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h stato di decode: la macchina decodifica il codice operativo dell’istruzione

Video, Unità logico- da eseguire e preleva i microprogrammi necessari per eseguirla;


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di- nti aritmetica h stato di execute: la macchina seleziona gli rr ortuni circuiti logico-aritmeti-
splay ci necessari ad eseguire l’elaborazione specificata nell’istruzione.
ecc.
Interfaccia con Quella sopra descritta — in termini sintetici — è denominata “macchina.lli.you-
dispositivi di uscita Memoria principale euinàni e fu concepita nei suoi elementi logici fondamen ali.da.colon
Neumann negli anni Quaranta.

Interfaccia con ›1›2 Storia degli elaboratori da Pascal a von Neumann


Interfaccia con
dispositivi
dispositivi Il primo supporto conosciuto al calcolo manuale risale agli antichi Romani
di memorizzazione
di ingresso , ed è l’abrtcos. Non è, dunque, un caso che i termini “calcolare” e “calcolatore”
d rivino dal latino calc’iili., “pietruzze”, che indicava proprio i sassolini di un
abaco. Solo nel 1600 furono realizzati supporti meno primitivi.
Sensori Dischi, dischi Wilhelm Schickard (1592-1635), Blaise Pascal (l623-16fi2) e Gottfried Wil-
Termin ecc. ottici, nastri helm von Leibniz (l64G-1716) costruirono macchine — simili nella sostanza
ali
— che consentivano di eseguire le quattro oper azioni mediante un semplice
meccanismo di ruote dentate.
Schema dei principali componenti di un computer g
Ad esempio nella macchina di Pascal, la Puscali.'nn, il meccanismo consisteva in
due file di dischi combinatori dentati, collegati orizzontalmente e verticalmen-
Dalla figura emerge clie esistono qtiatr.ro funzioni logiche fondamentali: te. Ogni disco poteva essere ruotato di dieci posizioni: una rotazione completa
Wcontrollo ezione posa seqiienziare le operazioni di un-computer; con- causava, per trasmissione, la rotazione di una posizione del disco adiacente a
u ollando le azioii di tutti gli ali i rnodiili i cdi controllo interpretano sinistra, i-ealizzando così il meccanismo del riporto.
le istruzioni che costituiscono un progi amma e dirigono l’esecuzione delle Leibniz clette tuttavia un contributo assai più rilevante agli elaboratori, con i
medesime; suoi studi in quella che è ora conosciuta conte logica simbolica. Nel suo De arte
h elaborazione logico-aritmetica: sezione in gt ado di eseguire operazioni coinhin.atot‘ia, descrisse il calcolo combinatorio come “un metodo generale nel
aritmetiche e logiche. L’unità destinata ad eseguire tale elaborazione (unità quale tutte le verità della ragione dovrebbei o essere ridotte ad una specie di
di controllo) indica quali operazioni eseguire e come; calcolo”. Leibniz diede quattro grandi contributi nel campo del calcolo auto-
1 memoria: sezione contenente l’informazione (ossia istruzioni e/o dati) da matico:
utilizzare durante l’elaborazione. Si distinguono due tipi di memoria: > l’avvio della logica formale
ml e oai calle, i ealizzata con tecnologia digitale, risiede still’ela- b la costruzione di una macchina da calcolo;
a
boi atore ed è direttarrlente accessibile dai dispositivi cli controllo; › la comprensione del carattere disumano del calcolo e l’opportunità, nonché
• la memoria secondaria, accessibile tramite opportune interfacce; la capacità, di automatizzare questo lavoro;
b ingresso-uscita: abilita la lettura di dati all’interno della macchina ed il tra- ¥ l’idea che le macchine cla calcolo potrebbero essere utilizzate per verificare
sferirrlento di clati all’esterno. I dispositivi esterni possono essere: le ipotesi.
La ricerca cli Leibiliz, ossia liberare
• disi»ositivi di memorizzazione (cliscli i, nastri ecc.);
• clispositivi di ingresso (sensori, tastiere, fax ecc.); gli uomini dalla schiavitù di calcoli
• dispositivi di uscita (stampanti, video, fax ecc.). noiosi, fu ripresa un secolo dopo da
Charles Babbage (1791-1871).
Durante il suo funzionamento, un elaboratore cicla fra tre stati, che om les- Babbage riuscì ad ottenere un fi-
sivauiente.costituiscono il ciclo di istruzione: nanziamento dal governo britanni-
i stato_ tcl : la macchina seleziona un’istruzione eseguibile, e reperisce le co per realizzare la stia inaccliiti,a dif-
iiifó rinazioni necessarie all’esecuzione (operandi, tipo cli oper azione); flisionnle, tina versione pii.i avanzata
della macchina di Pascal, in grado La Pascalina
L•ap0iLoio HfLiliLLt°£uf a uegii tflaoofaLi lal

di calcolare con il metodo delle dif- Babbage continuò a progettare nuove versioni delle sue macchine, senza com-
ferenze finite i valor-i di un polino- pletare la realizzazione di nessuna. Il governo sospese gli aiuti ma, fino alla
mio di terzo grado. morte, egli continuò nei suoi studi.
Questa maccli ina poteva eseguire il Il problema principale era l’inadeguatezza della tecnologia a disposizione:
calcolo dei valori di un polinomio troppo lenta, troppo inaffidabile, troppo complessa.
atti averso una serie ripetuta di sor-
me: una volta attivata ed impostata
cori i valori iniziali, la macclii na L’era elettronica: ENIAC, EDVAC
pi oseguiva i suoi calcoli automatica- Dopo le macchine di Babbage si dovette attendere fino agli anni Trenta quan-
mente, grazie ad un motore a vapo- do Konrad Zuse (1910-1995) in Germania e Howard H. Aiken (1900-1973)
re. Babbage non completò la realiz- negli Stati Uniti costruirono due prototipi molto simili alla macchina analitica
zazione di questo progetto per ché, di Babbage, utilizzando però tecnologia elettromeccanica.
nel frattempo, iniziò a lavor-are ad Nella macchina di Aiken, nota come Harvard Mark /, la memoria aveva una
un secondo prototipo: quello della capacità di 72 numei i decimali di 23 cifre ciascuno. Le schede perforate erano
inaccliiii a annlitica, macchina clie di un solo tipo, ed avevano il formato:
pi esenta importanti similitudini
con quelle moderne. AI A2 OP
La macchina analitica di Babbage La_inaccliina analitica Ql pxiino
esempio di macchina a progi am- con il significato:
ina registrato: applicando al calc lo
automatico l’idea delle schede fierforat,e ideato da Jose h-Marie Jacquard er AI OP A2 —• A2
tomatizzace lwrealizzazione di orditi nell’industria tessile, Babbage dotò la
macchina della capacità di eseguire sequenze di calcoli preregistrate su sche- dove OP è l’operazione da effettuare, Al ed A2 sono i registri contenenti i dati
cie perfoi ate (il principio di funzionamento è di consentire o meno il collega- su cui operare (registri. opern'nd’i.). Il risultato veniva poi memorizzato su A2.
mento fr a ingi anaggi disponendo opportunamente dei fori sulle schede).
La macchina analitica consisteva di un’unità di calcolo, detta mulino (mill j, e I calcolatoi i meccanici soffrivano cli due limitazioni:
di tina memoria, costituita da una pila di registri in cui venivano iriemoi izzati
dati e risultati intermedi. > la velocità di calcolo era limitata dal1’inerzia delle parti mobili;
x la trasiiiissione dell’informazione meccanica (ingranaggi, leve ecc.) era len-
ta, complessa, e poco affidabile.
Mulino _ _ Stampante e Il pi inno elaboratoi e elettronico largamente conosciuto è E IA (Electronic
Memoria
(unità aritmetica) ” perforatrice schede Nuinerical Integrator and Computer), costruito nell’tiniversità della Pennsyl-
vania sotto la direzione di J hn Mauchly (1907-1980) cnu_1oacopo-dei-a‹it-oma-
tizzare il calcolo delle tavole balistiche p cito americano.
Questo ela oratore pesava 30 tonnellate e conteneva oltre 8. 0 valvole. Tut-
schede operazioni schede variabili
tavia, grazie all’uso della tecnologia elettronica, EN IAC era molto più veloce
del suo predecessore Mark I: tina molti licazione a 10 cifre richiedeva 3 niilli-
Schema di funzionamento della macchina analitica secondi ailziclaé 3 secondi!
Un ulteriore progresso fu registrato con EDVAC (Electronic Discrete Variable
Ogni scheda operazioni specifica (ed attiva) uno fra quattro dispositivi arit- Automatic Computer), realizzato alcuni anni dopo, secondo un’idea del logico
metici, corrispondenti alle quattro operazioni. Le schede variabili specificano ungherese J hn von Neumann (1503-1957). EDVAC registrava in una stessa
le locazioni di memoria da usare per una specifica operazione, cioè i registri memoria program ini e dati e dava la possibilità di modificare le istruzioni
sorgente contenenti gli operandi, ed il registro destinazione su cui ieioriz- durante l’esecuzione di un programma.
zare il risultato. Questa caratteristica, che lla pareccli i inconvenienti ecl è ora scarsamente
usata, rendeva però possibile scrivere in modo più compatto programmi che
152 Scienze e tecnologie informatiche
h mancava il concetto di “cicl " b mancava qualsiasi tino i stit
eseguissero operazioni identiche su sequenze di dati memorizzati in locazioni
adiacenti, una sorta di primitiva istruzione do for Inoltre, EDVAC disponeva di
un meccanismo di memorizzazione — le così dette linee di ritardo, costituite da
tubi di mercurio alle cui estremità erano applicati cristalli di quarzo — più velo-
ce e meno ingombrante delle valvole. un’altra importante differenza consiste-
va.nell’utilizzo del codice binario per la rappresentazione dPll"informazione.
Seconda generazione
john von Neumann e la prima generazione Si fa coincidere conJavvento déi transistor _nel-1Ìiii_8, periodo in cui le memo-
rie a linee di ritardo vengono sostituite-con anelli di ferrite.
EDVAC fu profondamente influenzato dalle idee di von Netimann, ma il pri- Dal punto di vista software, vengono introdotti meccanismi per realizzare cicli
mo calcolatore costruito interamente sotto la sua erezione, in collabor ne
e definire variabili.
con Herman H. Goldstine (1913-2004), fu IAS (il calcolatore del1’Institute for Vengono introdotti i primi linguaggi di alto livello: COBOL, FORTRAN, AL-
Advanced Studies), noto come prototipo di calcolatore della prima generazio-
ne, o.macchina di von Neumann. G , ed i primi supporti alla programmazione: librerie, subroutine, compila-
tori, monitor.
Von Neumann era un grande matematico ed esperto di logica. Per questa
sua competenza, fu il primo a capire conte fosse più importante definire le Je funzioni di comunicazione vengono assegnate ad elaboratori specializzati
funzio- ni logiche di un computer, piuttosto che concentrarsi sugli aspetti (Input/Output processors).
elettroinec-
canici, cioè sull’hardivare. Terza generazione
Il suo contributo si basa sii due intuizioni fondamentali: Si fa coincidere con l’avvento dei circuiti ‘nte rati nel 1965’ le memorie ven-
> separare le funzioni di controllo dell’elaborazione dalle-funzioni di esecu- gono rea izzate con tecnologia a semiconduttore. Dal unto di vista architet-
zioie; turale, vìene.introdotto il concetto di parallelismo: a vari livelli i istruzione,
b prevedere moduli liardware specifici per ognuna delle funzioniJogiche fon- di programma ecc.) è possibile velocizzare "esecuzione i una cer a u zione
damentali, ovvero: eseguendo più passi.in para lèlo su moduli.dtv si.
• controllo; Viene introdotto il concetto di microprogrammazione per semplificare il pro-
• esecuzione; getto dell’unità di controllo.
• memorizzazione; Vengono introdotti i primi sistemi operativi, o software “di base”, per la.gee
• comunicazione. stionè della condivisione da paxte di più utenti delle risorse di ompmer,
Nelle sue funzionalità generali, IAS ricalcava lo schema e le modalità di fui- ovvero spazio di memoria, processori ecc.
zionameito dello schema di funzionamento della macchina analitica visto in
precedenza. Quarta generazione
Coincide con l’era dei VLSI (Very Large Scale Integration). Pur mantenendo
e cinque generazioni le funzionalità logiche di base di una macchina di von Neumann, l’avvento
dei circuiti ad elevata integrazione consente di potenziai e i concetti di paral-
Prima generazione
lelismo di alimentare le (unzionalità di elaborazione e controllo, nonché la
IAS, e le macchine costruite nello stesso periodo, note come calcolatori della capacità di memorizzazione.
pritna generazione, avevano alcuni importanti limiti. Vengono realizzati i primi microprocessori, vengono costruiti elaboratori pa-
Dal punto di vista dell’l1ardware, la scarsa capacità di memorizzazione e la ralleli o supercomputer, vengono introdotte interfacce amichevoli per facilita-
bassa velocità erano un forte limite alla complessità dei problemi risolvibili. re l’uso del comput.er da parte di utenti non esperti di informatica.
Dal punto di vista software, esistevano molte limitazioni, che rendevano il pro- Dal r unto di vista software, vengono introdotti linguaggi orientati al paralleli-
cesso di programmazione complesso e tedioso: smo ed al problem solving.
> non esistevano linguaggi di "alto livello”, ed occorreva programmare in co-
dice binario;
> non si potevano utilizzare variabili;
ia•i scienze e cecnoiogie inrormaucne
Capitolo 3 Archittetura degli elaborati 15S

ÙQuinta generazion altri termini, il clock sincronizza l’esecuzione di tutte le operazioni aH’interno compute
unit dipmisui:a-della-frequenza. I processori attuali lavorano con clock la cui velocità è
Si cerca di superare alcuni limiti della macchina di von Neiiinann, per esem-
pio la necessità d eseguire_le_istruzioni di u progr-amma nell’ordin Hz.
sono state inemoi’izzate. el-P-G-clie contiene un processore, o un microcontrollore, e che esegue un’attix'ità spe
In generale le macchine della uinta generazione.si.pr.opong no cli affronta- In genei ale il clock è prodotto da un apposito circuito integrato, la cui oscil- lazione ù c
re problemi tipici dell’intelligenza umana, come la comprensione•di immagini Ilpquarzo di. partenza.è-a- 4 1 MHz; è stata scelta questa frequenza “strana” solo r er i
te economico oltre clie ben collaudato.
e del litiguaggio naturale.
Le arc iitetttire cosiddette connessioniste prendono ispirazione da alcuni fatti Già a partire dalle CPU 486, è diventato comune avere per il processore un opaga
un’istruzione del software o un’attività interna del processore:1 k
noti sul funzionamento del cervello umano, ovvero:
> un grande numero di elaboi-atori molto semplici, in analogia conù neuroni; all’interno delhi
> n grande numero di connessioni “pesate” (ovvero con cliversa intensità del nità logico-aritmeticaLitlimetic and Logic Unit), :
legante): la “conoscenza” è nella rete di connessione, piuttosto clie nei singo- tematico (FPU, FloatinUnit , ai registri interni eRcclie alla CP(chiamata cache cli livi
li elementi di elaborazione;
o alta p ;
h - capacita di apprendere automaticamente modificando lo stato della rete
nel corso dell’elaborazione.
generale, le architetture della quinta generazione puntano sulla molteplici-
{ tà e versatilità delle comunicazioni fra elementi di elaborazione.

Architettura deIl’eIaboratore
$.2.1 Circuiti di temporizzazion
I circuiti di temporizzazioni (clock) permettono di generare un segnale ad
onda quadra caratterizzata da una particolare frequenza. Si tratta di un segna-
le che coinmuta continuamente da ini livello basso ad uno alto, molti milioni
di volte al secondo. Lo schema seguente mostra un esempio di tale segnale.

3- .2 ,Macchia ont n
tempo LQ ella ma ior arte dei moderni elaboratori è basata sul model-
lo dell d va urmanneps o ta ema di
calcoJmè costituito da quattr emen as
Esesmpio dig d lIe
unitedbeol_larziaone, formata dai dispositivi elettronici clie consentono di
a
acquisire, interpretare ed eseguire le singole istruzioni;
Per ogni ciclo i circuiti in e del ocessore eseg ono n o ore op te 1 la memoria, che contiene le istruzioni e i dati necessari per eseguire un
dii ììì’opera zrone. o-più-operazioni.a.seconda.W com sono stati d segaati. programma; y. m

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