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f La Vazuza e la Volga L'uccello di fuoco e la principessa Vassilissa

La Volga e la Vazuza discussero a lungo chi di loro era più in- In un certo reame, ai confini della terra, nell'ultimo degli stati,
telligente, piii forte e piii degna di rispetto. Discussero discussero, viveva una volta uno zar forte e potente. Questo zar aveva un gio-
ma nessuna delle due cedeva, ed ecco allora cosa decisero. - La- vane arciere, e il giovane arciere aveva un valente cavallo. Una vol-
scia che si vada a dormire insieme, e chi s'alzerà piii presto e fad ta l'arciere se ne andò a caccia nel bosco col suo cavallo; va lungo
prima a raggiungete il mare, quella sarà la più intelligente, la pid lastrada, la larga strada, ed ecco trovò una piuma d'oro dell'uccello
forte, la più degna di rispetto delle due -. La 'Volga andò a dor- di fuoco; come fiamma splendeva quella piuma! Gli dice il valente
mire. La Vazuza pure. Di notte la Vazuza, alzatasi pian pianino, cavallo: - Non prendere la penna d'oro; se la prendi, un guaio at-
s'allontanò correndo dalla Volga; scelse la strada piii dritta e piu tendi! - E medita il prode giovane: raccoglierla o non raccoglier-
breve e si mise a scorrere. Risvegliatasi, la Volga si mise in cammi- la? se la raccoglie e la porta allo zar, certo egli lo ricompenserà ge-
no, né piano népresto.una come si deve. A Subzov aveva già rag- nerosamente; e a chi non è caro il favore d'un re?
giunto la Vazuza; ma era cosi minacciosa che la Vazuza si spaven- L'arciere non diede ascolto al suo cavallo, raccolse la piuma del-
tò, disse che lei era la sorella minore e chiese alla Volga di pren- l'uccello di fuoco, la portò e la presentò in dono allo zar.:- Grazie,
derla in braccio e di portarla nel mare. E tuttora, a primavera, la _ dice lo zar, - e poiché sei stato capace di trovare una plUII?adel-
Vazuza si alza per prima ed è lei a risvegliare la Volga dal sonno l'uccello di fuoco trovami l'uccello stesso; e se non lo trovi, ecco
invernale. la mia spada: che la tua testa cada! - L'arciere versò amare lacri-
me, e andò dal suo valente cavallo. - Di che piangi, padrone? - Lo
zar m'ha ordinato di trovargli l'uccello di fuoco. - Te l'avevo det-
to: non prender la piuma, che ti metterà nei g~ai! B~', non. aver
paura, non affannarti; questa nonè ancora una disgrazia.Ja disgra-
zia verrà dopo! Va' dallo zar e chiedigli che per doma.m veng~no
sparsi per i campi cento sacchi di granone -. Lo zar diede ordine
di spargere per i prati cento sacchi di granone. - .
Il giorno dopo, all'alba, il giovane arciere andò su ~uel campo,
lasciò il cavallo libero di passeggiare e lui si nascose dietro un al-
bero. D'un tratto il bosco stormi, le onde del mare s'agitarono:
ecco volare l'uccello di fuoco; arrivò, si posò a terra e ~rese a bec:
care il grano. Il valente cavallo s'avvicinò all'uccello ~ fuoco, gli
posò uno zoccolo sull'ala premendo forte contro terra; il baldo ar-
ciere saltò fuori dall'albero accorse, legò con uno spago l'uccello
di fuoco sali a cavallo e galoppò verso la reggia. Porta l'uccello di
fuoco allo zar; al vederlo, il sovrano si rallegrò, ringraziò l'?rcier~
del buon servigio, lo ricompensò innalzandolo di grado, e gli affido
ANTICHE FIABERUS SE L'UCCELLO DI FUOCO E VASSILISSA 63
, punta il rosso solicello, là nell'azz~rro m~te si trova ~n~ gran
subito un altro compito: - Se sei stato capace di raggiungere l'u
l'I Il'0, e sotto la pietra è nascosto l'abito nuziale della 'prmclpess~
cello di fuoco, adesso trovami anche la mia fidanzata: nell'ulti
I ilissa; trova quell'abito e portale qua; è venuto 11tem~o d~
dei reami, ai confini della terra, dove nasce il rosso solicello c'è
principessa Vassilissa; è proprio di lei che ho bisogno. Se l~ tro
,,I hrare le nozze! Se lo trovi, ti ticompensetò ancot meglio di
ti ricompenserò con otO e argento, ma se non la trovi ecco la m' l'lima, ma se non lo trovi, ecco la mia spada: che la tua testa ca-
spada: che la tua testa cada! ,I ti _ L'arciere pianse lacrime amate, andò dal suo valente c?val-
L'arciere pianse amate lacrime, andò dal suo valente cavallo l" «Questa volta, - pensa, - non sfuggirò alla morte! » --:Di ch~
- Di che piangi, padrone? - domanda il cavallo. - Lo zar m'ha o l' ungi, oadtone? - domanda il c~vallo. -:-Lo zar m'~a ~tdtnato di
din.ato di. trovatgli la principessa Vassilissa. - Non piangete, no I, I -argli sul fondo del mare l'abito nuziale della pnncìpessa Vas-
affliggerti: questa non è ancota una disgrazia, la disgrazia verr I!lN a. _ Ecco! te l'avevo detto: non prendere la piuma d'oto~ che
dopo! Va' dallo zar, e chiedigli una tenda dalla cupola d'oro, e cib I l'opiteranno dei guai! Suvvia, ot~ non ten;en::. ques.ta non e ~n-

e bevande pet il viaggio -. Lo zat gli.diede i cibi, le bevande e l'" n una disgrazia, la disgrazia verra dopo! Siediti su di me e andia-
tenda dalla cupola d'oro. Il ptode arciere sali sul suo valente ca 1110 àll'azzurro mare.
vallo e patti per l'ultimo dei reami. Cammina cammina arriva Va e va il baldo arciere arrivò ai confini del mondo e si fermò
confini del mondo, dove il tosso solicello spunta dall'azzurro ma " oprio sulla riva del mare; il valente ~avallo. vide un enorme. gam-
t~..Gu~tda e vede che sull'azzurro mare naviga la ptincipessa Vas \ Il'1'0 matino che strisciava sulla sabbia, e gli pose sul collo 11suo
silissa m una barchetta d'argento, e voga con i temi d'oro, Il bald l'I sante zoccolo. Disse il gambero marino: - Non .u~ciderm.i, la-
I lami vivere! Farò tutto quel che t'occorre! - Gh nspose 11ca-
atciet~ spinse il suo valente cavallo nei verdi prati a pascolate,
~anglat~ la fte~c~ erbetta; lui in~anto drizzò la tenda dalla cupol vullo: - In mezzo all'azzurro mare giace una grossa pietra'.s.otto
Ijll 11apietta è nascosto l'abito nuziale della principessa Vasslhssa;
d or~, d!spose cibi e bevande vane, sedette nella tenda a mangiate
la principessaad aspettate. ' pottami quell'abito! - Il gambero u~lò c~n voce profo~da per ~ut-
Vassilissa vide la cupola d'oro, e vogò a riva, usci dalla barchet IO l'azzurro mare' subito le acque rìbollirono, da ogni parte s ar-
ta ad ammirare la tenda. - Salute, principessa Vassilissa! - dice rumpìcarono sull~ riva gamberi grossi e piccoli: una qua~ti,tà ptO-
l'a~ci~t~, ~ fatemi l'onore d'~cc~ttate la mi~ ospitalità, di assaggia- dlgiosa! Il vecchio gambero diede loro un ordine ed eSS1S1getta-
te l vmi d oltremare -. La principessa entrò nella tenda; comincia- rono in acqua; un'ora dopo traevano da~ fo.ndo del ma:~, da sotto
rono a bere, mangiate, far baldoria, La principessa bevve un bic- I \ grande pietta, l'abito nuziale della ptmC1pes~a yasslhssa. , .
chiete di vino d'oltremare, s'ubriacò e cadde in un sonno~o. Il prode atcieretorna dallo zar, portando 1 abito della pnnci-
Il ptode arciere lanciò un grido al suo valente cavallo e il cavallo Il ssa; ma di nuovo Vassilissa s'intesta: - ~on ti spos.erò, --:dice
accorse; subito l'arciere smonta la tenda dalla cupola d'oro, salta a 11110 zar _ finché non avrai dato ordine al giovane arciere di fare
cavallo, ptende con sé la principessa Vassilissa addormentata e si unbagno nell'acqua bollente -r-, Lo zar ordinò di riempite d'ac-
mette in cammino, come una freccia scoccata dall'arco. Itua un pentolone di ferro, di riscaldarla il piii possibile e, quando
Arrivò dallo zar; quando vide la principessa Vassilissa il sovra- re sse bollente, di gettarvi l'arciere. Ecco che tutto è p:onto, l'ac-
no si rallegrò assai, ringrazjò-Parciere del buon servigio, lo ricom- qua bolle, gli spruzzi volan.o; po~tarono il poveto arcler;. «Che
pensò con una grossa somiria, e lo insignì d'un grado altissimo, La guaio, questa SIche è una dlsgr~zla! - pensa, --:ah! perche ho pte-
principessa Vassilissa s eglì?apptese che si trovava ben lon- la piuma d'oro dell'uccello dì fuoco? Perché non ho dato ascol-
tana dall'azzurto mare, e coiiiinciò a piangete, a languite il suo to al cavallo?» Si rammentò di lui e disse allo zar: - Zar sovrano!
viso cambiò completamente; pet quanto lo zar la esortasse, tutto I ermetti che prima di morire io dica addio al mio cavallo, - Bene,
fu vano, Ecco che lo zar pensò di sposarla, ma lei dice: - Lascia vai a dirgli addio! -: L'arciere arriva dal suo valente cavallo, e pla~-
hc quello che m'ha portato qui vada all'azzurro mare: in mezzo e a calde lacrime. - Di che piangi, padrone? - Lo zar m'ha o~dl-
01 mare c'è una grossa pietra, sotto quella pietra è nascosto il mio nato di fare un bagno nell'acqua bollente. - Non temete, non pian-
li ir nuziale. lo non mi sposerò se non avrò quel vestito! - Subito gere, resterai. vivo! ., gli ~i~se .~ cavallo, e presto presto fe~e un
lo 7.fU· va dal prode arciere: - Va' presto ai confini del mondo, do- incanto sull'arciere, perche 11bollore non nuocesse al suo bianco
ANTICHE FIABE RUSSE

corpo. L'arciere tornò dalla stalla; subito i lavoranti l'afferraro


e lo ?utt~rono ?ritto nel pentolone; andò a fondo una volta o d
e p~1 salto fuori del pentolone; era diventato cOSIbello da non
tersì ~acco~tar: nelle .fiabe, né descrivere con la penna. Quando Sorellina Elenuccia, fratellino Giovannino
zar VIde ch eg~ era ?IVe~~ato cOSIbello, volle bagnarsi anche 1
come u~o stupido scivolò 10 acqua e nello stesso momento si less
Seppellirono lo zar, e al suo posto elessero il baldo arciere' e
sposò la principessa Vassilissa e visse con lei lunghi anni d'arno
e d'accordo.

C'era una volta un re e una regina, che avevano un figlio e una


111'11 I; il figlio si chiamava Giovannino e la figlia Elenuccia. Ecco
.111 il re e la regina morirono; rimasti soli, i figli si misero a pere-
Il Il Ire per il mondo. Va e va e va ... mentre camminano vedono
111111 tagno, e vicino allo stagno pascola una mandria di mucche.
Voglio bere, - dice Giovannino. - Non bere, fratello, o divente-
I I vitello, - dice Elenuccia. Lui le diede ascolto, e proseguirono;
,I c' va, vedono un fiume, e vicino al fiume passa un branco di ca-
,dli. - Ah, sorellina! se sapessi la voglia di bere che ho! - Non
I" l' , fratellino, o diverrai puledrino -. Giovanni le diede ascolto,
undarono avanti; va e va, vedono un lago, e vicino si muove un
II1I gge di pecore. - Ah, sorellina! ho una terribile voglia di bere.
Non bere, fratello, o diverrai agnello -. Giovannino le diede
,I mito, e andarono avanti; cammina e cammina vedono un ruscel-
111, vicino sorvegliano un branco di porci: - Ah, sorellina, io be-
'CI; ho una voglia di bere terribile. - Non bere fratello, divente-
Il porcello -. Di nuovo Giovannino le diede ascolto, e andarono
ivnnti. Va e va, vedono accanto all'acqua un gregge di capre. - Ah,
Iti' 'llina! io bevo. - Fratello se berrai, capretto diverrai -. Lui non

I t "attenne e non diede ascolto alla sorella, bevve e diventò un ca-


lli tto; salta attorno a Elenuccia e bela: - Be-e-e! be-e-e!
Elenuccia lo legò con una cintura di seta e lo portò con sé, e
li ungeva, piangeva amaramente ... Il capretto correva correva, e
1111(\ volta corse nel giardino d'un re. I servi lo videro e subito rife-
I l' no al re: - Maestà, c'è da noi in giardino un capretto, lo tiene
lilla ragazza con un cinturino, una vera bellezza! - Il re ordinò di
I hlcderle chi fosse. Le chiedono i servi di dove viene e di che fami-

1I1 t è. - Cosi e cosi, .: dice Elenuccia, - c'erano un re e una regina,


11111 son morti; restammo noi figli: io, la principessa, e questo mio
irntello, il principe; ma lui non si trattenne, bevve dell'acqua e di-
venne un capretto -, I servi riferirono tutto al re. Il re chiamò Ele-
1111 cia, le chiese tutto; essa piacque al re, che volle sposarla. Pre-

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