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Salvate il soldato Ryan

http://www.loccidentale.it/print/node/107499

Published on l'Occidentale (http://www.loccidentale.it) Tea Party - Cronache del mondo conservatore

di Marco Respinti

A Washington si svolto lincontro cruciale tra il presidente Barack Hussein Obama e i leader del Congresso. A tema, la spinosissima questione del bilancio. Che non si pu pi procrastinare, anzitutto perch il Paese rischia di andare a catafascio e in secondo luogo perch la campagna elettorale per il 2012 prima o poi entrer nel vivo. La Casa Bianca vuole misure drastiche, dolorose tanto per quanto necessario. Bella, anzi ottima scoperta. Lopposizione Repubblicana lo sostiene non da oggi, salvo venire regolarmente demonizzata, ed dal day after del discorso sullo Stato dellUnione che il soldato Ryan, il deputato del Wisconsin Paul D. Ryan jr., titolare della Commissione bilancio della Camera, non perde occasione per predicare e spingere quellaggressiva cura dimagrante che sola pu salvare gli Stati Uniti. Obama ha per sempre fatto orecchie da mercante, retoricamente mostrando di concedere (proprio a partire dal discorso sullo Stato dellUnione) qualcosa allopposizione, ma di fatto rimandando sempre a dopo (la tecnica consumata di certa politica che, spostando in l i problemi, cerca di guadagnare qualche ora daria in pi). Adesso sembra per sia giunta davvero lora x (sembra perch bisogner vedere cosa davvero, al di l delle parole roboanti, la Casa Bianca far sul serio), e questo proprio perch il parterre Repubblicano che si sta radunando in vista delle primarie che selezioneranno il front-runner che contender la poltrona presidenziale a Obama fra circa 15 mesi sta mostrando i denti. La vorticosa e continua ascesa di Michele Bachmann, per esempio, al di l delle caricature di rito a cui cerca di abituarci la supponenza liberal, sta segnando, anzi ha gi segnato uno score netto a vantaggio della rivolta oramai inarrestabile con cui i tartassati, le partite iva, la societ civile e il popolo delle libert sono gi scesi in campo. Finir come finir, ma che la questione della riduzione della pressione fiscale e della spesa pubblica (inscindibilmente legate) sia il tema dominante (con tutto lenorme, prezioso indotto politico-culturale che ne fluisce) cosa innegabile. I Repubblicani del compromesso o addirittura lo stesso Obama potrebbe insomma pur finire per spuntarla sui Tea Party, ma indubitabile che ci accadr semmai in maniera per i Repubblicani del compromesso o addirittura per lo stesso Obama non indolore. Per battere "lopzione Bachmann" o ci che questa rappresenta, sar infatti inevitabile che gli avversari, fuori e dentro il Partito Repubblicano, mettano mano a fisco e conti pubblici. Altrimenti perderanno. Ecco, le lacrime e sangue (annunciate, poi vedremo) di Obama potrebbero essere il primo passo di questa strategia. Se cos fosse, sarebbe un punto da assegnare certamente alla battaglia politica dei Tea Party. Se cos non fosse, sarebbe lennesima bugia dei Democratici liberal e dei loro di fatto alleati Repubblicani del compromesso. Epper occorre anche scendere dalle

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08/07/2011 09:56

Salvate il soldato Ryan

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guerre stellari delle macrostrategie alle volgarit delle trattive. Pare infatti certo che i Repubblicani abbiano sottoscritto un piano teso ad aumentare le entrate dello Stato federale, e questo da ottenersi concretamente dice Jon Kyl, numero due dei Repubblicani al Senato in due modi possibili: vendita di propriet statali e aumento dei costi dei servizi statali ai cittadini. Con il leader della maggioranza Repubblicana alla Camera, Eric Cantor, che mercoled ha gettato sul piatto anche la possibilit che i Repubblicani possano accettare un accordo a met del guado basato sul congelamento di alcune riduzioni fiscali. In questo modo, calcola Kyle, la cifra dei nuovi introiti statali a cui i Repubblicani darebbero via libera si aggirerebbe tra i 150 e i 200 miliardi di dollari. Bene, penser qualcuno: se c un buco nello Stato, un maggior afflusso di denaro non pu che essere un sollievo. Sbagliato: la questione vera non infatti dannarsi lanima per reperire nuovi fondi che riempiano vecchi buchi, ma impedire allo Stato di trovarsi nella condizione di spendere e quindi di reperire soldi. Per esempio togliendo finalmente a esso competenza su un numero sempre crescente di ambiti della vita sociale, di modo che il monopolio privato dello Stato mangiatutto (una struttura sempre pi aliena rispetto ai contribuenti) ceda il passo alla diffusa propriet pubblica detenuta dai cittadini. Ora, quella prospettata dal compromesso di Kyle larte del governo, ma tradotto in lingua Tea Party si dice tradimento. Parole grosse, ovvio, alludire le quali il jet-set bipartisan di Washington storce il naso. Ma appena quelle narici riprenderanno la propria fisionomia normale occorrer che gli abitu della politica middle-of-the-road del Distretto di Columbia pensino a come rispondere alle sfide take-no-prisoner lanciate da stranieri quali la Bachmann, o chi per lei, e soprattutto ci che lei o chi per lei rappresenta. Obama punta al grande accordo che consenta risparmiare 4 trilioni di dollari. Super-Obama deve per spiegare ancora e sempre come fare, soprattutto se pensa di evitare di ridurre la macchina burocratica degli apparati federali restituendo governo agli Stati sovrani dellUnione e alle loro genti, cos come di tagliare un numero enorme di misure di welfare che servono sempre e solo a ingrassare i bureau e a svilire la dignit dei cittadini statunitensi non concedendo in cambio mai nemmeno unoncia o unora di sollievo dai mali del mondo. Perch aumentare il costo di servizi che nessuno mai richiede ma deve sempre pagare una campana che suona a morto, che innesca quelle a stormo. Marco Respinti presidente del Columbia Institute, direttore del Centro Studi Russell Kirk e autore di Lora dei Tea Party. Diario di una rivolta americana.
8 Luglio 2011

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