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c<ALIENAZIONE» IN HEGEL
USI E SIGNIFICATI DI ENTAUSSERUNG,
ENTFREMDUNG. VERAUSSERUNG
Dialectical_Books
p.
7 Premessa
9 Introduzione
37 I. Entausserung ed entaussern nella Realphilosophie
fatto non esprime nient'altro che questo: che l'oggetto, prodotto del la-
voro, prodotto suo, sorge di fronte al lavoro come un ente estraneo, come
una potenza indipendente dal producente. Il prodotto del lavoro è il lavoro
che si è fissato in un oggetto, che si è fatto oggettivo: è l'oggettivazione
del lavoro. La realizzazione del lavoro è la sua oggettivazione. Questa realiz-
zazione del lavoro appare, nella condizione descritta dall'economia politica,
come privazione dell'operaio, e l'oggettivazione appare come perdita e schia-
vitù dell'oggetto, e l'appropriazione come alienazione, come espropriazione»
(trad. it. di G. Della Volpe, Roma 1963, pp. 194-195).
2 « La Fenomenologia è quindi la critica nascosta, ancora non chiara a
se stessa e mistificatrice; ma in quanto tiene ferma l'alienazione umana
La critica di Marx a Hegel 11
Milano 1963, vol. I, p. 348. Cfr., per queste posizioni di Sartre, CHIODI,
Sartre e il marxismo, cit. Un altro autore che interpreta l' « alienazione »,
in polemica con il marxismo, come un concetto « ineliminabile », proprio
della natura finita dell'uomo, è Hyppolite. Cfr. soprattutto Saggi su Marx
e Hegel, cit., passim.
6 A. ScHAFF, Il marxismo e la persona umana, trad. it. di L. Tuili, Mi-
lano 1966, p. 114. Cfr. però in generale tutto il cap. II, L'individuo e i suoi
prodotti. Una posizione in qualche modo simile in PRETI, Alienazione, cit.
Cfr. anche, per un'ulteriore interpretazione, C. NAPOLEONI, Sul concetto di
alienazione, «Futuribili», III, 1969, pp. 22-36.
14 Introduzione
9 lvi, p. XL.
10 FEUER, What is alienation?, cit., p. 126.
16 Introduzione
2
18 Introduzione
Anche altri motivi del pensiero hegeliano sono stati del re-
sto ricollegati alla problematica dell'alienazione. In antitesi al-
l'individuazione lukacsiana di un concetto economico dell' alie-
nazione, Norberto Bobbio sostiene ad esempio che l'alienazio-
ne è in Hegel concetto spiccatamente teologico, che designa,
col senso religioso della « caduta », la estraneazione della con-
dizione umana, dalla quale, alla fine dei tempi, ci si deve af-
francare e redimere. Tutta la storia, vista come storia dell'alie-
3
34 introduzione
Entausserung ed entaussern
nella Real philoso phie
4 Ivi. « I doni sono trasferimenti di una cosa, che non può in nessun
caso perdere il carattere di un oggetto ».
5 I vi. « Egli riunificò gli uomini divenuti diffidenti, estraniati l'un
l'altro, che ora si volevano disperdere ».
6 I vi. « Che anche Gesù non trovò la connessione fra i peccati e la
remissione dei peccati, fra estraneazione da Dio e riconciliazione con lui
fuori della natura».
Ust precedenti alla Rea1phHo~ophie 41
passo (colpa, pena, perdono, etc.), sono i temi tipici delle prime
meditazioni dialettiche di Hegel.
Altri usi non si riscontrano nelle Jugendschriften. Già da que-
sti passi abbiamo comunque un'idea della varietà in cui si presen-
tano in Hegel questi vocaboli. È emersa innanzi tutto una diffe-
renza di significato; per Enti:iusserung, V eri:iusserung, enti:iussern,
si è riscontrato infatti il significato di « rinunzia » (in senso anche
specificamente giuridico), mentre per Entfremdung, entfremden
il senso di « separazione », « scissione », qualificato senz'altro ne-
gativamente e connesso, nel contesto, con l'idea della opposi-
zione dialettica. La scarsità e sporadicità delle testimonianze non
permettono per ora un discorso più ampio 7 •
linee generali, solo a quelle che, nella Filosofia del Diritto, sono
le sezioni sul «Diritto astratto» e sulla « Società civile » 15 •
Il primo passo, c~ntenente i vocaboli da noi ricercati, si trova
nel primo paragrafo del capitolo, intitolato « Anerkanntsein » 16 :
Quelle, Ursprung des Eigentums ist hier diese der Arbeit, meines
Tuns selbst -unmittelbares Selbst und Anerkanntsein, Grund. Ich
bin die Ursache, ebenso weil ich gewollt habe- [der] Zweck im
Tausche [ist die] Ursache; Grund [ist] das Allgemeine. Ich habe
gewollt im Tausche, mein Ding als Wert gesetzt, d. h. innerliche
Bewegung, innerliches Tun, wie Arbeit das in das Sein versenkte
[ist]; [es ist beide Male] dieselbe Entausserung.
a) Ich mache mich unmittelbar zum Dinge, [zur] Form, die Sein
ist, in der Arbeit.
f3) Dieses mein[es] Daseins entaussere ich mich ebenso, mache
es zu einem mir fremden und erhalte mich darin. Ebendarin schaue
ich mein Anerkanntsein an, Sein als Wissendes; dort mein unmittel-
bares Ich, hier mein Fiirmichsein, meine Person.
Ich schaue hier also mein Anerkanntsein als Dasein an, und mein
Wille ist dies Gelten (p. 217) 17 •
mente des Seins uberhaupt eine Menge von Bedurfnissen; die Dinge, die
zu ihrer Befriedigung dienen, werden verarbeitet, ihre allgemeine innre
Moglichkeit als aussre, als Form gesetzt » (p. 214).
20 «Questo rielaborare è esso stesso un che di complesso; è un farsi
cosa della coscienza ».
Lavoro, scambio e contratto 45
21 Cfr. p. 214.
22 Cfr. p. 215.
23 « Il ritorno alla concrezione, al possesso, è lo scambio ».
24 « La cosa astratta mostra nello scambio, ciò che essa è, cioè di essere
questa trasformazione, di andare indietro dalla cosalità all'io, e propriamente
così, che la sua cosalità consisteva in questo, nell'essere il possesso di
un altro».
46 Entausserung, entaussiern nella Realphilosophie
Qui Hegel insiste ancora sul guadagno che l'io ottiene nella
« Entausserung » della propria cosa, che consiste appunto nel
raggiungimento, attraverso essa, dell'Anerkanntsein:
Ich habe etwas geleistet, ich habe mich dessen entiiussert; diese
Negation ist positiv; Entausserung ist ein Erwerben. Meine Meinung
des Werts galt dem Andern und mein Wollen seiner Sache (p. 218) 27 •
4
50 Entausserung, entaussern nella Realphilosophie
rung ». Il vocabolo infatti è usato due volte: nel primo caso (in
cui appare nella forma verbale) viene riferito alla « cessione »
compiuta dal contraente in regola. Questi, nel compiere la sua
prestazione, si è privato soltanto di qualcosa di particolare ( « nur
eines bestimmten Daseins entaussert » ), senza che in nulla fosse
colpita o offesa la sua volontà ( « er hat seinen Willen gehabt » ):
egli vuole, infatti, apprestare la cosa, secondo quanto stabilito
nel contratto, e se ne priva, dunque, del tutto spontaneamente.
Nel secondo caso, viceversa, ossia in quello del violatore, la pre-
stazione avviene forzatamente, per una costrizione. La cosa viene
strappata con la forza; non si tratta quindi in questo caso soltanto
di un « venir meno » di una cosa particolare, ma del « venir me-
no » della stessa propria decisione (« Entausserung des Willens » ),
alla quale si è costretti ad abdicare. A tale forzata abdicazione si
riferisce in questo caso il vocabolo Entiiusserung. Essa è resa pos-
sibile, secondo quanto chiarisce Hegel, dal fatto che la volontà
è stata « posta » in alcunché di esteriore, che può in quanto tale
cadere nell'altrui potere. Strappando all'altro la cosa che gli è
dovuta, e che questi non gli vuol dare, il contraente colpisce, in
altri termini, dell'altro non solo il « Besitz » ma anche il « Wil-
len » 35 •
Troviamo dunque qui un doppio uso del vocabolo Entiiusse·
rung, riferito da Hegel a due situazioni diverse; in un caso esso
designa una rinuncia ad un oggetto particolare, spontanea e libera,
nell'altro, una forzata abdicazione alla propria decisione. Anche
nel passo precedentemente esaminato (lavoro e scambio), Ent-
iiusserung ed entiiussern designavano due situazioni in parte di-
verse; qui però la diversità viene accentuata in rapporto alle due
situazioni in certo modo antitetiche: l'una, quella del contraente
in regola, è del tutto positiva (non solo infatti la rinuncia è spon-
tanea, ma pone in atto, anche, la realtà dell'« Anerkanntsein »);
als eines Allgemeinen. Die allgemeine Form ist dies Werden des
Einzelnen zum Allgemeinen und Werden des Allgemcinen; - aber
es ist nicht eine blinde Notwendigkeit, sondern [ eine] durchs Wissen
vermittelte, oder jeder ist sich selbst Zweck dabei, d.h. dcr Zweck ist
schon das Bewegende. Es ist unmittelbar jeder Einzelne sich die
Ursache; sein Interesse treibt ihn, aber ebenso ist das Allgemeine
ihm das Gi.iltige, die Mitte, welche ihn zusammenschliesst mit seinem
Besondern und seiner Wirklichkeit (pp. 242-243) 57 .
erreicht werden, insofern sie selbst ihr Wissen, Wollen und Tun auf allge-
meine Weise bestimmen, und sich zu einem Gliede der Kette dieses Zusam-
menhanges machen. Das Interesse der Idee hierin, das nicht im Bewusstsein
dieser Mitg1ieder der burgerlichen Gesellschaft als solcher liegt, ist der
Prozess, die Einzelnheit und Naturlichkeit derselben durch die Naturnotwen-
digkeit ebenso als durch die Willkur der Bediirfnisse, zur formellen Freiheit
und formellen Allgemeinheit des Wissens und Wollens zu erheben, die
Subjektivitat in ihrer Besonderheit zu bilden ». Cfr. ancora: « Dass ich mein
positives Selbst in dem gemeinsamen Wille habe, ist das Anerkanntsein als
Intelligenz, als von mir Gewusstes, dass er durch mich gesetzt ist, - dass ich
negativ darin habe als meine Macht, als das Allgemeine, das das Negative
meiner ist, durch Anschaucn seiner Notwendigkeit oder durch die Entiius-
serung. Das Allgemeine seinerseits stellt sich so dar; das letztere, meine
Notwendigkeit zu sein, das erstere, sich selbst aufzuopfern und mich zu
dem Meinen kommen zu lassen; hierin erhalte ich das Bewusstsein
als meiner selbst » (Realph., voi. Il, p. 243).
ss Nello stato moderno, infatti, nel quale è presente l'infinita sogget-
tività della autocoscienza, non è più possibile per Hegel una unione im-
mediata fra individuo ed universale qual'era presente nel mondo greco. Il
System der Sittlichkeit e l'Articolo sul diritto naturale (1802-1803) sono le
ultime opere in cui Hegel pone come modello di stato ideale la polis gre-
ca. Da quegli anni in poi, la costituzione politica greca, la forma democra-
tica in essa vigente, benchè considerata sempre come una organizzazione
in se stessa perfetta e felice, non appare più ad Hegel attuabile nei tempi
moderni. Contemporanea all'abbandono dell'ideale greco, è l'adesione alla
istituzione della monarchia costituzionale, più adeguata che non la demo-
crazia, ad un rapporto « mediato » tra individuo e universale, in cui la
soggettività deve avere, pur nella partecipazione allo stato-organismo, una
sua precisa sfera di autonomia e libertà. Nelle Vorlesungen del 1805-1806
c'è in effetti la prima esplicita teorizzazione, da parte di Hegel, della mo-
narchia costituzionale. Per questa evoluzione del pensiero politico hege-
liano, cfr. E. Buww, Die Entwicklung der Hegelschen Sozialphilosophie,
66 Entausserung, entaussern nella Realphilosophi.e
Leipzig 1920; RosENZWEIG, Hegel und der Staat, cit.; ]. HYPPOLITE, In-
troduction à la Philosophie de l'histoire de Hegel, Paris 1948; E. VER-
MEIL, La pensée politique de Hegel, « Revue de Metaphysique e de Mo-
rale», XXXVIII, 1931, pp. 441-510; Rossr, Marx e la dialettica hegeliana,
cit., p. 305 sgg.
59 « [La volontà] si deve dapprima costituire a partire dalla volontà dei
singoli come universale, così che quella appare il principio e l'elemento co-
stitutivo, ma viceversa è essa il « primum » e l'essenza; ed i singoli devono
farsi l'universale attraverso la loro negazione, attraverso la rinunzia e la
formazione. Esso è prima di loro, esso è già presente, senz'altro, per loro;
tuttavia loro immediatamente non coincidono con esso ».
Volontà singola e volontà universale 67
Auf diese Weise ist eben das gesetzt, was gesagt wurde, dass der
Einzelne [sich] durch Negation, durch Sich-Aufgeben dazu machen
miisse ( p. 245) 61.
68 Cfr. p. 248.
69 « Durch diese Bildung zum Gehorsam, das Allgemeine vielmehr als
die wirklichen Willen zu wissen, ist die Tyrannei i.iberfli.issig geworden und
die Herrschaft des Gesetzes eingetreten. Die Gewalt, die der Tyrann ausi.ibt,
ist die Gewalt des Gesetzes an sich; durch den Gehorsam ist es nicht mehr
fremde Gewalt, sondern der gewusste allgemeine Wille ».
70 « L'universale ha cosi nello stesso tempo immediatamente significato
positivo e negativo, quello, attraverso la tirannia, questo, nella conserva-
zione del singolo o attraverso l'abbandonarsi dell'universale "·
Volontà singola e volontà universale 73
Selbst als solches als das Wesen weiss, zu diesem Eigensinne kommt,
vom daseienden Allgemeinen abgetrennt, doch absolut zu sein, in
seinem Wissen sein Absolutes unmittelbar zu besitzen (p. 250) 73 •
Die Philosophie entaussert sich ihrer selbst, kommt bei ihrem An-
fange, dem unmittelbaren Bewusstsein an, das eben das Entzweite
ist (p. 273) 78 •
6
82 Entausserung, entaussern nella Realphilosophie
Entausserung e Entfremdung
nella Feno11zenologia dello Spirito
Gegen diese leere Allgemeinheit hat die Substanz die Form dcr
Erfiillung und des Inhalts, und dieser ist nun vollig freigelassen und
ungeordnet; denn der Geist ist nicht mehr vorhanden, der ihn unter-
jochte und in seiner Einheit zusammenhielt. [ ... ] Er geh0rt also einer
eignen Macht an, die ein anderes als das formale Allgemeine, dic
der Zufall und die Willkiir ist. - Das Bewusstsein des Rechts erfahrt
darum in seinem wirklichen Gelten selbst vielmehr den Verlust seiner
sich befassende Person, fiir deren Bewusstsein kein hoherer Geist existiert.
Er ist Person, aber die einsame Person, welche Allen gegeniibertritt; diese
Alle machen die geltende Allgemeinheit der Person aus; denn das Einzelne
als solches ist wahr nur als allgemeine Vielheit der Einzelheit; von dieser
abgetrennt ist das einsame Selbst in der Tat das unwirkliche kraftlose
Selbst » (p. 345).
7 « La sostanza etica teneva l'opposizione inclusa nella sua coscienza
semplice, costituendo, quest'ultima, una unità immediata con la sua essen-
za. L'essenza ha pertanto la determinatezza semplice del!' essere per la co-
scienza, che è immediatamente diretta ad esso e di cui essa è il costume.
Né la coscienza vale a se stessa come questo Sé esclusivo, né la sostanza
ha il significato di un esserci da esso escluso, col quale esso abbia da
farsi uno soltanto mediante l'estraneazione di se stesso, in pari tempo pro-
ducendola» (trad. cit., voi. II, p. 42).
90 Entausserung, Entfremdun 15 nella Fenomenologia dello Spirito
Introd. pp. 383-385. a) Der Kampf der Aufklarung mit dem Aberglauben,
pp. 385-407; b) Die Wahrheit der Aufklarung, pp. 407-413; III - Die
•absolute Freiheit und der Schrecken, pp. 414-422. Lo sviluppo della figu-
ra dello « Spirito estraniato », e, in generale, tutto lo sviluppo del capi-
tolo «Lo spirito», presenta non pochi problemi. Tali problemi, sui quali
c'è un'ampia polemica tra gli interpreti, riguardano soprattutto il capovolgi-
mento che sembra presentare la Fenomenologia rispetto alle altre opere, dei
rapporti tra moralità (Moralitat) ed eticità {Sittlichkeit). Il capitolo «Lo spiri-
to » inizia, come si è visto, con la descrizione dello spirito « vero », unione
immediata di autocoscienza e sostanza, che corrisponde storicamente al mon-
do greco; lo spirito estraniato, che segue a quello vero, presenta la scissione
dei due termini di autocoscienza e sostanza e corrisponde al periodo dall'Im-
pero Romano alla Rivoluzione Francese. Lo « Spirito certo di sé » rappre-
senta la conciliazione tra i due termini scissi. Tale conciliazione, però, anzi-
ché essere rappresentata, come ci si aspetterebbe, dalla Sittlichkeit, avviene
nella moralità, nella ragion pratica kantiana: non è quindi una sintesi in cui
entrambi i momenti siano conservati, ma una riduzione di un termine al-
l'altro. Sostanza ed autocoscienza si unificano, infatti, attraverso un pro-
cesso di « interiorizzazione » della sostanza, che annulla ogni opposizione
con l'autocoscienza, trasformandosi in un momento interno ad essa. Alla
fine del processo, quindi, sussiste soltanto l'autocoscienza, che, in quanto
si è impadronita della sostanza, è divenuta universale, - perdendo l'aspet-
to « atomistico » che ha nello stato di diritto - divenendo però, nello
stesso tempo, un'autocoscienza soltanto pura, assolutamente libera, che
non ha più alcuna realtà di contro a sé, e, come tale, incapace di deter-
minarsi. Tale autocoscienza universale, pura, assolutamente libera - iden-
tificata da Hegel con lo « spirito » della Rivoluzione Francese - tenta
invano di agire, di realizzarsi nel mondo effettuale; la sua opera, in tale
mondo, rimane soltanto distruttiva, negativa, perché, rifiutando, come con-
traria alla sua assoluta libertà, ogni determinazione e limitazione, non ha
più presa sull'effettualità. La « libertà assoluta » trova quindi la sua giu-
sta dimora « in un'altra regione dello Spirito autocosciente, ove essa, in
questa effettualità, ha valore di Vero» (Fenom., trad. cit., vol. Il, p. 135),
e cioè nello « spirito morale ». Tutto il processo termina dunque nella
« visione morale del mondo », in cui è presente sì l'universalità dell'auto-
coscienza, ma manca il momento dell'in sé, della sostanza, dell'effettualità.
102 Entausserung, Entfremdung nella Fenomenologi·a dello Spirito
mutiges Bewusstsein) che si adegua, sia nello stato che nella ric-
chezza, all'universale, e sulla « coscienza bassa » (niedriges Bewus-
stsein) che, non volendo conformarsi all'universale, è sempre
pronta alla ribellione. Dopo aver delineato in astratto il vario di-
sporsi dell' « in-sé » e del « per-sé » fino al formarsi di queste
due figure 22 , Hegel descrive poi i vari mo men ti del processo di
riunificazione fra autocoscienza e sostanza. Essi sono essenzial-
mente due: dapprima, la formazione del potere statale, che rap-
presenta il momento della « rinunzia » alla individualità, con cui
la « sostanza » (dissoltasi nel « Rechtszustand ») si ricostituisce,
ma al di fuori, per così dire, degli individui; in un secondo mo-
mento, la ricchezza, che rappresenta il « calarsi » della sostanza
nell'autocoscienza, la quale, universalizzatasi a sua volta nella di-
sciplina del potere statale, è adesso in grado di accoglierla in sé.
Ora, è da notare che il vocabolo Enti:iusserung, accompagnato
sempre da Entfremdung, compare soltanto lungo la prima parte
del processo (formazione del potere statale), ove designa la « ri-
nunzia » degli individui alla loro particolarità in favore dello stato.
Nel momento, viceversa, in cui la « rinunzia » è compiuta, ed ini-
zia il processo del « ritorno » dell'universale nell'individuo (ric-
chezza), il termine non viene più usato. Entfremdung (entfrem-
den) invece - oltre ai passi in cui s'accompagna ad Enti:iusser-
ung - appare largamente fino al termine dell'intero capitolo, in
riferimento a molte altre situazioni, anche dopo che il processo
di universalizzazione è compiuto.
Questa constatazione conduce a<l una duplice considerazione.
Da un lato si mostra nuovamente la differenza semantica tra
Enti:iusserung ed Entfremdung: il primo ha evidentemente un uso
più circoscritto del secondo, dato che viene adoperato solo, o
quasi esclusivamente solo, in riferimento al movimento di « ri-
nunzia a sé » della autocoscienza; il secondo ha invece uso più lar-
ebenso von ihm erhalt. Zugleich hat jedes Moment seine Bestimmtheit
als ein uniiberwindliches Gelten, und eine feste Wirklichkeit gegen
das Andre. Das Denken fixiert diesen Unterschied auf die allgemeinste
Weise durch die absolute Entgegensetzung von Gut und Schlecht,
die, sich fliehend, auf keine Weise dasselbe werden konnen. Aber
dieses feste Sein hat zu seiner Seele den unmittelbaren Dbergang in
das Entgegengesetzte; das Dasein ist vielmehr die Verkehrung jeder
Bestimmtheit in ihre entgegengesetzte, und nur diese Entfremdung
ist das Wesen und Erhaltung des Ganzen. Diese verwirklichende
Bewegung und Begeistung der Momente ist nun zu betrachten; die
Entfremdung wird sich selbst entfremden, und das Ganze durch sie
in seinen Begriff sich zuriicknehmen ( p. 3 5 3) 23 •
eia l'Io, l'Io stesso. Questo esserci dell'Io è, come esserci, una oggettività
che ha in lei la sua vera natura. L'Io è questo Io, - ma parimente Io uni-
versale. Il suo apparire è altrettanto immediatamente I'alienazione e il di-
leguare di questo Io, ed è, quindi, il suo restare nella sua universalità. L'Io
che si esprime viene avvertito; è un contagio, ov'esso è passato immedia-
tamente nell'unità con coloro per i quali esiste; ed è autocoscienza uni-
versale. [ ... ] Questo dileguare è dunque esso stesso immediatamente il suo
restare; è il suo proprio sapere di sé; è il suo sapere di sé come di un Sé
che è passato in un altro Sé, che è stato avvertito ed è universale » (trad.
cit., vol. II, p. 61).
34 « Das ede!miitige Bewusstsein, weil es das Extrem des Selbsts ist,
erscheint als dasjenige, von dem die Sprache ausgeht, durch welche sich die
Seiten des Verhaltnisses zu beseelten Ganzen gestalten. - Der Heroismus
Lo spirito estraniato 111
des stummen Dienstes wird zum Heroismus der Schmeichelei. Diese spre-
chende Reflexion des Dienstes macht die geistige sich zersetzende Mitte
aus und reflektiert nicht nur ihr eigenes Extrem in sich selbst, sondern
auch das Extrem der allgemeinen Gewalt in dieses selbst zuriick, und
macht sie, die erst an sich ist, zum Fiirsichsein und zur Einzelheit des
Selbstbewusstseins. Es wird hiedurch der Geist dieser Macht, ein unum-
schrankter Monarch zu sein; - unumschrankt, die Sprache der Schmeichelei
erhebt die Macht in ihre gelauterte Allgemeinheit; - das Moment als
Erzeugnis der Sprache, des zum Geiste gelauterten Daseins, ist eine gerei-
nigte Sichselbstgleichheit; - Monarch, sie erhebt ebenso die Einzelheit auf
ihre Spitze; dasjenige, dessen das edelmiitige Bewusstsein sich nach dieser
Seite der einfachen geistigen Einheit entaussert, ist das reine Ansich seines
Denkens, sein lch selbst » (p. 365).
35 « Il linguaggio della loro lode è in tal guisa lo spirito, il quale
nello stesso potere statale conchiude i due estremi: esso riflette in sé la
astratta potenza e le conferisce il momento dell'altro estremo: l'esser-per-sé
che vuole e decide, e, quindi, esistenza autocosciente; ovvero, per tal via
questa singola autocoscienza effettuale arriva a sapersi certa come il potere.
Questo è il punto del Sé nel quale, mediante l'alienazione della certezza
interiore, i molti punti sono confluiti » (!rad. cit., voi. II, pp. 64-65).
112 Entausserung, Entfremdung nella Fenomenologia dello Spirito
das Moment der Wirklichkeit an ihm und macht sich hiedurch des glau-
benden Selbstbewusstseins teilhaftig, oder das glaubende Bewusstsein
gehort der realen Welt an » (p. 3~H). « Die Gemeinde gelangt zwar dazu,
denn sie ist das allgemeine Selbstbewusstsein; aber dem einzelnen Selbst-
bewusstsein bleibt notwendig das Reich des reinen Denkens ein Jenseits
seiner Wirklichkeit, oder indem dieses durch die Entiiusserung des ewigen
Wesens in die Wirklichkeit getreten, ist sie eine unbegriffene sinnliche
Wirklichkeit » (p. 381 ). In entrambi i passi Entausserung viene riferito
al movimento con cui la sostanza si « abbandona» facendosi autocoscienza,
nell'incarnazione: un uso di Entausserung, positivo e negativo insieme, che
troveremo ancora, in seguito, nel capitolo sulla « Religion » (Cfr. p. 130, 143
sgg.). Trasposta sul piano religioso, è la medesima nozione che Hegel esprimi"
con Entausserung a proposito della ricchezza. In queste pagine sulla fede
appaiono anche entfremden ed Entfremdung in riferimento al movimento
dialettico dei « momenti » della Trinità: « Die Gliederung der letztern
macht daher auch die Organisation der erstern aus, nur dass die Teile in
dieser in ihrer Begeistung sich nicht entfremden, sondern an und fiir sich
seiende Wesen, in sich zuriickgekehrte und bei sich selbst bleibende Geister
sind. - Die Bewegung ihres Obergehens ist daher nur fiir uns eine Ent-
fremdung der Bestimmtheit, in der sie in ihrem Unterschiede sind, und nur
fiir uns eine notwendige Reihe; fiir den Glauben aber ist ihr Unterschied
eine ruhige Verschiedenheit und ihre Bewegung ein Geschehen » (p. 380).
Entfremdet, nella stessa pagina, viene riferito anche alla sostanza « incar-
nata»: « Daher ist das Dritte die Riickkehr dieses entfremdeten Selbsts
und der erniedrigten Substanz in ihre erste Einfachheit; erst auf diese
Weise ist sie als Geist vorgestellt » (p. 380).
8
114 Entausserung, Entfremdung nella Fenomenologia dello Spirito
des edelmiitigen Bewusstseins zu haben, ist sie die sich entfremdete Selb-
sti:indigkeit; das edelmiitige Bewusstsein, das Extrem des Fursichseins erhalt
das Extrem der wirklichen Allgemeinheit fiir die Allgemeinheit des Den-
kens, der es sich entausserte, zuriick; die Macht des Staats ist auf es
iibergegangen » (pp. 365-366).
41 Realphilosophie, voi. II, pp. 247-248 « essi sono quello stesso -
essi cercmo di impadronirsene, l'adulazione ottiene ciò che essi adulano.
Il disprezzo è l'impossessarsi di ciò che si disprezza».
42 Cfr., per la Realph., cap. I, pp. 72-73; Phi:in., p. 366. «Una universalità
che aliena se stessa », « l'alienazione della potenza » (!rad. cit., voi. II, p. 65).
43 Cfr. n. 36.
116 Entausserung, Entfremdung nella Fenomenologia dello Spirito
46 Cfr. p. 368.
47 «Ma qui il Sé vede la certezza, come tale, di sé esser la cosa meno
essenziale, vede la pura personalità essere assoluta impersonalità» (trad.
cit., vol. II, p. 68 ).
48 « Hier aber ist die Religion teils aus der Substanz hervorgegangen,
und ist reines Bewusstsein derselben; teils ist dies teine Bewusstsein seinem
wirklichen, das W esen seinem Dasein entfremdet. Sie ist also zwar nicht
mehr die substanzlose Bewegung des Bewusstseins, aber hat noch die
Bestimmtheit des Gegensatzes gegen die Wirklichkeit als diese iiberhaupt,
und gegen die des Selbstbewusstseins insbesondere; sie ist daher wesentlich
nur ein Glauben. Dies reine Bewusstsein des absoluten Wesens ist ein
entfremdetes » (pp. 377-378).
118 Entausserung, Entfremdung nella Fenomenologia dello Spirito
sich, ihre Verwirklichung zu sein. Diese besteht namlich eben in der Be-
wegung, die Momente zu entwickeln, und sie in sich zuriickzunehmen; ein
Teil dieser Bewegung ist die Unterscheidung, in welcher [sich] dit: begrei-
fende Einsicht sich selbst als Gegenstand gegeniiberstellt; so lange sie in
diesem Moment verweilt, ist sie sich entfremdet » (p. 389).
52 « Der sich selbst entfremdete Begriff - denn er steht hier noch
auf der Stufe dieser Entfremdung - aber erkennt nicht dies gleiche W esen
beider Seiten, der Bewegung des Selbstbewusstseins und seines absoluten
Wesens, - nicht das gleiche Wesen derselben, welches in der Tat ihre
Substanz und Bestehen ist. lndem er diese Einheit nicht erkennt, so gilt
ihm das Wesen nur in der Form des gegenstandlichen Jenseits, das unter-
scheidende Bewusstsein aber, das auf diese Weise das Ansich ausser ihm
hat, als ein endliches Bewusstsein » (p. 408). Cfr. anche p. 397: «Sie hat
diesen positiven Inhalt in ihrem Ausrotten des lrrtums schon ausgesprochen,
denn jene Entfremdung ihrer selbst ist ebensosehr ihre positive Realitat ».
53 Così anche il GAUVIN, op. cit., p. 568: « Hegel spécifie bien qu'avec
la "pure intellection" l'Entfremdung ne sera pas terminée; l'Entausserung
le sera pourtan t dans la mesure meme où le Soi sera sorti de sa naturali té
et devenu ce qu'il est "en-soi '', c'est-à-dire universe!. Toujours est-il que
!es termes Entausserung, sich entaussern ne reparaitront plus dans toute la
parti e de "L'esprit devenu étranger à soi-meme" qui trai te de l'Aufkla-
rung ».
120 Entausserung, Entfremdung ndla Fenomenologia dello Spirito
erfiillt es daher nun mit dem Bewusstsein der Leerheit; sein Tun
ist das Sehnen, das in dem Werden seiner selbst zum wesenlosen
Gegenstande sich nur verliert, und iiber diesen Verlust hinaus und
zuriick zu sich fallend, sich nur als verlornes findet; -in dieser
durchsichtigen Reinheit seiner Momente eine ungliickliche sogenannte
schone Seele, verglimmt sie in sich, und schwindet als ein gestaltloser
Dunst, der sich in Luft auflost (pp. 462-463) 62 .
larità. Hegel non insiste, tuttavia, tanto sul motivo della universa-
lizzazione (nel senso della Bildung), quanto piuttosto su quello del
riconoscimento, della comunità spirituale che si ottiene con l'altro
mediante la « Entausserung » di sé: il termine esprime così, come
ora vedremo, accanto all'idea dell'abbandono della particolarità,
anche l'idea dello sciogliersi di una rigida opposizione, di una
« rinunzia » attraverso la quale ciò che è separato si riunisce.
Esprime pertanto un movimento nel quale non c'è estraneazione
ma che è anzi, in un certo senso, antitetico a quello della « Ent-
fremdung ».
Se, dunque, l'anima bella perde l'aggancio con l'effettualità
smarrendosi nella sola contemplazione della sua purezza, lo « spi-
rito agente », a lei opposto, si getta invece completamente nella
determinatezza dell'azione, trascurando sempre più la ricerca della
universalità del contenuto. Le sue azioni divengono così, sempre
più, puramente egoistiche, e la sua prontezza nell'agire si risolve
nell'assoluta trascuranza del dovere morale 64 • Queste due figure
si pongono ora l'una davanti all'altra, e si mettono a confronto.
L'anima bella, in quanto incarna l'universale puro, diviene la «co-
scienza giudicante »; lo spirito agente, caduto nell'egoismo, la
« coscienza peccatrice », il male. Nel momento in cui avviene il
giudizio, le due figure sono nella più netta opposizione; ognuna
appare chiusa in se stessa e rifiuta ogni comunità spirituale con
l'altra. Poi esse si « perdonano » e nel « perdono » si instaura
tra loro l'unione. Perché il perdono avvenga è necessario che
ognuna delle due figure veda nell'altra non qualcosa di estraneo,
ma l'immagine di se stessa: che ognuna riconosca nell'altra se
stessa. Quando tale uguaglianza è intuita, esse abbandonano la
rigidezza del loro io, e trovano se stesse nell'unità di sé con l'altro.
Questo abbandono della « rigidezza », che ha nello stesso tempo
il significato dello « sciogliersi » di un'opposizione e di una rinun-
widerstrebt und sich davon absondert, hebt an ihm selbst sich auf.
Durch diese Entausserung kehrt dies in seinem Dasein entzweite
Wissen in die Einheit des Selbsts zuriick; es ist das wirkliche Ich, das
allgemeine sich selbst Wissen in seinem absoluten Gegenteile, in dem
insichseienden Wissen, das um der Reinheit seines abgesonderten
Insichseins willen selbst das vollkommen Allgemeine ist. Das ver-
sohnende fa, worin beide Ich von ihrem entgegengesetzten Dasein
ablassen, ist das Dasein des zur Zweiheit ausgedehnten Ichs, das
darin sich gleich bleibt und in seiner vollkommnen Entausserung und
Gegenteile die Gewissheit seiner selbst hat (p. 472) 70 •
9
J.30 Entausserung, Entfremdung nella Fenomenologi·a dello Spirito
eine Seele, welche ihre .Ausserlichkeit mit Waschen reinigt, sie mit
weissen Kleidern antut, und ihre Innerlichkeit den vorgestellten
Weg der Arbeiten, Strafen und Belohnungen, den Weg der die Beson-
derheit entaussernden Bildung iiberhaupt durchfiihrt, durch welchen
sie in die Wohnungen und in die Gemeinschaft der Seligkeit gelangt
(p. 499) 79 •
kehrte Bedeutung gegen die erste der Entausserung und der fremden
Ehre. Die Wohnungen und Hallen des Gottes sind fiir den Gebrauch
des Menschen, die Schatze, die in jenen aufbewahrt sind, im Notfalle
die seinigen; die Ehre, die jener in seinem Schmucke geniesst, ist
die Ehre des kunstreichen und grossmiitigen Volkes (p. 501) 80 •
80 «Con ciò da una parte vien tolta l'oggettività della statua, perché
consacrandogli queste offerte e queste opere il lavoratore si rende benevolo
il dio e intuisce il suo Sé a lui consono; e d'altra parte anche questo ope-
rare non è il lavorare singolo dell'artista, anzi questa particolarità è risolta
nella universalità. Non è peraltro il solo onore del dio ad avere luogo, e
la benedizione della sua benevolenza non si diffonde solo nella rap-
presentazione sul lavoratore; anzi il lavoro ha anche un significato inverso
rispetto al primo, a quello dell'alienazione e dell'onore estraneo. Le dimore
e gli atrii del dio sono per l'uso dell'uomo; i tesori che vi si conservano
sono in caso di bisogno i suoi, l'onore di cui quegli gode nel suo orna-
mento è l'onore del popolo artista e magnanimo» (trad. cit., voi. II, p. 230).
81 « Un simile culto è la festa che l'uomo dà a sé in proprio onore,
senza tuttavia porvi il significato dell'essenza assoluta, poiché solo l'essenza
gli è manifesta, non ancora lo spirito; non gli è manifesta come essenza
tale che assume essenzialmente figura umana. Ma questo culto pone il
136 Entausserung, Entfremdung nella Fenomenologia dello Spirito
90 « Esso ha in lui i due lati che sopra abbiamo presentati come le due
140 Entausserung, Entfremdung nella Fenomenologia dello Spirito
das Wesen ist, und des Fiirsichseins oder sich selbst Wissens im
Andern. Das Wesen schaut nur sich selbst in seinem Fiirsichsein an;
es ist in dieser Entausserung nur bei sich (p. 534) 93 .
Der eine Teil, der Sohn, das einfache sich selbst als Wesen Wissende
ist, der andre Teil aber die Entausserung des Fiirsichseins, die nur
im Preise des Wesens lebt; in diesen Teil kann dann auch wieder
das Zuriicknehmen des entausserten Fiirsichseins und das Insichgehen
des Bosen gelegt werden (p. 538) 96 •
gesetzt; dadurch ist das Wesen in ihr sich selbst geworden; das
unmittelbare Dasein der Wirklichkeit hat aufgehort, ein ihm fremdes
oder ausserliches zu sein, indem es aufgehobnes, allgemeines ist; dieser
Tod ist daher sein Erstehen als Geist (p. 540) 97 •
langen; wir sehen es sein natiirliches Dasein entaussern, und die reine
Negativitat gewinnen (p. 547) 98 •
Nel passo finale del capitolo ricorre poi ancora la forma ver-
bale entfremden, per designare quella « separazione» fra Dio e
l'umanità che, nel supremo grado della religione, viene tolta dal-
l'amore:
Sie [die Gemeinde] ist wohl an sich versohnt mit dem Wesen;
und vom W esen wird wohl gewusst, dass es den Gegenstand nicht
IO
146 Entausserung, Entfremdung nella Fenomenologia dello Spirito
mehr als sich entfremdet erkennt, sondern in seiner Liebe als sich
gleich (p. 548) 99 •
allgemeinen und einzelnen Wesenheit, auch die Bewegung ist, seiner un-
mittelbaren Naturbestimmtheit und des eignen Willens sich zu entaussern
und mit jenem Beispiel und seinem Ansich in dem Schmerze der Negati-
vitat sich zusammenzuschliessen und so als vereint mit dem Wesen sich
zu erkennen ».
99 «In sé la comunità è bensì riconciliata con l'essenza; e dell'essenza
si sa che non conosce più l'oggetto come a sé estraniato, anzi come a sé
uguale nel suo amore » (trad. cit., voi. II, p. 285). Segnaliamo ancora un
uso di entaussern, che non si inserisce in contesto religioso: « Das Sein,
oder die Unmittelbarkeit, die der inhaltlose Gegenstand des sinnlichen Be-
wusstseins ist, sich seiner entaussert, und Ich fi.ir das Bewusstsein wird »
(p. 527). Qui entaussern si riferisce al movimento con cui l'essere, to-
gliendosi, diventa io.
100 « Das absolute Wissen », pp. 549-564.
Il sapere assoluto 147
des Menschen, hat also nicht nur die Bedeutun,g, die Entfremdung,
sondern die Gegenstandlichkeit aufzuheben, d.h. also der Mensch
gilt als ein nicht-gegenstandliches, spiritualistisches Wesen (p. 575) 103 •
In dem Wissen hat also der Geist die Eewegung seines Gestal-
tens beschlossen, insofern dasselbe mit dem iiberwundenen Unter-
schiede des Bewusstseins behaftet ist. Er hat das reine Element seines
Daseins, den Begriff, gewonnen. Der Inhalt ist nach der Freiheit
seines Seins das sich entaussernde Selbst, oder die unmittelbare Ein-
heit des Sichselbstwissens. Die teine Bewegung dieser Entausserung
freien zufalligen Geschehens darstellt, sein reines Selbst, als die Zeit
ausser ihm, und ebenso sein Sein als Raum anschauend. Dieses sein
letzteres Werden, die Natur, ist sein lebendiges unmittelbares Wer-
den; sie, der entausserte Geist, ist in ihrem Dasein nichts, als diese
ewige Entausserung ihres Bestehens und die Bewegung, die das
Subjekt herstellt.
Die andere Seite aber seines Werdens, die Geschichte, ist das
wissende, sich vermittelnde Werden - der an die Zeit entausserte
Geist; aber diese Entausserung ist ebenso die Entausserung ihrer
sclbst; das Negative ist das Negative seiner selbst (p. 563) 115 •
weil es unmittelbar vor der Pforte des Heils stehe, das ve1worfenste
sei und gewesen sei: was es an und fiir sich sein sollte, diese Selbst-
wesenheit ist es sich nicht, sondern verlegt sie jenseits seiner; es
macht sich durch diese Entausserung ein hoheres Dasein moglich,
wenn es seinen Gegenstand wieder in sich zuriicknehmen konnte,
als wenn es innerhalb der Unmittelbarkeit des Seins stehen geblieben
[ ware]; weil der Geist um so grosser ist, aus je grosserem Gegen-
satze er in sich zuriickkehrt; diesen Gegensatz aber macht er sich
in dem Aufheben seiner unmittelbaren Einheit und in der Entausse-
rung seines Fiirsichseins (p. 250) 117 •
118 « Con questi momenti, con i quali tale coscienza rinuncia anzitutto
alla propria risoluzione, e poi alla proprietà e al godimento; e quindi col
momento positivo per cui essa si mette a fare qualcosa che non comprende,
essa acquista veramente e interamente la consapevolezza dell'effettualità
come suo esser-per-sé; ha la certezza di essersi veramente spogliata del
suo Io e di aver fatto della sua immediata autocoscienza una cosa, un
essere oggettivo» (!rad. cit., voi. I, p. 188). Cfr. ancora, p. 252: « Das
ungliickliche Selbstbewusstsein entausserte sich seiner Selbstandigkeit
und rang sein Fiirsichsein zum Dinge heraus ».
119 « Ché l'abbandonare il proprio volere è negativo soltanto unila-
11
162 Entausserung, Entfremdung nella Fenomenologia dello Spirito
Das Leben Gottes und das gottliche Erkennen mag also wohl als
ein Spielen der Liebe mit sich selbst ausgesprochen werden; diese
Idee sinkt zur Erbaulichkeit und selbst zur Fadheit herab, wenn der
Ernst, der Schmerz, die Geduld und Arbeit des Negativen darin fehlt.
An sich ist jenes Leben wohl die ungetriibte Gleichheit und Einheit
mit sich selbst, der es kein Ernst mit dem Anderssein und der Ent-
fremdung, so wie mit dem Dberwinden dieser Entfremdung
ist (p. 20) 120 .
Und die Erfahrung wird eben diese Bewegung genannt, worin
das Unmittelbare, das Unerfahrene, d.h. das Abstrakte, es sei des
sinnlichen Seins oder des nur gedachten Einfachen, sich entfremdet,
und dann aus dieser Entfremdung zu sich zuriickgeht und hiemit
jetzt erst in seiner Wirklichkeit und Wahrheit dargestellt, wie auch
Eigentum des Bewusstseins ist (p. 32) 121 •
cuore » si propone, come fine delle sue azioni, un fine morale uni-
versale (il benessere dell'umanità), da un altro lato questa uni-
versalità non è poi basata sulla solidità della sostanza, ma ha
vita soltanto nel desiderio del singolo. La legge, quindi, nono-
stante pretenda porsi come universale, rimane una legge del cuo-
re, che il singolo segue più per lusingarsi e compiacersi di sé che
non per un fine veramente morale. Nel momento dell'attuazione,
quindi, la « legge del cuore », entrando nel mondo degli altri e
venendo in contatto con le leggi vigenti, con l' « in sé » della so-
stanza, trova in tutto ciò una forza estranea ed ostile che le si
oppone. E poiché non rinunzia alla sua singolarità, e non si con-
forma all'universale, non riesce ad attuarsi, e rimane bloccata in
questa opposizione. Col vocabolo Entfremdung viene designata
appunto questa situazione di opposizione e di scissione. E' inte-
ressante notare l'analogia fra questa figura e quella dell'« anima
bella », ed ancor più interessante ricordare come a proposito del-
1' « anima bella » Entii.usserung designasse l'uscir fuori di sé con
cui veniva superato il conflitto con la « realtà » - una situazione,
quindi, del tutto opposta a quella designata nel passo presente
con Entfremdun.ll,.
III
Entausserung e Entfremdung
dalla Propedeutica alle Vorlesungen
Geistes. Die Logik ist namlich die Wissenschaft der reinen Begriffe und
der abstracten Idee. Natur und Geist macht die Realitiit der Idee aus,
jene als ausserliches Dasein, dieser als sich wissend. (Oder: das Logische
ist das ewig einfache Wesen in sich selbst; die Natur ist chleses Wesen
als entaussert; der Geist die Riickkehr desselben in sich aus seiner
Entausserung) » (p. 170, § 10). Cfr. un uso analogo in Enzyklopadie,
§ 18: « In der Natur ist es nicht ein Anderes als die Idee, welches erkannt
wiirde, aber sie ist jn der Form der Entausserung ».
s Das Selbstbewusstsein, pp. 106-111, par. 22-39.
6 Rechtslehre, pp. 55-69, par. 1-21. Cfr. per questi passi pp. 181-187.
7 «Come autocoscienza l'Io guarda se stesso, e l'espressione di quest?
Propedeutica filosofica 167
nella sua purezza è: lo= Io, oppure: Io sono Io. Questa proposizione
dell'autocoscienza è priva di ogni contenuto. L'impulso dell'autocoscienza
consiste nel realizzare il suo concetto e nel darsi in tutto coscienza di sé.
Essa è dunque: attiva 1. nel togliere l'alterità degli oggetti e nel farli
uguali a sé; 2. nell'esteriorizzare se stessa e darsi così oggettività ed essere
determinato. Ambedue queste attività sono una sola e medesima attività.
Il venir determinato dell'autocoscienza è insieme un determinare se stesso,
e inversamente. Essa produce se stessa come oggetto » ( trad. it. di G.
Radetti, Firenze 1951, p. 166).
168 Entausserung, Entfoemdung dalla Propedeutica alle Vorlesungen
II. Vediamo ora gli usi dei termini nella Scienza della
sondern jede fiir sich nur auf ein Drittes bezogen. Jede triti
in dieser Abwechslung unmittelbar fiir sich hervor »(II, p. 36) 17 •
« Entausserte » è quindi quella riflessione che collega astrat-
tamente due termini, ponendo fra loro un rapporto soltanto
esterno 18 • Nello stesso senso Hegel dice che, occupandosi dei
rapporti fra i numeri, nell'aritmetica, di quelle entità, cioè, il
cui « elemento » è la differenza divenuta indifferente ( « der
gleichgiiltig gewordene Unterschied » ), il pensiero è in una atti-
vità che è « die ausserste Entausserung seiner selbst » 19 • An-
cora, l'unità negativa dell'Intero che trova la sua consistenza piut-
tosto nella atomistica molteplicità delle parti che nella sua orga-
nicità è « sich en taussert »:
Das Ganze ist als die negative Einheit negative Beziehung auf
sich selbst; so ist sie sich entaussert; sie hat ihr Bestehen an ihrem
gesetzt ist, ist sehr wichtig bemerkt zu werden. Sie kommt an der Sache
vor, wie diese in ihrem Anfange ist. So ist <las reine Sein unmittelbar das
Nichts. Dberhaupt ist alles Reale in seinem Anfange eine solche nur un-
mittelbare Identitiit; denn in seinem Anfange hat es die Momente noch
nicht entgegengesetzt und entwickelt, einerseits aus der Ausserlichkeit sich
noch nicht erinnert, anderseits sich aus der Innerlichkeit durch seine Tatig-
keit noch nicht entiiussert und hervorgebracht; es ist daher nur das Innere
als Bestimmtheit gegen das Aussere und nur das Aussere als Bestimmtheit
gegen das Innere » (voi. II, p. 153 ). Il senso della contrapposizione è però
nel passo ora citato diverso; sia l'« erinnern » che l'« entaussern » sono qui
due movimenti unilaterali, complementari l'uno all'altro (ciò che è « ester-
no » si deve « internare », ciò che è « interno » si deve « esternare » ). Nel
passo riportato nel testo, invece, (voi. II, p. 72) la « Entausserung » rap-
presenta l'« esser fuori» e la « Erinnerung » il superamento di tale este-
riorità.
22 « Questa identità dell'essere nella sua negazione con se stesso è
ora sostanza. Essa è questa unità in quanto nella sua negazione, ossia in
quanto nell'accidentalità; essa è così la sostanza come rapporto a se stessa.
Il cieco passare della necessità è anzi la propria esposizione dell'assoluto,
il movimento in sé di quello che nella sua estrinsecazione mostra anzi
se stesso» (trad. cit., voi. Il, pp. 624-625).
Scienza della logica 177
12
178 Ell!tausserung, Entfoemdung dalla Pvopedeutica alle Vorlesungen
So ist die Existenz hier nicht als ein Pradikat oder als Bestim-
mung des \Vesens zu nehmen, dass ein Satz davon hiesse: Das Wesen
existiert, oder hat Existenz; - sondern das Wesen ist in die Existenz
iibergegangen; die Existenz ist seine absolute Entliusserung, jenseits
deren es nicht zuriickgeblieben ist. Der Satz also hiesse: Das Wesen
ist die Existenz; es ist nicht von seiner Existenz unterschieden
(II, p. 105) 24 .
Non si trovano nella Logica altri usi dei termini oltre questi,
sporadici e casuali, che si sono qui passati in rassegna.
IV. Analizziamo ora gli usi dei vocaboli che si trovano nelle
Lezioni pubblicate postume. Come per le precedenti opere, cer-
chiamo anche qui, innanzi tutto, di individuare, nell'uso di que-
ste parole, spesso frammentario e non sempre filosoficamente in-
teressante, alcune nozioni prevalenti.
Particolarmente copiosi appaiono, in queste ultime opere di
Hegel, i contesti religiosi in cui si inseriscono i termini da noi
ricercati; all'interno di tali contesti religiosi, è possibile deter-
minare, con le varie sfumature che ora metteremo in luce, una
serie di nozioni che con maggior frequenza vengono designate da
Entausserung ed Entfremdung.
Già nella Realphilosophie e nella Fenomenologia abbiamo tro-
vato numerosi usi di Entausserung in riferimento all'incarnazione.
Un analogo uso appare frequentemente, come ora vedremo, nella
universale attività e realtà, la mia personalità (trad. cit. p. 75). Cfr. Philos.
Prop., p. 62: « Kann ich den bestimmten Gebrauch von meinen geistigen
und korperlichen Kraften und die Sache, die ich in Besitz habe, veraussern.
[ ... ] kann der Mensch nicht den ganzen Gebrauch seiner Krafte veraussern:
er wi.irde sons t se in e Persiinlichkei t veraussern ».
35 Cfr. Rossr, op. cit., p. 608: «L'accenno al 'tempo di lavoro' fa il
grande interesse di questo paragrafo, che sembra anticipare addirittura la
concezione marxista dell'operaio nell'industria moderna ». L'analogia vale,
naturalmente, solo per la « Verausserung » negativa. La « Verausserung »
di ciò che è alienabile (attitudini particolari, ecc.) è per Hegel, come si è
visto, un fatto non negativo. In quest'uso di V eriiusserung manca inoltre
l'idea della « oggettivazione », che è componente essenziale, invece, della
nozione marxiana di alienazione. I termini appaiono ancora - sempre
in accezione giuridica, - a p. 57, 63, 75, 76, 78, 80, 81, 83, 85, 86.
188 Entauss~rung, Entfoemdung dalla Pvopedeutka alle Vorle~ungen
Dieser Tod ist ebenso wie die hochste Verendlichung zugleich das
Aufheben der natiirlichen Endlichkeit, des unmittelbares Daseins und
der Entausserung, die Auflosung der Schranke (II, p. 302) 37 •
ripresa nell'unità, che soltanto allora è spirito per il pensiero e per la co-
munità, e questo essere umano singolo, esistente, reale, viene tolto e posto
in Dio come momento, come una delle persone di Dio ».
37 « È l'amore infinito che ha fatto sì che Dio si sia eguagliato con
ciò che a lui è estraneo, per ucciderlo. Questo è il significato della morte
di Cristo. Che Cristo si è assunto i peccati del mondo, che ha riconciliato
Dio, questo vuol dire. Questa morte è nello stesso tempo la più alta fini-
tizzazione ed il togliersi della finitezza naturale, dell'esserci immediato e
dell'esteriorizzazione, la risoluzione del limite».
38 « Der Eine der ji.idischen Religion ist im Gedanken, nicht in der
Anschauung, eben darum nicht zum Geist vollendet. Die Vollendung zum
Geiste heisst eben die Subiektivitat, die sich unendlich entaussert und
aus dem absoluten Gegensatze, aus der aussersten Spitze der Erscheinung
zu sich zuruckkehrt » (voi. II, p. 284). Cfr. anche p. 315: « Der Geist ist
die unendliche Ri.ickkehr in sich, die unendliche Subjektivitat, nicht als vor-
gestellte, sondern als die wirkliche, gegenwartige Gottlichkeit - also nicht
das substantielle Ansich des Vaters, nicht das Wahre in dieser gegenstandli-
chen Gestalt des Sohnes, sondern das subjektiv Gegenwartige und Wirkliche,
das eben selbst so subjektiv gegenwartig ist als die Entausserung in jene ge-
genstandliche Anschauung der Liebe und ihres unendlichen Schmerzes und
als die Ruckkehr in jener Vermittlung. Das ist der Geist Gottes oder Gott
als gegenwartiger, wirklicher Geist, Gott in seiner Gemeinde wohnend ».
190 Entauss·erung, Entfoemdung dalla Pmpedeutica alle Vorlesungen
Sie setzen das Hochste in das Nichts und lehrcn, der Mensch
mi.isse es dahin bringen, dass er allen besonderen Gedankcn entsage
und sich ganz in die Leerheit, in das Unbewegte senkte. Fo selbst
wird als ein Verstorbener betrachtet. Das Hochste ist, sich durch
Entausserung von allem mit ihm zu vereinigen. Diese Ruhe heisst
das Nirvana, und in Beziehung auf diese Leere wird das Nichts als
das absolut Wahre ausgesprochen. In dieses Nichts soli sich der
Mensch ergeben und versenken (II, p. 329) 40 .
verità, che l'essenza dell'uomo è lo spmto, che solo spogliandosi della sua
finitezza e affidandosi alla pura autocoscienza egli raggiunge la verità »
(trad. cit., voi. III, p. 256).
43 Phil. Rel., voi. II, p. 312. « II ritorno alla interiorità dell'autoco-
scienza, che è contenuto in questo capovolgimento, non è quello stoico,
che pensando ha valore attraverso le forze del proprio spirito, e ricerca
nel mondo, nella natura, nelle cose naturali e nella loro comprensione la
realtà del pensiero, che è pertanto priva dell'infinito dolore e parimenti
in un rapporto assolutamente positivo col mondano-- ma è quell'auto-
coscienza che si aliena infinitamente della sua particolarità e peculiarità,
e che ha infinito valore soltanto in quell'amore che è contenuto nell'infi-
nito dolore e che da esso proviene».
44 Cfr. cap. I, p. 79 sgg.
Le Vorlesungen 193
13
194 Entausserung, Entfoemdung dalla Priopedeutica alle Vorlesungen
nel cuore, non è riconosciuto come ciò che vi è di più alto, ed anche Dio
è soltanto qualcosa di soggettivo, e la tendenza della soggettività rimane
tutt'al più un tracciare linee nel vuoto. Poiché il riconoscimento di qual-
cosa di più alto, che a questo punto non può ancora essere espresso, que-
sto riconoscimento di un che di indeterminato, queste linee che quindi
vengono tracciate, non hanno alcuna stabilità, alcun legame attraverso l'og-
gettività stessa, e sono e rimangono unilateralmente un nostro agire, no-
stre linee, un che di soltanto soggettivo, ed il finito non perviene ad una
vera e reale rinunzia a se stesso, laddove nel culto lo spirito, all'opposto,
si deve liberare della sua finitezza e sapersi e sentirsi in Dio ».
46 « Nel sentimento religioso io sono perciò a me stesso esteriore,
poiché l'universale, il pensare che è in sé e per sé, è la negazione della
mia esistenza particolare, empirica, che appare viceversa come un che di
nullo che ha la sua verità soltanto nell'universale. Il rapporto religioso è
unità, ma contiene la potenza separante del giudizio. Mentre io sento il
momento dell'esistenza empirica, sento quel lato dell'universale, della ne-
gazione, come una determinatezza che cade al di fuori di me, oppure, men-
Le Vorlesungen 195
per cui uno dei due termini esclude l'altro, produce una situa-
zione di scissione: l'io è ancora empirico e nell'aspirare all'uni-
versale nega se stesso, mentre se afferma se stesso come io empirico,
l'universale gli appare qualcosa di lontano e di estraneo. Il verbo
entaussern ha dunque nel passo un uso del tutto diverso da quello
visto in precedenza, e designa, insieme ad entfremden ad esso
perfettamente equivalente, una situazione negativa di scissione,
tipica per Hegel non della religione m genere, ma di un certo
stadio di essa.
Sich entaussern designa, poi, in un altro passo, l'atto con
cui, liberandosi dalla sua immediatezza, l'io aderisce soltanto al
lato universale, conquistando così una rappresentazione vera-
mente oggettiva del Dio:
Das Ich, sahen wir ferner, ist an sich im Gefiihl sich selbst ent-
aussert und hat in der Allgemeinheit, die es enthalt, an sich die Ne-
gation seiner besondern empirischen Existenz. Indem nun das Ich
seine Bestimmtheit aus sich heraussetzt, so entaussert es sich selbst,
hebt es iiberhaupt seine Unmittelbarkeit auf und ist es in die Sphare
des Allgemeinen eingetreten (I, p. 149) 47 •
In dem wahrhaften Verstehen des Todes tritt auf diese Weise die
Beziehung des Subjekts als solchen ein. Das blosse Betrachten der
Geschichte hort hier auf; das Subjekt selbst wird in den Verlauf
hineingezogen; es fiihlt den Schmerz des Bosen und seiner eigenen
Entfremdung, welche Christus auf sich genommen, indem er die
Menschlichkeit angezogen, aber durch seinen Tod vernichtet hat
(II, p. 305) 48 •
des Abfalls, in der erhabenen Gluth ihrer Gesinnung und ihres politischen
Zornes zur paranetischen Lyrik fort » (Vorlcsungen iiber die Aesthetik,
ed. Glockner, Struttgart 192ì, voi. III, p. 457; abbreviato d'ora in poi
Aesth. ).
49 Weltg., voi. IV, p. 829. « Secondo quanto s'è detto, la chiesa del
Medioevo ci si presenta come una molteplice contraddizione in sé. An-
zitutto c'è la contraddizione nell'autocoscienza. Infatti lo spirito soggettivo,
pure testimoniando dell'assoluto, è però, nello stesso tempo, spirito finito
e di esistenza terrena, in quanto intelligenza e volontà. La sua finitezza
comincia col manifestarsi in questa distinzione, e qui comincia insieme la
contraddizione e il fenomeno dell'estraniamento, poiché l'intelligenza e la
volontà non sono penetrate dalla verità, che per esse è un dato» (trad.
cit., voi. IV, p. 89).
198 Entauss·emng, EntfDemdung dalla Propedeutica alle V 01lesungen
volere » so vista come uno degli aspetti più tipici del Medioevo,
Hegel chiama questa un'epoca di transizione (Durchgang) e di
estraneazione (Entfremdet-sein) 51 . E nota, nella pagina seguente,
che lo spirito soltanto « aus dieser Entfremdung gewinnt [ ... ]
seine wahrhafte Versohnung » 52 . Questa qualificazione del Me-
dioevo, come età di transizione e di « scissione », ci riporta alla
figura del « sich entfremdeter Geist » della Fenomenologia.
Al di fuori di contesti religiosi, troviamo espressa ancora da
Entausserung la nozione negativa dell' « esteriorizzarsi » del con-
cetto nel finito e nel sensibile:
Die Religion nach dem allgemeinen Begriff ist Bewusstsein des abso-
luten Wesens. Bewusstsein ist aber unterscheidend, so haben wir
zwei, Bewusstsein und absolutes Wesen. Diese Zwei sind zunachst
Entausserung im endlichen Verhaltniss, das empirische Bewusstsein
und das W esen im anderen Sinne 53 •
57 Aesth., voi. III, p. 419. «Ora se la poesia epica porta alla nostra
rappresentazione intuente il suo soggetto nella sua universalità sostanziale
o in modo scultoreo e pittorico come apparenza vivente, il soggetto rap-
presentante e senziente, almeno quando si giunge all'apice di questa arte,
sparisce nella sua attività poetica di fronte all'oggettività di ciò ch'egli trae
da sé. Il suddetto elemento della soggettività può sottrarsi completamente
a questa alienazione di sé ... » (trad. cit., pp. 1471-1472).
58 « Infatti fra l'interiorità che percepisce se stessa e quel suono li-
neare si verifica una segreta simpatia, in conseguenza della quale Li sog-
gettività in sé semplice richiede il suono delle vibrazioni delle lunghezze
semplici, invece delle vibrazioni di superfici estese o rotonde. Infatti
l'interiore è, come soggetto, questo punto spirituale che nei suoni perce-
pisce se stesso come sua estraneazione. Ma il superarsi e l'estraniarsi
diretto del punto non è la superficie, bensì la direzione lineare semplice »
Le Vorlesungen 201
wir sie selbst noch bei den griechischen Volkern verunreigt finden
(II, p. 453) 60 •
60 «La fede qui è il pensiero; ché ciò che si sa, si crede anche. Ciò
ch'è naturale, invece, è abbassato a qualcosa di meramente esteriore; la
divinità si è spogliata della naturalità, da cui la vediamo contaminata an-
cora presso i popoli greci» (trad. cit., voi. II, p. 219).
61 « Ciò che lo spirito vuole, è raggiungere il suo proprio concetto;
ma esso stesso se lo oscura, si inorgoglisce e gode di questo estraniarsi a
se stesso» (trad. cit., voi. I, p. 153). Cfr. ancora: «Es ist die absolute
Freiheit der Idee, dass sie in ihrem Bestimmen, Urtheil das Andere als ein
Freies, Selbststandiges entlasst. Dieses Andere, als ein Selbststandiges
entlassen, ist die Welt iiberhaupt. Das absolute Urtheil, welches der Seite
des Andersseins die Selbststandigkeit gibt, konnen wir auch die Giite nennen,
welche dieser Seite in ihrer Entfremdung die ganze Idee, sofern sie und
in der Weise als sie dieselbe in sich aufnehmen und reprasentiren kann,
verleiht » (Phil. Re!., voi. II, p. 249); « Der Geist ist wesentlich dies, aus
seinem Anderssein und aus der Ueberwindung dieses Andersseins, durch die
Negation der Negation zu sich selbst zu kommen; der Geist bringt sich her-
vor: er macht die Entfremdung seiner selbst durch. Da er aber noch nicht
als Geist gesetzt ist, so ist diescr Verlauf der Entfrcmdung und der Riickkehr
noch nicht ideell, als Moment des Geistes gesetzt, sondern unmittelbar und
darum in der Form der Natiirlichkeit » (ivi, voi. I, p. 435); (un uso identi~
a questo ritorna qualche pagina seguente, ivi p. 439). Cfr. anche Vorlesungen
iiber Geschichte der Philosophie, ed. Glockner, Stuttgart 1928, pp. 51-52:
« Dies Beisichsein des Geistes, dies Zusichselbstkommen desselben kann
Le Vorlesungen 203
als sein héichstes, absolutes Zie! ausgesprochen werden. Nur dies will er,
und nichts Anderes. Alles was im Himmel und auf Erden geschieht - ewig
geschieht, - das Leben Gottes und alles was zeitlich gethan wird, strebt nur
darnach hin, dass der Geist sich erkenne, sich sich selber gegenstandlich
mache, sich finde, fiir sich selber werde, sich mit sich zusammenschliesse.
Er ist Verdoppelung, Entfremdung, aber um sich selbst finden zu kéinnen,
um zu sich selbst kommen zu kéinnen ».
62 Weltg, voi. IV, p. 866. «I beni della corona gli procacciavano ade-
guata considerazione; più tardi, però, questi vennero man mano alienati o
anche regalati, cosicché egli fu ridotto a ricevere sussidi dal parlamen-
to» (trad. cit., voi. IV, p. 133). Un uso di unveriiusserbar si trova anche
nella Phil. d. Rel.: « Die Einzelnheit bildet ferner so aus, dass sie den
Besitz eines besonderen Bodens in sich schliesst, diese~ muss gelheilt werden
fiir die verschiedenen Familien und ist ein Unveriiusserbares, so dass die
AusschHessung diese ganz emp,i11isch auss.eve Gegenw~m gewinnt » (voi. II,
p. 71).
INDICI
OCCORRENZE DEI TERMINI NEI TESTI HEGELIANI *
" Avvertenza - Nel prospetto che segue, il primo numero è quello della pagina hegeliana
(secondo le edizioni citate nel testo); il numero che segue ai due punti si riferisce invece alla
pagina del presente lavoro. Ho segnato la riga quando i termini ricorrono, nella medesima pagina,
più di una volta.
I Ent- entiiussern Ent- entfremden Ver- veraussern
iiusserung fremdung iiusserung
Phanomenologie
des Geistes 250: 160 170: 161- 20: 162- 346: 28, 524: 159
347: 90-91, -162 -163 86-88
131 252: 161 32: 162- 348: 93
348 r. 9: 351: 98-99, -163 349 r. 7: 94
91-92, 131 131 270: 163- 349 r. 17:
348 r. 19: 352: 99 -164 94-95
93 353: 100 347: 88-90 351: 98-99
349: 94-95 360: 28,107 348 r. 5,6: 353: 105
351: 99- 365: 111 91-92 354: 102
-100, 131 366: 112, 348 r. 14, 356: 102
360: 28, 115, 131 23: 93 360: 106
106 470: 26, 349: 94 362: 108-
361: 28, 127-128 350: 97-98 -109
107 495: 133 351: 99- 367: 116-
362 r. 5: 499: 134 -100 -117
28, 108-109 522: 138- 353: 104 371: 118
362 r. 37: -139 359: 102 375: 118
109-110 525: 139- 360: 107 377: 117
365: 111 -140 362 r. 11: 378: 118
366: 112, 526: 140 108-109 380 r. 17:
115, 131 527: 146 362 r. 16: 113
381 r. 3: 534: 142 108 380 r. 33:
112-113 538: 143 379: 118 113
381 r. 29: 540: 113, 380: 113 389: 118-1
Ent- Ent- entfremden Ver- veriiussern
entiiussern
iiusserung fremdung iiusserung
Phiinomenologie
des Geistes 113 143-144 397: 119 -119
462: 122- 541: 145 408: 119 408: 119
124, 131 547: 145 539: 142 540: 143-
470 r. 4: 549: 146- -144
26, 127-128 -155 551: 155
470 r. 36: 552: 155
26, 126-127 555 r. 6,
472: 129- 28: 156
-130 560: 155
483: 132 561: 156
484: 132 563: 28,
501: 135 157-159
506: 135-
-136
522: 138-
-139
523 r. 13:
137-138
523 r. 18:
136
524: 145
525: 139-
140
526: 140
...* Ent- Ent- Ver-
entiiussern entfremden veriiussern
ausserung fremdung ausserung