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UN MINUTO A MEZZANOTTE

SCENA 1
Narratore 1: La mattina del 24 dicembre, Viola si sveglia più felice del solito: per la cena della
vigilia aspetta con emozione il ritorno di suo padre, lontano da mesi per via del suo lavoro. E ci
saranno anche i nonni e gli zii. Insomma, a casa sua si prevede una bellissima festa!
Una serie di contrattempi ribalta totalmente la situazione e sembra che nessuno riuscirà più ad
arrivare.
Forse, però, non tutto è perduto. Viola sarà invitata infatti a intraprendere un incredibile viaggio
nel Regno del Tempo, per chiedere al grande Oclock di regalarle qualche ora in più e permettere
ai suoi cari di arrivare da lei entro la mezzanotte di Natale.
Nel suo viaggio, Viola incontra un semino, un gatto perduto, la regina delle nevi e le sue fatine.
Tutti le chiedono un piccolo aiuto: ma lei ha troppa fretta, non può fermarsi!
Al castello di Oclock, dove l’accolgono strani ed enormi orologi, il grande signore del tempo la
invita solo a pensare con calma a come impiegare bene il tempo che lui le potrebbe regalare.
Sembra che quell’incontro non sia servito a nulla, ma nella strada del ritorno, accade qualcosa che
renderà̀ quella notte di Natale davvero indimenticabile.

(I tre orologi entrano in scena muovendosi a scatti, accompagnati da un ticchettio di vari tipi di
orologi).

Pendolo: Che ore sono?

Clessy: È tempo di cominciare!

Crono: Tempo al tempo!

Pendolo, Clessy, Crono: Chi ha tempo non aspetti tempo!

(Inizia la musica. Dopo il trillo della sveglia, gli orologi escono velocemente di scena).

CANZONE: PRESTO SARA’ NATALE

(Escono tutti di scena. Entra la mamma di Viola, che aggiunge una decorazione su un piccolo albero
di Natale illuminato. Mentre lo squadra, si sente il suono di un orologio a cucù).

Viola: (Entrando in scena in pigiama, stirandosi e sbadigliando) Eccomi... ma come... è già ora?!
(Comincia a correre a destra e a sinistra) Devo lavarmi! Devo vestirmi! Devo fare colazione!
Mamma: Dai Viola, sbrigati! Devi darmi anche una mano in cucina, ricordi? (La mamma va via,
verso la cucina).

(Suonano alla porta).

Viola: Devo andare ad aprire la porta...

(Viola apre la porta e un gruppetto di bambini irrompe in casa rumorosamente).

Bambino 1: Ciao! Ma... sei ancora in pigiama?

Bambino 2: Non vieni con noi? Andiamo in piazza a fare l’albero di Natale.

Bambino 3: Dai, vestiti subito, ti aspettiamo!

Bambino 4: Forza Viola muoviti!

Viola: Mmhh, no, meglio di no. Ho promesso a mamma di aiutarla a preparare la cena della
vigilia. Stasera ci saranno anche i nonni, e poi gli zii con Alessio e Lara, e poi...

Bambino 1: Dai, non dirmi che...

Bambino 2: Ci sarà anche lui?

Bambino 3: C'è anche tuo padre?

Viola: Sì! Torna oggi con l’aereo!

Bambino 1: (Esultando anche a gesti) Evvai! Finalmente!

Bambino 2: Dopo tanti mesi...

Bambino 3: Che bello!

Bambino 4: Ma veramente? Wow che forza!

Viola: Sì, sono contentissima!

Mamma: (Voce fuori campo) Viola! Corri a lavarti e poi vieni ad aiutarmi, per favore! E se anche
qualcuno dei tuoi amici vuole venire...

Bambino 3: Ehm, noi allora andiamo. (Urlando) Arrivederci signora!


Bambino 1: Ciao Viola! Buona vigilia!

Bambino 2: Sarà sicuramente una bellissima festa. Poi ci racconti tutto! Ciao! (Salutando Viola, i
bambini vanno via).

Viola: Un attimo e arrivo, mamma!

(Viola esce verso la sua cameretta e nel frattempo si cambia).

SCENA 2

Narratore: Ad un tratto squilla il telefono, la mamma si appresta velocemente a rispondere e


anche Viola incuriosita dal suono del telefono si precipita in salotto.

Mamma: (Arriva correndo) Rispondo io! Ma chi sarà a quest'ora? (Prende il telefono) Pronto?
(Pausa) Ah. (Pausa) Oh. (Pausa) Oh. (Delusa) Okay, fammi sapere se ci sono novità. Ora glielo
dico, ciao.

Viola: Che succede?

Mamma: (Carezzando la testa di Viola) Senti piccola, ci sono problemi per l’aereo di papà. Hanno
cancellato il suo volo e non sa se riesce ad arrivare entro stasera.

Viola: (Urlando) Che cosa?! Ma no, non può essere! Dimmi che non è vero! (Piange).

Mamma: (Abbracciandola) Amore, lo so. Sono delusa anch’io. Ho fretta di rivederlo quanto te.
Facciamo così: chiudiamo gli occhi e pensiamo positivo, intensamente positivo. Pensiamo che
tutto si aggiusterà̀, che magari l’aereo riuscirà a partire. Sì, dai, incrociamo le dita, e oplà! (Poi fa
per tornare in cucina) E poi ci sono sempre i nonni e gli zii: stasera comunque non saremo sole,
giusto?

Viola: (Un po’ a malincuore) Giusto.

(Appena la mamma sta mettendo il piede fuori dalla scena, squilla il telefono. Si blocca e torna
indietro. Risponde).

Mamma: Pronto? (Breve pausa, resta a bocca aperta) Cosa?! Ma... state bene? Anche mamma?
Ma com’è succ... Okay, sì, va bene, teniamo il telefono libero, ma voi fateci sapere se ci sono
novità per favore. D’accordo, a più tardi. Ciao. (Posa il telefono, guarda Viola) I nonni hanno avuto
un incidente... ma tutto bene, non si sono fatti niente. Un albero caduto sulla strada che blocca il
passaggio. Però sono fermi lì e non sanno come arrivare.

Viola: No eh! Non dirmi che anche loro... No no e no!


Mamma: Invece sì. (Le dà un bacio sulla fronte) Ma ci sono ancora gli zii e i tuoi cugini, dai dai dai,
in ogni caso passeremo insieme una bella vigilia!

(Squilla il telefono).

Viola: (Alla mamma) Non rispondere.

Mamma: (Minimizzando) Ma che dici... (Risponde) Pronto? Ah, ciao, parlavamo giusto di voi.
(Spalanca la bocca, stupita) Cosa? (Con disappunto) Oh... oh... sì, capisco, certo. Tienimi
aggiornata. Un bacio alla piccola, mi raccomando.

Viola: Ma che succede adesso?

Mamma: Tua cugina Lara sta male. Piange, non vuole mangiare, non vuole alzarsi dal letto. Forse
ha la febbre.

Viola: Quindi anche loro non vengono!

Mamma: Già. (Le dà un bacio sulla fronte) Saremo io e te, tesoro. Meglio di niente, giusto?

Viola: (Poco convinta) Sì, giusto.

Mamma: Coraggio. Io vado a preparare i biscotti. Ho una nuova ricetta, sentirai che buoni...

Narratore 1: La mamma va in cucina, non è allegra come vorrebbe far credere. Intanto Viola
sprofonda sul divano.

SCENA 3
Narratore 1: Dispiaciuta per le notizie ricevute, appena è sola, Viola comincia disperatamente a
piangere.

Viola: (Battendo i pugni sul divano) Ma non è possibile! Non è possibile: tutto contro di me!
(Piange disperatamente).

Cucù: (Si sente solo la voce) Ehi! Ma che brutti piagnistei!

Viola: Chi ha parlato? (Si guarda intorno).

Cucù: (Affacciandosi all'improvviso da dietro il divano) Non mi riconosci? Sono il tuo... cucù!

Viola: (Stropicciandosi gli occhi) Cosa?! Sei... (guardandolo bene) l'uccellino che sta dentro
l'orologio della mia cameretta?

Cucù: (Annuendo) Cucù.

Viola: Quello che mi sveglia tutte le mattine facendo cucù?

Cucù: (Annuendo) Cucù.


Viola: Ma gli uccellini non parlano!

Cucù: Io non sono un cucù come tutti gli altri, modestamente. Sono nato nel magico castello di
Oclock, il signore del tempo. (Viola resta a bocca aperta) Allora, mia cara, non stare lì
imbambolata, non c’è tempo da perdere! Non vuoi avere qui con te i tuoi cari, stasera?

Viola: Certo! Ma è inutile, non sarà possibile. Ormai è troppo tardi, non faranno in tempo ad
arrivare per l’ora di cena. Anzi, non saranno qui nemmeno per mezzanotte! (Scoppia a piangere).

Cucù: Nulla è perduto, amica mia, e non è mai troppo tardi! Forza, si va subito al castello di
Oclock, lui ti aiuterà!

Viola: (Titubante) Ma... è molto lontano questo castello? Faremo in tempo ad andare e tornare
per cena? Non posso lasciare mia madre da sola proprio oggi!

Cucù: Ma certo! Andiamo, è questione di minuti. Ripeti con me la formula magica: “Tic tac gira e
va’, sulla strada del castello in un attimo si va!”

Viola e Cucù: “Tic tac gira e va’, sulla strada del castello in un attimo... ci siamo già!”.

SCENA 4
Narratore 1: Ci ritroviamo nel Regno del Tempo, Viola e Cucù si trovano nel viale di un bosco, con
alberi, orologi e strani cartelli che danno bizzarre indicazioni: «Chi ha tempo non aspetti tempo!»,
«È tempo di partire!», «È tempo di fermarsi!», «Cogli l’attimo!»

CANZONE: NEL REGNO DI OCLOCK

Cucù: Forza Viola, in marcia: non lontano da qui c’è il castello di Oclock. (Apre le ali per volare via).

Viola: Che fai, ti metti a volare adesso? Non vorrai lasciarmi qui da sola!

Cucù: Io non posso camminare a lungo, devo per forza volare. Stai tranquilla, non corri pericoli.
Vedi laggiù? Il castello non è lontano. C’è solo una strada, non ti per- derai. Basta seguirla fino alla
fine. A più tardi, ciao! (Vola via).

Narratore 1: Viola fa pochi passi, ma sente una voce e si ferma. Si gira, ma non vede nessuno…

Voce Semino 1: Senti, scusa, ehi, psssss... ehi, pssss, per favore, fermati bambina!

Viola: (Guardandosi intorno) Chi è?

Voce Semino 2: Siamo qui sotto, vicino a te, al lato della strada.

Viola: Ma dove? Io non vedo proprio niente!


Voce Semino 1: Qui, nascosto sotto la terra.

Viola: Nascosti sotto la terra?! (Si abbassa).

Voce Semino 2: Certo! Siamo due semini, dobbiamo ancora spuntare. Fra poche ore potremo
diventare una magnifica pianta dalle foglie rosse. Ma non riesciamo a nutrirci e a scaldarci, fa
molto freddo, bbbrrrrrr!

Viola: Fra poche ore?! Ma non è possibile!

Voce Semino 1: Certo che è possibile, siamo nel regno di Oclock! Ma ti prego, aiutaci! A pochi
passi da qui c’è una fontanella con un secchio. Portaci un po’ d’acqua e poi resta un po’ qui a
riscaldarci.

Viola: (Guarda il suo orologio) Eh... vorrei ma... non posso, non posso proprio! Ho molta fretta. Il
mio cucù sarà già arrivato al castello, mi starà aspettando, e io sono in ritardo, molto in ritardo. Mi
dispiace semini, addio!

(Viola esce velocemente di scena, per poi rientrare, poco dopo, possibilmente dal lato oppo- sto,
andando in direzione contraria a quella precedente. All'improvviso salta fuori un gattino).

Gatto: (Con una grande mappa tra le zampe) Miaouuu! Scusa, bambina, fermati un secondo, per
favore! Sai dirmi dove si trova l’Ufficio degli Smarriti? Questa è la mappa per trovare il posto, ma
io non so leggere, miaouuuu. Dammi una zampa... cioè, volevo dire, una mano.

Viola: Che? L’ufficio degli “oggetti” smarriti, vorrai dire.

Gatto: No no, proprio degli “Smarriti”. Vedi, io mi sono perso uscendo dalla casa in cui vivevo e
dove c’era la mia famiglia: una mamma, un papà e due fratellini che giocavano sempre con me. Mi
mancano così tanto, miaouuu!

Viola: (All’inizio guarda la mappa, ma subito ci ripensa) Oh, beh... mi dispiace, non ho tempo,
devo correre subito al castello di Oclock. Buona fortuna, micio, addio!

Gatto: (Sconsolato) Addio, miao. (Se ne va).

Narratore 1: Viola riprende il cammino, ma dopo pochi passi si sente piangere a più voci. Sono
voci leggere, soffuse. Lei si ferma e cerca di guardare dietro gli alberi.

Viola: Chi è che piange?

(Dagli alberi escono alcune fatine, con al centro la regina delle nevi).

Regina: (Piangendo) Sono la regina delle nevi, e sono disperata perché stasera, con le mie fatine,
avrei dovuto costruire tanti fiocchi per la nevicata della vigilia.

Fatina 1: I bambini ci tengono tanto!

Fatina 2: Ma il nostro pozzo è vuoto e senza l’acqua non è possibile produrre la neve.
Viola: Produrre la neve?

Fatina 3: Noi non possiamo uscire da questo giardino.

Fatina 4: Rischieremmo di gelare tutto il bosco!

Regina: Per favore, bambina, non lontano da qui c’è una fontana con un secchio. Portaci un po’
d’acqua!

Viola: Mmhh... (Ci pensa un po'. Poi guarda l'orologio) Mmmhhh, non posso proprio, ho molta,
moltissima fretta! Si volta verso un lato della scena) Eccolo là! È il castello! Scusate, devo
scappare, addio!

(E velocemente esce di scena dalla parte verso cui si era girata a guardare. La regina e le fati- ne
indietreggiano fino a sparire).

Segnale 1: Tic tac, gira e va'...

Albero 1:...sulla strada del castello in un attimo si va.

Segnale 2:Tic tac, gira e va'...

Albero 2:...sulla strada del castello, in un attimo...

Segnali e Alberi: ...ci siamo già!

SCENA 5
CANZONE: IL BATTITO DEL TEMPO

(Finita la canzone, restano in scena – oltre a Viola – Pendolo, Clessy e Crono).

Pendolo: Chi sei?

Clessy: Come ti chiami?

Crono: Che ora fai?

Viola: Sono una bambina, mi chiamo Viola e faccio... (scuote più volte il suo orologio da polso,
che evidentemente non funziona).

Pendolo, Clessy, Crono: (Ridacchiando) Hi hi hi hi!

Clessy: Non impressionarti, carina, qui nel regno di Oclock il tempo non segue le leggi terrestri.
Piacere, sono Clessy, la clessidra. Un po’ fuori moda, forse, ma come oggetto d’arredamento non
sono male, vero?
Pendolo: E io mi chiamo Pendolo. Anch’io faccio da mobile nelle case, più che altro. Ma sono
molto ricercato!

Crono: Io invece sono Crono, un modernissimo cronometro che non perde un colpo: meno
cinque, quattro, tre, due, uno...

Viola: Ehm, sì sì, d’accordo, molto piacere, davvero, ma io andrei molto di fretta. Devo parlare
con il grande Oclock subito, immediatamente, seduta stante.

Clessy: Subito?

(I tre orologi ridono a crepapelle, sotto lo sguardo un po’ irritato di Viola).

Pendolo: Tempo al tempo!

Clessy: Ogni cosa ha il suo tempo.

Crono: Il tempo viene per chi lo sa aspettare!

Viola: E va bene. (Sospira) Aspetterò.

Narratore 2: Viole si siede su un divanetto e si addormenta mentre i tre orologi le girano intorno,
imitando il ticchettio e ogni tanto sussurrando «Tic tac, tic tac, dormi», «Ssshhh» «Tic tac...».
Dopo qualche giro, gli orologi si appartano.

SCENA 6
(Da dietro il divanetto sbuca fuori all’improvviso il cucù).

Cucù: (Urlando) Cucù, cucù, sveglia!

Viola: (Si sveglia di soprassalto) Uh? Eh?! (Sbadiglia sonoramente) Sei tu, il mio cucù?

Cucù: Tirati su, sistemati i capelli, fai un sorriso, mettiti in piedi: sta arrivando Oclock, il grande
signore del tempo!

Narratore 2: Viola esegue gli ordini e anche gli orologi si mettono sull’attenti. All’improvviso si
sente un rumore di passi sempre più vicino, tutti gli orologi entrano in scena per e si preparano per
l’ingresso del grande Oclock, il quale ha un lungo mantello scuro e un grosso orologio sul cappello
nero. Anche la fibbia della sua cintura è un orologio e in mano ha uno scettro con in cima un
orologio da tasca.

Viola: Oh, bene! Salve, signor Oclock, finalmente riesco a parlare con lei. Mi chiamo Viola e avrei
bisogno immediatamente di un grande favore. Vede, oggi è la vigi- lia di Natale ed è successo
che...

Oclock: (La interrompe) Piano, piano, bambina, non vedi che devo ancora sedermi?
Viola: Sì, ma lei non capisce, io ho molta fretta!

Oclock: Tu... hai fretta?! (Oclock, il cucù e tutti gli orologi cominciano a ridere. Poi Oclock si siede
sul divanetto) Qui nel Regno del Tempo la fretta non esiste, mia cara. Quindi adesso calmati,
siediti e raccontami la tua storia.

Viola: (Si siede accanto a lui) Ecco, oggi è la vigilia di Natale, e stasera mio padre doveva tornare
con l'aereo. È lontano da casa da un sacco di tempo! Ma il suo volo non partirà...

Orologi: (Tutti, con disappunto) Ooohhh...

Viola: E ci sarebbero stati anche i miei nonni per la cena! Ma sono rimasti bloccati per strada.

Orologi: (Con disappunto crescente e dispiacere) Ooohhh...

Viola: Aspettavamo anche gli zii con i miei cugini Alessio e Lara. Ma anche loro...

Orologi: (Idem) Ooohhh...

Viola: Io vorrei solo che fossero tutti con me, almeno per la mezzanotte, quando i grandi brindano
e fanno tintinnare i bicchieri e i bambini scartano i regali intorno all’albero di Natale.

Orologi: (Bisbigliando con entusiasmo) Sì, sì, dai, che bello!

Oclock: Mmmhhh, vorrei, vorrei... Qui c’è una sola cosa da fare: allungare il tempo di qualche ora.

Viola: Allungare il tempo? Ma non è possibile!

Oclock: (Si alza in piedi) Per il grande Oclock, donarti qualche ora in più è possibile! Ma se io ti
concederò del tempo, tu dovrai ricambiare il mio regalo, non credi?

Viola: E come? Dimmi come posso fare!

Oclock: Il tempo è prezioso e devi trovare il modo di utilizzarlo al meglio. Riflettici con calma, qui
nessuno ti corre dietro.

(Oclock se ne va, lasciando Viola pensierosa nel salone degli orologi. Pendolo, Clessy e Crono si
avvicinano di nuovo a lei).

Pendolo: Tempo al tempo.

Clessy: Ogni cosa ha il suo tempo.

Crono: Il tempo viene per chi lo sa aspettare, hi hi hi hi.

Cucù: Il tempo non rispetta le cose fatte in fretta! (A Viola) Ora è tempo di andare, amica mia.

Viola: (Agli orologi) Beh, allora addio!


Orologi: (Sovrapponendosi e imitando il ticchettio) Addio! Addio!

SCENA 7
(Viola esce da un lato della scena, mentre gli orologi e il cucù la salutano e vanno via, uscendo dal
lato opposto. Poi Viola rientra, insieme agli alberi, che si posizionano in fila).

Viola: (Si guarda intorno) Cucù! Cucù, dove sei? (Nessuna risposta) E adesso come faccio a
tornare a casa? Forse sarà la stessa strada di prima! (Si mette a camminare. Guarda verso gli alberi
e i cartelli, che le stanno indicando un punto preciso) Lì? Ma lì c’è una fontanella... strano,
all’andata non l’avevo vista. (Sparisce dietro agli alberi, che annuiscono, guardandosi e
ammiccando tra loro. Viola ritorna subito dopo con un secchio in mano, che sembra pesante.
S'incammina, cercando tra gli alberi) Dovrebbe essere da queste parti. Regina! Fatine! Vi ho
portato l'acqua!

(La regina delle nevi e le sue fatine si affacciano sul sentiero, prendendo il secchio e ringra- ziando
Viola con sorrisi e inchini).

Regina: Grazie, bambina, per averci donato un po’ del tuo tempo.

Fatina 1 Questa notte la Terra avrà la sua nevicata.

Fatina 2: Guarda che meraviglia…

(Inizia la musica. Regina e fatine fanno una danza intorno al secchio, tirandone fuori dei fili a cui sono
attaccati dei fiocchi di neve. Durante questa canzone si possono creare suggestivi effetti di luce, per
esempio con la lampada di Wood, che nell' oscurità evidenzia solo gli elementi bianchi, oppure con la
palla a specchietti).

CANZONE: CENTOMILA FIOCCHI

(Sul finale della canzone, la regina delle nevi e le fatine arretrano nel bosco fino a sparire, salu- tando
Viola con un gesto della mano).

SCENA 8

(Viola raccoglie il secchio che le fatine hanno lasciato lì, e ci guarda dentro).

Viola: Qui c'è ancora un po' d'acqua: dopo mi servirà. (Fa qualche passo, si guarda intorno e
chiama) Micio! Micio!

Gatto: Miaou! (Sbuca fuori dagli alberi).

Viola: Ciao micio, scusami per prima: andavo di fretta. Ma adesso ho un po’ di tempo per aiutarti.
Fammi vedere la mappa. (Il gatto gliela porge) Ecco, l’Ufficio degli Smarriti è proprio qui vicino,
accanto al castello di Oclock, non ti puoi sbagliare.
Gatto: Grazie bambina! Sei stata molto gentile, vado subito, miaou!

(Il gatto esce di scena. Viola fa ancora qualche passo, poi si ferma nei pressi della sagoma di un
cespuglio. Si abbassa verso terra e bussa sul terreno).

Viola: Ci siete? Siete ancora lì? Vi ho portato da bere. (Viola versa l’acqua del secchio un po’ alla
volta, con delicatezza, e rimane ferma ad aspettare che succeda qual- cosa. Niente, silenzio). Ehi,
semini, ci siete? (Mette le mani sulla terra, per riscal-darla un po’ e due bambini pianticelle,
dapprima nascosti dal cespuglio, lentamente si alzano in piedi. Viola è meravigliata) Siete voi?
Bastava un po' d'acqua per farvi diventare così?

(Gli ex semini, ora pianticelle, annuiscono sorridendo).

CANZONE: ROSSO COME IL CUORE

Pianticella 1: Sei stata gentile a esserti fermata per aiutarci. Grazie a te stiamo per diventare una
stella di Natale e presto arriveremo in una casa per portare aria di festa con il nostro colore rosso.
Ti auguro davvero che si realizzi tutto quello che desideri!

Viola: Beh, intanto vorrei tornare a casa mia... ma non so come fare!

Pianticella 2: Niente di più facile! Chiudi gli occhi e ripeti con me la formula magica: Tic tac gira e
va’, sulla strada del ritorno in un attimo si va!

Pianticelle e Viola: Tic tac gira e va’, sulla strada del ritorno in un attimo... ci siamo già!

(Mentre Viola, al centro, continua a tenere le mani sugli occhi, la pianticella e gli altri perso- naggi
presenti, dietro di lei, girando su sé stessi, portano via sagome e scene e se ne vanno, lasciando nello
spazio il divano di casa che c'era all'inizio).

Viola: Sulla strada del ritorno in un attimo ci siamo già! (Abbassa le mani, aprendo gli occhi e si
guarda intorno) Ma... è casa mia! Chissà che ore sono... (Guarda l'oro- logio) Ma come?!? Sono
passati solo dieci minuti? Ma allora... il cucù, il Regno del Tempo, il castello di Oclock: ho sognato
tutto? Mannaggia però, uff...

(Viola si butta sul divano e si addormenta. Poco dopo, “cucù, cucù, cucù”, si sente il cucù del-
l'orologio).

Mamma: (Fuori scena) Viola! (Entra e va a carezzarle la testa per svegliarla).

Viola: Eh? Che? (Sbadiglia rumorosamente).

Mamma: Hai dormito tutto il giorno, è molto tardi tesoro, ora devi alzarti. C’è una bella sorpresa
per te.

Viola: Ma che ore sono?

Mamma: Mancano cinque minuti a mezzanotte. Su, in piedi, signorina.


Viola: (Alzandosi dal divano) Cinque minuti a mezzanotte? Ma allora... perché ha suo- nato? (Si
avvicina all'orologio a cucù) Cucù, ci sei? No, niente, è proprio di legno.

(Si sente suonare il campanello di casa. Viola si volta di scatto verso la porta. E dopo pochi secondi
entrano i due nonni).

Viola: (Stupita) Ma cosa... (Correndo ad abbracciarli) Nonno! Nonna! (Mentre loro si tolgono
cappelli, sciarpe e cappotti) Come avete fatto ad arrivare? Si è sistema- to tutto? Che è successo?

Nonno: Tesoro bello! Eh, siamo stati fortunati! Mentre eravamo bloccati in macchina, con un
tronco d'albero che sbarrava la strada, tua nonna ha avuto una bella idea.

Mamma: E cioè?

Nonno: Andare a comprare una pianta in un negozietto.

Nonna: (Ride, vedendo la faccia perplessa di Viola e della mamma) Ah ah, già! E in quel negozio la
fioraia mi ha spiegato che potevamo fare un’altra strada, che non conosceva nessuno.

Nonno: Così abbiamo ripreso il viaggio, e finalmente... eccoci qua!

Nonna: (Tirando fuori da una busta una stella di Natale in vaso) Eccola qui, la pianta era per voi.

Mamma: Grazie! È una bellissima stella di Natale!

Viola: Ma... (osserva la pianta, prendendola tra le mani) somiglia tanto al mio semino...

Mamma: Che dici, tesoro?

Viola: No, niente... (con la pianta in braccio) vado a metterla vicino alla finestra.

(Suona ancora il campanello. La mamma va ad aprire. Entrano gli zii con i cuginetti, raggiunti subito
anche da Viola).

Viola: (Rientrando senza pianta, felice) Allora ci siete anche voi! Ma che è successo, come avete
fatto?

Zia: (Mentre saluta ancora i presenti) In realtà poi abbiamo scoperto che Lara non aveva affatto le
febbre.

Zio: Era soltanto triste perché il nostro gattino si era perso.

Alessio: Infatti a un certo punto abbiamo sentito miagolare, abbiamo aperto la porta e...

Lara: (Tira fuori, da una tracollina, un gattino. Un micetto grigio) Era sul tappetino della porta di
casa, tutto impaurito. Eccolo, il mio piccolino!

Alessio: Tuo... nostro, semmai!


Viola: (Accarezzando il gattino) Che amore! Somiglia... somiglia...

Zia: A chi?

Viola: (Risponde alla zia) Niente zia. (Si allontana a un lato della scena e parla tra sé, mentre gli
altri ancora si parlano e sono intorno a Lara col gattino) Il gatto... la stella di Natale... il grande
Oclock, il cucù...

(Si sente di nuovo il cucù dell'orologio. La mamma corre in cucina).

Mamma: Il brindisi!

Nonno: (Guardando il suo orologio da polso) Il vostro cucù è impazzito. Il mio orologio invece, che
non perde un colpo (lo guarda), dice che manca ancora un minuto a mezzanotte. Siamo in tempo
per brindare.

Mamma: (Rientrando con un vassoio) Ecco i bicchieri, siamo pronti?

Nonno: Pronti a stappare! Meno venti, diciannove..

Tutti: (Facendo il conto alla rovescia per il brindisi) Diciotto, diciassette, sedici...

(Il conto alla rovescia – che potrebbe essere anche registrato – gradualmente si abbassa di volume,
fino a non sentirsi più. Tutti, tranne Viola, che avanza nel proscenio, si congelano in una posizione.
Nel frattempo dagli angoli della scena avanzano alcuni personaggi – la pianti- cella, il cucù, la regina
delle nevi, gli orologi – cantando insieme una breve ripresa della canzone precedente: «E vedrai che
ovunque andremo / ci troveremo, così va il mondo. / Foglie noi di una foresta / lo stesso vento volare ci
farà». Poi indietreggiano e spariscono velocemente. Viola è come imbambolata).

Tutti: (Riprendendo tutti contemporaneamente il conto alla rovescia come se non fosse successo
nulla) Dieci, nove, otto, sette, sei...

(Suona il campanello e tutti si fermano di colpo. Guardano verso la porta. La mamma corre ad aprire,
emozionata, e appena il papà mette piede in scena, Viola si volta).

Viola: (S'illumina) Papà! (Corre ad abbracciarlo).

Papà: (Entrando in scena, corre verso di lei) Piccola! (La bacia) Sono arrivato, hai visto? (Si
sentono i rintocchi del campanile).

Mamma: È mezzanotte.

Tutti: Buon Natale!

(Tutti si abbracciano e brindano. Viola vede qualcosa verso il pubblico: immaginiamo che ci sia una
finestra da cui si affaccia).

Viola: (Indicando) Guardate! Sta nevicando!


Tutti: Ooohhh... (Riversandosi a guardare fuori insieme a Viola).

Mamma: (Al papà, che le sta vicino) Con questo tempo credo che dovrai aspettare un po’ prima di
ripartire, mio caro. (Il papà ride, abbracciandola).

(Tutti tornano verso l'interno della scena, parlando piano tra loro. Viola, in proscenio, parla avanti a
sé).

Viola: Grazie regina delle nevi. Grazie grande Oclock. Adesso ho capito (sorride).

Papà: Viola, forza, vieni qui, c'è il tuo regalo!

(Inizia la musica. Tutti ora in scena si passano il pacco di Viola, creando una coreografia su questo
passaggio. Durante il brano potrebbero inserirsi anche gli altri personaggi dello spettacolo. Alla fine
Viola tira fuori dalla scatola il regalo: è una sveglia, che potrebbe richiamare l'orologio sul cappello di
Oclock. I saluti finali degli attori al pubblico possono essere realizzati sulla base musicale di questo
pezzo, facendola partire subito dopo la canzone).

CANZONE: QUESTA NOTTE DI NATALE


Personaggi GRUPPO 1 (Giorgia e Debora)

Narratore 1: Vittoria D.
Viola: Nicole
Mamma: Emma
Pendolo: Lorenzo
Clessy: Stefania
Crono: Samuele
Bambino 1: Greta
Bambino 2: Francesco
Bambino 3: Emanuele (1°)
Bambino 4: Silvie
Cucù: Matteo
Albero 1: Lukas
Albero 2: Daniele
Segnale 1:Alessandro
Segnale 2:Giulio Maria
Semino 1:Giovanni Maria
Semino 2:Giacomo C.
Gatto: Andrea
Fatine: Alice, Svetlana, Sara e Martina
Regina della Neve: Vittoria
Personaggi GRUPPO 2 (Elisa e Sabrina)

Narratore 2:Nicole V.
Viola: Gioia
Mamma: Elisabetta
Papà: Loris
Nonna: Chiara
Nonno: Nicolas
Zia: Simona
Zio: Filippo F.
Alessio: Cristina
Lara: Ilenia
Pendolo: Giacomo D.C.
Clessy: Giorgia
Crono: Giovanni
Cucù: Andrea Coradazzi
Oclock: Edoardo
Orologi: Massimiliano e Giacomo I.
Pianticella 1: Emanuele
Pianticella 2: Leonardo
Gatto: Jacopo
Fatine: Petra e Rachele
Regina della Neve: Sofia

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