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Fiabe

dal Mondo

Barbara Martina

Fiabe dal Mondo


Luccello
'
di fuoco e la principessa Vassilissa
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I Quattro Draghi
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La Giraffa Vanitosa
tiraccontounafiaba.it

Il Grande Serpente e i Costruttori di Canoe


fiabedalmondo.byethost17.com

Giuf e la Statua di Gesso


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Luccello
'
di fuoco e la principessa Vassilissa
( Fiaba Russa)

In un reame, ai confini della Terra, viveva una volta uno zar forte e potente.
Lo zar aveva un giovane arciere; larciere
'
aveva un valente cavallo.
Un giorno larciere
'
and a caccia col suo cavallo trov lungo la strada una piuma
doro
'
dell'uccello di fuoco: splendeva come fiamma!
Disse il cavallo: - Non prendere la piuma; se la prendi, ne avrai guai.
Ma il giovane arciere prese la piuma per portarla allo zar.
Lo zar ringrazi e ordin: - Adesso trovami l'uccello di fuoco. Se non lo trovi, la tua
testa cadr.
Larciere
'
and piangendo dal
suo cavallo. Il cavallo disse: Chiedi allo zar di far spargere
per i campi cento sacchi di
grano. Lo zar diede lordine
'
.
Il giorno dopo, all'alba, si ud
un gran vento, ed ecco arrivare
l'uccello di fuoco.
Si pos a terra e prese a
beccare il grano.
Il giovane arciere, con laiuto
'
del suo cavallo, cattur l'uccello
e al galoppo lo port allo zar.
Lo zar ringrazi e ordin: Adesso trovami la mia fidanzata, la principessa Vassilissa, che vive ai confini della
terra dove nasce il rosso sole.
Devi trovarla perch sei stato capace di catturare l'uccello di fuoco. Se non la trovi,
la tua testa cadr.
1

Larciere
'
torn piangendo dal suo cavallo.
Il cavallo disse: - Chiedi allo zar una tenda dalla cupola doro
'
e cibi e bevande per
il viaggio.
Cammina cammina, giunsero ai confini del mondo dove i il rosso sole spunta
dall'azzurro mare Larciere
'
rizz la , tenda dalla cupola doro
'
.
La vide la principessa Vassilissa che navigava sul mare in una barchetta d'argento.
E si avvicin alla riva, sbarc, ammir la tenda e accett linvito
'
dell'arciere a
pranzare con lui. Mangi, bevve, si ubriac e cadde in un sonno profondo. .
Larciere
'
prese la principessa addormentata, salt sul cavallo e part come una
freccia verso la reggia dello zar.
Lo zar ringrazi e, felice, ricompens il suo arciere.
i Ma quando la principessa si svegli pianse e disse che non avrebbe sposato lo
zar senza il suo abito da sposa, i che si trovava nascosto sotto una grossa pietra
posata I sul fondo del suo azzurro mare.
Trova quell'abito e portalo qua ordin lo zar allarciere
'
. Se non lo trovi, la tua testa
cadr.
Larciere
'
corse piangendo dal suo cavallo. Vieni con me disse il cavallo.
E lo port ai confini del mondo.
Sulla spiaggia cera
'
un enorme gambero rosso che sentito il desiderio dell'arciere
chiam a raccolta tutti i gamberi del mare.
Diede loro un ordine e questi si tuffarono e incominciarono a scavare.
Un' ora dopo portarono sulla spiaggia l'abito da sposa della principessa.
Larciere
'
lafferr
'
, salt sul cavallo e torn come un fulmine dallo zar.
Ma Vassilissa disse allo zar: Non ti sposer finch non farai fare all'arciere un
bagno nell'acqua bollente.
E lo zar ordin di gettare il giovane in un pentolone di acqua a cento gradi.
Prima di morire supplic l'arciere permetti che io dica addio al mio cavallo.
Larciere
'
arriv dal suo cavallo singhiozzando come una fontana. Non temere disse
il cavallo, e fece un incantesimo sul suo corpo.
Tornato dallo zar, l'arciere fu subito afferrato e buttato nel pentolone.
2

And a fondo una o due volte e poi salt fuori cos bello da non potersi
raccontare.
Lo zar, per diventare bello come il suo arciere, si tuff nell'acqua bollente e in un
momento si less. Seppellirono lo zar.
Il giovane arciere spos la principessa Vassilissa e visse con lei damore
'
e
d'accordo per lunghi anni.

I Quattro Draghi
( Fiaba Cinese)
Una volta, non esistevano ne fiumi o laghi, ma solo il grande Mare dOriente, dove
vivevamo: il Grande Drago, il Drago Giallo, il Drago Nero e il Drago di Perla.
Un giorno i quattro animali decisero di volare verso il cielo per giocare a
nascondino.Durante il gioco notarono sulla terra delle persone mettere fuori frutti
e torte e bruciare bastoncini dincenso: essi stavano pregando il Dio dei Cieli di
esser clemente con loro e di porre fine al periodo
di siccit che da troppo tempo vivevano.
Impietositi dagli esseri umani, decisero di andare
dallImperatore di Giada per chiedere di aiutare le
persone in difficolt.
Limperatore fece finta di acconsentire, per
passarono dieci giorni senza che una goccia di
pioggia fosse caduta e le persone soffrirono di pi;
alcuni mangiarono la corteccia degli alberi, altri le
radici delle erbe, ed altri ancora largilla bianca.
I quattro Draghi si rattristarono del fatto che
lImperatore di Giada si curasse solamente dei
piaceri e non avesse mai preso a cuore il popolo, cosi, nonostante il rischio di venir
puniti dallImperatore di Giada, preferirono salvare le persone e decisero di
prendere lacqua del Mare, in cui vivevano, e spruzzarla verso il cielo per farla
cadere sui campi degli uomini.
La gente incredula pianse dalla gioia, alla vista della pioggia!
Ma il dio del Mare rifer dellaccaduto allimperatore, il quale infuriato ordin ai
generali celesti e alle sue truppe di arrestare i draghi e imprigionarli sotto quattro
montagne.
Il dio della Montagna utilizz i suoi poteri per far volare quattro montagne che
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schiacciarono le quattro bestie, ciononostante essi non ebbero rimorsi delle loro
azioni e determinati ad aiutare per sempre le persone, decisero di trasformarsi in
quattro fiumi in grado di passare alte montagne, profonde valli e attraversare il
paese da ovest a est. Cos si formarono i pi grandi fiumi della Cina: Heilongjian
(Drago Nero), Huanghe (Fiume Giallo), Chengjian (Yangzi o fiume Azzurro), e
Zhujiang (Fiume delle Perle).

La Giraffa Vanitosa
( Fiaba Africana)
Ai limiti di una grande foresta, in Africa, viveva tra gli altri animali una giraffa
bellissima, agile e snella, pi alta di qualunque altra. Sapendo di essere ammirata
non solo dalle sue compagne ma da tutti gli animali era diventata superba e non
aveva pi rispetto per nessuno, n dava aiuto a chi glielo chiedeva. Anzi se ne
andava in giro tutto il santo giorno per mostrare la sua bellezza agli uni e agli altri
dicendo: Guardatemi, io sono la pi bella.
Gli altri animali, stufi di udire le sue vanterie, la
prendevano in giro, ma la giraffa vanitosa era
troppo occupata a rimirarsi per dar loro retta.
Un giorno la scimmia decise di darle una
lezione. Si mise a blandirla con parole che
accarezzavano le orecchie della giraffa: Ma come sei bella! Ma come sei alta! La
tua testa arriva dove nessuno altro animale pu giungere E cos dicendo, la
condusse verso la palma della foresta.
Quando furono giunti l, la scimmia chiese alla giraffa di prendere i datteri che
stavano in alto e che erano i pi dolci. l suo collo era lunghissimo, ma per quanto
si sforzasse di allungarlo ancor di pi, non riusciva a raggiungere il frutto. Allora la
scimmia, con un balzo, salt sul dorso della giraffa, poi sul collo e finalmente si
iss sulla sua testa riuscendo ad afferrare il frutto desiderato. Una volta tornata a
terra, la scimmia disse alla giraffa: Vedi, cara mia, sei la pi alta, la pi bella, per
non puoi vivere senza gli altri, non puoi fare a meno degli altri animali.
La giraffa impar la lezione e da quel giorno cominci a collaborare con gli altri
animali e a rispettarli.

Il Grande Serpente e i Costruttori di Canoe


( Fiaba delle Isole Fiji)

Molto tempo fa Degei, il Grande Serpente, viveva in cima alle colline dellisola.
Alla sera entrava in una grande caverna per dormire e, non appena chiudeva gli
occhi, il buio scendeva nel mondo.
Tutti gli uomini sapevano che, quando il Grande Serpente apriva gli occhi, allora
era mattina e che, quando invece li chiudeva, allora calava la notte.
Quando poi si rigirava nel sonno produceva i terremoti.
Vicino alla grotta cera un grande albero sui cui rami viveva una colomba nera che
aveva il compito di svegliare il Grande Serpente. Ogni mattina lo chiamava piano:
Kru, kru, kru.

Allora il Grande Serpente apriva gli occhi, il buio scompariva e subito Degei
gridava ai Costruttori di Canoe: Svegliatevi! ora di cominciare a lavorare!
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Prima di conoscere Degei, gli uomini erano stati a lungo poveri e tristi.
Ma il Grande Serpente aveva provato compassione per loro e gli aveva insegnato
come costruire le canoe.
Gli uomini cos divennero Costruttori di Canoe forti e capaci, e impararono ad
essere saggi da Degei stesso che li port a vivere con s in cima alle colline
dellisola.
Con il tempo per gli uomini si impigrirono, divennero orgogliosi e arroganti, e
non volevano pi costruire canoe, disubbidendo cos al Grande Serpente che li
sopportava solo perch li amava molto.
Rokola, il capo trib, era arrivato al punto di odiare la colomba che svegliava Degei
ogni mattina:
Se uccidessimo la colomba disse un giorno a suo fratello saremmo davvero i
capi di questisola, e non dovremmo pi lavorare! Io non ho ancora costruito la mia
canoa, e non ho alcuna intenzione di farlo!.
Il Grande Serpente si infurierebbe e ci punirebbe! sussurr il fratello.
Hai paura di lui? Noi siamo una trib forte con molti guerrieri: Degei solo,
mentre noi siamo in tanti.
Cos, quella notte, Rokola afferr larco e le frecce, arriv al grande albero, prese la
mira, e uccise nel sonno la colomba nera che cadde a terra.
Quella notte fu interminabile.
Quando alla fine il Grande Serpente si svegli, apr gli occhi e allora loscurit
scomparve.
Degei cap subito che qualcosa non andava e chiam la sua colomba:
O colomba mia, come mai stamattina non mi hai svegliato?.
Non ottenendo risposta corse al grande albero e non la vide tra i rami, ma la trov
a terra trafitta da una freccia di Rokola.
La voce del Grande Serpente rimbomb come un tuono:
Perch Rokola hai ucciso la mia colomba?
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Non ci fai paura rispose Rokola e noi non siamo pi tuoi servi che devono
costruire canoe!
Degei, ora siamo padroni di noi stessi! Come abbiamo ucciso la colomba, cos
uccideremo anche te!.
Rokola ordin ai suoi seguaci di costruire delle alte palizzate tuttintorno alle case
del villaggio, e grid:
Saremo ricordati come gli uomini che mangiarono il Grande Serpente!.
Degei allora si alz e scagli il suo bastone in alto, frantumando le nubi.
Cominci a piovere come non si era mai visto prima.
Il livello del mare si alz e inond lisola, le onde distrussero le palizzate e
sommersero completamente il villaggio.
Alla fine sullacqua galleggiavano solo foglie, ramoscelli, e le canoe.
Solo quelli che avevano lavorato per costruire la propria canoa, infatti, riuscirono a
salvarsi.
Erano pochi Costruttori di Canoe, uomini e donne saggi che avevano seguito gli
insegnamenti del Grande Serpente.
Vagarono per giorni sulloceano desolato e silenzioso, finch si incagliarono sulla
cima di un monte.
Quando lacqua si ritir, scesero verso la costa trasportando le proprie canoe.
E l, con il cuore sereno, cominciarono una nuova vita.

Giuf e la Statua di Gesso


( Fiaba Italiana)

121310
C'era una mamma che aveva un figlio sciocco, pigro e monello che si chiamava
Giufa'.
La mamma, che era povera, aveva un pezzo di tela e disse a Giufa':"Vai a venderla,
pero' se ti capita un chiacchierone non gliela dare, dalla a qualcuno di poche
parole."
Giufa' prese la tela e comincio' a strillare per il paese:" Chi compra la tela? Chi
compra la tela?"
Lo ferma una donna e gli dice:"Fammela vedere"
Guarda la tela e poi domanda:"Quanto ne vuoi?"
"Tu chiacchieri troppo" dice Giufa' "alla gente chiacchierona mia madre non vuole
venderla" e va via.
Trovo' un contadino"Quanto ne vuoi?" "Dieci scudi"
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"No: e' troppo!"


"Chiacchierate, chiacchierate: non ve la do!"
Cosi' ogni volta che che lo chiamavano e gli chiedevano qualcosa, gli sembrava che
parlassero troppo, cosi' non la volle vendere a nessuno.
Cammina qua' e la' sinfilo
'
' nel cortile.
In mezzo al cortile cera
'
una statua di gesso e Giufa' le disse:"Vuoi comprare la
tela?"
Attese un po', poi ripete' "La vuoi comprare la tela?".
E lavvolge
'
addosso alla statua. "Fa dieci scudi Daccordo
'
? Allora i soldi vengo a
prenderli domani" E se ne ando'.
La madre appena lo vide gli domando' della tela. "Lho
'
venduta"
"E i soldi?"
"Vado a prenderli domani"
"Ma e' persona fidata?"
E' una donna proprio come volevi tu: figurati che non mi ha neppure detto una
parola"
La mattina ando' per i soldi. Trovo' la statua, ma la tela era sparita. Giufa'
disse:"Pagamela"
E meno riceveva risposta e piu' si arrabbiava.
"La tela te la sei presa, no? E i soldi non me li vuoi dare? Ti faccio vedere io, allora!"
Prese una zappa e da' una zappata alla statua mandandola in cocci , Dentro la
statua cera
'
una pentola piena di monete doro
'
. Se le mise nel sacco e ando' da sua
madre
"Mamma, non mi voleva dare i soldi, cosi' mi sono arrabbiato e lho
'
presa a zappate
e mha
' dato questi."
La mamma che era gia' allerta
'
, gli disse:"Dammi qua e non raccontarlo a nessuno."

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