Tolo Tolo è l’ultimo film scrit- Checco stringe amicizia con
to, diretto e interpretato dall’attore Oumar, un ragazzo africano, Checco Zalone, il quale si confronta anch’egli cameriere, con la passio- con il tema della migrazione forzata ne per la cultura italiana e il cine- che, per la drammaticità e l’attualità ma neorealista: «L’Italia è la mia 1 dell’argomento, ha innescato pole- passione, io sogno di andarci». In miche e polarizzazioni di pensiero. questa amicizia appare la prima L’antefatto narra la disastro- divergenza di punti di vista: in- sa operazione commerciale di fatti, Checco conosce – perché ne Pierfrancesco Zalone – più comu- ha fatto esperienza – la complessa nemente conosciuto come Chec- macchina burocratica che vige in co e, dunque, con un riferimento Italia per avviare un’attività com- esplicito alla biografia del comico merciale privata e, proprio per que- –, che tenta di avviare un impro- sto, apprezza la semplicità africana, babile ristorante di sushi nella cit- immediata anche negli aspetti di il- tadina di Spinazzola. Costretto a legalità: «La corruzione qui è one- fuggire in Africa, sommerso dai stissima […], qui si può sognare». debiti, lascia ai familiari pignora- Oumar, invece, sogna e idealizza menti e cambiali da pagare. un futuro da regista cinematogra- In questa nuova situazione lo fico nella patria dei poeti, degli ar- troviamo indaffarato a lavorare, tisti e della cucina. come cameriere, in un esclusivo e Entrambe le visioni si mostrano paradisiaco villaggio turistico del parziali: se, infatti, Checco conosce Kenya denominato African dream; solamente la realtà del villaggio tu- anche i colori della fotografia sono ristico, delle spiagge incantevoli e sempre caldi, rassicuranti, con pae- del mare azzurro, Oumar enfatizza saggi naturalistici strabilianti e af- l’idea di poter stare in un Paese che fascinanti. sembra dare possibilità di vivere so-
lamente attraverso l’arte: «Troppa nel villaggio originario di Oumar.
cultura e poca moneta», dirà di lui Anche in questo luogo la situazione Checco, con quel suo fare pragma- è precaria, per cui essi decidono di tico e ironico. intraprendere un viaggio di fortu- Durante il suo nuovo lavoro na verso l’Europa. Checco s’innamora di una ragazza La visione delle scene degli as- africana, Idjaba, e, per farsi apprez- salti violenti da parte dei guerriglie- zare, prova a stringere amicizia con ri pone una riflessione all’interno il piccolo Doudou, che lei accudi- del film: è possibile rappresentare sce. L’amore, espresso con la strava- comicamente una problematica ganza che appartiene alla figura di tragica, ancora estremamente viva, Checco, entra nella narrazione con ossia quella delle bande armate che comicità e ilarità, mentre il legame rapiscono, violentano e bruciano 2 di amicizia con Doudou si rinsal- interi villaggi in alcuni Paesi afri- da gradualmente con il sorriso e la cani? La visione stride, perché la semplicità dell’universo dei bambi- memoria ricorre, ad esempio, al ra- ni, a cui anche Checco, fondamen- pimento operato dai terroristi Boko talmente, appartiene. Haram in Nigeria pochi anni fa. Un altro esempio di satira conce- Comicità e guerra pita in momenti storici drammatici è Il grande dittatore di Charlie Cha- Quando Checco e Oumar si re- plin del 1940 – nelle sale italiane fu cano in un villaggio, che è posto possibile vederlo soltanto nel 1946 –, fuori dall’esclusivo resort, per acqui- dunque proprio durante il periodo di stare una costosa crema idratante, si forza del nazismo, che l’attore deride scatena una terribile sparatoria ad con acutezza e audacia. Anche il film opera di alcuni guerriglieri. Il pro- La vita è bella, diretto da Benigni, af- tagonista, paradossalmente, sem- fronta – senza dubbio con tono più bra non capire il pericolo, intento poetico – il delicato tema dei cam- a perseguire i suoi fini puramente pi di sterminio della Seconda guerra estetici. I due amici cominciano mondiale, ma forse con una distanza a fuggire, oltrepassano il proprio di tempo che permette una maggio- villaggio turistico, ormai comple- re oggettività da parte del pubblico. tamente bruciato – ma dell’insegna È una questione che rimane rimane solamente il termine dream, aperta per tutta la durata del film, che indica che il sogno, nonostan- e forse Zalone, con il suo modo di te tutto, continua –, e si dirigono narrare, riesce a stare in un equili- «TOLO TOLO», DI CHECCO ZALONE
brio che consente allo spettatore di quella di strumentalizzare la situa-
sorridere anche all’interno delle tan- zione migratoria contemporanea, è te situazioni drammatiche. Egli, in- necessario osservare la scelta del cast fatti, riesce a mostrare la tragedia del presente all’interno del suo film. viaggio con la leggerezza propria Troviamo infatti l’attore teatrale e della commedia che, senza banaliz- mediatore culturale Mohamed Ba, zare il lungo cammino, svela come il quale si presenta così nella sua la violenza non risparmi nessuno. personale pagina web: «Sono nato in Senegal, piccolo grande paese La complessità del viaggio dell’Africa Occidentale. Vivo e la- voro in Italia da oramai sedici anni, Le tappe del viaggio sono quel- posso quindi affermare di essermi le raccontate dai tanti migranti gradevolmente italianizzato. Tut- 3 giunti fino alle coste dell’Italia e tavia, mi muovo anche con la con- dell’Europa: il viaggio attraverso il sapevolezza che il tronco d’albero in deserto, il tentativo di lavorare nel- acqua ci sta secoli e non per questo le città per trovare i soldi necessari diventa un coccodrillo. […] Cerco, per continuare il cammino, la spie- attraverso il mio lavoro di formato- tatezza dei trafficanti che abbando- re, educatore, attore e drammatur- nano i migranti in mezzo al deser- go teatrale, di dare il mio contribu- to, il carcere, la partenza in mare, il to per una rifondazione della nostra naufragio, il salvataggio da parte di forma mentis, mettendo l’uomo al una nave appartenente a una Ong. centro». Zalone affronta ogni situazione Mohamed non è il solo tra gli con grande comicità, mostrando, attori compare anche il musici- attraverso il suo personaggio ap- sta senegalese Badara Seck, che ha parentemente sempre fuori posto e collaborato in Italia con numerosi attaccato fedelmente al proprio ec- musicisti, tra i quali Mauro Paga- centrico punto di vista, i drammi di ni, Massimo Ranieri, Paolo Fresu, un viaggio incerto nella partenza, Ennio Morricone, ed è molto im- nelle tante tappe, ma anche nell’ar- pegnato nel dialogo tra le culture e rivo. È un viaggio che, con il passa- i processi di integrazione. re del tempo, permette di entrare in relazione empatica con i fuggitivi: L’Europa «Io ormai sono uno di loro». Per comprendere come l’inten- Tolo Tolo, da una parte, rap- zione di Checco Zalone non sia presenta il viaggio di fortuna in- ARTE MUSICA SPETTACOLO
trapreso da tanti migranti; dall’al- rafforzarsi fino all’epilogo finale.
tra, descrive con acre ironia la Checco insegna a nuotare a Dou- scena politica europea: se, infatti, dou – un gesto che gli salverà la la Francia interviene prontamente vita durante il naufragio del bar- per liberare il proprio giornalista cone –, mentre Doudou si getterà catturato a un posto di blocco, la dal camion dopo che Checco è ri- burocrazia infinita italiana si per- masto a terra. Entrambi, al termi- de in interminabili rimandi. Con ne delle tante avventure e disav- sarcasmo è mostrata anche l’inef- venture, approderanno a Trieste ficienza delle relazioni interna- alla ricerca del padre del piccolo. zionali dei Paesi europei, che non È una storia semplice che attra- sono in grado di creare politiche versa tutto il film e in questa spon- funzionali e attuabili nei confronti taneità si mostra come gli affetti 4 della migrazione. L’Italia, dipinta siano il fondamento della vita che nella sua mediocrità, per Checco spinge a sopravvivere nelle situa- rimane il Paese «che ci persegui- zioni di difficoltà. ta», ed è rappresentata dalla rapida ascesa di un conterraneo del pro- Conclusione tagonista, Luigi Gramegna, che da disoccupato vince il concorso Questo film si può leggere con per entrare in polizia e, mostrando la chiave interpretativa del deside- un’ordinarietà sempre uguale a se rio, espresso come sogno, come stessa, arriva a essere ministro degli dice lo stesso Checco all’inizio del Esteri, presidente del Consiglio e, film: «Sono nato per sognare». Il infine, presidente della Commis- sogno è il motore che spinge l’esse- sione europea. re umano a intraprendere cammini complessi, sfidando anche la dram- Gli affetti, àncora di salvataggio maticità degli eventi. Idjaba deve compiere una promessa d’amore e In questo lungo viaggio si crea di rispetto nei confronti del piccolo un legame di amicizia tra Checco Doudou; quest’ultimo compren- e Doudou, un ragazzino che sem- de di essere alla ricerca del padre bra essere il figlio di Idjaba, la bel- e si fa accompagnare da Checco, la ma seria ragazza di cui Checco forse unico bambino nel corpo di è innamorato. Questa relazione un adulto; Oumar è innamorato è capace non solo di attraversare dell’Italia e della sua poesia e, pur le tragedie del cammino, ma di di arrivarci, sarà capace di tradi- «TOLO TOLO», DI CHECCO ZALONE
re i propri amici. Checco, in fuga frontarsi con il delicato tema della
dall’Italia e dalla sua burocrazia, ri- migrazione, sul quale è complesso marrà fedele all’amore verso Idjaba ironizzare, perché è ancora luogo e all’affetto verso Doudou. Queste di scontro politico e ideologico e storie semplici e fragili dovranno continua a rimanere irrisolto. I confrontarsi con l’inettitudine dei protagonisti – ciascuno vivendo politici, la violenza delle guerre, la tra contraddizione e desiderio di drammaticità dei viaggi di fortuna, trovare un’esistenza dignitosa – l’odio che si continua a perpetrare dovranno districarsi tra innume- nella realtà. revoli disavventure messe in atto La comicità di Zalone capo- da un’ingiustizia sociale e strut- volge le regole del pensiero co- turale diffusa in ogni continente, mune, esce dal percorso della che continua a opprimere i poveri 5 convenzionalità e prova a con- e i diseredati.