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Basso apre la sua introduzione al 700 dicendo che innanzitutto ci sono dei
monarchi a cui si può legare questo lungo periodo e sono Luigi XIV e Federico
II di Prussia (uno apre il periodo e l’altro lo chiude). Queste due figure hanno
dei tratti comuni come l’ambizione espansionistica, e quindi a livello politico e
di potere, e le grandi imprese e di guerra che caratterizzano grandi conquiste.
L’altro aspetto che li accomuna è la politica culturale molto accentratrice in cui
loro non sono semplicemente i patrocinatori che danno i soldi e poi qualcun
altro si occupa dell'aspetto musicale, ma entrambi vogliono entrare nella
sostanza della proposta culturale, quindi anche musicale, legata alle loro
monarchie. Quindi sia Luigi XIV, che sappiamo essere stato ballerino e che
prendeva parte alle rappresentazioni date per la corte di Versailles, sia Federico
II di Prussia, sovrano che metteva la cultura al primo posto poiché ne sapeva
molto di musica ed era anche allievo del del flautista Johann Joachim Quantz
(ricordiamo che il 700 è il secolo del flauto) erano entrambi molto esperti di
musica e sapranno condurre la politica culturale dei loro rispettivi regni nello
stesso modo con cui conducevano altri aspetti legati al loro governo. Continua
ad essere anche il 700 un secolo di crisi e di guerre : così come il seicento
aveva avuto guerre sanguinose, allo stesso modo il 700 vedrà delle contese
che porteranno grave crisi anche alle nazioni vittoriose (es. la guerra dei sette
anni condotta da Federico II di Prussia). L'Italia continua questa sua condizione
di territorio diviso e sotto l’egemonia di diversi altri regni e nazioni. Tra l'altro il
700 vede anche l'estinzione di famiglie nobili italiane quali i Farnese, i Medici; il
regno di Napoli viene assegnato a Don Carlos di Borbone, Filippo di Borbone
diventa duca di Parma, Piacenza e Guastalla nel 1748 e a Milano arrivano gli
austriaci.
Il 700 è anche il secolo dell’Illuminismo, dei sovrani illuminati, più a parole che
non a fatti, sebbene si cominciano a diffondere idee di diritti sociali e si forma
una nuova cultura ed una maggiore espansione della borghesia nella gestione
del potere. Alberto Basso vede una periodizzazione di quest'epoca che lui,
infatti, non chiama “il 700” ma “l’età di Bach e di Handel”, e quindi tratta poco
meno di cent’anni, dal 1680 al 1770, prima dell'avvento dei tre classici
viennesi. Basso vede, quindi, questa periodizzazione interna tra gli anni
1720-1725 e gli anni che vanno dal 1680 al 1720. C’è un prolungamento delle
idee che arrivavano dal barocco seicentesco che nel 1720 in poi non
scompaiono ma si riempiono di contenuti molto più innovativi e si va ad
approfondire tutti gli aspetti della produzione umana secondo un diverso metro
di giudizio molto più scientifico e molto più razionale. La musica stessa viene
guardata con uno sguardo più razionale. Basso elenca un un po' di eventi tra il
1720-1725 che comportano un discrimine; per esempio nel 1720 Händel inizia
la sua carriera di master of orchestra ad Haymarket, a Londra, quindi la sua
carriera di imprenditore del teatro d’opera; nel 1720-1723 Bach cambia
completamente il suo il suo lavoro perché da maestro di cappella diventa
Thomas Cantor a Lipsia, con delle incombenze e più gravitanti nell'orbita della
musica sacra corale; Telemann si trasferisce ad Amburgo e diventa il massimo
animatore della vita musicale amburghese, con la sovrintendenza di cinque
chiese, il collegium musicum e la gestione del teatro d'opera (Amburgo
ovviamente risente molto positivamente di questa di questa figura). Nel 1722
Rameau pubblica il suo trattato di armonia, che diventerà un caposaldo per la
teoria musicale dei compositori di varie generazioni di musicisti. Poi abbiamo il
clavicembalo ben temperato di Bach (il primo volume nel 1729) con tutto il
lavoro che comporta perché è un'opera che si fonda sul temperamento
equabile, ossia sulla sulla divisione della scala in 12 semitoni tra loro uguali.
Segue Domenico Scarlatti che lascia Roma per la per trasferirsi a Lisbona e poi
a Madrid, quindi un grande della musica strumentale italiana e se ne va fuori
dall'Italia e chiudendo così una sorta di silenzio, che non è un silenzio creativo
ma finisce per allentare i rapporti con l’Italia. Tra il 1724-1725 Vivaldi pubblica
il cimento dell'armonia e dell’invenzione. Nel 1720 Benedetto Marcello pubblica
un libro importante “Il teatro alla moda” e pubblica anche la sua raccolta
“L'estro poetico armonico”. Tra il 1722 e il 1724 Francois Couperin pubblica i
suoi concerti e nel 1725 muore Alessandro Scarlatti, lo “Scarlatti padre” che
tanto aveva dato sia al teatro d’opera, sia alla forma della dell’oratorio. Un
altro aspetto importante che nasce nel 700 è il concetto di critica musicale
(Marco Scacchi, guarda lezioni precedenti). Nasce l’idea dell'ascoltatore non
come persona passiva, ma dell'ascoltatore che può esprimere il giudizio e che
vuole esprimere giudizi sulla musica, che soprattutto si informa. All'inizio del
‘700 cominciamo ad avere i primi periodici musicali, riviste che escono una
volta al mese in cui si citava il resoconto della vita musicale locale al locale ma
anche delle piazze più prestigiose d’Europa; a volte e potevano esserci anche
dei brani di musica da camera allegati alla rivista per amatori. A questa idea
dell'esercizio della critica e dell'espressione del buon gusto si lega proprio il
concetto, nato alla fine del Seicento, di gusto e di galanteria. La galanteria si
può definire come un codice di comportamento che riguarda il modo di fare
delle persone, di vestirsi e di parlare, le loro frequentazioni e i loro gusti
musicali. Quest'idea del “buon gusto”, che condiziona così tanto il periodo, è un
qualcosa di abbastanza indefinibile perché, molte delle persone che ne
scrivono, dicono che con il buon gusto si nasce e non è una di quelle cose che
si possono imparare. Basso cita uno scritto di Johann Mattheson che dice:
“ci sia concesso di notare che mentre sino ad ora si esigevano in una
composizione già ultimata solo due elementi, ossia melodia e armonia, ai nostri
giorni essa sarebbe malissimo fatta se non ci si aggiungesse il terzo
elemento ,ossia la galanteria….tuttavia questa galanteria non potrà essere
insegnata e rinchiusa in regole determinate, ma potrà essere raggiunta solo
per mezzo di un buon gusto e di un sano giudizio. Se si volesse ricorrere a un
confronto, nel caso che il lettore non fosse abbastanza “galante” per
comprendere cosa significhi in musica galanteria, non sarebbe sbagliato il
paragone con un vestito nel quale il panno potrebbe rappresentare la tanto
necessaria armonia, la “fuson” gli elementi convenienti a questa armonia, e in
certo qual modo la “broderie” sarebbe la galanteria”