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Le vittorie, le amarezze e i fallimenti

L'amicizia,la solitudine, l'amore e la noia


La scuola a distanza è mezzavita in meno

azFrancesco Piccolo

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un anno ormai che a scuola si va e Dalle scuole nessuno pensa mai che un giorno se ne
\ non si va, ma soprattutto non si va. È andrà per dawero. E non riesce a immaginarsi al liceo
un anno quindi che manca a una gi- se è alle medie, e all'università se è al liceo. Sta lì, passa
gantesca quantità diragazzi la con- mezza giornata della sua vita per andare, passarci il
suetudine, quella metà di vita quoti- tempo, tornare. Ecco cosa manca. Manca almeno mez-
diana che è un dovere e uno spazio e zaita, adesso. E molto di più, se si pensa alle conse-
untempo dove accade quasitutto. Le guenze che quella mezza giornata awà sull'altra metà,
scuole non sono soltanto dei contenitori di esseri uma- che quella m ezza trta awàsull'altra metà.
ni molto giovani, di quantità di ormoni scattanti, e di A scuola, o fuori scuola, anche decidendo di non en-
compiti, interrogazioni e spiegazioni. Ma sono dei con- trare e di andare al parco, si vive molto tempo, e in que-
tenitori di esperienze e di emozioni che prescindono sta quantità di vita accadono molte cose per la prima
dal progmmma scolastico - di cui si occupano ossessi- volta. Carlo Emilio Gadda la chiamava "la primavoltità",
vamente i genitori nella chat di gruppo, fin dalla scuola è una categoria che comprende tutta una serie di eventi
matema, quando cominciano a dire sospettosiche han- irripetibili che anche se si ripeteranno migliaia di volte
no la sensazione che la classe stia un po'indietro con il non saranno più come quella prima volta, che non an-
programma, e continueranno a scriverlo in modo com- drà mai più via dalla memoria. Se si contano le primevol-
pulsivo su whatsapp fino all'ultimo giorno della carrie- tità a scuola, di ognuno, ne verrebbe fuori un elenco co-
ra scolastica dei loro figli. Della vita, invece, si occupa- sì lungo che sfinirebbe - perché la memoria non è solo
no i figli. uno scrignoprezioso, è anche unatortura,e cisonomol-
La didattica a distanza è svegliarsi a casa, fare lezione te cose che dimenticheresti volentieri perché ti fanno
a casa, e non dover tornare a casa perché ci sei già. La venire la pelle d'oca ancora ora a distanza di decenni,
scuola è uscire, vestirsi con quel maglione perché quel- oppure fai uno scatto improwiso del corpo per scrollar-
la della 3C ti ha detto che è di un bel colore, inzupparsi le via, e chi è accanto a te chieds ma che succede? Nien-
sotto la pioggia, saltare giù di corsa alla fermata, sentire te, dici.Ascuola accadonotante cose che non riguarda-
chiarissimo l'odore dellaprimavera, oppure correre nel no la scuola. La classe, quello dietro di te, quello che ar-
gelo e pensare che il futuro è tuo. È tornare a casa affa- riva in ritardo e ha sempre una scusa nuova, da applau-
mati, farlo insieme a un amico facendo progetti per la si, quelli che non entrano oggi perché c'è sciopero, e
sera, o guardando gli altri che si divertono e tu che torni queitre che invece sono entrati (chissàmai perché) e sa-
da solo. Perché non manca solo la felicità, I'euforia, Ia ranno lorÒ, come accade dalla preistoria ai giorni no-
sensazione di avercela fatta a stare nel mondo; ma man- stri, a prendersi addosso una lunga tirata del professore
ca anche la solitudine, pensare che non andrai mai in di turno contro la scelta di non venire a scuola, detta
un bar a bere la birra con quegli amici o qualsiasi altro con violenza a chi a scuola ci è venuto. Ma da quando
essere umano. La irripetibilità dei giorni e degli anni di suonala sveglia dimattinafino aquando si torra a casa
scuola sta nel fatto che pensi che il mondo sia quello, urlando: sono io!, c'è tutta quella mezzavita che com-
che qualsiasi persona non vada più a scuola sia decrepi- prende anche I'altra metà: il primo bacio fuori scuola, la
ta e non hapiù senso che stiaal mondo; stanel fatto che prima volta che ti hanno lasciato sulla panchina del cor-
pensi che sarai per sempre il più fico, il più sfigato, il più tile, il primo invito a una festa, il primo bigliettino passa-
simpatico, il più coglione. Per sempre. Anche se ti ripe- to da un banco all'altro, diventare un eroe per aver ri-
tono che i brufoli se ne andranno via prima o poi, sei sposto male al prof, innamorarsi della lezione di un al-
convinto di avere il viso rovinato per sempre. Gli anni tro prof, nascondere qualcosa in bagno, le chiacchiere
della scuola son belli perché fai progetti per dopo, ma sugli scalini pensando non voglio tornare a casa mai
in fondo pensi che la vita non awà un dopo, è tutta li, e più, queibrividi di freddo dell'inizioinfluenza equalcu-
quell'esame di maturita che farai tra otto anni, sei mesi, no che yiene a prenderti, dire a un compagno se mole
cinque anni, due settimane, in realtà non accadrà, e se venire a studiare da te e lui dice non posso e poi va da
accadrà il tempo poi si fermerà appena sarai seduto da- un altro, il dolore che non se ne va per un sacco di tem-
vanti alla commissione. po e il corpo che impara a sopportarlo, e impara anche a
capire che il dolore passerà, che quando la compagna I armadietto. E quindi solo a scuola puoi provare quella ganza che in realtà dentro non hai, perché dentro hai so-
di banco bellissima ti dice no, poi passerà, come passa il I mancanza veÉiginosa, quella nostalgia seria, che nessu- lo un senso di sollievo, la sensazione di esserti salvato,
3 al compito di matematica e tu prometti che recuperi - I no potrà mai capire, per il tuo telefonino. Solo in quelle che anche tu sei nel mondo, sei come gli altri, non sei un
e insomma impari che puoi recuperare, c'è iltempo per I ore capisci che lo ami, che senza di lui la vita non ha sen- reietto, non devi piùvergognarti.
recuperare tutto, e non puoi impararlo al tavolo della I so. Ed è solo quando suona l'ultima campanella e corri In più, è a scuola, inmezzo agli altri, durante quelle
cucina di casa su zoom, ma solo andando e tornando da | fuori e lo riprendi e lo riaccendi che capisci cosa signifi- ore infinite, che ci si sente soli, che ci si sente infelici e si
scuola, andando e tornando, aspettando che cominci e I ca la lontananza. Ti perdi molte cose se per un anno pensa che sarà cosi per sempre. È a scuola che si va in-
aspettando che finisca, sentendo chiamare un altro alla I non vai a scuola se non qualche volta - ti perdi perfino contro alla primavoltità dei fallimenti, è Iì che ti puoi
lavagna, salvandoti, oppure vedere il sollievo sul volto I la capacità di formare la corazza.Qtrcllacotazzaannoia- sentire l'ultimo al mondo, una sensazione da cui la casa
degli altri mentre la prof ha chiamato te. I libri sgualciti, I che si forma pian piano e ti rende anche un po' stron-
ta ti protegge, e se invece ti sei sentito, a ragione ma più
senza copertina, abbandonati sul banco. Convincersi I zo, e ti annoi alle feste, sei stanco di raccogliere i soldi probabilmente a torto, l'ultimo al mondo, è in quel mo-
che ci si ama dawero solo se si viene gettati in un rogo o I per I'ennesimo regalo di compleanno, i ritorni dalle gite mento che hai capito di più di te stesso, e da quel te stes-
se perfino la peste si inventano per non far sposare due I imbottigtiati nel traffico, nel dormiveglia, provando a so non ti allontanerai più. A scuola, e non a casa, si sen-
innamorati. Tutte le confidenze che ti fanno all'improv- I canticchiare canzoni vecchie che altri continuano a ur- tono più nitidi i giomi di infelicità, di tristezza insensa-
viso i compagrri di scuola, alcuni di questi poi in età I lare a squarciagola. O la mattina in cui vai a scuola sen- ta. E tutto questo groviglio si scioglie in una sensazione
adulta sono ancora amici tuoi e ricordate sempre gli I tendoti il re del mondo perché il pomeriggio prima hai più precisa, che si può sintetizzare in una sola parola:
stessi aneddoti, quando ti sei alzato e la profnon poteva I fatto l'amore per la prima volta, e adesso mostri un'arro- amarezza.El'amarezza si può sentire inmezzo agli al-
crederci, quando hai scritto nella versione di latino che Ir tri, o tornando a casa a testa bassa dopo essersi allonta-
Cesare andava incontro a delle cicogne che avevano di- nati dagli altri. L'amarezza èla sintesi dei grovigli che
chiarato guerra, le volte che ti sei addormentato appog- lt quando si è ragazzi, non si saprà mai perché, sono in
giato sulle braccia abbandonato sul banco, tutte le vol- il maggior numero rispetto alle euforie.
te che il profha detto: e allora cosa stavo dicendo?, e tu il A scuola si sente, e si impara a riconoscere, e a capire,
non lo stavi ascoltando, oppure la volta che Io stavi tlil l'amarezza. E senza, come ci si potrà sedere davanti alla
ascoltando e lui è costretto a dirti: sì, bravo. commissione, come si può diventare glandi, come si
il
Ed è solo a scuola che qualcuno può legittimamente dawero nel centro del mondo?
chiedefti di spegnere il telefonino o di chiuderlo in un tl 3i:"",1,i"iT:::r
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