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CITTÀ

PALERMO

Nessuno gli affitta casa perché hanno un


figlio autistico: "Temono di non poterci
sfrattare"

N on riescono a trovare una casa in affitto perché i proprietari temono di

non poterli sfrattare. Il motivo? Il figlio disabile che andrebbe ad abitare in

quell'appartamento. È la storia di una famiglia palermitana che da oltre un anno


non riesce a portare a termine alcuna trattativa per l'affitto di una casa nella zona
di corso Finocchiaro Aprile. "Nessuno ci vuole, nessuno ci accetta. Siamo
discriminati e senza
un tetto" racconta a PalermoToday Caterina Lo Galbo, madre di Daniel, un
ragazzo di 17 anni affetto da una grave forma di autismo.

Da mesi cercano una nuova casa, dopo che i proprietari della vecchia hanno
comunicato loro l'intenzione di voler vendere e dunque la necessità di liberare
l'appartamento. "Così da febbraio - spiega - abbiamo iniziato a guardarci intorno
e a fare qualche offerta. Pensavamo di avere tutto il tempo per fare il trasloco e
trovare una situazione adeguata alle esigenze della nostra famiglia. Mio figlio ha
necessità di avere una stanza tutta sua, che è il suo mondo, nonché un bagno a lui
dedicato. A settembre abbiamo dovuto lasciare casa. Risultato? Da allora
viviamo in nove in un appartamento, a casa di mia madre che temporaneamente
ci ospita".

Inizialmente alla famiglia non è mai stato comunicato il motivo reale del rifiuto
delle proposte. "Pensavamo fossimo soltanto sfortunati - precisa - e che
effettivamente le offerte che questi proprietari ricevevano erano migliori delle
nostre. Ma ad oggi ci hanno rifiutato otto appartamenti, tutti con varie scuse. Ora
l'agenzia immobiliare cui ci siamo affidati ci ha detto la verità. Un messaggio che
ci ha fatto raggelare il sangue, che ci mortifica. Che ci uccide".

Nel messaggio dell'agenzia immobiliare recapitato alla famiglia si legge:


"Comprendo molto bene la sua delusione signora, purtroppo non decidiamo noi
a quali condizioni affittare l'appartamento. So che suo marito lavora, però
purtroppo rimane la pensione di invalidità di suo figlio, il proprietario ragiona in
questa maniera: se gli serve l'appartamento è difficile mandare via degli inquilini
con pensione di invalidità. Mi spiace per questa situazione".

Parole che hanno lasciato l'amaro in bocca alla famiglia: "In che mondo viviamo?
Mio figlio sta così, cosa dovrei fare? Nascondermi pur di affittare una casa?
Nascondere la malattia di mio figlio? Mio marito ha un contratto a tempo
indeterminato, stiamo bene e non abbiamo problemi economici eppure...", non si
dà pace Caterina Lo Galbo.

E Daniel, che da quattro mesi dorme in un lettino da campeggio a casa della


nonna nella stanza insieme ai suoi genitori, vorrebbe tornare ad avere i suoi spazi.
"Mi chiede ogni giorno - conclude la madre - quando andremo finalmente a
vivere a casa nostra, quando potrà avere la stanza con le cose a cui tiene.
L'acquario e i suoi giochi. Ogni volta che mi fa questa domanda io piango. Prendo
tempo e gli dico che la stanno dipingendo, che ancora non è pronta. Ma posso
prendere in giro mio figlio solo perché esiste gente senza un briciolo di
umanità?".

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