primitiva e impreparata di fronte a questo male, perché già il famoso oratore Lucio Crasso era
stato il primo a possedere sullo stesso Palatino delle colonne di marmo straniero (ma
venivano dall'Imetto, erano non più di sei, e non superavano i dodici piedi di altezza) e
perciò Marco Bruto, durante un battibecco, lo aveva appellato la "Venere del Palatino". Senza
dubbio invece si lasciò correre su queste cose perché i costumi erano oramai conculcati e
perché, vedendo inadempiute le interdizioni cui si era dato corso, si fini per preferire
Anni più tardi Pompeo presenta la costruzione del teatro come una ricostruzione della scalinata
del tempio (rinsalda quel legame antico tra culto e teatro ma lo lega in maniera astuta ad
un’operazione in onore di una divinità -Venere- in un terreno privato che dedica poi al popolo
TEATRO DI POMPEO
Il Teatro di Pompeo, oggi non più esistente, è stato il primo teatro di Roma costruito in muratura,
accanto al luogo dove Pompeo era nato e che lui, ormai famoso e ricco, voleva nobilitare
. Il tempio si ergeva nella zona del Campo Marzio, edificato a spese del console Pompeo,
probabilmente su terreno di sua proprietà, come regalo ai romani, tra il 61, anno del suo terzo
trionfo e il 55 a.C. anno del suo secondo consolato.
—> Pompeo era il vincitore degli schiavi ribelli di Spartaco, dei pirati del Mediterraneo, dei Sirani,
armeni e Palestinesi, era l’uomo che ha portato le legioni romane fino al mar Caspio ed ha
triplicato le entrate dello stato
Per Roma fu un’innovazione storica perchè la legge vietava la costruzione di teatri in muratura —>
come narrano Livio e Tacito, la costruzione di teatri stabili nell’Urbe era vietata e nel 154 a.C. il
Senato aveva fatto abbattere un teatro in muratura “ in quanto inutile e dannoso per i costumi
della città”. Gli spettacoli si eseguivano su palcoscenici di legno, smontati dopo le
rappresentazioni e in piedi, perchè sono proibiti anche i sedili. Si disse che si doveva mantenere il
carattere religioso del teatro tradizionale greco; infatti i teatri provvisori in legno venivano eretti
vicino a luoghi di culto. In realtà gli spettacoli teatrali erano osceni e pieni di satira contro i politici,
e il pubblico romano era abituato a manifestarsi con grida, tamburi, battere di piedi e fischi. I teatri
potevano scatenare sommosse, cose che i senatori temevano quasi quanto una guerra.
. Costruì pertanto su un podio rialzato un tempio esastilo dedicato a Venere vincitrice, con una
gradinata d'accesso ad esedra davanti al tempio, praticamente una classica cavea semicircolare,
a ridosso di una scena monumentale lunga ben 90 m, sistema utilizzato successivamente dai
romani per la costruzione di altri teatri in muratura. Le scale di accesso al tempio, edificate a
forma di cavea, erano dunque diventate le gradinate del teatro, che diventava pertanto sacro. Su
quei gradini la gente sedette mirando gli spettacoli e voltando le spalle al tempio
L’edificio teatrale era rivolto verso est ed esternamente aveva splendidi rivestimenti in pietra
gabina, materiale vulcanico di colore scuro, alternata al travertino, materiale calcareo di colore
chiaro, creando un piacevole contrasto di toni. Davanti all'entrata del treatro erano le due
gigantesche statue dei Dioscuri con i cavalli, i semidei che aiutarono i Romani nella battaglia del
lago Regillo combattendo per loro, come è ricordato nelle epigrafi dei basamenti
La cavea del diametro di 150 m, era costituita da una doppia serie di muri radiali collegati tra loro
da strutture curvilinee
La scena era articolata nella parte anteriore da 3 esedre colonnate, delle quali la centrale era
rettangolare mentre le due laterali semicircolari.
Dietro il palcoscenico c'era un immenso portico con colonne di granito di m.180 x 135, con
quattordici enormi statue personificate delle nazioni da lui sottomesse, (una parte delle statue poi,
era probabilmente legata alla figura di Venere (al ciclo mitologico della divinità)
—> Plinio a proposito delle statue parla di Coponio, che probabilmente fu l’artista delle 14 statue)
Poi una zona aperta con fontane, giardini, ninfei e due boschetti di platani. Il quadriportico, dove
ci si poteva riparare in caso di pioggia, terminava con la Curia di Pompeo per le periodiche
riunioni del Senato, dominata da una sua grande statua, che tiene un globo nella mano destra.
Qui Cesare fu pugnalato, ai piedi della statua monumentale di Pompeo
insieme a quello di Marcello e al teatro di Balbo i teatri funzionarono per molto tempo (“triateatra”)
2. Ovidio ricorda lente passeggiate al riparo dalla calura estiva “sotto l’ombra di Pompeo”,
alludendo ai boschi di platani e al porticato, che consiglia a uomini e donne desiderosi di incontri.
3. Marziale racconta di un certo Selio che per evitare la magra cena di casa propria va
disperatamente alla ricerca di qualcuno che lo inviti. Entra nelle terme, assiste ai culti egizi,
attraversa i recinti dove la gente va a votare e si avventura sotto i portici di Pompeo.
Tacito riferisce che dopo più di un secolo dalla costruzione Nerone invita al teatro di Pompeo
illustri ospiti barbari per strabiliarli con la grandiosità del monumento.
Gli autori cristiani condannano il tempio come luogo di perdizione e Tertulliano lo definisce “reggia
di tutti gli scandali”.
ANALISI
. Cicerone invidia Mario rimasto in villa
. il teatro sia come genere letterario, sia come edificio diventa veicolo di novità prorompenti per la
società e la cultura romana: dal teatro passano soluzioni architettoniche, generi letterari, idee,
nuovi gusti e programmi figurativi
. Cicerone ci offre un assaggio dell’impatto che i ludi hanno avuto, ci fornisce delle indicazioni sul
gusto della classe aristocratica e soprattutto la divergenza tra la classe aristocratica e il popolo
/ Il sipario attende aperto per quattro ore o più / che passino torme di cavalieri, / schiere di fanti, /
poi che per sorte siano trascinati re / con le mani avvinte alla schiena / e sfilino veloci / bighe,
carrozze, carri, navi / e in trionfo l’avorio saccheggiato, / tutto il bottino di Corinto. (si riproduce
sulla scena ciò che accadeva nei trionfi) / Democrito (antico filosofo) avrebbe da ridere se fosse in
terra / a vedere come l’incrocio inconsueto / di pantera e cammello [= camelopardalis, la giraffa,
era creduta incrocio di cammello e pantera] un elefante bianco / attirino gli sguardi della folla; / e
osserverebbe più attentamente la gente / che la scena, perché lo spettacolo che offre / è senza
dubbio più interessante, / e penserebbe che gli autori / raccontano la favola dell’asino sordo. / C’è
mai voce che possa vincere il frastuono / che sale dai nostri teatri? / Sembra l’urlo dei boschi del
Gargano, / o del mare Tirreno, / tanto è lo strepito con cui si assiste agli spettacoli, / alla loro
scenografia, / allo sfarzo esotico dei costumi, / di cui l’attore è paludato quando appare in scena:
[tanto cum strepitu ludi spectantur et artes / divitiae peregrinae, quibus oblitus actor / cum stetit in
scaena]: scrosciano gli applausi. / ‘Ha cominciato?’ ‘Non ancora’. / ‘E che cosa si applaude?’ /
Ma la lana, che con la tintura di Taranto / ti rammenta il colore delle viole’. → Basta che l’attore
arrivi con il suo vestito tinto per suscitare applausi.
ANALISI
Orazio fa la storia del teatro, riprende dei concetti dalla poetica di Aristotele, mostra come sia
corrotto il teatro e come a lui non suscita interesse
Venne edificato sul versante occidentale di una collina che guarda verso il mare, con il golfo di
Gaeta all'orizzonte, è stato totalmente restaurato ed è ancora molto ben conservato.
Costruito nel II secolo a.c., fu poi fatto ampliare e migliorare da Matidia minore, cognata
dell'imperatore Adriano, quattro secoli dopo
A Sessa città operò la ricostruzione del teatro, La scena dava una stupenda suggestione, con tre
ordini sovrapposti, per un’altezza di circa 25 metri, con 28 colonne per ogni ordine, intervallate da
30, 40 statue di divinità o personaggi della famiglia imperiale. Matidia nel quale si fece raffigurate
al centro della scena in veste di Aura, circondata dagli altri membri della famiglia imperiale.
Il teatro conserva murature fino a m 20,00 di altezza, con una cavea di m 110 di diametro, scavata
nella collina e superiormente impostata su gallerie, con tre ordini di gradinate in calcare per cui
potevano ospitare da 7000 a 10000 spettatori.
Imponenti sono anche i resti della struttura che sosteneva il velarium, usato per proteggere gli
spettatori dal sole o dalla pioggia leggera, e del grande edificio scenico, lungo m 40,00 ed alto in
origine m 24,00, dotato di tre ordini sovrapposti di 84 colonne.
La scena era un vero capolavoro dove gli artisti e gli scalpellini romani usarono molte qualità di
marmi per realizzare le decorazioni architettoniche, costituite da fregi, architravi e capitelli.
Le colonne furono realizzate con cinque diverse qualità di marmi colorati, provenienti dalle isole
greche, dalla Numidia e dall’Egitto, mentre gli architravi ed i capitelli vennero scolpiti in marmo
bianco proveniente da Carrara e da Atene.
Alle spalle della scena sorgeva la porticus pone scaenam, per la sosta degli spettatori negli
intervalli degli spettacoli. Ai lati di essa sorgevano due aule a pianta basilicale di cui quella a Sud
affrescata e dotata di ninfeo, quella a Nord con crpyta e collegata alla viabilità extraurbana,
presso la cui entrata è un sacello con l’affresco del Genius loci. Addossata ad essa fu costruita
nel III secolo d.c. una latrina con pavimento tessellato e pareti a rivestimenti marmorei.
Gradus —> gradinate, scale di accesso ai posti a sedere. Il singolo posto a sedere non era fisso e
si chiamava Locus
Ordines —> settori in orizzontale divisi dalle Praecintiones, ovvero dei corridoi semicircolare che
dividevano la cavea in senso orizzontale. Le praecintiones dividevano la Cavea in “Ima Cavea”,
“Media Cavea” e “Summa Cavea”
Proscaenium /Pulpito —> zona antistante alla Frons Scaena, posto dove si esibivano gli attori
Siparium —> pannello mobile che serviva a separare alcuni ambienti della scena
Auleum —> Tenda arrotolata che veniva tirata su ai lati mediante utilizzo di carrucole
Velaria: tende in tessuto che coprivano dal caldo o da una leggera pioggia
Dalle battute delle commedie Plautine, quando un personaggio interpellava il pubblico si può
dedurre la disposizione del pubblico:
- In alto vi erano le donne, il popolino, la plebe più umile e gli schiavi (Anche se molti autori
sostengono che le donne erano ammesse anche negli altri settori della Cavea)
- in mezzo vi era il popolo (classe abbiente), in particolare la classe dei cavalieri
- in Basso i posti erano riservati ai senatori e alle alte magistrature
- nell’orchestra venivano messi sedili d’onore dei magistrati più importanti, in particolare i pretori
che organizzavano insieme agli edili tutta la parte dei giochi
LE IDI DI MARZO
SVETONIO, VITA DI CESARE, 81-82 PASSIM
I congiurati contro di lui furono più di sessanta, con a capo Gaio Cassio, e Marco e Decimo Bruto.
Essi furono dapprima incerti se dovessero nel Campo Marzio – quando Cesare avrebbe invitato le
tribù a votare nel corso dei comizi – dividersi i compiti, cioè alcuni farlo cadere giù dalla
passerella, e altri attenderlo in basso e trucidarlo; oppure assalirlo nella via Sacra o all’ingresso
del teatro; ma, dopo l’editto di convocazione del senato per il 15 marzo nella Curia di Pompeo,
non ebbero esitazioni nel preferire quella data e quel luogo. Eppure a Cesare la sua futura
uccisione fu annunciata da prodigi che non lasciavano dubbi ... La notte prima dell’assassinio, sia
Cesare stesso sognò ora di andar volando sopra le nubi, ora di stringere la destra a Giove; sia sua
moglie Calpurnia vide in sogno crollare il frontone della casa e il marito venir trafitto in grembo a
lei; e non solo, da sé si spalancarono da soli i battenti della porta della camera da letto. Per questi
presagi, e anche perché stava poco bene, rimase a lungo incerto se dovesse stare a casa e
rimandare le questioni che aveva posto all’ordine del giorno in senato; alla fine, per le esortazioni
di Decimo Bruto a non rendere vana l’attesa dei tanti senatori che già da un pezzo lo stavano
aspettando, uscì verso l’ora quinta: un tale gli si fece incontro a porgergli uno scritto che rivelava
la congiura, ma egli lo pose in mezzo a tutti gli altri documenti che teneva nella sinistra, come se
volesse leggerlo più tardi. Poi, dopo aver sacrificato molte vittime senza riuscire a trovare presagi
favorevoli, fece il suo ingresso nella Curia con sprezzo di ogni timore religioso, facendosi pure
beffe di Spurinna e accusandolo di essere un ciarlatano, perché eccolo il 15 marzo, senza alcun
male per lui: benché Spurinna gli dicesse che era arrivato, sì, il 15, ma non ancora passato.
Mentre si metteva a sedere, i congiurati gli si posero attorno come per rendergli omaggio, e subito
Cimbro Tillio, che si era assunto il ruolo di dare il via all’azione, gli si fece più vicino come per
pregarlo di qualcosa e, poiché Cesare faceva cenno di no e con il gesto inviava ad altro momento,
gli afferrò la toga da ambo le spalle; poi, mentre Cesare grida “Ma questa è violenza bella e
buona!”, uno dei due Casca lo ferisce da dietro, poco sotto la gola. Cesare afferrò il braccio di
Casca e lo trapassò con lo stilo e tentò di balzar su, ma ne fu impedito da un’altra ferita; e come
si accorse che da ogni parte lo assalivano brandendo i pugnali, si avvolse il capo nella toga e
contemporaneamente con la sinistra ne fece scendere giù la piega fino ai piedi, per cadere giù
decorosamente con la parte inferiore del corpo anch’essa velata. E in tale posizione fu trafitto da
ventitré pugnalate: un solo gemito emise, al primo colpo, senza pronunciar parola. Ma, secondo
quanto avrebbero tramandato certuni, avrebbe detto a Marco Bruto che gli si avventava contro
“Anche tu, figlio?”. Senza vita, mentre tutti fuggivano disordinatamente, giacque disteso a terra
per un po’ di tempo, finché tre schiavi lo riportarono a casa su una lettiga: un braccio ne
penzolava giù. E fra tanti colpi vibratigli, a giudizio del medico Antistio, non se ne trovò nessuno
mortale, eccetto il secondo, ricevuto nel petto.
LIVIO, 40.5
Ed ecco che qualcuno ne scherniva i costumi, qualcun altro le istituzioni e poi via via le imprese,
perfino l’immagine di Roma non ancora adorna di edifici pubblici né privati, altri prendevano di
mira i singoli cittadini più influenti. → Roma non è degna di essere capitale per la mancanza di
edifici monumentali.
Roma posta sui monti e negli avvallamenti, quasi sollevata e sospesa sui piani alti delle sue case,
con vie piccole e vicoli strettissimi, la irrideranno e la disprezzeranno a confronto con la loro
Capua, che si sviluppa in una splendida pianura ed è disposta secondo un ottimo piano.
LA CITTÀ LABIRINTO
Ma la forma di una città ha sempre un senso, anche se la forma è un vero e proprio disordine….
L’Urbe è una città a parte, e il suo disordine apparente corrisponde a uno dei tratti caratteristici
della mentalità romana che procede per giustapposizione. Roma comprende diverse città, quella
degli dei [Campidoglio], quella del potere [Palatino vs Aventino], quella del commercio [Foro]. Si
indovina che l’urbanizzazione romana è organizzata seguendo diversi elementi, più complessi di
un semplice piano regolatore due dimensioni, che possano collegare i differenti centri dell’Urbe.
Lo spazio viene organizzato come la vita. L’Urbe è costituita da luoghi contrapposti che
regolarmente cerimonie e percorsi rituali riconciliano. Se l’opposizione tra l’Aventino e il Palatino
esprime il dualismo politico, il Circo situato tra questi due colli riunisce tutte le classi sociali nella
grande fusione dei ludi, quando i duelli del Foro sono sospesi... l’urbanistica di Roma si basa su
un equilibrio fra gli spazi che la costituiscono e la delimitano. Così ogni progetto di rinnovamento
urbanistico deve armonizzarsi con questa organizzazione simbolica dello spazio, mantenerla
intatta o riprodurla. Quando questo non succede, è una rivoluzione culturale e politica (la Roma
augustea). La città è un labirinto di quartieri indipendenti l’uno dall’altro. Ogni quartiere di Roma
sembra, a chi non vi è nato, un labirinto in cui è impossibile trovare qualcuno. Anche quelli che
conosco il quartiere vi si perdono facilmente.
—> dialogo tra Siro e Dameta (depistaggio). Città convenzionalmente greca ma in realtà si tratta
di Roma
CATULLO, 55. 1 - 13
Ti prego, sempre che non ti spiaccia, / di indicarmi dov’è il tuo nascondiglio (tenebrae). / Ti ho
cercato nel campo Piccolo (In Campo minore), / nel circo (in Circo), in ogni cortiletto (in omnibus
sacellis), / nel Tempio consacrato a Giove Altissimo (in templo Summi Iovis sacrato), / e infine,
amico mio, nella passeggiata del Grande (in Magni ambulatione) / ho bloccato qualunque
ragazzina / che avesse un viso raccomandabile. / E così ti esigevo, a viso aperto: / “Datemi il mio
Camerio, ragazzacce!”. / Una si scopre il seno e dice: / “E’ qui, sta nascosto tra le mie tettine
rosa”, / Tu mi diventi una fatica d’Ercole [… ].
—> Catullo immette nuovi temi (amore, amicizie) e soluzioni metriche. Questo carme è scherzoso
e giocoso in cui Catullo si mette ad inseguire l’amante Camerio, il quale si nasconde dall’amato e
viene nascosto con la complicità di una donna. E’ impensabile una poesia di Catullo fuori da
Roma, è protagonista come la donna amata o l’amante
—> Roma è come una donna La seconda sezione dal carme 61 a 68 sono i carmina docta (pieni
di dottrina) componimenti più lunghi e impegnativi.
Questo carme appartiene alla prima sezione, Catullo si mette a inseguire a mo di gioco il suo
amato Camelio, amico e/o amante e Camelio si nasconde al suo innamorato e quindi lui lo
rincorre —> tema del labirinto presente con funzione diversa: modo attraverso cui Roma entra a
far parte del gioco amorosa, entra come scenario indispensabile per il gioco amoroso —> la città
mondana, elegante, piena d’occasione d’incontro diventa la protagonista
come la donna amata nel gioco erotico, amoroso (diventerà protagonista anche nella poesia
elegiaca di Properzio e Ovidio). Roma è quasi una guida ai luoghi amorosi di Roma antica vista
dal punto di vista dell’amante. Ci sono alcuni monumenti nominati, il carme è una corsa frenetica
e il metro usato rende bene la corsa di Catullo. Campo Marziale (Piccolo) —> colle Celio, scende
al Circo Massimo poi passa a sud ovest del Palatino probabilmente prosegue per il Foro Boario,
poi per il Velabro e arriva attraverso il Vicus Tuscus fino al Foro. Probabilmente arriva fino alle
botteghe, banchi dei librai. Arriva fino al Portico di Pompeo (inaugurato nel 55 a.C., poesia scritta
a ridosso dell’apertura, è una grande novità, fu una rivoluzione urbanistica e sociale per la città di
Roma, diventa luogo per gli incontri galanti e per gli incontri di prostituzione) —> questo carme, la
poesia di Catullo rappresenta il nuovo, la novità. La porticus di Pompeo e altri portici aggiunti in
età augustea diventano luoghi per incontri erotici, amorosi nella poesia elegiaca (sia in Properzio
che in Ovidio, nell’Ars Retorica) due luoghi per gli incontri amorosi: teatro e portico di Pompeo.
ITALIANO
Mentre faceva costruire la sua casa sul Palatino, in quel luogo dove è la casa che fu un tempo di
Cicerone, poi di Censorino ed ora di Statilio Sisenna, poiché l’architetto gli prometteva che gliela
avrebbe costruita in modo tale da essere libera dalla vista (altrui) e completamente nascosta da
tutti i testimoni e che in essa nessuno avrebbe potuto gettare lo sguardo, rispose: “Al contrario: se
in te c’è un po’ di arte, costruisci così la mia casa, in modo che, qualsiasi cosa io faccia, possa
essere attraversata dallo sguardo di tutti”.
ITALIANO
E infatti, dopo aver compreso che le orecchie del popolo Romano sono un po’ troppo ottuse, ma
gli occhi invece acuti e penetranti, ho smesso di preoccuparmi di che cosa la gente avrebbe
potuto ascoltare su me: ho fatto in modo che, dal quel momento in poi, mi avessero sempre
davanti agli occhi, ho deciso di abitare davanti agli sguardi di tutti, ho abitato proprio sopra il foro
e né il mio portinaio né il sonno hanno mai tenuto distante alcuno impedendogli di incontrarmi. E
che dovrei dire allora dei miei momenti di attività pubblica, dal momento che il mio tempo libero
non fu mai davvero libero?
ANALISI
Il Palatino comincia ad avere la sua fortuna abitativa verso l’ultimaetà repubblicana. Le case del
Palatino ci vengono presentate attraverso le fonti in due temi:
. il Palatino come teatro di ostentazione sociale, ruolo cruciale nel gioco politico, al centro del
potere
. il Palatino come teatro delle Luxuria (sinonimo di Luxos, “lusso”, “esagerazione nel lusso”,
“eccesso”, “lussureggiante”)
Il testo di Valleio Patercolo parla di un console vissuto alcuni anni prima dell’autore: Livio Druso
(console nel 91 a.C.) ripercorrendo la storia della casa (la casa sul Palatino diventa uno strumento
di affermazione politica, non è più uno status Symbol da godere privatamente, ma diventa
pubblica) —> pubblico e privato tendono a confondersi
ANALISI
. opera filosofica che Cicerone dedica al figlio e che riguarda i doveri morali —> il testo è
profondamente legato al pensiero stoicistico che fu introdotto a Roma da Panezio
. Si tratta di un’opera di filosofia morale sul bene, sull’hosteum, sull’utile, sul doveroso e prende in
esame i ruoli che gli individui hanno nei confronti della società, della natura universale e degli Dei.
. si tratta essenzialmente dell’esposizione dell’etichetta del signore romano del tempo ( come
vestirsi, comportarsi, parlare, abitare, gestire i propri beni…)
VITRUVIO 6.5.1-3
Quando tali impianti saranno stati disposti in tal modo secondo gli orientamenti del cielo, allora
anche si deve fare attenzione con quali metodi negli edifici privati si debbono costruire le sedi
riservate ai padri di famiglia e come invece quelle che si condividono con gli estranei. E infatti in
quelle che sono riservate, in esse non tutti hanno la facoltà di introdursi se non invitati, come è il
caso delle camere, delle sale da pranzo, dei bagni e degli altri ambienti che hanno le stesse
modalità d’uso. Invece sono comuni quegli ambienti nei quali si può venire anche se non invitati
per proprio diritto di popolo, cioè i vestiboli, i cortili, i peristili e quelli che possono avere il
medesimo utilizzo. Pertanto i detentori d’una fortuna media non necessitano di magnifici vestiboli,
tablini e atri, in quanto rendono i propri doveri agli altri per sollecitare favori, e tali doveri sono
richiesti da altri. Invece quelli che si occupano dei prodotti dei campi, nei loro vestiboli si debbono
fare analogamente stalle e negozi, nelle case cantine, magazzini, depositi e altri ambienti che
possono prestarsi alla conservazione dei prodotti piuttosto che alla convenienza dell’eleganza
[continua] Così pure per i prestatori di denaro e per i pubblicani debbono essere fatti ambienti più
adeguati, raffinati e protetti dalle insidie, per gli avvocati e per i retori invece ambienti più eleganti
e spaziosi per ricevere adunanze, per i notabili che, ricoprendo onori e magistrature, debbono
porsi al servizio della cittadinanza, elevati vestiboli regali, atri e peristili assai ampi, boschetti e
passeggiate alquanto confortevoli realizzati per la convenienza della loro maestà, inoltre devono
avere biblioteche, pinacoteche e basiliche apprestate in modo non dissimile dalla magnificenza
delle opere pubbliche, in quanto nelle loro abitazioni molto spesso si effettuano sia deliberazioni
pubbliche sia giudizi e arbitraggi privati. Pertanto, se con questi principi gli edifici saranno stati
disposti in accordo con i diversi tipi di persone, così come è stato scritto nel primo libro sulla
convenienza, non ci sarà alcunché da biasimare. Poiché avranno per ogni riguardo disposizioni
adeguate e irreprensibili.
ANALISI
A partire dal Libro VI, Vitruvio inizia una vera e propria teorizzazione dell’edificazione della domus
nobiliare: nel fare questo riprende alcuni stilemi utilizzati nel libro V per descrivere le Domus
ANALISI
—> Cicerone si batte anche da un punto di vista simbolico, perché l’abbattimento della casa era
una infamia che nel passato repubblicano era toccata a chi era stato sospettato di aver aspirato a
diventare un rex (Manlio Capitolino, nel IV sec. a.C. e prima ancora Valerio Publicola, il primo
console di Roma con Bruto nel 509 a.C.: due modelli a cui sicuramente Clodio si richiamava)
—> La casa catalizza forti tensioni a livello non sono di inimici privati, ma anche di nemici pubblici
(hostes) caricandosi di significati politici e segnando l’inizio di quel fenomeno di osmosi tra dimora
privata e palazzo pubblico che si compirà solo in età imperiale.
2. GRAMMATICA
IL PARTICIPIO
il participio ha la doppia natura di verbo e di nome/aggettivo
il participio può
avere valore aggettivale, sostantivale o verbale
Part. Presente: contemporaneità dell’azione espressa dal participio rispetto all’azione della
reggente
Part. Passato: anteriorità dell’azione espressa dal participio rispetto all’azione della reggente
Part. Futuro: posteriorità dell’azione espressa dal participio rispetto all’azione della reggente
Le tue lettere ti delineano come uomo forte e combattente in modo fiero contro la sorte
. Consul nullum pugnae moram facturus est (perifrastica attiva: participio futuro+forme del verbo
sum):
Perseo, temendo la luce del sole, si nascose vicino ad un angolo oscuro del tempio
. M. Tullius, sive praesentiam Catilinae metuens sive ira commotus, orationem habuit luculentam:
Il console M. Tullio, sia temendo la presenza di Catilina, sia smosso dall’ira, tenne un’efficace
orazione
. Marcellum, cupientem auxilio venire obsessis, Volturnus amnis, inflatus aquis, longe tenebat:
Il fiume Volturno, gonfiatosi d’acqua, teneva lontano Marcello che desiderava venire in aiuto agli
assediati
. Quaerenti Lucilio de Libro, nomen quidem scriptoris Seneca statim dicit, sed argumentum
dicturus est in sequenti epistula:
A Lucilio che chiedeva del libro, Seneca rispose subito il nome dello scrittore, ma avrebbe detto
dell’argomento nella seguente lettera
I ragazzi/fanciulli di Sparta pur dilaniati dal doloee non gemono/non si lamentano con parole
Negli altri casi bisogna tradurre il participio con una subordinata (relativa, causale, finale,
concessiva … a seconda del contesto)
—> ab-solvo: sciolto da vincoli grammaticali. Forma compendiaria e semplice con cui in latino di
introduce una subordinata
—> Ablativo assoluto; una forma di proposizione subordinata (temporale, causale, concessiva o
ipotetica)
Scilla, con la forza del desiderio amoroso salta dentro le onde e si dirige verso le navi cretesi
—> Scilla (figlia di Niso si innamorò del nemico della sua patria: Minosse)
. Varus naves onerarias vacuas a defendoribus et penteras duas nullo repugnante cepit
IL GERUNDIVO
Il gerundivo è un aggettivo verbale con significato passivo (anche nei verbi deponenti) . Esprime
un’azione connessa con il senso di “dovere”
questo cittadino deve essere lodato da tutti (bisogna lodare questo cittadino)
2. gli ultimi 3 esempi sono verbi intransitivi (uso impersonale- non vi è un soggetto ma ci si
riferisce a un’azione che si deve svolgere)
. Ad Brutum tibi sibendum est: da parte tua si deve scrivere a Bruto
(da parte dei nemici fu da correre velocemente), i nemici dovettero correre velocemente
. Athenis ultimus rex fuit Codrus, vir non spernendus: ad Atene l’ultimo re fu Codrus, uomo non da
disprezzare (che non fu da disprezzare, non disprezzabile)
IL GERUNDIO
“declinazione dell’infinito”
In latino, come in italiano, l’infinito del verbo può essere sostantivato, cioè svolgere le funzioni di
un sostantivo, Il gerundivo latino non è altro che il verbo all’infinito declinato come un sostantivo
Tullo Ostilio (quarto re di roma) fondò/ inaugurò l’arte del guerreggiare (l’arte bellica)
—> Condidit: passato remoto del verbo Condo, condis, condidi, conditum, condere (fondare,
inaugurare) —> originariamente “Condo” significava scavare, infatti prima di fondare una città
veniva scavata una piccola fossa e venivano sotterrati amuleti e piccole statuette-divinità
—> indicativo presente: Exerceo, exerces, exercui, exercitum, exercere: esercitare, dalla radice di
questo verbo deriva la parola “Esercito”
L’INFINITO
L’infinito può essere utilizzato come sostantivo e come verbo (per la “declinazione” dell’infinito Vd.
scheda linguistica 2 Gerundio)
Morfologia
L’infinito in latino ha 3 tempi: presente, passato, futuro e due diatesi (attivo e passivo)
(A): Attivo
(B): Passivo
- Passato: Hortatum, am, um (-os, -as, -a) esse (“aver esortato”), Tuitum, am, um (-os, -as, -a)
esse (“aver guardato”), Secutum, am, um (-os, -as, -a) esse (“aver seguito”), Largitum, am, um (-
os, -as, -a) esse (“aver donato”)
- Futuro: hortaturum, am, um (-os, -as, -a) esse, tuiturum, am, um (-os, -as, -a) esse, secuturum,
am, um (-os, -as, -a) esse, largiturum, am, um (-os, -as, -a) esse
. didici amare
ho imparato ad amare
la maggior parte della buona salute è aver lasciato gli istigatori della follia (pazzia - rabbia)
Era necessario che tutti i cittadini difendessero con le armi la rocca contro i nemici
gli storici tramandano che Cleopatra avesse dato di propria mano a se stessa la morte
. Questor urbanus senatui populoque ostendit argenti largitiones nimias damno aerario fuisse
il questore urbano dimostrò al senato e al popolo che le eccessive elargizioni di argento furono di
danno per l’erario
tu hai affermato che mai Marcello nel foro del popolo romano sarebbe venuto
non appena fu chiaro, il console ordinò che l’esercito fosse chiamato allo scontro
Loro risposero a Cesare che alcuni ambasciatori dovessero essere mandati a Pompeo
. Barbari legatos ad Cesarem miserunt et polliciti sunt se eius imperata facturos esse
i Barbari mandarono gli ambasciatori a Cesare e promisero che loro avrebbero eseguito i suoi
ordini
Cesare comprese che il suo esercito è stato circondato dai nemici ovunque
LA CONSECUTIO TEMPORUM
Viene così denominato l’Ingranaggio che determina il rapporto reciproco dei tempi verbali tra la
proposizione reggente e la proposizione subordinata. In altre parole, la consecutio è applicata in
tutti i casi in cui il parlante intende sottolineare il rapporto di tempo tra la reggente e la
subordinata.
La consecutio viene applicata in quasi tutte le subordinate al congiuntivo (Ad eccezione delle
proposizioni consecutive), in particolare nelle proprosizioni finali, nelle proposizioni temporali-
causali espresse dal Cum+ congiuntivo, nelle proposizioni interrogative indirette
N.B. una forma di consecutio temporum, più semplice, regola anche i tempi del modo infinito
nelle proposizioni infinitive (soggettive e oggettive) in relazione al rapporto temporale che esse
hanno con la proposizione reggente
3. LESSICO ED ETIMOLOGIA
A
Actor, Actoris: Sostantivo maschile III declinazione (S: Actor, Actoris, Actori, Actora, Actore,
Actor)
. dal Verbo Ago, Agis, Egis, Actum, Agere (III declinazione) = Attore, colui che agisce sulla scena
Actrix, Actricis: sostantivo femminile III declinazione (S: Actrix, Actricis, actrici, actricem, actrice,
actrix; P: Actrices, Actricium, Actricibus, Actrices, Actricibus, Actrices)
. Attrice
Aditus, Aditus: Sostantivo maschile IV declinazione (S: Aditus, Aditus, Aditui, Aditum, Aditu,
Aditus; P: Aditus, Adituum, Aditibus, Aditus, Aditibus, Aditus)
Aedes, Aedis: sostantivo femminile III declinazione (S: Aedes, Aedis, Aedi, Aedem, Aede, Aedes;
P: Aedes, Aedium, Aedibus, Aedes, Aedibus, Aedes)
Aetas, Aetatis: Sostantivo femminile III declinazione (S: Aetas, Aetatis, aetati, Aetatem, Aetate,
Aetas; P: Aetates, Aetatum, Aetatibus, Aetates, Aetatibus, Aetates)
. Agire, fare
Amnis, Amnis: Sostantivo maschile III declinazione (S: Amnis, Amnis, Amni, Amnem, Amne,
amnis; P: Amnes, Amnium, Amnibus, amnes, Amnibus, Amnes)
. Fiume, corso d’acqua grosso e rapido —> Amniene è un affluente del Tevere a Roma
. vicolo, viuzza
Aperio, Aperis,Aperui, Apertum, Aperire: Verbo transitivo IV coniugazione
. Aprire
. scoprire, denudare rivelare, chiarire, palesare, manifestare, svelare, mettere in luce, facilitare,
agevolare
. Architetto
Aes, Aeris: sostantivo neutro III declinazione (S: Aes, Aeris, Aeri, Aes, Aere, Aes; P: Aera, Aerum,
Aeribus, Aera, Aeribus, Aera)
Argentum, Argenti: sostantivo neutro II declinazione (S: Argentum, Argenti, Argento, Argentum,
Argento, Argentum; P: Argenta, Argentorum, Argentis, Argenta, Arentis, Argenta)
. Argento
Atrium, Atrii: sostantivo neutro II declinazione (S: Atrium, Atrii, Atrio, Atrium, Atrio, Atrium; P:
Atria, Atriorum, Atriis, Atria, Atriis, Atria)
. dimora, palazzo
Aulaeum, Aulaei: sostantivo neutro II declinazione (S: Aulaeum, Aulaei, Aulaeo, Aulaeum, Aulaeo,
Aulaeum; P: Aulaea, Aulaeorum, Aulaeis, Aulaea, Aulaeis, Aulaea)
Auxilium, Auxilii: Sostantivo neutro II declinazione (S: Auxilium, Auxilii, Auxilio, Auxilium, Auxilio,
Auxilium; P: Auxilia, Auxiliorum, Auxiliis, Auxilia, Auxiliis, Auxilia)
. Aiuto, Ausilio
B
Basilica, Basilicae: sostantivo femminile I declinazione (S: Basilica, Basilicae, Basilicae,
Basilicam, Basilica, Basilica; P: Basilicae, Basilicarum, Basilicis, Basilicas, Basilicis, Basilicae)
Bos, Bovis: Sostantivo maschile e femminile III declinazione (S: Bos, Bovis, Bovi, Bovem, Bove,
Bos; P: Boves, Bonum, Bobus, Boves, Bobus, Boves)
. specie di pesce
C
Cano, Canis, Cecini, Cantum, Canere: Verbo transitivo e intransitivo III coniugazione
Cantor, Catoris: Sostantivo maschile III declinazione (S: Cantor, Cantoris, Cantori, CAntorem,
Cantore, Cantor; P: Cantores, Catorum, Cantoribus, Cantores, Cantoribus, Cantores)
Carmen, Carminis: Sostantivo neutro III declinazione (S: carmen, Carminis, Carmini, Carmen,
Carmine, carmen; P: Carmina, Carminum, Carminibus, Carmina, Carminibus, Carmina)
. canto, suono, canzone, poema, versi poetici, oracolo, incantesimo, formula magica, , preghiera,
iscrizione poetica, votiva o sepolcrale
Caro, Carnis: sostantivo femminile III declinazione (S: Caro, Carnis, Carni, Carnem, carne, Caro;
P: Carnes, Carnium, Carnibus, Carnes, Carnibus, Carnes)
. carne
. carogna, carne contrapposta allo spirito (polpa di frutta, parte carnosa degli alberi)
Caupo, Cauponis: sostantivo maschile III declinazione (S: Caupo, Cauponis, Cauponi, Caupones,
Caupone, Caupo; P: Caupones, Cauponum Cauponibus, Caupones, Cauponibus, Caupones)
Cavea, Caveae: sostantivo femminile I declinazione (S: Cavea, Caveae, Caveae, Caveam, Cavea,
Cavea; P: Caveae, Cavearum, Caveis, Caveas, Caveis, Caveae)
. cavità, concavitò, recinto, gabbia, alveare, cavea del teatro, l’emiciclo digradante ove sedevano
gli spettatori —> spettatori, teatro
Cedo, Cedis, Cessi, Cessum, Cedere: verbo transitivo e intransitivo III coniugazione
Cena, Cenae: sostantivo femminile I declinazione (S: Cena, Cenae, Cenae, Cenam, Cena, Cena;
P: Cenae, Cenarum, Cenis, Cenas, Cenis, Cenae)
Chorus, Chori: Sostantivo maschile II declinazione (S: chorus, chori, Choro, Chorum, Choro,
Chore; P: Chori, Chororum, choris, choros, choris, chori)
. danza circolare, coro, gruppo di persone che danzano e cantano, folla, schiera, (astronomia:
costellazione, gruppo di stelle; moto circolare delle stelle)
. circoferenza, cerchio
Civis, Civis: sostantivo maschile e femminile III declinazione (S: Civis, Civis, Civi, Civem, Cive,
Civis; P: Cives, Civium, CIvibus, Cives, Civibus, cives)
. cittadino, cittadina
Civitas, Civitatis: sostantivo femminile III declinazione (S: Civitas, Civitatis, Civitati, Civitatem,
Civitate, Civitas; P: Civitates, Civitatum, Civitatibus, Civitates, Civitatibus, Civitates)
. città abitata dalla popolazione (Arx: vittà fortificata; Arx+Civitas=Urbs: molto grande)
Clamor, Clamoris: sostantivo maschile III declinazione (S: Clamor, Clamoris, Clamori, Clamorem,
Clamore, Clamor; P: CLamores, Clamorum, Clamorum, Clamoribus, Clamores, Clamoribus,
Clamores)
. clamore, chiasso, rumore —> dal greco Kaleo, Kalò: gridare, dare voce, chiamare, convocare
Classis, Classis: sostantivo femminile III declinazione (S: Classis, classis, Classi, Classem,
Classe, Classis; P: Classes, Classium, Classibus, CLasses, Classibus, Classes)
. forza e acume dell’ingegno, destrezza nell’agire, uno bravo, agile che prende le decisioni giuste
in modo velocemente, capacità di essere pieno di risorse
Comitium, Comitii: sostantivo neutro II declinazione (S: Comitium, comitii, comitio, comitium,
comitio, comitium; P: Comitia, comitiorum, comitiis, comitia, comitiis, comitia)
. comizio, luogo nel foro dove si tenevano i comizi, le elezioni e si adunava il popolo
Conspicio, conspicis, conspexi, conspetum, conspicere: verbo transitivo III coniugazione (S:
. Costituire (Cum+ Sto: mettere insieme —> Costituzione è l’insieme degli articoli)
. ordinare, porre, disporre, fissare, definire, prescrivere, nominare, eleggere, ordinare, dare un
assetto stabile
Copia, Copiae: sostantivo femminile I declinazione (S: Copia, Copiae, Copiae, COpiam, Copia,
Copia; P: Copiae, Copiarum, Copiis, Copias, Copiis, Copiae)
. esercito, soldati
. orgoglio
Cultura, Culturae: sostantivo femminile I declinazione (S: Cultura, Culturae, Culturae, Culturam,
Cultura, Cultura; P: Culturae, Culturarum, Culturis, Culturas, Culturis, Culturae)
Cuneus, Cunei: Sostantivo maschile II declinazione (S: Cuneus, Cunei, Cuneo, Cuneum, Cuneo,
Cunee; P: Cunei, Cuneorum, Cuneis, Cuneos, Cuneis, Cunei)
D
Desero, deseris, Deserui, Desertum, Deserere: Verbo transitivo III coniugazione
. disdegnare, trascurare
Dico, Dicis, Dixi, Dictum, Dicere: verbo transitivo e intransitivo III coniugazione
. parlare, dire
Dignitas, Dignitas: Sostantivo femminile III declinazione (S: Dignitas, Dignitatis, Dignitati,
Dignitatem, Dignitate, Dignitas; P: dignitates, Dignitatum, Dignitatibus, Dignitates, Dignitatibus,
Dignitates)
. autorità, prestigio, stima, credito, valore, capacità, grado, posizione, imponenza, grandiosità
Divitiae, Divitiarum: sostantivo femminile plurale I declinazione (S: Divitiae, Divitiarum, Divitiis,
Divitias, Divitiis, Divitiae)
. dotto, insegnare
Dux, Ducis: Sostantivo maschile e femminile III declinazione (S: Dux, Ducis, Duci, Ducem, Duce,
Dux; P: Duces, Ducum, Ducibus, Duces, Ducibus, Duces)
E
Edo, Edis, Edi, Esum, Edere: verbo transitivo anomalo
. divorare, consumare
. Estrarre (Ex+capio)
F
Fabula, fabulae: sostantivo femminile I declinazione (S: Fabula, Fabulae, Fabulae, Fabulam,
Fabula, Fabula; P: Fabulae Fabularum, Fabulis, Fabulas, Fabulis, Fabulae)
Facies, Faciei: sostantivo femminile V declinazione (S: Facies, Faciei, Faciei, Faciem, Facie,
Facies; P: Facies, Facierum, Faciebus, Facies, Faciebus, Facies)
. Aspetto esteriore
Flatus, Flatus: sostantivo maschile IV declinazione (S: Flatus, Flatus, Flatui, Flatum, Flatu, Flatus;
P: Flatus, Flatuum, Flatibus, Flatus, Flatibus, Flatus)
. anima, esalazione
Flos, Floris: sostantivo maschile III declinazione (S: Flos, Floris, Flori, Florem, Flore, Flos; P:
Flores, Florum, Floribus, Flores, Floribus, Flores)
. fiore, fioritura,
For, Faris, Fatus sum, Fari: Vero transitivo e intransitivo deponente I coniugazione
. Raccontare
Forma, Formae: sostantivo femminile I declinazione (S: Forma, Formae, Formae, Formam,
Forma, Forma; P: Formae, Formarum, Formis, Formas, Formis, Formae)
. (Filosofia: idea, archetipo; Logica: specie; Retorica: Schema retorico; Grammatica: forma
riflessiva, paradigma; diritto: legge, sentenza; Diritto: norma, regola, procedura, rito, territorio,
giurisdizione)
Forum, Fori: sostantivo neutro II declinazione (S: Forum, Fori, Foro, Forum, Foro, Forum; P: Fora,
Fororum, Foris, Fora, Foris, Fora)
G
Garum, Gari: sostantivo neutro II declinazione (S: Garum, Gari, Garo, Garum, Garo, Garum; P:
Gara, Garorum, Garis, Gara, Garis, Gara)
Gradus, Gradus: sostantivo maschile IV declinazione (S: Gradus, Gradus, Gradui, Gradum,
Gradu, Gradus; P: Gradus, Graduum, Gradibus, Gradus, Gradibus, Gradus)
H
Hiems, Hiemis: sostantivo femminile III declinazione (S: Hiems, Hiemis, Hiemi, Hiemen, Hieme,
Hiems; P: Hiemes, Hiemum, Hiemibus, Hiemes, Hiemibus, Hiemes)
. Inverno
Holus, Holeris: sostantivo neutro III declinazione (S: Holus, Holeris, Holeri, Holus, Holere, Holus;
P: Holera, Holerum, Holeribus, Holera, Holeribus, Holera)
Hordeum, Hordei: sostantivo neutro II declinazione (S: Hordeum, Hordei, Hordeo, Hordeum,
Hordeo, Hordeum; P: hordea, Hordeorum, Hordeis, Hordea, Hordeis, Hordea)
. orzo
Horreum, horrei: sostantivo neutro II declinazione (S: Horreum, Horrei, Horreo, Horreum, Horreo,
Horreum; P: Horrea, Horreorum, Horreis, Horrea, Horreis, Horrea)
Hospitalia, Hospitalium: sostantivo neutro plurale III declinazione (P: Hospitalia, Hospitalium,
Hospitalibus, Hospitalia, Hospitalibus, Hospitalia)
Hostis, Hostis: sostantivo maschile e femminile III declinazione (S: Hostis, Hostis, Hosti, Hostem,
Hoste, Hostis; P: Hostes, Hostium, Hostibus, Hostes, Hostibus, Hostes)
I
Ientaculum, ientaculi: sostantivo neutro II declinazione (S: Ientaculum, Ientaculi, Ientaculo,
Ientaculum, Ientaculo, Ienatculum; P: Ientacula, Ientaculorum, Ientaculis, Ientacula, Ientaculis,
Ientacula)
. imperatore
Insula, Insulae: sostantivo femminile I declinazione (S: Insula, Insulae, Insulae, Insulam, Insula,
Insula; P: Insulae, Insularum, Insulis, Insolas, Insulis, Insulae)
Intueor, Intueris, Intuitus sum, Intueri: verbo transitivo e intransitivo deponente II coniugazione
Iter, Itineris: sostantivo neutro III declinazione (S: Iter, Itineris, Itineri, Iter, itinere, Iter; P: Itinera,
Itinerum, Itineribus, Itinera, Itineribus, Itinera)
. comandare, ordinare
Iudicium, Iudicii: sostantivo neutro II declinazione (S: Iudicium, iudicii, iudicio, iudicium, iudicio,
Iudicium; P: iudicia, Iudiciorum, iudiciis, Iudicia, Iudiciis, Iudicia)
Ius, Iuris: sostantivo neutro III declinazione (S: Ius, Iuris, Iuri, Ius, Iure, Ius; P: Iura, Iurium, Iuribus,
Iura, Iuribus Iura)
. diritto, legge
. giustizia, legalità
L
Lac, Lactis: sostantivo neutro III declinazione (S: Lac, lactis lacti, lac, lacte, lac; P: lacta, Lactium,
lactibus, Lacta, Lactibus, lacta)
. latte
Legatus, Legati: sostantivo maschile II declinazione (S: legatus, legati, legato, legatum, legato,
legate; P: Legati, legatorum, legatis, legatos, legatis, legati)
. ambasciatore
Lena, Lenae: sostantivo femminile I declinazione (S: Lena, Lenae, Lenae, Lenam, Lena, Lena; P:
Lenae, Lenarum, Lenis, Lenas, Lenis, Lenae)
Leno, Lenonis: sostantivo maschile III declinazione (S: Leno, Lenonis, Lenoni, Lenonem, Lenone,
Leno; P: Lenones, Lenonum, Lenonibus, Lenones, Lenonibus, Lenones)
Lex, Legis: sostantivo femminile III declinazione (S: Lex, Legis, Legi, Legem, Lege, Lex; P: leges,
Legum, Legibus, Leges, Legibus, Leges)
. legge
.regola norma
Locus, Loci: sostantivo maschile II declinazione (S: Locus, Loci, Loco, Locum, Loco, Loce;P:
Loca, Locorum, Locis, Locos, Locis, Loci)
Loquor, Loqueris, Locutus sum, Loqui: verbo transitivo e intransitivo deponente III coniugazione
. discorrere, conversare, raccontare —> mentre dicere e orare si addicono al tono sostenuto
dell’oratore
Ludo, Ludis, Lusi, Lusum, Ludere: verbo transitivo e intransitivo III coniugazione
. giocare, scherzare, divertirsi —> da cui in italiano deriva la parola ludoteca, ludopatia
Ludus, Ludi: sostantivo maschile II declinazione (S: Ludus, ludi, ludo, ludum, ludo, lude; P: Ludi,
Ludorum, Ludis, Ludos, Ludis, Ludi)
M
Macellus, Macelli: sostantivo maschile II declinazione (S: Macellus, Macelli, Macello, Macellum,
Macello, Macelle; P: Macelli, Macellorum, Macellis, Macellos, Macellis, Macelli)
Mima, Mimae: sostantivo femminile I declinazione (S: Mima, Mimae, Mimae, Mimam, Mima,
Mima; P: Mimae, Mimarum, Mimis, Mimas, Mimis, Mimae)
. attrice, ballerina
. commediante
Mimus, Mimi: sostantivo maschile II declinazione (S: Mimus, mimi, Mimo, mimum, mimo, Mime;
P: mimi, Mimorum, Mimis, Mimos, Mimis, Mimi)
. mimo, attore
Moenia, Moenium: sostantivo neutro plurale III declinazione (P: Moenia, moeniium, Moeniibus,
Moeniia, Moeniibus, Moeniia)
Mullus, Mulli: sostantivo maschile II declinazione (S: Mullus, mulli, Mullo, Mullum, Mullo, Mulle; P:
Mulli, Mullorum, Mullis, Mullos, Mullis, Mulli)
. triglia, pesce
Munus, Muneri: sostantvo neutro III declinazione (S: Munus, Muneris, Muneri, Munus, Munere,
Munus; P: Munera, Munerum, Muneribus, Munera, Muneribus, Munera)
. funzione, carica, dovere, obbligo
N
Nascor, Nasceris, Natus sum, Nasci: verbo intransitivo deponente III coniugazione
. nascere
. avere origine
Natura, Naturae: sostantivo femminile I declinazione (S: Natura, Naturae, Naturae, Naturam,
Natura, Natura; P: Naturae, Naturarum, Naturis, Naturas, Natiris, Naturae)
. Natura
Navis, Navis: sostantivo femminile III declinazione (S: Navis, Navis, Navi, Navem, Nave, Navis; P:
Naves, Navium, Navibus, Naves, Navibus, Naves)
. Nave
. mercante, affarista
. commerciante, mediatrice
Nobilitas, Nobilitatis: sostantivo femminile III declinazione (S: Nobilitas, Nobilitatis, Nobilitati,
Nobilitatem, Nobilitate, Nobilitas; P: nobilitates, nobilitatum, nobilitatibus, Nobilitates,
Nobilitatibus, Nobilitates)
. nobiltà, nobile
Novitas, Novitatis: Sostantivo femminile III declinazione (S: Novitas, Novitatis, Novitati,
Novitatem, Novitate, Novitas; P: Novitates, Novitatum, Novitatibus, Novitates, Novitatibus,
Novitates)
. novità
Nutrix, Nutricis: sostantivo femminile III declinazione (S: Nutrix, Nutricis, Nutrici, Nutricem,
Nutrice, Nutrix; P: Nutrices, Nutricum, Nutricibus, Nutrices, Nutricibus, Nutrices)
O
Officium, Officii: sostantivo neutro II declinazione (S: Officium, Officii, Officio, Officium, Officio,
Officium; P: Officia, Officiorum, Officiis, Officia, Officis, Officia)
Olea, Oleae: sostantivo femminile I declinazione (S: Olea, Oleae, Oleae, Oleam, Olea, Olea; P:
Oleae, Olearum, Oleis, Oleas, Oleis, Oleae)
. oliva, olivo
Oleum, Olei: sostantivo neutro II declinazione (S: Oleum, Olei, Oleo, Oleum, Oleo, Oleum; P: Olea,
Oleorum, Oleis, Olea, Oleis, Olea)
. orchestra, nel teatro greco, area adibita alle danze del coro, in quello romano, parte riservata ai
senatori
P
Pallium, Pallii: sostantivo neutro II declinazione (S: Pallium, Pallii, Pallio, Pallium, Pallio, Pallium;
P: Pallia, Palliorum, Palliis, Pallia,Palliis, Pallia)
Pecunia, Pecuniae: (S: Pecunia, Pecuniae, Pecuniae, Pecuniam, Pecunia, Pecunia; P: PEcuniae,
Pecuniarum, Pecuniis, Pecunias, Pecuniis, Pecuniae)
. individuo, ruolo
. pestare, pigiare
Piscator, Piscatoris: sostantivo maschile III declinazione (S: Piscator, Piscatoris, Piscatori,
Piscatorem, Piscatore, Piscator; P: Piscatores, Piscatorum, Piscatoribus, Piscatores, Piscatoribus,
Piscatores)
. pescatore, pescivendolo
Piscatrix, Piscatricis: sostantivo femminile III declinazione (S: Piscatrix, Piscatricis, Piscatrici,
Piscatricem, Piscatrice, Piscatrix; P: Piscatrices, Piscatricum, Piscatricibus, Piscatrices,
Piscatricibus, Piscatrices)
. Pescatrice, pescivendola
Piscis, Piscis: sostantivo maschile III declinazione (S: Piscis, Piscis, Pisci, Piscem, Pisce, Piscis;
P: Pisces, Piscium, Piscibus, Pisces, Piscibus, Pisces)
. pesce
Pistor, Pistoris: sostantivo maschile III declinazione (S: Pistor, Pistoris, Pistori, Pistorem, Pistore,
Pistor; P: Pistores, Pistorum, Pistoribus, Pistores, Pistoribus, Pistores)
. fornaio, panettiere
Pistrilla, Pistrillae: sostantivo femminile I declinazione (S: Pistrilla, Pistrillae, Pistrillae, Pistrillam,
Pistrilla, Pistrilla; P: Pistrillae, Pistrillarum, Pistrillis, Pistrillas, Pistrillis, Pistrillae)
Pistrinum, pistrini: sostantivo neutro II declinazione (S: Pistrinum, Pistrini, Pistrino, Pistrinum,
Pistrino, Pistrinum; P: Pistrina, Pistrinorum, Pistrinis, Pistrina, Pistrinis, Pistrina)
Plausus, Plausus: sostantivo maschile IV declinazione (S: Plausus, Plausus, Plausui, Plausum,
Plausu, Plausus; P: Plausus, Plausuum, Plausibus, Plausus, Plausibus, Plausus)
Pons, Pontis: sostantivo maschile III declinazione (S: Pons, Pontis, Ponti, Pontem, Ponte, Pons;
P: Pontes, Pontium, Pontinus, Pontes, Pontibus, Pontes)
Portus, Portus: sostantivo maschile IV declinazione (S: Portus, Portus, Portui, Portum, Portu,
Portus; P: Portus, Portuum, Portubus, Portus, Portubus, Portus)
Potior, Potiris, Potitus sum, potiri: verbo transitivo e intransitivo deponente IV coniugazione
. nei teatri e negli anfiteatri, corridoio circolare che separava un ordine di posti dall’altro
. cintura, cinghia
. provocazione, sfida
. incitamento, incoraggiamento
Pulpitum, Pulpiti: sostantivo neutro II declinazione (S: Pulpitum, Pulpiti, Pulpito, Pulpitum,
Pulpito, Pulpitum; P: pulpita, Pulpitorum, Pulpitis, Pulpita, Pulpitis, Pulpita)
Q
Quaero, Quaeris, Quaesivi, Quaesitum, Quaerere: verbo transitivo III coniugazione
R
Rates, Ratis: sostantivo femminile III declinazione (S: Ratis, Ratis, rati, Ratem, Rate, Ratis; P:
Rates, Ratium, Ratibus, Rates, Ratibus, Rates)
. zattera, barca
Ratio, Rationis: sostantivo femminile III declinazione (S: Ratio, Rationis, Rationi, Rationem,
Ratione, Ratio; P: Rationes, Rationum, Rationibus, Rationes, Rationibus, Rationes)
. proporzione
Res, Rei: sostantivo femminile V declinazione (S: Res, Rei, Rei, Rem, Re, Res; P: Res, Rerum,
Rebus, Res, Rebus, Res)
. Cosa
Rex Regis: sostantivo maschile III declinazione (S: Rex, Regis, Regi, Regem, Rege, Rex; P:
Reges, Regum, Regibus, Reges, Regibus, Reges)
Rostrum, Rostri: sostantivo neutro II declinazione (S: Rostrum, Rostri, Rostro, Rostrum, Rostro,
Rostrum; P: Rostra, Rostrorum, Rostris, Rostra, Rostris, Rostra)
S
Scaena, Scaenae: Sostantivo femminile I declinazione (S: Scaena, Scaenae, Scaenae, Scaenam,
Scaena, Scaena; P: Scaenae, Scaenarum, Scaenis, Scaenas, Scaenis, Scaenae)
Saepta, Saeptorum: sostantivo neutro II declinazione (S: Saeptum, Saepti, Saepto, Saeptum,
Saepto, Saeptum; P: Saepta, Saeptorum, Saeptis, Saepta, Saeptis, Saepta)
. saltare, balzare
Saltator, Saltatoris: sostantivo maschile III declinazione (S: Saltator, Saltatoris, Saltatori,
Saltatorem, Saltatore, Saltator; P: Saltatores, Saltatorum, Saltatoribus, Saltatores, Saltatoribus,
Saltatores)
Saltatrix, Saltatricis: sostantivo femminile III declinazione (S: Saltatrix, Saltatricis, Saltatrici,
Saltatricem, Saltatrice, Saltatrix; P: Saltatrices, Saltatricum, Saltatricibus, Saltatrices,
Saltatricibus, Saltatrices)
Salutatio, Salutationis: sostantivo femminile III declinazione (S: salutatio, salutationis, salutationi,
salutationem, salutatione, salutatio; P: Salutationes, salutationum, salutationibus, salutationes,
salutationibus, salutationes)
Sella, Sellae: sostantivo femminile I declinazione (S: Sella, Sellae, Sellae, Sellam, Sella, Sella; P:
Sellae, Sellarum, Sellis, Sellas, Sellis, Sellae)
Semen, Seminis: sostantivo neutro III declinazione (S: semen, seminis, Semini, Semen, Semine,
Semen; P: semina, Seminum, Seminibus, Semina, Seminibus, Semina)
. seme
Semita, Semitae: sostantivo femminile I declinazione (S: Semita, Semitae, Semitae, Semitam,
Semita, Semita; P: Semitae, Semitarum, Semitis, Semitas, Semitis, Semitae)
Sequor, Sequeris, Secutus sum, Sequi: verbo transitivo e intransitivo deponente III
coniugazione
. inseguire, perseguitare
Siparium, Siparii: sostantivo neutro II declinazione (S: Siparium, Siparii, Sipario, Siparium,
Sipario, Siparium; P: Siparia, Sipariorum, Sipariis, Siparia, Sipariis, Siparia)
. abilità, astuzia
Spectator, Spectatoris: sostantivo maschile III declinazione (S: Spectator, Spectatoris, Specatori,
Spectatorem, Spectatore, Spectator; P: Spectatores, Spectatorum, Spectatoribus, Spectatores,
Spectatoribus, Spectatores)
. grotta
. promettere, impegnarsi con la propria parola, dare garanzia, presagire, assicurare, giurare,
presagire
Sponsor, Sponsoris: sostantivo maschile III declinazione (S: Sponsor, Sponsoris, Sponsori,
Sponsorem, Sponsore, Sponsor; P: Sponsores, Sponsorum, Sponsoribus, Sponsores,
Sponsoribus, Sponsores)
Sus, Suis: sostantivo maschile e femminile III declinazione (S: Sus, Suis, SUi, Suiem. Sue, Sus; P:
Suesm Suium, Suibus, Sues, Suibus, Sues)
Sutor, Sutoris: sostantivo maschile III declinazione (S: Sutor, Sutoris, Sutori, Sutorem, Sutore,
Sutor; P: Sutores, Sutorum, Sutoribus, Sutores, Sutoribus, Sutores)
Syllabus, Syllabi: sostantivo maschile II declinazione (S: Syllabus, Syllabi, Syllabo, Syllabum,
Syllabo, Syllabe; P: Syllabi, Syllaborum, Syllabis, Syllabos, Syllabis, Syllabi)
. registro
T
Taberna, Tabernae: sostantivo femminile I declinazione (S: Taberna, tabernae, Tabernae,
Tabernam, Taberna, Taberna; P: Tabernae, Tabernarum, Tabernis, Tabernas, Tabernis, Tabernae)
Tablinum, Tablini: sostantivo neutro II declinazione (S: Tablinum, Tablini, Tablino, Tablinum,
Tablino, Tablinum; P: Tablina, Tablinorum, Tablinis, Tablina, Tablinis, Tablina)
Theatrum, Theatri: sostantivo neutro II declinazione (S: Theatrum, Theatri, Theatro, Theatrum,
Theatro, Theatrum; P: Theatra, Theatrorum, Theatris, Theatra, Theatris, Theatra)
. toga orlata di porpora messa dai magistrati, dai sacerdoti e dai fanciulli nobili fino all’età virile
Toga, Togae: sostantivo femminile I declinazione (S: Toga, Togae, Togae, Togam, Toga, Toga; P:
Togae, Togarum, Togis, Togas, Togis, Togae)
. toga: simbolo di romanità, di appartenenza o cittadinanza romana, tipo di veste, coperta, tetto
Tonsor, Tonsoris: sostantivo maschile III declinazione (S: Tonsor, Tonsoris, Tonsori, Tonsorem,
Tonsore, Tonsor; P: Tonsores, Tonsorum, Tonsoribus, Tonsores, Tonsoribus, Tonsores)
Tribunal, Tribunalis: sostantivo neutro III declinazione (S: tribunal, Tribunalis, Tribunali, Tribunal,
Tribunali, Tribunal; P: Tribunalia, Tribunalium, Tribunalibus, Tribunalia, Tribunalibus, Tribunalia)
. tribunale, da Tribunus
. palco, seggio
Triclinium, Triclinii: sostantivo neutro II declinazione (S: triclinium, Triclinii, Triclinio, Triclinium,
Triclinio, Triclinium; P: triclinia, tricliniorum, tricliniis, Trriclinia, Tricliniis, Triclinia)
U
Uro, uris, ussi, ustum, Urere: verbo transitivo III coniugazione
Utor, Uteris, Usus sum, Uti: verbo transitivo e intransitivo deponente III coniugazione
. usare, adoperare
V
Valetudo, valetudinis: sostantivo femminile III declinazione (S: aletudo, Valetudinis, Valetudini,
Valetudinem, Valetudine, Valetudo; P: Valetudines, Valetudinum, Valetunibus, Valetudines,
Valetunibus, Valetudines)
Valva, Valvae: sostantivo femminile I declinazione (S: Valva, Valvae, Valvae, Valvam, Valva, Valva;
P: Valvae, Valvarum, Valvis, Valvas, Valvis, Valvae)
Vicus, vici: sostantivo maschile II declinazione (S: Vicus, Vici, Vico, Vicum, Vico, Vice; P: Vici
Vicorum, Vicis, Vicos, Vicis, Vico)
. vincere, sconfiggere
Vir, Viri: sostantivo maschile II declinazione (S:Vir, Viri, Viro, Virum, Viro, Vir; P: Viri, Virorum, Viris,
Viros, Viris, Viri)
. uomo, maschio
4. CORREZIONE ESERCIZI
ESERCIZI
1. Puer dormiens gallum canentem non audivit: il bambino dormendo (poichè dormiva) non udì il
gallo cantare
—> ha una radice molto antica: deriva da can*- carmen (carmen, carminis, carmini, carmen,
carmen, carmine- Carmine, carminum, carminibus, carmina, carmina, : ricetta del medico,
profezia)
Marco aprendo gli occhi vede lo schiavo (il servo) che sta in piedi diritto presso il suo letto
3. Repente primores argentum aurumque omne ex publico aerario et privatis patrimoniis collatum
in ignem coniecerunt
Subito (repentinamente) i primi (nobili) gettarono nel fuoco tutto l’argento e l’oro portato, raccolto
insieme dall’erario pubblico
—> Coniecerunt: deriva da “con+ Fero” (Fero, fers, tuli, latum, ferre : portare, trasportare)
—> Cepit (Capio, capis, cepi, captum, ere: prendere) verbo della terza da non confondere con la
quarta.
Da Captum deriva Captivus, a, um: significa prigioniero; in italiano ha dato esito “cattivo” —> nel
latino medievale il “captivus diaboli” è il prigioniero del diavolo, il posseduto.
Massinissa si innamorò (amò subito) subito di Sofonisba moglie di Siface sua prigioniera
(racconto di Sallustio)
6. Naves provectas in altum hostes usserunt: i nemici incendiarono le navi che erano state
trasportate (salpate) al largo
—> Usserunt (Uro uris, ussi, ustum, urere: bruciare, dare fuoco)
—> Provectas deriva da “Pro+ veho”: trasportare, mi muovo, viaggio (Proveho, is, provexi,
provectum, ere, provectus, a, um)
7. Sole oriente navis eorum e portu egreditur multis hominibus spectantibus: al sorgere del sole la
nave esce dal porto davanti a molti spettatori (mentre gli uomini guardavano)
—> deriva da specio: spectaculum (specto, as, avi, atum, are: ammirare, contemplare)
—> (Loquor, eris, locutus sum, loqui: parlare verbo deponente - forma attiva ma significato
passivo)
9. Aemilia, sic locuta, proficiscitur: cosi detto, Aemilia (avendo così parlato) parte
10. Cane vincto, hospes intrat legato il cane l’ospito entra (può entrare)
—> Vinco, is, vici, victum, ere: vincere ≠ Vincio, is, vinxi, vinctum, ire: legare; in italiano ha dato
esito “vincolo”
11. Marco in cubicolo ducto atque incluso, Davus pecuniam subducens fugit: condotto Marco in
una stanza e chiuso dentro Davo, rubando (sottraendo) il denaro, fugge
è da imparare
14.”Ego quidem cupidus sum volandi”, inquit Icarus “sed alae instruendae sunt ad volandum”
“sono desideroso/bramoso di volare”dice Icaro “ma per volare (al fine di volare) bisogna costruire
delle ali per volare
—> Inquit (= dicit) viene usato soprattutto quando ci sono i discorsi diretti
—> cupidus sum patriam (complemento oggetto) videndi (gerundio) sono bramoso di vedere la
patria
sono desideroso/bramoso di vedere la patria (letteralmente sarebbe: della patria che deve essere
vista/da vedere)
la cosa/ciò che il padrone ha comandato questo (id) è da fare per il servo (questo il servo deve
fare)
CORREZIONE SPECIMEN
Esercizio 1
For, faris, fatus sum, fari —> loquor
Esercizio 2
Legatus —> incaricato dal comandante di portare ambascerie in campo nemico
Esercizio 3
Dum Ulixes domum revertitur ad Lotophagos ivit. Isti homines boni erant qui loton edebant; loti
flore duo socii Ulixis reditum obliti sunt, ergo ille eos vinxit et vi ad naves reduxit. Deinde Ulixes ad
Cyclopem advenit. Cyclopes erat monstrum qui unum oculum media fronte habebat et carnem
hominum edebat. Polyphemus inevit Ulixem et eius socios in sua spelunca; ergo eos reclusit et
homines edere incepit. Vir ut se et socios servaret Cyclopem inebriavit, eius oculum ussit, deinde
dolo cum eis fugit
Esercizio 4
Ulixes ad Aeolum, ventorum regem venit et is liberaliter eum accepit, donans saccos, qui ventos
continebant ut prosperam navigationem permitterent. Ulixis socii autem saccos aperunt, quod
putabant ibi divitias contineri; procella igitur orta est quae Ulixem rursus ad Aeoli insulam detulit
regem accepit
CORREZIONE SPECIMEN 2
Esercizio 1
Vicus - Via
Pistor - furnarius
Perspicio - Intueor
Scala - Gradus
Aedes - Domus
peto - Quaero
Sacellum - Aedicula
Signum - Statua
Cura - sollecitudo
Dux - Imperator
Esercizio 2
Triclinium - Sala da pranzo
Sutor - calzolaio
Vicus - quartiere
Saepta - Piazzetta
Pantomimus - danzatore
Aditus - ingresso
Cavea - Palco
Esercizio 3
intruso: Intueor
intruso: Lego
intruso: cothurnata
intruso: taberna
intruso: imperator
esercizio 4
1) Pompeius flumen transire cupiebat, ut equitatum effugeret caesaris
Parte B
1) il soggetto di Debetur: Origo
CATULLO 55.1-13
catullo si mette ad inseguire in modo giocoso l’amato Camerio (Camerio si nasconde al suo
innamorato —> il tema del labirinto ritorna con una funzione diversa: modo in cui ROma
attraverso città entra a far parte del tema amoroso
il breve componimento sembra diventare una sorta di guida ai posti amorosi della ROma antica