APRILE 2021
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ARCHITECTURAL DIGEST E D I TO R I A L E
IL DISTURBO
D I E M A N U E L E FA R N E T I
Mi è capitato di farci caso qualche anno fa. Sarà stato È il giornale dei luoghi che raccontano storie, delle co-
il 2008 e in quel momento Nicolas Sarkozy, presiden- se che raccontano piccoli e grandi momenti di vita. La
te della Repubblica francese, era probabilmente l’uo- quale, si sa, è difficilmente perfetta, persino nelle case
mo più potente del mondo. Al picco della sua parabo- più belle del mondo.
la politica, fresco di nozze con Carla Bruni, attento re- Con Starck hanno aperto le porte delle loro abita-
gista della propria immagine pubblica, Sarkozy aveva zioni private altri 39 architetti e designer. È un proget-
invitato nell’appartamento privato un unico fotografo to speciale che dà il via alle celebrazioni dei 40 anni di
che testimoniasse, a beneficio dei settimanali francesi, AD Italia: un ampio portfolio di ambienti abitati da co-
la vita della coppia presidenziale. Ricordo in quelle fo- loro che per mestiere disegnano gli interni più belli del
to la magnificenza delle sale dell’Eliseo, gli scorci sul- mondo. E mi fa appunto piacere notare che il viaggio at-
la Parigi monumentale, tavole imbandite per la prima traverso queste foto sia autentico e personale – accanto
colazione. C’era solo un minuscolo dettaglio fuori po- a pezzi magnifici e viste su giardini in fiore, spuntano
sto a disturbare quella plastica dimostrazione di potere. scampoli di vita vissuta: il ritratto di un cane, pennarel-
In un angolo della camera da letto, tra letto king-size e li rovesciati sul tappeto, una matassa di fili.
comodino, era lì: il groviglio. Disordinati, inestricabili, Non è questo il caso invece del luogo cui dedichia-
numerosissimi fili e fili dei caricatori di telefoni e tablet. mo la copertina e un servizio che titoliamo, permettete-
Neanche il presidente della République, dunque, pote- ci l’auto-citazione, “la più bella casa del mondo”. D’al-
va non dico sbrogliarli, ma almeno nasconderli alla vi- tronde a definirla così non siamo noi, ma Johann Joa-
sta. Era il quotidiano che chiedeva il conto. chim Winckelmann che qui abitò nei suoi anni romani.
Ho provato la stessa sensazione oggi, vedendo a pa- Da allora Villa Albani Torlonia è stata, come racconta
gina 168 l’identico groviglio irrisolto sotto la scrivania Cesare Cunaccia, il segreto meglio custodito dell’Urbe.
della stanza in cui vive e lavora Philippe Starck: e mi ha Oggi le foto di Massimo Listri ci permettono di cammi-
dato lo stesso sollievo. Come i presidenti, dunque, an- nare sotto grandi volte e cieli affrescati, ammirando la
che gli archistar a volte si ingarbugliano. E sono proprio più straordinaria raccolta di arte antica. Per il numero
questi piccoli dettagli fuori posto, questo senso che le che, come ogni aprile, seleziona le case più importanti
case siano tali solo se vissute, e in qualche piccola mi- dell’anno, la copertina va a quella che in un certo sen-
sura sbagliate, che a mio giudizio rendono speciale AD. so le contiene tutte.
Courtesy Polimoda
SCRIVETECI SEGUITECI
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ARCHITECTURAL DIGEST INTRO
Storie
196 F R A N Ç O I S H A L A R D ,
FOTO GR AFO
Il nuovo viaggio dell’uomo che
da 40 anni capta l’anima di ca-
se e studi d’artista restituen-
dola in immagini
204 M O N D I N U O V I
Tra design, architettura e ga-
ming nasce una nuova forma
d’arte, e grazie al blockchain...
214 VO L E VO P R O G E T TA R E
Cover di Massimo Listri© Fondazione Torlonia. Immagini: Elliott Erwitt, Sandra Navarro, Design Museum Gent, Massimo Listri© Fondazione Torlonia
MISSILI
Ricordo di Ernesto Gismondi,
imprenditore di genio, nelle pa-
role di chi lo conosceva davvero Volevo progettare missili, pag. 214
Speciali
Case
103 3 0 C O N V E R S A Z I O N I
136 L A P I Ù B E L L A C A S A 151 P R I M O P I A N O S U L L’A B I TA R E
DEL MONDO Per celebrare i 40 anni di AD, Alla sfida della pandemia: le
Oggi un volume, che AD Italia 40 designer aprono le porte aziende progettano il futuro
presenta in anteprima, dischiu- delle loro abitazioni private
de le porte di Villa Albani Torlo- 225 P R E V I E W
nia a Roma, rivelandone tesori e In anteprima, una selezione del-
atmosfere congelate nel tempo le più rilevanti novità di prodotto
Galleria
53 B A C K T O O F F I C E ? 66 F U O R I L U O G O 78 D O L C E
Una mostra racconta Sei creativi disegnano il L A V I TA
scrivanie e vita d’ufficio palazzo vituale di Vogue Italia Lifestyle all’italiana
55 S C R I T T O 71 INFINITO 80 G R A N
IN CALCE MEDITERRANEO TURISMO
Le case parlano in due libri Un hotel d’autore a Positano La berlina elettrica di Audi
60 I L C O L L E Z I O N I S TA 74 IL P OTERE 82 L E G A M E
DI EMOZIONI D E L L A C U R I O S I TÀ N AT U R A L E
Le Corbusier a Torino La collezione di Daverio all’asta Grand Seiko e Kengo Kuma
63 I C O S T R U T T O R I 76 L A S T O R I A 87 I S P I R A Z I O N I
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Back to office?, pag. 53 Da Gardella e Scarpa a oggi Gli oggetti di Fattobene in 6 temi e 27 idee
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ARCHITECTURAL DIGEST INTRO
HO VISTO CASE
EXTRA-ORDINARIO
di Derry Moore
Parlare con Derry Moore, dodicesimo conte di Drogheda, agli anni ’30. La casa era avvolta da un’atmosfera di eccen-
proprio nell’anno che celebra il quarantesimo anniversario tricità spagnola che ricordo ancora: non è da tutti appende-
della nascita di AD Italia, ha per noi un significato speciale. re nel proprio bagno disegni di Goya!».
Fu lui infatti a scattare l’immagine di copertina nel maggio «Saper cogliere attraverso la macchina fotografica il filo
1981, quando tutto ebbe inizio. che unisce gli elementi che compongono un ambiente, sia
Per questo appuntamento, in cui i grandi nomi della fo- esso un cottage in campagna, un grande albergo, una chie-
tografia d’interni condividono con il lettore uno scatto che sa o lo studio di un artista, esaltare la composizione degli in-
sta loro particolarmente a cuore, lo abbiamo (virtualmen- terni attraverso il modo in cui la luce li attraversa, riprodurre
te) raggiunto nella sua dimora di Notting Hill. l’emozione visiva che una stanza mi suscita: questo fa bella
«Questa immagine», racconta Moore, «fa parte del ser- una fotografia», spiega Moore, la cui carriera è comincia-
vizio che realizzai a Madrid nella residenza di don Fernando ta come allievo di Bill Brandt ed è stata poi segnata dall’in-
de Aragón y Carrillo de Albornoz, l’allora marchese di Ca- contro, nel 1973, con la leggendaria editor-in-chief di Archi-
sa-Torres, che è sicuramente una delle case più incredibi- tectural Digest Paige Rense, recentemente scomparsa. «Spe-
li che mi sia capitato di fotografare e pubblicare (“A Spani- ro che le mie immagini trasmettano con forza la personali-
sh Cornucopia”, Architectural Digest, maggio 1982). Nono- tà di chi abita la casa più che la perfezione degli interni o il
stante la collezione di opere d’arte del proprietario fosse in valore del mobilio. Quello che continuo a cercare dopo tan-
continua evoluzione – molti di quei pezzi sono ora esposti ti anni è qualcosa che ancora mi sorprenda: considero da
al Prado –, era come se tra le stanze il tempo si fosse fermato sempre la routine e la banalità i veri nemici della bellezza».
Henry Dermot Ponsonby Moore, inglese, classe 1937. Il suo ultimo libro American Gardens, Prestel, 2020, aggiunge un nuovo capitolo
ai lavori realizzati in passato con l’amico Monty Don. Ricordiamo tra gli altri Great Gardens of Italy e Japanese Gardens: A Journey.
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ARCHITECTURAL DIGEST INTRO
UN ALBERO DA VIVERE
di Jean-Marie Massaud
Life Reef è un progetto che ho concepito nel 2002/2003 per porre gli appartamenti, uno per piano e tutti con ampie
un immobiliarista messicano. La mia ambizione, all’epo- terrazze verdi, per creare non una torre-condominio
ca, era quella di ridare magia alla quotidianità delle per- ma un “albero da vivere” capace, con la sua verticalità,
sone che lo avrebbero abitato offrendo loro gli scenari di ridurre l’impatto della densità umana sul terreno.
di una villa con giardino pur soddisfacendo le esigenze Questo progetto irrealizzato rimane per me un
del vivere insieme, rendendo l’ambiente più rispettoso ideale, specie per le zone geografiche temperate. Rea-
e piacevole. Alla fine, il concetto era semplice: sovrap- lizzarlo oggi sarebbe di grande pertinenza.
Jean-Marie Massaud, diplomato all’ENSCI nel 1990, ha aperto il suo studio nel 2000: progetta a tutto tondo,
dai mobili ai prodotti industriali, alle attrezzature, all’architettura. Collabora con molte importanti aziende.
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ARCHITECTURAL DIGEST INTRO
MORE OR LESS?
GIRO DI POLTRONE
di Francesco Bonami
Cosa fanno le poltrone degli uffici deserti durante lo la società, le relazioni a poco a poco annullano o diminu-
smart working? Ballano! Non c’era ancora il Covid iscono questa qualità innata. Gli altri diventano soggetti
quando Urs Fischer immaginò un paio di anni fa Play, dai quali difendersi o con i quali competere; sempre più
un’opera composta da nove poltrone ergonomiche di di- raramente, nel corso della vita, gente con cui giocare. Al-
verso design, brand e colore alle quali la coreografa Ma- lora, accerchiati da potenziali nemici, ci circondiamo di
deline Hollander ha insegnato a danzare. oggetti che in teoria dovrebbero proteggerci.
Il progetto apparentemente semplice è il risultato di Con Play Fischer mette in crisi anche questa con-
un software complicatissimo che permette alle sedie non venzionale relazione con le cose. Regalando personalità
solo di muoversi a passo di danza, ma anche di reagire a una poltrona, l’artista inventa un mondo parallelo, crea
alla presenza dello spettatore in modi imprevedibili e biz- una sorta di maledizione un po’ come succede al castel-
zari. Ogni poltrona è programmata individualmente con lo della Bestia nel film La Bella e la Bestia, dove tutti i
il suo specifico carattere. Una è più socievole e insegue personaggi vengono trasformati in oggetti, senza però
lo spettatore. Una è più guardinga e quando qualcuno si togliergli il carattere e la personalità. Dopo un po’ che ci
avvicina si ritrae timida e impaurita. Un’altra è solitaria e lasciamo circondare dalle poltrone di Fischer, giocandoci
si dirige sempre negli angoli più remoti dello spazio. Ma e danzandoci assieme, il dubbio che sopra quelle ruote,
quando il visitatore paziente decide di dedicare più atten- sotto quei cuscini, dentro quelle strutture siano imprigio-
zione e tempo al gruppo di poltrone, allora loro a poco a nate delle persone viene. Vorremmo liberarle ma l’artista
poco diventano più socievoli, iniziando a muoversi sulle non ci dà nessun indizio, non ci indica nessuna direzione
Jeffrey Deitch, Los Angeles, 2019, Joshua White
rotelle senza indugi e iniziando una relazione con le per- attraverso la quale poter capire se baciando uno di quei
sone che diventa, come dice il titolo, sia gioco sia danza. bulloni nel modo giusto, al momento giusto, magari po-
L’artista ci tiene a sottolineare come l’opera non sia tremmo riportare in vita un povero designer colpevole
focalizzata sulle poltrone ma si concentri sulla reazione – chissà – di aver copiato un collega o di aver voluto ri-
dello spettatore, su come noi umani reagiamo quando gli sparmiare sul tessuto senza immaginare che desiderare
oggetti perdono la loro inerte natura e diventano vivi. Il un prezzo di listino più basso lo avrebbe condannato a
gioco, to play, è per Fischer alla base di ogni vita. Il tempo, un eterno, tragico basculamento.
Francesco Bonami, critico e curatore, per AD scrive di arte e arredo e del filo sottile che li unisce
(o forse li separa). Questo mese, protagoniste le sedie da ufficio che Urs Fischer ha fatto ballare.
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ARCHITECTURAL DIGEST A B I TA N T I
IN QUESTO NUMERO
«L’arredamento
della nostra casa
ABITANTI diventa il teatro
della vita privata,
quella scena dove
ogni stanza permette
il cambiamento:è la
casa palcoscenico»
Per celebrare i nostri primi quarant’anni, quaranta amici
ALESSANDRO MENDINI
di AD Italia ci hanno aperto le porte delle loro abitazioni,
convididendo con i lettori una foto e un pensiero speciale
MICHAEL N ATA L I A
A N A S TA S S I A D E S BIANCHI
In bilico tra arte e design, realizza Architettura e design per lei sono
oggetti eleganti, essenziali e ad al- pure arti visive: passando dal pop
to tasso tecnologico. Cipriota di na- al neoclassico, fino al minimalismo.
scita, di base a Londra. Milano è il suo centro.
GIUSEPPE FRANCESCO
B AV U S O B I N FA R É
MICHELE FA B R I Z I O
BÖNAN CA SIR AGHI
R O N A N & E R WA N B O U R O U L L E C
Pag. 190-191
45
ARCHITECTURAL DIGEST
Francis Amiand, Mattia Aquila, Olimpia Castellini Baldissera, Oleg Covian, Adrien Dirand, Stefano Ferrante, Piero Gemelli, Marco Pinelli, Silvia Rivoltella, Matthieu Salvaing
Pag. 183 Pag. 158
In lui il senso dello spazio si unisce La solarità di Napoli, città in cui vi-
alla sensibilità per i materiali grez- ve e lavora, si ritrova nelle case che
zi, dando vita a una poetica dell’im- disegna, che parte sempre da una
perfezione. Lavora a Milano. grande attenzione al genius loci.
CHRISTOPHE DELCOURT
Pag. 193
JOSEPH DIRAND DR AG A
RODOLFO
DIMORESTUDIO DORDONI
46
A B I TA N T I
JAC OP O JAC Q UE S
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Andrea Basile, Antonio Campanella, Decoration Jacques Garcia, Francis Delacroix, Francesco Dolfo, Markus Jans, Simone Segalini, Alex Crétey Systermans, Umberta Genta Ternavasio
K O N S TA N T I N G R C I C F E R R U C C I O L AV I A N I
P A O L O G E N TA
T E R N AVA S I O GORD ON GUILL AUMIER
Le sue case sono come quadri: me- Nasce a Malta ma lavora a Milano.
scola con disinvoltura stili ed epo- Il suo segno è sobrio, a tratti mini-
che diversi con interventi di colore malista, ma mai serioso. E rivela una
decisi. Lavora a Torino. passione per le icone senza tempo.
PIERO LISSONI I N D I A M A H D AV I
Ha studi a Milano, dove è basato, e Lo stile solare e colorato, a metà strada tra astratto e figurativo, della desi-
a New York. Per lui il progetto ab- gner nata a Teheran ma da anni a Parigi è un intreccio di culture.
braccia architettura, design, grafica.
Un’idea di grande coerenza. Pag. 177
Pag. 186
MASSIMILIANO
L O C AT E L L I
Pag. 176
47
ARCHITECTURAL DIGEST A B I TA N T I
PA O L A
N AV O N E Q UINC O CE S -DR AGÒ
Nacho Alegre, Helenio Barbetta, Giorgio Baroni, Adriano Brusaferri, Thomas Seaar-Budd, Francesco Dolfo, Giovanni Gastel, Noel Manalili, Luca Stoppini, Alberto Strada
Pag. 165 Pag. 174
F R A N C E S C O R O TA S T U D I O KO
Nel suo studio milanese la ricerca Una coppia di architetti, con studi
formale è in costante evoluzione: a Parigi e Marrakech, dall’estetica
guarda al futuro con rimandi al pas- minimalista densa di riferimenti alla
sato, reinterpretati con garbo. storia e alla cultura dei luoghi.
P H I L I P P E S TA R C K
Pag. 168
M AT T E O TOMMASO
THUN ZIFFER
48
Aluminium Chair
Design: Charles & Ray Eames, 1958
L’originale è Vitra
Editor-at-Large
Francesca Santambrogio
UFFICIO CENTRALE
Segreteria di redazione
Maria Grazia Cecconello
ILLUSTRAZIONI DI: Manuele Fior, Sandra Navarro, Andrea Schepisi, Chiara Terraneo
Advertising sales
Sales & Marketing Advisor ROMANO RUOSI, Brand Advertising Director CARLO CLERICI
Advertising Manager CRISTINA RONCAROLO, Content Experience Unit Director VALENTINA DI FRANCO
Digital Content Unit Director SILVIA CAVALLI, Advertising Marketing Director RAFFAELLA BUDA
CUBICO design Luigi Brembill Fashion & International Director MATTIA MONDANI, Beauty Director MARCO RAVASI
Furniture & Design Director CARLO CLERICI, Digital & Data Advertising Director MASSIMO MIELE
Digital Sales Manager GIOVANNI SCIBETTA, Regional Director Centro Nord LORIS VARO
Regional Director Centro Sud ANTONELLA BASILE, France & UK Sales Director ANGELA NEUMANN
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
Aprile: sarebbe stato, come sempre, il mese del Salone del Mobile. E invece. In attesa
di tornare (presto!) a occupare le strade di Milano, il design esplora territori inediti:
prende forme virtuali e liquide, si ascolta in audioguide e podcast, si fa letteratura...
GALLERIA
P R I M A PA G I N A
Back to office?
Testo di Deyan Sudjic per AD
Dopo un anno passato a casa, molti di noi desiderano più di ogni La vorticosa Boomerang di Maurice Calka del 1969, in fibra di ve-
altra cosa abbandonare il divano e il tavolo della cucina e tornare tro con monitor tv e sistema di interfono incorporati, è un ricor-
al lavoro. Het Bureau, “la scrivania”, la nuova mostra del Design do del tempo in cui la scrivania era considerata come un centro di
Design Museum Gent
Museum Gent (fino al 22/8), è particolarmente allineata al mo- comando, status symbol potente per i finanzieri “masters of the
mento storico. Può essere letta sia come una celebrazione di tut- universe” di Tom Wolfe. Ma già prima della pandemia, nella Si-
to quello che ci è mancato durante l’isolamento oppure, più pro- licon Valley e negli spazi coworking da Shanghai a Berlino, pie-
babilmente, come l’epitaffio per un oggetto che sta andando ver- ni di poltrone a sacco e sedie vintage scompagnate, trovarne una
so l’estinzione, come il tavolo da pranzo e la libreria. era raro come vedere qualcuno in giacca e cravatta.
53
Moroso
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photo Alessandro Paderni – set coordinator Marco Viola
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
SCRITTO IN CALCE
Testo di Elena Dallorso. Foto di Gail Albert Halaban
FERMO IMMAGINE
Villette, appartamenti, soffitte, chalet, ad: Perché dare la responsabilità di un rac-
sotterranei, case di famiglia e case da conto alle case?
single, ognuno dei luoghi in cui abbia- ab: Sono partito facendo un semplice
mo abitato è un capitolo, a volte anche elenco delle case in cui ho vissuto per-
brevissimo, della nostra storia. Ci defini- ché sono convinto che la prima sia sta-
sce come esseri umani: figli, amanti, ma- ta l’origine di quello che sono diven-
riti, genitori, amici. tato. Dà una certa ebbrezza ipotizzare
Dall’idea che per raccontare una vi- di poterla sfilare dalla lista per modi-
ta sia necessario osservare e dare voce al- ficare, secondo questo ragionamento,
sopra Gail Albert Halaban, Rue du Faubourg du le case in cui questa vita è transitata nasce quello che è successo poi. Ma interve-
Temple, Parigi, 2012. Queste foto fanno parte
del progetto Out of My Window, iniziato 10 anni
Il libro delle case di Andrea Bajani, appena nire sul passato è impossibile, anche
fa durante le sue notti insonni da neomamma. pubblicato da Feltrinelli. in letteratura, dove tendenzialmente
55
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
facciamo tornare i conti. La sola pos- ad: Cosa raccontano invece gli oggetti?
sibilità di essere “sinceri” è mettere in- ab: Sono l’unico elemento di continuità
sieme tante istantanee, in cui gli uni- quando si passa di casa in casa. Sem-
ci testimoni di quello che siamo e sia- pre più goffi, ti ricordano di te stesso,
mo stati sono le case. Il libro delle case impedendoti di diventare altro, per-
prova a far scorrere vite immobili co- ché ti ancorano al passato, a quello
me se fossero un film. che sei stato. Io credo che ogni casa ti
ad: Nel suo libro le case conservano, ten- offra sempre la possibilità di una storia
gono prigioniera una parte di noi. An- nuova. Ma l’arredo ti inchioda. È una
che quando le lasciamo. protesi mobile della nostra personali-
ab: Il grande miracolo dell’architettura è tà, dirà sempre qualcosa di noi, memo-
la possibilità di lavorare sul vuoto, è ria stoccata. È un elemento fortemen-
l’unica disciplina che lo faccia, insie- te identitario. IL LIBRO DELLE CASE
me alla scrittura. Raccontare case si- ad: Che cos’è che fa una casa, per lei? di Andrea Bajani
gnifica raccontare il vuoto. Un vuoto ab: Uno zerbino. Cioè la dialettica tra den- Pubblicato da Feltrinelli
che può essere però pieno di sensazio- tro e fuori. Con la pandemia è venuta 252 pagine, 17 €
ni: capita, quando si entra in una ca- meno, ma ha rivelato che non c’è casa
sa disabitata, di sentirsi accolti o re- senza ciò che non è casa.
spinti, anche se è bellissima, anche se ad: E che cos’è casa, per lei?
corrisponde ai nostri desideri. Accade ab: In generale è casa quando l’architettu-
perché il vuoto è pieno di energia. In ra racconta anche il paesaggio, dispo-
questo architettura e letteratura han- nendosi a forma di natura. Per me, è
no vocazioni simili: danno forme per- casa dove ho una finestra (per vedere
cepibili al vuoto. il cielo) e uno spazio raccolto.
DIETRO LE PORTE
Le nostre case osservano, ascoltano e ricor- ad: Nel suo romanzo le case sono protago-
dano. Sono vive. Sentono le nostre emo- niste alla stregua dei personaggi?
zioni, le nostre paure. E talvolta racconta- mc: C’è stato un momento in cui ho pen-
no. Come in Casa è dove fa male (edizioni sato che avrei potuto dare a ogni abi-
e/o), il romanzo di Massimo Cuomo in cui è tazione la propria voce, insieme al-
un condominio della periferia di Mestre a le persone che le abitavano. Ma mi è
prendere la parola per svelare, senza pietà, parso più semplice chiedere al letto-
sopra da sinistra Gail Albert Halaban, Son’s
Girl friend, Capital Federal, Buenos Aires,
le vite, le piccole miserie, i desideri, i segre- re di accettare un unico compromes-
Argentina, 2016. Italian Views, Venezia. ti e le debolezze di chi lo abita. so: a parlare è solo il condominio e
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
L A CASA VIVENTE
di Andrea Staid
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«IL GENIO È PERSONALE, I ricordi raccolti da Le Corbusier durante la sua vita vanno
DECISO DAL DES TINO,
M A S I E S P R I M E AT T R AV E R S O
in mostra a Torino. Con un curatore molto speciale
IL COLLEZIONISTA
IL SISTEMA. NON C’È OPERA
D ’A R T E S E N Z A D I E S S O »
le corbusier
DI EMOZIONI
Testo di Alessia Delisi
Viaggio
in interni
60
GALLERIA
I fondamenti
Le Corbusier rinnovò il modo di conce-
pire gli edifici e fissò i cinque punti di ad: È stato questo, quindi, “l’oggetto a re-
un’architettura nuova. Che sono attua- azione poetica” da cui è nata l’idea del
li ancora oggi. suo programma di residenze?
cc: In un certo senso sì. Volevo porre ri-
1. TET TO-GIARDINO
medio all’errore dei miei conterra-
Piatto, a sostituzione della copertura a nei. Ho approfittato di un bando del-
falda. Recupera una parte della casa tra- la Fondation Le Corbusier e mi so-
dizionalmente non utilizzata. no messo in viaggio: Bologna, Pari-
gi, Marsiglia, Argentina, India, Ber-
2. PILOTIS
lino. La prossima tappa mi vedrà a La
Gli edifici non poggiano più su setti in Chaux-de-Fonds, nella casa dei geni-
muratura ma su piloni in cemento, che tori di Le Corbusier.
ad: Cosa rappresenta per lei questo gi-
li separano dal terreno e dall’umidità.
gante dell’architettura moderna?
cc: Le sue abitazioni sono opere d’arte e
3 . P I A N TA L I B E R A
La creazione di uno scheletro in cemen- mi piace abitare l’arte. Ma sono anche
to armato elimina il bisogno di murature uno spazio di osservazione, una fine-
portanti interne che vincolano gli spazi. stra aperta sul mondo che mi permet-
te di confrontarmi con diverse lingue
4 . F A C C I ATA L I B E R A
e realtà.
ad: Insomma, una specie di Modulor, la
Altra derivazione dell’ossatura in calce-
struzzo: la facciata, senza più funzione scala di proporzioni che aveva ideato?
cc: Un termometro più che altro. Uso Le
strutturale, diventa ritmo di pieni e vuoti.
Corbusier come strumento, oltre che
5. FINESTRE A NASTRO
materia di studio. Il mio è un proget-
© Fondation Le Corbusier/SIAE, Paul Kozlowski © Fondation Le Corbusier
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TIMELESS MASTERPIECES HANDCRAFTED IN FLORENCE
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
DELLA MODERNITÀ
Testo di Maria Vittoria Capitanucci
me chiave per raccontare la storia e le idee dei racconti, secondo una successione di
dell’azienda, guardando alle atmosfere e esperienze spaziali.
alle intensità spaziali di quegli interni dai Sono due personaggi chiave: Scarpa,
muri lisci e avvolgenti, fatti di setti e di che riesce a condividere temi e posizioni
sopra Ignazio Gardella con il figlio Jacopo, suo
erede professionale e di recente scomparso. in quinte, di sapienti tagli di luce. Omaggio del Modernismo coniugandoli alla scala
alto , da sinistra La scala, tema centrale di due a un’epoca eroica e nello specifico alle fi- di un artigianato colto; e Gardella, che con
progetti milanesi di Gardella: volume scenogra-
fico per la Galleria d’Arte Moderna, ellittica e gure di Carlo Scarpa e Ignazio Gardella, gli altri baroni rampanti dell’architettura
vorticosa per la sede della società Castelli. colti ed entusiasti professionisti in grado milanese sa progettare con maestria “dal
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
cucchiaio alla città”, per usare l’espres- mio corpo e quindi in un certo senso mi
sione coniata da Ernesto Nathan Rogers. appartiene», afferma. È significativo che
Gardella, dalle origini genovesi mai asso- una delle prime costruzioni nella città an-
pite, appartiene alla generazione di archi- cora ferita dai bombardamenti sia quella
tetti che esordisce alla fine degli anni ’30 Casa al Parco (1947-54) in cui narra la mo-
con il Razionalismo e poi fa carriera nel dernità altoborghese dell’abitare, rassicu-
dopoguerra. Figlio, nipote e pronipote rata da una sottile continuità col Razio-
d’arte dal tratto sofisticato e persino irri- nalismo ma capace di stupirci con gesti di
verente, come in quella vibrante casa al- colore e ripiegature inaspettate, traslan-
le Zattere a Venezia (1953-58) che fa gri- do la pianta articolata di una torre, solo
Courtesy Molteni&C, Courtesy Archivio Storico Gardella
dare allo scandalo il teorico anglosassone apparentemente algida, in una ricchezza
Reyner Banham, che lo accusa di un «ri- di dettagli, tagli, trasparenze. È la stessa
torno al Liberty». felicità inventiva che dà forma alle sinuo-
Ma Gardella dimostra la sua statura se silhouette di scaloni posti in musei ma
in innumerevoli prove architettoniche – anche in sedi per uffici: la già citata Gal-
il Padiglione d’Arte Contemporanea con leria d’Arte Moderna, la società Castelli,
la vicina Galleria d’Arte Moderna, a Mi- la direzione Alfa Romeo. L’eleganza, sem-
lano, le residenze Borsalino ad Alessan- pre. È a quell’universo, a quei pavimenti
dria, le Terme Regina Isabella a Ischia... in marmo tra dettagli d’ottone, pareti lisce sopra Casa Tognella, nota anche come Casa al
Parco, ha un impianto articolato in due corpi
– così come in pezzi di design dove, sem- e riflettenti in stucco e arredi rari ma in- sfalsati e rivestiti in marmo botticino. Può con-
pre, l’invenzione del dettaglio diventa si- novativi, che si ispira il progetto narrati- siderarsi una delle icone del condominio mila-
nese altoborghese del dopoguerra. in alto Due
gla e poesia. «Milano è dentro di me, il vo 2021 di Casa Molteni&C|Dada. Una sto- ambienti ispirati al mondo di Gardella dalla
suo carattere l’ho nel sangue, circola nel ria che continua. campagna di comunicazione 2021 di Molteni&C.
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
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grupporomanispa.it
«I LUOGHI Una piattaforma digitale lancia una serie di audio-storie per scoprire
D E L L ’ A B I TA R E
PA R L A N O
la città entrando nelle case di diciassette suoi abitanti illustri
UN LINGUAGGIO
F AT T O D I S P A Z I ,
DI OGGETTI,
D I S E D I M E N TA Z I O N E
MILANO, CAMMINO
DI GESTI, DI SAPERI»
rosanna pav o n i E TI ASCOLTO
Testo di Alessandra Laudati
L’architettura
ai tempi
di Spotify sopra Il cortile del palazzo ottocentesco di Gian Giacomo Poldi Pezzoli. Tutte le immagini di queste pagine ritraggono
angoli di città visti dagli interni delle case-museo e degli studi che fanno parte del progetto Storie Milanesi.
Tre città, tre audioguide a
tema. La app Gropius to Go
fa scoprire i progetti ber-
linesi di Walter Gropius, Far vedere Milano e i suoi luoghi più simbolici scrittore Gianni Biondillo che si rivolge diret-
©Fondazione Adolfo Pini 2014 Alessandro Giulio Midlarz
maestro del Bauhaus. Il Pa- con gli occhi di quelle donne e di quegli uomini tamente al protagonista di ogni ritratto dando-
villon de l’Arsenal, museo/ che nel corso della Storia – e in particolare nel gli del tu, quasi a rammentargli tutta la sua vita.
laboratorio parigino di ur- Novecento – le hanno lasciato un patrimonio I testi sono da leggere sul sito o da scaricare co-
banistica, racconta su Spo- di cultura, di sapere, di bellezza. È lo scopo del me podcast e raccontano gesti quotidiani, visio-
tify i cantieri e le idee che progetto Storie Milanesi, voluto dalla fondazione ni personali, incontri, idee. Un viaggio più nel
stanno portando la capita- Adolfo Pini e curato da Rosanna Pavoni, piatta- tempo che nello spazio. Del resto una volta ci si
le francese nel futuro. Men- forma digitale (storiemilanesi.org) che suggerisce muoveva poco: viene in mente Vico Magistretti
tre a Chicago il divulgatore itinerari particolari e che fa conoscere la città at- (uno dei diciassette protagonisti) che, da buon
tv Geoffrey Baer fa scopri- traverso storie familiari ed eccezionali allo stes- milanese, diceva con il suo sorriso ironico che
re Riverwalk, museo a cielo so tempo, con i suoi quartieri come erano una quando lui era giovane «al massimo si andava
aperto di architettura (in- volta. I personaggi individuati sono diciassette, fino a Gallarate».
teractive.wttw.com/chica- ognuno corrispondente a una casa o studio oggi A ogni personaggio si accostano approfon-
go-river-tour/audio-tour). trasformati in museo, presentati dall’architetto/ dimenti storici, culturali, curiosità o aneddoti
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GALLERIA
«Ciò che rende bella Milano è che ci sono pochi milanesi. Design Addicted è il primo pod
cast italiano sull’argomento. Sto
La multiculturalità è un pregio, altrimenti si diventa subito provinciali» rie di progettisti e di prodotti ser
vite con passione e leggerezza.
GAE AULENTI
dall ’ alto a sinistra , in senso orario La chiesa della Passione vista dallo studio di Vico Magistretti; Palazzo Bagatti Val
secchi e via Gesù; la chiesa di San Marco davanti allo studio di Gae Aulenti; via Morone da casa di Alessandro Manzoni.
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
INFINITO
passione per l’arte e il design, cambian-
do l’allestimento come se fosse una gal-
leria. «Chi arriva è catapultato nel no-
MEDITERRANEO
stro mondo, dove domina il bianco per
non rubare attenzione ai colori del pa-
esaggio fuori», spiega Rosa. Il filo con-
Testo di Sara Magro duttore del progetto sono gli arredi di
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
Edra, l’azienda toscana di design fondata struttura, è tutto Edra, come del resto la
da Valerio e Monica Mazzei nel 1987. «C’è lobby, dalle sedie Blue Velvet alla poltrona
stata un’intesa immediata tra noi e loro. Vermelha, due classici dei fratelli Campa-
Come Monica, anche io sono una donna na. Gli sgabelli Ella di Jacopo Foggini al
romantica, ma molto pratica», sorride. E bar sono un po’ un unicum: hanno trame
gli arredi di Edra sono congeniali a que- in policarbonato più scure di quelle del-
ste caratteristiche. Sono pezzi originali, la normale produzione, che contrastano
dai volumi importanti, ma sempre fruibi- con le venature del marmo di Carrara del
li, piacevoli al tatto e accoglienti». Come banco realizzato da un unico blocco svuo-
esempio porta il divano On the Rocks di tato con un’innovativa tecnica laser. An-
Francesco Binfaré, sistemato nella lobby: che i cuscini del motoscafo sono stati re-
«A vederlo sembra imponente, ma quan- alizzati da Edra. Jacopo Foggini, che fir-
do ti siedi ti avvolge come un abbraccio». ma anche le poltrone Margherita e i tavoli
E ne sottolinea la versatilità: «Qualunque Egeo del ristorante, ha disegnato una lan-
elemento si armonizza bene con gli altri: terna a taglio di diamante sopra la porta
che siano i lettini di Gervasoni e i pouf in- d’ingresso.
trecciati di Paola Lenti attorno alla pisci- Nulla è casuale a Villa Franca, ma or-
Umberto D’Aniello. Alessandro Moggi
na, o le opere di Liquid Art System, l’in- chestrato e firmato come progetto d’in-
sieme risulta coerente». sieme dalla RMAX Design & Services, lo
Non solo. I proprietari non si accon- studio di decorazione d’interni dei Tad- in alto a sinistra I divani On the Rocks di Fran-
tentano di acquistare i singoli pezzi, ma deo. «Spesso gli ospiti dell’hotel ci chie- cesco Binfaré, il tavolino Brasilia e la poltrona
Vermelha, progettati da Fernando e Humberto
chiedono spesso di personalizzarli perché devano consulenza per le loro case in tut- Campana (tutti Edra), nella lobby affacciata sul
diventino unici. A parte le piantane di Da- to il mondo, e così abbiamo trasformato golfo. sopra , dall ’ alto Gli sgabelli Ella di Jacopo
Foggini per Edra al bancone del Gallis Bar. La
vide Groppi e i lampadari di Estro, il ri- la nostra passione per l’arredo in un se- Terrace Room, con una terrazza a strapiombo
storante Li Galli, fiore all’occhiello della condo lavoro». sulla piramide di case di Positano e sulla baia.
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
IL POTERE
DELLA CURIOSITÀ
Va all’incanto a Milano un nucleo di opere della collezione a sinistr aJukebox modello L100 “select-o-
matic” del 1957, vasi di Ettore Sottsass e
Philippe Daverio: il gusto eclettico dello storico Gaetano Pesce; a parete Caterina di Russia
(2003), arazzo di Patrizia Medail; Automobile
dell’arte si rispecchia nelle cose di cui amava circondarsi in bronzo di Armando Riva (2004); sulla destra,
Daverio Frozen Sex Portrait (2004) di Omar
Testo di Umberta Genta Ronda e Cracking Art Group.
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ARCHITECTURAL DIGEST
SIAMO NOI
Testo di Margherita Tizzi
Pura forma:
l’apritutto
Questo apriscatole universale rosso ci-
liegia, in acciaio e a forma di triangolo,
arriva a noi dritto dagli anni Cinquanta.
Immutato da allora, ricorda il boom eco-
nomico italiano, quando le aziende face-
vano a gara per inventare e mettere sul
Alex Carnevali-Fattobene
mercato nuovi strumenti per facilitare la BL AUER SCHURZ MACINACAFFÈ A VOL ANO
vita domestica. Utilizzato per aprire va- Alto Adige, dagli anni Venti Facem Tre Spade, Forno Canavese, 1894
setti, stappare bottiglie, svitare tappi e
forare lattine, questo oggetto era ed è un In cotone molto resistente, era regalato ai bambi- Unico macinacaffè in ghisa e legno di faggio al
ni il primo giorno di scuola. Usato come indumen- mondo con la manovella a volano, che imprime un
classico in ogni cucina italiana. Oggi, fra to da lavoro, sacco, raccoglitore per semi o cano- andamento costante alla macinatura, per non sur-
gli altri, lo produce Calder. vaccio, è un segno di appartenenza alla comunità. riscaldare i chicchi, preservandone l’aroma.
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GALLERIA
Un archivio di oggetti iconici. Un atlante composta da saponi Art Déco e tessuti po-
della cultura materiale e industriale. Un polari, da bevande dai nomi antichi e sco-
viaggio da Nord a Sud che parla, in mo- pette di saggina, dalla Coccoina agli spaz-
do fresco e contemporaneo, del meglio del zolini Acca Kappa, dalle liquirizie Amarel-
made in Italy. Questo è Fattobene, proget- li alla colla Artiglio, dall’orologio Cifra al-
to editoriale ed e-shop nato, nel 2015, da la cucitrice Zenith 548. «Ognuno di questi
un’idea della giornalista Anna Lagorio oggetti è un bene culturale da preservare
e del fotografo Alex Carnevali. «Per an- che ci ha colpito per motivi diversi: la gra-
ni ho raccolto lo sfogo di amministratori fica o il design, una storia curiosa o la sua
delegati preoccupati per la crisi delle loro semplicità apparente», continua la gior-
aziende», racconta Lagorio. «Poi ho ca-
pito che dovevo far parlare i loro prodot-
nalista. «Comprarli significa preserva-
re la continuità culturale e permettere al- Anna Lagorio
ti per guardare al futuro, economico e cul-
turale, del Paese. Così è nato Fattobene,
le aziende di farli esistere». Il successo di
questo progetto è arrivato fino al MoMA
e Alex Carnevali
all’inizio un sito con dodici storie di og- di New York, che, nel 2019, gli ha dedi- Nato nel 2015 da un’idea di Anna Lago-
getti. Ma le tante richieste di acquisto de- cato un design store temporaneo. Il pros- rio (giornalista) e Alex Carnevali (fotogra-
gli stessi – molti sono impossibili da re- simo settembre l’esperienza dovrebbe di- fo), Fattobene racconta l’Italia attraver-
perire fuori dalla regione d’origine – ci ventare un negozio permanente a Firenze. so un archivio di archetipi quotidiani. Per
hanno portato subito all’apertura dello «Sarà un museo, uno strumento di comu- entrare a far parte della selezione, ogni
shop online, nonché a continuare la no- nicazione, uno spazio dove scoprire sou- oggetto deve possedere una storia inte-
stra ricerca». Oggi su fattobene.com tro- venir culturali. Quelli che costruiscono la ressante, un packaging unico ed essere
viamo una collezione in continuo divenire nostra storia». in produzione da almeno quarant’anni.
35 di queste storie sono state raccolte
nel libro Fattobene - Italian Everyday Ar-
chetypes (Corraini Edizioni).
Dispenser in acciaio rivestito con vernice alta- Virgilio Valobra era uno dei maestri della Strada Fatta a mano in ottone e manico in legno ergono-
mente resistente. Utilizzato in ogni reparto di pro- del Sapone (da Portofino a Marsiglia). Ancora og- mico. Un tempo era detta “speronella”, dallo spe-
duzione o spedizione, è perfetto anche per una gi l’azienda produce con l’antico metodo in calda- rone dei cavalieri. Prima testimonianza; un pila-
scrivania e per gli amanti del design industriale. ia “a cielo aperto”. Il sapone è stagionato 6 mesi. stro della Tomba dei Rilievi a Cerveteri (400 a.C.).
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
COM’È DOLCE
LA VITA
IN ARMONIA
Come a casa
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
GRAN TURISMO
sima tecnologia ma non solo: Audi e-tron
GT vuole essere anche un piacere per gli oc-
chi, e le sue linee filanti e sportive annun-
Audi lancia la prima berlina coupé elettrica, ciano la svolta dell’azienda bavarese, con
macchine più “leggere” benché sempre ag-
che riassume nelle linee e nel concetto i valori gressive. E-tron GT arriva in due versioni:
dell’azienda: tecnologia (ma green) e potenza la più potente RS e la Quattro.
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C’è qualcosa di magico
nell’incontro tra l’icona del design
e la tecnologia a gas.
La modernità senza tempo delle
sue linee, la convivialità del focolare
girevole, l’autenticità del fuoco
comandato da un semplice gesto.
FOCUS firma un’altra innovazione
tecnologica mondiale.
GYROFOCUS
GAS
L’icona
reinventata
WWW.FOCUS-CAMINI.IT
LEGAME NATURALE
Testo di Giampiero Negretti
COME UN BOSCO
Linee essenziali
A T U T TA L U C E
Meccanica di precisione
I Grand Seiko, orologi di punta della stori betulle bianche, numerose nel Centro e nel
ca manifattura giapponese, sono diventa Nord del Giappone, e che presenta indici in
ti un marchio ormai indipendente e vengo rilievo lucidati a specchio. Con la cassa di
no assemblati a Shizukuishi da una équi 40 mm di diametro, l’orologio ha un movi
pe di tecnici specializzati. Questo modello mento automatico, di manifattura e ad al IL SENSO DEL TEMPO
appartiene alla collezione Heritage ed è in ta frequenza, protetto dai campi magneti Legno e vetro
acciaio inox con bracciale integrato. Parti ci. La precisione di marcia è compresa tra
Progettato dallo studio di Kengo Kuma, lo sta-
colare la lavorazione del quadrante, la cui i 5/+3 secondi/giorno e l’impermeabilità è bilimento è realizzato in armonia con la natura
trama complessa è ispirata ai tronchi delle fino a 100 metri. e la filosofia del marchio: “The Nature of Time”.
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Per chi ama il benessere e
la raffinatezza un materasso
Simmons è di casa.
Lo straordinario comfort e
l’incomparabile fascino assicurano
un riposo impareggiabile.
La cura meticolosa dei dettagli,
la scelta dei materiali più nobili
e la manifattura artigianale più
scrupolosa, esclusivamente
made in Italy, sono gli elementi
caratterizzanti dell’indiscussa
qualità Simmons.
Perchè i materassi non sono tutti
uguali e per dormire bene c’è
bisogno di Simmons. Simmons. Nient’altro.
I materassi Simmons li trovate presso i BetterSleepLAB di: Milano, Via Aselli 9 - Lissone (MB), Via Bramante
da Urbino 9 - Chieri (TO), Corso Torino 78 - Firenze, Via F. Baracca 199h - Roma, Via Tuscolana 225 - Roma,
Via Gregorio VII 482 - Simmons Store Milano, Corso Italia 22 e presso i Rivenditori Autorizzati Simmons
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eleganza minimale
MODULO L E PA G I N E D E L L A
Q U A D R AT O
Specialisti NOSTRA STORIA
QUI COMINCIA
L’AVVENTURA
A cura di Francesca Santambrogio
Testi di Elena Dallorso
Multitasking
Disegnato nel 2001 da Antonio Citterio, il divano Groundpiece ha
anticipato i tempi presenti, rivoluzionando il concetto stesso di di-
vano: basso e profondo, favorisce una seduta rilassata e informa-
le. Comodissimo, è perfetto per rilassarsi, leggere o magari cenare.
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
RITORNARE
«Ogni cosa ALLE BASI
e dal cilindro»
PAUL CÉZANNE
Linea di galleggiamento
Il tavolo NVL di MDF Italia rivela nello stile l’identità del suo cre-
atore, Jean Nouvel: leggerezza formale, graficità e rigore. Il piano,
sottile, sembra galleggiare sulle due basi simmetriche di sostegno.
ISPIRAZIONI: GEOMETRIE
SUPERFICI
ELEMENTARI Brutalismo
e gentilezza
Dalla collaborazione fra i carraresi
Bloc Studios, che trasforma il marmo
grezzo in oggetti di uso quotidiano, e
i danesi Tableau, specializzati in in-
stallazioni floreali monumentali, na-
scono vasi in cui tubi in acciaio sono
incastrati in una base di pietra grezza.
Tutto in ordine
La cassettiera Storet, proget-
tata da Nanda Vigo e rieditata
dai direttori creativi di Acerbis L ANTERNA MAGICA
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TESSUTO
radiatore d’arredo - by Marco Pisati
Made in Italy | www.cordivaridesign.it |
Nato da una riflessione sulle trame dei tessuti, dalla volontà di riprodurne l’ordito sulla superficie di un termoarredo verticale. Il progetto integra
perfettamente con il disegno del termoarredo un interessante sistema di accessori minimalisti che diventano un “unico” con il prodotto stesso.
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
BAGLIORE
DIFFUSO
«Il suono
Si ispira ai riflettori la serie
del bianco
Spotlight di ANDlight. Qui è come un
è in versione d’appoggio, con
il fascio di luce diretto in alto.
silenzio di cui
all’improvviso
si riesce a capire
il significato»
VASSILIJ KANDINSKIJ
Fresco notturno
Tessuto naturale, ecosostenibile, fresco e leggero nell’aspetto ma
in realtà resistentissimo: alla canapa Rivolta Carmignani dedica
l’intera collezione Kanapa. Qui la parure di lenzuola matrimoniali.
COLORATE
IL RESTO
Totem
L’origine è la lampada Fulcrum
di Lee Broom. Ma nella nuova
versione Fulcrum Candlesti-
Sinfonia
ck la sua forma essenziale gua- di archi
dagna in sostanza, diventando
tattile e solida grazie all’uso del Arkad (arcata in svedese) di Zilio
travertino smussato. Mobili, lampade, complementi e oggetti A&C è una collezione di pouf carat-
terizzati da una sequenza ritmica di
con infinite sfumature luminose. Che morbidi archi all’interno di un volu-
me scultoreo dinamico. Il progetto è
valorizzano anche la fantasia di altre tinte di Note Design Studio di Stoccolma.
Matthew Donaldson per Faye Toogood
S C U LT U R E
D A TAV O L A
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
«La libera
espressione
di un’emozione
per mezzo
di segni
esteriori
la rende
più intensa»
CHARLES DARWIN
A ROVESCIO Autorappresentazione
Tre nuovi light project di Seletti in In mostra alla Galleria di Arte Moderna e Contemporanea di Ro-
collaborazione con Codalunga, la ma (fino al 25 maggio, con il contributo di Dior), Io dico Io, I Say I
factory dell’artista Nico Vascellari,
riprendono i celebri anagrammi na-
nasce dalla necessità di prendere la parola e affermare la propria
ti come opera neon (Dream/Merda). soggettività. Oltre 40 artiste italiane raccontano la propria identità.
I S P I R A Z I O N I : PA R O L E , PA R O L E
CHIAMARE
La sorpresa
PER NOME
del mese
In serie limitata e numerata
(100 pezzi), Monthly plate è la SECONDO
Disegnare
la luce
92
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
S E I L D I G I TA L E
«La vita ci è È ANCHE REALE
su cui occorre
disegnare una
creazione»
LUIGI GIUSSANI
LA PARTE
PER IL TUTTO
African
Dewi Tannatt Lloyd courtesy of Ruthin Craft Centre, Cécil Mathieu per Hervé Van der Straeten
pattern
L’Armoire Spider N° 566 di Hervé
Van der Straeten è un parallelepipe-
do in ebano del Gabon e del Mozam-
bico con intarsi in nichel, piedini in
bronzo e interno in palissandro in-
Decori concepiti non come accessori ma diano. Quasi un’opera d’arte.
come segni identitari, prove d’artista e pezzi
d’autore che valorizzano i dettagli grafici
Centro ovale
Per celebrare i primi 60 anni
STRUT TURE
la maison Dyptique torna alle
O S P I TA N T I
origini del suo patrimonio grafi-
co. Le quattro candele profumate Laura Ellen Bacon crea opere che
Dancing Ovals hanno motivi op- trasformano la struttura scelta (na-
turale o artificiale) in un organismo
tical inediti che impreziosisco- ospite, che si lascia avvolgere dal-
no le confezioni e i vetri. la trama esorbitante della scultura.
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Forno OCS 8487 B Cassetto scaldavivande ODW 8127 B
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
Materiali
consapevoli
Con la natura
in mente
96
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AD × SAHRAI
CALLIG ARIS
«L’idea è quella di
creare un ambiente Economia ambientale
che abbia la capacità Stefano Rosa Uliana, Ceo
104
ELEGANCE
is our
ATTITUDE
CANTORI
«La casa viene intesa
come lo spazio sicuro La funzione degli spazi
dove siamo liberi Federica Cantori,
Responsabile Marketing e Comunicazione
dalle mascherine
e di essere noi stessi. «Il via vai, il pranzo veloce in ufficio, i weekend
Cureremo sempre fuori non ci hanno mai dato il tempo di vivere
veramente lo spazio domestico e di capire, oltre
più i dettagli» l’estetica, le vere sensazioni di cui abbiamo bi-
FEDERICA CANTORI
sogno stando a casa».
ad: Al tempo della pandemia, invece?
fc: La camera da letto è diventata il nido del
relax e della meditazione personale, mentre il
living quello sociale familiare. Mai come in que-
sto periodo, ogni spazio ha una sua funzione e
va sfruttato per il benessere, inteso come como-
dità, serenità nel lavorare, giocare, fare sport.
ad: Sarà un effetto passeggero?
fc: La casa ormai viene intesa come lo spazio
CERAMICA CIELO
sicuro dove siamo liberi dalle mascherine e di
essere noi stessi. Probabilmente, cureremo di L’estetica della ceramica
più i dettagli. Dalla comodità del divano, al mo- Alessio Coramusi, Amministratore Delegato
bile che oltre a contenere sia piacevole da guar-
dare e sfiorare. L’angolo bistrattato che spesso La pandemia ha cambiato uso e fisionomia an-
usavamo come «ufficetto» diventa sempre più che della sala da bagno: «Si è trasformata, di-
importante, quindi immagino scrittoi multiu- venendo progressivamente un luogo votato al
so, angoli relax con una poltrona, una piccola relax e al benessere. Oggi è ancora più di prima
libreria e un tavolinetto su cui appoggiare una concepita anche a livello progettuale non solo
tisana. La casa la si sta vivendo tutta. come una zona di servizio, ma come uno spazio
ad: Come si adegua l’offerta al cambiamento? di qualità, dove viene esaltato il valore estetico».
fc: Con madie e cabinet dal design pulito e origi- Non è una periferia: «A questa stanza si riserva-
nale, con aperture ergonomiche, ante e cassetti no ormai la stessa attenzione e cura dei dettagli
a richiamo frenato per attutire ogni rumore, ri- degli altri ambienti, sia nella scelta di finiture e
piani sagomati per sfruttare al meglio lo spazio. accessori sia nella sua organizzazione generale».
Tante finiture tattili tra decorazioni e materiali Non sarà una moda passeggera per il concor-
caldi come le pietre e il legno. Divani che uni- so di vari fattori: «Recenti provvedimenti come
scono il design originale al massimo comfort, il Bonus idrico, che sostengono e favoriscono un
utilizzando gomme a doppia densità e uno stra- approccio maggiormente sostenibile anche nella
to di piume leggero. Tavoli con basi dal design scelta degli elementi d’arredo per la sala da ba-
importante e piani in marmo e pietra spazzolati gno, rappresentano un importante incentivo per
per rendere lo stesso piano un’esperienza tattile. il settore e un traguardo per la valorizzazione di
Con tessuti e pelli selezionati. ○ tutte le aziende che come noi, negli anni, si sono
dedicate alla ricerca e allo sviluppo di soluzioni
green per un migliore uso delle risorse».
A livello di materiali, la protagonista asso-
luta è la ceramica: «Il suo intrinseco valore este-
tico, unito alle nuove forme e palette cromatiche
e alla nostra capacità di plasmarla, la rendono
unica e insostituibile. È in grado di evolversi in
simbiosi con gli stili di vita. Inoltre, grazie alla
nostra offerta completa per l’arredo, siamo in
grado di proporre soluzioni coordinate che co-
niugano sempre design e funzionalità, confe-
rendo uno stile distintivo alla sala da bagno». ○
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ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE
EDRA
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ottime performance.
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ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE
FLEXFORM
«La pandemia ci
Good Design ha insegnato che
Matteo Galimberti, bisogna coltivare ciò
Direttore Commerciale Italia e Membro del Cda
che ci fa stare bene.
«Mentre ci auguriamo vivamente di tornare a una Torneremo a
situazione di normalità, pensiamo e speriamo che una vita fuori casa,
le persone continuino a dare la giusta importanza
alla realizzazione di ambienti domestici pensati ma con una nuova
per garantire il massimo benessere a chi li abita». idea di abitazione»
ad: Quali sono le tendenze che si sono consolidate
G I A N PAO L O M I G L I AC C I O
con la pandemia?
mg: Tra i trend più consistenti nel mercato im-
mobiliare italiano, europeo e non solo, c’è la ri-
ETHIMO
chiesta di case con spazi all’aperto. Inoltre, la
modalità di lavorare da remoto renderà possi-
Scorci di natura bile fruire delle seconde case in modo più con-
Gian Paolo Migliaccio, Ceo sistente».
ad: Come si traduce a livello di strategia aziendale?
ad: Com’è cambiato il nostro rapporto con il living? mg: Da due anni abbiamo introdotto una colle-
gpm: La lunga permanenza tra le mura domesti- zione outdoor, pensata e sviluppata per offrire
che ci ha certamente dato la possibilità di guar- una continuità di stile con gli ambienti indoor:
darci dentro e guardare la casa come un posto fatta con materiali specifici e altamente perfor-
che parla di noi, stimola, permette di vivere ogni manti per resistere all’azione degli elementi at-
singolo spazio e attimo così come lo vogliamo. mosferici, con lo stesso appeal estetico e lo stesso
Lockdown e coprifuoco non hanno permesso di comfort dei nostri prodotti indoor.
viaggiare, di spostarsi, ma hanno consentito di ad: Guardando avanti?
ridisegnare la nostra scala valoriale. mg: In collaborazione con l’architetto Antonio
ad: Cosa è diventato fondamentale? Citterio, che più di ogni altro designer ha forte-
gpm: Ci siamo accorti che avere un piccolo ter- mente contribuito a creare l’identità del nostro
razzo, o un balcone, è una risorsa da apprezzare. brand, lavoriamo alla creazione di prodotti che
Uno scorcio di natura che ci consente di guarda- ambiscano ad abitare le case del presente e del
re il cielo da vicino, di respirare l’aria frizzante futuro con una visione olistica dello spazio, che
della primavera, di fare anche un’informale e riporta al centro la persona e le sue necessità.
tranquilla cena con la propria famiglia. Prima Continueremo a ispirarci ai principi del Good
avevamo ridotto il quotidiano alla macchino- Design, mai così attuali.
sa capacità di incastrare appuntamenti, purché ad: Può ricordarli ai nostri lettori?
fuori casa. mg: Rendere un prodotto utile e funzionale, bello
ad: Adesso, invece? sul piano estetico, non invasivo, duraturo nello
gpm: Non vediamo l’ora di rientrare per apprez- stile e nella costruzione, curato nei dettagli e ri-
zare il nostro divano, il dondolo in giardino, spettoso dell’ambiente, dunque sostenibile. ○
l’angolo lettura sotto il portico. Quando potre-
mo spostarci senza limitazioni, lo faremo con
un’altra consapevolezza.
ad: Di che tipo?
gpm: Apprezzeremo tutto, molto di più. La no-
vità inestimabile del viaggio, mai uguale a se
stesso, la sicurezza del nostro spazio privato
che cambia con noi e sempre ci accoglie. Que-
sta pandemia ci ha insegnato che nulla è scon-
tato e che bisogna imparare a coltivare ciò che
ci fa stare bene. Torneremo sicuramente a una
vita fuori casa, ma con una nuova idea di abi-
tazione. ○
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G E R VA S O N I
«Più che nuove
modalità abitative, Il piacere di abitare
credo sia sempre più Giovanni e Michele Gervasoni,
Presidente e Amministratore Delegato
importante valutare,
per ogni arredo e I lockdown hanno obbligato a una riflessione
oggetto, il piacere necessaria e inaspettata: «Il valore del comfort e
dell’ergonomia dei prodotti che avevamo in casa
che ci dà averlo» si è subito palesato e sicuramente condizionerà
M I C H E L E G E R VA S O N I
le nostre scelte future», premette Michele Ger-
vasoni. Che poi aggiunge: «Promuovo da sempre
un tipo di casa da vivere e non da mostrare. Deve
rispecchiare il proprio modo di essere e abitare, GIORGET TI
solo così può essere unica e autentica. In una pa-
rola, vera. Non mi piacciono le case showroom Arte e tecnologia
create come esercizio solo estetico. Una casa vera Giovanni del Vecchio, Amministratore Delegato
è un corretto mix di divisione degli spazi, luce
naturale e artificiale e arredo bello ma funzio- «I tempi sono più veloci, la reattività è fonda-
nale, che possa cambiare assieme a noi. Più che mentale, la tecnologia ci supporta per rapidi
nuove modalità abitative, credo sia sempre più cambi di ritmi e marce. Quello che stiamo vi-
importante valutare, per ogni arredo e oggetto vendo tutti insieme non è legato a culture o geo-
che inseriamo nelle nostre case, il suo valore edo- grafie, ma è generalizzato. Anche con il vaccino,
nistico, il piacere che ci dà averlo e utilizzarlo». il cambio di ritmo e approccio resterà. La quali-
Una teoria che ha già avuto effetto nella pra- tà della vita e dell’abitare continueranno a esse-
tica: «Direi che abbiamo assistito a un generaliz- re al centro della progettazione, degli ambienti
zato aumento della sensibilità e dell’attenzione domestici e non solo».
sia dell’indoor che dell’outdoor. Tutti i prodotti ad: Come tradurre questo subbuglio in un brand
e le diverse tipologie hanno avuto sicuramente che ha oltre 120 anni di storia?
una grande attenzione in questi mesi», confer- gdv: Giorgetti si è evoluta da una proposta di
ma Giovanni Gervasoni. Che, confida, attende il prodotto a una di progetto, con ambienti interi
ritorno di qualcosa costretto a fermarsi, le fiere e soluzioni custom. Il processo creativo parte
come il Salone del Mobile: «Sono e rimarranno da una sintesi visiva delle esigenze progettuali,
ancora un momento molto importante di condi- per poi passare alla modellazione, ai rendering
visione e incontro. Tutto sommato siamo, perlo- e alla realizzazione vera e propria.
meno noi anziani, degli animali sociali. Quindi ad: Dov’è che la tradizione incontra le avanguar-
ritrovarci, guardarci negli occhi e stringerci la die?
mano e discutere di mobili, di novità, di archi- gdv: Utilizzando i materiali più idonei, preva-
tettura e design è una cosa che abbiamo ormai lentemente naturali e nobili come tessuti, pelli
nel sangue e nelle nostre belle abitudini». ○ e cuoi, marmi, ma anche vetri, e ceramiche, me-
talli, senza però trascurare lo spirito innovativo,
evidenziato anche dall’utilizzo di materiali di
sintesi come la gomma EVA per l’outdoor.
ad: Esperimenti nella pura sfera immateriale?
gdv: La collezione Giorgetti 2020 è stata rac-
contata in Pinkham Point, un film a episodi
ambientato in una villa virtuale, totalmente
progettata dalla nostra direzione artistica e da un
team interno. Il film e i video Voices che raccon-
tano prodotti, processi e spazi attraverso la voce
dei designer e di chi l’azienda la vive ogni giorno,
sono disponibili su Giorgetti Channel, un nuovo
broadcast digitale lanciato per condividere emo-
zioni, valori e unicità del brand con un progetto
in grado di far incontrare arte e tecnologia. ○
114
A r t wa l l p a p e r
Design EVAN
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ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE
JUMBO GROUP
Senza tempo
Milioni. Le famiglie italiane Moreno Brambilla, Chairman e Ceo
che hanno svolto per la prima
volta in assoluto un’attività
ad: Come descriverebbe la nuova dimensione do-
online da casa dopo l’avvento
del coronavirus. mestica?
mb: Deve prevedere funzioni che prima erano di-
stribuite e diffuse. I riti ordinari come cucinare,
lavare, dormire, oggi condividono il medesimo
spazio del lavorare, fare riunioni, progettare,
studiare. Diventa fondamentale incrementare
I TA L I A N C R E AT I O N G R O U P
la qualità, alla ricerca del perfetto equilibrio tra
funzionalità e comfort. Il nostro approccio mira
Cambio epocale alla creazione di spazi da vivere a 360 gradi.
Giuseppe Di Nuccio, Amministratore Delegato ad: Su cosa avete concentrato la vostra attenzione?
mb: Per cominciare, ci siamo mossi in direzione
«Abbiamo cominciato a vivere le case non solo di una decisa digitalizzazione di attività e pro-
in maniera diversa, ma come la mia generazio- cessi. Abbiamo creato uno showroom virtuale
ne non aveva mai fatto prima. Sono cambiati i con l’obiettivo di abbattere le frontiere che se-
consumi, siamo più portati ad acquistare oggetti parano l’azienda da clienti e partner.
d’arredo che abiti, gli angoli delle nostre abita- ad: E sul piano delle proposte?
zioni divengono nuove scoperte. La casa torna a mb: Un focus particolare lo stiamo dedicando
essere lo specchio di noi stessi». alla zona living, a trasformarla in un luogo chia-
ad: È un ragionamento universale? ve dove trascorrere la nuova quotidianità, in cui
gdn: Non credo possa essere concepito un uni- far confluire le proprie scelte di stile, i propri
co modo globale di interpretare lo spazio della interessi e le proprie passioni. Un approccio che
casa. Sarà importante calarsi nel contesto locale va di pari passo con l’importanza cruciale che
per meglio comprendere il senso dell’abitare che da sempre assumono nelle nostre collezioni il
c’è in ognuno di noi e dipende dalla tradizione, valore estetico e l’attenzione al dettaglio, in gra-
dalla cultura, ovviamente dall’età anagrafica. do di soddisfare il crescente desiderio di vivere
L’evoluzione più significativa avverrà attraverso circondati dalla bellezza.
l’utilizzo di materiali che saranno principalmen- ad: Quali saranno gli effetti di lungo periodo del-
te ecosostenibili, a basso impatto ambientale. la crisi sanitaria?
ad: Intanto, il vostro gruppo ha accelerato in am- mb: Ha portato con sé una maggiore consa-
bito digitale. pevolezza rispetto al tema della sostenibilità.
gdn: Siamo andati live con il sito web di Driade Il consumatore è sempre più attento nelle sue
e di FontanaArte, ci stavamo lavorando da più di scelte, diversi aspetti della società vanno verso
un anno. Ad aprile accade lo stesso con Valcuci- il rallentamento dei ritmi di consumo. Il nostro
ne e Toscoquattro. focus su prodotti senza tempo risulta partico-
ad: Previsioni per i prossimi mesi? larmente in linea con le esigenze di questo pe-
gdn: Non si tornerà più indietro, la casa sarà riodo storico: lo stile iconico dei nostri arredi li
sempre più protagonista della nostra vita assie- eleva al di là delle mode, superando le tendenze
me alla cura di noi stessi, con tanta voglia di viag- e durando per generazioni. ○
giare sia per motivi professionali che per piacere. «Non si tornerà più
ad: Tornerà anche il Salone del Mobile?
gdn: Si arriverà a una combinazione sinergica
indietro, la casa
tra digitale e fisico, dove il fattore esperienziale sarà sempre più
sarà di assoluta rilevanza; ci sarà un’ulteriore protagonista assieme
selezione tra questi due approcci che saranno
anche rivolti a interlocutori differenti. A par- alla cura di noi stessi,
tire dalla fine del 2021, gli eventi in presenza con tanta voglia
riprenderanno lentamente a riempire le nostre di viaggiare»
agende. Certamente, utilizzeremo sempre me-
glio il nostro tempo. ○ GIUSEPPE DI NUCCIO
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Design Castello Lagravinese Studio
MARAZZI GROUP
«Credo che le
La prossima normalità aziende non
Mauro Vandini, Ceo debbano perdere
La prossima normalità sarà una fusione di pre l’opportunità
sente e passato: «Se da un lato credo che, appena di fare diversamente
sarà possibile, le persone vorranno riappropriar e meglio le cose che
si della propria libertà, sia di movimento che di
socializzazione, dall’altro non si potrà più fare si facevano prima»
a meno di tutta una serie di abitudini che si con M A U R O VA N D I N I
solideranno. Tra queste, il bisogno di sentirsi a
proprio agio nella propria casa, anche sceglien
do prodotti belli, di lunga durata e sicuri come la
ceramica». La sicurezza, a ben vedere, è diventa
LONGHI
ta una priorità figlia di questo tempo: «Abbiamo
deciso di accelerare e mettere a punto la nostra
Opportunità in rete tecnologia Puro Marazzi Antibacterial, un trat
Andrea Longhi, Ceo tamento irreversibile che garantisce una pro
tezione costante. Una soluzione completa che
«Considero la pausa, gli intermittenti lock risponde alle nuove esigenze di igienizzazione
down e i coprifuoco come una grande occa degli ambienti, con superfici morbide al tatto,
sione per riflettere. Un modo per nutrire di facili da pulire e con un indice di antiscivolosità
nuovo il pensiero. Da un momento di difficoltà elevato». Per l’indoor come l’outdoor: «Un pro
solitamente nascono opportunità, come nelle getto completo che va dalle pareti ai pavimenti,
grandi guerre: la storia lo insegna. Mai come pensato per gli interni ma anche per terrazzi e
oggi ci rendiamo conto di quanto un’abitazio giardini, visto che i lunghi periodi di confina
ne debba darci tranquillità, essere uno spazio mento domestico hanno contribuito a incre
accogliente. Il mio compito è trovare, assieme mentare la domanda di prodotti da esterno».
ai miei collaboratori e architetti, una risposta, La ricerca non si ferma qui: «S’indirizza ver
un disegno per queste esigenze per riscoprirsi so lo sviluppo di prodotti che possano dialogare
sempre più tailor made». Una ricerca che non si insieme per texture, colore, dimensioni, stile, e
è rivelata un’impresa troppo complicata. Anzi: in cui all’elevato valore estetico corrisponda un
«Non ci siamo mai fermati, siamo un’azienda altrettanto elevato contenuto tecnologico». Tec
sana che, nonostante tutto, non ha avuto grosse nologia che può essere una molla, non l’unica,
ripercussioni negative nel 2020. Da questa cri per l’intero comparto: «Credo che le aziende
si vorrei uscissimo tutti più saggi, più propensi non debbano perdere l’opportunità di fare diver
alla collaborazione per ricostruire il futuro su samente e meglio le cose che si facevano prima.
nuove basi». Spero in un salto non solo digitale, ma anche di
Poco tornerà come prima: «Proprio per idee, che permetta di migliorare ulteriormente la
questo le aziende come la mia devono tessere nostra capacità italiana di design, artigianalità
relazioni solide con i clienti e costruirsi una e industriale». ○
nuova cultura digitale: il segreto è usare bene la
rete. Penso che, sfruttando questi ultimi mesi
umanamente piatti, chi è andato oltre il metodo
tradizionale sia già altrove». Intento a riscrivere
i codici dell’abitare: «Le case saranno probabil
mente ancora di più spazi ibridi. Sistemi di arre
do che facilitino la convivenza e lo scandire dei
diversi momenti: quello professionale, quello
privato, quello conviviale. Joe Colombo ha già
mostrato la strada tanti anni fa, negli stessi anni
disegnò la Elda per noi, quando ha reinventato
la casa con molto coraggio. Esattamente quello
che serve adesso». ○
118
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«Il design, oltre
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alle esigenze Dario Presotto, Presidente
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ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE
M O LT E N I
«L’arredo ha la
fortuna di produrre Multifunzionali, a misura d’uso
un bene durevole. Giulia Molteni, Group Head of Marketing
and Communication
Meno esposto di
altri alla crisi perché «La contaminazione casa e ufficio è al centro dei
rappresenta progetti del Gruppo Molteni. Ne è un esempio
TDU di UniFor design Studio Klass, pensato per
una reale necessità» entrambi gli ambiti. Ma anche il mondo residen-
G I U L I A M O LT E N I
ziale di Molteni&C e di Dada rappresenta un’oc-
casione di rileggere i prodotti in chiave home
working e smart working».
ad: Con quali esiti?
MOROSO
gm: Spazi domestici versatili, multifunzionali,
capaci di adattarsi e potersi modellare a secon- Primo: ottimizzare
da dell’uso. La nostra offerta, in questo senso Patrizia Moroso, Direttore Creativo
completa, tra pareti attrezzate, sistemi giorno,
cucine, elementi a scomparsa, porte scorrevoli, «La qualità della nostra vita dipende dall’am-
sintetizza il cuore delle nuove esigenze dell’abi- biente nel quale la trascorriamo». E quell’am-
tare contemporaneo. I sistemi a parete diventano biente, durante l’ultimo anno, è stato
protagonisti del progetto, utili per dividere e iso- soprattutto la casa: «Un luogo che si è trasfor-
lare rimanendo in contatto. Assumono la veste di mato profondamente, è diventato il centro logi-
veri protagonisti dell’architettura. stico delle attività umane. Enfatizzando il ruolo
ad: C’è propensione all’acquisto? doppio del design».
gm: L’arredo ha la fortuna di produrre un bene ad: A cosa si riferisce?
durevole, un investimento nel lungo termine. È pm: Alla sua capacità di portare bellezza e, allo
un processo lungo e meditato, quasi mai d’im- stesso tempo, organizzazione. Ordinare le solu-
pulso. Meno esposto di altri alla crisi perché zioni in modo piacevole e utile. Risolvere i pro-
rappresenta una reale necessità. Vero è però che blemi con un progetto.
quest’emergenza ha modificato le abitudini di ad: Un’ottimizzazione degli spazi, in sintesi.
spesa delle famiglie, che diventano più prudenti pm: Non sempre si può ingrandirli, né aggiun-
e rimandano alcune scelte. gere una stanza trasferendosi altrove. I mobili,
ad: Come aiutare chi non sa cosa decidere? perciò, integreranno sempre più di una funzio-
gm: Abbiamo lanciato Molteni@Home, un nuo- ne. Basterà aprire un armadio e al suo interno si
vo servizio di consulenza digitale per favorire la troverà un ufficio con tutte le sue connessioni.
connessione tra i punti vendita e gli utenti finali. Con le ante chiuse, tornerà a essere un oggetto
Offre la possibilità di prenotare un primo appun- piacevole.
tamento in totale sicurezza, con videochiamate e ad: C’è invece qualche elemento che arretra, di-
schermi condivisi, oppure di essere messi in con- venta meno cruciale?
tatto con lo store più vicino in grado di fornire pm: La decorazione fine a se stessa. Il carino, il
questo servizio. Tramite la compilazione di un borghese, si sta facendo superfluo. Penso che
modulo si ha la possibilità di fissare un incontro all’orizzonte ci sia una rivoluzione sociale, una
virtuale con un team che dà idee e consigli per i riscrittura delle regole che s’infonde negli arredi.
progetti richiesti. ○ ad: In che termini?
pm: Siamo tutti stanchi di fissare uno schermo,
vogliamo guardarci negli occhi. C’è una psico-
logia che si specchia negli oggetti. Ecco che i
prossimi divani rifletteranno questo bisogno
di condivisione.
ad: La riflessione vale anche per i momenti di ag-
gregazione come il Salone del Mobile?
pm: Il tempo digitale ci ha sfiancato, Zoom ci ha
sfiniti. Le fiere servono, abbiamo una gran voglia
di tornare a recuperare la fisicità delle cose. ○
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ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE
POLIFORM
Creare privacy
Gli italiani che in lockdown Marco Spinelli, Corporate Manager
hanno dedicato più tempo
a colazione, pranzo o cena,
Il mondo esterno si è riversato all’interno: «La
diventati momenti conviviali
anche nei giorni feriali. zona giorno è diventata lo spazio per ricevere
gli amici, fare un aperitivo, studiare, lavorare».
Dallo smart working, in particolare, è probabile
che non si tornerà più indietro: «Si riprenderà ad
andare in ufficio, però non tutta la settimana».
ad: Con quali riflessi nella progettazione degli
arredi domestici?
ms: Stanno già evolvendo per integrare una
PEDRALI
maggiore predisposizione verso la tecnologia:
Esigenze di famiglia più prese elettriche nei mobili, possibilità di
Monica Pedrali, Ceo ospitare cavi, facilitare l’interazione con com-
puter e tablet. Ma anche una duttilità e una fun-
«La casa ci deve sempre più assecondare e, quan- zionalità accresciute: sistemi in grado di creare
do è abitata da una famiglia, anche rispondere privacy, dividendo gli spazi in modo netto.
alle esigenze di tutti i componenti». La soluzio- ad: Che altro, pensando alle necessità inedite
ne ha coinciso con l’ingegnarsi, con il prende- dell’abitare?
re provvedimenti: «Le persone hanno iniziato ms: Con il Politecnico di Milano abbiamo brevet-
a pensare a quanto sia utile avere una scrivania tato un sanificatore che agisce nell’ambiente in
di dimensioni più contenute rispetto a quella cui è posizionato. Nell’armadio abbatte i microbi
che avevano lasciato in ufficio, ma sulla qua- dai vestiti, in cucina toglie gli odori dai vani.
le poter comodamente lavorare. Senza doverla ad: E ragionando in generale?
condividere con i figli impegnati nella didattica ms: Funziona la personalizzazione, il su misura,
a distanza». È solo una nuova priorità, una tra la duttilità di adeguarsi alle esigenze del singo-
le tante: «Come avere sedute confortevoli sulle lo progetto. Per noi, non è nulla di nuovo. Rap-
quali poter stare molto più tempo del solito, an- presenta uno stimolo e un modo per muoverci
che solo a leggere o a guardare la televisione». in continuità con quanto abbiamo sempre fatto.
Fino a ragionare sull’esterno: «Sugli arredi e ad: Con le fiere in standby e gli spostamenti quasi
sull’illuminazione, per creare una sorta di oasi impossibili, come si arriva al pubblico e si capisce
in cui potersi rifugiare. Mio padre Mario, fon- cosa desidera?
datore dell’azienda, nel 1963 iniziò quest’attività ms: È un peccato che il Salone del Mobile sia
producendo arredi da giardino realizzati in ferro fermo, dà un’energia incredibile, degli stimoli
battuto. L’outdoor fa parte del nostro Dna». notevoli. Tornerà, nel breve periodo occorre or-
Si è generata una domanda ripensata, che ganizzarsi. Andare noi dai clienti, raggiungerli
ha trovato riflessi nell’offerta: «Abbiamo presen- non solo fisicamente. Sfruttare strumenti inte-
tato una collezione, Panarea, disegnata da CMP rattivi, rendere possibili visite virtuali al nostro
Design. Una poltrona e una lounge, caratteriz- showroom, in cui trovare informazioni utili e
zate da un intreccio artigianale al 100 per cento orientarsi nella scelta. ○
Made in Italy, simbolo di rispetto e dedizione al
lavoro». Una delle novità più significative sta nei «Funziona la
materiali utilizzati: «Una corda in polipropilene
semplice da pulire, sanificare, resistente a batte- personalizzazione,
ri, luce solare, umidità e cloro e completamente il su misura,
riciclabile». Un ossequio a sensibilità ed esigenze la duttilità
inedite. Come Arki-Table Adjustable Desk: «Con
un ripiano regolabile in altezza che concretizza il di adeguarsi alle
concetto di ufficio smart e dinamico, consenten- esigenze del singolo
do di lavorare sia in piedi sia seduti, garantendo progetto»
massimo comfort ed ergonomia». E gli esempi
da fare nella stessa scia sarebbero molti altri. ○ MARCO SPINELLI
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ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE
REFLEX
«Il confinamento ci
Fare emozione ha reso consapevoli
Luciano Lucatello, Presidente che l’arredamento
Il lockdown ha imposto a tutti un altro pas- deve rispondere
so, anzi una pausa: «Ci siamo fermati, ci sia- a diversi modi d’uso
mo guardati intorno e abbiamo visto con occhi e avere una forte
nuovi gli spazi abitativi. La casa è diventata il
rifugio più prezioso. Il confinamento ci ha reso unione tra forma
consapevoli che l’arredamento deve rispondere e funzione»
a diversi modi d’uso e avere una forte unione tra
L U C I A N O L U C AT E L L O
forma e funzione». Maturata questa consape-
volezza, l’azienda ha risposto di conseguenza:
P OR ADA
«Siamo sempre stati molto flessibili, abili nei
cambi di direzione veloci. Abbiamo raccontato
Prodotti versatili lo stile Reflex attraverso sette nuovi ambienti
Bruno Allievi, Ceo denominati Capsule, ispirati al modo inedito di
vivere la casa». Un esempio: «Tavoli allungabili,
ad: Come pensa sia evoluto l’universo domestico? adatti sia per la famiglia che per le nuove esi-
ba: Abbiamo imparato a vivere meglio le nostre genze di lavoro. I nostri prodotti sono rivolti a
case, organizzando e ottimizzando gli spazi e un pubblico attento e curioso, hanno dettagli di
mettendo più cura e attenzione negli arredi. lusso. Valorizzano sia ambienti grandi che spazi
ad: Quali tipologie di prodotto sono diventate più contenuti».
centrali? Quali, invece, sono state messe un po’ Per il futuro, due direzioni: la prima, conti-
da parte? nuare a innovare unendo tecnologia e artigia-
ba: Non abbiamo notato diminuzioni signifi- nalità; la seconda «è invece dedicata al modo di
cative, mentre sono incrementati i numeri di comunicare, avviando un percorso digitale con
scrittoi, tavoli e sedute. Lo smart working è una video, immagini, cataloghi». Virtuale che però
realtà con cui molte persone hanno dovuto rela- si riversa nel fisico: «Stiamo riorganizzando gli
zionarsi, quindi c’è stata la necessità di creare, showroom istituzionali di Biancade, Milano,
nelle case, una zona dedicata al lavoro. Berlino. Saranno sempre più la casa in cui pro-
ad: Cosa succederà nei prossimi mesi? gettisti e clienti potranno trovare ispirazione
ba: Una volta che avremo superato questa terri- per risolvere le loro esigenze». E si affianche-
bile pandemia, credo ci rimarranno anche degli ranno ai grandi appuntamenti tradizionali: «Il
strascichi positivi. La tecnologia, per esempio, Salone del Mobile rimarrà un evento interna-
ci ha permesso di scoprire nuove metodologie zionale centrale per il mondo dell’arredamen-
per lavorare a distanza all’interno degli spazi to, ma gli showroom aziendali saranno luoghi
domestici. Da recuperare, invece, alcuni fattori importantissimi per emozionare e stupire». ○
umani importanti, come la socializzazione e il
contatto diretto.
ad: Come state modificando il modo di proget-
tare lo spazio per il futuro? Su quali soluzioni
punterete di più?
ba: Avremo sempre più bisogno di prodotti ver-
satili e adattabili alle varie funzioni casa-lavoro.
Scrittoi, tavoli e sedie rimarranno le nostre pro-
poste di punta, oltre ai divani diventati protago-
nisti delle nostre serate.
ad: Pensa che eventi come il Salone del Mobile
torneranno centrali?
ba: Il Salone rimarrà un’istituzione e un siste-
ma di confronto commerciale, ma soprattutto
culturale. Probabilmente cambieranno le dina-
miche di investimento da parte delle aziende. ○
126
ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE
RUBELLI
Più ottimismo
Gli italiani che hanno dichiarato Nicolò Favaretto Rubelli,
di trascorrere più tempo Amministratore Delegato
ai fornelli rispetto a prima
dell’arrivo della pandemia.
«Nella condizione di costrizione che impone la
pandemia, le persone decidono di trasformare
la criticità in un’opportunità e ripensare la pro-
pria casa anche da un punto di vista stilistico.
La voglia di rinnovamento ed evasione ci arriva
come segnale da ogni mercato».
ad: Voi come avete risposto?
nfr: Notiamo che i tessuti ad alte prestazioni
RIMADESIO
stanno avendo molto successo. Probabilmente
è legato al fatto che sono trasversali e durevoli.
Qualcosa di unico A livello stilistico, nella nuova collezione 2021
Davide Malberti, Ceo abbiamo enfatizzato l’elemento del colore e la-
vorato con pattern gioiosi, giocosi, evocativi,
Non si è partiti da zero, non è stato un passaggio volutamente ottimisti nel loro design per rispon-
dal nulla al tutto, dall’indifferenza alla massi- dere alla complessità di questi nostri tempi.
ma cura: «Nel nostro Paese, l’attenzione per la ad: Cosa succederà nei prossimi mesi?
casa era comunque alta. Il pubblico è abituato nfr: Dobbiamo aspettarci che il nostro consu-
al design, ai mobili di qualità, al vivere bene che matore abbia bisogno negli arredi di prodotti
il Made in Italy consente». La pandemia ha am- versatili, in grado di assolvere a più funzioni.
plificato tutto. Ha rimescolato le priorità, sve- La trasversalità sarà sempre più importante nel
lato il passato di un’illusione: «Aveva torto chi design per la casa.
sosteneva che le stanze possono essere piccole, ad: Quali tendenze si vanno affermando?
che senza i balconi si può tranquillamente stare. nfr: L’ecosostenibilità dei prodotti. Le aziende
Sono necessari, così come sono un’esigenza gli sono chiamate ad adottare specifici standard in
ambienti abbondanti. Oppure, almeno, bisogna tema di rispetto per l’ambiente, ma anche verso
saperli separare con intelligenza». il personale impiegato nella produzione. Abbia-
Per Rimadesio non è nulla di nuovo: «Si mo lavorato per ottenere due importanti certifi-
tratta di un punto di vista che portiamo avanti cazioni: la prima si riferisce al fatto che i tessuti
da sempre. Siamo specialisti nella divisione de- non rilasciano sostanze dannose, la seconda at-
gli spazi con pareti mobili e vetrate. Nell’ultimo testa che non sono trattati con prodotti nocivi
periodo, abbiamo potuto constatare la grande e cancerogeni. Per la prima volta, abbiamo pre-
attenzione del mercato italiano per i pannelli sentato alcuni prodotti con estratti biologici dai
scorrevoli, che frammentano quanto prima era semi di ricino e con viscosa ecologica, derivata
unito. O, all’occorrenza, fanno il contrario». La da legno e polpa sostenibili perché provenienti
finalità pratica sopravanza persino quella esteti- da foreste gestite in modo responsabile. ○
ca: «Separare studio e riposo, svago e lavoro è di
gran beneficio per gli equilibri quotidiani della
vita domestica». Per salvaguardare la privacy e
il benessere psicologico di una famiglia.
L’azienda, inoltre, ha investito in macchi-
nari di nuova generazione per migliorare l’au- «Separare studio e
tomazione del processo produttivo: «Riusciamo riposo, svago e lavoro
a essere ancora più puntuali nelle consegne, è di gran beneficio
precisi nella qualità del prodotto, performanti
per quanto riguarda la gamma disponibile». È per gli equilibri
la risposta a un altro bisogno cresciuto durante quotidiani della vita
i lockdown: la personalizzazione. «Sempre più domestica»
clienti vogliono un progetto esclusivo, origina-
le, unico. Siamo in grado di accontentarli». ○ D AV I D E M A L B E R T I
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S C AV O L I N I
«Il traffico sul web
è aumentato a Ambienti integrati
dismisura, ma prima Fabiana Scavolini, Amministratore Delegato
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#BeGrateful
Photo © Gianluca Cistenino
novacolor.it
Novacolor accoglie la rinascita attraverso una luce che diventa veicolo della serenità acquisita,
definendo gli spazi abitativi con colori naturali e matericità ristabilendo equilibrio e benessere.
È così che la gratitudine si rivela nei colori del futuro. Be Grateful. We are the future.
ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE
VISIONNAIRE
Materiali responsabili
L’aumento nel 2020 (sul 2019) Leopold Cavalli, Amministratore Delegato
di richieste di preventivi
per la ristrutturazione degli spazi
«Voglio pensare che tornerà tutto come pri-
esterni, per l’installazione
di tende da sole ma, ma come ogni esperienza di lungo periodo
e costruzione di piscine. senz’altro questa pandemia lascerà delle tracce».
ad: Di che tipo, nelle case?
lc: Per l’esperienza che stiamo vivendo, svi-
lupperanno maggiore connettività in ogni loro
parte con strumenti che consentiranno agli
adulti di poter lavorare e ai bambini di studiare
in maniera più organizzata. Continuerà a es-
serci richiesta per aree domestiche dedicate al
wellness, allo sport, ma anche nuove aree pen-
sate per il ricovero delle persone per lunghe de-
genze o quarantene.
ad: Altri cambiamenti inevitabili?
lc: Una maggiore sensibilità verso materiali che
TURRI
provengono dal riciclo e possono essere riciclati.
Fonti: Auditel-Censis, Coldiretti-Ixè, eBay, Habitissimo.it, Immobiliare.it, Nielsen per Pulsee, Istat, Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano
Punto centrale Si è consolidata l’idea che chi preleva risorse dal
Andrea Turri, Presidente pianeta debba in qualche modo reinserirle. Si-
curamente la strategia di Visionnaire, che già da
Volentieri ci si ritrova sul divano, o lì intorno, alcuni anni era orientata in questa direzione, nel
nei suoi immediati paraggi: «Il divano è il punto futuro tenderà a essere sempre più prevalente.
centrale della casa, dove si alternano momen- ad: La crisi si è fatta sentire?
ti di relax, lavoro, studio, socialità». Così, per lc: Abbiamo la fortuna di essere un brand dalla
esempio, è nato Blues: «Può assecondare tutte spiccata specializzazione sul residenziale, pre-
queste esigenze grazie a moduli con tavolino, a rogativa che ci ha permesso di crescere nono-
morbidi pouf, a composizioni dalle dimensioni stante le condizioni di mercato fossero incerte.
importanti o più ridotte. Ci stiamo focalizzando C’è stato un picco di richieste per gli arredi out-
su prodotti modulabili e personalizzabili secon- door. Le prime residenze dei nostri clienti, che
do gli spazi personali. I nostri salotti saranno sono quelle a cui noi ci indirizziamo, sono state
sempre più componibili e i nostri mobili conte- perfezionate e integrate, facendo un vero e pro-
nitore sempre più funzionali». Una prospettiva prio upgrade funzionale.
che si allarga alla camera da letto: «Un luogo ad: Il motivo?
dove il riposo e l’accoglienza diventano un ele- lc: È ovvio: tutti hanno investito sulla casa
mento chiave, dove sentirsi protetti, a casa». perché hanno trascorso all’interno delle mura
Lo scompiglio in corso ha messo in primo domestiche molto più tempo di prima. Oggi la
piano l’intelligenza nella qualità: «Le persone casa diventa l’hub principale di interesse in cui
hanno rivalutato l’importanza di una casa stu- destinare spazi specifici a usi che prima non
diata per essere funzionale e ben organizzata, c’erano. ○
quindi ci aspettiamo che il futuro darà sempre «Il Salone del Mobile
più importanza e valore a un buon progetto è un evento cruciale
d’interni, studiato ad hoc per i bisogni del pro-
prietario e il suo gusto personale». per le realtà
Torneranno comunque le vecchie consue- del design,anche
tudini, inclusi appuntamenti come il Salone del se le sue modalità
Mobile: «Penso sia un evento cruciale per le re-
altà del design, anche se le sue modalità mute- si adatteranno
ranno o si adatteranno alle nuove esigenze del alle nuove esigenze
mondo. Confidiamo che l’organizzazione sarà del mondo»
in grado di assecondare i cambiamenti inevita-
bili del vivere quotidiano». ○ ANDREA TURRI
132
AD × GEBERIT
Sono la nuova
dimensione
del benessere
quotidiano: i vasi
bidet Geberit
AquaClean
uniscono alto
livello di comfort
e soluzioni di
design versatili
Il comfort
è uno stile di vita
Stare bene con sé stessi e con gli altri è
un piacere irrinunciabile. E l’acqua è indi-
spensabile. I vasi bidet Geberit AquaCle-
an sono la nuova buona abitudine per l’i-
giene personale e offrono un’esperienza
di benessere unica. Uno stile di vita che
l’azienda ama diffondere anche attraver-
so testimonial come la dj La Pina, una
delle voci più amate della radio e del li-
festyle, per cui “Geberit AquaClean è tut-
ta un’altra musica”. Sintesi di funzione e
design, AquaClean è un sistema integra-
to che miscela dinamicamente aria e ac-
qua grazie alla doccia brevettata Whirl-
Spray che dona un getto delicato. Con an-
che tecnologia di scarico silenziosa Tur-
boFlush e vaso senza brida (per una mi-
gliore pulizia). La forma sinuosa ed ele-
gante della ceramica, trattata con anti-
graffio KeraTect® per una superficie li-
scia e priva di pori che protegge da ger-
mi e batteri, ingloba la tecnologia minia-
turizzata e tutti gli allacciamenti elettrici
© Fondazione Torlonia
La villa, con le sue collezioni disposte secondo un preciso progetto d’arredo, incastonate tra il Casino Nobile, il Kaffeehaus
e il giardino all’italiana, è una sinfonia corale di architetture, paesaggi e opere d’arte. pagina precedente Il Casino Nobile.
Loggia
© Fondazione Torlonia
L’imponente loggia colonnata, sublime testimonianza del gusto antiquario, per cui Roma era divenuta meta privilegiata
del Grand Tour, affaccia verso il giardino attraverso nove arcate dominate dalle statue degli imperatori.
Sala Ovale
© Fondazione Torlonia
Un sogno di classicismo preservato intatto dalla famiglia Torlonia che amplia la collezione e restaura la più importante dimora cardinalizia
del Settecento dove nel 1870 venne firmata, sulla scrivania di questa sala, la resa di Roma da parte dello Stato Pontificio.
Tempio delle Cariatidi
© Fondazione Torlonia
Il progetto architettonico, influenzato dai talenti del Nolli, del Piranesi e di Winckelmann, a cui è dedicata l’erma incorniciata dal tempietto,
fu realizzato dal Marchionni per ospitare le collezioni del cardinale Alessandro Albani (nipote di papa Clemente XI).
Galleria del Parnaso
© Fondazione Torlonia
La galleria fu una fucina culturale: sotto il celebre affresco del Parnaso (1761), dipinto da Anton Raphaël Mengs e considerato
il manifesto pittorico dello stile neoclassico, si organizzavano erudite discussioni, concerti, danze e commedie mascherate.
Intorno c’è la città. Una chiostra di edifici umbertini a due passi da L’iscrizione a caratteri bronzei sul prospetto riassume la storia
Villa Borghese, appena fuori Porta Salaria. Oltrepassato il cancel dell’edificio, sorto su una preesistente vigna dei Serlupi: “Alexan
lo solenne, la magia d’un respiro archeologico. Il viale che sem der Albani vir eminentissimus instruxit et ornavit/Alexander Tor
bra non finire mai conduce a un giardino all’italiana. Il parterre si lonia vir princeps in melius restituit” (L’eminentissimo Alessan
estende come un leibniziano tappeto verde tra la villa e il Kaffee dro Albani eresse e adornò/ Il principe Alessandro Torlonia restau
haus semicircolare, uno xystus o galleria nel gusto degli antichi, rò e abbellì).
gremito anch’esso di reperti scultorei. Per generazioni Villa Albani è stata il segreto meglio custodi
Odore amaro del bosso scaldato dal sole, grotte e fontane che to di Roma, una sorta di entità leggendaria nascosta dietro spesse
gorgogliano. Pini e cipressi, sottese fragranze di glicine. Obelischi cortine di privacy che in pochissimi potevano penetrare. Solo alcu
e cippi, urne ed erme, colonne e colossali tazze di porfido per ab ne foto Alinari, risalenti dallo scorcio del XIX secolo fino agli an
beverare dei e giganti. Ci si sente come l’Abbé de SaintNon, come ni ’30, testimoniavano della sua unicità, dello splendore delle rac
Goethe o Gavin Hamilton, passeggiando in questo luogo irreale, colte e del décor. Passata attraverso i CastelbarcoAlbani è rimasta
che incrocia il segno di Pannini e Piranesi alla visionaria pittura incredibilmente integra fino a noi grazie alla dedizione della fami
preromantica di Hubert Robert. Oppure come Andrea Sperelli, il glia Torlonia, tra i cui beni entra nel 1866 e alla tutela dell’omonima
decadente protagonista de Il piacere di Gabriele d’Annunzio, che Fondazione del casato. Nell’Urbe vi è ancora chi ricorda le cacce al
nostalgico ne rievoca il sortilegio. le uova pasquali organizzate da don Alessandro Torlonia, Principe
Nel 1747 il cardinale Alessandro Albani, nipote di papa Cle del Fucino e Assistente al Soglio pontificio, scomparso nel 2017, nel
mente XI, commissionò la costruzione di Villa Albani a Carlo Mar parterre formale tra la villa e l’emiciclo del Kaffeehaus per i bambi
chionni che completò il cantiere quindici anni dopo. Ben presto ni dell’aristocrazia romana. Ora un libro edito da Rizzoli Interna
la Villa, non tanto destinata a residenza quanto alla funzione di tional, corredato da un ampio repertorio fotografico realizzato da
vero e proprio museo, traboccante di scultura classica, romana in Massimo Listri e dai saggi di studiosi quali Salvatore Settis e Car
gran parte, ma anche rari originali greci ed ellenistici, nonché di di lo Gasparri, Alvar GonzálezPalacios e Raniero Gnoli, dischiude le
pinti di varia epoca, diviene meta obbligata per i Grand Touristes, porte di Villa Albani, rivelando i tesori che contiene e le sue atmo
per gli artisti e letterati, per i monarchi e aristocratici che transita sfere rimaste congelate nel tempo.
no nell’Urbe, trasformandosi in laboratorio e accademia cultura Alessandro Albani, al pari dei fratelli Annibale e Carlo uomo
le. Johann Joachim Winckelmann, bibliotecario e curatore del car sagace e intelligente, era considerato come il maggiore “antiqua
dinale, qui viveva in alcune piccole stanze concesse dal suo patron rio” europeo della sua epoca. Spiccava tra i più celebrati collezio
nella “Casina del biliardo”. Nel parco si trovano vari edifici minori nisti e connaisseurs. Seguitò ad acquistare, vendere e sistemare le
e folies pittoresche, tra cui il Tempio di Diana, quello “delle cariati sue trouvailles fino agli ultimi giorni – nato nel 1692, morirà nel
di” il Canopo e il tempietto diruto. Winckelmann, teorico del neo 1779 –, sebbene fosse diventato quasi cieco. Osserva ancora Win
classicismo, arte basata su «una nobile semplicità e quieta grandez ckelmann, nel marzo 1757, che il porporato era un mecenate inar
za», era giunto a Roma dalla Germania dove era nato nella remota rivabile, capace di mettere in luce ciò che era sepolto nelle tenebre
Stendal. È proprio lui che scrive: «A Roma esistono case e palazzi quanto di pagare con generosità degna di un re. Un altro suo stret
più belli che in tutto il resto dell’Italia messo insieme. Il più bell’e to collaboratore fu lo scultore e restauratore Bartolomeo Cavacep
dificio del nostro tempo è la Villa del cardinale Alessandro Alba pi, chiamato a completare le lacune di rilievi, statue, superfici la
ni e la sala di questa villa può dirsi a buon diritto la più bella e ma pidee ed epigrafi, poste in sontuose cornici dorate tardobarocche
gnifica del mondo». o in composit teatrali. Cavaceppi ricompone e reinterpreta fram
Davanti al cenotafio che a Villa Albani gli è dedicato, incasto menti eterogenei e rende vive le vestigia della classicità.
nato nel chiaroscuro romantico di un sipario arboreo, non manca Alla dipartita del cardinale Albani, la situazione economica de
no mai bouquet di fiori deposti in particolare da studiosi germanici. gli eredi è irrimediabilmente dissestata e ben presto il complesso →
143
Sala del Cavalier Albani
© Fondazione Torlonia
Il rilievo apparteneva a un monumento di Stato eretto ad Atene nel 431 a.C., alla fine del primo anno della guerra del Peloponneso.
Eroicizza la figura del giovane guerriero, inducendo lo spettatore a dimenticare la morte.
Sala dell’Antinoo
© Fondazione Torlonia
Il cardinale adottava la massima cartesiana di non lasciare spazi vuoti: così nella Sala dell’Antinoo, di cui qui si vede uno scorcio,
incastonò in un camino rococò il celebre rilievo che le dà il nome, in una continua commistione tra antico e moderno.
Gabinetto della Piccola
© Fondazione Torlonia
Gli ospiti rimanevano ammirati dalla ricchezza dell’arredo, fatto di marmi policromi, stucchi, vetri, quadri e soprattutto di
un’eccezionale raccolta di originali greci e sculture romane, una passione per l’antico che l’Albani aveva curato fin da giovane età.
Galleria del Canopo
© Fondazione Torlonia
Ideata dal committente-costruttore cardinale Albani, la Galleria del Canopo, in posizione privilegiata di uno spazio senza tempo,
ospita statue di divinità ed eroi insieme a preziosi bassorilievi e maschere che ne completano il ricco apparato decorativo.
Kaffeehaus
L’emiciclo del Kaffeehaus è una magnifica esedra porticata con serliane che abbraccia idealmente l’elegante parterre
e si estende fino alla facciata del Casino Nobile. Fu il primo edificio della villa a essere realizzato, tra il 1751 e il 1757.
dovrà essere ceduto. Rimane indelebile l’eco di una stagione cultu- iconografico dagli intenti dichiarati, probabilmente dettato dallo
rale senza precedenti, come afferma l’Abbé Richard, nella sua De- stesso Johann Joachim Winckelmann.
scription Historique et Critique de l’Italie, pubblicata nel 1766: «La La suggestione che emanano gli interni della residenza non si
Villa Albani è l’ultima a essere stata edificata fra tutte le ville intor- può raccontare. La gloriosa luce romana accarezza il broccato ros-
no alla città, con un gusto e una magnificenza che la rende superio- so e oro inquartato dagli stemmi Colonna-Torlonia dei tendaggi
re alle altre, giacché le bellezze contemporanee sono unite con i te- provenienti da palazzo Torlonia-Bolognetti in piazza Venezia, ab-
sori dell’antichità… In questa dimora tutto è squisito e impeccabile. battuto nel 1901 per la costruzione del monumento a Vittorio Ema-
È ben noto lo spirito vivace del porporato e la sua cortesia. Si è de- nuele II. Dipinti rinascimentali e barocchi fanno da contraltare al
gnato di sottolineare lui stesso la bellezza di alcuni pezzi non con marmo candido delle sculture. Un vero gioiello è il “Gabinetto del-
la prevenzione del proprietario ma con la saggezza del conoscitore le lacche cinesi”, la stanza da letto del cardinale Albani. Pannelli
che non ammetterebbe mai nelle sue raccolte una cosa non degna in vernis Martin su fondo scuro dai toni ambrati e morbidi d’oro
della preziosità dell’insieme». Una chiave architettonica tardo-ba- vecchio, prodotti in botteghe romane, sono inseriti sulle pareti e a
rocca che trascolora verso il gusto neoclassico connota la faccia- soffitto entro un apparato di stucchi dai colori delicati, modellati
ta, innestata su una loggia a pianterreno costellata da maschero- su repertori tessili Régence della Manifattura di Beauvais. Sfilano
ni, fronti di sarcofago e grandi marmi. I reperti furono esposti se- lucerne in bronzo di ispirazione archeologica e sontuosi lampada-
condo percorsi emozionali, sistemati con un preciso progetto d’ar- ri in cristal lo Deuxième Empire, console, gli arredi Louis XIV del-
redo. Era un luogo di delizie, Villa Albani, destinato a piccole cer- la Sala degli Arazzi, rivestiti di tappezzerie istoriate, probabilmen-
chie di amateurs, concepito in un’attitudine che favoriva lo svilup- te eseguite su un cartone del Maratta. Incalza la narrativa allego-
po dell’archeologia sotto il profilo della storia dell’arte. Vi si svol- rica e cromatica dei pavimenti a mosaico marmoreo. Le partiture
gevano erudite dissertazioni, danze, concerti, rappresentazioni te- murarie sottolineate dal bronzo dorato, sontuose ordiscono sca-
atrali e masquerades classicheggianti. gliola e marmi rari, alabastri e micro-mosaici – talvolta di recupe-
La raccolta è tuttora pressoché integra. Dei millecinquecento ro archeologico –, serpentino, basalto e onice, cotognino, basani-
pezzi che ne formavano il corpus, cinquecento furono seleziona- te, porfido e brecce. Qui ci sono marmi introvabili e addirittura va-
ti per essere inviati a Napoli, durante il dominio napoleonico. Al- rietà uniche. Nicchie con superfici specchiate, nella Galleria Nobi-
la fine però ne furono asportati solo centocinquanta. Con i tratta- le, amplificano e smaterializzano la maestà delle statue, catturando
ti della Restaurazione, l’Antinoo adrianeo, incastonato come un’i- il verde domestico della natura esterna. I Torlonia vollero ben poco
cona tra volute e timpani sopra un camino rocaille della sala omo- mutare l’assetto d’origine. Si limitarono a intraprendere una gene-
nima, fece ritorno qui. Altre opere, a causa della scarsità di fondi, rale riorganizzazione, rielaborando alcune parti del giardino. Però
furono vendute all’estero, in particolare all’Elettore di Baviera, per dettero vita a due ambienti propriamente museali, il “Museo Egi-
finanziare il trasporto in patria di quanto era stato razziato. A par- zio” nella loggia sotto il Canopo e la Sala del Cavalier Albani, dove,
te qualche mancanza, come per esempio i facchini che sorregge- a corona del celebre rilievo di stile fidiaco, sono custodite le più im-
vano la fontana centrale del parterre – che ora fanno bella mostra portanti opere greche della collezione. Opulenza, grazia e lumino-
di sé al Louvre – e alcune opere, specie nel Kaffeehaus, la collezio- sità si alternano in un corto circuito atemporale. Qui, su un bure-
ne riesce ad annullare ogni cesura del tempo. Appare ancora come au plat Deuxième Empire, nel 1870 venne firmato l’armistizio che
la si poteva vedere nel Settecento, disposta nella sua precisa collo- consegnava la Roma dei papi all’esercito sabaudo.
cazione e secondo i canoni estetici originari. Villa Albani Torlonia è l’avamposto di una cultura rivolta
Nel 1761 Anton Raphael Mengs, il pittore filosofo che con Win- all’Antico, tra estremo barocco e neoclassico sorgente. Nell’arco
ckelmann elabora i fondamenti teorici del Neoclassicismo, nella di tre secoli nulla ha perduto di una malia estetica e di quel signifi-
Galleria affacciata sul giardino dipinge l’affresco del Parnaso, ma- cato storico e filosofico che già stupiva i primi ospiti del cardinale
nifesto pittorico del nascente gusto neoclassico. Un programma che ne fu il fondatore. Ma soprattutto la villa è pura emozione. ○
149
ARCHITECTURAL DIGEST PRIMO PIANO
Michele Bönan
Pag. 175
Fabrizio Casiraghi
Pag. 185
Pag. 194
Gordon Guillaumier
Pag. 192
Ferruccio Laviani
Pag. 182
Piero Lissoni
Pag. 186
Nicola Pelluchi
«Questa foto è fortemente rappresentativa dell’atmosfera di Villa Elena, la mia casa a Noto: un antico monastero del XVII secolo
costruito su un edificio normanno del XII che a sua volta aveva sostituito un palazzo moresco del X edificato su una villa romana
del V sorta su una greca del III secolo a.C. La foto rende giustizia al senso del dolce modo di vivere siciliano».
152
Francesco Rota
«Villa Quiete è stata acquistata dai miei bisnonni nel ’35 e ampliata nel ’42 per ricevere la famiglia, gli ospiti e/o per le pubbliche
relazioni. Oltre a conservare tanti oggetti e ricordi dell’infanzia, rappresenta la mia fuga dalla vita cittadina. All’arrivo si è accolti
dal profumo salmastro del mare e delle piante. Ma soprattutto da una vista straordinaria. Estate o inverno, appena entro, apro
tutte le 56 finestre sui 4 lati: la vista verso il mare e il parco è impagabile, tanto che la bisnonna ha chiesto all’architetto di
disegnare enormi specchi che rivestono le pareti contrapposte alle finestre. Per me è semplicemente magica».
153
David Raffoul
«Questo era l’appartamento di mia nonna a Beirut, una casa che conosco da quando ero bambino. Ho cambiato la maggior parte
dei mobili ma alcuni degli arredi originali sono ancora qui con me. Questi spazi sono mutati negli ultimi sei anni: si sono evoluti
in modo graduale, man mano che compravo cose nuove. Mi piace essere circondato da oggetti che apprezzo, metterli un po’ in
mostra. Mi aiuta a trovare l’ispirazione. Ed è quello che mi fa sentire a casa».
154
Nicolas Moussallem
«La mia casa è lontana dalla città, dal rumore, dalla distrazione. È il posto dove mi ricarico. Amo il fatto che sia circondata
dalla natura, mi aiuta a pensare chiaramente e a trovare risposte a domande che non ho il tempo di affrontare durante il giorno.
Con mia moglie reinventiamo questi spazi in continuazione, spostiamo i mobili, cambiamo cose che, con il passare del tempo,
ci sembra che ostacolino l’armonia generale. Ci dà sempre emozione. Siamo acquirenti impulsivi, compriamo oggetti di cui ci
innamoriamo senza mai pensare veramente a dove si adatteranno. Credo che sia proprio questo il bello!».
155
Giuliano Andrea dell’Uva
«Questo è un angolo della camera da letto della casa in cui viviamo a Napoli, in un palazzo decadente di fine ’700 a Chiaia. Ho
voluto colorare di bianco le vecchie murature in tufo. Sulla pannellatura in legno nera un’opera di William Kentridge, a contrasto
con la cassettiera in legno dipinto e formica su mio disegno. Sulla parete in smalto verde e blu una vecchia porta in legno e
la testiera disegnata da Gio Ponti per l’hotel Royal di Napoli. Dove è rimasta la pavimentazione in graniglia, tavolini Petalo di
Charlotte Perriand, poltrona in faggio curvato di Nigel Coates per Gebrüder Thonet Vienna e lampada Claritas di Le Corbusier».
156
Dimorestudio (Britt Moran ed Emiliano Salci)
Danilo Scarpati
«Abbiamo scelto l’immagine della casa dove abbiamo vissuto in via Mozart che rappresenta la sintesi del nostro concetto di
abitare: il luogo alcova, la casa-scrigno della memoria di chi vi sta, l’accumulo e la sovrapposizione di oggetti che sono parte
di un patrimonio non solo materiale ma anche, o soprattutto, sentimentale. I colori, i chiaroscuri, la drammaticità: l’ambiente
permeato da un’atmosfera notturna e avvolgente, a tratti caravaggesca. Sono i nostri concetti chiave, il nostro codice stilistico
per le case che progettiamo e che abitiamo».
157
Vincent Darré
«Ho scelto l’angolo della mia biblioteca, una memoria eclettica di volumi trovati in librerie di seconda mano e mercati delle pulci.
Oleg Covian
Questa collezione è la linfa vitale del mio lavoro. Mi piace sentirmi circondato da tutti questi riferimenti a cui attingo per i miei
progetti. È legno grigio e oro del XVIII secolo, trovato in un enorme accumulo di decorazioni di castelli francesi da Barroux negli
anni ’60. Le allegorie della Storia sono le mie fate buone. Davanti al mio giardino parigino, sulla scrivania brasiliana, l’invito
a viaggiare mi spinge a disegnare. Gli oggetti feticcio mi proteggono come grigrì dal malocchio. Sono il più felice degli uomini».
158
Formafantasma (Andrea Trimarchi e Simone Farresin)
«Il nostro piccolo, magnifico levriero italiano è con noi da sette mesi ed è la nostra gioia. È un animale davvero speciale. Si è
adattato ai nostri ritmi, gli stiamo insegnando a vivere nel nostro mondo. Diamo per scontato che un animale si adatti alla vita
umana, ma in effetti è una specie diversa che in un certo modo cerca di comunicare con noi. Ci siamo commossi quando è arriva-
to, nel vedere lo sforzo che faceva quella creatura di tre mesi che aveva come punto di riferimento una specie diversa dalla sua».
159
Antonio Citterio
Fabrizio Bergamo
«Quella di Milano è una delle tre case che ho nel cuore: è quella dove vivo con la mia famiglia. Ha una cucina con un terrazzino
a cui sono particolarmente affezionato. Come ogni casa che disegno, è pensata perché trasmetta un senso di comfort e duri
nel tempo. In fondo, un buon progetto dovrebbe resistere almeno trent’anni».
160
Hannes Peer
Helenio Barbetta/Living Inside
«Abito nel quartiere di Milano chiamato Città Studi e sorto intorno al Politecnico, dove ho studiato. È così che ho imparato a
conoscere la zona, che amo anche per il suo verde. Il mio appartamento apparteneva al pittore Emilio Tadini ed era pieno di
elementi interessanti: invece di eliminarli con una ristrutturazione ho preferito aggiungerne di nuovi. Una stratificazione leg-
gera, concettuale. In sala da pranzo c’è un tavolo modulare in acciaio, disegnato da me come gran parte dei mobili della casa.
La decorazione in gesso del soffitto è un omaggio a villa Necchi Campiglio, capolavoro di Piero Portaluppi. Pura milanesità».
161
Paolo Genta Ternavasio
«Libri, molti libri che sono una gioia, ma anche una forza in continua crescita. Di questa foto mi piace il susseguirsi dei volumi
e l’aprirsi delle porte in modo quasi giapponese sul ritratto come punto di fuga. Un bronzo Impero e una porcellana orientale
montata in Francia nel Settecento sono posati su tavolini molto basici in rovere tinto. Le linee a spirale del tappeto rompono la
verticalità dei montanti delle biblioteche. Un effetto comunque molto “casa” intesa come home».
162
Matteo Thun
«La particolarità della nostra casa a Capri è la sua vista su Marina Piccola. È totalmente immersa nella natura.
Trovandosi sul pendio del Monte Solaro, possiamo ammirare sia il mar Mediterraneo sia le montagne!».
163
Vincent Van Duysen
«La mia casa è il mio tempio. È un luogo quasi sacro dove metto in equilibrio mente e corpo, incanalando l’energia creativa e
cacciando la negatività. È lì che il tempo si ferma. I miei pensieri scorrono. In questo momento, la casa può essere l’antidoto al
surreale status quo. È dove mi circondo di ispirazioni che mi vengono dall’arte, dalla bellezza, da altri individui. È dove eseguia-
mo con sicurezza i rituali quotidiani che ci porteranno oltre il presente, in una nuova realtà condivisa».
164
Paola Navone
«Uno dei progetti preferiti della mia casa di Milano è il “muro magico” in camera da letto. Lo chiamo così perché in un attimo
porta la mia fantasia lontano dalla città. È il racconto di due anni di collezione nei miei tanti viaggi nel Sud-Est asiatico e di
una settimana di lavoro con tre amici. Il “muro magico” ha tutto ciò che mi piace avere intorno. La mescolanza di cose con una
piccola storia di mondo da raccontare. La mia passione per la ceramica. Tutti i colori dell’acqua. E la bellezza del riutilizzo crea-
tivo, concedendo agli oggetti, anche a quelli scartati dalle produzioni o inutilizzabili, una seconda vita, allegra e inaspettata».
165
Studio Peregalli (Roberto Peregalli)
Massimo Listri
«L’anima dei luoghi, il senso del loro essere, è indipendente da noi. Una casa deve essere innanzitutto vivibile. Non è un oggetto
da mostrare, come una scultura o un quadro, ma è il luogo in cui accade la nostra vita anche nelle sue parti più private. Spesso
racchiude stratificazioni, sensazioni, ricordi, immagini che la fanno vivere e non sono necessariamente le nostre. →
166
Studio Peregalli (Laura Sartori Rimini)
Massimo Listri
Fiori, foglie, vere o sognate, dipinte su carta, tela… Il rapporto con la natura è sempre presente sia come fonte d’ispirazione, sia
come elemento di contatto con una quotidiana ricerca di armonia. Senza un luogo siamo persi».
167
Philippe Starck
«A causa di questa malattia mentale chiamata creatività, sono stato confinato dalla nascita. Ho sempre considerato la parola
“lavoro” secondo la sua vera etimologia, che significa obbligo e sofferenza, e quindi ho considerato gli edifici e i mobili da ufficio
degli strumenti di tortura. Non vado mai nel mio ufficio. Ho sempre lavorato a casa, nella mia stanza».
168
Jacopo Foggini
Francis Delacroix
«Per me quest’angolo è la “cuccia” della casa. Una specie di casa dentro la casa dove si sta rilassati (di solito senza scarpe),
si discute, si guarda una serie Tv, si legge un libro all’alba e si fanno le coccole al cane Charlie. Quando ho visto per la prima
volta il divano Standard disegnato da Binfaré per Edra ho pensato: con una copertina ci faccio tutto l’inverno, e così è stato».
169
Droulers Architecture (Nathalie e Virginie Droulers)
«Secondo noi il lusso contemporaneo è avere degli ambienti caldi e accoglienti in cui il design è in equilibrio con i materiali e la
proporzione della stanza. Come in questa immagine, dove la scelta del monochrome neutro si completa con l’utilizzo di materiali
diversi per gli arredi. E le forme rigorose e lineari del tappeto e della marqueterie del piano si equilibrano con la morbidezza
dell’oggetto in bronzo, e con la forma del piano stesso».
170
Tommaso Ziffer
«La “Sala da Pranzo” come ambiente di una casa, in questo periodo, a mio avviso ben si adatta a celebrare, si spera, un rapido
ritorno a una vita di nuova convivialità. Già di per sé è quasi un ambiente “in via di estinzione”, data la sempre più ridotta quantità
di spazi nelle case al giorno d’oggi. Per di più nel tragico periodo Covid è stata di sicuro il più negletto degli ambienti, non potendo,
per forza di cose, invitare nessuno in casa. Quindi Viva gli amici in casa, Viva i servizi di porcellana e Viva la vita, nelle case e fuori!».
171
Michael Anastassiades
«Ho comprato questo posto nel 1997, dopo 10 anni di permanenza a Londra. È stata una mossa importante per definire la mia
nuova “casa” come un impegno verso la città in cui avevo scelto di restare. Ho sventrato l’interno dell’edificio, volevo partire da
zero. Intanto continuavo a vivere in un cantiere. La maggior parte delle cose disponibili non erano adatte alle proporzioni, così
ho iniziato a progettarne di mie. La casa è diventata una scusa per occuparmi di produzione industriale e imparare a vivere con
i pezzi che disegno. Sono passati quasi 25 anni dall’inizio del progetto. Ho smesso di aspettarmi di vederlo finito».
172
Natalia Bianchi
«Questo lato dell’appartamento, inondato di luce e di vista, è il luogo dove passo più tempo quando sono a casa, i weekend o la
mattina presto. La sera i miei figli si ritrovano in questo stesso studio ed è fantastico trascorrere il tempo insieme condividendo
idee e programmi futuri. I colori, gli arredi e i tessuti sono un mix di epoche e di stili che coesistono in totale armonia e che
rappresentano il mio modo di lavorare, libero da regole e restrizioni».
173
Quincoces-Dragò (David Lopez Quincoces e Fanny Bauer Grung)
«Questa sala contiene un mix di epoche e culture, lo stesso che ci piace inserire nei nostri progetti. C’è una stuoia vintage che
viene dalla Mauritania, un pezzo di design italiano storico come il tavolo di Paolo Piva ma anche la libreria di Pietro Russo, che
ha un approccio più artigianale e contemporaneo, e il divano Chemise di Living, solido marchio del Made in Italy. È un ambiente
in un certo senso essenziale ma abitato da persone e amici: come Pietro, il titolare di Altai (la galleria dove abbiamo acquistato
la stuoia), che è per noi fonte di continua ispirazione. O Piero Lissoni, che ha insegnato tanto a entrambi».
1 74
Michele Bönan
Giorgio Baroni
«Quando i miei figli erano piccoli questa era la loro stanza, oggi è il mio salotto personale. Ho passato qui tutto il periodo del
lockdown, fortunatamente con libri e Tv a portata di mano. La amo e un po’ la odio, e ovviamente la ringrazio. È piena di cose che
ho disegnato e messo in produzione: la poltroncina gialla, il tavolo da fumo, il divano. Ci sono affreschi neoclassici, un quadro
astratto, un arazzo del ’700 col Monte Fuji. È una contrapposizione che mi riflette in pieno. Non mi piace parlare di moderno o
di antico, preferisco dividere il mondo in cose brutte e cose belle. E, con le cose belle, creare armonie sempre diverse».
175
Massimiliano Locatelli
James Mollison
«Mi è piaciuta la rettilineità degli edifici di questa casa in Puglia. La mia idea era creare un luogo da condividere. Una specie
di collegio per i miei amici, me e le nostre idee. Ho stravolto la pianta iniziale che era composta da 4 casette di 4 sorelle. E ho
progettato due edifici con un immenso cortile e una piscina sul tetto. Austero ma di fatto lussuoso e confortevole. Mi è piaciuta
l’idea di avere spazi comuni dove potere stare insieme a sognare, ma anche isolarsi. Ho cercato di lasciare al luogo la sua basi-
cità. Tutto pratico ma con una certa estetica. Un po’ l’anti-masseria fatta dalle vere mani d’opera locali».
176
India Mahdavi
«Questo è l’affaccio di casa mia che preferisco: un rettangolo di cielo visto attraverso una finestra che è anche un minuscolo
giardino, dove ho piantato un gelsomino e un melograno per ricordarmi dell’Iran. Riesce a dare alla mia piccola cucina più spa-
zio, più profondità, più gusto. Ho arredato questo angolo come se fosse un piccolo salotto, con tende di velluto e opere d’arte.
E con quel tavolo giallo che porta nella stanza la luce del sole, che mi manca tanto».
177
Rodolfo Dordoni
178
Draga & Aurel (Draga Obradovic e Aurel K. Basedow)
Foto Anne Timmer/Styling Valerie van der Werff
«Un’oasi di pace e benessere, così definiamo il nostro salotto. Un luogo accogliente, invaso dalla luce naturale e dal riflesso
delle piante della veranda; uno spazio di condivisione, dove non esistono sedute formali, ma solo comode. Non un insieme
di cose, ma un insieme di oggetti che, tramite le emozioni, le persone e i ricordi che portano con sé, ci accompagnano in un
viaggio a ritroso, aiutandoci a rivivere parti di noi. E un insieme di sogni… per tutte quelle volte che ci appisoliamo sul divano».
179
Joseph Dirand
Adrien Dirand
«L’isola color vaniglia è scolpita in un pezzo di marmo Breccia Stazzema che ho acquistato direttamente dalla cava e conservato
per cinque anni. Amo la spessa larghezza della base e il modo in cui le venature scendono verso il basso. Si vede la massa».
180
Vincenzo De Cotiis
Joachim Wichmann
«Mi piace l’idea di vivere nella storia, di adattarmi al flusso delle preesistenze, iniettando linfe di contemporaneità. Gli arredi,
gli oggetti, le finiture diventano generatori di nuovi canoni estetici. La mia casa è un luogo mutevole dove il rapporto tra le parti
è sempre da reinterpretare e dove le imperfezioni creano armonia».
181
Ferruccio Laviani
«Home Mess: uno degli angoli di casa dove mi sento più a mio agio, circondato dalle cose a cui sono più affezionato. Nulla segue
un ordine stabilito, tutto vive in maniera nomade: gli stool di Sottsass per Kartell a volte sono in modalità colonna e altre sparsi,
i quadri si accumulano su qualsiasi parete libera, la panca dietro le poltroncine, un prototipo dei primi negozi Society che ho
disegnato nel 2007, è stata trasformata in una console dove si ammassano libri e oggetti. Anche il lampadario è il prototipo di
quelli del ristorante Gold di Dolce & Gabbana a Milano… Niente mi racconta meglio di questo “disordine ordinato”».
182
Piero Castellini Baldissera
Olimpia Castellini Baldissera
«Questa è la stanza che contiene tutte le mie collezioni (alcune cominciate da mio nonno). È qui che vengo per ripassare
tutte le mie passioni e per prendere ispirazione. In questo posto nascono le idee per le stoffe che disegno».
183
Giuseppe Bavuso
«Uno scatto rubato, uno scorcio di casa in cui spesso mi ritrovo a coltivare la mia passione per l’arte, specchio e rappresenta-
zione tangibile dell’evoluzione della nostra civiltà».
184
Fabrizio Casiraghi
Romain Laprade
«Quando inizio un progetto residenziale un ruolo importante lo ricoprono quelli che chiamo “gli affetti”. Sono oggetti che ci
portiamo dietro, tramandatici dalla famiglia o acquistati in un momento importante. In casa mia, a Parigi, un vecchio atelier
d’artista tra l’Opéra e Montmartre, ho appeso al muro 20 quadri geometrici che mi regalò mio padre quando la comprai. Lui, che
aveva studiato alla scuola d’arte del Castello Sforzesco ma nella vita ha fatto tutt’altro, si è ispirato alle forme geometriche di
Ellsworth Kelly e ha firmato i quadri, uno per uno, con un semplice “papà 2019”. Per me è rassicurante vederli ogni mattina».
185
Piero Lissoni
«Horror vacui».
186
Studio KO (Karl Fournier e Olivier Marty)
Matthieu Salvaing
«Sognavamo l’anti-camino da salotto degli appartamenti parigini, un camino così piccolo che non ci si può accendere il fuoco!
Volevamo una scultura completamente inaspettata e quasi sproporzionata. Ma la sua curva è invitante e porta morbidezza
in contrasto con il cemento grezzo».
187
Francesco Binfaré
Stefano Pasqualetti
«Era il settembre del 1999. Una notte sognai una lingua di terra rossa che emergeva da un mare nero. Appena mi svegliai dissi
una parola: Libertà. Presi un foglio di cartoncino e ritagliai la forma che avevo visto nel sogno. Così nacque il divano Flap, che ho
ancora in casa, pensato per accogliere tutti. Oggi le nostre abitazioni vanno protette dall’inquinamento, dai pericoli esterni. La
qualità dello spazio, della luce e del rapporto con il corpo sarà sempre più importante. Il divano sarà sempre meno un mobile e
sempre più un luogo: il centro della vita affettiva e della sacralità, dove conservare e rigenerare la memoria della nostra umanità».
188
Francesco Meda
«Ho scelto questa inquadratura del soggiorno perché è la parte più rappresentativa della vita in casa, soprattutto in questo
anno di pandemia. Il tavolo Split che ho disegnato è inserito nella zona living ed è un elemento fondamentale della casa perché
oltre ad avere la funzione conviviale durante le cene, di giorno viene utilizzato spesso per verificare e testare i prodotti che
realizzo. Penso che questo angolo “felice” faciliti la lettura anche di altri prodotti da me pensati, come la console metallica
sulla sinistra o la lampada BridgeÈ.
189
Ronan Bouroullec
190
Erwan Bouroullec
«Questo è un posto che ho comprato da poco, dove abbiamo abbattuto dei muri per ottenere delle aperture. Adesso è esposto
all’aria, al fango, all’acqua, che entrano dentro. È molto interessante starci, così offerti al paesaggio naturale. Di sicuro non
rimarrà così, ma le sensazioni che si provano ora sono incredibili».
191
Gordon Guillaumier
«Uno dei primi progetti di interior design per la mia casa di vacanza a Malta, che mescola tradizione e contemporaneità. Ho
ristrutturato una tipica casa di città del XVIII secolo in pietra calcarea, arroccata sui bastioni del porto di Senglea, optando per
un pavimento in piastrelle di maiolica siciliana fatte a mano, una superficie fresca per contrastare il calore estivo dell’isola,
con un motivo bianco e blu come a estendere le acque del porto in questa e nelle altre stanze».
192
Christophe Delcourt
Francis Amiand
«Siamo in rue de Babylone, vicino a dove abitava Yves Saint Laurent. Questo posto è nascosto dietro una facciata tipicamente
parigina. Qui, al piano terra di una vecchia fabbrica di pianoforti, è dove vivo e lavoro. Mi ha sedotto la facciata finestrata di 40
metri che riempie l’ambiente di luce naturale, tutto il giorno. All’interno, lo spazio è aperto e lo tengo neutro come una sorta di
galleria, visto che colleziono fotografie moderne (come quella di Richard Misrach, che si vede a sinistra). E mi piace mescolare
mobili che ho progettato in epoche diverse, come il tavolo ISA, dall’ultima collezione, o la poltrona ANA, un classico».
193
Konstantin Grcic
194
Da quarant’anni ritrae in tutto il mondo le case e gli studi d’artista – ma solo di quelli che
lo toccano profondamente. Ne capta l’anima e poi la restituisce in immagini.Anche da fermo,
ha saputo fare del suo hôtel particulier ad Arles la partenza, e l’arrivo, di un nuovo viaggio
François Halard,
fotografo
ARCHITECTURAL DIGEST
198
STO R I E
pagina accanto Casa Malaparte, Capri, 1998. Halard, molto legato alla villa, ne ha fotografato gli interni quando
ancora non era stata restaurata dalla famiglia dello scrittore. pagine precedenti Due foto da 56 Days in Arles (2020,
Libraryman): 56 Polaroid che Halard ha scattato durante il lockdown nel suo hôtel particulier settecentesco.
199
ARCHITECTURAL DIGEST
200
STO R I E
sopra Casa Mollino, Torino, 2004. «Mi colpiva il suo rapporto tra l’architettura, l’oggetto e la fotografia. Anche lui
faceva Polaroid. Erotiche». pagina accanto Cy Twombly, Gaeta, 1995. In queste immagini, lo studio dell’artista; per il
progetto 56 Days in Arles Halard si è ispirato alle Polaroid che Twombly aveva scattato nella sua abitazione romana.
201
ARCHITECTURAL DIGEST
di aver assorbito questo gusto. A diciott’anni Saint Laurent, Marc Jacobs, Roger Vivier, un
chiesi ai miei di lasciarmi andare a vedere il po’ tutti. «E negli anni Ottanta l’appartamento
Salone del Mobile a Milano. Era la prima volta di Montecarlo di Karl Lagerfeld, interamente
che esponevano quelli di Alchimia. Certo era arredato Memphis». La più bella? «Quella di
un po’ strano, normalmente i ragazzi chiedo- Dries van Noten, un palazzo antico affacciato
no una moto, o una giacca. Io invece volevo su un lago in Belgio».
una scrivania di Superstudio. O una poltrona E però non c’è niente da fare, «le case d’ar-
di Giuseppe Terragni». I suoi preferiti in asso- tista sono diverse. Le loro tracce sono più visibi-
luto? «Carlo Scarpa, Terragni e Sottsass. Ah, li, vedi di più dentro di loro. Le case di Mollino,
e anche Carlo Mollino, che adoro». Un’altra di Malaparte, di Louise Bourgeois… sono pro-
figura che ha seguito a lungo. «Mi colpiva il prio a un altro livello», dice. «Cerco sempre di
suo rapporto tra l’architettura, l’oggetto e la fo- fotografare case o atelier di artisti che mi hanno
tografia. Anche lui faceva Polaroid. Erotiche». toccato profondamente. Se non riesco, mi ac-
Ne ha fotografato l’appartamento torinese. In contento di un contatto di secondo grado. Per
un’intervista Halard ha detto: «Mi piaceva che esempio, amando io molto Matisse, ma essendo
fosse concepito solo per ospitare attraenti il- naturalmente troppo giovane per averlo cono-
lusioni erotiche, mentre viveva a casa di sua sciuto, ho comunque molte fotografie del suo
madre. Era interessato a Piranesi e ai giardini studio fatte da fotografi dell’epoca. Lo stesso
giapponesi, e intanto disegnava la biancheria per l’atelier di Picasso. Mi piace avere delle foto
intima, le scarpe e ogni dettaglio degli abiti in- di qualcosa che avrei voluto fotografare io. Per
dossati dalle sue modelle. Non ho mai capito se esempio le foto di Picasso nel suo studio fatte
avesse o meno una relazione sessuale poi con da Alexander Liberman».
quelle belle ragazze». Ma c’è sempre questa relazione tra casa e
A proposito di ragazze, lei ha cominciato autore? Oppure nella sua carriera ha incontra-
con la moda. «No, veramente ho cominciato to persone banali con case pazzesche o vice-
con l’architettura, poi sono passato alla moda versa? «Ah, sì, spesso», ride, ma meglio non
per un po’, poi sono tornato al vecchio amo- fare nomi. E la casa d’artista più bella mai fo-
re. Mi mancava uno spazio personale mio per tografata? «Malaparte a Capri. E la Cupola di
esprimermi, con la moda». Forse è più facile Antonioni e Monica Vitti in Sardegna. Oggi
fare foto a una casa piuttosto che alle persone. abbandonata, opera di Dante Bini, che aveva
«Più che facile è più assoluto, e poi posso fare inventato un sistema rivoluzionario per fare
tutto da solo, non c’è bisogno del truccatore, de- enormi monoblocchi in cemento armato, come
gli stylist». Ho letto che era anche timido. Per questo della Cupola. C’è un rapporto tra le due
questo è tornato alle case? «No, caro amico. case: non solo sono entrambe collegate a due
Proprio il contrario. Lavorai nella moda pro- registi che amavo molto, Godard e Antonioni;
prio per via della timidezza. Così ero costretto ma c’è anche lo stesso rapporto con la natura,
a vincerla, in quei contesti pieni di gente, con col mare, col Mediterraneo. Tra spazio inter-
la musica, tutte quelle persone sul set. Ma mi è no ed esterno. Io il Mediterraneo l’ho scoperto
servito molto, sa; in mezzo a tutto quel caos eri molto tardi, ma il senso di appartenenza a que-
costretto a ricavarti un piccolo spazietto dietro sto spazio, a questa dimensione, l’ho capito su-
la tua macchina fotografica. E oggi non sarei bito». Ma se ama così tanto l’Italia, che ci sta a
così libero se non avessi fatto quel lavoro nel- fare in Provenza? «Ma guardi che Arles è molto
la moda». Grazie alla moda poi ha conosciuto i italiana. È una città decisamente non francese.
grandi stilisti, di cui ha fotografato le case. Yves La chiamavano la piccola Roma». ○
pagina accanto La Cupola di Michelangelo Antonioni e Monica Vitti in Sardegna, 2020. Oggi abbandonata, era stata
realizzata nel 1970 da Dante Bini, sulla Costa Paradiso. Bini inventò un sistema rivoluzionario per utilizzare
il cemento armato in un’unica gettata, letteralmente gonfiata e sollevata dalla pressione dell’aria al suo interno.
202
STO R I E
203
MONDI
Testo di Artwork in apertura di
Ruben Modigliani Massimo Colonna
NUOVI
Dall’incontro (imprevisto) tra design, architettura e gaming sta emergendo una
generazione di talenti che realizzano immagini 100% digitali di ambienti (im)possibili,
colorati, onirici. Pura fantasia? Non proprio. Piuttosto: una forma d’arte in divenire
ARCHITECTURAL DIGEST STO R I E
Labili confini
Argentino, alle spalle studi di gra-
fica e passione fin da bambino per
i computer, Andrés Reisinger lavora in
un’area concettuale posta sul confi-
ne – labile, nel suo caso – tra design
e arte digitale. Il magazine Forbes lo
ha inserito tra i suoi “30 under 30”,
sezione Arts & Culture.
207
ARCHITECTURAL DIGEST STO R I E
«Oggi non c’è molta differenza è stata un gioco, un hobby. All’epoca lavoravo
come copywriter in pubblicità e questo passa-
tra uno studio di architettura tempo era un grande sfogo creativo. Esploravo
le potenzialità dei software per pura curiosità.
e uno dove si creano videogiochi. Nel corso degli anni le mie capacità di proget-
Carta e penna sono spariti tazione e il mio seguito online sono cresciuti
moltissimo, così ho deciso di iniziare a lavorare
dal lavoro del progettista» come 3D artist a tempo pieno. Amo poter creare
universi paralleli, fughe visive che non hanno
D E YA N S U D J I C i confini e gli stress del mondo reale. Mi piace
anche che ci sia così tanto da scoprire, tecniche
e trucchi sempre nuovi che imparo guardando
tutorial su YouTube». È un modo nuovo di pro-
gettare, tra gioco e lavoro. È nato così un multi-
verso di mondi impossibili, una sorta di sogno
su scala globale. «Alla base di questa estetica c’è
la libertà che i software danno ai progettisti: le
pensiline non hanno più bisogno di sostegni,
gli oggetti possono galleggiare a mezz’aria, ci
può essere una cascata nel mezzo del deserto.
Per questo l’impronta surrealista è uno dei tratti
comuni nel lavoro di questi nuovi artisti», spie-
ga Elli Stuhler, che ha curato per Gestalten il
volume Dreamscapes & Artificial Architecture da
cui viene anche l’immagine in apertura di que-
sto servizio, firmata dall’italiano Massimo Co-
lonna. Lavori accomunati da uno stile: lo stesso
tipo di luce, gli stessi colori, passioni/ossessio-
ni simili. «L’immediatezza del medium digitale
permette di giocare con le tendenze», prosegue
Stuhler. «Questi designer formano una specie
By Alexis Christodoulou, Dreamscapes & Artificial Architecture, Gestalten 2020, ©Alexis Christodoulou
di community, tengono d’occhio il lavoro gli
uni degli altri. E naturalmente gioca moltissi-
mo l’interazione col pubblico, che è immedia-
ta. È l’opposto di quello che accade nel mondo
della progettazione reale: quando costruisci un
edificio l’ultima cosa che vuoi è che sia troppo
alla moda, perché le mode passano».
La separazione tra digitale e reale però
non è così netta, nei fatti. E le sperimentazioni
che avvengono nel mondo virtuale stanno in-
fluenzando, talvolta in modo imprevisto, anche
quello reale. Secondo Deyan Sudjic, direttore →
Sogni liquidi
100% autodidatta e appassionato di
architettura, Alexis Christodoulou
ha iniziato dieci anni fa a realizzare
immagini di edifici immaginari. Nel
2019 ha fondato a Città del Capo
il suo studio, dove oltre alla CGI
(anche animata) esplora il mondo
dell’arredamento e del design.
208
Come un cartoon
Australiano, Paul Milinski ha inizia-
to a interessarsi di CGI a nove anni
dopo aver visto il film Toy Story. La
vegetazione lussureggiante è una
presenza costante nei suoi lavori. La
CGI non è la sua sola occupazione:
Milinski ha fondato e guida un’agen-
zia di branding e comunicazione.
©Paul Milinski
ARCHITECTURAL DIGEST STO R I E
Topolino e distopia
Di base a Praga, Filip Hodas nel
2015 ha iniziato a pubblicare online
un nuovo rendering ogni giorno, per
un anno. Immagini che sono diven-
tate virali. Nella serie Pop Culture
Dystopia proietta icone dell’imma-
ginario popolare, da Topolino a Pac-
Man, in scenari post-apocalittici.
By Filip Hodas Studio, Dreamscapes & Artificial Architecture, Gestalten 2020, ©Filip Hodas
molti architetti: penso, per esempio, a Bjarke
Ingels. Sono due strade parallele che parlano,
entrambe, del nostro tempo». Ferruccio Lavia-
ni, architetto e designer, vede di buon occhio
questa rivoluzione digitale: «È un linguaggio
sofisticato che entra nella cultura di massa. E
per noi progettisti è lo stimolo a fare cose a cui
prima non pensavamo neanche. Due mondi che
si sovrappongono. E non è tutto astratto, pen-
so per esempio alla tendenza di creare mobili o
ambienti con colori non piatti ma digradanti: è
«È un linguaggio sofisticato nato tutto da un filtro di Instagram». È lo stes-
so percorso che ha seguito Andrés Reisinger, il
che entra nella cultura di designer citato in apertura: dopo aver postato su
Instagram la sua Hortensia Chair, disegnata in
massa. Per noi progettisti è lo CGI, è stato contattato da così tante persone che
stimolo a fare cose a cui prima la volevano acquistare – vera – che ha deciso di
realizzarla, in edizione limitata a 25 esemplari.
non pensavamo nemmeno» Ci ha messo un anno per trovare le persone ca-
paci di farlo, ma ci è riuscito. E per il futuro pen-
F E R R U C C I O L AV I A N I sa a tirature più aperte. Virtuale vs. Reale, 1-1.
212
E.
G.
Volevo
progettare
missili
Poi mi sono
trovato bene
a progettare
lampade
Prima però di dedicarsi alla luce e, per diver- Oltreoceano aiutano a intuire chi fosse e cosa
so tempo, ad altro ancora, Ernesto Gismondi avesse in mente l’ingegner Gismondi: «Era sem-
un pensierino su come mettere a frutto quella pre assolutamente attento a guardare avanti, un
seconda laurea in Ingegneria missilistica con- cultore del sapere innovativo e, per la sua for-
seguita a Roma – la prima era Ingegneria ae- mazione scientifica, un esploratore dei materia-
ronautica a Milano – doveva averlo ben fatto. li», con cui ha sempre intrattenuto un rapporto
«Questo è lui che stringe la mano a Wernher von importante. «La prima volta che mi ha portato
Braun (il papà del programma spaziale america- in Artemide», ricorda Carlotta, «mi ha detto:
no, nda), che gli ha fatto anche la dedica», dice “Devo farti vedere una cosa”. C’era una pressa,
Carlotta de Bevilacqua, sua consorte – e ben più una torre alta 14 metri; per farla entrare aveva-
– per 35 anni, indicando una foto nello studio, no scoperchiato il capannone. È sceso un unico
sempre lo stesso, in Artemide, a Pregnana Mi- stampo che in un solo gesto ha dato forma alla
lanese, vista autostrada A4, l’azienda della “luce sedia Selene, uno dei tanti vendutissimi pezzi di
umana e responsabile”, da lui fondata e diretta Magistretti allora prodotti da Artemide. C’erano
fino alla scomparsa, lo scorso dicembre. «Era sbaffi e pelucchi, andava rifinita. Ma lì ho capito
appena laureato. Nel 1960 prese l’aereo e andò la sua emozione nel trasformare la materia in
negli Stati Uniti. Secondo lei mio marito ci an- una soluzione».
dava in nave?». La storia è nota: l’incontro nel La questione stava tutta nell’avere sempre
1959 tra l’ingegnere e l’architetto Sergio Mazza un focus, una misura verso il futuro, senza mai
che danno vita con un piccolo capitale allo Stu- abbandonare la ricerca. «Milano in questo ha
dio Artemide. L’espansione è stile big bang: oggi sempre avuto la capacità di trovare la sintesi dei
nelle cinque unità produttive sparse tra Europa e saperi». Non è un caso che Gismondi e Giulio
Oltreoceano (più due fornaci) lavorano oltre 750 Castelli (Kartell) fossero entrambi ingegneri –
dipendenti, di cui 60 in attività di R&S, e sono nonché grandi amici. «All’inizio Artemide fa-
quasi 100 le nazioni in cui Artemide è distribu- ceva tutto, anche le maniglie; nei cataloghi trovi
ita. Ma torniamo alla trasvolata, perché già le specchi, mensole, tavoli, sedie, fioriere, porta-
modalità, la meta e gli incontri di quel viaggio asciugamani. Persino orologi, come il Tantalo
L’età
della plastica
in alto Sedia Gaudí (1971) e tavolo
Stadio (1970), entrambi disegnati da
Vico Magistretti. a fianco , da sinistra
Sedia Selene (1969), sempre di Ma-
gistretti, e libreria componibile Do-
dona 300, progetto di Ernesto Gi-
smondi (1970). Il tavolino impilabile
Elena nei tre colori proposti, design
Vico Magistretti (1970).
216
STO R I E
Tutto
cominciò così
Le copertine di due dei primi catalo-
ghi di quello che si chiamava ancora
Studio Artemide. Al debutto le luci
in produzione erano sei. Il fotografo
delle immagini per la pubblicazione
d’esordio fu lo stesso Gismondi. La
prima sede con annesso laboratorio
artigiano era in via Moscova, ma già
dopo pochi anni si spostava in via
Canova, dove ancora oggi si trovano
alcuni uffici. La prima lampada Alfa,
disegnata da Sergio Mazza nel 1959,
è tuttora in produzione.
sopra Ernesto Gismondi con Ettore Sottsass in treno verso Venezia, anni ’80. Destinazione, la fornace di proprietà in cui
Artemide realizzava le parti in vetro delle sue luci e dove venivano soffiati i vasi di Memphis. pagine precedenti Gismondi
ritratto da Elliott Erwitt con la luce Ilio da lui progettata (2013). L’imprenditore è scomparso lo scorso 31 dicembre.
di Sapper, ancora bellissimo». Sempre sfidante, subito tutti importanti, nei quali ha condivi-
Gismondi. «Ha sempre avuto una grandissima so delle prospettive, assumendosi dei rischi.
passione ad aprire. Agli incontri, ai progetti. «Era sfidante. Anche con me». Torna in mente
“Proviamo”, diceva, “se va…”». Non era però un l’inserzione pubblicata nel 2004 da Enzo Mari
azzardo, ma un gesto di ragione e, più che sen- (che con Artemide aveva realizzato il sistema
timento, passione per il lavoro e per la vita. Mai Aggregato) su Domus per la ricerca “disperata”
avuto pentimenti l’ingegnere, avrebbe rifatto di un giovane imprenditore: “Un buon progetto
tutto, lo diceva sempre. Quanti progetti aveva richiede l’alleanza appassionata di due persone:
realizzato negli anni (anche) della plastica che un soldato dell’utopia (il progettista) e una tigre
poi era resina ABS. Cominciava, in quegli anni del mondo reale (l’imprenditore). È sempre la
degli stampi, la produzione democratica, cioè tigre, se vuole, che consente la realizzazione di
l’offerta di prodotti di qualità disegnati da gran- almeno un frammento di utopia. Oggi le tigri
di nomi e con prezzi accessibili. «La libreria sembrano estinte”.
componibile Dodona è un progetto che amava L’amicizia con il soldato Ettore Sottsass e
molto. Per la prima volta, grazie alla progetta- il fondamentale sostegno dato all’avventura
zione supportata dalla tecnologia produttiva di Memphis sono un bell’esempio di come la tigre
nuova generazione la gente poteva organizzare ingegnere sapesse stare nel tempo riuscendo a
da sé gli spazi domestici». È l’unione tra una progettare il domani, a intuirlo. Ma qui siamo
visione innovativa tecnologica e ingegneristica, già avanti negli anni, quando ormai Artemide
un preciso modello di business e la capacità di aveva virato definitivamente verso il mondo
coinvolgere da subito le menti più belle della della nuova luce, oltre la lampadina a incande-
cultura del progetto, cioè gli architetti. «Lo im- scenza. «Artemide faceva già luci. Continuava
magino quando andò da Gio Ponti; avrà suo- a fare quello che sapeva già fare benissimo». La
nato il campanello e “buongiorno mi chiamo spinta definitiva era venuta prima con la crisi
Ernesto Gismondi, posso vedere l’architetto?”. petrolifera e l’aumento dei costi dei materiali
Era fatto così». Gli incontri, ecco, dall’inizio di sintesi, poi con l’avvento delle fluorescenze
217
ARCHITECTURAL DIGEST
L’uomo che
fece l’impresa
L’innovazione tecnologica è uno dei
fiori all’occhiello di Artemide, che
per questo vanta numerosi brevetti
di invenzione per le innovazioni tec-
nologiche, meccaniche e optoelet-
troniche sviluppate (33 negli ultimi
5 anni, più di 80 quelli attualmente
detenuti). Negli scatti in basso, Gi-
smondi nella sede di Pregnana Mi-
lanese con alcuni degli specialisti
del centro ricerche in un reportage
firmato sempre da Elliott Erwitt.
qui sopra Carlotta de Bevilacqua ed Ernesto Gismondi davanti al loro doppio ritratto firmato da Michelangelo Pisto-
letto. Al soffitto, la sospensione Nur disegnata da Gismondi nel 2007: la forma a parabola ottimizza il flusso luminoso
verso il basso, mentre l’emissione indiretta (dalla calotta superiore) assicura un’illuminazione generale dell’ambiente.
e dell’elettronica. «Aveva capito che la luce non Metacolor, la Ilio, la Discovery (Compasso d’o-
è una linea estetica, ma un’energia per gli spazi ro 2018), i progetti per il catalogo architectural,
della nostra vita. La sua passione è sempre stata l’outdoor: sono il “linguaggio” sempre anticipa-
quella di trasformare quell’energia». Così, c’è il tore dell’ingegnere. Come in anticipo erano per
Gismondi illuminato imprenditore, ma anche esempio la piccola Tholos da tavolo, una delle
il Gismondi designer. «Per lui il progetto era prime luci a basso voltaggio e con il proietto-
tutto nella possibilità di utilizzare nello spazio re liberamente orientabile perché in cima a un
qualcosa e orientarlo a piacimento per fare luce robusto snodo flessibile; o la Microlight, per il-
ovunque: in casa, in ufficio... Aveva la capacità luminare unicamente la tastiera del computer.
di prendere degli elementi meccanici e trasfor- Essenziali, ma con un guizzo di ironia a ricor-
marli in elementi poetici. Non è mai partito dal dare che Gismondi, tigre-ingegnere-imprendi-
disegno, dalla forma. Ha sempre lavorato su una tore-di-successo, era anche un uomo che nella
bellezza essenziale, industriale, ma anche sulla vita sorrideva e spesso. Come quando celiava su
percezione delle superfici, sul colore». come venne scelto il nome dell’azienda. «Arte-
La luce, insomma, per lui non era mai as- mide, sì, la dea della luna crescente (lasciamo
senza, ma presenza fisica affinata con un conti- stare la caccia). Allora, così Ernesto la raccon-
nuo lavoro di sottrazione. «Questa relazione tra tava: quando cercavi sull’elenco del telefono,
presenza e luce era il frutto della sua visionaria alla voce “luce” trovavi solo Azucena di Caccia
capacità di sintesi». Togliere materia, non emo- Dominioni. E lui diceva: “Bisognava inventare
zione è stata la scommessa fatta e vinta anche un nome che venisse prima in ordine alfabeti-
con la sospensione Nur (2007). «Non ha mai co...”. Che sia vero o meno», conclude Carlotta
distinto tra un prima in cui pensava una cosa de Bevilacqua, «è comunque la dimostrazione
e un poi in cui si chiedeva come realizzarla. La che con la cultura si può anche giocare, dunque
Nur è semplicemente un’ottica ingigantita che un segno di grande intelligenza, oltretutto unito
si basa su un calcolo perfetto e al contempo si a una visione molto pragmatica della vita, del
impone nello spazio. Il tutto, realizzato con una lavoro». E poi, in fondo, tutti e due, l’ingegnere
tornitura in lastra, francescana». Poi ancora la e l’architetto, venivano dal classico. ○
218
STO R I E
Gismondi
progettista
sopra , dall ’ alto Metacolor (2001),
con sorgenti RGB che consentono,
attraverso un telecomando, di otte-
nere infinite atmosfere di luce colo-
rata. Lampada da tavolo Microlight
(1999), per illuminare la tastiera del
computer senza disturbare la vista.
a sinistra Sintesi, luce da tavolo pro-
dotta per tutti gli anni ’70 e decli-
nata anche come luce de terra, da
Guy Bouchet
219
ARCHITECTURAL DIGEST
ENGLISH
TEXTS
P. 1 3 6
Surrounded by the city, an enclave of Umbertine bu- (The emeritus Alessandro Albani built and adorned it /
ildings near Villa Borghese, just outside Porta Salaria. Prince Alessandro Torlonia restored and embellished).
After the solemn gate, the magic of an archaeological si- For generations, Villa Albani has been Rome’s best-
te. An endless avenue, then an Italian garden. The par- kept secret, a sort of legend hidden behind veils of pri-
terre is like a green carpet between the villa and the se- vacy. Some Alinari photographs dated from the late 19th
micircular Kaffeehouse, with sculptural relics. Boxwo- century to the 1930s bear witness to its unique splendor.
od basking in the sun, grottos and fountains. Pines and The villa has remained incredibly intact thanks to the ef-
cypresses, hints of wisteria. Obelisks, urns, columns, forts of the Torlonia family, which took over its ownership
huge porphyry cups to quench the thirst of gods and in 1866. Some Romans still recall the Easter egg hunts
giants. You feel like Abbé de Saint-Non, Goethe or Ga- for children organized by Don Alessandro Torlonia, Prin-
vin Hamilton, strolling in this surreal setting, a cross ce of Fucino, who died in 2017, on the formal parterre
between Pannini, Piranesi and the visionary pre-Ro- between the villa and the semicircle of the Kaffeehaus.
mantic painting of Hubert Robert. Now a book published by Rizzoli International, with pho-
The book Villa In 1747 the cardinal Alessandro Albani, nephew of tographs by Massimo Listri and essays by scholars su-
Albani Torlonia, Pope Clement XI, commissioned the construction of Vil- ch as Salvatore Settis and Carlo Gasparri, Alvar Gonzál-
The Cradle of
la Albani to Carlo Marchionni, who finished the work ez-Palacios and Raniero Gnoli, opens the doors of Villa
Neoclassicism, with
images by Massimo 15 years later. Soon the villa, less a residence than a Albani, revealing the treasures inside.
Listri (below), will true museum overflowing with classical, mostly Roman Alessandro Albani was considered the greatest
be published by
Rizzoli in May. sculpture, but also rare Greek originals and paintings of European “antiquario” of his day. He continued to buy
different eras, became a must for travelers on the Grand and sell trouvailles until his death in 1779. In March
Tour, artists and literati, monarchs and aristocrats visi- 1757, Winkelmann remarked that he was a peerless
ting Rome. Johann Joachim Winkelmann, the cardinal’s patron, ready to pay handsomely for what he desired.
librarian and curator, lived here in small rooms offered Another close collaborator was the sculptor and re-
by his patron in the “Casina del biliardo”. The park fe- storer Bartolomeo Cavaceppi, called on to repair re-
atures smaller buildings and picturesque folies. Win- liefs and statues. Cavaceppi reassembled and reinter-
kelmann, theorist of neoclassicism, had come to Rome preted various fragments, reviving classical vestiges.
from Germany, where he was born in the remote town After the death of cardinal Albani, his heirs were
of Stendal. He wrote: «There are houses and palaces in forced to sell the property, with its echoes of an un-
Rome that surpass in beauty those of all the rest of Italy. precedented cultural era. The late Baroque architectu-
The loveliest building of our time is the Villa of Cardinal re is tempered by neoclassical taste in the façade, set
Alessandro Albani, and its hall can rightfully be said to on a loggia at ground level punctuated by mascarons,
©Fondazione Torlonia
be the most magnificent in the world». sarcophagi and large marble works. The relics are di-
The inscription in bronze characters on the front of splayed along precise emotional pathways. The col-
his monument here sums up the history of the building: lection is still nearly intact. Of its 1500 pieces, 500
“Alexander Albani vir eminentissimus instruxit et orna- were selected to be sent to Naples during Napoleonic
vit/Alexander Torlonia vir princeps in melius restituit” rule, though only 150 were shipped. Other works were
220
ENGLISH TEXT
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New worlds
Young talents create 100% digital images of (im)possi-
ble landscapes. A revolutionary art in the making
Words Ruben Modigliani
221
ARCHITECTURAL DIGEST ENGLISH TExTS
P. 2 1 4
re, the form emerged for the Selene chair, one of the PUBLISHED UNDER LICENSE OR COPYRIGHT COOPERATION
Australia: GQ , Vogue, Vogue Living
bestselling items by Magistretti still produced by Ar- Bulgaria: Glamour
temide. It needed finishing, but right there I understo- China: AD, Condé Nast Center of Fashion & Design, Condé Nast Traveler,
GQ , GQ Style, Vogue, Vogue Film, Vogue Me
od the thrill of transforming matter into a solution». Czech Republic and Slovakia: La Cucina Italiana, Vogue
It was no coincidence that Gismondi and Giulio Germany: GQ Bar Berlin
Greece: Vogue
Castelli (Kartell) were both engineers. «At the start Ar- Hong Kong: Vogue
temide made everything, even handles; the catalogues Hungary: Glamour
Iceland: Glamour
show mirrors, shelves, tables, chairs, planters. Even Korea: Allure, GQ , Vogue
clocks, like the Tantalo by Sapper». Over the last de- Middle East: AD, Condé Nast Traveller, GQ , Vogue, Vogue Café Riyadh, Wired
Poland: Glamour, Vogue
cades the company concentrated on lighting, definiti- Portugal: GQ , Vogue, Vogue Café Porto
Romania: Glamour
vely spurred on by advances in lighting technologies. Russia: Tatler Club, Vogue Café Moscow
«Gismondi understood that light is not an aesthetic li- Serbia: La Cucina Italiana
South Africa: Glamour, Glamour Hair, GQ , GQ Style, House & Garden,
ne, but an energy for the spaces of our lives. His pas- House & Garden Gourmet
sion was always to transform that energy», Carlotta de Thailand: GQ , Vogue
The Netherlands: Glamour, Vogue, Vogue Living, Vogue Man, Vogue The Book
Bevilacqua concludes. Turkey: GQ , La Cucina Italiana, Vogue
Ukraine: Vogue, Vogue Café Kiev
Direttore Responsabile: Emanuele Farneti. Copyright © 2021 per le Edizioni Condé Nast. Registrazione
del Tribunale di Milano n. 98 del 7.3.1981. La Edizioni Condé Nast S.p.A. è iscritta nel Registro degli
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[omissis]
Il Giudice, a scioglimento della riserva assunta all’udienza del 27 febbraio 2020:
1. inibisce a Oikos S.p.A. l’uso in qualsiasi forma del segno distintivo
“Decorpaint”;
2. determina in € 200,00 la penale per ogni violazione accertata a decorrere
dalla data in cui il presente provvedimento diventa definitivo;
3. dispone la pubblicazione del presente provvedimento, a cura di parte
ricorrente e a spese della resistente, per una volta con i nomi delle parti in
grassetto e a caratteri doppi del normale, nel quotidiano Il Resto del Carlino
e nel magazine AD, oltre che nell’homepage del sito ufficiale della convenuta;
4. condanna la resistente al pagamento delle spese di lite a favore delle ricorren-
ti in solido che liquida in € 4.000,00 per compensi, oltre spese generali, iva e
cpa come per legge.
Si comunichi.
Bologna, 4 aprile 2020
Il Giudice
Antonella Rimondini
FROM CHALLENGE TO CHANGE: È ORA DI AGIRE
U N E V E N T O D I G I TA L E A P E R T O A T U T T I
1 5 a p r i l e 2 02 1 v a n i t y f a i r. i t # v a n i t y f a i rg re e n
ARCHITECTURAL DIGEST I n v E n TA R I o
In anteprima, la nuova stagione del design. Le forme classiche e i grandi progettisti del ’900.
Ma anche storie indipendenti, ispirazioni che nascono da un racconto o dalla natura stessa.
Arredi che riflettono lo spirito del tempo attuale, mutevole, flessibile e pronto al cambiamento
A cura di Francesca Santambrogio. Testi di Umberta Genta. Illustrazioni di Chiara Terraneo
INVENTARIO
PREVIEW
Illulian
SPAZIO-
TESSILE
Realizzato a mano e personaliz-
zabile, il tappeto Chirico attinge
alle illustrazioni architettoniche
dell’interior designer Charlot-
te Taylor: nasce così una sceno-
grafia tessile articolata su volu-
mi e giochi prospettici dal sapore
postmodernista.
Chirico
FontanaArte
SAGOME
Un arco sbilanciato, inaspettatamente proteso
in avanti, culmina in una sfera luminosa: è Ali-
canto, la lampada da terra che l’architetto Fran-
cesco Librizzi ha progettato per la storica azien-
da di illuminazione. Stabile ma leggera come
OP-Fot per FontanaArte
226
ARCHITECTURAL DIGEST I n v E n TA R I o
Molteni
60 ANNI DOPO
A rendere Gio Ponti il capofila dei designer italiani del ’900
c’è stata anche la sua capacità di dare voce a nuovi trend:
come quando nel ’54 progetta l’innovativa sedia Round
(D.154.5): ergonomica, assemblabile e rivestita in Vipla
(materiale plastico che sembra pelle). Il progetto di riedi-
zioni Heritage Collection di Molteni&C, in collaborazione
con i Ponti Archives, rilancia questa icona, personalizza-
bile con tessuti e pellami esclusivi.
Round
Porro
STANZE
MODULARI
Il desiderio di abitare spazi sem-
pre più fluidi è interpretato dal
marchio con gli elementi com-
ponibili della collezione 2020-21.
Protagonista assoluto il sistema
di armadi e cabine Storage, fir-
mato Piero Lissoni + CRS Porro.
L’ode alla leggerezza.
Storage
227
Maxalto
CLASSICO
CON BRIO
Tra i nuovi arredi della collezione Heritage Per-
spectives, firmata per Maxalto da Antonio Cit-
terio, lo scrittoio Max (124 x 50/90 cm) è il ri-
tratto contemporaneo del secretaire. Un clas-
sico ripensato attraverso linee essenziali e fi-
niture innovative, come il legno wengé lascia-
to al naturale.
Max
Cappellini
CON GARBO
Forme curvate dall’effetto mi-
nimalista: la sedia in massello di
frassino Hiroi, ultima creazio-
ne del duo ceco di designer Ma-
ˇ arre-
ˇ Janský e Cyril Dundera,
tej
da con eleganza disinvolta diver-
se tipologie di ambiente.
Hiroi
228
Carl Hansen & Søn
BEI SOGNI
La tradizione del brand danese in-
contra lÕesperienza nel campo dei
materassi della svedese Dux: na-
sce il letto Børge Mogensen, ispirato
allÕarchivio dellÕomonimo progetti-
sta danese, attivo negli anni Õ50. Il
suo segno distintivo? I cuscini pog-
giatesta cilindrici.
Børge Mogensen
Abrey
Calligaris
A TAVOLA!
L’eleganza del frassino incontra la luce della vetrocera-
mica nel nuovo tavolo da pranzo Abrey firmato Gabriele e
Oscar Buratti. Pensato anche per gli spazi contract, riflet-
te la ricerca dei materiali e delle lavorazioni che distingue
i progetti dello studio di architettura.
ARCHITECTURAL DIGEST
Porada
Diesel Living
COMFORT
RÉTRO
Alessandro Paderni per Diesel
230
Lualdi
PORTE TRA
I MONDI
La gamma Ying proposta dal marchio di porte
di interni riflette la visione cosmopolita di Ste-
ve Leung. L’architetto (con base a Hong Kong)
ha pensato le nuove porte come collegamenti
tra culture: omaggi all’ospitalità italiana e cine-
se – l’ideogramma “Ying” significa “benvenuto”
– abbinano ai colori evocativi di antiche dimo-
re orientali una rivisitazione dell’intarsio geo-
metrico “sŭn măo”.
Ying
Douglas
visionnaire
OPERA TOTALE
L’evoluzione del divano? Una zona relax attrezzata:
il sistema modulare Douglas di Alessandro La Spada
incorpora nella struttura una console e un tavolino.
231
Novamobili
NOTE
DOLCI
La sedia: una delle sfide più ardue per un pro-
gettista. Forse più di tutti, è l’arredo che rispec-
chia le epoche che attraversa. Per il brand ve-
neto, Matteo Zorzenoni ha disegnato la nuo-
va Navy Tub (sorella della Navy) come la prota-
gonista trasversale di un tempo in cui il décor
aspira alla flessibilità. Aggiungendo una nota
di dolcezza: la struttura decisa supporta una se-
duta morbida e avvolgente.
Navy Tub
Stark
Zanaboni
COMFORT ZONE
Disponibile a tre o a due posti, o anche in versione
poltrona, il divano Stark abbina a una struttura clas-
sica dettagli dinamici: braccioli a ventaglio e lavora-
zione capitonné sullo schienale.
232
Turri
IN VISTA
La credenza e vetrina della colle-
zione Pinnacle accoglie il corre-
do della mise en place, ma è anche
una teca preziosa dove esporre
collezioni e oggetti del cuore. La
firma Huang Quan aggiungendo
un tocco di estrosità: fianchi e an-
te laterali rivestiti in pelle.
Pinnacle
Modulor
Rimadesio
FINITURE
INFINITE
Dal sodalizio progettuale tra l’architetto Giu-
seppe Bavuso e il brand, sono nati nuovi siste-
mi di storage-guardaroba per la boiserie compo-
nibile Modulor, un cavallo di battaglia di Rima-
desio in continua evoluzione. Centocinquantot-
to i rivestimenti possibili per le ante, tra cui le
inedite finiture in vetro diamante (nell’imma-
gine): una piacevole texture al tatto, impercet-
tibilmente frastagliata.
ARCHITECTURAL DIGEST
Flexform
A MANO
La nuova componente della gamma di poltrone
Tessa disegnata da Antonio Citterio conserva la
struttura semplice ma robusta delle preceden-
ti versioni, portando nella famiglia un tocco di
brillantezza e matericità: realizzata in elementi
in mogano lucido lavorati a mano, è frutto, co-
me il resto della serie, di un savoir-faire artigia-
nale che culmina nell’inaspettata lavorazione
a punto croce che decora lo schienale in cuoio.
Tessa
Scavolini
GIOCHI
DI LINEE
C’è tutto il know-how di Scavo-
lini e dell’architetto Vittore Nio-
lu in Formalia, una collezione di
complementi d’arredo per la cu-
cina, il living e lo studio. Fil rouge
della serie le ante sagomate con
la maniglia in metallo, dettaglio
grafico che crea movimento.
Formalia
I n v E n TA R I o
Paolo Castelli
UN CHE
DI ETEREO
Dal vetro di Murano che si spo-
sa con l’oro e il metallo, prendo-
no vita le lampade da muro della
collezione Inspiration (nella foto,
da sinistra): Golden Cloud Wall,
Golden Disc Wall e Labilis Wall.
Golden Cloud Wall, Golden Disc Wall e Labilis Wall
CON ARMONIA
Un gioco di volumi cadenzato da forme cilindriche di vari materiali, colori e
dimensioni forgia la base scultorea del tavolo Silo con piano in vetro fumé:
un progetto di Maurizio Manzoni proposto da Roche Bobois per dare un se-
gno forte di arredo, ma creando un’atmosfera intima e vellutata.
235
ARCHITECTURAL DIGEST
Riflessi
CAMBIA
IL TEMPO
«Una forma inedita di adatta-
mento»: così il brand presenta il
tavolo Square con piano brevet-
tato, nato per gli spazi che richie-
dono flessibilità. Effetto marmo
o legno certificato FSC®.
Square
Morelato
BALENE
Nessun dubbio: lo schienale a coda di balena
della poltroncina Moby Dick si ispira proprio al
grande romanzo di Herman Melville. L’idea?
«Creare un elemento d’arredo iconico e forte-
mente narrativo», spiega il suo creatore Libero
Rutilo, che dà così vita a uno stile unico e forte-
Moby Dick mente riconoscibile.
236
Poltrona Frau
DOPPIA FACCIA
Eleganti e multitasking, emergono nel décor i mobili ambivalenti, che celano
e svelano al contempo, suddivisi in più corpi dai materiali eterogenei. Come
la doppia credenza della serie Mi, firmata per il marchio dal duo Neri&Hu:
soluzione arredativa non convenzionale, che trae ispirazione dal duplice
significato (“cercare” e “segreto”) del nome cinese “Mi”.
Mi
Moretti Compact
GIORNI
E NOTTI
Un mix di contemporaneità e
tradizione: le camerette della col-
lezione Vogue abbinano all’intra-
montabile anta a telaio palette
decise ed elementi modulari che
accompagnano la crescita.
Vogue
237
ARCHITECTURAL DIGEST
Driade
L’ENIGMA
Inusuale mobile contenitore, o
scultura dal carattere enigmati-
co? Con Hidalgo sembrerà di tro-
varsi in un quadro surrealista.
Con apertura push-pull, l’ester-
no è declinato in diverse finiture
lignee, mentre la versione sfuma-
ta (nell’immagine) è verniciata.
Hidalgo
Poliform
GENTLEMEN Le Club
Una linea continua e flessuosa disegna una seduta accogliente in cui spro-
fondare nei momenti di relax: rivestita in pelle o tessuto, la poltrona Le Club
di Jean-Marie Massaud è un mix di tradizione artigianale e avanguardia tec-
nologica. Il suo ideale di comfort e le forme generose si ispirano, reinter-
pretandole in chiave contemporanea, alle poltrone dei gentlemen’s club.
238
I n v E n TA R I o
Cantori
IN EVIDENZA
Allure elegantemente rétro illuminata da un dettaglio dinamico: eleganti
semisfere a rilievo applicate sulle ante metalliche del sideboard progettato
da Luca Roccadadria per la collezione Melody del brand.
Melody
Reflex
CERCHI
D’ACQUA
Per celebrare i primi trent’anni
del brand specializzato in arre-
di di cristallo, Luciano e Riccar-
do Lucatello hanno dato origine
al tavolo Murano in vetro massic-
cio. Realizzato in edizione limita-
ta, la sua base a clessidra ricrea i
disegni orografici di una collina,
mentre il piano richiama il dolce
movimento dei cerchi nell’acqua,
sfumando dal grigio al blu.
Murano
239
ARCHITECTURAL DIGEST L ’ U LT I M A P A G I N A
SEMPRE
DI RUMAAN ALAM
Quando vivevamo in quella casa, nevicava sempre. La ca- Mi è sempre piaciuto avere una casa ordinata, così mi occu-
sa era calda ma io avevo sempre freddo a causa di tutto quel pavo di quello, raddrizzando i cuscini, innaffiando le pian-
bianco al di là di tutte quelle finestre. Ho sempre cucinato – te stordite dall’inverno nei vasi di terracotta scheggiati.
pane con semi di cumino, crostate con la marmellata – per- Pulivo lo specchio del bagno sporco di dentifricio, usan-
ché il forno, e tutto quell’impastare, mi riscaldava. do sempre una pagina accartocciata del giornale, senten-
Ho sempre avuto problemi a dormire perché la luce del- domi virtuosa ed eco-consapevole.
la luna rimbalzava su tutta quella neve ed entrava in casa at- Ti è sempre piaciuto fare passeggiate, dopo il lavoro,
traverso tutte quelle finestre. Mi alzavo dal letto, magari mi ma io non ho mai voluto arrancare in tutta quella neve, e
mettevo a leggere un libro; a quell’epoca leggevo sempre i sarei capace di passare giorni senza uscire di casa. Mi hai
romanzi di Anita Brookner, che per fortuna ne ha scritti sempre detto che questo non mi faceva bene. Tu ti avven-
tanti. La mattina mi sentivo sempre un po’ intontita. turavi fuori, irritato e – sempre sentendomi in colpa – io
Tu volevi sempre uova per colazione; io non volevo preparavo una bella cena, usando panna, pepe nero for-
mai niente. Ma io cucinavo sempre, e lavavo i piatti, e tu, te, molto limone.
così operoso, ti immergevi nella tua giornata. Io allora Quando litigavamo, era sempre teatrale: urla, qual-
facevo una doccia, e mi mettevo a girovagare per la casa, siasi cosa fosse a portata di mano scagliata sul parquet
senza pensare a niente, forse solo a come rovinare tutta con rabbia. Facevamo sempre pace, e ci sdraiavamo in quel
quella neve, che ero arrivata a odiare. letto enorme, la camera da letto illuminata da tutta quella
A pranzo mangiavo sempre una zuppa, e magari il pa- neve fuori da tutte quelle finestre, la mia mano che ti acca-
ne che avevo preparato, spalmato di burro e sale. Legge- rezzava la fronte come un genitore con un bambino febbri-
vo il giornale, e finivo sempre per andare alla sezione dei citante. Parlavamo sempre di dove saremmo potuti andare
Illustrazione di Manuele Fior
viaggi o delle vendite immobiliari, immaginando un’al- a vivere per essere felici, un appartamento a Copenhagen o
tra vita, un altro posto, un’altra persona, quella che avrei New York, una casa di pietra in Italia dove ci sarebbe stato
potuto essere. Ed ero sempre un po’ delusa di me stessa. sempre il sole e la vita sarebbe stata diversa.
Rumaan Alam è autore del romanzo Il mondo dietro di te (La nave di Teseo), finalista al National Book Award
e best seller del New York Times. Dal libro, Netflix sta realizzando un film con Denzel Washington e Julia Roberts.
240
APRILE
2021
# A R G O CO L L ECT I O N
D E S I G N E D BY LU D OVI CA + R O B E RTO PA LO M B A
ARCHITECTURAL DIGEST INTRO
Storie
58 I L S E G N O D I R U S S E L L
Geometrie di verde, la vista fino
al Po, le Alpi in fondo: un giar-
dino che porta la firma di Page
78 I L S O G N O
NON-FINITO
Uno scrittore racconta eresia,
allegorie e misteri nella Scar-
zuola di Tomaso Buzzi Il sogno non-finito, pag. 78
Speciale
Case
Cover di Laura Villa Baroncelli. Gianni Basso/Vega Mg, Francesco Dolfo, courtesy Studio Rondinone
46 N E L N U L L A 68 U N A S T O R I A
A un primo sguardo sembra so- DI INTRECCI
lo deserto. Ma il Joshua Tree In Provenza, un hôtel particu-
National Park ha una natura lier in cui, per un secolo, gli ar- 93 I N V E N TA R I O
esorbitante. Che ha trasmesso tigiani hanno lavorato il vimini. Imbottiti, arredi di design, cu-
la sua energia a una casa fatta E che adesso è diventato il ful- cine modulari, tappeti... Tutte
di sottrazione e lontananza cro di una rinascita locale e un le novità pensate per resistere
posto in cui vivere (bene) agli agenti atmosferici
Galleria
13 DISEGNAMI 25 I L G I A R D I N O 37 L’ I N N O C E N Z A
UN ARCOBALENO D ’ E U R O PA P E R D U TA
Un progetto di Ugo Rondinone La Garden Route italiana La wilderness in mostra
14 L’ O R D I N E 28 I L P R I M O 40 I L PA R A D I S O ,
DEL MONDO SEME PER CA S O
Caruncho, giardiniere-umanista Kengo Kuma a Milano Le selve di Federica Perazzoli
19 U N A T E M P E S TA 31 P R O VA R C I 42 C O M E
I N U N VA S O D I F I O R I È UN OBBLIGO U N A V O LTA
Alle origini del floral design Verde urbano Cutter Brooks nelle Cotswolds
22 T H E B L O O M 34 I N FA C C I A 44 A C I E L O
ECONOMY AL MARE APERTO
Disegnami un arcobaleno, pag. 13 Chi sono i green influencer Su un’isola ad Abu Dhabi Il “cancello” di Rubelli
8
PH BERNARD TOUILLON
H U T BY AT E L I E R L AV I T S H O W R O O M M I L A N O / R O M A / C O R T I N A D ’A M P E Z Z O
V I T E R B O / L O N D R A / PA R I G I / C A N N E S / C O L O N I A
– S H O P O N - L I N E S U S H O P. E T H I M O . I T
ETHIMO.COM
U N A S TO R I A A F U M E T T I
Editor-at-Large
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Segreteria di redazione
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FOTOGRAFIE DI: Gianni Basso/Vegas Mg, Santi Caleca, Francesco Dolfo, Laura Villa Baroncelli
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Padova, c/o Regus Padova Est, Sottopassaggio Mario Saggin 2 - tel. 0285611 - fax 028055716
1. Non avrei mai pensato che mi sarei innamorato di una pianta. Ho vissuto Bologna, c/o Copernico, Via Altabella 17 - tel. 0285611 - fax 028055716
molti anni prima di incontrare quella giusta. / 2. Qualcosa la distingueva Roma, via C. Monteverdi 20, tel. 0684046415 - fax 068079249
da tutto il resto. / 3. Era un po’ ruvida, ma era soltanto una cosa esteriore. Parigi/Londra, 3 Avenue Hoche 75008 Paris tel. 0033153436975
/ 4. Ci vollero molte timide occhiate prima che anche lei cadesse preda
dell’amore. Del resto cosa puoi regalare a una signora che ha già quaranta Redazione: 20123 MILANO — Piazzale Cadorna 5 — Tel. 0285611 — Fax 0285612698
anelli? / 5. Giurai che non l’avrei mai dimenticata. / 6. Cioè, fino a quando
ho incontrato Petunia.
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
Sfumature di verde: una mostra che riporta in auge l’arte effimera del mazzo di fiori, un
designer-filosofo e i suoi giardini minimalisti, la riflessione di uno storico del paesaggio sulla
natura selvaggia nell’arte americana, le selve immaginarie di un’artista contemporanea...
GALLERIA
P R I M A PA G I N A
Disegnami un arcobaleno
Testo di Raffaele Panizza
In questo mondo di previsioni impossibili ce n’è almeno una co- ad altrettanti bambini tra i sei e i dodici anni verranno composti
lorata, di certezza: dal 13 giugno al 1° novembre, che faccia bel- a formare un pannello di settanta metri, per un’azione che nuo-
Courtesy Studio Rondinone
lo o faccia brutto, a Vienna si alzerà l’arcobaleno. vamente – le installazioni Our magic hour e Seven magic moun-
Your age my age and the age of the rainbow è l’installazione tains lo dimostrano – riporta l’iride al centro della ricerca dell’ar-
immaginata da Ugo Rondinone, artista svizzero di base a New tista svizzero.
York, che nei giardini barocchi del Belvedere ripeterà l’esperi- «L’artista è un adulto-bambino che cerca di far somigliare
mento realizzato nel 2017 al Garage Museum of Contemporary il mondo al suo universo interiore», spiega Ugo Rondinone, «e
Art di Mosca. Mille e cento disegni d’arcobaleno commissionati l’arcobaleno è la scala che sa unire la terra al paradiso».
13
ARCHITECTURAL DIGEST
L’ORDINE
DEL MONDO
Testo di Marta Galli
a sinistraNegli anni ’90, in questo giardino a Boca Raton (Florida), Caruncho introduce il cerchio
nella progettazione. sopra Il “gravel garden” dello studio, dove il paesaggista è con il figlio Pedro.
15
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
guato è tutto.
ad: La semplicità è un fine?
fc: Fondamentale. Crediamo che esse-
re semplici dia l’opportunità all’altro Io, giardiniere
di trovare la magia in modo diretto. È
Reflections of Paradise: the Gardens of Fernan-
una strada sulla quale devi sacrificare do Caruncho (Rizzoli New York, 304 pagine, 85 $)
qualcosa. Noi proviamo a non arrivare raccoglie un’antologia di progetti del garden desi-
gner madrileno. 26 creazioni tra commissioni pri-
mai e a fermarci un attimo prima di fi- vate – dalla Nuova Zelanda alla Puglia – e spa-
nire: questa incompletezza lascia all’a- zi pubblici – come i Jardines de Pereda a Santan-
der, in Spagna. Caruncho, che preferisce riferirsi
nima ancora un po’ di ossigeno, quel a se stesso col termine “giardiniere”, è riconosciu-
senso di vuoto che è il desiderio. to per lo stile originale e la sua attività teorica.
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Gate Shade
"The arc as protective statement"
— Nicolas Thomkins
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
UNA TEMPESTA
IN UN VASO DI FIORI
Testo di Marta Galli
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
Nel mondo del floral design si distinguo- e audaci come foglie di cavolo o rami di sa-
no due epoche: ante e post-Constance lice. Incoraggiava spedizioni tra le siepi
Spry. Connie ci arriva per caso. Ha 43 an- a caccia di materiale per le composizioni.
ni quando apre il negozio Flower Decora- «Segui la tua stella», era il suo motto, «sii
tion. Nel ’37 si occupa del décor floreale originale se vuoi e non esserlo se non ti
per il matrimonio di Wallis Simpson col va». Con la stessa libertà e assenza di pre-
duca di Windsor – Cecil Beaton fa le foto, giudizio, Connie viveva. S’era allontanata
Schiaparelli l’abito –, nel ’53 dell’incoro- dal primo matrimonio; era passata dall’es-
nazione di Elisabetta II, occasione in cui sere educatrice a guru del glamour, autri-
presenta il famoso “coronation chicken”: ce di libri e vasi da collezione; a un certo
poiché nel frattempo ha esteso la sua in- punto avrà negozi in America e decine di
sopr a Pioniera nella vita professionale e in fluenza alla cucina. dipendenti. Si aggiunga la relazione con
quella privata, Spry nasce Fletcher (1886, Der-
by). Prima importante commissione è il display Oggi il Garden Museum le dedica una la pittrice Gluck, di cui rimangono rare-
nel negozio di profumi Atkinsons in Old Bond mostra curata da Shane Connolly, anche fatti bouquet dipinti.
Street, Londra, nel ’29: i tableaux fioriti in vetri-
na, non convenzionali e teatrali, fanno scalpore. lui floral designer (ma contemporaneo) Un aneddoto la dice lunga sul suo spi-
della famiglia reale. «Spry non aveva pre- rito d’avanguardia – era solita allestire fio-
concetti o regole», commenta. Nella prati- ri per il duca di Kent, il quale, un giorno,
ca, questa donna di modeste origini ha de- le chiese: «Sarebbe possibile rimuovere il
mocratizzato l’arte floreale, combinando cavolo? Mia madre viene in visita; temo
varietà classiche e scelte botaniche inedite non capirebbe».
Ritratto Getty Images, courtesy Harriet Parry, courtesy Nue Paris, courtesy Emily Thompson
H A R R I E T PA R R Y CL AIRE BOREAU E M I LY T H O M P S O N
Il suo stile giocoso e teatrale è infuso di sense of Emozioni e ricordi danno forma alle creazioni del- I suoi fiori sono arrivati fino alla Casa Bianca.
humour e dettagli sorprendenti. Con studi arti- la floral stylist francese fondatrice di Nue, che Questa “fleuriste sauvage” newyorkese con for-
stici alle spalle, questa floral designer londinese mescola senza regole fiori freschi e secchi e spe- mazione da scultrice ama le giustapposizioni ma-
concepisce ogni composizione come una scultu- cie botaniche neglette. All’effetto naturalistico teriche e il verde selvatico, con cui dà vita a com-
ra effimera, dal carattere surrealista. preferisce talvolta quello puramente poetico. posizioni drammatiche che celebrano la natura.
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
JANE PERRONE
MORG AN D OANE
@houseplantclub @j.l.perrone
L’account nasce dal sodalizio tra due gre- Appassionata di piante da appartamento,
en instagrammer di peso: @cleverbloom è la Gardening editor del Guardian, non-
(Erin Harding) e @plantingpink (Morgan ché autrice del seguitissimo podcast Sow,
Doane). Insieme hanno scritto il bestsel- Grow, Repeat. Posta consigli su qualun-
ler How To Raise A Plant And Make It Lo- que argomento “verde”, dalle lumache alle
ve You Back. Hanno 1 milione di follower. piante grasse. Ha 13.200 follower.
THE BLOOM
dall’angolino tranquillo che occupava sui
social agli onori (e ai numeri) del mainstre-
am: occuparsi dei gerani o far crescere una
ECONOMY
pianta di pomodori, sia pure in due metri
quadrati di balcone, è diventata un’attività
primaria, tanto che l’hashtag #plants con-
ta oggi oltre 40 milioni di post. Il Plant Co-
Zappano, seminano e postano foto di foglie, fiori, aching comprende gli account e le pagine
ortaggi: benvenuti nell’era dei green influencer web che si occupano di verde, con consigli
pratici, ma anche suggerimenti su una vi-
Testo di Elena Dallorso ta migliore. Grazie alle piante, e al digitale.
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
Oltre 200 parchi, labirinti, orti botanici aperti al pubblico: un’Italia in cui natura e architettura
sembrano nate dalla stessa mano è mappata (e resa accessibile) dal progetto Garden Route
IL GIARDINO D’EUROPA
Testo di Gaia Passi
Per secoli l’Italia è stata considerata “il ovunque nel nostro Paese, si possono am-
giardino d’Europa”: tappa obbligata del mirare rigogliosi parchi storici, orti bota-
Grand Tour – come narrano i racconti di nici, intricati labirinti sorti intorno a ville,
Courtesy Il Biviere
Goethe, Stendhal, Twain –, era amata dai castelli e palazzi. Un patrimonio verde che
sopra Il giardino mediterraneo del Biviere dei romantici per i suoi paesaggi stupefacen- ora è a disposizione di tutti grazie al pro-
Borghese, a Lentini, in Sicilia. Nacque pro-
sciugando un lago all’interno della tenuta agri- ti, in cui natura e architettura sembrano getto Garden Route Italia, il sito realizzato
cola biologica e biodinamica della famiglia. disegnate dalla stessa mano. Ancora oggi, da APGI – Associazione Parchi e Giardini
25
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
26
2M GARDEN IORI ARREDAMENTI EDENPARK VEDETE LA COLLEZIONE
MERATE (LC), 039 508731 REGGIO EMILIA (RE), 0522 558661 FIRENZE (FI), 055 7390158 ORGANIX LOUNGE USANDO
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Come fuori A Milano, lo studio Kengo Kuma realizza uffici che migliorino
la vita di chi ci lavora. Aprendoli alla natura e alla città
così dentro
IL PRIMO SEME
T E R R A Z Z E S U L PA R C O
Orizzontalità esplosa
Z O N A A P E R TA
Accessibilità e trasparenza
La zona del Parco Lambro, a Milano, avrà nel progettare un’architettura in armonia
presto un nuovo landscape: Welcome, con la natura circostante e sensibile all’am-
Feeling at Work sarà un complesso di uf- biente possa contribuire alla città di Mila-
fici biofilici dove, in un’architettura orga- no, nella speranza che il progetto diventi
« V O G L I A M O C H E G L I S PA Z I
Kengo Kuma and Associates
nica e orizzontale (aperta anche ai citta- un primo “seme” per avviare il trend de-
CHE DISEGNIAMO
dini) il tempo che si trascorrerà a lavora- gli uffici verdi. Crediamo che il proget-
ASSOMIGLINO A DELLE
re sarà reso più vivibile. La firma è quella to sia ancora più significativo perché sarà
FORESTE, PER POTER
di Kengo Kuma: «La mia partner Yuki Ike- costruito a Milano, una città che sta impe-
SENTIRE IL RAPPORTO
guchi e io crediamo che il nostro approccio gnandosi da tempo sulla sostenibilità».
C O N L A N AT U R A E L A L U C E »
kengo kuma Testo di Elena Dallorso
28
Vaso RISE - Nature LICORICE / BURGUNDY www.altera.design
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ALTéRA
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
Testo di Alessia Delisi Far diventare sostenibili le città è la priorità del nostro tempo.
Come testimoniano queste innovative esperienze di urban green
PROVARCI
È UN OBBLIGO
A Bangkok, dove piogge torrenziali alter- in atto integrando nella propria architet-
nate a siccità sono l’effetto più devastan- tura le tecniche tradizionali di coltura del
te di un’urbanizzazione incontrollata, la riso. Come? La vegetazione trattiene in-
Thammasat University ha convertito il genti quantitativi d’acqua, che così non fi-
proprio tetto (22.000 metri quadrati) in niscono a terra, e in più crea un giardino
una fattoria urbana, la più grande di que- pubblico lussureggiante, spazio multifun-
sto tipo mai realizzata in Asia. Il progetto, zione che produce cibo ed energia.
sottoCompletato nel 2020, il progetto di DROM dello studio Landprocess guidato dall’ar- L’esempio di Bangkok mostra la reale
per Azatlyk Square a Naberezhnye Chelny, in
Russia, comprende una Promenade e una Gre-
chitetta paesaggista Kotchakorn Voraa- utilità dell’impiego del verde in architettu-
en Square con ampio prato. khom, affronta i cambiamenti climatici ra e in urbanistica. Non è un caso isolato:
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
« SE AGGIUNGO A
UN EDIFICIO FOGLIE VERE,
NON DI MARMO, NON SOLO LO
DECORO MA CONTRIBUISCO
A L L E S U E P R E S TA Z I O N I ,
PERCHÉ BLO CCANO
IL CALORE. SONO UNA
P E R S O N A M O LT O P R AT I C A »
emilio ambasz
già da tempo la città di Parigi promuove la uno dei principali portavoce (con James dall ’ alto
Thammasat University Urban Rooftop
Farm, dello studio Landprocess, è la più gran-
realizzazione di tetti-terrazza piantumati Wines) della green architecture, tenta di de fattoria urbana mai realizzata su un tetto in
allo scopo di combattere le isole di calore, dare una risposta favorendo il dibattito in- Asia. 105 metri di altezza per Eden, edificio re-
migliorare la gestione delle precipitazioni terdisciplinare sul tema dell’integrazio- sidenziale progettato da Thomas Heatherwick
a Singapore. Il Depot Boijmans Van Beuningen
atmosferiche e preservare la biodiversità. ne della natura nel tessuto urbano. Non a Rotterdam, dello studio MVRDV: coperto da
Nella stessa direzione vanno molti proget- è sempre facile fare diventare più verdi le alberi, è al centro di un futuro parco urbano.
ti che alla funzione termoregolatrice del- città, ma bisogna provarci. Perché quan-
la vegetazione uniscono quella produtti- do accade gli interventi aggiungono valo-
va di orti e frutteti: la foresta pensata dal- re, aiutano a regolare il clima, contribu-
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
IN FACCIA AL MARE
Testo di Alessandra Laudati
M AT E R I A L I N O B I L I
Primo piano, zona giorno
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Studiopiù International
L’INNOCENZA
PERDUTA
Paradiso perduto. E non è solo Milton. della giovinezza intatta e pura, ci si ritro-
A guardare le piante rigide e allineate co- va in un’esistenza artificiale, allucinata.
me battaglioni, i trattori fumanti, le nuo- «Ammesso che esistano, tali radici», dice
vle nerastre, i campi solcati dalle mieti- Michael Jakob, docente di Storia e teoria
trebbie, lo yeoman (il piccolo proprieta- del paesaggio al Politecnico di Milano e au-
rio terriero americano), conquistatore e tore di Sulla panchina. Percorsi dello sguar-
dissodatore del West, a guardare la natu- do nei giardini e nell’arte (Einaudi), davan-
sopra Winslow Homer, The Last Days of Har- ra americana stravolta, vengono in men- ti alla mostra Our Good Earth all’High Mu-
vest, 1873, xilografia su carta. È una delle ope- te le scansioni della Pastorale americana di seum di Atlanta. Dipinti, incisioni e foto-
re della mostra Our Good Earth: Rural Life and
American Art all’High Museum di Atlanta (dal
Roth: paradiso ricordato – caduta – para- grafie che ripensano il rurale nella cultura
17 aprile al 1° agosto). diso perduto. Quando, archiviato il mito americana degli ultimi due secoli.
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
« G L I S TAT I U N I T I
SI COSTRUISCONO COME
NAZIONE NEL CONFRONTO
C O N L A N AT U R A
S E LVA G G I A , C H E È A L T E M P O
STESSO DISTRUZIONE
E IDEALIZZAZIONE»
michael ja ko b
ad: Lei insegna Storia e teoria del paesag- difficile traduzione dall’inglese che
gio al Politecnico di Milano e in altre un po’ vuol dire natura selvaggia e
università. Che impressione le susci- un po’ rimanda a uno stato d’animo
tano queste opere? tutto umano?
mj: È interessante come nella raffigu- mj: Siamo davanti a una wilderness per-
razione gli Stati Uniti siano ancora, duta. La natura selvaggia è un te-
nell’Ottocento, al traino dell’Europa. ma insieme fondativo e problemati-
Si guardi il gregge di Moran in Sprin- co per l’America. Originariamente è
gtime, che si rifà alla tradizione buco- connessa ai nativi, è attribuita a lo-
lica, si guardi The Last Days of Harvest ro, ai primi abitanti di questa terra.
di Homer, 1873, influenzato da Millet, Dunque è bella ma anche pericolosa.
da Courbet, anche se tratta di un mito E poi gli Stati Uniti si costruiscono
americano, quello del Thanksgiving. come nazione proprio nel confronto
E Benton, che ancora nel 1941 nel raf- con la natura selvaggia, che è al tem-
figurare una trebbiatura e il fumo ha po stesso distruzione e idealizzazio-
forse in mente l’estetica del vapore di ne. La seconda è conseguenza im-
Monet e degli impressionisti. È il pro- mediata della prima, man mano che
blema che aveva avuto la Hudson Ri- la civiltà si spinge verso ovest con la
ver School, cioè la prima scuola pae- ferrovia. La ferrovia porta la città. La
saggista americana: arrivando tar- città trasforma l’ambiente. E alla fi-
di aveva dovuto improvvisare un lin- ne tutta la nazione prende la forma di
guaggio, riprendendolo dagli stan- una immensa città: il grid ortogona-
dard europei. le lungo il quale si dispongono le cit-
ad: C’è qualcosa di soldatesco nella natu- tà americane ricalca la griglia urbana
ra raffigurata qui. Le piantagioni goti- delle vie, ne è la proiezione. Geome-
che di Grant Wood sono stupende ma tria fantastica del nuovo mondo. Ma
inquietanti, sembrano un esercito. anche distruzione della natura.
mj: Guardate quelle piante di granturco, ad: Si ha nostalgia di ciò che è andato di-
sono soldatini! Wood è influenza- strutto.
to dalla fotografia del New Deal, da mj: Una perenne nostalgia nordamerica-
Dorothea Lange. E il New Deal a sua na verso il mondo rurale. Il cowboy e
volta risentiva di un’irregimentazio- lo yeoman sono figure che preferisco-
ne ideologica che altrove era sfociata no avere un contatto con gli animali
nei totalitarismi: il silo eretto, i cam- anziché con gli umani. Non è un ca-
pi ordinati, gli edifici severi. Contem- so che l’ecologia moderna abbia una
poraneamente, in Curry, ecco il con- delle proprie nascite negli USA, dal-
tadino muscoloso e volitivo che emer- la Population Bomb di Ehrlich a Ear-
ge tra le spighe. Negli anni Trenta la th First!: perché sono quelli che si so-
natura americana è totalmente con- no spinti con più disinvoltura nella
trollata dalle macchine. Il fumo ne- distruzione dell’ambiente, ma sono
ro esce dai trattori come fossero ci- stati anche i primi a suscitare una rea-
miniere, con una bellezza inquietan- zione morale di fronte alla cattiva co-
te, brutale. Un processo che vent’anni scienza umana. Dopo che hanno per-
più tardi Leo Marx descriverà in The so la natura primigenia, tentano di
sopra , dall ’ alto
Marion Greenwood, Mississip- Machine in The Garden. recuperarla. E l’arte concorre a que-
pi Girl, 1945, litografia su carta. John Steuart
ad: Se nel giardino trionfa la macchina, sto tentativo. Con i suoi strumenti.
Curry, Our Good Earth, 1938, litografia su carta,
dono dei figli in memoria di Alan R. Liederman. che ne è della wilderness, parola di Che sono i simboli.
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photo:
IL PARADISO,
PER CASO Federica Perazzoli dipinge grandi foreste.
Testo di Laura Leonelli Un Eden personale e onirico dove tra i ra-
mi e le radici si intravedono spesso pic-
cole figure; paesaggi che diventano an-
che tappeti, carte da parati, tende, tessu-
ti (esposti da Nilufar, a Milano e online).
Autobiografia in verde di un’artista.
Nicole Marnati
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GALLERIA
ad: Dunque siamo in Paradiso. Per la cro- ad: Eppure lei ha formazione metropoli-
naca terrestre, che ora è? tana. Dopo Milano se ne va a Parigi.
fp: Mattina presto, quando ancora la ter- fp: Sono andata a Parigi nel 1996 per stu-
ra è umida e il vapore smaterializza i diare alla Sorbona, avevo poco più di
colori. Leggera folata di vento tra gli vent’anni. A Milano avevo conosciuto
alberi, la rugiada bagna l’aria, tutto Pierre Restany ed era stato un incon-
sta germogliando e disfacendo al tem- tro molto strano. Eravamo in un bar
po stesso. Io sono quell’animaletto di- in via Manzoni, io parlavo e lui tene-
noccolato, femminile, che si nascon- va gli occhi chiusi, come se dormis-
de tra i cespugli, sbuca fuori, salta e se. A un tratto, mi ha detto che gli ri-
corre libero. cordavo una donna, Nicole la chiama-
ad: Si è sempre sentita così? va. E aveva ragione, Nicole-Nicolet-
fp: Da bambina trascorrevo le estati tra i ta era mia madre e si erano conosciu-
boschi della Svizzera. Ero felice. Poi ti molti anni prima in un altro caffè
iniziava la scuola e tornavo a Milano. della città. Mi è sembrato un incon-
Molto presto ho sentito che la pittura tro del destino.
poteva darmi quella stessa sensazio- ad: A Parigi però incontra anche lo scul-
ne di pace che respiravo tra gli alberi. tore César.
ad: Momento rivelatore? fp: Brutale, lo ammetto, rumore di pressa
fp: Ridendo, dico che ho capito che sa- che schiaccia l’anima. Gli avevo fatto
rei diventata una pittrice a sette anni, vedere i miei lavori e lui mi ha detto
quando ho visto la riproduzione di un di lasciare perdere.
quadro di Cy Twombly appesa in casa ad: Cosa che lei non ha fatto.
e ho pensato: posso farlo anch’io, an- fp: Una frustata, ma ho guardato oltre.
zi meglio. Poi è stato importante mio La natura è entrata per caso nel mio
zio, Emilio Tadini, e il tempo trascor- lavoro, era lo sfondo di un ritratto. Ho
so insieme. E ancora, per segno con- fatto un passo, mi sono lasciata quel-
trario, devo molto alla scelta di stu- la presenza alle spalle e ho iniziato a
diare Architettura. Ho capito subi- camminare nel mio giardino.
to che le mie costruzioni non stava- ad: Un giardino astratto e realista.
no su, e forse non mi piaceva neppu- fp: L’astrazione è nel fondo, pura chimi-
re quel modo maschile di imporsi sul ca di materiali che tecnicamente non
mondo. La pittura aveva un’altra leg- vanno d’accordo, l’acquaragia con
gerezza. l’acqua, gli ossidi con l’olio. La tela è
ad: I suoi riferimenti? stesa a terra, è la terra. Seguo la rea-
fp: Anzitutto Hölderlin, quando nel suo zione dei colori e poi quando la su-
Hyperion scriveva di come gli uomini perficie non è ancora completamente
già alla fine del Settecento non fosse- asciutta l’appendo al muro e allora sì sopra , dall ’ alto
Due lavori di Federica Perazzoli
ro più in grado di sentire la presenza disegno, individuo, definisco. Un al- del 2019: un acrilico su tela, Schwester, e una
tecnica mista su tela senza titolo. pagina accanto
del divino e “di essere uno con tutto bero fra tutti, la palma, con quel tron- Monkey (2020), acrilico su tela. Nata nel 1966,
ciò che vive”. Amo i pittori che invece co primitivo, forte, e quelle foglie di Federica Perazzoli lavora utilizzando texture e
tessuti per creare installazioni ambientali an-
questa unità l’hanno trovata, penso a un’eleganza assoluta. Vorrei assomi- che in larga scala, in grado di trasformare l’in-
Cimabue, a Giotto, a Bacon. gliarle, posso dirlo? tero spazio domestico in opera d’arte.
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
STILE C OTSWOLDS
Vecchio cottage
shire. Prima era una newyorkese frenetica. Nel 2018 apre Cut- Tutto è in vendita
ter Brooks, nel villaggio di Stow-on-the-Wold, una versione Una delle tavole allestite da Amanda. Tovaglia
e tovaglioli di Gregory Parkinson, sottopiatti in
chic di un emporio di campagna dove si trova un po’ di tutto. sisal di Gone Rural, posate in bambù.
Ogni oggetto è scelto dalla stessa Amanda. L’interno richiama
quello di una casa; pregiati quilt e cuscini rivestiti con tessu-
Courtesy Cutter Brooks
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AD × KE OUTDOOR DESIGN
Living con divanetti e sedute e zo-
na benessere con vasca idromas-
saggio trasformano il terrazzo in un
sorprendente spazio polifunzionale.
Un terrazzo
da mille e una notte
Perché accontentarsi di un normale terrazzo
quando si può avere un piccolo angolo di
Con un progetto sartoriale e versatile,
paradiso tutto l’anno? Un prestigioso attico la pergola GENNIUS ISOLA 3 di KE
nell’hinterland milanese, corredato da
un’ampia zona outdoor, è diventato uno trasforma l’outdoor di un moderno
spazio polifunzionale grazie a un progetto
sartoriale e ad alto tasso di customizzazione
penthouse milanese in un’oasi di
che vede protagonista la pergola GENNIUS benessere elegante e polifunzionale
ISOLA 3 di KE. Il risultato? Un’oasi di
benessere in grado di far dialogare gli spazi
interni con quelli esterni. La versatilità dei limitazioni per vivere al meglio l’outdoor
prodotti KE – solida realtà del Made in Italy senza stagionalità: una zona wellness con
che da oltre 35 anni è leader nella produzione vasca idromassaggio e doccia esterna, una
di schermature solari – ha consentito di zona solarium, un living con divanetti e
realizzare un progetto emozionale dal sedute e una zona pranzo con grande tavolo
carattere unico. Tre pergole con tetto da 12 posti. Il concept e la realizzazione sono
piano a impacchettamento, corredate da stati affidati al KE STORE 3s Milano S.r.l.:
chiusure laterali in PVC Cristal, tende a i progettisti hanno scelto nuance grigio
rullo filtranti Vertika e luci LED dimmerabili antracite per armonizzarsi con le fantasie
perimetrali: il tutto gestito da un sistema di dei wallpaper, dando vita a un ambiente
domotica azionabile con comandi vocali versatile ed elegante, smart e dal segno
che semplifica le operazioni. La superficie inconfondibile. Un terrazzo dall’effetto
estesa della terrazza ha permesso di creare “WOW” ma, allo stesso tempo, un angolo
quattro ambienti distinti, fruibili senza senza rigidi confini da sfruttare in ogni
stagione: per una cena d’estate con gli amici,
una rigenerante seduta d’idromassaggio o
per un break quotidiano sdraiati sul lettino.
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA
A CIELO APERTO
Testo di Ruben Modigliani
T R A S PA R E N Z E
Matteo De Fina. Peggy Guggenheim Collection, Venezia (Solomon R. Guggenheim Foundation, New York); © The Falkenstein Foundation; courtesy Michael Rosenfeld Gallery LLC, New York.
Entrance Gates to the Palazzo, 1961
C I TA Z I O N I I N C R O C I AT E
Beyond, lampasso in seta, 2021
Venezia, sestiere di Dorsoduro, calle San museo. Un’istituzione ormai radicata sul
Cristoforo. Qui da sessant’anni si apre a territorio e che oggi, dopo la lunga chiu-
chi passa la visione di un giardino: quel- sura dovuta alla pandemia, accusa perdite
lo di Palazzo Venier dei Leoni, la casa di significative. Per questo Rubelli, tessitura
Peggy Guggenheim. Era stata lei che aveva veneziana che aderisce al progetto di cor-
fatto realizzare la testata del suo letto (in porate membership Guggenheim Intra-
argento!) da Alexander Calder, a commis- presæ, ha creato Beyond, un lampasso di A R T E A P P L I C ATA
sionare alla scultrice Claire Falkenstein un seta ispirato al cancello del giardino: par- Poltrona Pila-47, Nava + Arosio, 2016
cancello che fosse prima di tutto un’ope- te del ricavato delle vendite aiuterà a soste-
Con il lampasso ispirato al cancello della Colle-
ra d’arte. Accadeva nel 1961: nel tempo la nere le attività del museo. Un atto d’amo- zione Peggy Guggenheim sono anche stati rive-
Collezione Peggy Guggenheim è diventata re per la città e per l’arte tutta. stiti alcuni evergreen della linea Rubelli Casa.
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A un primo sguardo sembra solo deserto. Ma il Joshua Tree Park ha una natura esorbitante.
Che ha trasmesso la sua energia al progetto di una casa fatta di sottrazione e lontananza
NEL NULLA
ARCHITECTURAL DIGEST CASE
a destra La piscina e la panca sono disegnate da Mila Morris. I lettini e le sedie in fondo da Jøna Maaryn.
pagine precedenti La “camera con vista sul canyon” è una camera da letto isolata con porte di vetro.
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ARCHITECTURAL DIGEST CASE
sopra La zona pranzo, con vista sulle montagne Big Bear e tavolo progettato da Jøna.
a sinistra La piscina con acqua salata (riscaldata) e la pool house. pagine precedenti La cucina, completamente
ridisegnata da Mila Morris, che ha rimosso il soffitto basso, esponendo le capriate. Gli sgabelli
sono progettati e costruiti da Jøna Maaryn con sedili in cemento rinforzato in fibra di vetro e dettagli in ottone.
53
ARCHITECTURAL DIGEST CASE
a destra Esemplari centenari di Joshua Tree, specie in pericolo ovunque. pagine precedenti La sala,
con il camino e il divano progettati da Mila Morris. Le sedie sono state disegnate da Jøna Maaryn.
56
Il segno Nuvole di ci
La vista fino
n fi
le
om
fon
di v
uest
un luogo che porta l’inconfondibile firma di Page
di Russell Testo di Elena Dallorso
Foto di Santi Caleca
ARCHITECTURAL DIGEST STO R I E
sopra Il dio Pan al centro della stanza tonda di tasso, l’ultima della sequenza di ambienti che chiude
le tre vasche bordate di pietra e pavé di vecchi mattoni pieni. a destra Le tre vasche costruite a livelli diversi
e immaginate da Russell Page come una quinta teatrale chiusa in lontananza da grandi cedri atlantici.
pagine precedenti Un Nettuno di marmo settecentesco zampilla nella prima vasca di forma semicircolare.
60
STO R I E
Una storia
di intrecci
70
CASE
75
ARCHITECTURAL DIGEST CASE
76
Il sogno non-finito
Uno scrittore
racconta eresia,
allegorie e
misteri nella
Scarzuola
di Tomaso
Buzzi, posto
d’immaginazione
e di irreali
nostalgie
Testo di
Gianni Biondillo
Foto di
Francesco Dolfo
ARCHITECTURAL DIGEST STO R I E
a sinistra Torre di Babele e Scala Musicale delle Sette Ottave. La Scala è contenuta nella Piramide
di Vetro, sormontata da una grande stella in metallo, al di sopra della quale è posta una croce.
pagine precedenti Balena di Giona. Le fauci spalancate sono un riferimento a rituali iniziatici.
81
ARCHITECTURAL DIGEST STO R I E
sopra La Grande Madre o La Gigantessa, simbolo ancestrale, archetipo della natura e della creazione. a destra Torre
del Tempo e dell’Angelo Custode con orologio spiraliforme. pagine precedenti Visione d’insieme del Theatrum Mundi,
con a sinistra il Teatro dell’Arnia e a destra l’Acropoli. Il pavimento dell’orchestra è costituito da un labirinto.
84
ARCHITECTURAL DIGEST
gruppogeromin.com
ARCHITECTURAL DIGEST ENGLISH TExTS
ENGLISH
TEXTS
P. 6 8
P. 5 8
A woven plot
Russell’s trademark House hunting in Provence, they found a hôtel par-
Clouds of cherry blossoms, green geometric forms. ticulier where wicker was once made
With the inimitable Russell Page signature
Words Ferdinando Cotugno — Photos Gianni Basso/Vega Mg
Words Elena Dallorso — Photos Santi Caleca
Houses sometimes have a destiny that simply needs to
Villa Silvio Pellico-Vigna Barolo is in the hills near Tu- be understood, as Anthony Watson and Benoît Rauzy
rin. The 19th-century proprietors were the Marques- have discovered. Before creating Atelier Vime, Anthony
ses of Barolo (Pellico was their secretary), and the area was a stylist, Benoît an environmental consultant. They
was entirely planted with vineyards. The park now sur- lived in Paris, dreaming of villages in Provence. They we-
rounding the villa was made in the Fifties by a bril- re looking for a historic property, of the sort known in
liant landscape designer: Russell Page. A lanky, gent- France as a hôtel particulier. When they found Hôtel
le giant, a sort of Palladio of gardens. Here he took his Drujon, at Vallabrègues, between Arles and Avignon,
cue from the panorama, which before the city swal- they couldn’t believe their eyes.
One of the boxwood
lowed up much of the natural tableau, ranged all the «We’d never seen anything like it. A place whe- hedges in the garden
way to the Po Valley and beyond. «Constant interven- re time seems to stand still, a true rarity in Provence», of Villa Silvio Pellico,
near Turin. The
tion is required to conserve the master’s design», the says Watson. And the story had just begun. «We knew entrance to Hôtel
owner says. A few concessions to everyday life have nothing of its history. We just fell in love with the colors, Drujon, in Provence,
with the wicker
been added, however. A tree house for grandchildren, the stone walls, the garden with olive trees, the humble vase Medici
a zip line and swings, a cool grove of ferns. Children ro- elegance». During renovation, however, clues began to by AtelierVime.
am happily over the two levels of the garden, which Pa- come to the surface. Vallabrègues was once the center
ge connected by means of a double staircase placed of a flourishing wicker industry. The building was con-
up against an embankment wall. structed in 1730 for a family of lawyers, but for almost
The owner tends the border of rose bushes that a century, from 1878 to 1972, it was a workshop where
concludes the lawn in front of the house (Chinen- dozens of artisans made baskets and furnishings. «We
sis mutabilis, in hues that range from orange to red, found materials, drawings. Instead of just living there,
echoing the colors of the villa), transforming it in- we decided to give a future to that old workshop».
to a sort of panoramic terrace. Ten meters further The outcome is Atelier Vime, a startup that redi-
down, a geometric garden leads to a central plaza wi- scovers the ancient art of wicker, triggering a minor lo-
th a reflecting pool and a neoclassical parterre. The cal renaissance. Thanks to artisans recruited from all
place is a composite of ancient references, statues, over Provence, today Atelier Vime has an original line of
sphinxes, faux labyrinths. There is a sense of harmo- products (with the collaboration of Raphaëlle Hanley, a
nious interpenetration of architecture and nature, of friend who has worked for Louis Vuitton and Yves Saint
subtle mystery. Which goes together with a feeling of Laurent). For Benoît and Anthony, today the atelier is
predestination, for the owners. Many years ago, on the the future, a home and a creative studio. Their original
Feast of the Epiphany, the first sunny day after a hu- editions are joined by vintage items they find all over Eu-
ge snowstorm, the present owner – fifteen years old, at rope, works by famous talents and anonymous creators,
the time – came precisely to this villa for lunch. And he from the 1930s, 1940s and 1950s. Hôtel Drujon has be-
decided that were he ever to live in Piedmont, he would come a place where time is a spiral with woven threads,
have a garden just like this one. No more, no less. like a wicker basket.
89
ARCHITECTURAL DIGEST ENGLISH TExTS
P. 7 8
Franciscan convent, with the idea of transforming it into PUBLISHED UNDER LICENSE OR COPYRIGHT COOPERATION
Australia: GQ , Vogue, Vogue Living
a chamber of wonders, an architectural dream, an infini- Bulgaria: Glamour
te worksite, intentionally endless. Buzzi’s project came China: AD, Condé Nast Center of Fashion & Design, Condé Nast Traveler,
GQ , GQ Style, Vogue, Vogue Film, Vogue Me
to terms with the time of memory, not its space. Life is a Czech Republic and Slovakia: La Cucina Italiana, Vogue
staged process, a Great Theater of the World (there are Germany: GQ Bar Berlin
Greece: Vogue
as many as seven theaters at La Scarzuola). Hong Kong: Vogue
In all the great heretics, from the Renaissance al- Hungary: Glamour
Iceland: Glamour
legories of Francesco Colonna to Alberti and Miche- Korea: Allure, GQ , Vogue
Middle East: AD, Condé Nast Traveller, GQ , Vogue, Vogue Café Riyadh, Wired
langelo, but also Gaudí, the idea has been to counter
Poland: Glamour, Vogue
earthly, material existence with the eternal, spiritual Portugal: GQ , Vogue, Vogue Café Porto
Romania: Glamour
realm of dreams. It is no longer, and never has been, a Russia: Tatler Club, Vogue Café Moscow
matter of style and taste. Everything at La Scarzuola is Serbia: La Cucina Italiana
South Africa: Glamour, Glamour Hair, GQ , GQ Style, House & Garden,
symbol, allegory. Here we can deeply understand the House & Garden Gourmet
words of Shakespeare, in The Tempest: «We are such Thailand: GQ , Vogue
The Netherlands: Glamour, Vogue, Vogue Living, Vogue Man, Vogue The Book
stuff as dreams are made on; and our little life is roun- Turkey: GQ , La Cucina Italiana, Vogue
ded with a sleep». Ukraine: Vogue, Vogue Café Kiev
Direttore Responsabile: Emanuele Farneti. Copyright © 2021 per le Edizioni Condé Nast. Registrazione
del Tribunale di Milano n. 98 del 7.3.1981. La Edizioni Condé Nast S.p.A. è iscritta nel Registro degli
Operatori di Comunicazione con il numero 6571. Tutti i diritti riservati. Spedizione in abbonamento postale
- D.L. 353/03 Art. 1, Cm. 1, DCB - MI. Distribuzione per l’Italia: SO.DI.P. “Angelo Patuzzi” S.p.A. via Bettola
18, 20092 Cinisello Balsamo (Mi), tel. 02660301, fax 0266030320. Distribuzione Estero Sole Agent for
Distribution Abroad A.I.E. - Agenzia Italiana di Esportazione SpA, via Manzoni 12, 20089 Rozzano (Milano)
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Inviare importo a IeO Informatica e Organizzazione Srl Ufficio Arretrati, a mezzo c/c postale n. 56427453, tel. 039.5983886 - fax
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ACCERTAMENTI
Traduzione per AD Italia a cura di Transiting sas DIFFUSIONE STAMPA
CERTIFICATO N. 8697
DEL 25-05-2020
Vincent Darrè
Luke Edward Hall
Anna Karlin
Nendo
Studiopepe
13 TH - 18 TH APRIL 2021
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ARCHITECTURAL DIGEST I n v E n TA R I o
Abitare gli spazi all’aperto – dal terrazzo al giardino con piscina – come se fossero una casa:
con imbottiti ultra-comfort, arredi di design, cucine modulari, tappeti. Tutto pensato per
resistere agli agenti atmosferici. E poi gestire il sole e l’ombra, progettare il verde. È il nuovo
modo di vivere gli esterni: grazie a materiali e idee intelligenti, sostenibili, high tech
A cura di Francesca Santambrogio. Testi di Elena Dallorso e Ruben Modigliani
INVENTARIO
OUTDOOR
Ha collaborato Alessandra Laudati
CA S SINA
Il senso di Patricia
per lÕambiente
È firmata da Patricia Urquiola Trampoli-
ne, la prima collezione outdoor di Cassi-
na. Forme sinuose e decori funzionali, co-
me gli schienali realizzati con un intreccio
di corde in polipropilene e nylon. Sedute e
rivestimenti in materiali riciclati al 100%.
ARCHITECTURAL DIGEST I N V E N TA R I O
95
ARCHITECTURAL DIGEST
96
I N V E N TA R I O
A TUTTO TEAK
DENTRO
IL PAESAGGIO
97
ARCHITECTURAL DIGEST
Funzionalità ed estetica
(e personalizzazione) secondo Teraplast
PIÙ DI UN VASO
GIOCO
D’INCASTRI
98
I N V E N TA R I O
RISCHIARATA
C H E S I F A P R AT O , C O N L E
S T E L L E C H E S I T R A M U TA N O
IN LUCCIOLE»
È LA NOTTE
khalil gibran
99
ARCHITECTURAL DIGEST I N V E N TA R I O
LA CORDA
100
FLEXFORM
Mediterraneo +
Scandinavia
Echoes Outdoor è la famiglia di sedute
disegnata da Christophe Pillet che unisce
suggestioni mediterranee e nordeuropee.
La struttura è in acciaio inox, la seduta e
lo schienale sono caratterizzati da un in-
treccio in cordoncino di polipropilene.
Mai come nell’ultimo anno abbiamo impa-
rato ad apprezzare la vita all’aria aperta,
anche quella in un semplice terrazzo. Rail,
concepito per rispondere a questa esigen-
za, è un lettino leggero e facilmente sposta-
bile perfetto da collocare anche in picco-
Valorizzano gli spazi aperti in modo pratico li spazi, come un balcone o un giardinetto.
e raffinato: gli arredi outdoor di Pedrali Ha forme semplici, con una struttura in al-
luminio verniciato e gambe in acciaio inox
sono pensati per godere dell’aria fresca inclinate dal taglio obliquo. Seduta e schie-
nale sono in textilene, il cuscino in poliu-
102
ARCHITECTURAL DIGEST I N V E N TA R I O
STILE
INDUSTRIALE
Plaza è una collezione di grès porcellanato per pavimenti in
quattro colori. Adatto sia all’indoor sia all’outdoor, in spazi
residenziali e commerciali, è ottenuto con il 40% di materiale
riciclato e ha finitura antiscivolo StepWise. Grazie alla tecno-
logia antibatterica Puro, che elimina gli agenti contaminanti
dalle superfici, è altamente igienico.Alla collezione si affian-
Topazia, disegnata da Romeo Sozzi, ha la
cano tre varianti di colore a rivestimento. struttura in frassino rivestita in midolli-
no tinto. I piedini sono in bronzo scuro li-
scio. Il tessuto del grande cuscino della
seduta è adatto agli esterni.
LUCEPLAN
Mini-architettura
103
ARCHITECTURAL DIGEST
PRANZARE
VERSO LE VERDI COLLINE
LUSSUREGGIANTI,
È IL MIGLIOR RIPOSO»
AL FRESCO
jane austen
104
I N V E N TA R I O
56 METRI
QUADRI
Largo fino a 8 metri, l’ombrellone Ma-
gnum di Poggesi può ombreggiare una su-
perficie di 56 metri quadri, trasforman-
do qualsiasi esterno in un’area living. La
chiusura telescopica non obbliga a ri-
muovere gli arredi e la struttura in allu-
minio e acciaio rivestita con polveri ter-
moindurenti lo rende particolarmente re-
sistente. Il telo, personalizzabile, ha pro-
fili appositamente studiati per reggere
raffiche di vento fino a 60 km/h.
Ad alta performabilità ma
a basso impatto le tende
per esterni di Tempotest®
SOTTO
IL SOLE
Tempotest® lancia, nell’anno del suo cen-
tenario, 16 tessuti per tende da sole a bas-
so impatto ambientale in termini di ri-
sparmio di acqua, energia e CO2: Tempo-
test® Starlight® blue è la prima collezione
di tessuti in PET riciclato e certificata GRS
(Global Recycled Standard). Riciclando
328 bottiglie di plastica l’azienda realiz-
za 21 metri quadri di tessuto elastico re-
sistente alle trazioni e alle sollecitazioni,
adatto a strutture di grandi dimensioni.
105
ETHIMO
Le déjeuner sur
l’herbe (o quasi)
Si trasforma in dining set, cioè in espe-
rienza di vita all’aperto la collezione Ra-
fael di Paola Navone, grazie ai tavoli da
pranzo e alle poltroncine. Con piani asim-
metrici e materiali tattili come il marmo e
la pietra lavica smaltata in colori brillanti.
ARCHITECTURAL DIGEST I N V E N TA R I O
KEOPE
In & Out
Il sistema scorrevole in alluminio ASE 67 PD (le ultime due 19 collezioni, 13 formati: il sistema di ri-
vestimenti in grès porcellanato K2 è pen-
lettere stanno per “Panorama Design”, e non a caso), con sato sia per interni che per esterni, anche
meccanismo di chiusura completamente integrato nell’anta, per superfici carrabili. Un confine che si
dissolve garantendo continuità di stile.
consente la massima libertà di progettazione. La soglia a filo
pavimento si traduce in facilità di accesso, mentre la sezione Esterno con pavimento rivestito con elementi
dalla collezione K2 Brystone nel colore Grey.
centrale di soli 31 mm permette di massimizzare la superficie
vetrata, facilitando la continuità visiva tra interni ed esterni.
107
ARCHITECTURAL DIGEST I N V E N TA R I O
ESTETICA
ED ERGONOMIA
Una forma semplice e avvolgente, ispirata alla corolla di un
fiore o al collo morbido di una camicia: la poltroncina Emma
Cross ha un design che accoglie e rilassa.
All’intreccio in corda che riveste la struttura in alluminio
della cesta si sovrappone il band in tessuto acrilico, che dise-
gna con linee diagonali la superficie dello schienale. Un dop-
Il designer Børge Mogensen aveva pro- pio intreccio che diventa un motivo caratteristico.
gettato per sé questa Deck Chair alla fi-
ne degli anni ’60. Una sintesi felice di
comfort, estetica e praticità: una volta
piegata, l’ingombro è minimo.
CRIDEA
Colorama
108
È firmata dal designer Sebastian Herkner
la famiglia di sedute Carousel (quattro ver-
Per Emu, una seduta dalla forma sioni di poltroncina dining, tre di poltrona
rigorosa e dai volumi morbidi e lounge, divano e pouf – oltre a due coffee
accoglienti. Con un design che mette table, quadrato e rettangolare). La struttu-
ra a cavalletto è in tubolare di alluminio su
insieme tradizione e modernità cui si innestano vari materiali per creare
uno schienale accogliente.
109
ARCHITECTURAL DIGEST I N V E N TA R I O
110
B & B I TA L I A
Morbidezza
sostenibile
Borea è una collezione da esterni dise-
gnata da Piero Lissoni. Sedute con strut-
tura impilabile in alluminio e cuscini im-
bottiti in fibra 100% poliestere riciclato
che avvolge un inserto in poliuretano. Ta-
volini con piano in pietra lavica smaltata.
Maxime, Antille, Trinidad, Cookie: sono le
Per Palazzetti, la parola chiave quando si proposte di Palazzetti per realizzare una
cucina outdoor o un barbecue. Il concetto
tratta di cucine en plein air è: modularità base è quello della modularità/componibi-
lità: i diversi elementi sono abbinabili con
112
ARCHITECTURAL DIGEST I N V E N TA R I O
IN MOVIMENTO
ANDAMENTO
ORIZZONTALE
113
ARCHITECTURAL DIGEST
LIGHT METAL
UN MONDO
IN BLU
114
I N V E N TA R I O
ASSETTO
VARIABILE
115
ARCHITECTURAL DIGEST I N V E N TA R I O
OMBRA
MOBILE
Sun Sails Defense è una struttura ombreg-
giante di derivazione nautica, realizza-
ta dall’azienda emiliana in acciaio inox e
dotata di vela orientabile, che si avvolge
in pochi secondi tramite radiocomando o
manualmente. Nella versione motorizza-
ta, la vela è dotata di anemometro per la
chiusura automatica in caso di vento forte.
Il telo di serie è realizzato in Dacron®,
un poliestere intrecciato di derivazione
nautica sottoposto a trattamento di pro-
tezione dai raggi UV.
SENZA
TEMPO
La serie di sedute Arpa – poltrona, pouf
e divano – nasce dalla collaborazione tra
Renzo Mongiardino e Mario Bonacina.
Insieme hanno rielaborato alcuni model-
li originali anni ’20, conservati nell’archi-
vio dell’azienda.
Un design che evoca un’epoca di ele-
ganza, caratterizzato da forme fluide e ric-
co di riferimenti al mondo naturale e bo-
tanico. Pezzi senza tempo che oggi, grazie
a materiali altamente performanti, vengo-
no ripensati per l’uso all’aria aperta.
116
GIBUS
Microclima
su misura
Varia è una pergola bioclimatica che per-
mette di vivere il sole e la luce tutto l’anno
grazie a una serie di tecnologie, come la
copertura a lame orientabili da 0° a 120°,
che consente di gestire il flusso d’aria e di
luce e proteggere in caso di pioggia.
ARCHITECTURAL DIGEST
PICCOLO
C R E S C E R E A L L ’ A R I A A P E R TA ,
MANGIARE E DORMIRE IN
ARMONIA CON LA TERRA»
È BELLO
wa lt w h i t m a n
118
I N V E N TA R I O
Sostenibilità ambientale
e nuove tecnologie nei
giardini firmati Green Tech
ARTE
VIVA
All’interno di Green Tech, azienda na-
ta alla fine del 2017, lavorano architetti,
agronomi e ingegneri. Una squadra che
insieme progetta e realizza giardini do-
ve il design è l’elemento caratterizzante.
Tutti i loro interventi sono caratteriz-
zati dall’applicazione di nuove tecnologie
legate alla sostenibilità ambientale: solu-
zioni green che puntano allo sviluppo di
un’economia circolare, con conseguente
abbattimento dei costi di produzione,
realizzazione e manutenzione.
Performance elevate e
massima funzionalità per il
sistema Modulnova Outdoor
PIACERI
CONDIVISI
Acciaio verniciato con polveri epossi-
diche e pietra piasentina per Modulno-
va Outdoor, sistema cucina per esterni
che oltre alla classica griglia da barbe-
cue può essere attrezzato anche con for-
no a legna, friggitrice, piastra teppanya-
ki e piastra a induzione.
Completano il sistema due zone di
contenimento, uno spazio per il lavaggio,
uno per la refrigerazione, una macchina
per la produzione del ghiaccio e una va-
sca utilizzabile anche come rinfrescatoio.
119
ARCHITECTURAL DIGEST L ’ U LT I M A P A G I N A
È QUASI ORA
D I C AT H E R I N E D U N N E
Cammina sul sentiero di ghiaia. Può sentire l’acqua che A ovest del giardino, può distinguere le forme che aveva
gocciola dall’urna di pietra. Si ferma, aspetta, trattiene il scolpito per lei. Una gru dalla corona rossa, il suo corpo
respiro finché si sente più stabile. Dopo un momento di stesso una domanda. Aveva lavorato nel suo studio per
immobilità, avanza di nuovo. I fiori di ciliegio sono in pie- giorni, settimane, fino a quando lei era stata soddisfat-
na fioritura. L’aria è pregna del loro colore. Il suo vecchio ta dalla grazia dell’uccello, dalla sua eleganza tesa. Lui
cuore si spalanca. non si era lamentato. Capiva perché lei era così esigen-
Il giardino è invaso della sua presenza assente. Ricor- te. Quando misero insieme l’uccello di pietra al suo po-
da gli anni in cui lei ha faticato per creare questo spazio. sto, quel piovoso giorno di mezza estate, lei sollevò il vi-
Può ancora vedere quella speciale inclinazione della testa: so verso il suo e lo baciò.
quella che aveva imparato a conoscere così bene. All’ini- Una gru per la fedeltà, disse lei. E allora lui seppe di
zio era stato scettico. Conosceva la terra dell’Irlanda occi- essere stato perdonato. In seguito, costruì la tartaruga in
dentale molto meglio di lei. O così credeva. segreto, lavorando giorno dopo giorno, spesso fino alla lu-
Si dirige verso la panchina di legno che lei aveva col- ce fioca della sera. La collocò lui stesso, per proteggerla,
locato sotto la tenera ombra dei salici. Un salice per la re- in una notte di luna piena. Il mattino seguente, lei gli an-
silienza, le piaceva dire. Ama essere circondato dalla loro dò incontro correndo, il sorriso luminoso. Aveva gli occhi
robusta saggezza. I suoi occhi cercano nel giardino le rocce grandi mentre si avvicinava per toccargli il viso con la pun-
disposte con cura, gli arbusti smussati, il ruscello impetuo- ta delle dita. In seguito, hanno attraversato gli anni insie-
so che lei aveva domato e deviato più di cinquant’anni fa. me, con facilità, con amore.
Intorno al laghetto, può vedere la brillante morbidezza Ora si alza e legge l’iscrizione sulla panchina.
del muschio, i silenzi della ghiaia increspata. Amava il mo- «In verità, anche le piante e gli alberi, le rocce e le pie-
Illustrazione di Manuele Fior
do in cui il suo cappello di paglia malconcio rifletteva rag- tre, tutti entreranno nel Nirvana». Lafcadio Hearn.
gi di luce sul suo viso mentre rastrellava, potava e piantava. È quasi ora. La sua ora. Non verrà più.
Catherine Dunne, dublinese, è autrice di molti romanzi di successo, pubblicati in Italia da Guanda.
L’ultimo è Un terribile amore. Questo racconto è ispirato ai giardini di Lafcadio Hearn, a Tramore.
Lafcadio divenne cittadino giapponese con il nome di Yakumo Koizumi. Yakumo significa “otto nuvole”.
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