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8.

GRAMMATICA
Il termine grammatica (“arte dello scrivere”) ha indicato per secoli la
considerazione del linguaggio nella sua totalità; è quindi una sorta di
sinonimo di linguistica. La grammatica ha indicato le cose più diverse e ha
circolato in ambienti disparati, con le più svariate accezioni e con i più
imprevedibili impieghi metaforici.
Tuttavia, si ha una concezione comune della grammatica come un insieme
di regole e regolarità.
8.2 OPPOSIZIONI E DISTINZIONI
Secondo un'opposizione tra grammatica e lessico, la grammatica riguarda
le caratteristiche morfologiche delle parole, mentre la scelta di esse è di
pertinenza del lessico. Questa concezione sta alla base dell’idea secondo
cui la grammatica può essere rappresentata tramite paradigmi, che
mostrano come una certa classe di parole cambia di forma secondo
l’ambiente sintagmatico in cui occorre.
Un'altra opposizione è quella tra grammatica e sintassi, secondo cui la
sintassi si occupa dell’ordine delle parole e della loro combinazione, la
grammatica invece delle categorie che intervengono in tale combinazione.
la grammatica delle categorie che intervengono in tale combinazione. ‘Nome’ ,‘Verbo’ ,‘Aggettivo oppure
‘Soggetto’,’Predicato’, ‘Oggetto’ sono nozioni della grammatica; ‘frase’ e ‘ordine delle parole’ della sintassi.

Secondo una diversa prospettiva, la grammatica è più semplicemente


l’unione di morfologia e sintassi -> morfosintassi.
8.3 GRAMMATICA GENERALE E GRAMMATICHE
PARTICOLARI
La linguistica ha dato per scontato di poter applicare le stesse nozioni
grammaticali all’analisi di tutte le lingue.
Nel'600, lo sforzo di dimostrare che tutte le lingue sono conformi al latino,
derivava dall’assunto che tutte hanno la stessa grammatica perché derivano
da un’unica lingua originaria.

Quest’atteggiamento portò alla definizione di 2 tipi di grammatica:


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 Universale (o generale), uguale per tutte le lingue in quanto
manifestazioni di un unico modello.
 Particolare, tipica di ogni singola lingua.
Oggi, questa posizione si ripresenta in una versione differente, secondo la
quale la grammatica è una perché l’utente delle lingue è un essere umano,
limitato, così da imporre a tutte le lingue una determinata forma. Le lingue
possono essere diverse tra loro, ma possono variare solo entro limiti
determinati imposti dall’utente. Non tutti sono d’accordo. La linguistica
deve però dare per scontato che le lingue abbiano qualcosa in comune da
vari punti di vista, incluso quello grammaticale.
8.4 UN SISTEMA DI OPZIONI OBBLIGATORIE
NUOVA DEFINIZIONE DI GRAMMATICA, secondo cui la
grammatica è l’insieme delle opzioni obbligatorie tra cui occorre scegliere
una volta compiuta una scelta lessicale libera; questa definizione è
evidentemente basata sulla distinzione tra grammatica e lessico, che sono i
2 canali entro cui si distribuisce il significato.
ES: per esprimere il concetto “mi duole la testa”; come è evidente la scelta
delle parole gelato, o del verbo volere, è completamente libera e di
pertinenza del lessico; tuttavia, si passa poi attraverso la scelta di
determinate opzioni obbligatorie; (si deve decidere se usare questa parola
al singolare o plurale)
Le opzioni grammaticali sono di carattere oppositivo (un singolare si
definisce distinguendosi da un plurale, un passato da un futuro ecc …), e
in numero limitato.
8.5 GRAMMATICA E LESSICO FARE MEGLIO
DUE CANALI PER CODIFICARE IL SIGNIFICATO:
Il contenuto espresso da una lingua per codificarsi è ripartito in due diversi
canali, la grammatica e il lessico. Pertanto, la grammatica consiste
nell’analisi delle opzioni obbligatorie che le lingue impongono all’interno
del canale grammaticale, le opzioni non obbligatorie, invece, si riferiscono
al lessico.

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I morfemi (o morfi[2]) grammaticali si fanno carico di offrire
un'informazione (ad esempio, nella parola italiana gatta, la desinenza -
a indica che il genere è femminile) che può essere offerta anche da un
elemento lessicale (in lingua inglese, gatta si dice she-cat: il genere è
indicato da she, un elemento lessicale).[1]
Il significato può ridistribuirsi tra i canali di grammatica e lessico
attraverso 2 processi:
 GRAMMATICALIZZAZIONE: “ne... pas” -> un’entità lessicale si
grammaticalizza, ossia il suo significante diventa un morfo
grammaticale. Per esempio, nella negazione discontinuo francese ne…pas. In origine pas
significava “passo”, indicando una quantità minima, ma nel tempo ha finito per operare come
intensificatore della negazione ne.

 LESSICALIZZAZIONE: un contenuto originariamente


grammaticale trova espressione in una voce lessicale apposita. ES:
della trasposizione del suffisso –ismo in parola: gli ismi del
Novecento---
8.5.3 analogico e digitale
Esiste una differenza tra la forma lessicale e la forma grammaticale che il
contenuto può esprimere: se prendiamo i mezzi in cui una lingua esprime il
tempo, non troveremo una forma apposita per indicare che un evento ha
avuto luogo esattamente un mese fa, ma numerose risorse per indicare che
quell’evento ha avuto luogo nel passato -> la grammatica esprime il
contenuto digitalmente, il lessico in modo analogico.
8.5.4 Degrammaticalizzazione
Può accadere che determinate risorse grammaticali perdano la propria
funzione. L’infisso latino –it- aggiunge un significato ‘iterativo’ al verbo:
canto-> cantito (canto ripetutamente). Tale distinzione non è attiva in:
vomo->vomito che significano la stessa cosa. L’infisso –sc- significa
cominciare a: lucesco(far giorno). In italiano opera solo come
contrassegno di una flessione e non porta più alcun significato: finisco,
concepisco.
8.6 AREE DI GRAMMATICALIZZAZIONE

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La grammatica è un modo di formare il contenuto; ma, tra le diverse aree
che si possono attribuire al contenuto, essa si applica specificamente ad
alcune, in numero limitato.
Diverse di esse sono grammaticalizzate in tutte le lingue, costituiscono
universali linguistici. Le nozioni grammaticali di maggior diffusione
includono: persona, numero, tempo, modo, aspetto, genere, caso,
definito/indefinito, evidenzialità e poche altre. Alcune di queste nozioni si
presentano associate tra di loro le TAM, tempo, aspetto e modo.
Non tutte le lingue però codificano tutte queste aree: per esempio in russo,
alcuni nomi sono distinti in inanimati e animati; quindi, ogni lingua
grammaticalizza alcune nozioni invece di altre;
Ogni lingua grammaticalizza alcune nozioni invece di altre;
Ogni lingua articola le nozioni in maniera peculiare;
Le nozioni sono distribuite su diverse classi di parole. Alcune
nozioni sono tipiche di una specifica classe di parole

8.7 EQUIPAGGIAMENTO BASICO


Le lingue hanno alcune proprietà grammaticali costanti, che ne
costituiscono l’EQUIPAGGIAMENTO BASICO (elenco di universali
linguistici riscontrabili in tutte le lingue).
REGOLARITA’ E PARTIZIONE IN CLASSI: Le parole di ogni
lingua hanno delle regolarità di comportamento e una varietà di
aspetti in comune, così da poter essere suddivise in classi, ognuna
delle quali caratterizzata da talune proprietà. ES: In italiano il plurale
in –i delle parole maschili in –o è un fenomeno di classe. Le classi di
parole sono in numero limitato.
DEITTICI: consideriamo le parole “tu”, “questo”, “quello”, “ora”,
“domani” ... esse indicano entità diverse a seconda della situazione.
Questi sono detti deittici (dal greco mostrare), e sono elementi del
lessico presenti in tutte le lingue, i quali non hanno una referenza
stabile, ma cambiano referenza secondo il contesto interno ed
esterno. È una classe costituita dai pronomi, avverbi, verbi e
locuzioni di diverso tipo, dotati di una funzione specifica.
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Deittici tipici sono i pronomi personali: io(e le sue traduzioni) ha la
caratteristica di indicare colui che emette l’enunciato. Io designa
persone diverse secondo il momento. Io commuta la sua referenza
nel passaggio da un’enunciazione all’altra.

RIFLESSIVI E DISTRIBUTIVI > classi di parole che hanno la


funzione di segnalare la riflessività e la distributività;
“lei si lava” -> “si” è un deittico riflessivo, in quanto si riflette sul soggetto
dell’enunciato; è strettamente connesso alla nozione di persona.
Il fenomeno della riflessività interessa i pronomi personali e gli aggettivi possessivi, è strettamente
connesso con la nozione di persona. L’inglese ha, nei pronomi personali, una forma riflessiva opposta a una
non riflessiva: him-himself… A

“ognuno ha utilizzato la propria penna” -> enunciato distributivo, che


distribuisce gli elementi di un insieme in modo tale che a ciascuno dei suoi
componenti corrisponda un elemento dell’altro insieme. (Implica che
esista più di una penna, ognuna delle quali appartiene ad un bambino e che
ogni bambino abbia usato la propria.)
PAROLE GENERALI: consideriamo la frase “è venuto un tale” ->
le lingue offrono risorse per supplire la mancanza di parole
specifiche.
Queste parole sono parole generali. Alcune hanno anche un
significato specifico: “questa storia non mi piace” Pur potendo anche
essere adoperate con significati specifici, in questi contesti operano
da parole generali.
QUANTIFICATORI > tutte le lingue hanno mezzi per indicare il
numero di volte che un certo oggetto viene preso in conto, ossia la
numerosità cardinale di quell’oggetto. I quantificatori si dividono in:
o Marche morfologiche > che indicano il numero
o Numerali > classe specializzata nell’esprimere la cardinalità (si
tratta dei numerali uno, due, tre…)
o Indefiniti > una classe di parole specializzate nell’esprimere
quantità approssimate e non numerabili, da nulla a tutto.
8.8 SOSTITUENTI
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Sostituenti (o proforme) > parole appartenenti a varie classi (pronomi,
aggettivi, verbi) che in determinate circostanze sostituiscono i sintagmi di
cui prendono la referenza; tipico esempio di sostituenti sono i pronomi e il
meccanismo di sostituzione basato sul loro utilizzo è la
pronominalizzazione.
ES: “ho visto tuo fratello e l’ho salutato” ->lo è un costituente del
sintagma tuo fratello. Si dice anche che tuo fratello è il sintagma pieno
mentre lo è la sua pronominalizzazione
8.8.2 Sostituenza a sinistra e a destra
Consideriamo gli esempi “era una bevanda così buona che l’ho bevuta in
un sorso” e “non gli credo, a Carlo”; come si vede i sostituenti hanno un
orientamento:
quelli che hanno il punto di attacco a sinistra (sintagma già apparso)
sono detti anaforici (e anafora è il meccanismo che li mette in
funzione)
quelli che hanno il punto di attacco a destra (sintagma non ancora
apparso) sono detti cataforici (e catafora è il meccanismo che li
mette in funzione.

8.8.3 Punto di attacco sintagmatico ed extra-sintagmatico


Inoltre, i sostituenti possono avere il proprio punto di attacco sia
nell’ambiente sintagmatico in cui occorrono (punto d’attacco
sintagmatico) sia al di fuori di esso, nella realtà (punto di attacco extra-
sintagmatico).
8.8.4 Classi di sostituenti
I sostituenti sono di varia natura. Alcuni sono dedicati perché svolgono
solo la funzione di sostituenza; > in italiano i pronomi clitici (lo, la, ne, si)
e i pronomi personali tonici (io, tu, lui, lei).

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I sostituenti sono selettivi: alcuni prendono come punto di attacco solo
specifiche classi di parole (come aggettivi), altri invece possono attaccarsi
a entità di varia natura. (lo sostituisce un enunciato intero)
Un caso particolare di sostituenza con punto di attacco esteso è quello
degli incapsulatori, sostituenti non dedicati, formati da parole o sintagmi
che assumono la funzione di sostituente solo in determinati ambienti
sintagmatici. Incapsulatori tipici dell’italiano sono fatto, circostanza,
evento e altre parole di significato generico, che possono attaccarsi a
elementi diversi.
Es: l’alluvione ha distrutto il paese, questa circostanza rende difficile ogni
ricostruzione. (circostanza incapsula l’enunciato l’alluvione ha distrutto il
paese)
8.8.5 Sostituenti liberi e legati
I sostituenti costituiti da morfi legati sono sostituenti legati, e quelli
costituiti da morfi liberi sono sostituenti liberi.
8.8.5 Sostituenti zero
In alcuni casi il punto di attacco è richiamato da un sostituente zero.
L’inglese ne offre numerosi esempi, come nelle domande-coda.
ES: he is very tall, isn’t he? > sta al posto di isn’t he tall?
Le strutture con sostituente zero sono normalmente catalogate come ellissi.
In terminologia moderna, il termine gapping(lacuna) allude all’esistenza
di un sintagma o di parte di un sintagma che sarebbe necessario per
completare l’insieme dei collegamenti che l’enunciato prevede.
Un altro tipo di ellissi ricorre in inglese, dove il verbo principale viene
sostituito da uno specializzato (solitamente modale): “have a good trip” >
“I certainly will!”

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