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Norma nel cuore

Com’eri bella Norma


allor che un’orchestrina
ti carezzava il cuore
e nei tuoi vicoli bui
amanti sussurravano
parole ardenti d’amore.
E allor che all’osterie
ci si sfidava a morra
tra canti alla poeta.
Allor che un campanello
chiamava tutti a pregare.
Effluvi d’incenso del pane
salivano insino al Signore.
Com’eri bella Norma a maggio
allor che le tue fanciulle
a sera sotto le chiesiole
inneggiavano a Maria
e a festa, i bimbi a frotte
ti sollecitavano il cuore.
Quant’eri bella Norma
Quando nelle processioni in fila
confratelli innalzavano al cielo
stendardi inneggianti al Signore.
Com’eri bella Norma!

1
Amicizia è
-Sentimento di lealtà
-Rapporto fraterno
-Rispetto consolidato
-Fedeltà incondizionata
-Scambio di gesti d’amore
-Attenzioni che superano
qualsiasi ostacolo
-Fondamento per essere felici
dove impera il perdono
amando sempre
chi si incontra
con infinito affetto
nel cammino della vita.

2
Non più rose
(A una suora)
Non più rose baciate dal sole,
nè viali che danno frescore
mentre il prato patisce l’agrore
non c’è più chi lo irrora d’amore.
Già nell’alba la bella suorina
s’alza in fretta e corre in cucina
lì prepara una buon colazione
a sorelle con tanta attenzione.
Poi con garbo s’affaccia al balcone
e saluta il sole che sale,
tutta lesta pulisce le scale
e spedita si reca all’ambone.
Dopo avere pregato per bene
pota rami che poi raccoglie
e una prece a Dio rivolge.
C’è un tempietto con Sacra famiglia
e un’aiuola ripiena di fiori
mentre foglie seccate lei toglie
piano piano ritornan colori.
Ma di botto arriva un messaggio
che le porta un duro miraggio
andar deve in altro paese
ubbidiente va senza pretese.
Ma una lacrima al viso discende
mentre il cuor si rivolge al buon Dio
che in aiuto lenisca l’addio,
deferente s’en va obbediente.
Rispettando l’antico suo voto
se ne va al suo nuovo destino
al paese lasciando un gran vuoto
di sicuro sarà adamantino.

3
Dal Dirupo
Salgono con un manto
tra smeraldi e turchesi
scorgon laghi e paesi
e vengon giù planando.

In alto van lontano


diretti al sole arcano
mentre un vento spira
in volo il ciel rimira.
Stan le mura immobili
va il pensiero lontano
a genti non presenti
in ecatombe spenti.

Stupita sta la mente


nel rimirare i resti
splendore di bei templi
bei siti risplendenti.

Dei vili apriron porte,


di Silla e di quei bruti
a Norba tolti gli ori
si presero gli onori.

4
Aromi
Amor che amor si vuole
p’ogni buon dono è linfa,
son beni incrocianti
tra putti rifulgenti.
L’incenso in alto sale
tra mille e più profumi
nell’aere van gli aromi
e giungono al Signore.

Bel Fiore

Un fiorellin di bosco bello assai,


per caso l’incontrai tra dei vichi,
lo colsi e di profumo m’inondai,
si fecero i miei giorni più aprichi.
Ancor m’accende il cuore quel bel monte,
la gioventù e l’alma gli donai,
trovando ogni ben alla sua fonte
in braccio a lei desii d’amor sognai.
Così passai molt’anni a lei congiunto,
ma un giorno speranzoso andai lontano,
del ben trovai ma nel cuor compunto,
vorrei tornar da lei e soffro invano.
Ed ora il mio dolor mi strazia il cuore,
5
pensando a quel bel fior che io lasciai,
ma rivivrò al ricordo del suo amore
poiché nell’alma l’ho per sempre ormai.

6
Addio

Più m’avvicino al giorno estremo


più comprendo che il tempo è breve
muto resto e in cuore tremo.
Bramo avere più giorni ancora
e va all’addio il mio pensiero
che torna al mio desir ogni ora.
Pace avrà l’ansia mia domani
dissolta come neve al sole
nel sognar giovani amori?
Potrò riaverli? …e sfocio in pianto.
Il vagheggiar mi dà concento,
i dubbi scioglieranno al vento?
Respirerò amore eterno?

Il Nulla?
7
Fui…e di me
brevi ricordi
e infine il nulla.
Tu pellegrino
dona a fratelli
pace, carità
perdono e amore.
Morrai così
contento…
nell’ eterna gioia
redento.

Purezza
Abbracci d’amore,
luce a passi
anime e cuori.
Donan purezza
a mani tese
beltà e calore.
Leggiadre farfalle
risanan ferite
ridanno speranze.
Nettare di fiori
fan felici cuori,
sceman dolori.
Grazie al Signor
ch’abbellisce
elisi prati ognor.
Gli scampati
8
Passati son molt’anni
e sembra ieri
che le mie sorelle
scamparono dalla guerra.
La nostra mamma Elisa
e il nostro babbo Dante
le preservarono su un bel monte.
Lontani son ormai quei momenti
che le lasciaron in cuor che mai scordan
pian piano accolti furon tutti quanti
piantando con decoro la radice.
Furon sempre bene in quel monte,
crescendo in una casa piccolina,
dove tutti felici li vivenno.
Poi vennero i giorni pien d’amore
i loro giochi le empiron i cuori.
Ed or che son passati tanti lustri,
con tanto amor tra lor vanno avanti.
Al viso scende una goccia d’afflizione.
e tutti lor or pensano al traguardo
dove si rivedranno al sacro mondo.

Carezze
9
Le mie poesie
bussano alla tua porta.
Le mie poesie
son profumi amabili.
Le mie poesie
irroran pace a chi dona.
Le mie poesie
son sogni per la notte
che il tuo sguardo lucente
li fa risplendenti.
Le mie poesie,
van verso il tuo cuore
e a me attiva rossore
che sembra una fiamma
che pulsa e non muore
e va verso Dio
nel cielo infinito.
Le mie poesie
soffiano al vento nella notte,
ma io veglierò in ore e ore
guardando il tuo viso
che nel vento parla d’amore.

Tristezza
10
Sento un gran freddo
e scende la pioggia
e canto una canzone di nenie.
M a sera il cuore è triste
e non avverte niente
ma sembra che il mondo
sta nell’angoscia
d’una guerra cruente,
mentre mamme e figli
vanno raminghi
tra colpi di dardi
che mietono genti e bimbi,
bruciando ogni casa
improvvisamente.
Pace! S’ode alto in cielo,
Pace! Risponde ogni cuore,
che colpito da un folle,
qual bestia feroce.
Ma intanto nel petto
arde ogni vita,
in miracoli d’amore.
Voglio dire a tutti, sperate!
Amate! L’amore è fonte di pace.
Amiamo i deboli e chi non ha pane.
Voglio dire a tutti sperate!
Amate! L’amore nasce
da incontri di pace
e non ha bisogno
di spiegazione.
Si sappia che la morte
richiama l’amore
per la trasformazione
d’un bene che dona
eterno splendore.

Immagine
11
Vorrei una casa lucente
d’ arte e musica ardente
da dove si veda anche il mare
rifugio per poter sognare.
Io bramo una tana d’amici
con molte persone felici
compagni di vita beata,
sarà la mia alcova più amata.
Vorrò una stanza segreta
che solo per me è serrata
sol’io posseggo la chiave
che mai nessun può usare.
Tra libri, spartiti e dipinti
son li dove posan strumenti,
con quaderni pentagrammati,
chitarre e violini intonati.
Qui tengo i miei bei sogni
dove ho posto i miei strumenti
dove passo dolci momenti
di sogni, emozioni e concenti.
Di certo andrò per il mondo
con la mia chitarra a tracollo
certo di suonare concerti
così da ottenere gran serti.

Chiesetta
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Son qui nell’ava chiesetta
qual meta di bene ricetta,
poi torno ai miei giorni passati
che tutti il buon Dio m’ha dati.
Qui presi l’amore più vero
che fè il mio cuore sincero,
dove ho trovato l’ardore
con Cristo in tutte le ore.
Ma giunse alfine un bel giorno
che fece il cammin più adorno,
poi giunse di Dio un gran dono
e innanzi al suo trono son prono.

In cerca d’aiuto
13
Son qui in cerca d’aiuto
compunto men vado alla pieve
con l’animo rotto da pene
cercando un giusto soluto
che sacro può darmi consolo.
Col cuore turbato a pezzetti
m’inoltro nella pieve solìo,
in un’attrattiva celeste
che d’ogni splendore si veste.
C’è una figura che attrae
il guardo mi placa il tormento
le chiedo di farmi una grazia
guarire una dolce ragazza.
M’accosto pian piano tremante
con fede le tocco la mano
nell’alma mi giunge gran calma
mi dona un dolce torpore
che dà al mio cuore vigore.
Con fede mi metto in ginocchio
ed ogni più bene io scorgo.

Non so che fare

14
Non so che cosa fare
e cerco di pregare.
Si calmano le membra
e un’ombra mi compare.
Lo spirito si calma
e par che senta pace.
Son li calamitato
ridotto in male stato.
Poi sento una parola
che il cuore mi consola.
Su calmati mio amico
che or lo chiedo a Dio:
che abbia il tuo tesoro
p’ogni dolor ristoro.
Con preci al nostro Padre
e alla sua santa madre
porrò la mia domanda
per darmi una sentenza.
Potrò aver speranza?
Poi sento un lieve soffio
d’un santo condottiero
che mi riempie il cuore
e allevia il mio dolore.
Nel cuor scorre un palpito
che dice con amore:
su torna alla tua casa
e rivedrai tua figlia
guarita e in famiglia.
E’ nata per far bene
per tanti anni ancora,
ai suoi alunni cara
i suoi insegnamenti
saranno sfolgoranti
e i semi che a lor porrà
grande don per lor sarà
e lei ancor vivrà.

L’ isolotto
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Giunge al cuore un palpito
procura al corpo un fremito
è bello l’isolotto
a forma d’un salotto.
Garrisce in cielo un palpito
richiama voli intorno
nel cuore giunge anelito
che tutto rende adorno.
Tra rocce e fiordi alteri
s’infrangono le onde
i volti si fan seri
s’aggrappano alle sponde.
Il cuore a Dio s’affida
che alla calma invita,
addolce il mar anelito,
si calmano le acque,
dall’alto giunse un monito
ed il maroso tacque.

L’Eroe
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Un gran soldato
caduto da eroe
in quel conflitto
del quindici diciotto
che s’immolò da prode
alla sua madre patria
che con onor rinserra.
Un inno di fanfara
si ode con stupore,
la gente s’alza retta
in una gran fiumara.
Elogio al suo valore
scolpito in una stele
è segno immortalato
al singolar soldato
che dette la sua vita
nell’atto alla sortita.

Corona Virus

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Pandemia di morte
con misure contorte
maschere filtri e guanti
moda per tutti quanti.
Ognun si chiude in casa
tra libri in lettura,
con ospedal gremiti
timori infiniti.
Vietato è andar per strada
è vuota la contrada,
con teatri chiusi e chiese,
ognun paga le spese.
Le zone assai malate
son rosse e abbrumate
da agenti piantonate.
Vietati son gli abbracci
nessun sa più che fare.
Siam marionette ai fili
in un andar febbrile.
Quando potrem gioire?
Quando potrem guarire?.
Ma un registro al giorno
si fa sempre più enfio
con morti in aumento.

Chi è Dio?

18
Chi è Dio, chiedo a voi,
saprete voi rispondere?
Un giorno per pensarci
e un altro giorno ancora
per dare la risposta.
Ma più passavan giorni
vieppiù eran gravose
risposte alla domanda.
La mente s’incupiva
l’enigma prolungava.
Ognun restava muto,
risposta più non dava.
Un giorno giunse un misero
che disse con dolcezza:
chi mi può dare aiuto?
Pian piano uno ad uno
s’allontanar confusi,
“il Dio è solo l’unico
col volto di ognuno.
Dio è il mio fratello
al qual tolgo il fardello,
l’aiuto e lo consolo
e insieme a lui volo!

Essenza

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Sento la Sua presenza
ripiena d’ogni essenza,
seppure da lontano
sento la sua mano.
Il cuore mi ribolle
freme la mia pelle
aggiunge al mio accoro
un giusto bel decoro.
Molt’anni son passati
tra bene e molti mali
e ancor più che si sente
dolore nella mente.
Ad ogni azion la sponda
in bene più si fonda,
ma spero solo in Dio
che sia sanato il fio.
Con la famiglia in coro
preghiamo con decoro
vedrai che ogni male
potremo arginare.

L’obblio

20
Passata è la mia vita
giungendo nell’oblio.
Eppure ad ogni passo
insieme alla mia gente
scampammo il collasso.
Mattina e sera al giorno
ognuno a trottare,
con il paese aulente
assolse il suo dovere
in modo degnamente.
In alto l’aquilone
in cielo più s’innalza
d’altronde ognun sobbalza
e il dolor risalta.

Tremito

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Mi scuote un freddo tremito
e cerco il motivo,
sarà forse un invito
dal ciel che giunge avito?
Sconvolta la mente
s’affida al buon Dio
e al suo dir possente
che rende l’uomo pio.
Le forze pian pianino
s’en vanno nel cammino
per ristorarsi al bene
uscendo dalle pene.
All’ospedale stanno
genti insieme a frotte,
molti bimbi piangono
col male fanno lotte.

Provvidenza

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E’ giorno di gran festa
c’è un trittico splendente
tra tanta bella gente
un’atmosfera celeste.
I visi tutti intorno
sprigionano sorrisi
tutto è più adorno
sapor di campi elisi.
Un bel carisma è vesta
d’amore irraggiante
che spazia e non s’arresta
con fare assai galante.
E tu cara sorella
sei in ciel a Dio zelante.
ti dia ancor più forza
di Pietro il bell’andante.
Ti auguriam così
amar tutti ogni dì.

Carisma
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In cielo veleggiante
di Dio sei l’ancella.
Nel tuo andar sicuro
nel tuo parlare chiaro
col cuore non impuro
sei luce più d’un faro.
Gioisci questo giorno
festeggia il tuo amore
bellezze a te d’intorno
caldeggiano il tuo cuore.
Auguri cara suora
per te ogni tesoro
di grazia che t’indora
tel dicon tutti in coro.
Che tu possa arrivare
a un altro bel traguardo
potrai così far bene
sanar ancor le pene.

Ultimi inganni
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E’ tenue il soffio
degli ultimi affanni
inserti infusi al buio
d’ogni esistenza.
La lampada votiva
trepida ci cura
d’andar da Dio
potrem a Lui parlar.
Ogni agrore
nel suo cuore va
e s’empie ancor d’ amore
gran ben per noi sarà.
Scorgo d’intorno un sacro
mistero che dà pace
e nel tetro dolore
ritrovo il Signore.

L’ elisir
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Venite gente, venite,
ho qui grand’elisir.
Tutto è per tutti
un gran desir.
Son dulcamara
e v’offro speranza
rimedio per voi
d’ogni più bene.
Gioia empirà
ad ognuno il core
con quattro soldi
felice amore.
Ogni bellezza
è piena di speme
per tutti voi
buoni auspici.
Tornate alle case,
siate contenti!
Suggiaron il cordiale
e nella notte
sopra d’un letto
dolori di pancia
e stridori di denti.

Falsi Dei

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Falsi Dei
spirano sdegno
a compunzione.
Speculano inganni
ad ogni occasione
all’alma sol dolore.
Illuso è il pensiero
per ogni speranza
così che l’esilio
spegne esistenza.
Tra smorte ombre
s’en vanno afflizioni
e il cuore s’empie
di sacri bei sapori.

Miraggio

27
L’inganno va
ad ogni mente,
falsa materia
ch’ardore spegne.
Andremo un giorno
nell’altro mondo
a faccia a faccia
col Padre eterno.
Migliore mezzo
per noi non c’è,
se non faremo
quel che ci dié.
E se la lampa
olio non ha
speranza al Re
perduta è.
Ma se la fede
ci dà coraggio
raggiungeremo
ogni miraggio.

L’Angioletto

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Hello! angioletto
ci hai fatto un bello scherzetto
ti sei inserrato nel ciel fatato
da tanto amore tu sei irrorato.
Ma qual furetto facesti un salto
con le tue forze tu poi sei nato.
Il nostro amore t’ha vezzeggiato
ed il Signore ti ha salvato.
Come un guerriero hai combattuto,
destin foriero trovò il soluto.
A te d’intorno un bel drappello
che ancor ti dà l’amor più bello.
Giunsero forze, ti resero ardito
e nella mente ti fecero erudito.
Tra le carezze il tuo cuore gioì,
tutti ti amammo e ancor ogni dì.

Graffiti

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Tra mura scorze di segni astrusi
qual sentimenti di detenuti.
Ci son gendarmi attenti e inquieti
là nelle carceri e nei segreti.
In un cartiglio dipinto d’inchiostro
di color nero aggiunto al rosso,
con date antiche secoli oscuri,
restano ancora i loro tuguri.
Nel gran maschio ci sono prigioni
altri graffiti messaggi dolosi.
Truppe straniere nell’occupazione
mandaron nemici nella prigione.
Napoleone infine sparì
ma i graffiti ancor sono lì.

Teosofia

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Non c’è luce che alimenti vita
né gelo che offusca l’ultimo dì.
Teosofia nella miseria è premio
e nella sofferenza trova Dio.
Seppur la fede conduce in cielo
un sentimento porta all’esilio.
In un’angoscia che toglie ogni brio
si lasciano cari con mesto addio.

Nello splendore
Laggiù un immenso splendore
31
smeraldi e rubini nei mari
sfumanti nei blu dei cobalti
da un cielo splendente coperti.
Le rocce di duro granito
tra sabbie che brillano d’oro,
si perde il pensiero lontano
a terre rinate dal fuoco.
Riposa la mente al bel quadro,
le onde rivanno all’antico
a genti che qui han vissuto
con gaudio e sapore aprico.
Da Atene giunser culture
che qui han piantato sapere
fantastiche opre al paese
qual resti di tante pretese.
Ovunque si scorgon bellezze
qui giunte da tempi sapienti
son tali a quelli lontani
che fanno restare attraenti.
I tuffi da scogli assai arcani
i bimbi tra perle di ghiaia
gioiscon coi nonni di gioia
son tutti da noia lontani .
Le mamme rincorrono figli
attente ai tanti perigli
i padri si danno alla pesca
e l’alma ritorna più fresca.
Addio bei luoghi splendenti
andrem con le membra dorate
e restan perenni nel cuore
ricordi di belle giornate.

Responsabilità
Abbondanza di belle parole
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sol con fede si posson sondare,
atti di carità infusi all’amore
son perle che spianan divari.
Più che sontuose vesti il clero
si vesta d’umiltà e tanta umanità
e ancor s’immerga in responsabilità
togliendo al fratello calamità.
Raggiunga famiglie lontane
donando di Cristo ogni bene,
ad ognuno riporti speranza
e dal cielo ogni spettanza
Nel buio profondo la luce
riporti ad ognuno conforto,
donando dov’è un conflitto
la pace nel cuore più afflitto.

Il mare
La barca col mare si sfida

33
e al cuore di Dio s’affida.
Mentre il maroso ruggisce
tutta la calma sparisce.
Calmosse il mare da anelito
dall’alto giunse un monito.
neniarono tutte le acque
e il maroso stanco tacque.

In attesa
Qual sarà il buon momento

34
allor che verrà il Signore
senz’ora a sera o a giorno
o dopo i baglior del tramonto?
Se noi l’aspetteremo
compensi immensi avremo.
Lui ci darà il suo invito
per l’Eden beato e avito.
Svegli lo aspetteremo
nell’ora del Supremo?
Se attenti al sacro invito
noi andrem nel’Eden avito.

Il suo amor ci dona pace


e non cadrem nella brace.
A Lui uniti saremo eterni
innanzi a Lui vivrem prosterni.

Fili d’argento
Sorge nel ciel la luna

35
e il nostro cuor sussulta,
tenera luce irradia
monti paesi e mari.
Il suo chiaror dà speme
all’animo in tormento
e nubi in cielo sparse
rimembrano l’immenso.
Ai piè diademi ed astri
qual diamanti parsi
nel vasto pian d’intorno
sino al morire del giorno.
E’ triste il nostro volto
ma un alito è gioviale
ed ogni corda geme
finché la luna spare.
Silente Norma appare
ad un pensiero astrale
che tira su il morale
allor che a notte giunge.
Distesa su nel monte
non so il perché ma piange
qual dama le sue guance
da un pianto son bagnate
da oro lacrimante.

Com’ali
Com’ali tese
36
voli di farfalla
cercan l’amore
e portan deliquio
in ogni cuore,
frenetici piedini
fan sarabanda
e vispi occhietti
sfere di stelle divine
esultano sorrisi.
Tra grandi amori
e connubi d’affetti
dal ciel benedetti,
recan nei cuori incisi
teneri sospiri
che van nei campi elisi.

Son triste
Son triste Signore
37
e il mio cuore piange.
Non più anni lontani
ripieni di gioie consolanti
allor che in ogni dove
s’udivano suoni arcani.
S’udivano zampogne e ciaramelle
ch’entravano in cuor e nella pelle.
Dintorno luminari leggiadri
che al cor eran preclari…
Natali.
Ed or non più sacri sapori
né nenie né canti d’amore.
Triste son Signore!
Ma è ben tornar a quei tempi
a tutti i bei giorni contenti
che se saran a Dio rivolti
tornan al suo cuore accolti.

Grazie
Dio che doni ogni bel fiore
delizia ch’è più della luce
38
fa felice il mio cuore.
Da Te voglio nettare e calore
che stempera ogni mio dolore
e mi fai fremere d’ardore.
Ogni dì dell’esistenza in te
è nettare che l’alma rafforza
e trovo ogni più grande fé.
La tua beltà splende e mai muore,
la tua grazia concede letizia
e fa gioire ogni mestizia.
Ai miei tesori concedi e tu puoi
la grazia infinita divina
per indicare a famiglie la via.
Rinasceranno semi di bene,
qual frutti per ognuno che geme,
dando ai lor cuori sicura la speme.
Infin verrà l’ultimo giorno
sperando ancor che nel soggiorno
con Te andrò con gli angeli intorno.
Grazie a Te Padre pel tuo carisma
che mi terrà legato al tuo prisma
e in ogni più ben che mi ipnotisma.

L’Eroe
Un general caduto da eroe

39
nel conflitto della grande guerra
s’immolò alla patria con onore.
E ora Norma in cuore lo rinserra
Una fanfara porge una sequela
che fa onor al grande generale.
Amore eccelso alla madre patria
di gran valor inciso in una stela.
Or tutti noi vogliamo ricordare
il suo ardor d’eroe eccezionale
onor al coraggio eccezionale
degno d’onore immortale.

Desio

40
Misterioso un putto bel dal cielo,
giunse in terra in cerca dell’amore
sperso il bimbo non trovava pace
e una mamma con un grande ardore
se lo strinse paga nel suo cuore.
Trovò intorno a sé tanta quiete
e giunse su nel ciel una prece,
ardente con amor verso Dio
e il mal cadde nell’obblio
fu grazia pertanto quel desio.

Rimembranze

41
Di civita Norba rovine
che tornan ai tempi in affine
accolgono un mar d’amatori
a gesta di’antichi splendori.
Lo sguardo spazia nel piano
intorno un sapore arcano
raggiunge fiumi e paesi
che dai suoi sassi appresi.
A sera s’alzavan colori
turchesi, gialli e d’ori
che sceman pian piano sfumati
e restan sul piano abbrunati.
Il sole stanco s’addorme
e par c’ogni luce dorme
van sparsi colori distesi
per rinascer in altri paesi.
Nell’animo scende un sopore
ritorna alle membra l’agrore
una lacrima cala nei visi
di giorni d’antico intrisi.
Sol resta il dolore nel cuore
che lento riporta l’agrore
va a inserirsi alle membra
ed il pensiero rimembra.

Norbani
42
Splendor rifulge su l’antica Norba
ai Consoli della superba Roma
che in cor si resero bell’ idioma.
I traditor però furon nemici
e resero ai Norban gran sacrifici
facendo entrare tutti i nemici.
Ed or che i tempi ormai son passati
nei pensieri tornano fatati
insieme agli eroi dei Norbani.
Prenderon da Cartago prigionieri
compresi tutti i loro condottieri
legati li portaron nei manieri.
Si fondono le er
e antiche e nuove,
s’unirono così con i Norbani
e pace infin tornò in tutti i cuori.

Invito
43
Qual sarà il momento?
allor che il padron
torna a sera o a giorno,
a mezzanotte o al canto del gallo?
Saremo svegli aspettando?
Se svegli
La grazia di Dio ti darà pace,
ti farà ricco d’ogni buon dono
della sua parola
e della conoscenza.
Così ogni carisma è invito
del buon Dio alla magnificenza,
sapremo essere saldi sino allorquando
arriverà il giorno avito?
E alla fin dei nostri tempi
saremo uniti a Dio e ai suoi esempi?
per sempre allor che Dio verrà
nell’Eden splendente ci porterà.
Siederemo qual Cherubini
giocando insieme agli amorini.
Questa sarà la nostra sorte
che il nostro cuor rende più forte.

Amore
44
Sentimento d’ogni cuore
abbracci frementi
ripieni di forte passioni
di civiltà per ogni dove
iter perfetto di grazia
equità d’ogni ben
e fraternità.
Luce che s’eclissa
in alto desio diretta
al cuor di Dio
che tutto detta e dona.

Profanazione
45
Tu che propini al fratello ogni male,
che struggi ogni linfa alla natura
e per rapirne tutta la sua essenza,
rubi al tuo fratello ogni suo bene,
senza pensar che questo non conviene,
andrà tutto in rovina e ne avrai le pene.
Tu che rubasti tutto del creato
fintanto che ti si rivolse contro
e ti trovasti infin contaminato.
Caduto nella tetra pandemia,
fosti portato in pneumopatia.
Allor capisti il male propinato
ed il tuo corpo è or contaminato
finché spirò e fosti interrato.

Natale

46
Nasce nel cuor della gente
una gioia che irrora la mente
il guardo volto al passato
irradiato si svela beato.
Se a Natal siamo dei bruti
saremo infine perduti
se il cuor al Natale sussulta
ogni uomo al Natale esulta.
Dal cielo un Dio bambino
è dono e mistero divino
che scema a ognun tentazione
e lo induce a riflessione.
I pastori scendon suonando
il piccol Gesù onorando
arrivan da molti paesi
e tutti i cuori son tesi.
Intorno un belcanto si sente
che giunge al cuor del credente
s’odono le ciaramelle
che fanno drizzare la pelle.
Zampogne riportan lontano
la mente ad un tempo arcano
in tutti i paesi si spande
un suono di ninne nanne.

A Maria
47
Nel suo seno
un’immensa luce
da un angelo un saluto:
Ave piena di grazie!
Concepirai un figlio
e scenderà nel tuo seno!
Il cuore balzò nel petto
e s’illuminò il viso.
Magnificò il Signore,
pianse d’amore
tra splendori d’astri,
della fede pilastri.
nella gloria eterna
quale donna materna.
fosti al creato
un gran premio donato.
Sotto la croce straziante
rivolto alla madre
s’udì una flebile voce:
Donna ecco tuo figlio.
E a Giovanni:
ecco tua madre.
Irrorata da linfa divina
sul Golgota fiorì
la chiesa di Cristo.

L’Aedo
(Al mio nipote Gabry)
48
In te c’è bella dote
carissimo nipote
un genio erudito
da tutti riverito.
Tu porti un bene astrale
e musica ancestrale
che posta al tuo leggio
inneggia al ben di Dio.
Possiam da te sentire
un suon che fa gioire
lo porterem nel cuore
e scoprirem l’amore.

Buio e lustro

49
(A mia sorella)

Passati sol molt’anni e sembra ieri


che tu scampasti dalla grande guerra.
La cara mamma Elisa e il babbo Dante
ti preservaron sana su pel monte.
Lontani sono ormai quei momenti
rinchiusi nel tuo cuor che mai più scordi.
In un bel paesello accolti tutti
non più timor lontani i tempi brutti.
Piantaste con decoro qui radice
passaste tempi bel vita felice.
Crescesti come una grande dama
ma ti sposasti un dì con festa grama.
Poi vennero bei giorni pien d’amore
e due gioielli infissi nel tuo cuore.
Ed or che son passati tanti lustri
vogliam gioir con te tra giorni illustri.
Ma scende al viso un grande lacrimone
per la scomparsa del tuo bell’Adone,
ce l’hai nel petto con grand’affezione
ma resta sempre in te con tanto amore.
Lontan da te è ormai ogni dardo
son diciassette i lustri, un baluardo.
Auguri tanti a te sorella cara,
serenità e amore una fiumara.

Il dono della vita


Amor che in cuor possiedi
il generante dono della vita
dé vieni alla mia alma
50
a donarmi speranza,
a donarmi respiro.
In te possa trovare
incanti che rimiro
e ogni ben per me
finché non spiro.
Così potrò pensare
al mio fratello
che va pesante e stracco
col suo fardello lasso.
Migliorerà così
l’intero nostro mondo
che ogni dì diventa
ognor più iracondo.

Augurio
Alto vola il pensier
ch’arricchisce il mondo
e va a posar nei libri.
51
S’inebria di nozioni
che fan più vero il dire.
Poi torna nella mente
l’analisi ascendente
fucina assorbente
d’un bene attraente.
Ore di studio duro
apriron al futuro
ripieno di traguardi
d’anni più gagliardi.
Ed or la meta è giunta
nel cuore con ardore
per superare scogli
e generar germogli.
Infin vogliamo offrirti
tutto il nostro bene
che voli sempre in alto
incontro a molti amori
e a nobili tesori.

Serenata
Tenue lucerne al chiaro di luna
brillano al vico.
Un pipistrello nell’ombra
52
gira e poi torna.
S’ode il gracidar dal lago,
sopisce un frinire leggero.
Stridono grilli nel piano,
risponde un eco lontano
d’ultimi tenui respiri.
Mutata d’argento la luna
è invito al riposo la notte,
sussurra dolce serenata,
sogni a gente addormentata.

Scia d’amore
Ansa il mio cuore stanco,
lenti passi strascicati
senza più affetti
spenti vanno.
53
La barca in rada cala la vela,
con essa la nebbia.
Appeso al cielo un lume:
la luna.
Posa l’aria, dorme il mare,
sussulta il cuore.
Schiude anelito e pace
la notte.
S’apre nei cieli
scia d’amore.
L’immensità m’invola
in eterno splendore.

Agape
Amore è:
unione d’ogni cuore,
famiglia,

54
fulcro di passione,
seme puro,
civiltà,
grazia,
fraternità,
luce,
alto desio…
Sacro convivio.

Nazareth
Eccelle un modello di vita
che dà protezione a famiglie
esempio d’amore infinito,
premio dall’alma acquisito.
55
Ed ora in tempo di crisi
spariscono tutti i sorrisi,
sol resta la fede per Dio,
e l’uomo non più è solatio.
L’umile casa di Nazareth
è luogo d’ogni rapporto,
servizio d’amore raccolto
con bimbi sottratti all’aborto.
Accolti da amori infiniti
da tanti affetti nutriti,
s’en vanno nel mondo contenti
tra tante cure accoglienti.

Vincoli
Fondati sulla carne
non hanno risultanze,
fondati al buon dettato
ottengon risultato.

56
Se il cuor volge al donare
incontra tanto amore
baluardo d’ogni grazia
che tutta l’alma sazia.
Ai miseri l’aiuto
ai deboli il decoro
ai miti il futuro
ai pii ogni dono.
A chi non ha speranza
ridona l’armonia
sui passi nazzareni
del ciel sacra corsia.
Infin poi noi avremo
d’amore i cuori ripieni,
lassù felici andremo
nei gaudi sereni.

Pandemia
Tra voci conturbanti
che in cuor son’anelanti,
i passi vanno lenti
e non ci son concenti.

57
In giro non c’è gente
il borgo è silente
paese di reclusi?
negozi restan chiusi.
S’ode il suon di sirene
sfreccianti pien di pene,
che giunte al soccorso
nell’alma danno un morso.
Si lotta senza fine
al mal non c’è confine,
si contano contagi,
crudeli son presagi.
Si eseguono tamponi
s’avanza a tentoni,
d’intorno morti a iosa
la speme è corrosa.
Poi giunge un editto
così per tutti è scritto:
vestire mascherine,
p’ognuno discipline.
Vietati son viaggi
decreti di disaggi
s’impongono colori,
rossi arancioni e ori.
Da ore scombinate
serrande abbassate
tavoli incatenati
clienti azzerati.
Vietati son gli sbarchi
si chiudono i varchi,
immane confusione
governo in un ciclone.
Ci fu anche una crisi
in tempi assai concisi
parole a profusione
non più alcuna azione.
Ci fu gran confusione
58
senza articolazione
il capo del governo
confuso in un inferno.
Non più una maggioranza
che aveva un’alleanza
sembrò una babele
di gente con il fiele.
Ci fu una votazione
e fu una perfezione
ma la seconda volta
ci fu una giravolta.
Molti parlamentari
votaron da compari
così che il gran ministro
empì il suo registro.
Votanti bei furbetti
furono circospetti
cambiarono casacca
per mantener la sacca.
Così la pandemia
debella economia
ogni lavoro è fermo
tutto il paese è infermo.
Rinasce la speranza
con soldi in abbondanza
l’Europa vien in soccorso
rinasce un nuovo corso.
Miliardi dati a fiumi
verranno i consumi?
Riapriran le imprese?
Giustizie saran rese?
Ma non bastava il covid
in tempi assai concisi
parole a profusione
senza alcun’azione.
Intanto il capitano
seppur con mezzo strano
59
poté ancor studiare
dei pian per comandare.
Ma dove son bozzetti?
e dove son progetti?
decreti a non finire,
puntelli d’abolire.
Andò dal superiore
qual bravo oratore
ottenne la licenza
buttando la sua lenza.
I pesci ci cascaron
e molti abboccaron
in cambio di poltrone
entrarono in azione.
Ci fu la maggioranza
seppur senza sostanza
incominciaron guai
e iniziò il via vai.
Ed or tutto si sfascia
e ancor di più s’intralcia
chissà se il covid spare
potremo ancor campare?
Ed or con i vaccini
sarem più leonini?
Sperar ci resta Iddio
per far tornar l’avvio.

Immagine
Vorrei una casa lucente
con arte e musica ardente
da dove si vede anche il mare
rifugio per note tracciare.

60
Vorrei una tana d’amici
con molte persone felici
compagni di vita beata,
sarà la mia alcova più amata.
Vorrò una stanza segreta
che solo per me è serrata
sol’io posseggo la chiave
che mai nessun può usare.
Tra libri, spartiti e dipinti
li dove riposo strumenti,
con pagine pentagrammate,
violino e chitarre suonate.
Qui sono riposti i miei sogni
li dove ripenso ai miei appunti
dove io passo momenti
di sogni, emozioni e concenti.
Sicuro andrò per il mondo
con la chitarra a tracollo
certo di fare concerti
ed ottenere gran serti.

Panorama
Orizzonte di rubri tramonti
due file di cirri qual cigni
un capo d’un gruppo radente
un altro nel cielo splendente.
61
Bei laghi riflettono argenti
i fiumi s’en vanno lucenti,
le terre ripien di colori
il pian forma tessere in fiori.
Muoiono i rossi sul mare
ed il sol nel tramonto scompare
rubri toni si fanno turchesi
poi s’incupan di blu più distesi.
Sogno a notte il ritorno del sole
e mi sveglio in cerca di fole
il pensier pien di dolci parole
torna ai sogni e sento mandole.

Anni passati
E dieci sono i lustri già passati
che ti ho visto nascere furetta
nascesti con gran grinta e già furbetta
con dentro al cuore palpiti fatati.

62
Passato è il tempo un po' impertinente
che ti portò anche un pò di male
però con tutta l’alma e prepotente
venisti con gran grazia gentilmente.
Vi ricordate quella pezza all’occhio?
i pianti e i dolori d’ ogni giorno
sembrava che portavi il malocchio
ed ora siamo sempre a te d’intorno.
Passarono degli anni e gli occhi tuoi
ripresero a veder tutti i colori
pian piano ritornarono più belli
e spariron tutti i dolori.
Poi ti sei fatta bella e bella assai
e ogni sera più facevi tardi
ma quando ritornavi e dai e dai
saette e fulmini insieme a tanti guai.
Dopo hai imparata a far la brava
suonavi la fisarmonica a buttoni
prendevi due piccioni con una fava,
suonavi un oboe con seduzioni.
Vincesti un concorso da maestra
bisogna che sei andata al nord’italia
cercasti di buttarti dalla finestra
ma ti salvò una certa clitennestra.
Ma ci dovetti andar porca miseria
e ci rimanesti per tant’anni
poi diventò una cosa seria
e rimanesti a vivere con affanni.

Ti sei sposata con un bell’ adone


e rimanesti lì per un pò d’anni
quegli anni furon duri e lancinanti
tutto sembrò ch’era un’afflizione.
Quegli anni furono più belli
tutto sembrò che si aggiustasse
63
ti s’accostaron tanti buoni santi
e il cuore tuo tanto ben ne trasse.
Brillaron gli occhi tuoi di splendore
e tornò il tuo surriso accattivante
un figlio partoristi con i fiocchi
insieme a una aurora assai raggiante.
Ed or che sei tornata dalla scuola
con la testa come un melone
ti sei tuffata a una cazzarola
ti sei saziata con un minestrone.
Poi' ti sei a mettere sun divano
sicura di riposarti in due secondi
non ci fu ragione in mezzo a un baccano
e piano piano ti si fece notte.
Ma per fortuna venne il giorno dopo
ch’era domenica e tu ti riposasti
ti sei scordata e te lo confesso
ch’eri una cinquantenne e spaventasti.
Ed or fatti coraggio figlia bella
stasera ci mangiamo la ramiccia,
una bella torta piena di cannella
e una grigliata a farni e salsiccia.
Non mancherà il vino a profusione
e facciamo festa tutti quanti
e poi noi cantiamo una canzone
con un servizio fatto con i guanti.
Poi ci abbracciamo tutti con amore
e ti auguriamo altri cento anni
ripieni d’ogni ben senza dolore,
bellezze e gioie e più senza malanni.

Inebrio
Si spande il mio sguardo nell’aurora
graduati raggi cercano un bel viso
e sembra che m’in volo in paradiso
è luce qual candore che m’indora.

64
Stupisco e muto resto inebriato
e voglio ogni grazia rimirare
il cuor sobbalza e stà calamitato
unito al ben di Dio ringraziare.
Con l’alma colma vo nel sacro manto
felice, pago in un celeste incanto
lì godo e resto muto non affranto
finché io spiro senza alcun rimpianto.

Ingordigia
Tutto vuoi sol per te,
tutto ogni ben consumi
e i tuoi sprechi vanno nei rifiuti.
I tuoi fratelli che invano
65
affannati vanno tu li sfrutti
senza alcun riguardo.
Bevi schampagne,
mangi caviale
mentre i miseri
hanno ancor più fame
e tanta gente muore.
C’è tanta fame intorno
e tu opulone ai miseri
che chiedono elemosine
nessuno sguardo poni
e di loro non ti curi.
Fu detto che saran beati
e chi avrà patito fame e sete
sarà ognor saziato.
Infin congiunti al Dio
per tutti gli anni eterni
felici gioiranno
Ma tu che credi ancora
che tutto t’appartiene,
dovrai morir tra molte aspre pene,
li dove troverai fame e sete.
E allora il misero tu troverai
seduto al banchetto del Signore
e un goccio d’acqua
tu gli chiederai
ma tra stridor di denti
in eterno soffrirai.

Andrai
E’ spada la sua parola
che infissa nella carne
purificata si fa docile
strumento d’amore,
66
pronto in alto a volare
contro l’avido possesso.
A chi il potere?
Breve il tempo
si coprirà di vero
e andrai,
al di la di tutto
andrai…
Felice?

Aspettando
Quale sarà il momento
allorquando il padrone
tornerà a sera o a giorno
al canto del gallo

67
o nel buio della notte?
Svegli sapremo aspettarlo?
Allor la grazia di Dio
ci porterà pace
e ci farà ricchi d’ogni dono
di parola e conoscenza.
Così ogni carisma è invito
di Dio alla magnificenza.
Sol Cristo ci farà vivi e saldi
nel giorno del trapasso
fino alla fine dei tempi
uniti a Lui per sempre.
Vegliate! dice il Signore,
e verrete con me
nell’Eden splendente.

Sacro Dono
Vado a pregare nella chiesetta
qual bella meta d’ogni bellezza
ritorno agli anni del catechismo
d’allor passai al virtuosismo.
68
Io lì appresi l’amore vero
con carità e cuore sincero,
Cristo e Maria il mio ardore
con lor cammino in tutte l’ore.
E’ giunto infine l’amato giorno
e il mio sentiero si fa più adorno,
col sacro crisma son diventato
un difensore di lor soldato.
M’han regalato un grande dono,
davanti a loro ora mi prono,
rispetterò il loro modello
e ogni male dal cor disvello.

Visione

Colpo di lampo
nel cuore:
visione
del giusto e del vero,
69
giunta dal Cielo
sana ogni male
col suo plasmante credo

Splendore
D’intorno allo splendore
esplose un bagliore
che andò a colpir nel petto
tenero inebrio affetto.

Ancor tra fitte nebbie


70
un lampo porta luce
e nel caldo fulgore
con gioia ognun conduce.

“Seguimi” un fil di voce,


“vengo” le fu risposto.

S’illuminò il sentiero
e avvolti in dolce sopore
vissero gli amanti
d’eterno amore.

Lacrime di pianto
(A Gerardo mio più caro amico)
Il cuore sta nel duolo
in lacrime di pianto
la spada è fissa all’alma
in un freddo sudario.
71
Ricordi del passato
esempi a noi viventi
staremo più attenti
ai passi a noi restanti?
Rammento il nostro incontro
in amicizia vera
sembrava una chimera
un sano bel riscontro.
Il modo tuo gentile,
le tue parole attente
è linfa che dà sprone
ad un più bel gioire.
Tu da lassù sii guida
ai cari tuoi in terra
il ben per lor rinserra
ch’ognun da Dio spera.
Da te appresi molto
sol ora me ne accorgo
che avevi una famiglia
ripien di meraviglia.
Addio caro amico
or sei in paradiso
in braccio al Signore
insieme al nostro amore.

Insonnia
Battaglie nei letti
tra giochi d’insonnia
e ardori ardenti.
Van le membra sveglie
ad amori lontani
in fumosi locali.

72
S’ ode un suon di piano
con un ritmo strano
che mi porta al passato.
S’allegrano i volti
tra lazzi gioviali
ritorno nel passato.
Nella notte stellata
ardente va il poeta
in delirio splendente.

Al mare
Corpi che s’abbronzano
asciugati dal sole
e un tenue venticello
va canterello al cuore.
Tra zirli di gabbiani
gioiscono i bimbi,
le madri sono contente
73
controllan abilmente.
Il sole dà ristoro
al corpo rilassato
si brunano le membra
e il corpo è abbagliato.
Ma l’acque burrascose
s’infrangono agli scogli
finché non vien la sera
e a casa il ben si spera.

Educandato
Li in un bel collegio
trovai un grande santo
un caro missionario,
che sempre più pregava.
E ad ogni educando
lui dava un buon consiglio,
da ogni mal solea
74
scacciare il periglio.
Un padre direttore
guidava il collegio
con grande attenzione
donava a ognun letizia.
Composte fur le squadre
per ogni pulizia
con giorni alternati
puliti eran saloni.
Ancor i corridoi
infino alla cappella,
le numerose scale
lavoro colossale.
Restava il refettorio
che squadre bene attente
servivan le portate
di pranzi e cenoni.
Così fu per le aiuole
li lungo il bel viale
con le piante d’intorno
s’andavano a potare.
Ma l’ora col pallone
nella ricreazione
nasceva una battaglia
in grande confusione.
Ma ancor le penitenze
per tante marachelle
sortivano silenti
molt’ore sofferenti.
Stelle filanti
Nel cielo più che scuro
brillavano le stelle
che pare van ballando
in un immenso incanto.
Appaiono filanti
le stelle folgorate
dal cielo se ne vanno
75
in terra con affanno.
Sobbalzano i cuori
con fremiti frementi
e gli astri van cadenti
tra più abbagliamenti.
S’abbaglia ancor lo sguardo
in questo rito eterno
s’erge un brillio ansante
chi infin sarà l’amante?

Incanto
Raggi caldi di sole
sussurrano pensieri,
tra giochi di più luci
un bel tramonto appare.
Sussurra il mar contento
dolce una canzone,

76
nenia che da pace
a tutte le persone.
In alto vien la luna
e resto a guardare
echi d’onde del mare
cullan sogni d’amore.
Poi porgo gli occhi al monte
le vette son nevate,
beati i sogni la notte
nel tempo van lontani.
Mi sveglio e risento
din don delle campane
così s’addolce il cuore
e invitano a pregare.

Bontà
Quando il sole va
all’orizzonte dei colori,
infuocati cirri
sussurrano misteri
che carezzati vanno
su un cielo brillantato.

77
Ma tenui turchesi
sempre più son blu
salgon l’emozioni
ch’allegrano i cuori
e sanano dolori.
Tornano i pescatori
a riva e son contenti
tutte le reti piene
d’ogni bontà pescata
la famigliol fa festa
e ognun contento resta.

Ricordi
S’en vanno i ricordi lontano
ma tornan alla mente pian piano,
allor che s’ergono vivi
e donano effluvi giulivi.
Sobbalza l’animo in cuore
e dona al corpo le spore
78
fonti che tolgon agrore
nel mare vanno le prore.
Sereno resto a guardare
il sole che dona stupore
tramonti ripien di colori
finché s’affossan bagliori.

Il Baco
Sopra una pianta splendente
stan animaletti contenti,
pian piano un filo compare
plasmato s’involve lucente,
del quale il sarto fa tende.
Non solo ma anche vestiti
79
brillanti al corpo cornice,
setose abbellano il corpo
sete al bozzolo estorto.
I bozzoli filan contenti
perché san che fanno portenti
si resta pertanto ammaliati
bellezze che natura ci ha dato,
tanto ben di capi ottimati
ai riti con bei broccati.

Perenne bene
Oggi sta il mondo
in tenue chiarore,
trascorre i suoi anni
con albe e tramonti.
Così, come il cuore
80
che vive d’amore,
passa i suoi anni
tra ardori e passioni.
Poi spento s’en va
lassù dove il tempo
è eterno e più bello,
qual dono di Dio
il più bel gioiello
che dà pace e speme
di un perenne bene.

Il Pescatore
Spuma il mare col vento
e cerca luce errando,
mentre si va ingrossando
il cuore va tremando.
Gabbiani più eccitati,
si posano agli scogli,
e aspettano che l’acque
81
si chetano ritratte.
Infin sobbalza l’onda
trascina in se le prede,
con pesci a non finire
e tonni a inseguire.
Però il pescatore
con la sua lenza inganna
un gran tonno impavido
ad un boccon s’aggancia.
Si fan furiosi i guizzi,
mentre beccheggia il mare
il tonno senza forze
s’abissa e così muore.
Il pescator contento
con la sua canna tira
e prende il tonno
che subito va al forno.

La Fonte
In vicoli antichi e sparsi
allor che buio è il dì
con i conconi in testa,
madri e giovanette,
per vicoli pietrosi,
andavano alla fonte.
Qui il viandante
82
suggiò l’acqua primiera,
così pure fè il passero
che si saziò galante.
Ancor un bel ragazzo
si dissetò contento
s’empì la bocca avida
e se ne andò al lavoro.
Pensò d’esser il primo
che bevve a quella fonte
senza saper che madri,
avevan concon ricolmi.
Pure il viandante
riempì per ben il fiasco
tornò il passerotto,
e fece un bel bagnetto.
Infin giunse un serpente
credendo d’esser primo
che rinfrescato all’acqua
di se ebbe gran stima:
primo a quella fonte.

Il Passato
Che bei tempi allor
che giovinetto
gioivi all’amore
e all’incanto.
I giorni si scandivano
a volte con sorrisi,
spesse volte tristi,
83
così andava allor.
Ma sopra ogni cosa,
alto s’ergeva amor,
a volte tra tormenti
ed altre senza affanni.
Ma giunse infine un palpito
che mi cambiò nell’animo,
ci furono carezze
comparvero l’ebbrezze.
In grembo della mamma
i bimbi a volte in pianto,
suggiavano la manna
nel suo sen poppando.
Ed or miro la luna,
che splende nella notte
ma presto viene l’alba
dal cielo lo splendore.
A giorno s’alza impavido
Il caldo d’un bel sol,
mi giunge ogni forza,
che mi ritempra il cuor.

Nebbia
Aprii il mio balcone
e vidi giù nel piano
un velo ovattato.
Spariti fiumi e laghi
e il mio pensier nell’animo
vide albeggiar bel giorno.

84
Li dove finiva il mare
le isole tirrene
Ponza e Ventotene,
si scorsero lontane.
Pure il magico Circeo,
comparve tra la nebbia,
e venne un freddo gelido
e accesi il caminetto.
Mi giunse un bel tepore
e si scaldar le membra,
sparì quella tormenta
e ritornò il calore.
Sparì infin l’incanto,
tornaron dì consueti,
ripien di tante opre
carezze p’ogni cuore.

La visita
Molto m’hai amato madre:
nelle notti tempestose,
nelle strade polverose,
nei miei capricci queruli
nei tristi miei pensieri.
Lontano dal collegio
85
mi pensavi ogni dì
pur quando a sera stanca,
favevi una preghiera,
ed io pensavo al tuo respiro.
Il dì cercavo il tuo calore
ma mi mancava il dolce tuo abbraccio,
e quando a notte io mi svegliavo,
pensavo al tuo bel volto
e Dio ringraziavo.
Quando venivi al collegio
sempre insieme a papà mio,
io benedicevo quei bei giorni,
che mi donavano l’ardore
che mai scordo in tutte l’ore.
E quando a sera ero triste,
io ritornavo al mio paesello,
così andavo alla cappellina
a pregare il bel bambinello.
Dopo aver finito la mia cena
accucciato al mio lettino
risalivo a quel bel giorno,
il giorno dopo a me era più adorno.

Amore di Mamma
Il seno di mamma
il suo bimbo riscalda.
fioriscono amori
van via dolori.
Bellezze sacrali,
86
connubi d’affetti
gioiscono intorno.
Una luce compare
qual grazia divina
s’incunea nei cuori
e bene propina.
Giunge dal cielo
la mano di Dio
e infonde con zelo
tra mamma e bambino
l’amore più pio.

Rimpianto
Col cuore in mano vado sereno
pensando torno al mio passato,
vivo spesso tra giorni belli,
che mi donano allegrezza,
e infin penso ai rimpianti.

87
L’Addio
Un fiorellin di bosco bello assai,
per caso l’incontrai tra dei vichi,
lo colsi e di profumo m’inondai,
si fecero i miei giorni più aprichi.
Ancor m’accende il cuore quel bel monte,
la gioventù e l’alma gli donai,
trovando ogni ben alla sua fonte,
88
in braccio a lei desii d’amor sognai.
Così passai molt’anni a lei congiunto,
ma un giorno stanco me ne andai lontano,
del mal trovai e nel cuor compunto,
vorrei tornar da lei ma soffro invano.
Ed ora il dolor mi strazia il cuore,
pensando a quel bel fior che io lasciai,
sol rivivrò al ricordo del suo amore,
poiché nell’alma l’ho per sempre ormai.

Sacro Dono
Vado a pregare nella chiesetta
qual bella meta d’ogni bellezza
ritorno agli anni del catechismo
d’allor passai al virtuosismo.
Io lì appresi l’amore vero

89
con carità e cuore sincero,
Cristo e Maria il mio ardore
con lor cammino in tutte l’ore.
E’ giunto infine l’amato giorno
e il mio sentiero si fa più adorno,
col sacro crisma son diventato
un difensore di lor soldato.
M’han regalato un grande dono,
davanti a loro ora mi prono,
rispetterò il loro modello
e ogni male dal cor disvello.

Scena
Un grigio tra rossi infuocati
Invita a guardare le nubi,
e una preghiera s’accende
corrobora un cuore dolente.
All’alba sussurrano i monti
col vento neniano carezze
che svegliano il paesello
90
che a giorno s’alza contento.
Con gioia saluta il sole
che da un monte risale,
s’ode il cuculo cantare,
la primavera è in fiore.
La capinera tra rovi
sta costruendo un bel nido
e il picchio col suo becco
fa anche lui il suo nido.
A giorno felici i bimbi
al suono della campana
contenti s’en vanno
spediti alla scuola.

Attimo fuggente
Vive l’attimo fuggente
in un vortice potente
tra gole di monti sferzante.
Coperti son di neve i monti
e nell’alveo brontola il fiume
che va alla valle scrosciando.
Su prati fioriscono fiori
91
I bimbi giocano allegri,
salgono in cielo le voci.
Le rondini cantano in coro
in un’armonia celeste,
e il cuore di gioia si veste.

Presepe
S’ode un suon di cornamusa,
tra neve cullata dal vento,
mentre un vociare di bimbi,
giocan con calde scialle.
Si gettano palle di neve
vanno in cerca di muschio,
per fare un sacro presepe
simile ad una arcana pieve.
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Festoso un suon di campane
inneggia al Dio bambino
che toglie ogni nota dolente
e il cuore si fa più piccino.

Rondini in volo
Volano volano
cala la sera
sparso va il vento
e mosso è il mar.
Domani o rondini
a squadre a squadre
dalla scogliera
93
prendete il vol.
Ancor più rapide
nel ciel leggiadre
ai lieti raggi
del nuovo sol.
Quanti sospiri
urli e lamenti
che si sentirono
in tutti i dì.
Vengon dall’africa
chissà, per noi?
cantan la gloria
di tanti eroi.
Rivendicate
quegli innocenti
dall’africano
che li tradì.
Oh! Valorosi
eroi soldati,
contro quei cani
molti morir.
Al sacro luogo
del cimitero
andate o rondini
posate lì.

Sacro Dono
Vado a pregare nella chiesetta
qual bella meta di bellezza
ritorno ancor al catechismo
e poi passai al virtuosismo.
Infin appresi l’amore vero

94
con carità e cuore sincero,
Cristo e Maria il mio ardore
con lor cammino in tutte l’ore.
E’ giunto infin l’amato giorno
e il mio sentiero è più adorno,
poi col crisma son diventato
difensore di lor soldato.
M’han regalato un grande dono,
davanti a loro ora mi prono,
rispetterò quel bel modello
e ogni male dal cor disvello.

Bellezze
Son ricci d’aurora che irraggiano un quadro,
un quadro d’autore d’un rosso ramato,
due perle splendenti incorniciano un viso,
ch’asconde nel cuore un bene infinito.
Travalica monti e si posa sul mare
e trova reperti d’un mondo sacrale,

95
l’abbraccia e fa proprio lo stringe al suo seno,
spronato è il pensiero a svelare il mistero.
Ricordi passati d’atavica storia,
se tolta è la scoria rinasce la gloria,
protegge sapiente quel mondo splendente,
sacello d’antico ed ora presente.
Un mentore savio le porge la mano
inebria il suo cuore di caldo turgore
sospiri e carezze rapiscon l’amore,
uniti a comporre un mondo migliore.

Bel Fior

Un fiorellin di bosco bello assai,


per caso l’incontrai tra dei vichi,
lo colsi e di profumo m’inondai,
si fecero i miei giorni più aprichi.
Ancor m’accende il cuore quel bel monte,
la gioventù e l’alma gli donai,
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trovando ogni ben alla sua fonte
in braccio a lei desii d’amor sognai.
Così passai molt’anni a lei congiunto,
ma un giorno speranzoso andai lontano,
del ben trovai ma nel cuor compunto,
vorrei tornar da lei e soffro invano.
Ed ora il mio dolor mi strazia il cuore,
pensando a quel bel fior che io lasciai,
ma rivivrò al ricordo del suo amore
poiché nell’alma l’ho per sempre ormai.

Addio

Più m’avvicino al giorno estremo


più comprendo che il tempo è breve
muto resto e in cuore tremo.

Bramo avere più giorni ancora


e va all’addio il mio pensiero
che torna al mio desir ogni ora.

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Pace avrà l’ansia mia domani
dissolta come neve al sole
nel sognar giovani amori?

Potrò riaverli? …e sfocio in pianto.


Il vagheggiar mi dà concento,
i dubbi scioglieranno al vento?

Respirerò amore eterno?

Il Nulla?

Fui…e di me
brevi ricordi
e infine il nulla.
Tu pellegrino
dona a fratelli
pace, carità

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perdono e amore.
Morrai così
contento…
nell’ eterna gioia
redento.

Purezza
Abbracci d’amore,
luce a passi
anime e cuori.

Donan purezza
a mani tese
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beltà e calore.

Leggiadre farfalle
risanan ferite
ridanno speranze.

Nettare di fiori
fan felici cuori,
sceman dolori.

Grazie al Signor
ch’abbellisce
elisi prati ognor.

Bellezze
Son ricci d’aurora che irraggiano un quadro,
un quadro d’autore d’un rosso ramato,
due perle splendenti incorniciano un viso,
ch’asconde nel cuore un bene infinito.
Travalica monti e si posa sul mare
e trova reperti d’un mondo sacrale,
100
l’abbraccia e fa proprio lo stringe al suo seno,
spronato è il pensiero a svelare il mistero.
Ricordi passati d’atavica storia,
se tolta è la scoria rinasce la gloria,
protegge sapiente quel mondo splendente,
sacello d’antico ed ora presente.
Un mentore savio le porge la mano
inebria il suo cuore di caldo turgore
sospiri e carezze rapiscon l’amore,
uniti a comporre un mondo migliore.

Gli scampati
Passati son molt’anni
e sembra ieri
che le mie sorelle
scamparono dalla guerra.
La nostra mamma Elisa
e il nostro babbo Dante
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ci preservarono su un bel monte.
Lontani son ormai quei momenti
che ci lasciaron in cuor che mai scordi
pian piano accolti fummo tutti
piantando con decoro la radice.
Fummo sempre bene in quel monte.
Crescemmo in una casa piccolina,
dove tutti felici noi vivemmo.
Poi vennero bei giorni pien d’amore
I nostri giochi ci empiron i cuori.
Ed or che son passati tanti lustri,
con tanto amor tra noi andiamo avanti.
al viso scende una goccia d’afflizione.
or tutti noi pensiamo a un bel traguardo
che ci rivedremo all’altro sacro mondo.

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