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Figura 1 Insieme agli altri gas presenti nellaria dobbiamo considerare la presenza dellacqua (come sappiamo pu essere presente in natura in varie forme solida, liquida, gassosa). Limmagine cosa vuole spiegare? Se vi una fase liquida di acqua, alcune molecole (nere) tendono ad andare a saturare lambiente aereo (nel caso in cui vi siano poche molecole dacqua e laria si dice secca); esiste quindi un gradiente di concentrazione che spinge le molecole dacqua dalla sua condizione liquida verso lambiente aria. Fintanto che esister questo gradiente lacqua continuer a passare dalla superficie liquida allo stato gassoso; quando per la concentrazione delle molecole di vapor acqueo nellaria arrivata a saturazione ci sar un ugual flusso di molecole dacqua che tendono a passare dallo stato liquido allo stato gassoso un ugual numero che tender a ritornare dallo stato gassoso allo stato liquido. Si assiste quindi ad una condizione di equilibrio tra lo stato gassoso e quello liquido. questa la condizione in cui si ha la saturazione del vapor acqueo nellaria. Allequilibrio la concentrazione del gas (in questo caso la concentrazione dellacqua) sar uguale al prodotto del coefficiente di solubilit del gas e delle pressione che il gas raggiunge in questo ambiente nelle condizione di equilibrio. Questa legge prende il nome di legge di Henry.

Vale sia per le molecole dacqua che raggiungono lequilibrio con le altre molecole di gas nellaria sia per le molecole di un gas che si trovano ad essere disciolte in un liquido (per esempio: quando parleremo di O2 CO2 e N presenti anche nei fluidi ritroveremo questa equazione di Henry). La pressione del gas a sua volta correlata alla pressione totale grazie alle frazioni (immagine lezione precedente). Dallimmagine possiamo osservare unaltra importante relazione: in funzione della temperatura dellaria si ottiene una pressione di saturazione del vapor acqueo diversa (per esempio: a 37 C al 100 % di umidit relativa la pressione parziale del vapor acqueo circa 47 mm Hg). Perch andiamo a considerare 37 C anzich 21 C? Poich la temperatura corporea di 37 C; quando laria entra nelle vie aeree presente sottoforma di aria satura di vapor acqueo. questo un elemento molto importante; perch? Perch se laria fosse non satura determinerebbe levaporazione dellacqua delle superfici corporee di scambio. Ci condurrebbe ad una disidratazione delle superfici con conseguente perdita delle funzioni. Quindi, tutte le volte che parliamo di gas nelle vie aeree dobbiamo ricordare che non basta parlare di O2 CO2 N, ma dobbiamo aggiungere anche lacqua. Quindi la pressione parziale di un gas nelle vie aeree sar data dalla frazione del gas per la pressione barometrica corretta per la pressione parziale dellacqua a saturazione. Poich abbiamo detto che i gas presenti nelle vie aeree sono principalmente tre (O2, CO2 e N), e tenendo in considerazione che la pressione parziale di un gas dipendente dalla pressione barometrica, dalla pressione del vapor acqueo a saturazione e dalla frazione del gas stesso, andiamo a vedere quali sono le frazioni dei gas e le pressioni parziali dei gas in tutti gli ambienti che ci interessano per ragionare in termini di sistema respiratorio.

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Incominciamo con lambiente: ci basta sapere quali sono le frazione parziali dei gas nellambiente e poi moltiplicare la frazione per la pressione barometrica (che correggeremo o no a seconda che nellambiente vi sia vapor dacqua oppure no). Esempio: consideriamo per semplicit lambiente secco: il 79 % N, 20.93 % O2, la CO2 circa 0. Quale sar la pressione parziale dei gas nellambiente? Siccome la pressione parziale dellacqua nellambiente considerata 0, per avere la pressione parziale del gas nellambiente dovr moltiplicare la pressione barometrica (760 mm Hg) per la sua frazione; 0.79 X 760mm Hg = 601 mm Hg (pressione parziale dellN). Considerazione: che differenza c fra laria dellambiente e quella che si inspira? in termini di frazione non vi alcuna differenza, ma se notiamo la tabella in figura osserviamo che mentre la frazione rimane uguale cambia la pressione parziale. Perch? Poich laria inspirata, appena introdotta nelle vie aeree, si umidifica e si riscalda immediatamente; essendo umidificata dobbiamo tener conto che oltre alle varie frazioni contiene anche vapor acqueo a saturazione. Quindi la pressione totale per la quale dovremmo moltiplicare la frazione per avere la pressione effettiva non 760 mm Hg, ma 760 mm Hg 47. Notiamo quindi che la pressione parziale dei gas diversa pur essendo uguale la frazione. Ci che a noi ora interessa vedere quanta laria alveolare. La lezione precedente abbiamo visto questimmagine:

Laria che entra in un volume che prende il nome di volume corrente scende lungo le vie di conduzione fino allalveolo. Una parte dellaria che entrata si ferma nelle vie di conduzione (dilatandole) e si mescola con laria che gi presente (le vie respiratorie contengono sempre aria). Quindi laria che entra non va tutta e direttamente nellalveolo, ma si rimescola con laria gia contenuta nello spazio morto. Laria contenuta nello spazio morto, a sua volta, risulta essere una specie di miscuglio tra laria che entra e quella che dopo essere passata dallalveolo viene espulsa. Cosa succede? Via via che si passa dalle vie superiori verso lalveolo il rimescolamento dellaria fa si che transitando nelle vie aeree superiori diminuisca progressivamente la concentrazione (la frazione) dellossigeno, mentre tende ad aumentare progressivamente la concentrazione (la frazione) dellanidride carbonica; nellalveolo cosa succede? Lalveolo la sede dellassorbimento dellossigeno da parte del sangue, arrivato a livello dei capillari alveolari, ed il punto dove viene immessa la CO2 nellalveolo; tornando alla tabella analizzata precedentemente notiamo che nellalveolo si ha la minor concentrazione, e quindi frazione, dellossigeno perch proprio l che lossigeno viene estratto dallaria contenuta nellalveolo e invece la maggior concentrazione, e quindi frazione di C02; tutta lanidride carbonica che troviamo nellaria contenuta nelle vie aeree viene solo ed esclusivamente dallalveolo. Ci sar utile quando dovremo cercare di misurare in maniera precisa il volume dello spazio morto e il volume dellaria alveolare. Nellaria alveolare le frazioni sono cambiate; incominciamo con lossigeno: abbiamo gi detto che lossigeno viene assorbito a livello alveolare; questo

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il punto in cui minima la frazione dellossigeno (0.14); la concentrazione dellossigeno e circa del 14 % in condizioni normali ovviamente. La CO2 ha una concentrazione alveolare di circa il 6 % e quindi una frazione di 0.06; quindi diminuisce la frazione dellossigeno rispetto allaria inspirata. Aumenta la frazione di CO2 rispetto allaria inspirata. Lazoto cambia ma di molto poco (parleremo dellazoto in seguito). Tutti e tre i gas giungono in corrispondenza dellalveolo, e tutti e tre passano nel sangue. Anche lazoto passa nel sangue: perch non se ne parla mai dellazoto nel sangue? Perch lazoto un gas inerte: esso infatti non ha alcun utilizzo dal punto di vista metabolico. importante per sapere che esiste lazoto sia nelle vie aeree che nel sangue perch esistono alcune condizioni (immersione, per esempio) in cui ricopre notevole importanza. Una volta effettuati gli scambi larea alveolare ha perso una parte dellossigeno che conteneva e si caricata di CO2. a questo punto laria deve essere espirata. Tutto ci nei mammiferi fondamentale per il giusto funzionamento della respirazione. il sistema che permette di risciacquare lalveolo; risciacquare lalveolo significa garantire che ad ogni atto respiratorio laria alveolare (salvo piccole modificazioni che vedremo poi) rimanga con un contenuto di O2/CO2 che permetta di garantire gli scambi. Se la CO2 aumentasse troppo (15-20 %), indurrebbe una diminuzione dellespulsione di anidride carbonica con conseguente aumento dellanidride carbonica nel sangue (ipercapnia); tutto ci rappresenta la stimolo pi importante in assoluto per la modulazione dellattivit respiratoria. Quindi la modulazione della respirazione fatta in modo tale da garantire che le pressioni parziali di ossigeno e anidride carbonica rimangano costanti a livello alveolare. Tutto questo perch queste sono le pressioni che garantiscono il miglior scambio dei gas. Laria viene quindi espirata; che contenuto di O2 e CO2 avr laria espirata? Laria espirata passa dallalveolo, risale nello spazio morto per poi essere buttata fuori. Nello spazio morto laria che arriva dagli alveoli si mescola con laria gi presente nello spazio morto. Questultima pi ricca di ossigeno e pi povera di anidride carbonica rispetto allaria che c nellalveolo. Quindi, risalendo nelle vie aeree di conduzione, mescolandosi con laria contenuta nello spazio morto, laria si arricchisce di ossigeno e diminuisce la frazione di CO2. Questo non succede perch nella trachea o nelle vie aeree di conduzione venga secreto ossigeno. ASSOLUTAMENTE! semplicemente un fenomeno di rimescolamento. La CO2 che viene espulsa sempre quella che viene prodotta a livello alveolare. Cambiano le frazioni di O2 e CO2 nellaria espirata rispetto a quella alveolare perch laria viene rimescolata con laria

contenuta nello spazio morto. Quindi possiamo notare che la frazione di O2 che era di 0.14 nellalveolo risale (0.16) nellaria espirata, mentre la frazione di CO2 che era 0.06 diminuisce mescolandosi con laria dello spazio morto (0.04).

SPIROMETRIA
Parliamo ora della spirometria e di tutti i concetti ad essa correlati. La spirometria rappresenta la misura dei volumi polmonari statici; spieghiamo meglio: il volume di aria contenuto nel polmone pu essere compartimentalizzato, perch il polmone inserito nella gabbia toracica come un palloncino (struttura elastica) contenuto in unaltra struttura elastica (gabbia toracica). Anche se il tipo di risposta meccanica del polmone e delle gabbia toracica molto diverso, abbiamo due strutture elastiche contenute luna nellaltra. Ci fa si che una parte dellaria contenuta nel polmone non possa essere completamente espulsa quando il sistema respiratorio intatto (aspetto molto importante della meccanica respiratoria). Abbiamo quindi dellaria che pu essere introdotta, andare ad espandere le vie aeree per poi essere espulsa. Un altro volume di aria che non pu essere espulso pur rimanendo nelle vie aeree. questa una situazione complessa che ha dei risvolti sia dal punto di vista fisiologico che dal punto di vista patologico. quindi importante andare a misurare questi volumi. La variazione di questi volumi polmonari statici indice di patologia (sindrome ostruttiva delle vie aeree asma fibrosi tessuto polmonare). Lo strumento che si utilizza per andare a misurare i volumi polmonari statici lo spirometro (vedi immagine).

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Lo spirometro costituito da un cilindro, caratterizzato da unintercapedine (il rosa pi scuro rappresenta lacqua); sopra a questo cilindro viene posizionata una campana (cilindro rovesciato), metallico, sostenuto da un filo metallico legato ad un contrappeso. Il contrappeso evita che il cilindro cada. Sotto presente aria. Il paziente tapper il naso affinch le manovre utilizzate per determinare i volumi polmonari statici non risentano della perdita di aria. Il paziente soffier allinterno di un boccaglio, collegandosi in questo modo al gruppo valvolare. Il gruppo valvolare una struttura di plastica trasparente in cui c una cameretta centrale, che prende il nome di spazio morto aggiunto, alla quale arrivano due tubi; i due tubi sono collegati a due tubi corrugati. Torniamo al gruppo valvolare: dal gruppo valvolare si dipartono due tubi: uno il tubo inspiratorio che proviene da sotto la campana (il disegno non del tutto esatto); quando il soggetto inspira pesca laria dallo spirometro. Il tubo, in corrispondenza del gruppo valvolare dotato di una membrana valvolare, affinch il soggetto inspirando crei nel gruppo valvolare una pressione negativa; la pressione negativa fa aprire la valvola, e laria passa dallo spirometro nel gruppo valvolare e quindi nel soggetto. Contemporaneamente allimbocco del secondo tubo, il tubo espiratorio, vi unaltra valvola unidirezionale che si apre solo nel senso del tubo espiratorio. Quando il soggetto inspira si apre la valvola inspiratoria e si chiude la valvola espiratoria. Il soggetto quindi inspira. Cosa succede? Il volume dellaria contenuta allinterno della campana diminuisce; se il volume diminuisce la campana scende un pochino, il pennino si muover di conseguenza. A seconda del fatto che il soggetto stia inspirando o espirando il pennino descriver un tracciato (tracciato spirometrico o spirogramma) che scorre su di un chimografo. Quando il soggetto espira si provoca un aumento di volume ed un aumento della pressione nel gruppo valvolare, si apre la valvola espiratoria, mentre si chiude quella inspiratoria e laria viene convogliata al tubo per tornare allo spirometro. Attenzione: laria che il soggetto ha buttato fuori non uguale a quella che il soggetto ha tirato dentro in precedenza. Prima ha inspirato ossigeno e azoto, ora espira ossigeno non assorbito, azoto non assorbito proveniente dallazoto inspirato o dallo spazio morto e lanidride carbonica. Se il soggetto continua ad espirare e a buttare laria espirata nella campana, cosa succede? Siccome lo spirometro a circuito chiuso (non dispone di nessuna apertura non c nessuno scambio di aria con lesterno) il soggetto continua ad espirare aria contenente CO2; durante il secondo atto respiratorio quindi il soggetto rischier di inspirare non solo ossigeno e

azoto, ma anche anidride carbonica. questa unevenienza che dobbiamo evitare. Dobbiamo quindi provvedere a togliere questo eccesso di Co2, come? Mettendo sulla vie espiratoria un tubo che contiene granellini blu di calce sodata (inizialmente bianchi, ma quando si saturano di anidride carbonica diventano blu); vedi immagine assorbitore di CO2. In questo modo che ripassa allo spirometro contiene nuovamente ossigeno e azoto. Via via che il soggetto continua a respirare in questo tipo di circuito chiuso ovviamente continua ad assorbire ossigeno, quindi il volume complessivo della campana tender a diminuire. Lacqua presente in figura ha tre scopi: primo, il fatto di galleggiare sullacqua consente alla campana di muoversi molto facilmente per seguire le variazioni di volume del sistema respiratorio; secondo, smorza gli attriti; terzo, consente alla campana di contenere al suo interno i gas. Se non vi fosse lacqua e il cilindro appoggiasse sul pavimento dellinvolucro, come faremmo a farla alzare in base al movimento dei gas? Sarebbe impossibile. Lacqua facilita e permette tutto ci. Abbiamo detto prima che via via che lossigeno viene assorbito il volume della campana diminuisce. Nellimmagine seguente possiamo osservare un tracciato spirometrico:

Il volume che notiamo in figura il volume di fine espirazione (valore minore assunto dal grafico ad ogni atto respiratorio), mentre ogni picco

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rappresenta il volume di fine inspirazione. Sono questi due parametri che possono variare in molte condizioni. Il volume corrente (di cui abbiamo gia trattato) dato dalla differenza fra il volume di fine espirazione e il volume di inspirazione. In questo tracciato il volume corrente rappresentato dallaltezza del triangolo. Il grafico in mezzo non altro che un ciclo respiratorio. Abbiamo eliminato lo slivellamento (di cui fra poco tratteremo). La differenza tra il volume di fine espirazione e il volume di fine inspirazione e il volume corrente (Vt). il periodo, cio il tempo intercorso tra linizio di un ciclo respiratorio e la fine. La frequenza il reciproco del periodo. Come in altre occasioni possiamo notare che il tracciato non del tutto simmetrico. La fase inspiratoria sempre pi breve di quella espiratoria. Questo perch la fase inspiratoria coinvolge sempre i muscoli inspiratori in maniera attiva; non esiste inspirazione passiva (esiste solo un caso, il caso in cui un paziente risulta ventilato meccanicamente con un ventilatore). La fase espiratoria, che impiega un tempo TE, una fase pi lenta, sempre passiva nella respirazione normale, pu essere anche attiva nella espirazione forzata. La somma di TI + TE il periodo; TI circa 1/3 di TE ( variabile!). Torniamo allo spirogramma per parlare del significato dello livellamento: via via che il soggetto continua a respirare, continua ad aspirare ossigeno, in parte lo assorbe, in parte lo ributter nello spirometro. Ci che succede che il soggetto inspira un volume di aria che contiene ossigeno e azoto, espira aria che contiene meno ossigeno, la stessa quantit di azoto e CO2; definiamo prima il quoziente respiratorio: rappresenta il rapporto tra il volume (o flusso) di CO2 prodotto e il volume (o flusso) di ossigeno consumato. Dalla biochimica ricordiamo che i substrati che consumiamo possono essere differenti: protidi, glucidi o lipidi. Per esempio: consideriamo una molecola di glucosio (1 mol = 180 gr) C6H12O6 + 6O2 6H2O + 6CO2 + energia Cosa ci dice lequazione? Se disponiamo di una bomba calorimetrica (dispositivo che analizzeremo pi avanti), notiamo che per ridurre ad acqua una mole di glucosio abbiamo bisogno di 6 moli di ossigeno producendo 6 moli di anidride carbonica. Il caso che si osserva nella glicolisi anaerobia (citoplasmatica) denota che il quoziente respiratorio (riferendoci ai volumi) sar: volume di CO2 prodotto / volume di ossigeno utilizzato dalla combustione; il volume di CO2 equivale a 6 moli, il volume di O2 a 6 moli, quindi il quoziente respiratorio uguale a 1. la combustione nella bomba calorimetrica non altro che la respirazione interna (in termini biologici); i substrati vengono utilizzati dalle cellule (citoplasma o mitocondrio); quindi la bomba calorimetrica organica la cellula. Lossigeno che la cellula utilizza e

la CO2 che la cellula produce vengono scambiati a livello respiratorio. Lossigeno totale consumato lossigeno che inspiriamo dalla campana dello spirometro, la CO2 dal tessuto andr nel plasma, giunger a livello alveolare e poi nel tubo respiratorio dello spirometro. Il quoziente respiratorio (passiamo ai flussi) : (essendo il flusso volume / tempo (divido per i tempi)) V CO2 / V O2. uguale a 1 nel caso in cui ossigeno consumato e anidride carbonica prodotta siano serviti nel metabolismo anaerobico lattacido. Vuol dire che stiamo utilizzando dei glucidi. Ma non sempre utilizziamo dei glucidi. La maggioranza del metabolismo si basa, soprattutto a riposo, sul metabolismo aerobico. In parte esso utilizza qualche substrato proveniente dal ciclo degli acidi tricarbossilici, ma la maggior parte si basa sul metabolismo di derivazione lipidica. Se applichiamo lo stesso procedimento visto prima ad un acido grasso (per esempio), troveremo che il bilancio tra ossigeno consumato e anidride carbonica prodotta inferiore a 1 (combustione biologica dei lipidi QR = 0.7). Il flusso di anidride carbonica sar inferiore (0.7 volte V O2). Nel caso in cui un soggetto stesse mantenendo il proprio metabolismo utilizzando i lipidi, lanidride carbonica prodotta sar inferiore rispetto allossigeno consumato. Anche i protidi possono far parte del metabolismo per non rappresentano una base energetica, essi vengono consumati come mattonelle di ricambio. Generalmente il QR varia tra 0.7 e 1, questo perch, a seconda di quello che stiamo facendo e del lavoro che stiamo compiendo, pu darsi che interessi un metabolismo che esprime un maggior apporto energetico (glucidi) oppure che esprima un apporto energetico a minor potenza ma che si pu mantenere pi a lungo. Il QR viene definito quoziente respiratorio non metabolico (2-3) nel caso in cui il soggetto che sta compiendo unattivit fisica intensa (utilizza via gli colitica anaerobica lattacida acido lattico in circolo, ma Ph sangue deve rimanere sempre intorno a 7.4, per questo esistono sistemi tampone che vedremo in seguito) si trovi in una condizione di acidosi metabolica tamponata da un aumento della ventilazione. Laumento della ventilazione va ben al di l dal consumo di ossigeno. Laumento della ventilazione serve sia a garantire lapporto di ossigeno richiesto, sia per eliminare la CO2 prodotta a livello alveolare. Viene eliminata molta pi anidride carbonica di quella prevista sulla base del metabolismo cellulare. Essa viene eliminata sia perch stata prodotta dal metabolismo, sia perch viene eliminata dallalveolo al fine di mantenere pi stabile possibile il Ph. Visto che viene eliminata una quota maggiore di anidride carbonica, il rapporto fra la CO2 eliminata e lO2 consumato aumenta e va sopra a 1. tutto questo non

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avviene perch esistono delle sostanze che hanno un quoziente metabolico superiore a 1. Torniamo al grafico: il soggetto inspira ossigeno e azoto; quando espira elimina anidride carbonica, ossigeno non consumato e azoto. Lanidride carbonica espirata viene trattenuta dallassorbitore di CO2. In pratica, nella campana rientra lazoto e lossigeno non assorbito. Ci che manca (in termine di volumi) lossigeno assorbito. Lo slivellamento del volume di fine espirazione da attribuire allossigeno che stato estratto dalla campana. La pendenza della linea che unisce tutti i volumi di fine espirazione (sarebbe pi corretto dire la pendenza media del tracciato) data dal rapporto tra la variazione di ossigeno e estratto e lintervallo di tempo considerato. Attraverso il tracciato spirometrico a circuito chiuso uno dei parametri che si possono misurare il consumo di ossigeno. Importante notare unaltra cosa: possiamo notare che il volume inspirato maggiore del volume espirato. Vale sempre se il QR diverso da 1. Vedremo che pi volte sar necessario misurare il volume inspiratorio e il volume espiratorio; il volume espiratorio semplice da misurare, mentre risulta pi difficile misurare in maniera reale il volume inspiratorio. Non possiamo affermare che il volume inspiratorio uguale al volume espiratorio; non mai cos, tranne in un caso: quando il QR uguale a 1. Perch? Il volume inspirato uguale al volume di O2 + il volume di N2. Il volume espirato conterr uno piccola quota di ossigeno + lN2 + anidride carbonica. Il volume di azoto inspirato uguale al volume di azoto espirato; il volume di anidride carbonica espirato, se il quoziente respiratorio inferiore a 1, sempre minore al volume di anidride carbonica inspirata. Quindi la somma del volume di ossigeno espirato (non assorbito) + il volume di anidride carbonica espirata sar inferiore al volume di ossigeno espirato. Quindi il volume inspirato maggiore di quello espirato. Ci si verifica sempre tranne che in due casi: se il quoziente respiratorio uguale a 1 o se il quoziente respiratorio maggiore di 1 (caso raro ed estremo il quoziente non pu essere considerato quoziente respiratorio metabolico). Lo spirometro pu essere utilizzato anche senza assorbitore di CO2 ma ci da informazioni differenti. Lo spirometro a circuito chiuso utilizzato con assorbitore di CO2 ci fornisce parametri riguardanti i volumi polmonari statici (vedi dopo). In alcuni casi pu risultare indicativo utilizzare lo spirometro a circuito chiuso senza lassorbitore di anidride carbonica (solo per periodi molto brevi). Senza assorbitore lanidride carbonica giunge sotto alla campana.

Descriviamo il tracciato centrale: se il QR uguale a 1 il volume di ossigeno uguale al volume di CO2 prodotto. Quindi otteniamo un tracciato orizzontale (pendenza uguale a 0). In un caso normale (QR < 1) il volume di aria inspirato superiore al volume di aria espirato. La CO2 che espiro meno dellossigeno che ho prelevato. Quindi anche senza assorbitore di CO2 il diagramma livella verso lalto. Il primo tracciato pu trarre in inganno perch dice che: sia che utilizzo lassorbitore sia che non lo utilizzo, il tracciato livella sempre verso lalto. vero, ma attenzione: il significato della pendenza diverso. Senza assorbitore il volume espirato contiene anche lanidride carbonica. In questo caso quindi la pendenza non indica il consumo di ossigeno. La pendenza questa volta inferiore rispetto a prima, perch abbiamo anche una componente di CO2. Siccome lanidride carbonica prodotta inferiore allossigeno consumato non riusciamo ad ottenere un tracciato orizzontale, ma ci si avvicina. Ultimo caso: QR non metabolico in cui, oltre alla CO2 prodotta per il metabolismo prescelto ne viene eliminata in eccesso, si verifica tamponamento del Ph. Un tracciato del genere si pu trovare con uno spirometro a circuito chiuso, vuol dire che vi un errore nella manovra che il soggetto sta svolgendo (sforzo espiratorio).

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Il tracciato che si ottiene con lo spirometro a circuito chiuso ci consente di suddividere i volumi contenuti nel sistema respiratorio in alcuni volumi che hanno un significato funzionale importante. Il tracciato che si ottiene durante una serie di manovre respiratorie. Il soggetto risulter attaccato allo spirometro ed esso inizier a respirare (con tappanaso); nellimmagine stato abolito lo slivellamento (per comodit). Dopo aver fatto respirare il soggetto normalmente si chiede di compire una inspirazione / espirazione forzata. Esso dovr inspirare ed espirare al massimo. VC = volume corrente; VRI = volume di riserva inspiratoria (volume daria a cui si attinge durante linspirazione quando si cambia il volume corrente); CVF (CV meglio) = capacit vitale; VR = volume residuo ( rappresenta il volume di aria imprigionato nelle vie aeree alla fine di una espirazione forzata circa 1.6 litri); VRE = volume di riserva espiratoria; CI = capacit inspiratoria (indica tutto il volume di aria, compreso il volume di aria, che possiamo inspirare, a partire dal volume di fine espirazione durante la fase espiratoria);

sono le caratteristiche meccaniche del polmone e della gabbia toracica a rivelare quale sia il volume di aria che pu essere contenuto nel polmone alla fine di una espirazione normale. CFR = capacit funzionale residua (volume daria contenuto nelle vie aeree alla fine di una espirazione normale); Possiamo sommare fra loro i volumi, per esempio il VRE + VR = CFR; La capacit vitale (CV) data dalla somma di tre componenti: VRI + VC + VRE; la capacit vitale + il volume residuo danno la capacit polmonare totale (CPT); il suo volume di circa 6 litri. La CV e la CPT variano molto da soggetto a soggetto (altezza, et, sesso). Nellambito dello stesso soggetto la CV diminuisce progressivamente con let. La manovra di capacit vitale forzata ha una pendenza che viene valutata nei tracciati spirometrici; la pendenza un flusso. Esistono dei casi in cui (patologie) esiste una progressiva sclerizzazione delle vie aeree (perdono elasticit perdono recoil elastico = capacit del polmone di collassare); la pendenza quindi non risulter normale (espirano pi lentamente) ed inoltre non espirano completamente laria (sindrome ostruttiva). per questo che questo tipo di tracciato pu essere usato anche in clinica.

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Un problema molto importante risulta essere la misurazione del VR (non pu essere misurato con uno spirometro del tipo visto fino ad ora). Senza volume residuo non possiamo calcolare n la capacit funzionale residua, n la capacit polmonare totale. Si impone la necessit di calcolare il VR. Come? Prendiamo uno spirometro come nelle figure precedenti ma con elio allinterno della campana. Lelio un gas inerte non tossico. Una quantit nota di elio viene messa nella campana. La quantit uguale alla concentrazione per il volume. Quindi la concentrazione quella dellelio nellaria sotto alla campana e nei tubi dello spirometro allistante 0. il volume quello dello spirometro. Il volume dello spirometro conosciuto (comunicato dal venditore). Nel soggetto non contenuto lelio. Al soggetto si deve chiedere di avere la precauzione di incominciare ad inspirare dal boccaglio quando il volume nelle vie aeree quello di fine espirazione. V2 corrisponde alla capacit funzionale residua, cio al volume di fine espirazione del soggetto. Il paziente pu incominciare a respirare normalmente; nellarco di 2-3 minuti lelio va a riempire anche le vie aeree del soggetto. Ora posso misurare la concentrazione (C2) del gas prelevando un po daria dallo spirometro. Sappiamo che laria ben diffusa fra lo spirometro e il soggetto, quindi la quantit totale (che sempre quella) di elio sar distribuita su di un volume maggiore. Il volume nuovo sar V1 + V2 e la concentrazione nuova si pu misurare dallo spirometro. Potremo risolvere lespressione in figura e ottenere V2 (capacit funzionale residua). In questo modo, avendo a disposizione il tracciato spirometrico completo possiamo calcolare il VC. Lelio ha densit minore rispetto allaria; esso quindi crea modificazioni nelle onde sonore emesse.

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