Sei sulla pagina 1di 2

Analisi eseguita su alcune sequenze iniziali del film Ossessione:

1) Nell’inquadratura precedente Giovanna lancia uno sguardo compiaciuto verso un fuoricampo


assoluto e al contempo parte una musica extradiegetica che accompagna anche sul piano
sonoro la piccola vittoria della protagonista, un motivetto spensierato che ricorda la musica
tipica delle fiere di paese.

2) Inquadratura con movimento continuo della macchina da presa che segue il goffo
inseguimento del Bragana fino a far entrare nel campo Gino, il quale rimane in secondo piano
e inizia a voltarsi verso il Bragana che sempre più vicino continua a richiamare la sua
attenzione. Il motivetto allegro dell’inquadratura precedente si interrompe bruscamente.

3) La macchina da presa si sposta sul mezzo busto di profilo di Gino sulla sinistra che si gira
verso la voce del Bragana a figura intera sulla destra, il quale lo raggiunge e inizia a fargli una
sorta di predica. Come nelle prime scene d’esterno il volto di Gino non viene mostrato, infatti
possiamo notare un taglio tra il movimento del personaggio alla fine dell’inquadratura
precedente e all’inizio di questa, in cui la rotazione si è appena conclusa e non è possibile
vedere il volto di Gino. Il Bragana invece è di tre quarti e il volto viene illuminato dalla luce
diurna, inizia a parlare con Gino ma non arriva subito al punto, ovvero al mancato pagamento
segnalato dalla moglie, all’inizio si presenta a Gino parlando di sé in terza persona (“te l’avevo
detto eh, che al Bragana non gli tocca il naso nessuno”). Poi ironizza sul fatto che il ragazzo
se ne sia andato via senza pagare e questo suo modo di ironizzare sugli errori altrui ricorda la
conversazione avvenuta con i camionisti proprio quando scoprono Gino addormentato sul
retro del camion.

4) La macchina da presa si posiziona dietro alle spalle del Bragana per inquadrare finalmente il
volto di Gino, il quale guarda di sfuggita l’uomo e avvicina alla bocca l’armonica, anche in
questo caso vediamo come le troppe parole del Bragana non producono alcun effetto su Gino
che sta addirittura coprendo la voce dell’uomo con il suono della sua armonica, come se
l’intervento inutile avesse avuto come unico risultato l’interruzione della musica extradiegetica
partita con Giovanna che qui viene ripresa all’interno del film dallo stesso Gino quasi in
risposta. La questione prende però una piega del tutto diversa quando il Bragana pronuncia le
parole “me l’ha detto mia moglie”, in quel momento infatti Gino smette di suonare e guarda
immediatamente il Bragana, ma è un’attenzione che Gino rivolge esclusivamente all’entrata in
scena di Giovanna, l’unica in grado di metterlo al suo posto. Apparentemente incredulo chiede
al Bragana ulteriori spiegazioni, ma invece di controbattere e difendersi dall’accusa che pare
provenire in primo luogo da Giovanna, Gino non si scompone, non prova nemmeno a
convincere il Bragana, forse ha già capito le vere intenzioni di Giovanna.

5) Gino ignora il Bragana che lo esorta a ripagarlo, sembra intento a proseguire per la sua strada
e la macchina da presa lo segue in questo lento movimento che si arresta dopo pochissimo,
nel momento in cui Gino si ferma e si rivolge al Bragana rimasto nel fuori campo dicendo di
non avere neanche un soldo in tasca. Quest’ultimo fa irruzione all’interno dell’inquadratura e
se questa è la prima volta in cui vediamo chiaramente entrambi i personaggi a mezza figura
superiore uno davanti all’altro, la loro collocazione all’interno dell’inquadratura rimane
invariata, finora Gino è sempre rimasto a sinistra verso la strada e il Bragana a destra verso la
trattoria, come se l’unico elemento davvero in movimento fosse stata sempre e solo la
macchina da presa.

6) In questa inquadratura la macchina da presa si avvicina a Gino mantenendo il Bragana di


spalle, qui si colloca lo sguardo lanciato da Gino in direzione del fuori campo a indicare
qualcosa (o qualcuno) alle spalle del Bragana, in un primo momento possiamo ipotizzare che
Gino stia guardando verso lo spaccio ma probabilmente il suo pensiero è diretto a Giovanna e
attraverso questo micro-movimento della testa e degli occhi accompagnato dalle parole “Si
può trovare un’altra cosa” l’allusione alla donna diventa sempre più esplicita e sembra quasi
che Gino non lo stia nemmeno dicendo al Bragana, il quale appunto non può coglierne
l’ambiguità. Anche qui lo sguardo supera la banalità dell’azione del Bragana, tra tutte le parole
di troppo a Gino è bastato il riferimento a Giovanna per decidere di rimanere.

7) Ora è Gino a spingere verso lo spaccio il Bragana, un movimento continuo della macchina da
presa segue i due personaggi che proseguono verso la trattoria, per fare questo è necessario
lo spostamento all’indietro della macchina da presa mediante un carrello. Gino mantiene lo
sguardo fermo verso il fuoricampo e dice di voler andare a vedere il camion di cui lo stesso
Bragana stava parlando ai camionisti prima ancora di trovare Gino, ciò dimostra quindi che
Gino stava ascoltando. Bragana mantiene lo sguardo fisso su Gino ma continua a non capire
e a non fidarsi. Gino gli dice “Ce l’hai scritto in faccia che sei un brav’uomo” e continua a
guardare verso il fuoricampo rappresentato da Giovanna, questa affermazione relega il
Bragana nella sfera della normalità, dell’onestà, è un uomo semplice che non ha bisogno di
uno sguardo attento per essere capito, cerca di farsi rispettare ma il suo aspetto goffo, la sua
loquacità e disattenzione gli impediscono di essere preso sul serio per questo Gino non gli
presta attenzione fino a quando interviene la presenza demiurgica di Giovanna.

8) La macchina continua a indietreggiare mostrandoci i personaggi frontali uno accanto all’altro


mentre Bragana si informa sul conto di Gino, a un certo punto la conversazione sembra
terminare con Bragana che fa una domanda retorica a cui fa eco la sua stessa risposta (“ti
arrangi? Ti arrangi”) e la macchina da presa, sempre mediante un piano sequenza, si ferma ed
ha luogo uno scavalcamento di campo e il relativo shock percettivo; la macchina da presa
riprende i due personaggi da dietro con l’effetto di invertire la collocazione di Gino e del
Bragana, quindi riassegnando una nuova posizione ai personaggi dal punto di vista narrativo,
è Gino a voler tornare alla Trattoria e Bragana lo sta seguendo. All’interno del campo non
entrano soltanto i due cacciatori con cani e biciclette che scambiano qualche parola con
Bragana ma lo stesso edificio dello spaccio si aggiunge ai personaggi come quinto soggetto
dell’azione, i personaggi infatti stanno andando verso il vero luogo del racconto, verso
Giovanna e la macchina da presa che finora li ha sempre seguiti rimane immobile.

9) La macchina da presa si avvicina per inquadrare i due personaggi, il Bragana prosegue


goffamente verso sinistra uscendo dal campo e lasciando da solo Gino che si ferma e si gira
di scatto verso il fuori campo a destra, nell’inquadratura successiva troviamo Giovanna alla
finestra mentre sta portando a sé gli scuri e guarda compiaciuta Gino, tutto è andato secondo
quanto previsto dalla donna, la preda si sta dirigendo verso la tana, la donna non è affatto
sorpresa di rivedere Gino, anzi, si capisce da quel solo sguardo appagato che sapeva
perfettamente come sarebbe andata. Il gesto di portare a sé gli scuri coincide con l’idea di
portare a sé Gino, accoglierlo tra le sue braccia e all’interno della Trattoria. Quel lungo piano
sequenza che aveva come principale soggetto lo sguardo di Gino fisso sul fuori campo qui
viene finalmente accolto, corrisposto e legittimato dalla breve presenza di Giovanna. Quindi,
anche se per pochissimo, la presenza di Giovanna conclude e dà senso a tutte le inquadrature
d’esterno precedenti.

10) Alla chiusura delle finestre da parte di Giovanna corrisponde l’apertura della saracinesca da
parte del Bragana, la macchina da presa si trova proprio all’interno della cantina e inquadra
Bragana in primo piano che prende scherzosamente le galline in braccio mentre Gino si
avvicina continuando però a guardare verso la finestra che si è appena chiusa, fino al richiamo
del Bragana che lo esorta ad entrare. Entrambi i soggetti ora stanno eseguendo la stessa
azione e sono per la prima volta allineati sullo stesso asse con Gino in primo piano e Bragana
in alto, fino a un’inquadratura di dettaglio analoga a quella in cui Giovanna nasconde la
moneta sul tavolo, Gino sta al gioco di Giovanna e risponde con un’azione del tutto analoga,
ovvero nascondendo al Bragana un magnete che lo costringerà ad allontanarsi dallo spaccio.
Si tratta in entrambi i casi di piccoli gesti furtivi con conseguenze di notevole importanza,
compiuti entrambi per volere di Giovanna, il gesto di Gino infatti non gode di una propria
autonomia ma è in risposta alla volontà di Giovanna.

11) Gino nasconde con successo il magnete al Bragana e riesce a convincerlo ad ordinare il
pezzo mancante, nell’attesa dovrà riparare la pompa dell’acqua, per la quale Bragana gli
fornisce gli attrezzi necessari. Lo sguardo di Gino si posa sull’elemento che servirà a introdurlo
all’ordine e alla normalità; il cappello da bersagliere di Bragana.

12) Grazie all’elemento del cappello, allusione all’impegno militare, Gino fornisce al Bragana un
argomento sul quale possono parlare alla pari e a questo punto possiamo considerare questi
tre elementi; la moneta di Gino nascosta da Giovanna, il magnete del Bragana nascosto da
Gino e il cappello portato all’attenzione del Bragana da Gino, come oggetti di raccordo della
narrazione. Mentre parlano dei reggimenti di appartenenza il Bragana abbandona quel
nervosismo dato dalla diffidenza nei confronti di Gino, quell’atteggiamento burbero e
indaffarato, recitano all’unisono alcune parole come se stessero ripetendo una filastrocca. Qui
avviene il passaggio dalla contrapposizione dei due personaggi, non solo sul piano fisico ma
anche comportamentale e caratteriale, al loro affiatamento. Il tutto accompagnato da una
machina da presa che segue appunto l’uscita dei personaggi dalla cantina e l’entrata nella
Trattoria, di cui però non vediamo la porta o la scritta, un passaggio reso complesso e
frammentario dall’utilizzo di un inquadratura con il primo piano di Giovanna come raccordo tra
esterno e interno. Inoltre le voci unite di Bragana e Gino si sovrappongono all’inquadratura di
Giovanna e attraverso questa sovrapposizione capiamo che i due uomini sono appena entrati,
attraverso quindi l’elemento sonoro.

Potrebbero piacerti anche