L'India è uno stato dell'Asia meridionale. La sua capitale è Nuova
Delhi. L'India confina a nord con la Cina, il Nepal e il Bhutan. Ad oriente invece si trovano il Myanmar e il Bangladesh. Ad occidente confina con il Pakistan.
Possiamo suddividere l'India in quattro principali regioni
geografiche: l'Himalaya, la pianura indogangetica, l'altipiano del Deccan e il Ghati.
L'Himalaya si trova a nord-ovest e rappresenta una delle più
elevate ed estese catene montuose del mondo.
La pianura indo-gangetica si trova subito a sud dell'Himalaya.
Possiamo collocarla in corrispondenza dei grandi fiumi.
La penisola del Deccan è a sud delle pianure. Il Deccan è un
grande altopiano di altezza media di 500-600 metri. Ai suoi lati si trovano due catene montuose chiamate Ghati. Queste catene montuose sono più alte del Deccan e possono arrivare a 2700 metri di altezza.
Il clima indiano cambia a seconda delle zone geografiche. In gran
parte del paese il clima è tropicale. I monsoni determinano una stagione secca ed una piovosa. Il periodo più piovoso va da luglio a settembre. Da aprile a giugno invece vi è il periodo più caldo dell'anno. L'inverno va da dicembre a febbraio. A nord, nella regione dell'Himalaya, il clima è di tipo montano. Nelle zone delle pianure il clima invernale è fresco. Da marzo a maggio, prima dell'arrivo del monsone, l'estate è caldissima. Il monsone va da debole a moderato a relativamente intenso, a seconda delle zone. Esso termina ad ottobre. l'India è il secondo paese più popoloso del pianeta (dopo la Cina) e, secondo alcune statistiche, potrebbe divenire il primo intorno al 2024. L'aspettativa di vita è di circa 75 anni.
Le origini del sistema delle caste in India e Nepal sono sconosciute,
ma sembra abbiano avuto origine più di duemila anni fa. Con questo sistema, che è associato con l’induismo, le persone sono state classificate sulla base delle loro occupazioni. Originariamente le caste erano quattro, distinte in ordine di importanza: bramani (cioè i sacerdoti), nobili e guerrieri; agricoltori e mercanti; servi e operai. Infine un gruppo fuoricasta, i dalit, gli «intoccabili», addetti ai lavori più umili, come pulire i binari dei treni dagli scarichi dei gabinetti dei vagoni. Radicato da secoli nella cultura indiana, il sistema castale si basa sul principio che tutti gli uomini sono diversi.
Delhi conta circa 30 milioni di abitanti ed è la megalopoli più
popolosa del mondo dopo Tokyo. Comprende Nuova (o New) Delhi, costruita in epoca coloniale, che è la capitale del Paese. Secondo le previsioni, nel 2030 Delhi raggiungerà i 36 milioni di abitanti.
Con oltre 20 milioni di abitanti, Mumbai è la seconda città più
popolosa dell'India. Gli inglesi l'avevano denominata Bombay, ma di recente le è stato restituito il suo nome originario. Mumbai ha origini antichissime ma deve la sua fortuna recente agli inglesi, che la scelsero come principale porto commerciale. Intorno alla città si sono sviluppate molte industrie, hanno sede banche e la Borsa valori. Vi giungono, in cerca di lavoro, migliaia di immigrati dalle campagne del Deccan. Kolkata (Calcutta) ha 15 milioni di abitanti ed è la città più importante sul golfo del Bengala. Al suo centro sorgono quartieri residenziali e degli affari, aree industriali, depositi e centri di smistamento delle merci.
Bangalore, nell'India meridionale, è diventata il centro mondiale
della tecnologia informatica. Il suo distretto, chiamato la «Silicon Valley indiana», è sede di imprese specializzate in ricerca, sviluppo, elettronica e produzione di software.
# Città Stato
1 Delhi Delhi
2 Mumbay Maharashstra
3 Kolkata Bengala Occidentale
4 Bangalore Karnataka
5 Chennai Tamil Nadu
6 Ahmadabad Gujarat
Dopo l'arrivo di Vasco da Gama, nel 1498, che circumnavigò l'Africa
e raggiunse le coste indiane, alcune potenze europee, in particolare Portogallo e Inghilterra, iniziarono a commerciare con i Paesi dell'Asia meridionale e fondarono qui delle basi commerciali. Dall'Ottocento in poi gli inglesi presero il controllo del territorio, venne creato l'Impero indiano e l'India divenne ufficialmente una colonia dell'Impero britannico. Durante questo periodo il Regno Unito introdusse alcuni elementi di modernizzazione economica e sociale, ma al contempo sfruttò a proprio vantaggio le risorse locali, alimentando le richieste di autonomia indiana. L'agricoltura è sempre stata il settore più importante dell'economia indiana, chiamata a sfamare una popolazione immensa. Il settore assorbe il 17% degli occupati, che sono tuttavia in buona parte dediti a un'agricoltura di sussistenza. Negli ultimi anni sono stati fatti grandi passi avanti per modernizzare le più estese aziende agricole, dirette da grandi proprietari terrieri, e per combattere gli effetti negativi delle ricorrenti inondazioni. La risorsa principale per l'alimentazione è costituita dai cereali. Il riso è coltivato nella pianura del Gange. Gli altri due cereali principali, grano e mais, si producono nell'interno, dove il clima è meno umido. A essi si aggiungono i legumi e le patate, di cui l'India è uno dei primi produttori mondiali. Sono invece destinati all'esportazione i prodotti di vaste piantagioni: cotone, tè, canna da zucchero pepe, cannella, noce moscata, caffè, banane e altra frutta tropicale. E molto diffuso l'allevamento (soprattutto di bovini, bufalini e volatili) e sono in forte sviluppo i settori della pesca e dell'acquacoltura, in cui l'India figura ai primi posti al mondo.