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Palazzo

dell’Emiciclo
e palazzina ex g.i. Maschile
Rigenerazione e adeguamento sismico a L’Aquila
IL CANTIERE DI RESTAURO

“Il cantiere di restauro” CARSA Edizioni


collana diretta da Giovanni Carbonara
architetto e professore di Restauro architettonico
presso la “Sapienza” Università di Roma Presidente
Roberto Di Vincenzo
Volume
Palazzo dell’Emiciclo Amministratore delegato, Direttore artistico
e palazzina ex gi Maschile Giovanni Tavano
Rigenerazione e adeguamento sismico a L’Aquila
Direttore editoriale
a cura di Oscar Buonamano
Lucio Zazzara
Picture editor, Responsabile produzione
Progetto editoriale Roberto Monasterio
Giovanni Tavano
Responsabile distribuzione
Testi Alessio Mariano
Antonio Borri
Antonello Bottone Direzione e redazione
Giacomo Di Marco Piazza Salvador Allende, 4
Jenny Rolo 65128 Pescara - Italia
Riccardo Vetturini www.carsaedizioni.it
Lucio Zazzara www.carsa.it

Progetto grafico e impaginazione


Roberto Monasterio, Giovanni Tavano

Fotografie
Archivio Imp. Ricci & Rosa
Roberto Monasterio / CARSA Edizioni
Giovanni Tavano / CARSA Edizioni

Finito di stampare nel mese di giugno 2018 presso


LRC Printing - Bastiglia (MO)

Il presente volume in prestampa digitale costituisce


un’ampia anticipazione della Monografia dedicata al
restauro e alla rigenerazione urbana del complesso del
Palazzo dell’Emiciclo e della Palazzina ex G.I. all’Aquila.

© Copyright 2018 CARSA Edizioni, Pescara


Tutti i diritti riservati.
Palazzo
dell’Emiciclo
e palazzina ex g.i. Maschile
Rigenerazione e adeguamento sismico a L’Aquila
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INDICE

6 Presentazione di Giuseppe Di Pangrazio


7 Presentazione a cura delle imprese esecutrici dei lavori

9 Il progetto urbanistico e architettonico


di Lucio Zazzara

33 Tutela dei beni culturali e sicurezza strutturale


di Antonio Borri

37 Storia del complesso architettonico


di Giacomo Di Marco

59 Descrizione e analisi del danno subito


di Riccardo Vetturini

71 Consolidamento e adeguamento sismico


di Riccardo Vetturini

123 L’opera finita


PRESENTAZIONE

Nove anni dopo il tragico terremoto che il 6 Aprile 2009 colpì la città dell’Aquila
e vasti territori del Centro Italia, viene riaperto il Palazzo dell’Emiciclo, storica
sede istituzionale del Consiglio regionale dell’Abruzzo.
Il complesso architettonico, risalente al 1650 e ampliato nel XIX secolo, è
idealmente riconsegnato alla cittadinanza aquilana e all’intera comunità
abruzzese dopo due anni di imponenti lavori di restauro, mirabilmente realizzati.
L’adeguamento strutturale ai più avanzati e innovativi standard di sicurezza
antisismica rende l’Emiciclo un modello di eccellenza internazionale. Esso
manifesta la stabilità, la perseveranza, la genialità della tradizione e il dinamismo
innovativo che caratterizza l’Abruzzo. Diventa segno di una reale rinascita,
espressione di sensibilità politica e competenza tecnica che si aprono a costruire
spazi di “ cittadinanza regionale”, ove la partecipazione civica e le funzioni
istituzionali ritrovano il necessario equilibrio finalizzato al bene comune, cercato
e amministrato secondo i principi di democrazia e di rappresentanza.
La struttura, materialmente consolidata, assurge a simbolo di un nuovo
stringente patto tra società abruzzese e rappresentanza politica del Consiglio
regionale, volto a superare distanze, diffidenze e ostilità, capace di incorporare
più strettamente i cittadini ai processi di sovranità legislativa, visibilmente
evidenziati dalla sede dell’Assemblea regionale: un edificio ricomposto
strutturalmente ed esteticamente dalle crepe del terremoto, testimonianza
reale del rinnovato rapporto di vicinanza tra cittadini e politica, in una solida
e indissolubile interdipendenza. La riapertura dell’Emiciclo alla sua funzione
pubblica è motivo di orgoglio per il Consiglio regionale dell’Abruzzo, che mi
onoro di presiedere. È auspicio, altresì, che esso costituisca una “nuova frontiera”
istituzionale, intreccio virtuoso di qualità e trasparenza, diritti e doveri resi
sempre attuali dall’intelligente impegno del Popolo abruzzese con la “sua”
Assemblea legislativa.

Il Presidente del Consiglio regionale dell’Abruzzo


Giuseppe Di Pangrazio

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PRESENTAZIONE

Sollevare un edificio e adagiarlo delicatamente su degli “ammortizzatori” per


isolarlo dal suolo e proteggerlo dagli scuotimenti di un terremoto. Sembra il
gioco visionario di un bambino che armeggia con i Lego, eppure è concretissima
scienza delle costruzioni di cui già si conoscono le applicazioni nel mondo su
edifici moderni, soprattutto in Giappone.
Tuttavia, quando è emersa la proposta di adottare questa avveniristica tecnologia
per il complesso monumentale cosiddetto dell’Emiciclo, abbiamo avuto momenti
di perplesso silenzio per la sua complessità applicativa.
Le condizioni si annunciavano del tutto diverse dai casi tipo fino ad allora
sviluppati: l’edificio ha dimensioni ragguardevoli e presenta stratificazioni
storiche che datano fino al 1600. L’introduzione di isolatori meccanici alla
base di fondazioni antiche presupponeva la realizzazione di scavi profondi
all’interno e al di sotto di altrettanto antichi apparati murari con seri rischi
statici. L’allontanamento dei materiali scavati, la messa in sicurezza dei setti
murari esistenti, la predisposizione di basamenti in calcestruzzo per la successiva
posa degli isolatori stessi, erano tutte operazioni da progettare ed eseguire in
sotterraneo, avendo sulle spalle, materialmente e metaforicamente, un edificio
simbolo dell’intera regione Abruzzo. L’istinto conservativo della precauzione
ci spingeva verso ipotesi risolutive più semplici ma certamente non di pari
efficienza antisismica.
Ci siamo messi a studiare, insieme ai progettisti, unendo le diverse e
complementari competenze tecniche delle due imprese esecutrici: Rosa Edilizia
srl, profonda conoscitrice di restauro e ricostruzione, e la Ricci Guido srl, esperta
di lunga esperienza nel consolidamento e fondazioni speciali.
Sono state esaminate nel dettaglio le caratteristiche geo-tecniche e geo-
meccaniche del terreno di sedime dell’intervento, scandagliati gli archivi alla
ricerca documentazione storica degli interventi subiti in passato dagli edifici
e dalle fondazioni. Abbiamo consultato tutti i nostri collaboratori, dai tecnici
alle maestranze più esperte e solo dopo aver capito che questa sfida vibrava
già sottopelle fra i nostri operatori, abbiamo deciso di accettarla, contagiati
reciprocamente da curiosità imprenditoriale e voglia di migliorarci.
Il pensiero era rivolto soprattutto alla nostra città capoluogo che con un centro
storico tra i più antichi ed estesi d’Italia, merita il meglio della moderna edilizia,
per declinare la sicurezza antisismica, offerta dalle nuove tecnologie, con il
valore storico ed estetico del patrimonio architettonico, in una visione etica della
ricostruzione e delle città.
Un obiettivo così alto non poteva non diffondere nel cantiere una
consapevolezza ed una motivazione particolari che hanno rafforzato le sinergie
e gli sforzi davanti agli ostacoli e agli imprevisti che via via sono stati affrontati e
superati, anche grazie alla costante presenza dei tecnici della Regione Abruzzo.
Il più memorabile capitò nell’agosto 2016 quando, con l’edificio in totale
sospensione, in attesa dell’inserimento dei sistemi di isolamento, subimmo i
violenti riverberi della scossa 6.0 che, purtroppo, distrusse la vicina Amatrice.
Potremmo dire che fu un severo collaudo dell’affidabilità tecnica-operativa e
che la prova fu superata nonostante il brivido agghiacciante che ha percorso la
schiena di noi tutti. Difficoltà che ci hanno unito di più.
Oggi possiamo dire che la sfida è vinta e che la nostra scelta era quella giusta
se l’opera, il primo edificio monumentale in centro storico su isolatori sismici,
attrae esperti ed università di tutto il mondo. La soddisfazione, per gente di
cantiere come noi, tolti caschetto e scarponi, è quella di poter sentire di aver
dato un contributo innovativo alle conoscenze e alle applicazioni tecnologiche
in campo antisismico e soprattutto alla missione, che sentiamo moltissimo come
abruzzesi, di riconsegnare centri storici ricostruiti all’altezza di quelli ereditati
dai nostri avi. Orgogliosi di fare storia.

Le imprese esecutrici
Rosa Edilizia srl e Ricci Guido srl

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Il progetto urbanistico e architettonico

di Lucio Zazzara

PREMESSA frammentazione delle competenze per


L’intervento operato sul complesso l’approvazione delle proposte. Quello
dell’Emiciclo rappresenta un caso che in condizioni normali rende difficile
particolare nello scenario della procedere con tempi ragionevoli negli
ricostruzione post-sismica a L’Aquila. interventi costruttivi, in fase di emergenza
Il bando per la gara europea chiamava e d’impellente necessità di ricostruzione
le imprese concorrenti a presentare diventa un onere insopportabile che
proposte per la messa in sicurezza, può anche compromettere la qualità
il restauro e il miglioramento, in delle opere. Nel caso del progetto per
generale, di tutto il sistema edilizio, l’Emiciclo si è dovuta scontare solo la
comprendente anche l’edificio Ex parte relativa ai ricorsi pervenuti in
GI. Il gruppo di progettazione ha seguito all’assegnazione; infatti, superato
affrontato il tema in tutta la sua questo scoglio, si è determinato un
complessità e articolazione con la progressivo clima di collaborazione che
coscienza di dover operare superando ha portato ad un risultato straordinario in
ogni settorialità disciplinare e puntando termini sia di velocità nella realizzazione
a un risultato unitario di sicurezza, delle opere, sia di qualità costruttiva e
bellezza ed efficienza. Lo sviluppo del prestazionale.
progetto ha chiamato fin dalle prime A chiunque si occupi di progettazione
fasi a un impegno sostanzialmente o realizzazione appare evidente la
innovativo, in una condizione tecnica portata di tutto questo. In mancanza
e culturale del tutto inedita e priva di di un fattivo clima di collaborazione
riferimenti. Si è compreso come tutto da parte di tutti gli attori non può
1. Nella pagina a fianco: veduta
il lavoro avrebbe assunto il valore di bastare ad avere un buon risultato aerea della città di L’Aquila prima
un laboratorio sperimentale nel quale né un buon progetto, né un buon sima del 2009.
le Istituzioni avrebbero dovuto avere gruppo d’imprese, né la buona volontà 2. In basso: il prospetto sud della
Palazzina Ex GI dopo il restauro.
un ruolo inevitabilmente centrale, e l’impegno del Committente. Qui,
3. Nella doppia pagina successiva: il
a partire dalle diverse competenze fortunatamente, si è verificata una colonnato del Palazzo dell’Emiciclo
tecnico-amministrative, ma che – una situazione di grande coinvolgimento dopo il restauro.
volta avviato il cantiere – sarebbe stato
di grande interesse per gli operatori
tecnici come per gli studiosi. Nel nostro
Paese, pur ricco di patrimonio storico
architettonico, non è facile muoversi
nel terreno normativo come in quello
culturale. Nonostante il costante stato
di emergenza in cui si è costretti a
causa dei tanti eventi naturali disastrosi,
non si è ancora riusciti a costruire una
metodologia amministrativa che sia in
grado di assicurare un veloce e protetto
processo di progettazione ed esecuzione
degli interventi. Le ragioni sono di vario
genere e riguardano principalmente un
sistema del diritto che ancora consente
ricorsi facili e strumentali, in fase di
assegnazione di gare pubbliche, e la

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e di partecipazione positiva da parte stato solo un’officina di artigiani fieri e
di tutti gli Enti interessati: Comune determinati; è stato anche un laboratorio
di L’Aquila, Soprintendenza ai Beni di studio, riflessione e comunicazione su
Monumentali, Genio Civile, Vigili del temi certamente non facili, richiedenti
Fuoco, principalmente. L’unico periodo scelte forti e irrevocabili. Si deve
di stasi è stato causato dal ritrovamento, comprendere che qui la messa in
durante lo scavo per la nuova sala sicurezza antisismica doveva associarsi a
ipogea, di alcuni tratti di muratura un’opera di restauro approfondita e a
antica di cui occorreva conoscere la una sostanziale innovazione impiantistica;
natura e l’eventuale appartenenza ad ma non solo. Il lavoro non doveva
un complesso di cui potessero esistere essere condotto su un edificio singolo
altre tracce. Tolto questo periodo di e unitario: una costruzione pur di
necessaria sospensione, i tempi di rilevanza storica ma appartenente ad
realizzazione sono stati pienamente un determinato periodo e costruito sula
rispettati dalle imprese; anzi, sono stati base di un progetto chiaro ed evidente,
accelerati in modo da poter anticipare testimonianza di una determinata
la restituzione dell’edificio Ex GI e cultura e di una certa capacità tecnica; in
consentire al Consiglio Regionale di questo caso si tratta di un complesso che
metterlo a disposizione della prestigiosa comprende diverse costruzioni, realizzate
scuola internazionale Gran Sasso in epoche e con visioni tecniche e
Science Institute. Il lavoro poteva essere culturali differenti tra loro; interventi che
fatto nei termini contrattuali e così spesso si sono innestati l’uno nell’altro
è stato. Si è dimostrato che la buona e, in alcuni casi, sovrapposti. Ci sono
organizzazione di cantiere insieme al stati interventi che hanno rimaneggiato
continuo approfondimento tecnico per profondamente parti antiche per
le soluzioni che, via via, si richiedevano, renderle utilizzabili al presente; altri che
consente di raggiungere i risultati invece hanno prodotto forme diverse per
promessi, in tutti i sensi. ottenere una diversa presenza urbana
Ma il cantiere dell’Emiciclo non è del complesso. Quello che nel seicento

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era il Convento dei Frati Cappuccini semplificandola, e sono poi stati raccolti
(esso stesso costruito in un sito che, nel Codice dei Beni Culturali e del
sebbene fuori delle mura, certamente Paesaggio (2004).
conteneva le tracce di altre costruzioni, di Il disastroso terremoto del 2009 (e
tempi precedenti), è divenuto deposito, quelli che si sono susseguiti in epoca
arsenale, sede di esposizione, scuola, e più recente in altre città storiche del
ogni volta è stato oggetto di una modifica, Centro Italia) ha segnato una profonda
aggiunta o di un ripristino non proprio linea di demarcazione Tra vecchi modi
attento al suo valore storico. di agire e vecchie culture e le nuove
Le teorie della conservazione degli consapevolezze ed istanze che derivano
edifici storici, del loro restauro e della proprio dall’evoluzione del pensiero in
tutela rispetto a possibili interventi materia di beni culturali. Con L’Aquila il
inappropriati, sono relativamente sisma ha colpito una grande città storica,
recenti e sostanzialmente sviluppatesi e ricca non solo di un tessuto urbano
affermatesi nel secolo scorso. Come è antico già di per sé importante, ma anche
noto, solo verso la fine degli anni trenta si di un numero impressionante di edifici di
è arrivati nel nostro Paese alla definizione grande, oggettivo valore monumentale;
legislativa del “bene culturale” e della veri capolavori dell’architettura di varie
necessità della tutela; principio poi epoche; opere che non possono essere
sancito dall’articolo 9 della Costituzione perse perché rappresentano il nostro
Repubblicana; ma si è dovuto attendere il patrimonio storico. Ai tecnici, come alle
1974 per l’istituzione del “Ministero per imprese e alle Istituzioni la ricostruzione
i beni culturali e ambientali”, divenuto è apparsa subito come un impegno
poi nel 1998 “Ministero per i Beni e le che trascendeva le capacità meramente
4. Nella pagina a fianco: lavori
Attività Culturali”. L’attività maggiore, sia tecniche e finanziarie: si trattava di di allestimento della nuova sala
dal punto di vista legislativo, sia da quello mettere mano ad un insieme complesso ipogea collocata sotto la piazzetta
disciplinare, si è certamente sviluppata e integrato, uno spazio costruito nei definita dal colonnato di Palazzo
dell’Emiciclo.
negli ultimi venti anni; i provvedimenti secoli e rimasto sempre vivo; ricco di
5. In basso: rendering della proposta
che si sono succeduti dalla fine degli anni arte e architettura ma anche scenario di progetto per la nuova sala ipogea
novanta hanno ridisegnato la materia, di una vita sociale profondamente del Consiglio Regionale.

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radicata e culturalmente consapevole. bene storico. Se questo tipo di premessa
A ogni progetto di restauro e a ogni è condizione indispensabile perché
illustrazione d’intervento sul patrimonio l’intervento sia di qualità elevata, è anche
architettonico del passato è doveroso da sottolineare che è molto difficile
premettere un approfondimento teorico, sintetizzare in poche righe l’attuale
che chiarisca il contesto generale nel cultura, o le attuali culture del restauro
quale viene inquadrato il rapporto in Italia e i loro riferimenti storici, sia
culturale con le architetture storiche. perché l’argomento è di per sé molto
È una premessa indispensabile sia complesso sia perché coinvolge discipline
perché ci si confronta con la storia nei difficili e profonde, quali la storia
suoi molteplici e complessi risvolti, ed è dell’architettura e dell’arte, la filosofia, la
quindi fondamentale definire a priori critica ed altre ancora.
il quadro critico all’interno del quale Tutto questo ha riguardato il cantiere
si ordinano e si interpretano i fatti e gli dell’Emiciclo; in parte perché è stato
eventi; sia perché il restauro non ha un necessario liberare il complesso di
solo modo di essere inteso, non è una una serie d’interventi inappropriati
scienza esatta e, quindi, non esiste una che, soprattutto nel recente passato,
linea del pensiero italiano, non esistono ne avevano snaturato l’ordine e il
tendenze che caratterizzano tutte le significato spaziale originale; in altra
Soprintendenze o le Università, ma ci parte perché le operazioni di messa
6. 7. In alto: a sinistra, la vecchia sono molti e contrastanti intendimenti in sicurezza e restauro non potevano
copertura del chiostro; a destra la
nuova copertura a lastre di vetro.
che possiedono fondamenti teorici e contrastare con le esigenze del riuso e
8. In basso: la vecchia sSala Michetti particolarità operative anche assai diverse del rinnovo generale. Questo vuol dire
ricavata nel chiostro del convento. tra loro; per questo è necessaria una che si è dovuto procedere in primo
9. 10. Nella pagina a fianco e nella continua riflessione critica che aiuti a luogo a una lettura attenta del racconto
doppia pagina successiva: l’ex Sala
Michetti di Palazzo dell’Emiciclo comprendere dove si trovi il confine tra dell’architettura comprendendo le
dopo l’intervento di restauro. buona conservazione e buon riuso del sedimentazioni e la loro portata rispetto
alla cultura e alla tecnica del tempo;
poi si è dovuto confrontare il risultato
di questa ricerca con il progetto
prestazionale per giungere, alla fine,
a una proposta che sapesse anche
parlare di questa contemporaneità e
che perfino fosse capace di offrire una
visione migliorativa di questo importante
patrimonio. L’Emiciclo non è un singolo
edificio – come dicevamo –, è piuttosto
un pezzo di città; una parte di centro
storico, con le sue emergenze e le sue
stratificazioni; con le sue molte criticità e
col suo bisogno di vivere.
Come in molti altri casi anche per
l’Emiciclo si è dovuto constatare che le
alterazioni di senso dell’architettura e
gli interventi di trasformazione meno
rispettosi ed organici erano stati quelli
messi in atto negli ultimi decenni.

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La destinazione a sede del Consiglio storica: il grande vuoto di disimpegno
Regionale d’Abruzzo ha comportato aperto con una vetrata a tutta altezza
una serie di opere, piccole e grandi, che in direzione della Basilica di Santa
nell’insieme avevano stravolto gli spazi Maria di Collemaggio. Per non parlare
storici con un crescendo tragicamente della trasformazione del padiglione
interrotto dal terremoto del 2009. occidentale per realizzare la scomoda,
La chiesa di San Michele Arcangelo attuale Sala del Consiglio e dei tanti altri
ridotta a mero spazio di disimpegno in interventi – anche impiantistici – ispirati
buona parte ingombro di uno scalone unicamente da necessità funzionali e
in cemento armato che ne spezzettava del tutto privi di una visione generale.
l’unità e annullava la presenza del Pur se non toccato dal bando di gara,
finestrone absidale; il chiostro del alle imprese e ai progettisti del gruppo
Convento trasformato in una sala per vincitore è apparsa inevitabile una
conferenze – la cosiddetta Sala Michetti considerazione sul cattivo rapporto
– e coperta in modo sbrigativo, negando tra l’Emiciclo e lo spazio della città,
11. In basso, l’interno della sala la percezione e la fruizione dello compromesso da una recinzione che dal
convegni della Palazzina Ex GI dopo spazio storico; nell’edificio Ex GI una 1972 ha negato una relazione diretta
il restauro. stretta cavea in cemento armato aveva tra l’abbraccio del colonnato e la Villa
12. Nella pagina a fianco: il ripristino
della vetrata a tutta altezza sul occupato quello che era stato l’elemento Comunale. Anzi, bisogna dire che nel
prospetto sud della Palazzina Ex GI. caratterizzante di quell’architettura processo di messa a fuoco della proposta
progettuale progressivamente è divenuto
chiaro che la questione del rinnovo del
complesso storico non poteva essere
concepita entro la linea del recinto di
cui dicevamo ma doveva essere affrontata
nella sua portata urbana, pensando alle
stesse opere interne come destinate
ad essere lo spazio di contatto e di
scambio con L’Aquila; come un grande
rinnovamento concettuale che doveva
ricostruire l’unità tra quel complesso
storico e la sua città. È per questa
ragione che durante i lavori il Consiglio
Regionale ha voluto rilanciare il rapporto
con il Comune proponendo prima
un Protocollo in cui si sono affrontate
queste questioni e poi un Masterplan
(entrambi approvati) finalizzato ad una
esposizione più dettagliata delle opere di
interesse condiviso.
Il programma di opere contenuto nel
Masterplan offre una visione completa
della ricucitura tra l’Emiciclo e la città
di L’Aquila sia per quanto riguarda la
qualità spaziale del ritrovato rapporto, sia
per quello che attiene ad alcuni aspetti di
caratteri più strettamente funzionale che
pur meritano un’attenta considerazione.
L’intervento principale previsto è quello
della ricostituzione della continuità tra
la Piazzetta del Monumento ai Caduti,
nel cuore della Villa Comunale, e quella
contornata dal colonnato del nostro
complesso. L’intervento è stato realizzato
a partire dall’abbattimento del recinto
del 1972 e dalla chiusura della strada via
Iacobucci al traffico veicolare ordinario
e la sua ripavimentazione. Senza alcuna
modifica dell’ambiente naturale e senza
abbattimento degli alberi esistenti, si è
realizzata una pavimentazione unica che
dal centro della Villa giunge fino al limite

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dell’area compresa dal colonnato. Le
opere, definite nel dettaglio con l’attenta
collaborazione della soprintendenza ai
Beni Monumentali, sono strettamente
finalizzate alla ricostituzione di uno
spazio-piazza unico e comprendono,
oltre alla nuova pavimentazione
in pietra chiara, il rifacimento di
aiuole, cordolature, bordi e muretti
di contenimento dove strettamente
necessario. È stato realizzato anche
un sistema di illuminazione capace di
mettere nella giusta evidenza notturna le
nuove superfici e le opere tutte, a partire
dalla facciata dell’Emiciclo. L’opera
di parziale restauro e di ripristino ha
comunque riguardato tutta l’area della
Villa Comunale con l’effetto che il
restauro e la riqualificazione della sede
del consiglio regionale appariranno
come il ritrovamento di una più grande
e significativa dimensione del parco
cittadino. Le altre opere previste dal
Masterplan – seppure al momento non
avviate – sono quelle relative ad un
ascensore che dovrà collegare il grande
parcheggio di Collemaggio con la
piattaforma della nuova Villa Comunale
e dell’Emiciclo; un parcheggio pubblico
multipiano interrato che dovrebbe
sorgere sotto il giardino dell’edificio
Ex GI (capace di soddisfare le nuove
esigenze indotte dalla localizzazione
dell’Istituto di formazione superiore
GSSI, oltre che quelle dell’intero
quartiere); una nuova Sala per
l’Assemblea Regionale, più capace ed
integrata con il resto del complesso già
rinnovato.
Tra le opere realizzate a migliore
qualificazione dei ritrovati pregi
dell’Emiciclo va evidenziata la
magnifica vetrata artistica – opera del
maestro Franco Summa – che con
la maestosità della sua policromia e
delle sue proporzioni oggi esalta lo
spazio dell’antica Chiesa del Convento,
attribuendole il valore di spazio centrale
adatto a qualunque manifestazione
collettiva o culturale, come una piazza
coperta dentro il Colonnato.

13. Nella pagina a fianco: la facciata


nord della Palazzina Ex GI che, già
funzionale dopo il restauro, ospita
la prestigiosa scuola internazionale
Gran Sasso Science Institute.

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Un manifesto cromatico

La vetrata che Franco Summa ha realizzato nella sede il rosone di Santa Maria di Collemaggio, i toni e i
del Consiglio Regionale d’Abruzzo è un’opera che timbri del giorno e della notte e i segni cromatici
introduce nell’interno seicentesco dell’Emiciclo una del Governo Regionale. Con il titolo I giorni e le opere
luce plurale, misteriosa per gli effetti che essa produce – il rovescio del titolo del famoso testo di Esiodo –
negli elementi architettonici che segnano lo spazio, Franco Summa rivela la presenza, nella sua vetrata,
cangiante secondo le ore del giorno, eloquente del tema del tempo come elemento che dà valore
come una frase. Una luce diafana, e al contempo all’esistenza umana in un incessante processo di
solida come un volume plasticamente energico, che continuità e di discontinuità il cui fine rimane, però,
rende lo spazio architettonico trascendente, uno sempre avvolto in una prospettiva tanto avventurosa
spazio dell’origine il quale, più che esistere in una quanto indefinita. Tuttavia ciò in cui consiste la
durata storica, sembra costantemente rinascere. In composizione summiana non è fondato solo su una
modo simile a quello che anima le chiese gotiche, rappresentazione di ciò che è avvenuto nel capoluogo
la diffusione delle vibrazioni coloristiche in questo abruzzese, rivolta per questo al passato. Le sue lastre
interno si configura come un complesso testo vitree, che sembrano emanare una energia luminosa
simbolico che ordina, in una sorta di indecifrabile prodotta dalla loro stessa sostanza, sono anche, per
elenco, i numerosi significati che i colori esprimono. più versi, la dichiarazione profetica di un futuro
Fortemente mistica nella sua astrazione, la per l’Aquila e la sua gente denso di potenzialità.
grande vetrata è anche un poetico manifesto sulla La forza dei colori afferma quello della comunità;
ricostruzione, metaforicamente tradotta in una scala lo schema geometrico illustra una classificazione
di valori cromatici da leggere come una mappa di momenti vitali, guidati nella loro successione
mentale che segnala nuovi percorsi conoscitivi. Tutto da una logica necessaria; il dialogo con lo stesso
ciò nel segno di una ritrovata relazione con l’identità preesistente parla di un racconto collettivo che va
urbana della propria città da parte della comunità. In verso un’espressione sempre più vasta di quanto la
questa impegnativa prova l’autore ha incluso come città ha dato e darà ai suoi abitanti. Chi scrive pensa
elementi impliciti, che agiscono a livello subliminale, che un’opera d’arte abbia tre principali livelli di
significato. Il primo è quello referenziale diretto,
ovvero la manifestazione di ciò che l’opera d’arte è.
Nel nostro caso uno spettacolo concettuale, teso e a
suo modo drammatico, trasformata in un fuoco visivo
che esalta lo spazio. Il secondo è quello metaforico,
di cui si è già detto. Il terzo, il più importante, è la
dimensione formale dell’opera, quella sua inesauribile
ed evolutiva conformazione segnica che si rinnova
nel tempo dopo aver volta per volta reagito, con
gli strumenti della scrittura pittorica, alle diverse
vicende che ha attraversato e che attraverserà.
Nella grande vetrata questi tre livelli si fondono in
un’unità ammirevole, nella quale la ragione si associa
all’emozione proponendosi, in tutte le occasioni in
cui la si rivedrà, come un’apparizione sempre nuova e
sorprendente.

Franco Purini
06/06/2018

14. 15. In questa doppia pagina:


la monumentale vetrata dell’artista
Franco Summa collocata nel nuovo e
riqualificato ambiente della ex chiesa
di San Michele Arcangelo.

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Caratteri del complesso
dell’Emiciclo e del progetto
realizzato
La scelta di portare la sede del Consiglio
Regionale presso il Palazzo dell’Emiciclo
viene fatta con delibera dell’assise del
Consiglio in una prima fase nel 1972
ed in una seconda fase nel 1984. Il
complesso dei Cappuccini si avviò in
tal modo ad una ulteriore modica ed
ampliamento che si realizzerà nel corso di
diversi anni.
L’idea vincente venne espressa dall’arch.
Mario Moretti Soprintendente al Beni
Artistici e Monumentali per l’Abruzzo.
La proposta viene accettata e si passa
subito alla fase operativa. Sotto la
guida dello stesso arch. Moretti aiutato
dall’arch. Renzo Mancini si è approntato
un progetto di restauro e ripristino
del Convento e della parte neoclassica
progettata dall’arch. Carlo Waldis e la
realizzazione della sala del Consiglio.
I lavori furono eseguiti dall’impresa di
Duilio Miocchi. L’intervento ebbe il costo
di 130 milioni.
Gli spazi erano appena sufficienti e si
approdò così ad una sistemazione stabile
e funzionante anche se non definitiva,
con la sistemazione temporanea della sala
del Consiglio nella Navata della Chiesa di
San Michele Arcangelo.
Nel 1984 si arrivò alla definizione di
una nuova sala consiliare sistemando
l’ex palestra realizzata per l’esposizione
Universale Regionale. Il progetto di
sistemazione venne affidato all’arch.
Giuseppe Santoro. Prima di questa
ulteriore funzionalizzazione della sede del
Consiglio Regionale, per la presidenza
e gli uffici era stato anche acquistato
Palazzo Centi, ancor prima che gli uffici
occupassero il Palazzo Giammaria in Via
Sassa. La sede appare subito inadatta e
gli spazi non sono sufficienti per ospitare
tutti gli uffici e consiglieri. Dopo la
cessione alla Regione Abruzzo dell’intera
proprietà dell’Emiciclo da parte del
Comune di L’Aquila e della Provincia,
si avvia la realizzazione del progetto di
ampliamento su progetto dell’Ufficio
Tecnico Regionale supportato dalla
Facoltà di Ingegneria di L’Aquila.
Il progetto prevede la demolizione delle
Officine della Ex Scuola Industriale
Regia. I lavori saranno affidati sulla base
di una procedura concorsuale all’impresa
ALOSA. Il progetto presentato
dall’impresa è redatto dagli architetti
Fabrizio Cocchio e Gianfranco Fini,
16. Nella pagina a fianco: veduta
collaboratore l’arch. Giuseppe Chiarato. aerea del complesso dell’Emiciclo dei
Le strutture sono state affidate all’ing. primi anni 90 del Novecento.

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Fabio Cesaroni. La consulenza artistica L’ingresso principale si trova al piano
è affidata agli Scultori Andrea Cascella e rialzato.
Mario Ceroli. La proposta d’intervento, per la sua
L’attuale sala Michetti era l’orto dei complessità, per il carattere innovativo
Cappuccini, mentre le officine della di molte impostazioni e per la necessaria
Regia Scuola sono state demolite per far interdisciplinarietà che muove,
posto alle torri degli uffici. può rappresentare un paradigma
La conclusione delle opere comprende la metodologico per l’intervento sui
realizzazione della recinzione tutt’intorno complessi simili.
al complesso degli edifici. All’opera si Misurarsi al tempo stesso su questioni
oppose fortemente il Sindaco dell’Aquila che riguardano la messa in sicurezza
dr. De Rubeis che non voleva che la sede antisismica con la tutela e la
Regionale diventasse un fortilizio. riqualificazione delle parti storiche e
Accanto all’edificio dell’Emiciclo si trova monumentali, la rifunzionalizzazione
un’altra costruzione realizzata sulla fine di un complicato spazio destinato
degli anni trenta e denominata Casa del all’amministrazione pubblica insieme
Balilla e poi successivamente direzione all’introduzione di nuove soluzioni per il
dell’Istituto Tecnico Industriale. miglioramento energetico e la migliore
La realizzazione del nuovo istituto sostenibilità ambientale, la reintegrazione
progettato dall’arch. Paolo Portoghesi, con lo spazio urbano con la prospettiva
apre la strada per la realizzazione in di una forte risignificazione di tutto
questo edificio della sede del Consiglio l’ingresso da sud al grande centro storico
Regionale. L’assemblea abruzzese si di L’Aquila; tutto questo necessariamente
“sistema” definitivamente nella propria diviene conoscenza che trascende la mera
terza aula dall’inizio della sua storia. finalità tecnica.
La prima sede di riunione fu, non Come anticipato, la priorità scelta
definitiva, il salone della Prefettura dal gruppo di lavoro è stata quella di
dell’Aquila, nel 1971, e per una o due definire una visione secondo cui fosse
volte anche il Castello. Erano scelte possibile interrompere il processo che
dovute più a esigenze logistiche e di ha visto, nell’arco di un quarantennio,
sicurezza che ad altro: erano in corso i la manomissione di tali importanti
disordini per il capoluogo di Regione permanenze storico-monumentali
e proprio in Prefettura si vissero ore trattandole come una materia priva
drammatiche sotto l’assedio della folla d’identità e di valore per il contesto
inferocita. La Regione, ovviamente, urbano; una materia che poteva essere
nasceva all’italiana, cioè senza sedi e rimaneggiata a piacimento. Un esempio
spazi adeguati per essere ospitata. del danno che spesso sanno produrre le
La prima vera sede assembleare fu una istituzioni pubbliche – più che gli attori
ristretta sala nell’atrio dell’Emiciclo. privati –, disponendo non solo di grandi
La seconda l’attuale Sala, adornata e risorse finanziarie ma soprattutto della
arredata con costosissimi legni e ottoni. forza amministrativa che permette di
La terza, che avrebbe dovuto essere superare ogni limitazione.
definitiva, è quella che si è inaugurata D’altra parte lo stesso bando di gara
non più tardi del 2007 nel palazzo che fu mostrava con chiarezza la presa di
dell’istituto tecnico industriale (Ex GI), coscienza degli amministratori per i quali
con ampio spazio arredato a giardino non solo era divenuta necessaria la messa
e terrazza lungo viale Collemaggio. Il in sicurezza antisismica del complesso ma
palazzo era stato acquistato dalla Regione anche la sua rivisitazione architettonica
diversi anni prima. e ambientale. Un’impostazione che apre
Il progetto di ristrutturazione ha a proposte innovative e qualificate; che
cercato di contemperare, in una visione anzi richiedeva uno sforzo nel senso di
unitaria, spiegava la Regione, le nuove affrontare finalmente il tema della qualità
necessità legate alla destinazione degli degli interventi sul patrimonio storico in
spazi con la valenza storica dell’edificio. tutta la sua complessità.
Inoltre gli interventi compiuti avevano La sfida è stata quella di dimostrare
permesso il raggiungimento di una che è possibile un altro modo di
funzionalità integrata con il vicino riutilizzare il patrimonio, sottolineando
Palazzo dell’Emiciclo attraverso la la capacità espressiva dell’architettura
realizzazione di un tunnel interrato per antica, facendola comunque rivivere e
il collegamento dei due edifici. proteggendola per il futuro.
La nuova Aula consiliare si sviluppa Assumendo questo onere il gruppo
all’interno con una superficie di 395 mq. di progettazione ha compreso che la

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definizione del progetto significava problematiche è del tutto innovativo e
anche confrontarsi con i grandi temi senza simili a livello globale.
della conservazione, del restauro e del Alla sedimentazione storica dei manufatti
riuso, che hanno assunto un’importanza occorre aggiungere la continua
enorme – in tutto il Paese – dopo gli reinterpretazione degli spazi che è stata
eventi disastrosi degli ultimi anni. Per fatta negli ultimi decenni nel tentativo
queste ragioni siamo convinti che da di adeguare al meglio le caratteristiche
questa esperienza possa dedursi una prestazionali del complesso alle esigenze
regola di comportamento più generale e dell’organizzazione amministrativa.
consapevole; abbiamo anzi pensato che L’evento sismico del 2009 ha cristallizzato
fosse necessario guardare all’intervento un assetto che rappresenta il risultato
con lo spirito del laboratorio di ricerca, degli ultimi interventi sostanziali che,
aperto ai contributi che potevano nel primo quinquennio 2000, hanno
venire da ogni direzione e dal mondo prodotto una profonda rivisitazione
dell’Università in primo luogo. dell’edificio Ex GI, dei suoi giardini e
Questa premessa spiega come le ragioni del legame logistico con l’Emiciclo. Il
della migliore conservazione abbiano processo di progressiva modificazione
indotto all’applicazione di un sistema dell’impianto del complesso religioso
di “isolamento alla base” degli edifici originario e la realizzazione di nuovi
Emiciclo ed Ex GI, per giungere, senza corpi di fabbrica ha prodotto un
alterare né la consistenza né l’immagine complesso di spazi abbastanza integrato
del monumento, a conseguire il risultato e sufficiente allo svolgimento delle
di un vero e proprio “adeguamento attività politiche e amministrative; ma la
sismico” insieme a un’opera di profonda complessa evoluzione degli spazi della
rivisitazione della macchina spaziale e di sede del Consiglio Regionale, condotta
recupero dei significati dell’architettura a volte in maniera episodica e con il
storica. Lo sviluppo del cantiere ha condizionamento dell’urgenza, non
poi dimostrato quanto tutto questo ha mai risolto appieno alcune criticità
potesse essere al centro dell’attenzione iniziali e, anzi, ne ha create delle nuove.
di molti studiosi e di istituti di ricerca e Come purtroppo accade con una
formazione. Migliaia sono stati i visitatori certa frequenza nella riutilizzazione di
arrivati dall’Italia e dall’estero; tutti con spazi storici, la riconversione dell’ex
una grande attenzione per questo modo complesso conventuale ha tenuto solo
di gestire la complessità, sia tecnica che parzialmente conto del pregio storico ed
concettuale. In effetti se il complesso architettonico dell’antica chiesa e degli
della sede del Consiglio Regionale spazi pertinenziali; soprattutto il portico
d’Abruzzo rappresenta un esempio di che, in facciata, nobilita tutto il complesso
sedimentazione architettonica e stilistica ed esprime con chiarezza l’appartenenza
di assoluto rilievo nel panorama dei dell’edificio religioso allo spazio
complessi storici aquilani e nazionali; il urbano, secondo una visione sempre
modo in cui sono state affrontate le sue riconfermata: Ma non solo: all’interno,

17. In sinistra: il Palazzo dell’Emiciclo


in una cartolina d’epoca.

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dove si trovava il chiostro originario con questo tunnel era abbastanza complicato
il suo pozzo al centro, la realizzazione risalire al piano terra, muoversi intorno
della cosiddetta Sala Michetti, aveva all’ex chiostro e recarsi nell’aula del
generato una sorta di continuità spaziale- Consiglio Regionale o in uno dei
funzionale che da una parte aveva blocchi di uffici che gravitano intorno
annullato l’effetto “corte”, cancellando il all’Emiciclo stesso.
vuoto – tipico dell’architettura monastica L’interessante spazio della navata
medievale – che per secoli aveva centrale dell’ex chiesa risultava
rappresentato il centro della vita interna ulteriormente compromesso da alcuni
del complesso ed il luogo protetto, per la elementi realizzati con una finalità
contemplazione e la tenuta del giardino funzionale in zona absidale: la rampa
riparato dalle intemperie; dall’altra ha che consentiva di superare un piccolo
sostituito allo spazio dinamico originario dislivello e di accedere all’aula del
quello statico della sala, non più Consiglio alle persone con ridotte
attraversabile come nodo spaziale ma capacità motorie e, soprattutto, la
autoreferenziale ed estraneo al racconto pretenziosa scala centrale che consentiva
dell’architettura storica. di accedere al nuovo blocco degli uffici
La trasformazione era avvenuta in modo e dei parcheggi, realizzato da alcuni
abbastanza sbrigativo, realizzando una decenni alle spalle dell’Emiciclo.
copertura completamente opaca, sorretta In particolare va sottolineato che la
da una struttura metallica (reticolare scalinata centrale (in cemento armato),
spaziale) sulla quale sono stati collocate oltre che rappresentare un evidente
le macchine per la climatizzazione. oggetto di disturbo dello spazio dell’ex
La sala ottenuta aveva una superficie chiesa costituiva un vero e proprio
utile di circa 360 mq e poteva ospitare elemento di pericolo rispetto al rischio
140 persone sedute, era dotata di una sismico per la modalità costruttiva e la
discreta acustica affidata a un impianto di conseguente reattività alle sollecitazioni
amplificazione. La realizzazione di questa dinamiche, del tutto in contrasto con
sala e la sua destinazione per attività le parti edilizie con le quali era in
convegnistiche hanno impegnato buona contatto. L’esigenza primaria della messa
parte dello spazio della navata dell’antica in sicurezza antisismica ha richiesto la
chiesa trasformandolo in ambiente rimozione di tale manufatto e la sua
di passaggio e accessorio; ma hanno nuova realizzazione in forma diversa,
anche reso poco funzionale l’accesso con una soluzione strutturale non in
agli ambienti del piano superiore e, in contrasto con le esigenze di tutela del
generale, il movimento tra i diversi livelli resto del complesso. Con ogni evidenza
d’uso. A margine della Sala Michetti, questo ha rappresentato l’occasione
in interrato, si trova infatti il passaggio per scelte progettuali che avessero
pedonale protetto che consente ai anche l’obiettivo del restauro e della
18. 19. In questa doppia pagina: in consiglieri regionali ed al personale riqualificazione funzionale della navata
basso, la nuova copertura a lastre di amministrativo di muoversi tra l’edificio dell’ex chiesa, rispettando il carattere
vetro e, nella pagina a fianco, vista
sul nuovo ambiente dell’ex Sala dell’Ex GI e gli spazi del complesso originale per l’incontro, l’assemblea,
Michetti nel Palazzo dell’Emiciclo. dell’Emiciclo: dal punto di approdo di l’esposizione.
Proprio con questi fini generali si è
lavorato: da una parte dotare la sede
regionale di uno spazio grande e di forte
rappresentatività, capace di ospitare
assemblee, esposizioni temporanee
o permanenti, manifestazioni che
richiedano l’istallazione di strutture
alte più del normale; dall’altra,
la ricostituzione della navata e la
ricostruzione della grande vetrata di
sfondo per recuperare la percezione dello
spazio storico, con le sue proporzioni e
con le modulazioni visive determinate
dagli archi e dalle colonne. In tal modo
finalmente lo spazio dell’ex chiesa è
tornato ad essere la naturale conclusione,
verso l’interno, della piazza suggerita dal
colonnato esterno come luogo di unione
con l’intera città.

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Un’operazione di restauro e di percezione di un ambiente confortevole
riqualificazione di grande importanza e raccolto, seppur sufficientemente
che non poteva che essere centrale capace. I servizi igienici della nuova sala
nell’insieme delle scelte progettuali e sono comodamente ricavati nel piano
che necessariamente improntava ogni seminterrato dell’ala sud del complesso
possibile sviluppo. Questa impostazione conventuale – in ambienti attualmente
di pensiero ha coinvolto tutti gli spazi inutilizzati – e, oltre un numero
che ruotano intorno alla navata, a cospicuo di cellule sanitarie standard
cominciare dall’antico chiostro. potranno offrire bagni per persone
La proposta ha previsto in questo caso con ridotte capacità motorie separati
il recupero di senso di quello spazio per genere e sempre caratterizzati da
che rappresentava la cerniera della agevole accessibilità. La nuova sala
vita dell’intero complesso monastico è servita da due ampi passaggi che
e che, con il suo essere protetto dalle garantiscono una facile accessibilità
intemperie, era destinato anche a dall’ambiente del chiostro recuperato
consentire la sosta e la deambulazione e una sicura via d’uscita in caso di
all’esterno durante il periodo invernale. necessità o di emergenza; è dotata
La ricostituzione di questo carattere di spazi per la regia e per traduttori
del chiostro è un altro degli elementi simultanei; è concepita in modo da
fondanti delle scelte di progetto: lo garantire una piena visibilità da ogni
spazio del chiostro doveva tornare posto; è dotata di un’impiantistica tra le
ad essere aperto, di disimpegno e più avanzate; è racchiusa da un ampio
plurivalente, adatto alla sosta ed alla arco di passaggi per consentire anche il
deambulazione, capace di offrire la vista movimento di carrozzelle.
della volta celeste e di una sensazione di Lo spazio dell’ex chiostro è divenuto
contatto con la natura. un nodo vitale del nuovo sistema
Da un punto di vista funzionale perchè, mentre si configura come
l’eliminazione della cosiddetta Sala il grande foyer della nuova sala, su
Michetti imponeva la riproposizione di esso convergono tutti i principali
di uno spazio consimile, vista la passaggi. Infatti, da una parte s’innesta
sostanziale scarsità di ambienti adatti sullo stesso il tunnel che congiunge
alle adunanze (solo tre, compresa l’Emiciclo con l’edificio Ex GI
la Sala ricavata nell’antico chiostro) (fornendo anche un’ulteriore via di
nell’intero complesso dell’Emiciclo fuga sicura in caso di emergenza);
e vista anche la ridotta dimensione dall’altra, al livello del piano terra, si
delle sale disponibili. La Sala Michetti apre sul chiostro la nuova scalinata
aveva una capacità adatta per piccole realizzata in sostituzione di quella
manifestazioni convegnistiche e attualmente occupante il centro della
riunioni molto specializzate e settoriali. navata e integrata da una nuova rampa
La proposta di progetto ha previsto la che collega più agevolmente il piano
realizzazione di una nuova sala ipogea primo del complesso conventuale
collocata sotto la piazzetta definita dal (ospitante le sedi delle rappresentanze
colonnato, in posizione frontale, verso politiche). Tutte le nuove funzioni
ovest. Oggi la nuova sala dispone di dell’antico chiostro sono armonizzate
una superficie utile di circa 590 mq e tra di loro da una varietà di soluzioni
consente varie configurazioni passando e di percorsi con un’ampia balconata/
da quella che la rende una perfetta ambulacro che circonda uno spazio
sala assembleare per lo stesso Consiglio centrale posto ad un livello più
Regionale – dotata di 186 posti a sedere basso (all’incirca quello della nuova
– a quella che la rende una comoda sala sala ipogea), pensato come forum e
convegnistica/auditorium, interessante destinato ad essere anche un vero e
per la gran parte delle manifestazioni proprio giardino d’inverno. Questa
regionali e cittadine – con 250 posti a opzione è resa possibile dalla scelta
sedere –. La forma di questo ambiente di rendere trasparente ed arieggiata
riprende in parte l’arco definito in naturalmente la copertura della
pianta dal Colonnato, chiudendosi piccola piazza interna, sostituendo
verso ovest con una parete dritta su cui la precedente copertura opaca con
convergono leggermente le avvolgenti una a lastre di vetro ad alta resistenza
pareti laterali. Questo particolare, e delocalizzando e centralizzando le
congiunto con l’effetto “cavea” dato macchine per la climatizzazione che
dalla maggiore altezza netta del vano erano poste sulla copertura stessa.
verso il fondale, contribuisce alla In tal modo l’Emiciclo risulta arricchito

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da un ampio spazio che, oltre a complesso dell’Emiciclo con la sua città.
garantire un migliore e più funzionale Le opere di progetto che riguardano
disimpegno per le numerose attività l’edificio Ex GI, per l’aspetto
che su di esso gravitano, rappresenta la architettonico sono intese a una
ricostituzione di senso del chiostro con riqualificazione soft che, senza
la ritrovata veduta verso l’alto e con la cambiare sostanzialmente i caratteri
possibilità di percepire questo stesso distributivi e funzionali sedimentati
ambiente dall’alto, riscoprendo anche il nel tempo, tendono al restauro
linguaggio dell’architettura originale e dei caratteri identificativi e che
la corretta successione interno-esterno- rappresentano l’espressione di una
interno tra il colonnato e la piazza, precisa cultura progettuale di epoca più
la navata dell’ex chiesa, l’articolata recente. Il linguaggio architettonico di
composizione del nuovo chiostro, i questo edificio è tipico nella volontà
percorsi alle varie quote ed i numerosi di realizzare comunque un’opera
ambienti connessi, vecchi e nuovi. monumentale d’importante presenza
La realizzazione della sala ipogea non urbana. L’opera di riqualificazione ha
solo è rispondente per un oggettivo riguardato innanzi tutto la ripulitura
miglioramento delle possibilità di tutta una serie di contaminazioni
assembleari ma rappresenta anche e di disturbi dell’originale criterio
un’importante innovazione nel modo compositivo. È stata effettuata così la
di concepire il riuso e la corretta rimozione di alcune opere accessorie
interpretazione delle architetture e delle facciate, come la pensilina posta
degli spazi storici, alla realizzazione di sul lato est, prospiciente il piccolo parco
un nuovo sistema d’uso compatibile recintato, evidentemente sgrammaticata
con i linguaggi, le proporzioni e le rispetto alle linee della parte curva della
raffinatezze degli ambienti storici. parete che originariamente racchiudeva
La stessa nuova sala ipogea è anche la grande scala monumentale; come
l’espressione di quella visione rinnovata pure la rimozione delle macchine di
del rapporto possibile tra l’Emiciclo e la climatizzazione poste sulle coperture e
città di cui è parte: il suo spingersi verso ben visibili dalle strade circostanti.
ovest lo rappresenta chiaramente. Il suo All’interno sono stati realizzati limitati
sistema costruttivo potrebbe consentire, interventi al piano terra – al livello dei
in un possibile futuro, un ampliamento giardini interni – consistenti in una
verso la Villa Comunale – giungendo ad migliore dotazione di servizi igienici per
una capacità di 500 posti –, per ospitare l’aula assembleare e per la formazione
20. 21. In questa pagina: in alto,
ancor più agevolmente un pubblico più di un piccolo foyer aperto sugli stessi
la facciata del lato est e, in basso,
ampio e più cittadino. Rappresenta essa giardini in modo da migliorare anche il l’interno dell’Auditorium della
stessa quella concreta riunificazione del sistema delle uscite di emergenza. Palazzina Ex GI dopo i lavori.

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Tutela dei beni culturali e sicurezza strutturale
“Non c’è conservazione senza sicurezza”*

di Antonio Borri

Introduzione riuscendo a coniugare in modo semplice


Qualsiasi intervento di restauro ed efficace le esigenze della sicurezza
conservativo che non tenga conto con quelle della conservazione.
delle problematiche strutturali di In questo caso, infatti, è stato possibile
una costruzione che si trovi in una ridurre al minimo gli interventi sulle
zona sismicamente pericolosa rischia strutture di elevazione eliminando
di risultare tre volte dannoso: oltre a alla base – attraverso gli isolatori - le
perdere il bene che si voleva (e doveva) problematiche sismiche che potevano
tutelare, ci si rimettono i soldi spesi per interessare quella costruzione.
l’intervento (fatto inutilmente), e ci In altre parti di questo volume viene
vorranno altri soldi (spesso assai di più) riassunta la tecnica dell’intervento
per le opere di ricostruzione. e la sua realizzazione per il Palazzo
L’ennesima conferma si è avuta con le dell’Emiciclo. In questo breve scritto
immani perdite di beni culturali nei si vogliono ricordare le complesse
sismi del 2016 nel Centro Italia; già problematiche relative alla tutela
dall’evento dell’Aquila del 2009 si poteva dei beni architettonici in zona
giungere però a questa conclusione. sismica, soprattutto per evidenziare 22. Nella pagina a fianco: veduta
In tutti i sismi recenti si è visto infatti come in questo caso, utilizzando la aerea della città di L’Aquila dopo il
come lunghi e spesso costosi interventi tecnica dell’isolamento, siano state sima del 9 aprile del 2009 con i primi
cantieri di ricostruzione avviati.
di recupero funzionale, di restauro di sapientemente ed efficacemente risolte. 23. In basso: il Palazzo dell’Emiciclo.
affreschi, di decorazioni e di apparati
architettonici, etc, siano stati vanificati Conservazione dei beni culturali in zona * La frase, utilizzata da qualche tem-
dai crolli derivanti, più che dal sisma, dal sismica po come “slogan” per esprimere la
necessità di considerare i problemi di
NON aver fatto gli interventi strutturali Le strategie di intervento adottate nei sicurezza se si vuole garantire l’inte-
che erano necessari per poter rispondere decenni passati per gli edifici vincolati grità dei beni culturali, è stata conia-
in modo adeguato a tali sollecitazioni. hanno assorbito risorse ingenti senza ta - per quanto noto - dall’autore di
La motivazione principale di questi questo testo, in: “Conoscenza – pre-
fornire quei livelli di sicurezza capaci di
venzione – sicurezza. Qualche ulte-
“NON interventi” spesso si è annidata in limitare, se non impedire, i disastri. riore riflessione” – Ingenio web, 18
quel malinteso senso di “conservazione”, Con le chiese crollate (centinaia, agosto 2016.
da parte di chi ha la responsabilità della
tutela dei beni culturali, che, in pratica,
ha condotto a limitazioni sostanziali degli
interventi di miglioramento sismico.
D’altra parte, per riuscire ad ottenere
una capacità di risposta a sismi come
quelli che si verificano in determinate
zone del nostro paese possono
essere necessari interventi strutturali
importanti. In questi casi si tratta di
scegliere tra il rischio di perdere del
tutto quel bene e ciò che contiene
(rischio molto elevato, come abbiamo
visto) e la perdita di alcune sue
caratteristiche originarie.
L’intervento sul Palazzo dell’Emiciclo
a L’Aquila, descritto nel presente
volume, ha seguito un percorso diverso,

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anche considerando solo gli eventi dal Anche nelle costruzioni “tutelate”, in
2009 in avanti) sono andati distrutti particolare nelle chiese, dopo il 1979
anche moltissimi affreschi e sono state erano stati fatti molti interventi, ma
gravemente danneggiate statue, dipinti e nonostante ciò gli effetti dei sismi del
molti altri beni artistici. 2016 sono stati disastrosi.
Per fortuna, negli ultimi eventi gli orari Alcuni di questi interventi erano anche
dei terremoti non hanno coinciso con di importi rilevanti; a partire dal 1997
quelli delle funzioni religiose e quindi, erano stati spesi infatti quasi 8 Mln di
almeno in questo senso, è andata bene. Euro per lavori di “restauro conservativo”
Ma solo questa fortuita circostanza ha in cinque costruzioni “tutelate” del
evitato la morte di quanti potevano centro storico di Norcia (la Cattedrale
trovarsi al loro interno; possiamo ben di San Benedetto, la Concattedrale di
immaginare cosa sarebbe successo se Santa Maria Argentea, la chiesa del
i sismi del 2009 in Abruzzo, del 2012 Crocefisso, l’ex chiesa di San Francesco e
in Emilia e quelli del 2016 nel Centro il monastero di Santa Maria della Pace).
Italia avessero coinciso con gli orari delle Interventi “conservativi” erano stati fatti
funzioni religiose... comunque, dopo il 1979, in quasi tutti
Nei sismi passati sono crollati, insieme, gli altri edifici religiosi a Norcia.
chiese, palazzi ed edifici ordinari. Ciononostante, tutte quelle chiese sono
I sismi del 2016, in particolare quelli che crollate o hanno avuto danni gravissimi,
hanno interessato più da vicino la città di e colpisce molto constatare che, nella
Norcia, hanno introdotto però, rispetto sostanza, tali costruzioni sono state le
al passato, una novità di particolare uniche a crollare nel centro di Norcia:
interesse. le loro macerie hanno tutto intorno
A Norcia, il 26 ottobre 2016 e il 30 centinaia di edifici integri, con gli
ottobre 2016, le scosse telluriche hanno intonaci pressoché intatti, spesso senza
fatto crollare o devastato tutte le chiese alcun danno significativo, o al più
del centro storico e delle frazioni lesionati.
limitrofe, danneggiato gravemente Come mai questi edifici “tutelati”,
palazzi e altri beni vincolati (edifici sui quali erano stati fatti interventi
sulle mura urbiche) ma hanno lasciato importanti, hanno avuto un
sostanzialmente integri tutti quegli comportamento così negativo?
edifici ordinari sui quali, negli anni Certo non si può addossare la colpa
recenti, erano stati fatti interventi di questi crolli, come spesso è stato
strutturali di prevenzione sismica. I fatto per casi precedenti, ad “incongrui
pochi crolli di edifici ordinari nel centro e disorganici interventi di consolidamento
di Norcia hanno riguardato infatti solo strutturale”, a “grossi cordoli” in cemento
quei casi in cui non era stato mai fatto armato o a “coperture pesanti e rigide”.
alcun intervento di rinforzo. Nel caso di Norcia e dintorni la verità
Le costruzioni rinforzate hanno fornito appare, in generale, molto diversa.
un’ottima risposta (danni, ma non Almeno per quanto si può constatare,
crolli) ai terremoti del 2016 e di questo molte delle chiese di Norcia, e della
24. In alto: la distruzione ad Amatrice si devono ringraziare gli interventi di Valnerina in genere, non sono crollate
in seguito al terremoto del 2016.
25. In basso: il crollo della cattedrale consolidamento fatti dopo gli eventi per l’incongruenza degli interventi di
di Norcia dopo il sisma del 2016. sismici del 1979 e del 1997. consolidamento, ma per la mancanza
degli opportuni interventi di
consolidamento e di presidio antisismico.
Mancanze derivanti, con tutta evidenza,
da una clamorosa sottovalutazione delle
problematiche strutturali.

Norme a “tutela” dei beni culturali


Dopo questi disastrosi crolli di costruzioni
soggette a vincolo conservativo dovrebbe
essere evidente che qualcosa non ha
funzionato: le leggi che avrebbero
dovuto tutelare i beni culturali in realtà
non hanno tutelato alcunché. Resta da
capirne il motivo: è perché le norme sono
inadeguate o è perché non sono state
applicate in modo corretto?
Nel momento attuale sembra si stia

­34
avviando una riflessione su questi punti, solo un aggiornamento di una analoga
ma la strada da percorrere appare circolare emanata dal Ministero dei
ancora lunga e tortuosa. Beni Culturali già nel 2007, nata proprio
Alla base delle disposizioni normative per cercare di coniugare sicurezza e
c’è comunque il Decreto Legislativo 22 conservazione per le costruzioni vincolate
gennaio 2004, n. 42
Codice dei beni che si trovano in zona sismica.
culturali e del paesaggio, che in effetti ci Gli strumenti normativi quindi c’erano;
ricorda come conservazione e sicurezza evidentemente non sono stati applicati
debbano essere considerate insieme, in modo corretto.
come peraltro è del tutto naturale che Le parti sopra evidenziate degli articoli
sia (dato che non c’è l’una senza l’altra). 29 e 30 del Codice dei beni culturali
Si riportano qui di seguito gli articoli e del paesaggio riguardano tematiche
29 e 30, evidenziando in grassetto i più di tipo strutturale che richiedono,
che chiari richiami alle necessità di evidentemente, competenze tecniche
prevenzione e di sicurezza: specifiche. E qui cominciano i problemi
di applicazione pratica di questi dettati
(DL 22 gennaio 2004 n. 42) normativi.
Sezione II Misure di conservazione Infatti, la mancanza di sensibilità
Articolo 29 Conservazione per gli aspetti strutturali – e sismici
1. La conservazione del patrimonio culturale in particolare – è frequente nelle
è assicurata mediante una coerente, Soprintendenze, anche perché le
coordinata e programmata attività di studio, competenze ingegneristiche in questi
prevenzione, manutenzione e restauro. Enti sono quasi del tutto assenti.
2. Per prevenzione si intende il complesso delle Talvolta poi non si tratta solo di
attività idonee a limitare le situazioni di mancanza di competenze; alla base di
rischio connesse al bene culturale nel suo pareri negativi dati a taluni interventi
contesto. di prevenzione sismica ci sono talora
3. Per manutenzione si intende il complesso scelte ideologiche, che nella sostanza
delle attività e degli interventi destinati corrispondono ad accettare i crolli
al controllo delle condizioni del bene come un dato di fatto, increscioso, ma
culturale e al mantenimento dell’integrità, che – almeno secondo questa visione –
dell’efficienza funzionale e dell’identità del tutti, compreso chi entra in costruzioni
bene e delle sue parti. strutturalmente precarie, devono
4. Per restauro si intende l’intervento diretto accettare e mettere in conto nel nome
sul bene attraverso un complesso di della “conservazione”.
operazioni finalizzate all’integrità materiale Concezioni teorico-conservative del
ed al recupero del bene medesimo, alla restauro di questo tipo (declinate cioè
protezione ed alla trasmissione dei suoi in un modo così rigido, nel nome della
valori culturali. Nel caso di beni immobili fruizione estetica) nella sostanza rifiutano
situati nelle zone dichiarate a rischio qualsiasi possibilità di sedimentazione
sismico in base alla normativa vigente, storica degli interventi di consolidamento
il restauro comprende l’intervento di strutturale. Interventi che peraltro, nel
miglioramento strutturale. passato, sono sempre stati fatti, quando se
… ne vedeva la necessità. 26. Sotto: la distruzione in Emilia in
Articolo 30 Obblighi conservativi Se si pensa che, in fin dei conti, seguito al terremoto del 2012.
1. Lo Stato, le regioni, gli altri enti pubblici situazioni di questo tipo si riducano a
territoriali nonché ogni altro ente ed istituto pochi casi, non si considera la realtà dei
pubblico hanno l’obbligo di garantire fatti; basti considerare le costruzioni
la sicurezza e la conservazione dei beni “tutelate” che in questi ultimi anni erano
culturali di loro appartenenza. state oggetto di “restauro conservativo”
(e che quindi, in teoria, erano state
A completare il quadro, definendo sismicamente “migliorate”), poi crollate
compiutamente il percorso che interessa a L’Aquila nel 2009, in Emilia nel 2012 e
gli interventi sui beni tutelati, c’è la nel Centro Italia nel 2016.
Circolare del MiBACT n. 26 del 2 Le carenze più frequenti (e gravi) si
dicembre 2010, diventata poi Direttiva possono riassumere nella cronica e
del Presidente del Consiglio dei Ministri scellerata mancanza di incatenamenti,
9 febbraio 2011 (“Valutazione e riduzione generalmente non graditi alle
del rischio sismico del patrimonio Soprintendenze perché “interrompono la
culturale con riferimento alle Norme fruizione visiva dello spazio”, per proseguire
tecniche per le costruzioni di cui al D.M. con l’assenza di collegamenti efficaci tra
14/01/2008”). Tale documento è peraltro coperture e facciate (specie per le chiese)

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e tra facciate e pareti laterali, non accettati sicurezza. Ove questo risulti troppo basso
in quanto non si possono perforare si deve valutare come intervenire.
murature antiche, per giungere ai mancati Per valutare le azioni sismiche in gioco,
interventi di consolidamento delle in queste analisi, l’unico strumento che
murature portanti, in genere contestati abbiamo a disposizione è quello basato
perché modificano le caratteristiche su modelli probabilistici: considerato
originarie della fabbrica muraria. un determinato periodo di tempo (la
cosiddetta “vita nominale”) tali modelli
Peculiarità dei beni culturali forniscono, zona per zona, i valori delle
In ogni caso, gli atteggiamenti sopra accelerazioni massime ivi previste in
descritti sembrano ignorare una quell’arco di tempo*.
peculiarità dei beni culturali situati Per le costruzioni nuove si considerano
in zone sismicamente pericolose: la vite nominali di 50 anni per gli edifici
combinazione di tale pericolosità con la ordinari, 75 anni per quelli “rilevanti”
vulnerabilità di quelle costruzioni e la come, ad esempio le scuole o 100 anni
lunghezza (auspicata) della loro “vita”. per quelli cosiddetti “strategici” come
Infatti, salvo per quelle poche regioni ospedali, prefetture e caserme. Anche
italiane dove il rischio sismico è modesto se nella maggior parte dei casi la durata
o irrilevante, per molte altre zone, più effettiva di queste costruzioni è ben più
che della probabilità di avere eventi lunga della “vita nominale” considerata,
tellurici, con il loro seguito di disastrosi la “garanzia” (in senso probabilistico)
crolli di chiese, palazzi, o di costruzioni della loro sicurezza è limitata a quel
dei nostri centri storici si deve parlare periodo, al termine del quale si dovranno
di certezza del periodico manifestarsi di fare, quanto meno, interventi di
eventi sismici di intensità elevata. manutenzione straordinaria, se non di
In altri termini: non sappiamo demolizione/ricostruzione.
esattamente dove e quando, ma entro In questi casi si parte da una nuova
pochi anni, in qualche zona d’Italia costruzione e si ammette che dopo quel
ci saranno altri eventi importanti, che numero di anni si dovrà comunque
certamente saranno diversi dai precedenti intervenire per ripristinare la sua capacità
per magnitudo, posizione dell’epicentro, di resistere.
durata, contenuto in frequenze etc. Per le costruzioni storiche questo
Quindi, tra l’altro, non è affatto detto che approccio va rivisto in modo sostanziale.
costruzioni che hanno resistito ai sismi In generale, il punto di partenza è infatti
passati siano “vaccinate” nei confronti di quello di un manufatto non progettato
questi nuovi sismi. per rispondere alle azioni sismiche,
D’altra parte, anche senza entrare degradato dal tempo e provato dagli
nella probabilistica o nella disputa tra eventi sismici passati, e che quindi spesso
sismologi in merito alla valutazione della presenta, nel suo stato attuale, un’elevata
pericolosità dei diversi siti basta guardarci vulnerabilità sismica.
indietro per renderci conto della Inoltre, quale “vita nominale” dovremmo
situazione: negli ultimi 30 anni l’Italia è considerare per esso, tenuto conto sia
stata colpita da una trentina di terremoti della sicurezza di quanti si possono
con magnitudo pari o superiore a 5. trovare al suo interno, sia della sua unicità
Danni, e in vari casi anche molte vittime, e del suo valore storico, artistico ed
si sono avuti a Potenza e nella Sicilia sud- architettonico?
orientale del 1990, in Umbria e nelle Quale è il periodo di tempo per il quale
Marche nel 1997, sull’Appennino calabro- dobbiamo “garantire” la sua sicurezza, e
lucano del 1998, a Palermo e nel Molise con essa la sua integrità?
nel 2002, in Abruzzo nel 2009, nell’Emilia Un edificio ordinario, alla scadenza
Romagna nel 2012 e nel Centro Italia nel dei 50 anni, possiamo anche demolirlo
2016. e ricostruirlo, o ristrutturarlo
C’è qualcuno, per caso, che pensa che completamente e da lì ripartirà una
il futuro sarà diverso e che i movimenti nuova “garanzia”, ma evidentemente non
delle zolle telluriche, in atto da milioni di possiamo fare la stessa cosa con un bene
anni, si fermeranno proprio adesso? che vogliamo conservare e tramandare
* In realtà i modelli forniscono le acce- La sola via per evitare (o quanto meno alle future generazioni. E quanto tempo
lerazioni di picco che hanno una buo- limitare) crolli e quanto ne consegue vorremmo che durasse quel bene che,
na probabilità (tipicamente il 90%) di è quella della prevenzione e questa spesso, ha già secoli di vita alle spalle?
non essere superate in quel periodo. si deve basare sulla conoscenza delle Possiamo pensare che in fin dei conti ci
C’è quindi sempre la probabilità, sep-
pure modesta (il 10%), che quel va- problematiche strutturali di quella basta “garantire” che sia sufficientemente
lore venga superato. costruzione e del suo attuale livello di sicura per alcuni anni rimandando il

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problema alle attenzioni delle future quando si parla di “minimo intervento”
generazioni (sperando che ci arrivi)? si sottintende, evidentemente, l’aggettivo
La sola cosa certa è che, se ci troviamo “utile”, salvo poi chiederci: utile a cosa?
in una zona simicamente pericolosa, Per gli strutturisti significa: utile a
quella costruzione storica, proprio per la mantenere o ad acquisire quel minimo
(auspicata) lunghezza della sua vita futura, di capacità meccanica necessaria per
“incontrerà” un sisma molto rilevante. rispondere almeno a determinati livelli di
E allora due sono le possibilità: NON sollecitazione.
intervenire (conservazione “passiva”) o Per restauratori e conservatori quel
intervenire (conservazione “attiva”). Nel “minimo” ha invece un significato
primo caso, quello dei NON interventi, diverso, spesso del tutto inconsistente sul
ci rimettiamo evidentemente alla buona piano strutturale.
sorte, con tutti i gravi rischi che ne D’altra parte, nel fare le scelte se
conseguono, sia per il bene stesso che intervenire o NON intervenire, la
per quanti e quanto può esservi al suo domanda che ci dovremmo fare è: “cosa
interno. Nel secondo caso si pone il siamo disposti a perdere?”. Una volta
problema di come intervenire, tenendo fatte queste scelte dovremmo assumerci
conto del fatto che le limitazioni che tutti, nessuno escluso, le responsabilità
impongono talune Soprintendenze, nella conseguenti.
loro visione della “conservazione”, sono Lasciare manufatti altamente vulnerabili
fortemente condizionanti. nelle condizioni in cui si trovano ed
effettuare per essi solo interventi di
Responsabilità per gli interventi, ma restauro delle superfici è una strada che
anche per i NON interventi spesso viene seguita, in accordo peraltro
Di fronte a queste problematiche si con il pensiero di J. Ruskin (scrittore,
assiste, tra gli operatori del settore, a poeta e critico d’arte) passato alla storia
grandi differenze di atteggiamento e di come il “rovinista romantico”, secondo
sensibilità, derivanti indubbiamente dalle il quale l’intervento «… è la peggiore delle
diversità nei ruoli, nelle competenze e, distruzioni»).
forse, anche nelle possibili “chiamate” a Punto di vista ben diverso è quello di
rispondere di quanto fatto o NON fatto. Eugène Viollet-Le-Duc (architetto,
Restauratori, conservatori, funzionari contemporaneo peraltro di Ruskin) che
delle Soprintendenze, come anche sosteneva che il restauro (strutturale)
strutturisti e consolidatori hanno tutti è una “necessità spiacevole”, ma per
come obiettivo principale la tutela del conservare il monumento bisogna
bene, ma la diversa formazione culturale intervenire…
e le diverse responsabilità in gioco Si può aderire all’una o all’altra filosofia,
conducono spesso a visioni divergenti. ma bisogna che siano chiare ed esplicite
In molti casi, il pensiero dei restauratori/ le responsabilità conseguenti per ciascuna
conservatori può essere riassunto nel delle scelte, osservando che quelle del
testo di una mozione, emblematica NON fare, sono egualmente rilevanti
dell’atteggiamento di cui sopra, proposta come quelle del fare.
qualche tempo fa da una Associazione Spesso, purtroppo, si assiste invece ad
che si occupa di costruzioni storiche: una desolante mancanza di attenzione 27. Sotto: la distruzione a L’Aquila in
“Ogni intervento su un manufatto storico nei confronti dei problemi strutturali seguito al terremoto del 2009.
o monumentale, effettuato per migliorarne delle costruzioni storiche, pure in zone
la sicurezza sismica, è di fatto contrario al altamente a rischio. In questi casi,
principio di conservazione, in quanto ne chi fa la scelta di NON intervenire,
modifica in qualche modo la struttura e NON preoccupandosi delle possibili
la concezione originarie; pertanto dovrebbe conseguenze, oltre a contravvenire a
valutarsi attentamente la sua necessità e in quanto scritto nel già citato Codice dei
caso affermativo dovrebbe essere limitato allo beni culturali in tema di conservazione,
stretto necessario”. fa pensare al cinico aforisma di La
Ora, se appena ci ricordassimo delle Rochefoulcauld: “Tutti siamo abbastanza
centinaia e centinaia di manufatti storici forti da sopportare i mali altrui ….”.
crollati o devastati negli ultimi anni, non Se questi mali derivano da scelte di NON
ci dovrebbero essere molti dubbi sulla fare, chi ne ha avuto o ne ha oggi la
“necessità” (certamente “attentamente responsabilità dovrebbe sentirne il peso
valutata”) di interventi che consentano di e, nel caso, ne dovrebbe rispondere nei
evitare il crollo di tali costruzioni. confronti della collettività, anche se,
È su quello “stretto necessario” che almeno sino ad ora, non sembra essere
nascono i maggiori problemi. Perché, andata così.

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Storia del complesso architettonico

di Giacomo Di Marco

Lo stato attuale conosceva benissimo la farmacopea ed


Il convento esisteva nella zona della l’erboristeria.
Villa Comunale e la chiesa occupava Padre Francesco nacque a L’Aquila il 19
la parte centrale dell’attuale palazzo febbraio 1566 e si applica molto nello
detto dell’Emiciclo, ora sede del studio, maestro di scherma in gioventù,
Consiglio Regionale. Questo è formato in età più matura trova nel suo cuore
da un porticato semicircolare sorretto la volontà di consacrarsi a Dio nella
da colonne a base circolare; la parte famiglia francescana dei cappuccini.
centrale, non è sostenuta da colonne, Con il giubileo del 1600, la cattolicità,
ma da quattro pilastri che permettono dapprima sconvolta dal trauma della
una maggiore altezza dello spazio. Nella riforma protestante e poi dilaniata dalle
chiesa originaria si trovata un antiportico iniziali asprezze della controriforma,
che costituiva l’atrio della stessa dedicata viene pervasa da una ventata di
all’Arcangelo San Michele. rinfrescante entusiasmo religioso.
D’altra parte, il Seicento è pure la
Collocazione urbana stagione della nascita del Barocco e
dell’opera del melodramma, cioè dei più gioiosi e
Il Convento di San Michele, dedicato vistosi fenomeni culturali che alimentano
all’Arcangelo, era un’opera pregevole e sono alimentati dal nuovo clima di
realizzata per interessamento di Padre ottimismo e di creatività.
Francesco Vastarini, frate cappuccino Anche a L’Aquila si cominciano a
molto apprezzato nella sua epoca. percepire i nuovi orizzonti del dopo 28. Nella pagina a fianco:
Patrizio aquilano, celebre professore Concilio di Trento, si comincia a dettaglio della facciata del Palazzo
dell’Emiciclo dopo il restauro.
di teologia, famoso predicatore vagheggiare un clima meno tetro ed a 29. In basso: la sede del Consiglio
eccelleva in diversi settori e fra questi desiderare l’attiva presenza di quella Regionale prima del sisma del 2009.

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30. In basso: Gonfalone della città specie di religiosi i cui tratti distintivi ricovero, cure spirituali e sanitarie
(particolare) sostenuta dai quattro verranno in seguito riassunti nella ai cittadini ricoverati nelle baracche
protettori San Massimo, Sant’Equizio,
San Pietro Celestino, San Bernardino. figura manzoniana di fra Cristoforo: un costruite nel Campo Di Fossa dopo il
Sulla destra della rappresentazione cristianesimo attivo e militante, generoso terremoto del 1703.
pittorica eseguita a tempera su di servizio sociale, che veicola i propri Nel contesto di grande rinnovamento
seta da Giovan Paolo Cardone fra
il 1579/1580, si nota il campo di
ideali non con l’arroganza e la violenza bisogna inquadrare la figura poliedrica di
Fossa libero ed occupato da due ma mediante la manifestazione di una Padre Francesco Vastarini, personaggio
piccole chiese, la prima più spostata fede austera e di una condotta esemplare. d’alto profilo, intraprendente ed
a destra Santa Maria a Graiano, La Controriforma pure a L’Aquila, autorevole che diventa l’infaticabile
l’altra ancora più piccola ed all’epoca
diruta dedicata ai Santissimi Quattro dopo l’iniziale rigorismo disciplinare e motore della nuova impresa.
Coronati. morale, si orienta verso una spiritualità Nel 1606, a seguito della morte di un
capace di restituire alla gente una giovane confratello che il medico non
qualche gioia di vivere e fa affidamento volle andare a visitare nel convento
sulla suggestionante comunicazione cappuccino di San Giuseppe fuori le mura
assicurata dal fulgore vitalistico della città. Padre Francesco, contrariato
incarnato dal Barocco. e intenzionato a provvedere ai suoi
in questo senso in città si favorisce correligiosi infermi, intraprese l’impegno
Nella pagina a fianco:
l’arrivo di nuove famiglie religiose e la di realizzare, entro le mura della città,
31. In alto, a sinistra: pianta di Pico
Funticulano, 1575, nella quale si valorizzazione di quelle già insediate. un Ospizio/Convento e stabilirvi una
nota IL CAMPO DI FOSSA occupato Si attua un vasto programma di infermeria ed allo scopo acquistò un
da due manufatti, Santa Maria a ammodernamento, trasformazione e terreno in località Campo di Fossa.
Graiano a ridosso delle mura urbiche
e la chiesetta dei Santissimi Quatto
fondazione di chiese e conventi. Il 29 settembre del 1610 iniziarono i
Coronati sul limitare della città Nei primi decenni del Seicento ci lavori con la posa della prima pietra con
32. In alto, a destra: pianta della città saranno molte chiese nuove come Santa la benedizione del vescovo Gundisalvo De
con l’indicazione delle cinta muraria Margherita, San Filippo, Sant’Antonio, Rueda e con la guida grafica del progetto
e degli spazi riservati ai vari comuni
del contato per l’insediamento dei San Paolo dei Barnabiti ecc. Si insediano redatto da padre Bernardo Romano.
civici entro le mura. Sono indicati gli i Cappuccini, i Gesuiti, i Barnabiti. La chiesa di San Michele e l’adiacente
insediamenti più importanti ma non Vengono trasformate la Cattedrale, Santa convento realizzato secondo la
c’è il castello.
33. In basso: pianta di J. Bleu Mortier
Maria di Collemaggio, Sant’Amico degli povera forma cappuccina ancora
datata 1680 ma probabilmente Agostiniani ecc. oggi riscontrabile furono costruiti
appartiene ad un’altra epoca (inizio I cappuccini appaiono particolarmente con una certa celerità e la zona, fino
del seicento) in quanto riporta congeniali alla situazione che va ad allora fatiscente ed ingombra di
ancora la chiesetta di Santa Maria a
Graiano e la chiesetta parrocchiale sviluppandosi a L’Aquila, tanto più detriti provenienti dalla città costruita,
di Santissimi Quattro Santi Coronati. quanto hanno saputo conquistarsi acquistò un certo pregio con una nota di
Il Campo di Fossa: l’aspetto prima largo credito e vaste simpatie popolari. freschezza e novità.
della edificazione della chiesa di
San Miche Arcangelo con il n.43 è
Va pure tenuto conto della durevole La dedica a San Michele Arcangelo,
indicata l’insediamento esistente consuetudine, attestata fino al Settecento custode delle porte del Paradiso e
di Santa Maria a Graiano mentre inoltrato, di scegliere tra i cappuccini i capitano delle milizie celesti, fu assunta
quello della chiesa dei quattro Santi predicatori per il tempo della Quaresima a simbolo della Controriforma. Egli
Coronati è accostato all’abitato
esistente lungo la via che porta alla in cattedrale. Da loro soprattutto sarebbe è tradizionalmente raffigurato come
Chiesa di Santa Giusta. venuto ogni tipo di aiuto, soccorso, un giovane guerriero splendente,
torreggiante su un orrido drago trafitto,
simbologia trasparente della vittoria
del Bene su Lucifero, l’angelo ribelle.
Quest’ultimo rappresenta l’assimilazione
più antica della valenza del drago e la sua
sconfitta è incarnazione dell’animalità
selvaggia che può essere sconfitta
soltanto da una forza disciplinata.
San Michele sta a significare protezione
dalle tenebrose potenze che inducono
nelle società il disordine e ogni genere
di consequenziali nefandezze. Non
a caso, padre Francesco, celebrato
predicatore della trionfante riforma
cattolica, proclama l’identificazione di
stesso, dei cappuccini e dell’impresa del
nuovo convento con quanto è veicolato
dall’immagine di San Michele.
Stranamente, fino all’iniziativa di p.
Francesco non c’era alcuna chiesa a
L’Aquila dedicata al Santo.

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Inventario compilato il 26 dell’Altare Maggiore. È chiuso anche
giugno del 1865 prima della con una balaustra di legno di noce.
chiusura del convento Ha quanto è necessario per celebrare
Messa, ed è ornato da un quadro di
1° Altare maggiore in ottimo stato S. Felice da Cantalice e da una statua
fornito di quanto è necessario dello stesso Santo.
per celebrarvi Messa. In esso vi 3° Altare situato nello stesso lato entro
insistono quattro quadri sulla tela, Cappella con balaustra come sopra.
tre di prospetto e corrispondente alla È fornito anche con gli oggetti
Chiesa ed uno situato dietro l’altare necessari per celebrare la Messa ed
rispondente al Coro. altre funzioni, ed è ornato di un
Il quadro di mezzo corrispondente alla quadro di S. Filomena, dietro il quale
prospettiva della Chiesa rappresenta in apposito vano vi è la statua della
il Mistero della Concezione detta Santa.
coll’adorazione di S. Francesco e Il padre Guardiano ha fatto osservare
colla difesa di S. Michele Arcangelo. che il descritto altare con tutto quanto
È opera di qualche pregio lavorato vi esiste è di proprietà della famiglia
dai Cappuccini denominato Frate Cannella la quale ad un quadro di
Semplice1 e Frate Massimo da Verona. S. Giuseppe da Leonessa dipinto
A destra del detto altare vi è un dal Damiani fece sostituire quello
quadro rappresentante S. Giovanni, precisato di Santa Filomena.
a Sinistra un altro rappresentante S. 4° Altro Altare sito dentro Cappella
Luca. Il quadro rispondente al Coro posto nello stesso muro a destra
rappresenta anche il Mistero della dell’altare maggiore. Vi sta anche la
Concezione. Presenta qualche pregio balaustra ed è adornata di un quadro
ed è opera di Baccio Carpi di Firenze. rappresentante la Vergine delle Grazie.
Nel detto Altare Maggiore esiste un È inoltre fornito di tutti gli oggetti
tabernacolo bene intagliato ed è opera necessari per le funzioni Religiose.
di Marangoni2. 5° Altare situato nel muro a sinistra
Sotto l’altare esiste un’urna chiusa dell’Altare Maggiore. È ornato
coi vetri con entro un Cristo. Una di un quadro di qualche pregio
balaustra di legno di noce è situata rappresentante S. Francesco di Assisi
dirimpetto al descritto altare. che ha una visione. È opera dell’Artista
2° Altare situato in una Cappella Aquilano Signor Bedeschini. Vi
esistente nel muro a sinistra esistono gli oggetti per le funzioni.

34. Giulio Cesare Bedeschini,


Redentore con l’Immacolata, San
Giuseppe, San Francesco, quadro
proveniente dal Convento di Santa
Chiara forse proveniente dalla chiesa
di San Michele Arcangelo.

­42
6° Altro Altare in continuazione del del convento estendesi una bella pianura
descritto. Ha un vano con entro una in mezzo alla quale sorge una Croce
statua della Vergine della Concezione basata su di un piedistallo a pietra.
ed è fornito di quanto è necessario Il fabbricato del convento è a due piani.
per celebrare la Messa ed altre sacre La costruzione ne è la seguente.
funzioni. Nel mezzo c’era un atrio a quattro lati
7° Altare situato anche nel muro a con un pozzo al centro. Uno dei lati
sinistra dell’altare maggiore ed in confina colla Chiesa, Coro e Sagrestia.
seguito al precedente. È ornato di un Tre con altrettanti piani inferiori ne’ quali
quadro di qualche pregio, lavorato dal vi sono delle stanze addette a Cucina,
suddetto Artista Bedeschini. In questo dietro Cucina, Refettorio, fondaco,
altare esistono gli oggetti necessari per dispensa, e vasca per pigiar le uve.
le sagre funzioni. A questi tre piani inferiori ne
8° Una tendina rossa sulla finestra posta rispondono tre superiori costituenti tre
dirimpetto all’altare maggiore. corridoi. Lateralmente ad essi esistono
9° Tre quadri dipinti sulla tela, de’ quali 45 vani, addetti buona parte per camere
uno solo sembra di qualche pregio, de’ Religiosi, muniti di volta, altra parte
posti nel muro a sinistra dell’altare per infermeria e cessi ed una stanza per
maggiore. la biblioteca.
10° Quattordici quadri della Via Crucis. Nel muro del corridoio dov’è
11° Due confessionali di legno noce in l’infermeria vi erano tre quadri dipinti
ottimo stato. sulla tela ridotti in mediocre stato.
Il fabbricato della Chiesa e del convento
Compita così la descrizione della Chiesa hanno nei due lati un bell’orto murato
ed oggetti esistenti3 il sottoscritto che presenta ameni quadri nei campi
Procuratore ha osservato il fabbricato sottostanti. Il terreno non è fertilissimo
35. Pianta del Convento dei cappuc-
ed esposizione del convento che come ed è rivestito di buona vigna e di pochi cini dedicato a San Miche Arcangelo
appresso descrivo. alberi di frutti”4. nel suo ingombro planimetrico.
Giace lo stesso entro la cinta murata
della Città e in situazione amenissima
dalla quale godesi della prospettiva dei
ridenti campi sottostanti, del fabbricato
della Città e della più brillante
passeggiata aquilana.
D’innanzi alla Chiesa e porta d’ingresso

NOTE

1. Semplice da Verona, n. il 1589 in e morto a


Roma nel 1654, frate cappuccino, fu pittore al-
lievo del Brusasorci, che ha lasciato opere nelle
chiese di Padova, Verona, Venezia ecc. Si può ve-
dere BERNARDINO DA PORTOGRUARO 194
1, vol II, Baccio Ciarpi di Firenze, 1578- 1644.
2. Il nome “marangone” è sinonimo di falegname
o carpentiere: a Venezia fu famosa la corpora-
zione dei marangoni che riuniva molti lavorato-
ri del legno.
3. Nell’inventario si annotano inoltre diciannove
banchi di chiesa, due armadi di legno di noce,
ventidue sedie per la chiesa, quattordici giare di
creta, quattro sedie e un seggiolone per la messa
solenne.
4. Della chiesa di S. Michele e dei quadri che vi sta-
vano si possono consultare con interesse le gui-
de della città: LEOSINI 1848 fa apprezzamenti e
critica dei dipinti alle pp. 155-157 e BONANNI
1874, pp. 36- 37.

­43
Cartografia relativa alla
presenza del convento
costruito entro le mura
Il Campo di Fossa cambia
completamente aspetto con la
demolizione della chiesa dei quattro
Santi Coronati e della chiesa di Santa
Maria a Graiano. Il Convento prende
forma con la chiesa centrale dedicata
a San Michele Arcangelo e due corpi
di fabbrica laterali uno destinato ai
sacerdoti, i chierici e laici e l’altro
destinato ad infermeria, farmacia ed altri
ambienti destinati alla cura dei monaci
ammalati.

­44
Descrizione della Chiesa di e S. Michele era di Frate Semplice da Nella pagina a fianco:
San Michele Arcangelo tratta Verona, e del Veronese Padre Massimo 36. In alto: pianta della città datata
1826 di Vincenzo Di Carlo, nella
dalla guida storica della molto lodato da Marcantonio Bassetti; – quale si evidenzia la sagoma del
città dell’Aquila compilata un’altro bel quadro ch’era nel Coro che convento si San Miche Arcangelo
da Teodoro dei Baroni figurava i detti Santi era di Baccio Ciarpi: costruito con tutte le sue pertinenze,
chiesa ed alloggi.
Bonanni – la nascita del Bambino di Giulio Cesare 37. In basso Scipione Antonelli,
La Chiesa di S. Michele, con il contiguo Bedeschini, come del pari l’altro di pianta della città datata 1622
convento, era prima stanza dei PP. S. Francesco ch’erano mirabilmente dalla quale si nota la presenza del
Cappuccini: ora vi è il magazzeno dei eseguiti. convento già realizzato a ridosso
delle mura urbiche.
generi di privativa. Questo convento fu
fabbricato nel 1610, e fondalo dal dotto Da “la Madonna del popolo In questa pagina:
Francesco Vastarini di questa Città, aquilano” 38. In basso: pianta “Gerthoh ,
austriaca” datata 1821 (in alto a
mediante le ricche elargizioni di Pietro di Elpidio Valeri
destra) nella quale si evidenziano,
Alfieri, e del mio maggiore Giovanni A San Michele era nata una delle oltre la conformazione orografica
Bonanni, e di altri nobili concittadini - Il memorabili devozioni Mariane degli del territorio, il convento di San
primo vi si riserbò il dritto di sepoltura, aquilani. Nell’estate del 1723, il Michele Arcangelo ed il convento
di San Giuseppe (cappuccini) fuori
ed il secondo vi costruì l’altare maggiore cappuccino Giuseppe Trivigliano aveva le mura, la basilica di Santa Maria
in legno noce, che fece intagliare e predicato li davanti alla chiesa con di Collemaggio, la chiesa di Santa
lavorare dal celebre Giovanni Gabiè in mano l’immagine della Vergine Maria del Soccorso, il forte spagnolo.
di Varese. Il quadro dello Altare che Immacolata che egli stesso aveva portato
rappresentava la Vergine, S. Francesco, in città. Vi fu un afflusso di

­45
fedeli strabocchevole e ne seguirono Soccorso, da dove è stato trafugato molti
grazie innumerevoli. Poi senza narrare le anni fa. Nel 1861 il convento ospitava
varie vicissitudini, quell’immagine venne dieci sacerdoti, cinque chierici ed otto
inviata a Vienna in dono all’Imperatore laici. fu chiuso nel 1865. Fino al 1873
Carlo VI d’Asburgo, con l’augurio che vi rimase solo un sacerdote cappuccino
gli patrocinasse la nascita del sospirato per custodire la chiesa, mentre gli altri
erede maschio. Una copia venne traslata frati presero in affitto una casa, dove
con solessimo e commosso concorso rimase per 11 anni, fino all’acquisto del
di fedeli nella chiesa di San Marco, monastero di Santa Chiara d’Acquili.
dove da allora è venerata con il titolo
di Madonna del Popolo Aquilano. Descrizione del convento
L’immagine è tutt’ora esistente, è uscita L’edificio è a due piani. Nel mezzo ha
indenne dal sisma del 2009, è stata una corte a quattro lati con un pozzo
restaurata con il concorso di molti fedeli al centro. Uno dei lati confina con la
e si trova attualmente nella Chiesa del chiesa e la sacrestia. Gli altri tre lati
39. Vincenzo Di Carlo, pianta
Suffragio in attesa di ritornare al suo con altrettanti piani inferiori (terra)
topografica della città datata 1858. posto dopo il restauro della chiesa di San sono le stanze addette a cucina dietro
si notano il convento dei Cappuccini Marco. cucina, refettorio, fondaco (esistente),
dentro ed il convento dei cappuccini Dopo l’espulsione dei Cappuccini da San dispensa e vasca per pigiare le uve.
fuori oltre naturalmente Santa Maria
di Collemaggio, Santa Maria del Michele (luglio-agosto 1865), l’altare fu Nel piano superiore esistono 45 vani,
Soccorso. portato nella chiesa di Santa Maria del adibiti, in buona parte, a camere dei

­46
religiosi, muniti di volta, e da un’altra
parte a infermeria e cessi ed una stanza
per la biblioteca. Alle spalle della chiesa
verso le mura urbiche, si estendono
gli orti murati. La chiesa ha la facciata
a coronamento orizzontale con una
finestra rettangolare. Davanti l’ingresso
c’è un piccolo portico di quattro pilastri
quadrangolari.
Con la sistemazione neoclassica della
facciata (dopo la soppressione), la
finestra rettangolare verrà dotata di un
arco a tutto sesto ed affiancata da altre
due finestre, il portico sarà rimodellato
e prolungato a destra e sinistra con il
colonnato ad emiciclo.
All’interno la chiesa, secondo lo stile
cappuccino, ha solo tre cappelle
disposte lungo uno dei lati maggiori
dell’aula a navata unica. Esse sono fra
loro intercomunicanti e formano un
corpo di fabbrica addossato al fianco
sinistro dell’aula. Le tre cappelle sono
delimitate da balaustre di legno di noce conformemente alla preesistenza mentre 40. Pianta quotata della città dalla
sobriamente scolpite. Altri tre altari si volle ricostruire probabilmente più quale si vince l’esistenza del Palazzo
dell’Emiciclo e non quello della G.I.L.
sono disposti lungo la parete di destra grande e moderna la chiesa, quindi
dell’aula. Piccole finestra si aprono la descrizione sopra riportata deve
lungo entrambi i lati delle pareti. intendersi a quella ricostruita.
Presso l’altare maggiore viene indicato Nel periodo della ricostruzione e fino
dagli inventari la presenza di un all’inizio del XIX secolo la città fu
tabernacolo intagliato, di una urna sotto oggetto di un imponente fenomeno
l’altare contenente un cristo e tre quadri di sostituzione edilizia, tenuto conto
di p. Semplice descritti dal Leosini, il che nel 1753 si era già in un’avanzata
quale aggiunge che il Semplice per fase di ricostruzione e la nuova
l’esecuzione del quadro dedicato alla architettura ispirata dalla controriforma
Vergine con San Miche e San Francesco, già sperimentata prima del sisma si
s’era avvalso della collaborazione di fra impone nella ricostruzione con la
Massimo dei Cappuccini. presenza di tecnici romani e napoletani
e maestranze anche lombarde.
Ipotesi costruttiva e
trasformazione dell’intorno L’architettura della città
urbano dal xviii secolo ad oggi la trasforma e la pianta del
Il violento terremoto che nel 1703 Vandi fornisce informazioni di
colpi la città creò gravissimi danni notevole interesse
e lo stesso complesso fu fortemente In primo luogo si riscontra la
danneggiato con la chiesa praticamente sostanziale invarianza dell’impianto
rasa al suolo mentre il convento fu reso urbano anche dopo lo sconvolgimento
completamente inagibile. sismico, a riprova che l’immane opera
Nei mesi immediatamente successivi e di ricostruzione era stata di natura
per tutto il secolo si assiste all’immane essenzialmente privatistica perché
opera di ricostruzione della città ed è altrimenti sarebbero state probabilmente
proprio in questo periodo storico che si operate anche ristrutturazioni di tipo
colloca presumibilmente il primo nucleo urbanistico, per quanto è documentata
dell’edificio che dovrebbe risalire per qualche piccola modifica urbanistica
l’appunto alla prima metà del XVIII come l’apertura dell’attuale via S.
secolo; ipotesi questa suffragata dalla Agostino.
presenza dell’edificio nella pianta del Si riscontra pertanto un’ingente presenza
Vandi del 1753. di materiale architettonico settecentesco
L’opera di ricostruzione che interessò a cui non corrisponde un disegno
l’intera città coinvolse chiaramente urbano della stessa matrice culturale
anche il complesso di San Michele ma una struttura della città di impianto
con la ricostruzione del convento ancora medioevale.

­47
Dopo la grande ricostruzione, la città La permanenza dell’impianto stradale
attraversa un periodo di relativa stasi, medioevale fa ancora da supporto
quantomeno sotto il profilo degli alle pur ingenti trasformazioni del
interventi di rilievo urbanistico, e Settecento, tanto che la pianta della
continua ad essere individuata attorno città preesistente può leggersi su quella
ai suoi tre assi urbani tradizionali: via del Vandi (1753) ad eccezione della
Roma, via Garibaldi e il Corso, fatta sistemazione a giardini della quasi
eccezione di un prolungamento di totalità delle aree libere, rivelando una
quest’ultimo con la costruzione di Porta preoccupazione progettuale e non solo
Napoli in un terreno del tutto libero da estetica; quasi un anticipazione dei
costruzioni. progetti di utilizzazione del suolo che
Via degli Alberetti irrompe nel Campo verranno adottati nel secolo successivo
di Fossa e molti nell’epoca si interessano per regolare la crescita della città.
allo sviluppo di quei luoghi. L’Ottocento costituisce sostanzialmente
Comincia a verificarsi un fenomeno di una fase di transizione della città, una
urbanizzazione di quelle aree inedificate fase di transizione preminentemente
fino alle mura tra cui quella che oggi borghese.
gravita attorno all’odierna XX Settembre
e via degli Alberetti e Viale Collemaggio. La soppressione
Tuttavia non va sottovalutata l’incidenza Il 7 settembre del 1860, Giuseppe
dell’attività edilizia che continua a Garibaldi a conclusione della vittoriosa
svilupparsi durante la prima metà del spedizione dei Mille, entra trionfalmente
41. Pianta della città di del Vandi XIX secolo, permeando il tessuto urbano a Napoli e l’8 novembre, a Teano,
1753 nella quale è evidenziata interstiziale, con un profilo qualitativo consegna a Vittorio Emanuele II quello
la collocazione del Convento dei
Cappuccini all’interno del Campo più modesto rispetto ai grandi scenari che era stato il regno di Napoli.
di Fossa. settecenteschi. In tutto il territorio dell’ex regno si

­48
fa strada la soppressione dei conventi Gli alberetti/Viale
e monasteri come impostazione delle Collemaggio/Porta Napoli
leggi piemontesi. A L’Aquila come Anno 1858: la chiesa ed il convento
in ogni altra parte d’Italia il processo del cappuccini sono ancora attivi
di soppressione non è indolore ed è ed è stato realizzato il varco di Porta
caratterizzato da vicende bizzarre e Napoli nell’estremità meridionale
frequentemente aspre. delle mura urbiche, è stato costruito il
Viale Francesco Crispi (già viale degli
Abbandono del convento Alberetti).
I cappuccini verranno scacciati dal Inizialmente si procede senza fretta ed un
Campo di Fossa per effetto della po’ confusamente. La chiesa viene tenuta
soppressione delle Case religiose aperta, gli orti vengono dati in affitto a dei
disposta dal neonato Regno d’Italia. privati. Successivamente, viene installato
Gli oggetti d’arte e gli arredi della il magazzino del sale e dei tabacchi con
chiesa e del convento saranno dispersi annessi uffici. Gli alloggi e la cucina
ed in parte perduti. Gli edifici da loro vengono dati alla Guardia di Finanza.
costruiti verranno resi irriconoscibili Sali e tabacchi non restano a lungo,
dalle trasformazioni susseguitesi nel nel giugno del 1885 tutto il complesso
tempo. Ma i cappuccini sono gli unici conventuale viene restituito al
ad uscire a testa alta, senza macchia, e Comune per essere trasformato in sede
sono gli ultimi che alla maledizione del dell’Esposizione Regionale.
Campo di Fossa sapranno sopravvivere Nel 1874 si era realizzato il Viale di
brillantemente. Collemaggio con il terreno scavato per
Del resto, il Campo di Fossa sembrava la realizzazione del Teatro Comunale a
42. Pianta 1826 di Baldassarre
predestinato alla malasorte. Nessuno era fianco della basilica di San Bernardino e Catalani - La chiesa di San Michele si
andato a stabilirvisi benché fosse una si era aperto un varco nella cinta Muraria identifica con il n. 56.
delle zone più pregiate della città, in
gran parte pianeggiante e ben soleggiata.
È vero che ai suoi potenziali abitanti
faceva più comodo restarsene nelle case
di sempre, dato che i rispettivi paesi
di provenienza erano i più vicini, ma
quella ritrosia risulta troppo unanime
perché la si possa ascrivere soltanto a un
coacervo di innocue coincidenze. E poi
nei territori intorno alla Chiesa di Santa
Maria a Graiano venivano giustiziati
e seppelliti i condannati a morte,
tant’è che a proposito di quel luogo
circoleranno per secoli sinistre dicerie
“vedeansi continuamente di notte spettri
orribili e specialmente in figura di spaventosi
animali, sicché quella contrada era ben poco
frequentati”.
La maledizione s’estingue soltanto
quanto tutte le chiese, tutti i monasteri
e tutti i conventi di Campo di Fossa,
anche quelli della parte occidentale,
scompariranno per terremoti
e demolizioni o diventeranno
irriconoscibili a seguito di ristrutturazioni
e mutamenti di destinazione.
Sul finire dell’Ottocento, comincia
il processo dal quale scaturiranno le
premesse per gli insediamenti e per la
cancellazione dell’antica configurazione
agreste del Campo di Fossa. La
realizzazione del Chiesa di Cristo Re
coincide con l’occasione per vedere
nuovamente un istituto religioso da
quelle parti.

­49
urbica meridionale per realizzare la cuscini... La spianata s’è gremita al sole
PORTA NAPOLI. Viene realizzato il calente che schizza sui vivaci colori dei più
nuovo asse viario sul terrapieno del pittoreschi costumi”.
vallone di Collemaggio, lo sfondamento In questo modo Campo di Fossa appare
delle mura e l’attraversamento del funzionalmente saldato alla città e nel
Campo di Fossa, il Viale degli Alberetti, prato antistante la Chiesa di San Michele
cosicché tutto l’itinerario risulti più appare il primo chalet.
comodo tra il centro storico della città e Anno 1932: l’ex chiesa e l’ex convento
la basilica Celestiniana. Tutto ciò lo nota dei cappuccini appaiono nella
Primo Levi in una sua nota a proposito nuova conformazione realizzata per
della ricorrenza della perdonanza del l’Esposizione del 1888. Accanto sono
1882 “tramonta, e il Campo di Fossa è ora sorte le officine della Regia Scuola
un brulichio di carri campestri, a tende e Industriale e la Casa del balilla; la

43. Pianta del Touring Club dalla


quale sparisce la dizione Convento di
San Michele Arcangelo e compare il
palazzo delle Esposizioni, ma non c’è
ancora l’edificio della G.I.L.

­50
44. A sinistra: rappresentazione
grafica del Palazzo dell’Esposizione
Universale Regionale.

realizzazione nell’ultimo quarto Uno dei bassorilievi rappresenta l’Italia


dell’ottocento, del Viale di Collemaggio che distribuisce ai vincitori le corone
(con lo sfondamento delle mure urbiche che piccoli geni le porgono, l’altro
urbiche orientali) e della Via XX rappresenta LA STORIA che scrive sulla
settembre ha già dato luogo, tutt’intorno, tavoletta i fasti che LA FAMA con la
ad una estesa attività edificatoria. tromba tramanda.
anno 1984: l’assetto dell’Emiciclo è Questi bassorilievi sono opera del
quello derivante dalla sua trasformazione Gentile, abruzzese. Opere dello stesso
in sede del Consiglio Regionale; il autore sono anche i due geni alati siti sul
processo edificatorio nel Campo di Fossa cornicione della palestra di ginnastica.
è ormai concluso. Sul corpo di mezzo dell’edificio, si eleva
un altro piano il cui cornicione, ricco di
Il Palazzo dell’Esposizione intagli è sorretto da sei cariatidi poste
Nella Villa Comunale in bella situazione tra finestroni decorati da binati di stile
è IL PALAZZO dell’ESPOSIZIONE. ionico. In due nicchie laterali ci sono i
Questo Palazzo, sito in fondo al piazzale busti di BACCO e CERERE.
della Villa Comunale, è opera dell’arch. Il sopralzo termina con un attico e con lo 45. 46. Sopra: bassorilievi posti sulla
facciata del Palazzo dell’Esposizione.
Carlo Waldis; esso si presenta con un stemma dell’Aquila sorretto da festoni e
ricco portico di stile ionico a forma cornucopie. Sotto il portico, in apposite
semicircolare. Il piano superiore di nicchie sono i busti di degli illustri aquilani.
stile corintio posa su una larga terrazza In tutto sono sedici fra i quali si notano
corrispondente al portico sottostante Giovanni da Capestrano, Cola Filotesio
ed offre al visitatore uno splendido d’Amatrice, Cirillo, Marchesi, Febbonio,
panorama. Nel mezzo del porticato Corsignani, Carlo Franchi, Anton Ludovico
ci sono due bassorilievi mentre alle Antinori, Lupacchini, Silla, Dragonetti,
estremità due aquile. Dorotea, D’Argoli, Dall’Isola.

47. Palazzo dell’esposizione e chalet


in una cartolina d’epoca.

­51
Regia Scuola Industriale avrà una superficie di circa 300 mq
dell’Aquila (Sintesi della ed occuperà la vecchia palestra e sette
relazione del Regio Commissario Ing. aule scolastiche per disegno, plastica,
Pasquale Cataldi a S.E. il Ministro biblioteca, amministrazione, reparto
Dell’Agricoltura Industria ed sanitario ecc. L’ingresso principale sarà
Artigianato) realizzato sul portico.
L’idea fu quella di creare la scuola Regia La ricchezza principale saranno le
nei locali dell’Ex Esposizione. La prima officine, con due sezioni staccate fra
sede trovava spazi nell’ex convento loro e distinte dall’edificio frontale
Agostiniano di Santa Lucia, ma le (sono state demolite per realizzare gli
modifiche da apportare all’edificio per attuali uffici).
sopperire alle mancanze di quella sede
non dava all’ing. Cataldi i risultati sperati Le Officine
nonostante gli apporti dell’ing. Ciarletta. Le officine, annesse alla regia Scuola
A quel punto la Camera di Commercio Industriale, sono state costruite tra il
fece pressioni affinché venisse assegnata 1910 ed il 1916 è ciò è dedotto dal fatto
alla scuola il locale dell’ex Esposizione che esse sono riportate nelle planimetrie
sito nei giardini pubblici. disegnate per i lavori di sistemazione
Per la redazione del progetto della delle strade e fogne cittadine, disegnate
scuola Regia nei locali dell’ex nel 1910 e riportate per la prima volta
Esposizione, s’interessa lo stesso ing. in pianta nel 1916. Cesare Rivera, nella
Capaldi con l’ing. Ciarletta. Una sua proposta di Piano Regolatore aveva
moderna scuola fu progettata per una allegato la proposta di sistemazione
popolazione scolastica di 200-250 alunni edilizia della città.
in quanto i locali disponibili già davano
una risposta ed il terreno sul retro verso La costruzione della casa del
le mura urbiche consentivano ulteriori Balilla
ampliamenti. L’ing. Carlo Cardilli nel 1929 fu
Il sito destinato alla scuola è incaricato del progetto per la
meraviglioso e risponde perfettamente realizzazione nelle vicinanze del Palazzo
alla somma importanza di avere scuole dell’Esposizione della Casa del Balilla. Il
industriali in un paese desideroso di sito scelto fu quello adiacente alla strada
sviluppo. che conduceva alla basilica di Santa
Il terreno è tutto pianeggiante e sarà di Maria di Collemaggio.
proprietà della scuola, la quale secondo Il progetto dell’ing. Luigi Cardilli,
il progetto Ciarletta avrà un Istituto di per la casa del Balilla, ottiene il visto
Fisica, Chimica ed Elettrotecnica, con dell’Istituto Superiore dei Lavori
officine e laboratori con una consistenza Pubblici il 12.07.1929. L’edificio sarà
di circa 600 mq. L’istituto di meccanica inaugurato nel 1932.

48. Scuola d’arti e mestieri Regia.

­52
49. A sinistra: aula dei disegno
realizzata all’interno della
chiesa dedicata a San Michele
Arcangelo.

50-56. A sinistra: insieme di


immagini delle aule della scuola
Regia.

­53
Il Consiglio Regionale nel
Palazzo dell’Emiciclo ex
Esposizione
La scelta di realizzare la sede del
Consiglio Regionale nel Palazzo
dell’Emiciclo viene sancita con delibera
dell’assise del Consiglio in una prima
fase nel 1972 ed in una seconda fase nel
1984.
Il complesso dei cappuccini si avvia ad
una ulteriore modica ed ampliamento
che si realizzerà nel corso di diversi
anni.
L’idea vincente viene espressa dall’arch.
Mario Moretti Soprintendente al Beni
Artistici e Monumentali per l’Abruzzo.
La proposta viene accettata e si passa
subito alla fase operativa. Sotto la
guida dello stesso arch. Moretti aiutato
dall’arch. Renzo Mancini si appronta
un progetto di restauro e ripristino
del Convento e della parte neoclassica
progettata dall’arch. Carlo Waldis e la
realizzazione della sala del Consiglio.
I lavori saranno eseguiti dall’impresa
di Duilio Miocchi. L’intervento avrà il
costo di 130 milioni.
Gli spazi sono appena sufficienti e si
approda ad una sistemazione stabile e
funzionante anche se non definitiva,
con la sistemazione temporanea della
sala del Consiglio nella Navata della
Chiesa di San Michele Arcangelo.
Nel 1984 si arriva alla definizione di
una nuova sala consiliare sistemando
l’ex palestra realizzata per l’esposizione
Universale Regionale. il progetto di
sistemazione viene affidata all’arch.
Giuseppe Santoro.
Prima di questa ulteriore
funzionalizzazione della sede del
Consiglio Regionale, per la presidenza e
gli uffici viene acquistato Palazzo Centi,
ancor prima che gli uffici occupino il
Palazzo Giammaria in Via Sassa.
La sede appare subito inadatta e gli
spazi non sono sufficienti per ospitare
tutti gli uffici e consiglieri.
Dopo la cessione della proprietà alla
Regione Abruzzo dell’intera proprietà
dell’Emiciclo da parte del Comune
di L’Aquila e della Provincia, si
avvia la realizzazione del progetto di
ampliamento su progetto dell’Ufficio
Tecnico Regionale supportato dalla
Facoltà di Ingegneria di L’Aquila.
Il progetto prevede la demolizione delle
Officine della Ex Scuola Industriale
Regia. I lavori saranno affidati sulla
base di una procedura concorsuale
all’impresa ALOSA. Il progetto
presentato dall’impresa è redatto

­54
Nella pagina a fianco:
57. In alto: pianta sezione e
prospetto della prima officina.
58. In basso: prospetti e piante della
seconda officina.

In questa pagina:
59. In alto: prospetto principale e
sezione della casa del Balilla oggi G.I.
maschile.
60. In basso: piante ed inserimento
planimetrico di dettaglio nel tessuto
urbano della Casa del Balilla.

dagli architetti Fabrizio Cocchio e


Gianfranco Fini, collaboratore l’arch.
Giuseppe Chiarato. Le strutture sono
state affidate all’ing. Fabio Cesaroni.
La consulenza artistica è affidata agli
Scultori Andrea Cascella e Mario Ceroli.
Durante i lavori furono trovati diversi
tunnel che collegavano il convento
con edifici adiacenti. I percorsi furono
documentati e richiusi.
L’attuale sala Michetti era l’orto dei
Cappuccini, mentre le officine della
Regia Scuola sono state demolite per far
posto alle torri degli uffici.
La conclusione delle opere comprende
la realizzazione della recinzione
tutt’intorno al complesso degli edifici.
All’evento si oppose fortemente il
Sindaco dell’Aquila Dr. De Rubeis
che non voleva che la sede Regionale
diventasse un fortilizio.

­55
Sistemazione definitiva del costosissimi legni e ottoni.
parlamentino abruzzese La terza, definitiva, è quella che si
Accanto all’edificio dell’Emiciclo si trova inaugura con Bertinotti, nel palazzo
u’altra costruzione realizzata sulla fine che fu dell’istituto tecnico industriale,
degli anni trenta e denominata Casa del con ampio spazio arredato a giardino
Balilla e poi successivamente direzione e terrazza lungo viale Collemaggio. Il
dell’Istituto Tecnico Industriale. palazzo fu acquistato dalla Regione
La realizzazione del nuovo istituto più di vent’anni fa e tanto tempo è
progettato dall’arch. Paolo Portoghesi, stato necessario affinché il presidente
apre la strada per la realizzazione in del Consiglio, Marino Roselli, potesse
questo edificio della sede del Consiglio diramare gli inviti alla cerimonia. Tempi
Regionale. smisurati, costi moltiplicati per dieci, ed
L’assemblea abruzzese si “sistema” ora ci siamo. È anche il via libera per
definitivamente nella propria terza aula istituire a Pescara altri uffici regionali e
dall’inizio della sua storia. La prima la sede adriatica del Consiglio. Questa
sede di riunione fu, non definitiva, il terra ha sempre visto doppio e ora più
salone della Prefettura dell’Aquila, nel che mai. Come gli ubriachi.
1971, e per una o due volte anche il Il progetto di ristrutturazione ha
Castello. Erano scelte dovute più ad cercato di contemperare, in una visione
esigenze logistiche e di sicurezza che unitaria, spiega la Regione, le nuove
61. 62. In basso: il prospetto ad altro: erano in corso i disordini per necessità legate alla destinazione degli
dell’edificio ex Casa del Balilla il capoluogo di Regione e proprio in spazi con la valenza storica dell’edificio.
dopo la ristrutturazione per essere Prefettura si vissero ore drammatiche Inoltre gli interventi compiuti hanno
destinato a Parlamentino e l’interno
del Parlamentino vista della sala
sotto l’assedio della folla inferocita. permesso il raggiungimento di una
consiliare. La Regione, ovviamente, nasceva funzionalità integrata con il vicino
63. Nella pagina a fianco: veduta all’italiana, cioè senza sedi e spazi Palazzo dell’Emiciclo attraverso la
aerea del Palazzo dell’Emiciclo nei adeguati per essere ospitata. Questo realizzazione di un tunnel interrato
primi anni 90 del Novecento.
paese non è mai stato diverso o migliore per il collegamento dei due edifici.
rispetto a come appare oggi... La nuova Aula consiliare si sviluppa
Lo statuto prevedeva sedute del all’interno di una superficie di 395 mq.
Consiglio anche a Pescara, specie L’ingresso principale, dal piano rialzato,
durante i rigori invernali, ma a Pescara e l’ingresso del piano interrato sono
non c’era e non c’è un’aula per riservati al Presidente della Regione, agli
ospitarlo. Di recente è stato acquistato Assessori, al Presidente del Consiglio,
un edificio presso il Comune, ma ai Consiglieri regionali, alla stampa.
l’opportunità politica e l’istrionismo Nelle gradinate della sala sono presenti
della politica hanno voluto che si 54 posti a sedere per i consiglieri, nella
inaugurasse prima la sala aquilana. parte cavea vi sono 11 posti riservati al
La prima vera sede assembleare fu una Presidente della Regione e agli Assessori
ristretta sala nell’atrio dell’Emiciclo. e più, in alto sono stati previsti 7
La seconda l’attuale sala assembleare posti per la Presidenza del Consiglio, i
dell’Emiciclo, adornata e arredata con Consiglieri segretari, gli operatori.

bIBLIOGRAFIA
- G. Stockel, “La città dell’Aquila, il centro storico Aquila 1874.
tra il 1860 e il 1960”, Edizioni del Gallo Cedrone, - Domenico Di Clemente, “I cappuccini a L’Aquila,
Rieti 1981. Note storiche”, Edizioni Archè 2011 L’Aquila.
- A. Clementi, E. Piroddi, “La città nella storia d’I- - Alessandro Del Bufalo, “Gianbattista Contini e la
talia, L’Aquila”, Edizioni Laterza, Bari 2009. tradizione del tardo manierismo nell’architettura
- M. Centofanti, R. Colapietra, “L’Aquila città di fra il 600 e 700”, Edizioni Kappa, Roma 1982.
piazze, spazi urbani e tecniche costruttive”, Carsa - Raffaele Colapietra, “Spiritualità coscienza civile
Edizioni, Guastalla (Re) 1992. e mentalità nella storia dell’Aquila” Editrice Rivi-
- G. Spagnesi, P. Properzi, “L’Aquila problemi sta Abruzzese, Lanciano 2009.
di forma e storia della città”, Dedalo Libri, Bari - Autori Vari, “La fotografia come memoria della
1972. città, L’Aquila tra ottocento e novecento”, Marcel-
- M. Centofanti, “L’Aquila 1753-1983 il restauro lo Ferri Editore, L’Aquila 1996.
della città”, Edizione Libreria Colacchi Edizioni, - Enrico Centofanti, “L’Emiciclo”, Edizione GTE
L’Aquila 1992. L’Aquila 1999.
- Teodoro Bonanni, “Guida storica della città - Elpidio Valeri, “La madonna del Popolo Aquila-
dell’Aquila”, Stabilimento Tipografico Grossi, no”, Edizioni Tau, L’Aquila 2013.

­56
­57
­58
Descrizione e analisi del dissesto

di Riccardo Vetturini

La particolarità fondamentale che 14 m in corrispondenza della facciata


rivestono entrambe gli edifici discende principale. Il complesso è interamente
dalla contrapposizione degli obiettivi in muratura, prevalentemente pietrame.
di tutela e valorizzazione degli aspetti Il quadro fessurativo prodotto dalla crisi
architettonici e monumentali da un sismica dell’aprile 2009 ha ovviamente
lato e dall’altro di garantire un livello evidenziato tutte le vulnerabilità
di protezione sismica adeguato per strutturali del complesso:
l’attività istituzionale ivi presente. - il grave dissesto delle edicole;
- la fessurazione alla base delle colonne
Il Palazzo dell’Emiciclo per presso flessione;
La struttura del Palazzo dell’Emiciclo - il crollo delle parti alte della facciata
è molto complessa planimetricamente, e di parte delle cornici che la
in particolare la sua estensione in caratterizzavano;
superficie è davvero considerevole. - la fessurazione e delle pareti portanti
Frutto di modificazioni dell’impianto interne con lesioni a taglio e fessurazioni
originario seicentesco con l’aggiunta anche e soprattutto in corrispondenza
nel 1888 dell’emiciclo frontale da cui delle discontinuità murarie;
prende appunto il nome. - gravi e diffuse fessurazioni delle volte
Il complesso si caratterizza per una delle cappelle laterali e delle volte
dimensione complessiva pressoché delle edicole; 64. Nella pagina a fianco: lavori al
colonnato di Palazzo dell’Emiciclo.
iscritta in quadrato di 57 m di lato e - crolli localizzati di solai in 65. In basso: veduta aerea del
raggiunge un altezza fuori terra di circa corrispondenza della facciata. complesso di Palazzo dell’Emiciclo.

­59
È possibile schematizzare il complesso in sono entrambe coperti da soffitti voltati,
tre parti: sagomati a botte e lunettati lungo i lati di
- la navata, imposta longitudinali.
- le quattro cappelle laterali, L’aula della Ex ante operam era
- l’ex convento, caratterizzata, prima dell’intervento,
- l’emiciclo. da una scala in cemento armato di
La navata corrisponde al grande spazio collegamento con l’altra sede del
centrale corrispondente appunto alla Consiglio Regionale “Le Torri” posto sul
navata principale della ex Chiesa di San retro del Palazzo dell’Emiciclo
Michele. Lo spessore murario delle pareti La struttura della volta è realizzata
di perimetro è di circa 1,80 m. con una centinatura lignea e stuoie in
La navata è a sua volta divisa in due cannucciato che fanno da supporto alla
ampi spazi , la navata vera e propria superficie di intradosso intonacata.
66. In alto: ricostruzione grafica del
e la parte del transetto e abside, spazi Le copertura sagomata a capanna è in
Palazzo dell’Emiciclo.
67. In basso: Palazzo dell’Emiciclo separati dall’arco trionfale che poggia latero cemento con travetti e pignatte
prima del sisma 2009. su due colonne corinzie. I due spazi in laterizio, disposti secondo uno

­60
schema semplice “triangolare” di doppio
puntone in laterizio e tirante in acciaio,
capace di coprire l’intera luce trasversale
della navata.
Sia il soffitto voltato che la copertura
sono frutto della ristrutturazione degli
anni ’60, sono dunque di relativa recente
realizzazione.
Le cappelle laterali realizzate con
probabilità in più fasi sono coperte da
volte in laterizio di spessore di circa
“1 testa” sagomate rispettivamente a
padiglione lunettato, a crociera lunettata,
mentre l’ultima, posta a fianco la zona
del transetto ha perduto la sua originale
copertura “a volta” ed è coperta da un
solaio piano.
Anche questa parte è in muratura
prevalentemente in pietrame.
L’ex convento, con una sagoma a C
che circoscrive, insieme alla navata, l’ex
Chiostro; è la porzione che ha subito
nel corso dei secoli le maggiori e più
profonde modifiche ed alterazioni. Ad
oggi ciò che resta è principalmente la 68. In basso: pianta piano terra ante
struttura muraria di perimetro esterno operam, quadro fessurativo.

­61
69. 70. A destra: centinatura lignea
per la costruzione della volta in
alcune foto della ristrutturazione
degli anni ‘60 del Novecento.

71. A destra: fessurazione della volta


di una cappella laterale.
72. Sotto: crollo di parte dei soffitti
in corrispondenza della zona uffici in
prossimità della facciata.
73. 74. In basso, a sinistra e a destra:
vista della scala presente ante
operam al centro dell’ex transetto
ed abside dell’antica Chiesa di
S.Michele Arcangelo.

­62
mentre sono pressoché scomparsi in totale stato di abbandono. L’ampio
le pareti murarie interne, sostituite vano coperto da una volta in pietrame e
da elementi divisori in laterizio non materia è suddiviso in più ambienti da
portante che scandiscono spazi e vani pareti di recente realizzazione in bocchi
della destinazione attuale ad uffici. cementizi e/o in muratura di laterizio
Anche gli orizzontamenti sono tutti di recente produzione. La presenza di
stati sostituiti da solai in latero cemento queste muratura indica un tentativo
ovvero solai in ferro e tavellonato in di porre rimedio a cedimenti e/o
laterizio. Nella zona di maggior ampiezza dissesti del soffitto a volta che presenta
gli impalcati sono in travetti e solette in più punti segnali di deformazioni e
piene in cemento armato gettato inversione della curvatura.
in opera. Anche le coperture sono L’antico Chiostro è stato recentemente
anch’esse in travetti e pignatte in latero coperto, anni ’90, da una struttura
cemento. metallica in profili dispsoti secondo
È questa porzione, per il lato a valle una reticolare spaziale che appoggia
che si caratterizza per la presenza di su quattro colonne in acciaio. Questa
un livello interrato pressoché integro struttura ha consentito di realizzare
nella sua configurazione originaria ma una grande superfice coperta che

75. 76. A destra: in alto, vista esterna


della copertura e vista interna, prima
dei lavori, di sala ex Michetti.

­63
77-79. In questa pagina: dissesto
della facciata principale del Palazzo
dell’Emiciclo.

ospita l’attuale “sala Michetti” spazio pietra squadrata di rivestimento di


destinato a convegni e conferenze. spessore compreso tra i 15 e 30 cm,
In corrispondenza della copertura che caratterizza l’ornamento delle
sono stati disposti le macchine per il edicole stesse. Il perimetro interno del
condizionamento e il trattamento aria di camminamento coperto è una parete
tutto il complesso. curvilinea continua in pietrame. La
L’emiciclo è realizzato da una sequenza copertura è piana ed è l’ampio terrazzo
di colonne doriche, dodici in totale, di affaccio sulla piazza. Questo solaio è in
disposte sei per lato, in pietra che acciaio e tavellonato in laterizio.
delimitano l’emiciclo e la “piazza” Sebbene il Palazzo dell’Emiciclo
antistante il palazzo. Le colonne hanno strutturalmente potrebbe essere di minor
un diametro di circa 50 cm ed un altezza vulnerabilità essendo limitate le altezze
di poco superiore ai 5metri. Le colonne fuori terra, rispetto la Palazzina dell’Ex
sono ad un interasse di circa 2,45 m, GI, la grande vastità dell’edificio, la sua
sono comprese tra due corpi murari, articolazione in pianta e soprattutto
quello della facciata di ingresso e dalle la parte dell’emiciclo posto sul fronte
due edicole di estremità dell’emiciclo. del fabbricato, determinano nelle sue
Le due edicole sono in muratura di appendici una eccentricità tra masse
pietrame rivestito, all’esterno, con e rigidezze davvero considerevole. Il

­64
80-82. In questa pagina: edicole
laterali, dettaglio della dislocazione
dei conci di pietra squadrata di
rivestimento a seguito della scossa
sismica del 6 aprile 2009.

colonnato ad esempio dello stesso


emiciclo, elemento strutturale incapace di
offrire resistenza a taglio, ne tantomeno
a presso flessione, rappresenta in
fase sismica un elemento inerziale
che porta le masse dell’impalcato di
copertura a sollecitare le parti terminali
provocando inevitabilmente il collasso.
Particolarmente grave era il dissesto delle
estremità dell’emiciclo dove il pronto
intervento di puntellamento ha con
probabilità scongiurato il definitivo crollo.
La navata della ex Chiesa così come
le strutture dell’antica corte (sono
prive ovviamente di setti trasversali e il
rapporto tra superfici (masse) e pareti
sismo-resistenti, anche in questo caso, è
ampiamente deficitario come dimostra il
quadro fessurativo ampio e diffuso.

­65
La Palazzina DELL’Ex Gi grande aula (ex sala del consiglio).
Il fabbricato, ante operam, si sviluppa per L’ingresso al suo centro ospita il copro
tre livelli completamente fuori terra, a cui scale e l’ascensore. Questa porzione non
si aggiunge uno parzialmente interrato è nella sua configurazione originaria.
ed un quarto livello di copertura ove Era infatti in origine scandita da
erano collocati dei “box” che ospitavano i pareti murarie attualmente sostituite
locali tecnici per gli impianti. dalla scala e dal vano ascensore. La
La palazzina ha una dimensione massima grande aula, ex sala del Consiglio è
in pianta iscritta in quadrato di lato circa stata realizzata in un recente passato
37 m, l’altezza massima fuori terra in (anni 200) i corrispondenza della
corrispondenza del prospetto su viale “palestra” del complesso Ex GI e per
Collemaggio è di circa 18,60 m. la realizzazione di questo spazio che
L’edificio si caratterizza per due grandi ospita la gradinata con le sedute e un
vani rispettivamente l’ingresso e la loggiato di perimetro con altri posti

83. 84. In questa pagina: pianta


piano terra e sezioni della Palazzina
Ex GI.

­66
a sedere e piccoli ambienti per le La tipologia costruttiva del fabbricato
traduzioni e/o sale stampa sono stati è ricorrente nella città di L’Aquila
realizzati in cementa armato gettato in riguardo le costruzioni di questo periodo
opera all’interno dell’involucro murario storico ed in particolare nell’edificazione
preesistente. del quartiere “la Villa”. Si tratta di edifici
L’edifico è stato fortemente danneggiato in muratura portante, prevalentemente
dal sisma del 6 Aprile 2009 e in pietrame listato in laterizio che
successivi, il danneggiamento riguarda presentano in corrispondenza dei
prevalentemente le pareti murarie cantonali, nelle spalle delle aperture
che presentano un quadro fessurativo e nelle architravature delle cordolature
complesso, profondo e articolato mentre in calcestruzzo armato. Si tratta di un
sono pressoché assenti lesioni che primordiale intervento di muratura
interessano gli impalcati, quanto meno i armata. Chiaramente le caratteristiche
pavimenti. dei materiali, calcestruzzo e acciaio,

85. A sinistra: Il fianco sinistro della


Palazzina ex GI ante operam, in
copertura uno dei due box “locali
tecnici”.
86. In basso: il retro della Palazzina
ex GI ante operam, in copertura i due
box “locali tecnici”.

­67
a fronte di grandi spazi liberi. La sala
del Consiglio e l’atrio di ingresso sono
superfici libere prive di setti murari
resistenti. La rottura, prevalentemente
a taglio, denuncia una crisi di resistenza
prevalentemente per azioni nel piano
delle pareti mentre, l’assenza o limitata
di lesioni di distacco tra impalcati e
pareti e limitate lesioni tra i cantonali
e gli incroci, stanno viceversa ad
evidenziare un buon collegamento
dei vari elementi strutturali e la loro
capacità a fronte le azioni ortogonali al
piano delle pareti stesse. Si evidenzia
inoltre che le pareti di perimetro sono
interrotte dalle ampie e frequenti
finestrature e conseguentemente più che
di pareti ci si dovrebbe riferire a queste
87. Sora: angolo viale Iacobucci, viale sono di scarsa consistenza, ma che come “colonne” murarie. In realtà
Collemaggio ante operam. tuttavia consentono grandi capacità, quindi l’edificio è strutturato in modo
88. In basso: il fianco sinistro della
Palazzina ex GI ante operam, quantomeno dissipative. da risultare estremamente vulnerabile
evidenziazione della dimensioni Con tale tecnica costruttiva pertanto (IR PGA = PGACLV/PGADLV = 0.323) per
limitate rispetto l’altezza della è stato costruito un edificio di la componente orizzontale delle azioni
”colonna” muraria portante e alla
grandissima metratura in termini sismiche poiché la CAPACITà delle
diffusa presenza di ampie aperture.
superfici aperte, grandi altezze e attuali murature è limitata per la scarsa
volumetrie eccezionali. Tutti elementi presenza delle stesse rispetto le superfici
questi di grande vulnerabilità, quindi, e volumetrie di competenza.
alla buona efficienza della tipologia È immediata la comprensione di tale
muraria si contrappone l’elemento aspetto semplicemente osservando i
di grande vulnerabilità, la scarsità di prospetti, la dimensione e sequenza
pareti sismo resistenti e grandi altezze delle aperture di perimetro sebbene
di interpiano. Dalla disamina della colga una gradevole risultato estetico
pianta del livello terra si apprezza questa e funzionale, grande luminosità degli
“povertà di muratura sismo-resistente” originali spazi educativi a cui il palazzo

­68
era destinato, è tuttavia penalizzante
da un punto di vista sismico. Le pareti
non più “pannelli” murari ma per
lo più “colonne” murarie con limite
dimensionale e resistente legato alla loro
snellezza non solo trasversale, ma anche
nel proprio piano di giacitura.
Le fessurazioni presenti sono pertanto
congruenti con tale caratterizzazione
strutturale. Ad esempio le fessurazioni
registrate nei pannelli e nei divisori
interni, non portanti che raggiungono
ampiezze anche superiore al centimetro
testimoniano la grande deformazione
che l’edificio ha subito durante la
sequenza sismica lasciando deformazioni
residue considerevoli.
Si osservi da ultimo una irregolarità
geometrica che l’edificio presenta. Il
fabbricato è costruito lungo un piano
inclinato, sebbene di modesta pendenza
è comunque asimmetrico tra lato di
monte rispetto quello di valle, c’è infatti
un livello in più a valle. Tale aspetto ha
con probabilità accentuato fenomeni
torsionali e ciò si nota dall’ “epicentro”
del quadro fessurativo collocato appunto
nella zona di valle prospicente angolo
viale Iacobucci e viale Collemaggio.
Si osservi infatti che in pianta l’edificio
ha una maggiore concentrazione di
masse e rigidezze verso viale Iacobucci,
mentre, osservando la sezione
trasversale, ad una simmetria del
baricentro delle masse corrisponde
una dissimmetria del baricentro delle
rigidezze, maggiore rigidezza (minore
altezza dell’edificio fuori terra) nel lato a
monte, opposto a viale Collemaggio.
Queste asimmetrie ed eccentricità tra
masse e rigidezze hanno con certezza
causato movimenti di tipo torsionale
che hanno acutizzato gli effetti del sisma
nella zona di valle prospicente viale
Collemaggio.

89-91. In questa pagina: fessurazioni


a seguito del sisma del 6 aprile 2009.

­69
­70
Consolidamento e adeguamento sismico

di Riccardo Vetturini

Considerazioni preliminari istituzionale. In questo paragrafo


La crisi sismica del 6 aprile 2009 che si analizzano le analisi strutturali
ha colpito il territorio di L’Aquila ha condotte e le successive fasi esecutive,
provocato nella sede del Consiglio le problematiche specifiche relative
Regionale Emiciclo ed Ex GI un livello alla realizzazione di questa strategia
di danneggiamento estremamente innovativa, operando in condizioni di
grave e diffuso fino a determinare una sicurezza di un opera di isolamento alla
condizione di dissesto prossima al crollo. base di un edificio in muratura esistente
Gli immobili sono una testimonianza per altro gravemente danneggiato.
storica, oltre che rappresentativa
dell’organo locale. La particolarità Ipotesi di intervento
fondamentale che rivestono entrambe “tradizionale” -
gli edifici discende dalla apparente controindicazioni
contrapposizione degli obiettivi di Essendogli edifici di particolare interesse
tutela e valorizzazione degli aspetti Storico, Architettonico ed Ambientale,
architettonici e monumentali da un era necessario in ogni caso configurare
lato e dall’altro di garantire un livello di una proposta d’intervento equilibrata
protezione sismica adeguato per l’attività che evitasse lo stravolgimento della
istituzionale ivi presente. Come illustrato situazione di fatto. In altre parole le
nel prosieguo l’intervento realizzato ragioni della sicurezza per edifici di
consente con successo di trovare il questo genere devono trovare un giusto
giusto compromesso tra le ragioni della compromesso con la tutela ed il rispetto
sicurezza e quella della conservazione, della valenza storico ed architettonica
di liberare la fabbrica originaria da dell’edificio stesso. Tenuto conto della
manomissioni intromissioni incongrue tipologia costruttiva è stato chiaro fin
ed al contempo, soprattutto nel caso dall’inizio che non si sarebbe riusciti a
dell’Emiciclo, introdurre NUOVE garantire con interventi “convenzionali”
ampie superfici ad uso pubblico ed la capacità di assorbire dell’accelerazioni

92. Nella pagina a fianco: veduta del


Palazzo dell’Emiciclo durante i lavori.
93. A sinistra: l’inserimento di uno
dei dispositivi “isolatori”.

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94. In questa doppia pagina:
ricostruzione grafica dell’intervento
di isolamento sismico alla base del
Palazzo dell’Emiciclo.

­72
LEGENDA
1. Appoggi scorrevoli multidirezionali tipo vm 300/600/600 10. Solaio tipo u-boot
2. Appoggi scorrevoli multidirezionali tipo vm 250/600/600 11. Micropali
3. Isolatori elastomerici tipo si-n 600/152 12. Giunto 30 cm
4. Parete c.a. 13. Plinto di fondazione
5. Platea c.a. 14. Nuova colonna in c.a.
6. Baggiolo di appoggio in c.a. 15. Ascensori acciaio e vetro
7. Sottofondazione 16. Nuova scala
8. Paratia di pali 17. Solaio aerato tipo iglù
9. Solaio in acciaio (lamiera grecata) 18. Terreno

­73
95. 96. In questa doppia pagina: sismiche così come previsto per delle pareti con diffusi interventi di
spaccato ed esploso assonometrico l’adeguamento sismico. “Salvaguardia Passiva”, avrebbero avuto
della Palazzina ex GI.
Le criticità strutturali immediatamente l’insormontabile controindicazione di
emerse da affrontare con metodiche snaturare sia sul piano architettonico
“convenzionali” sono risultate subito che funzionale gli edifici. Sarebbe
numerose. Come già evidenziato rimasto per altro irrisolto il problema
legenda ciascun edificio è di particolare del comportamento in fase non
1. Isolatori istomerici tipo pregio storico artistico e la valenza lineare di due strutture così diverse
si-s 650/153 di ciascuno si esprime in una serie di C.A. e muratura per il caso Ex GI (sala
2. Appoggi scorrevoli
multidirezionali tipo
dettagli costruttivi che riguardano il assembleare).
vm 250/600/600 fabbricato in ogni sua parte, i paramenti Tenuto conto delle caratteristiche
3. Parete c.a esterni ricchi di cornici ed elementi di pregio dell’edificio tutelato, delle
4. Platea c.a. decorativi, gli infissi interni, i soffitti, funzioni ivi presenti, questo approccio
5. Baggiolo di appoggio in c.a.
6. Sottofondazione le pavimentazioni, gli imbotti delle “convenzionale” si è dimostrato
7. Trave c.a. esistente aperture. Si ha pertanto poco spazio di poco convincente in quanto avrebbe
8. Solaio in acciaio manovra per operare ad esempio un comportato una forte manomissione
(lamiera grecata)
rinforzo “tradizionale” e l’eliminazione generale dell’edificio con l’inserimento
9. Solaio tipo u-boot
10. Solaio latero-cemento esistente di quei difetti che hanno condotto al irreversibile di nuovi elementi
11. Giunto 30 cm dissesto (carenza di maschi murari sismo strutturali il cui funzionamento in fase
12. Colonna acciaio resistenti, irregolarità costruttive). Un sismica sarebbe rimasto comunque
13. Trave acciaio
14. Auditorium
ipotesi d’intervento con un approccio poco verificabile, per la diversità di
15. Vano ascensore di tipo “tradizionale”, cioè puntando funzionamento delle strutture e per
16. Terreno alla esecuzione di risanamenti locali i problemi che si sarebbero verificati

­74
al contatto tra le masse murarie e le intervento, è stato risolto riducendo
strutture in acciaio e c.a. di sostegno il termine DOMANDA piuttosto che
esistenti. Ne tantomeno era possibile incrementare il termine di “resistenza
ricostruire nuove murature che passiva” (CAPACITà)’. L’intervento di
avrebbero comportato una disgregazione miglioramento/adeguamento sismico
funzionale dell’unità funzionali convenzionale tende ad operare nella
e soprattutto una manomissione direzione di incremento della capacità
irreversibile degli elementi decorativi operando con interventi di rinforzo
esistenti nel caso soprattutto del Palazzo tendenzialmente compatibili con il
dell’Emiciclo. pregio storico artistico del manufatto,
Si è dunque deciso, di modificare ma in grave affanno per divari così ampi
radicalmente l’approccio, invertendo i tra capacità e domanda e con limitazioni
termini del problema, non più ricercare così forti per la valenza dell’edificio.
un incremento della “RESISTENZA” Per alcune situazioni particolari come
dell’edificio ad equilibrare le spinte quella oggetto del presente lavoro, è
sismiche, ma viceversa riducendo la possibile conseguire una significativa
“SOLLECITAZIONE” isolando alla base riduzione della domanda solo mediante
l’edificio dal terreno. l’isolamento alla base del fabbricato.
In altre parole il problema strutturale, Le opere realizzate intervengono
che in estrema sintesi è riassunto nella in maniera incisiva al di sotto del
diseguaglianza CAPACITà ≥ DOMANDA piano di calpestio del piano terra,
condizionata dal rispetto della valenza concentrando quasi esclusivamente
storica monumentale dell’oggetto di alle fondazioni l’invasività dell’opera,

­75
­76
LEGENDA
1. Appoggi scorrevoli multidirezionali tipo vm 300/600/600 10. Solaio tipo u-boot
2. Appoggi scorrevoli multidirezionali tipo vm 250/600/600 11. Micropali
3. solatori elastomerici tipo si-n 600/152 12. Giunto 30 cm
4. Parete c.a. 13. Plinto di fondazione
5. Platea c.a. 14. Nuova colonna in c.a.
6. Baggiolo di appoggio in c.a. 15. Ascensori acciaio e vetro
97. In questa doppia pagina: 7. Sottofondazione 16. Nuova scala
spaccato assonometrico del Palazzo 8. Paratia di pali 17. Solaio aerato tipo iglù
dell’Emiciclo. 9. Solaio in acciaio (lamiera grecata) 18. Terreno

­77
salvo poi ricondurre l’intervento di pertanto di ridurre al minimo gli
recupero nella parte in elevazione ad interventi di rafforzamento nella parte di
una “semplice” riparazione, o meglio elevazione e conseguentemente limitare
restauro, delle parti strutturali e non, l’invasività dell’intervento stesso alla
danneggiate dalla crisi sismica. La parte parte di minor pregio del fabbricato in
di “sacrificio”, al di sotto il piano di oggetto, ovvero le fondazioni.
calpestio è bene notare che sarebbe L’intervento “tradizionale /
comunque stata oggetto di intervento convenzionale” è importante
di sottofondazione per adeguare sottolineare che ai sensi della
98. In questa doppia pagina: sismicamente le attuali fondazioni. allora vigente norma NTC ’08 è
spaccato assonometrico esploso del L’abbattimento drastico sostanzialmente “verificato a rottura”,
Palazzo dell’Emiciclo.
99. Nella pagina a fianco, in basso: dell’accelerazione alla base dell’edificio ossia si accetta, per la salvaguardia
serie di dispositivi “isolatori”. attraverso l’isolamento consente della vita umana che la struttura

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LEGENDA
1. Appoggi scorrevoli multidirezionali
tipo vm 300/600/600
2. Appoggi scorrevoli multidirezionali
tipo vm 250/600/600
3. Isolatori elastomerici
tipo si-n 600/152
4. Parete c.a.
5. Platea c.a.
6. Baggiolo di appoggio in c.a.
7. Sottofondazione
8. Paratia di pali
9. Solaio in acciaio (lamiera grecata)
10. Solaio tipo u-boot
11. Micropali
12. Giunto 30 cm
13. Plinto di fondazione
14. Nuova colonna in c.a.
15. Ascensori acciaio e vetro
16. Nuova scala
17. Solaio aerato tipo iglù
18. Terreno

­79
100. 101. In questa doppia pagina: ed il Palazzo si danneggi, anche in campo elastico, disaccoppiando il
schema degli interventi previsti maniera severa, purché non crolli. In comportamento di questa dal terreno
per l’applicazione dell’isolamento
sismico. Pianta a livello -3.50 m e altri termini qualora si ripresentasse tramite gli isolatori, dopo un evento
pianta a livello -1.0 m. un evento sismico paragonabile a sismico severo rimane in piena
quanto avvenuto il 6 aprile 2009 efficienza e totalmente funzionale con
l’edificio con un ipotetico intervento un drastico abbattimento dei costi.
convenzionale probabilmente
perderebbe nuovamente la sua Strategia dell’isolamento
funzionalità ed efficienza e dovrebbe sismico alla base
essere nuovamente sottoposto ad La progettazione di un adeguamento
un intervento di riparazione e sismico di un edificio esistente si
l’amministrazione a dover sostenere differenzia ovviamente in maniera
nuovi costi di ripristino. Viceversa sostanziale rispetto all’approccio
l’isolamento, dovendo progettare progettuale della costruzione di un
e verificare la sovrastruttura in edificio ex-novo. Per una struttura nuova

­80
si stabiliscono le prestazioni del sistema, ossia limitare le forze sismiche agenti
ad esempio periodo e smorzamento, sulla struttura a valori inferiori a
e poi si progetta la nuova struttura di quelle resistenti.In altre parole si
elevazione in modo che i suoi elementi progetta la DOMANDA (isolatore)
strutturali siano in grado di resistere alle affinché sia tale da essere minore della
sollecitazioni. CAPACITà (caratteristica dell’edificio).
Nel caso di una struttura esistente, È evidente il totale ribaltamento di
invece, volendo evitare interventi di approccio rispetto ad un intervento
rafforzamento (ovvero limitare) si “tradizionale”, la cui progettazione
determina innanzitutto la capacità parte dalla definizione della domanda,
resistente della struttura rispetto per poi dimensionare gli interventi
alle azioni orizzontali, per poi in modo da fornire agli elementi
calibrare le caratteristiche del sistema strutturali esistenti quella capacità,
d’isolamento, con l’obiettivo di limitare di resistenza duttilità, in grado di
la domanda al di sotto la capacità, soddisfare la domanda stessa.

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SEZIONE A-A

SEZIONE C-C

­82
102. 103. In questa doppia pagina:
schema degli interventi previsti
per l’applicazione dell’isolamento
sismico. Sezione A-A e C-C.

­83
104. In alto: [Ex GI] modelli Analisi strutturali relative maniera sufficientemente aderente alla
strutturali adottati rispettivamente allo stato ante operam realtà dei due fabbricati.
per l’analisi lineare dello stato
attuale. Con lo scopo e finalità di modellare La struttura della Palazzina Ex GI è
numericamente il comportamento costituita da pareti murarie disposte
strutturale di un manufatto così nelle due direzioni principali ortogonali
complesso ed articolato e quindi di e collegate da orizzontamenti intermedi
stimare le condizioni di sicurezza ante sufficientemente rigidi; la particolarità
operam, si è proceduto ad un’analisi del fabbricato è sicuramente costituita
strutturale agli elementi finiti dalla grande luce del solaio e la struttura
complessiva di ciascuna fabbrica muraria, in c.a. e acciaio, presenti presso la
Palazzina Ex GI ed Emiciclo, per valutare sala assembleare; il comportamento
105. Sotto: valori di progetto la “CAPACITà” attuale (pre-sisma) ANTE di tale fabbricato può essere indagato
dell’azione sismica. OPERAM degli edifici principalmente secondo le raccomandazioni previste
106. In basso: spettro elastico per le azioni nel piano, mentre sono al punto 5.4.1 della DPCM 9.2.2011
relativo allo Stato Limite di Collasso,
stati analizzati alcuni dei più probabili “Valutazione e riduzione del rischio sismico
di Salvaguardia della Vita e di danno
per edifici a base fissa ed isolati meccanismi locali che il modello del patrimonio culturale”, ovvero mediante
(x=15% per T>1,65s). generale non riusciva a descrivere in una modellazione a telaio equivalente,
in conformità a quanto previsto dalle
costruzioni nuove.
L’analisi del comportamento globale
allo stato attuale sotto azioni sismiche
di tale fabbricato è stata condotta
mediante un’analisi statica non
lineare (analisi push-over), che
consiste nell’applicare alla struttura
i carichi gravitazionali e, per l’azione

­84
considerata per l’azione sismica, un Azioni sismiche
sistema di forze orizzontali distribuite Nel calcolo dell’azione sismica per
proporzionalmente alle forze di inerzia entrambi i fabbricati si sono adottati i
ed aventi risultante pari al taglio alla seguenti dati relativi alla costruzione e al
base; tali forze sono scalate in modo sito di riferimento:
da far crescere monotonamente lo • Vita nominale (VN): 50 anni (opere
spostamento orizzontale dc di un punto ordinarie);
di controllo coincidente con il centro • Classe d’uso (classe): IV (costruzioni
di massa dell’ultimo livello, fino al con funzioni pubbliche o strategiche
raggiungimento delle condizioni di importanti – edifici destinati a sedi
collasso locale o globale. dell’Amministrazione Regionale);
La struttura dell’Emiciclo è costituita • Coeff. D’uso (CU): 2.0;
da corpi molto differenti tra loro: una • Periodo di riferimento per l’azione
porzione è costituita da due livelli, sismica (VR=VN x CU): 100 anni.
separati da impalcati intermedi, con • Categoria sismica del terreno: S2 (*).
la presenza di cordoli di piano; una La categoria sismica del terreno ha
porzione presenta la struttura tipica comportato la necessità di una analisi
delle chiese a navata unica con pareti di risposta sismica locale del terreno,
a tutt’altezza e con la presenza di dalla quale sono stati ricavati gli spettri
ampie superfici voltate; il porticato è elastici adottati per il presente progetto,
infine una struttura a pilastri isostatici riportati nel seguito. Si riportano anche
connessa mediante travi alle murature gli spettri elastici utilizzati nello stato
retrostanti. Risulta evidente quindi di progetto, relativi agli edifici isolati.
la difficoltà di una modellazione Si precisa che nell’analisi degli edifici a
“tradizionale” a telaio equivalente di base fissa allo stato attuale si è adottato
tale fabbricato; per la valutazione di un coefficiente di struttura pari a q=2.25,
sicurezza della struttura dell’Emiciclo come suggerito dalla Circolare n.617 del
si è proceduto quindi ad un’analisi 02.02.2009 al punto C8.7.1.2.
dinamica lineare con spettro di risposta
su un modello agli elementi finiti Analisi dello stato attuale -
di tipo continuo. Tale modellazione Ex GI
consente infatti una più chiara Per l’analisi statica non lineare relativa 107. Sotto: [Ex GI] risultati relativi
ad ogni curva di spinta esaminata
interpretazione del comportamento allo Stato Limite di Salvaguardia della
nell’analisi sismica statica non
globale del fabbricato, specie per edifici Vita della Palazzina Ex GI si sono lineare, in termini di periodo di
particolarmente complessi ed articolati. eseguite 24 analisi di spinta (pushover), ritorno Tr, PGA e indici di rischio.

­85
­86
considerando distribuzione principale sismiche che porti al raggiungimento
delle forze di inerzia proporzionali dello stato limite di Salvaguardia della
alle forze statiche ed una distribuzione Vita per la costruzione allo stato attuale,
secondaria caratterizzata da forze si è provveduto a scalare l’azione sismica
uniformi. Per ogni direzione e verso in ingresso fino all’ottenimento di uno
dell’azione sismica è stata calcolata la stato tensionale compatibile con le
curva di spinta con e senza eccentricità resistenze dei materiali. Dalle analisi
accidentale. I risultati ottenuti per ogni svolte si è ottenuta la seguente capacità
curva di spinta sono riportati di seguito, dell’edificio Emiciclo in termini di
in termini di periodo di ritorno, di PGA accelerazione massima al suolo e di
e di indicatori di rischio. Si riportano tempo di ritorno:
di seguito le curve di spinta ottenute PGACLV = 0.214 g
dall’analisi, la rappresentazione grafica TR,CLV = 71 anni
del rapporto tra domanda e capacità ed il corrispondente indicatore di
della struttura, in coordinate spettrali, rischio sismico:
e la progressione del danneggiamento IR PGA = PGACLV/PGADLV = 0.370
relativamente alla curva di spinta più IRTR = (TR,CLV/TR,DLV)0.41 = 0.345
gravosa per l’edificio (distr.A - dir.+Y -
Mt+).Dalle analisi svolte si è ottenuta Analisi strutturali relative
la seguente capacità dell’edificio Ex GI allo stato di progetto
in termini di accelerazione massima al Generalità e dimensionamento del sistema di
suolo e di tempo di ritorno: isolamento
PGACLV = 0.187 g TR,CLV = 54 annied il Le analisi numeriche condotte portano
corrispondente indicatore di rischio a dei valori sorprendenti in termini di
sismico: conseguimento della sicurezza sismica
IR PGA = PGACLV/PGADLV = 0.323 del fabbricato; è stato infatti possibile
IRTR = (TR,CLV/TR,DLV)0.41 = 0.309 raggiungere l’adeguamento sismico
Il valore ottenuto conferma le di entrambi gli edifici nonostante
valutazioni qualitative che il quadro l’elevato livello di protezione sismica
fessurativo manifesta. richiesta e senza alcuna rilevante
manomissione dell’esistente. Il 108-111. Nella pagina a fianco:
Analisi dello stato attuale - dimensionamento del sistema di in alto, [Ex GI] curve di spinta del
fabbricato ed elaborazione della
Emiciclo isolamento è stato svolto imponendo curva più gravosa (distr.A - dir. + Y -
L’analisi dello stato attuale dell’Emiciclo un periodo proprio del sistema di Mt+); al centro: [Ex GI] progressione
ha mostrato notevoli vulnerabilità, isolamento pari a circa 2 secondi; del danneggiamento relativa alla
curva di spinta più gravosa per
mostrando zone di plasticizzazione per tale valore risulta infatti un valore di l’edificio (distr.A - Y - Mt+); in basso,
tensioni di trazione e compressione riferimento nella progettazione di [Emiciclo] tensioni principali massime,
notevolmente estese, relativamente sistemi isolati, in quanto permette in evidenza (bianco) le zone in cui
alla azione sismica richiesta per un corretto disaccoppiamento tra le le tensioni di trazione eccedono le
capacità resistenti della muratura
l’adeguamento. Nelle figure sottostanti frequenze proprie della sovrastruttura (Stato Limite di Salvaguardia della
si mostrano le zone in cui le tensioni, e le frequenze proprie del sistema Vita - SLV).
rilevate dall’analisi lineare dinamica con isolato. Ne risultano quindi enormi 112. In questa pagina, in alto: [Ex
GI] confronto della risposta spettrale
fattore di struttura, eccedono le capacità vantaggi in termini di riduzione delle
della struttura per la configurazione a
resistenti del materiale. Al fine di accelerazioni orizzontali trasmesse alla base fissa e a base isolata (spettrale
determinare il moltiplicatore delle azioni sovrastruttura. Nelle figure sottostanti e capacitiva ADS).

­87
si riporta lo spettro elastico riferito al del sistema; si fa tuttavia notare come
sito in esame, con l’indicazione delle tali spostamenti rimangano a carico
accelerazioni alla base della struttura del solo piano di isolamento e quindi
a base fissa e di quella isolata, sia nella dei dispositivi elastomerici, dotati di
rappresentazione spettrale standard che una elevata deformabilità laterale.
in quella capacitiva ADS (“Acceleration • un aumento dello smorzamento
DisplacementSpectra”). proprio del sistema, dai valori tipici
Dall’esame di tali diagrammi è possibile delle strutture a base fissa (5%) a
rilevare i principali effetti ottenuti valori ben più elevati (15%), che ha
dall’isolamento sismico della struttura sia una riduzione degli spostamenti
alla base, mediante isolatori elastomerici richiesti al sistema di isolamento,
HDRB. In particolare: sia un’ulteriore abbattimento
• un abbattimento significativo delle accelerazioni trasmesse alla
delle accelerazioni trasmesse alla sovrastruttura.
sovrastruttura, ottenuto mediante • un forte disaccoppiamento del
spostamento dei periodi principali comportamento della sovrastruttura
113. Sotto: [Emiciclo] confronto
della risposta spettrale della del sistema verso zone spettrali da quello del terreno, grazie ad un
struttura per la configurazione caratterizzate da una minore densità rapporto di isolamento Tis/Tbf pari a
a base fissa e per quella a base di potenza. Si osservi che si passa da circa 7.
isolata (rappresentazione spettrale a
capacità ADS).
Se,bf (base fissa) 1,39g a Se,is (isolato) La progettazione del sistema di
114. In basso: [Ex GI e Emiciclo] 0,17g(!!!) una riduzione di oltre 8 isolamento è stata quindi eseguita
disposizione in pianta dei dispositivi volte(!!!); mediante un modello completo
elastomerici e delle slitte, con • un aumento degli spostamenti dell’insieme sottostruttura-isolamento-
indicazione del baricentro delle
masse e delle rigidezze del sistema di richiesti alla struttura a causa sovrastruttura, con i seguenti obiettivi:
isolamento. dell’incremento del periodo proprio • periodo del sistema di isolamento

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superiore a quello necessario delle NTC’08; è stata tenuta in conto 115. Sopra: [Ex GI e Emiciclo]
all’adeguamento della struttura; la variabilità spaziale del moto sismico modello strutturale adottato nello
stato di progetto del fabbricato
• disposizione degli isolatori il più e l’incertezza nella distribuzione delle isolato.
possibile al perimetro della struttura, masse, tenendo in conto una eccentricità
per garantire una significativa accidentale del centro delle masse.
rigidezza torsionale al sistema; Si precisa infine che l’attendibilità della
• disposizione dei dispositivi in modo modellazione del comportamento di un
tale da centrare il più possibile edificio isolato è estremamente elevata,
il baricentro delle masse della in quanto:
sovrastruttura ed il baricentro delle • i primi due modi di vibrare della
rigidezze del sistema di isolamento. struttura sono sostanzialmente
In tale modo si è riusciti ad ottenere una disaccoppiati e movimentano la
sostanziale coincidenza dei baricentri totalità della massa efficace nelle due
di massa e rigidezza del sistema, con direzioni principali (dir.x e dir.y);
un’eccentricità residua al massimo pari a • il comportamento dinamico è
18 cm sia per l’ex GI che per l’Emiciclo; governato sostanzialmente dai soli
questi valori risultano oltre un ordine dispositivi di isolamento, la cui
di grandezza inferiori rispetto alla rigidezza è un dato di progetto che
tolleranza richiesta dalla normativa. viene validato in fase realizzativa
Modellazione ed analisi mediante prove di qualificazione ed
La modellazione delle due strutture accettazione;
isolate allo stato di progetto, post • per la sovrastruttura si assume un
operam, è stata eseguita mediante comportamento in campo lineare,
elementi finiti FEM a comportamento nel quale perdono di importanza
lineare elastico: si sono adottati elementi le caratteristiche meccaniche della
solidi tipo brick tetraedrici a 4 nodi, muratura in campo plastico, di più
piani plates triangolari a 3 nodi e lineari difficile valutazione e affette da
beams e springs a 2 nodi. Gli elementi notevoli incertezze;
solidi bricks sono stati utilizzati per • le azioni sismiche sulla sovrastruttura
modellare le parti massive della struttura si riducono a tal punto da poter
come i maschi murari, i pilastri, gli considerare sulla costruzione agenti
archi ed il cordolo di base in ca; gli solamente carichi gravitazionali,
elementi piani plates per la modellazione per cui tali strutture sono state
le volte, i solai e le aree di carico; gli originariamente concepite.
elementi beam per le travi ed i cordoli; Va inoltre sottolineato come le
gli elementi springs per gli isolatori, proprietà meccaniche degli isolatori
assegnando le rigidezze assiali e laterali sono quantità controllate e soggette
fornite dal produttore. Il modello a minime variazioni sia all’interno
strutturale è vincolato bloccando le del lotto di produzione, sia al passare
traslazioni in corrispondenza della degli anni; tali dispositivi sono infatti
totalità dei nodi della base. caratterizzati da una elevata durabilità,
Sono state quindi eseguite analisi lineari garantita da una progettazione secondo
dinamiche con spettro di risposta le più recenti norme di prodotto
elastico, che rappresentano la tipologia europee (UNI EN 15129:2009), che
di analisi di riferimento per sistemi fissano una vita di servizio minima per
isolati secondo le Norme tecniche per gli isolatori elastomerici pari a 50 anni,
le Costruzioni; l’azione sismica è stata e confermata da prove di invecchiamento
considerata agente simultaneamente accelerato delle gomme eseguite dal
nelle due direzioni seconde le regole produttore in fase di qualificazione.
di combinazione di cui al punto 7.3.5 Si riportano di seguito alcune viste del

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116-118. In alto: [Ex GI] forma modale dei primi tre modi di vibrare della struttura isolata.

119. In basso: [Ex GI] stato di spostamento in analisi sismica dinamica lineare con spettro di risposta elastico.

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120-122. A sinistra: [Emiciclo] forma
modale dei primi tre modi di vibrare
della struttura isolata.

123. In basso: [Emiciclo] stato di


spostamento in analisi sismica
dinamica lineare con spettro di
risposta elastico.

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124. In alto: [Ex GI] tensioni principali minime e massime – STATO ATTUALE – SLV +X -0.3Y (limitate ai valori limite di progetto della muratura).
125. Sopra: [Ex GI] tensioni principali minime e massime – STATO DI PROGETTO – SLV +X -0.3Y (limitate ai valori limite di progetto della muratura).

126. Sotto: [Emiciclo] tensioni principali minime e massime – STATO ATTUALE – SLV +X -0.3Y (limitate ai valori limite di progetto della muratura).
127. In basso: [Emiciclo] Tensioni principali minime e massime – STATO DI PROGETTO – SLV +X -0.3Y (limitate ai valori limite di progetto della muratura).

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modello di calcolo adottato per l’analisi sollecitazioni superano le resistenze del
dello stato di progetto, relativamente sia materiale.
alla Palazzina Ex GI che all’Emiciclo. Le analisi numeriche svolte
relativamente allo stato di progetto
Azioni sismiche (edifici isolati alla base) hanno mostrato
Nelle analisi relative allo stato di tensioni nella muratura assolutamente
progetto degli edifici con isolamento compatibili con le resistenze del
sismico si è adottato lo spettro di risposta materiale, a testimonianza della
elastico relativo al sito in esame, definito forte riduzione delle azioni sismiche
mediante i parametri riportati nel trasmesse dal sistema di isolamento
paragrafo precedente. alla sovrastruttura; si ribadisce quindi
il raggiungimento dell’adeguamento
Risultati delle analisi sismico del fabbricato alle azioni previste
La buona progettazione del sistema per le nuove costruzioni, risultato non
di isolamento è infine confermata dai raggiungibile con interventi di tipo
tre modi principali del sistema isolato, tradizionale a limitata invasività.
che risultano disaccoppiati: il primo Tale risultato appare ancor più
traslazionale in direzione x, il secondo significativo se si considera che le
traslazionale in direzione y e il terzo verifiche eseguite relativamente allo
rotazionale. Stato Limite di Salvaguardia della Vita
I valori del periodo ottenuti dall’analisi nello stato di progetto dell’edificio
per l’edificio dell’Emiciclo sono isolato, coerentemente con quanto
sostanzialmente coincidenti con quelli richiesto dalle Norme Tecniche
imposti in fase di dimensionamento, per le Costruzioni 2008 al punto
e pari a 2.01s in entrambe le direzioni 7.10.6.2.1, richiedono alla muratura
principali; la sola massa partecipante dei un comportamento sostanzialmente
primi tre modi di vibrare supera il 99% elastico (q=1.5), prevedendo perciò un
del totale. I valori del periodo ottenuti danneggiamento pressoché nullo della
dall’analisi per l’edificio Ex GI sono sovrastruttura anche in caso di eventi
sostanzialmente coincidenti con quelli sismici severi. Tale requisito assume
imposti in fase di predimensionamento, perciò grande importanza per edifici
e pari a 2.05s in entrambe le direzioni di importanza strategica e di rilevanza
principali; la sola massa partecipante dei pubblica ed al contempo di valenza
primi tre modi di vibrare supera il 99% monumentale, come i due fabbricati
del totale. oggetto del presente progetto, con
Anche a seguito dell’analisi dinamica significativi vantaggi in termini di
lineare con spettro di risposta elastico operatività del fabbricato, di protezione
si può notare come lo stato deformativo del contenuto e di risparmio economico
della sovrastruttura sia sostanzialmente a seguito di sismi anche severi. In altri
nullo, prossimo a quello di un corpo termini qualora si ripresentasse un
rigido, mentre gli spostamenti sono evento sismico paragonabile a quanto
essenzialmente a carico del solo sistema accaduto il 6 aprile 2009, l’edificio non
di isolamento sottostante, come mostrato manifesterebbe fessurazioni, (rimane
dalle figure seguenti. in campo elastico!) il contenuto non
Lo spostamento massimo rilevato negli subisce danni (arredi, attrezzature,
isolatori nell’analisi allo stato Limite di hardware, ecc.) e le funzioni possono
Collasso (SLC) risulta pari a 29.7 cm rimanere in totale e completa efficienza
per l’Ex GI e a 25.2 cm per l’Emiciclo. senza quindi dover porre rimedio alle
Il giunto previsto, in corrispondenza fessurazioni e lesioni che si dovessero
del quale dovrà essere garantito il libero presentare a seguito un evento sismico
movimento relativo di sovrastruttura e con un intervento “convenzionale”.
sottostruttura, è quindi cautelativamente Fronteggiare quindi l’evento sismico,
pari a 30 cm per entrambi gli edifici. trattandosi purtroppo di un evento
Si riporta quindi di seguito ciclico, con l’impiego della strategia
la visualizzazione grafica del dell’isolamento sismico, rispetto a
miglioramento conseguito in termini di tecniche “tradizionali / convenzionali”,
tensioni principali massime e minime offre un drastico abbattimento dei
sulle murature, mediante il confronto costi di mantenimento e manutenzione
tra lo stato attuale e di progetto. I essendo garantita in pieno l’efficienza
valori delle tensioni sono limitate ai e la funzionalità anche dopo eventi
valori resistenti delle murature; le zone sismici severi, paragonabili o superiori a
in bianco indicano le zone in cui le quanto accaduto il 6 aprile 2009.

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Il cantiere e le modalità all’interno del martinetto piatto resina
esecutive epossidica si trasferisce parte del carico
Definita pertanto la strategia si è della struttura superiore all’isolatore
affrontato il tema dell’esecuzione e ponendo inoltre in pressione anche
dell’intervento di isolamento alla base la nuova fondazione; in tal modo si
per un edificio esistente in muratura e eliminano le probabilità di cedimenti
gravemente danneggiato, che quindi differenziali in fondazione dovute alla
deve essere separato dal terreno. Le realizzazione per cantieri dell’intervento.
modalità operative per la realizzazione Tutte le opere di demolizione, scavo
di questa strategia “innovativa” si basano sono accompagnate da opere di
su metodologie di intervento tradizionali puntellazione e presidio delle strutture
ampiamente sperimentate nell’ambito di elevazione.
di opere di sottofondazione di un Sempre operando per sottocantieri
edificio fondato direttamente sul terreno non adiacenti tra loro, si ripetono
sottostante ovviamente opportunamente dunque le varie fasi disponendo tutti gli
adattate alla specificità del caso. isolatori elastomerici e a scorrimento
Le fasi esecutive hanno in prima istanza che sosterranno ormai definitivamente
riparato gli elementi murari più precari, le strutture murarie soprastanti il piano
al fine di limitare le condizioni di rischio di scorrimento. Costruiti tutti i plinti e
mediante le tecniche di sarcitura come messo in carico gli isolatori si procede
ad esempio cuci-scuci e ricostruzioni al getto di completamento delle parti
puntuali. residue di platea armata che costituisce
Dopo aver provveduto ad una debita l’elemento di collegamento rigido tra
puntellazione degli impalcati si tutti i plinti e la base dei dispositivi di
è proceduto alla suddivisione in isolamento. L’ultima lavorazione è la
sottocantieri dell’intero edificio avviando posa in opera di un solaio in acciaio e
lo scavo e la successiva esecuzione della lamiera grecata che ripristinerà il piano
platea all’interno di ciascun vano. di calpestio al di sotto del quale rimarrà
La sottofondazione avviene per tratti, il vano tecnico per la manutenzione e
che prevedono la rimozione dell’attuale controllo degli isolatori e rappresenta
fondazione e la sostituzione di questa il piano rigido al di sopra il piano di
con gue nuovi livelli di fondazione, il scorrimento.
primo solidale al terreno il secondo, Riassumendo dunque:
separato da quest’ultimo, solidale a) Si procede allo scavo e rimozione
all’elevazione. Tra le due fondazioni si del terreno all’interno dei vani del
interpongono i dispositivi isolatori. fabbricato, per circa due metri dal
In corrispondenza delle posizioni degli piano terra (fig. 129, 130).
isolatori si costruiscono dei “plinti”, b) Successivamente per piccole e limitate
o baggioli di appoggio, strettamente porzioni si rimuove una parte delle
collegati alle porzioni della futura platea, fondazioni e del terreno sottostante le
operando sempre per sottocantieri; in pareti stesse dell’edificio (fig. 131).
tali elementi si dovranno predisporre c) Con le opportune cautele, anche 128. Nella pagina a fianco:
dei fori di alloggio per ospitare impiegando puntelli e martinetti, esecuzione di uno scavo interno.
129. 130. In basso, a sinistra: scavo e
successivamente l’isolatore e le relative si realizzano due nuove fondazioni, realizzazione della platea all’interno
boccole di fissaggio. La posa in opera la prima alla base, solidale con il del vano e con parte di scavo
degli isolatori avviene avvitandoli alla terreno, la seconda, al di sopra di evidenziata.
contropiastra superiore ed inserendo 131. In basso, a destra: rimozione
questa, alla base della parete in
di una parte delle fondazioni e
quindi dei martinetti piatti “a perdere” muratura (fig. 132, 133). del terreno sottostante le pareti
al di sotto dei dispositivi. Iniettando d) Tra le due nuove fondazioni vengono dell’edificio.

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132. 133. In alto: con l’impiego di
puntelli e martinetti, si realizzano le
due nuove fondazioni.
134. 135. Al centro: tra le due nuove
fondazioni vengono inseriti e fissati i
dispositivi “isolatori”.
136. 137. Sopra: a sinistra, lo spazio
lasciato libero intorno al fabbricato
per consentire gli eventuali
spostamenti in caso di evento
sismico e, a destra, la ricostruzione
del piano di calpestio con un
nuovo solaio che coprirà il piano di
isolamento.

138. A destra: fase di inserimento


delle nuove fondazioni in
corrispondenza del colonnato.

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139. A destra: fase di inserimento
delle nuove fondazioni del Palazzo
dell’Emiciclo.

inseriti i dispositivi “isolatori” che per l’edificio dell’Emiciclo sono stati


appunto isolano la parte soprastante invece inseriti 61 dispositivi di tipo
dell’edificio da quella sottostante elastomerico, cui si affiancano 53
solidale al terreno (fig. 134,135). appoggi scorrevoli multidirezionali. La 140. A destra: fase di inserimento
e) Lungo il perimetro del fabbricato disposizione dei dispositivi elastomerici degli isolatori sismici in
occorre lasciare uno spazio libero è stata curata in modo tale da garantire corrispondenza del colonnato.
141. Nella doppia pagina successiva:
affinché il fabbricato possa avere gli il centraggio del baricentro delle masse fasi esecutive per l’inserimento degli
spostamenti, anche dell’ordine di con il baricentro delle rigidezze; si è isolatori sismici sul colonnato.
decine di 20-30 centimetri, rispetto al
terreno circostante in caso di evento
sismico ((fig. 136).
f) L’ultima operazione è la ricostruzione
del piano di calpestio con un
nuovo solaio che coprirà il piano di
isolamento (fig. 137).
Il sistema di isolamento adottato ha
inserito per l’edificio dell’Ex GI 46
dispositivi di tipo elastomerico, cui
si affiancano 34 appoggi scorrevoli
multidirezionali, ovvero delle slitte;

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inoltre provveduto a disporre gli isolatori seminterrata e le parti in c.a./acciaio
il più possibile in posizione periferica, in della sala del consiglio all’interno
modo tale da massimizzare la rigidezza dell’edificio Ex GI.
torsionale del sistema. Per il colonnato ad esempio si è
Le masse in gioco non sono tali da proceduto ad una prima opera di
richiedere un gran numero di elementi fondazione nelle parti presenti tra le
elastomerici e pertanto ne consegue che colonne, su questa “parte” di fondazione
circa il 40% dei dispositivi sono delle si posizionato il puntellamento dei solai
slitte, che di fatto rappresentano solo un di copertura e delle stesse colonne.
appoggio scorrevole. Una volta provveduto alla puntellazione
Questa metodica illustrata per il caso delle strutture di elevazione si è poi
generale si è specializzata a seconda successivamente scavato al di sotto queste
di casi particolari come ad esempio il strutture temporaneamente “sospese” e
colonnato dell’Emiciclo, la separazione completate le opere di fondazione e di
delle volte dalle pareti nella zona inserimento degli isolatori.

142. Sopra: fasi di inserimento in


corrispondenza del colonnato.
143. A destra: l’edicola “sospesa”
sul piano di isolamento separata dal
perimetro del terreno di campagna
circostante.
144. Nella pagina a fianco: le
colonne corinzie temporaneamente
sospese su dei micropali per
consentire la realizzazione
della nuova struttura fondale e
l’inserimento degli isolatori sismici.
145. Nella doppia pagina successiva:
il colonnato del Palazzo dell’Emiciclo.

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146. Sopra: rendering della proposta realizzazione di due nuovi spazi periodo invernale. La ricostituzione di
progettuale per l’ex Sala Michetti. L’intervento al Palazzo dell’Emiciclo questo carattere del chiostro è un altro
147-149. In basso: dettaglio nelle
diverse fasi di lavorazione di una ha realizzato e ridefinito due nuove degli elementi fondanti delle scelte di
delle colonne che reggono la superfici e spazi interni. progetto: lo spazio del chiostro doveva
struttura metallica di copertura. tornare ad essere aperto, di disimpegno
150-157. Nella pagina a fianco: fasi
evolutive del cantiere all’interno della
Ex sala Michetti e plurivalente, adatto alla sosta ed alla
ex Sala Michetti. La proposta progettuale prevedeva deambulazione, capace di offrire la vista
in questo caso il recupero di senso della volta celeste e di una sensazione di
di quello spazio che rappresentava contatto con la natura.
la cerniera della vita dell’intero Per il recupero di questo spazio si è
complesso monastico e che, con il suo previsa la conservazione della struttura
essere protetto dalle intemperie, era reticolare spaziale in acciaio eliminando
destinato anche a consentire la sosta e le superfici opache, gli impianti presenti
la deambulazione all’esterno durante il in copertura e la realizzazione di una
superfici vetrata trasparente.
Durante le fasi di scavo propedeutiche
all’inserimento del sistema di
isolamento la struttura metallica è
rimasta temporaneamente sospesa,
con le sue colonne di appoggio su
travi temporanee di sostegno. Con
questo escamotage è stato possibile
eseguire in contemporaneità lo scavo
la realizzazione di tutte le opere di
isolamento previste.

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La nuova Sala Auditorium/Convegni varie configurazioni passando da quella
Da un punto di vista funzionale che la rende una perfetta sala assembleare
l’eliminazione della cosiddetta Sala per lo stesso Consiglio Regionale.
Michetti imponeva la riproposizione Per la realizzazione di questo spazio
di uno spazio consimile, vista la ipogeo è stato necessario eseguire
sostanziale scarsità di ambienti adatti lungo il perimetro della sala, anche
alle adunanze (solo tre, compresa la Sala lungo il colonnato dell’emiciclo una
ricavata nell’antico chiostro) nell’intero paratia di pali capaci di sostenere la
complesso dell’Emiciclo e vista anche la spinta del terreno e della stessa struttura
ridotta dimensione delle sale disponibili. dell’Emiciclo. Dopo la realizzazione
L’attuale Sala Michetti ha una superficie della paratia per parti è stato eseguito
di circa 360 mq ed è in grado di offrire lo scavo fino a raggiungere la quota
115 posti a sedere circa, numeri appena di progetto e da qui ripartire con la
sufficienti per piccole manifestazioni costruzione delle fondazioni, delle
convegnistiche e piuttosto adatti a colonne e del nuovo solaio di copertura
riunioni molto specializzate e settoriali. della sala ipogea. Il soffitto di questa sala
158. In basso, la configurazione
La proposta di progetto ha previsto la è una piastra in c.a. solidale al piano
ipotesi per la nuova Sala Auditorium realizzazione di una nuova sala ipogea di calpestio dell’intero edificio ed è
/Convegni. collocata sotto la piazzetta definita dal separata appunto dalle pareti sottostanti
159-166. Nella pagina a fianco: colonnato, in posizione frontale, verso controterra attraverso gli isolatori
fasi evolutive del cantiere per la
realizzazione della nuova sala ovest. La nuova sala dispone di una sismici, collocati in questo caso in testa ai
ipogea. superficie utile di 590 mq ca. e consente pilastri alla paratia di pali di perimetro.

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Conclusioni spesso non compatibili con il pregio
La messa in sicurezza di un edificio in storico artistico del manufatto, in
muratura, di pregio storico artistico, pone grave affanno per divari così ampi tra
il progettista nella complessa valutazione CAPACITà e DOMANDA. Tuttavia
di quale sia l’intervento più opportuno per edifici di tal genere, l’intervento
nel coniugare le ragioni della sicurezza meno invasivo è quello che riduce
con quelle della conservazione. Il la domanda disaccoppiando il
problema strutturale in sintesi si propone comportamento della sovrastruttura
quale obiettivo la risoluzione della dal terreno mediante l’inserimento
disuguaglianza CAPACITà ≥ DOMANDA di isolatori. L’intervento proposto
condizionata dal rispetto della valenza riguarda due edifici in muratura su cui
storica monumentale dell’oggetto di si interviene in maniera incisiva al di
intervento. Il 06 aprile 2009 la crisi sotto del piano di calpestio del piano
sismica che colpì l’Aquila ha prodotto un terra concentrando esclusivamente alle
effetto devastante nel patrimonio storico fondazioni l’invasività dell’opera, salvo
culturale della Città e del territorio poi ricondurre nella parte in elevazione
ponendo in evidenza il problema della l’intervento di recupero ad una
sicurezza di edifici di scarsa CAPACITà a “semplice” riparazione, o meglio, restauro
fronte di una elevata DOMANDA sismica, delle parti strutturali e non, danneggiate
ciò per varie ragioni, ma frequentemente dalla crisi sismica.
riconducibili alla scarsa qualità muraria L’abbattimento drastico
dell’edificio evidenziando spesso come dell’accelerazione alla base dell’edificio
sia ampio il divario tra i due termini attraverso l’isolamento consente infatti
della disuguaglianza. L’intervento di di ridurre al minimo gli interventi di
167. In basso: analisi relative allo miglioramento sismico convenzionale rafforzamento nella parte di elevazione
stato di progetto degli edifici. tende ad operare nella direzione di e conseguente limitare l’invasività
168. Nella pagina a fianco: il
prospetto Nord-Est della Palazzina Ex incremento della “resistenza passiva” dell’intervento stesso alla parte di
GI al termine dei lavori di ripristino. operando con interventi di rinforzo minor pregio del fabbricato in oggetto,

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le fondazioni. Da qui un minor costo elevazione viene dunque ricondotto
“diretti“ dei lavori e conseguente la ad un semplice ripristino, o meglio
possibilità di offrire nuovi spazi (sala restauro, di un bene monumentale
conferenze e ripristino della corte utilizzando le tecniche di restauro,
interna – ex Sala Michetti) e di costi così come si sarebbe fatto se l’edificio
“indiretti” di ripristino e manutenzione fosse stato in zona non sismica o a bassa
in occasione di un evento sismico futuro. sismicità conseguendo un livello di
Questa soluzione sostanzialmente sicurezza di “adeguamento sismico”.
limita l’intervento strutturale a livello In estrema sintesi questa strategia
delle fondazioni senza introdurre consente con i livelli di sicurezza
ulteriori manomissioni sulle aree dell’adeguamento sismico:
superiori che saranno interessate  protezione del contenuto;
esclusivamente dalla riparazione  protezione del bene architettonico
dei numerosi danneggiamenti  bassa percezione del sisma da parte
subiti a seguito del sisma. Il grande degli abitanti/fruitori;
vantaggio è il conseguimento di un  interventi non invasivi nella
“adeguamento sismico” livello di sovrastruttura, non è più necessario
sicurezza spesso insperato per edifici operare un rafforzamento ma una
con tali caratteristiche senza procedere semplice riparazione e restauro;
ad interventi fortemente invasivi. Anzi  operatività garantita per edificio
tale strategia consente di eliminare di importanza strategica ma anche
incongrue manomissioni (la scala simbolico-istituzionale…;
nell’Emiciclo) ripristinare funzioni  drastico risparmio economico e di
(giardino d’inverno nell’antica corte – manutenzione dovuto alla NON
ex Sala Michetti) e trovare ampi e nuovi necessità di eseguire lavori di
spazi funzionali (nuova sala conferenze). riparazione a seguito di terremoti
Concretizzato l’isolamento alla base il anche di severa entità (è “durabilità”
problema strutturale di nella parte di anche questa…).

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Aspetti Geologici Geotecnci superficie di erosione ad andamento
piuttosto irregolare. Questa copertura,
Geologia con spessori variabili da qualche metro a
L’area occupata dalla sede del 20 metri, si estende da Via XX Settembre
Consiglio della Regione Abruzzo si a Via dei Giardini, fino a Porta Napoli.
sviluppa, con andamento lievemente In successione, al di sotto dei
ed uniformemente declive, al margine “Limi Rossi”, si individuano le
meridionale di un esteso pianoro “Brecce dell’Aquila”; (BR1-Carta
morfologico, sul quale è stato edificato della Microzonazione Sismica) che
il centro storico di L’Aquila, che parte normalmente appoggiano (con episodi di
dalla base dell’allineamento montuoso compenetrazione) sui sedimenti sabbioso-
M.te Pettino-M.te Castevecchio-C.le limoso-argillosi di origine lacustre e
S.Onofrio e termina bruscamente, con fluvio-lacustre che, a loro volta, affiorano
una ripida scarpata, in corrispondenza alla base del versante (zona della Fontana
del fondovalle solcato dal fiume Aterno. delle 99 Cannelle), in corrispondenza
Questo pianoro, inciso da due profondi della scarpata prodotta dall’azione
solchi erosivi percorsi rispettivamente erosiva del fiume Aterno. Le brecce
dal Viale della Croce Rossa e da Via calcaree di ambiente continentale si sono
Strinella (ma da segnalare anche originate dalla demolizione delle rocce
quelli percorsi da Via Fortebraccio, Via calcaree affioranti nei rilievi circostanti
Fontesecco ecc.), è posto a centro di provocata dall’insieme dei processi legati
una vasta piana indicata con il toponimo ad un’intensa attività tettonica e alla
di conca aquilana che rappresenta una disgregazione meccanica operata dagli
estesa depressione di origine tettonica agenti esogeni. Si tratta di un deposito
racchiusa tra alti rilievi costituiti da rocce caotico (dai blocchi litoidi fino ai limi),
carbonatiche di età meso-cenozioca. prodotto in particolari condizioni paleo
Per quanto riguarda l’area in esame, essa climatiche, la cui messa in posto è
è posta su depositi definiti in letteratura legata a meccanismi di frana o debris-flow
“Limi Rossi del Colle dell’Aquila” provenienti da aree ubicate a nord del
(LR-Carta Geologica del Progetto di bacino. Esse presentano una struttura
Microzonazione Sismica) costituiti da “massiva”, caratterizzata da un ammasso
limi argillosi rossastri con immersi clasti di clasti calcarei eterometrici, a spigoli
subangolosi carbonatici interpretati vivi o subarrotondati, avvolti da una più
come una coltre eluvio-colluviale e o meno abbondante matrice sabbioso-
depositi formatisi a spese delle brecce limosa di colore chiaro (avana e/o
sottostanti, distribuiti casualmente e con rossastra). Talvolta, nell’ammasso sono
spessori estremamente variabili su quella presenti blocchi di roccia subarrotondati
che doveva rappresentare un’antica di grande dimensione e strati e lenti

169. Nella pagina a fianco: veduta


aerea della città dell’Aquila.
170. A sinistra: carta geologica del
Progetto di Microzonazione Sismica
dell’area occupata dalla sede del
Consiglio della Regione Abruzzo.

LEGENDA
Ri: materiali di riporto; Cl: depositi
eluvio-colluviali (Olocene-Pleist-sup);
Dt: detriti di falda (Olocene); AL: de-
positi alluvionali del F. Aterno e T. Raio
(Olocene); LVM: limi di Via Milonia
(Pleist. sup); Cd: depositi di conoide
del M.te Pettino (Pleist. medio-sup);
At: Depositi alluvionali terrazzati del
fosso Vetoio (Pleist. medio-sup.); BR2:
brecce di San Giuliano (Pleist. medio-
sup); LR: Limi Rossi del Colle dell’A-
quila (Pleist. medio-sup); BR1: Brecce
di L’Aquila (Pleist. medio); SG: Deposi-
ti fluviali antichi (Pleist. medio); L: De-
positi Lacustri Antichi (Pleist. Inf.); Cbl:
Calcari granulo-sostenuti bio-intra cla-
stici e calcareniti (Miocene inf.); MA:
Maiolica detritica e calciruditi a Fucoi-
di (Cretacico); Co: Corniola e Calcari
Diasprigni detritici (Lias medio).

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171. A destra: profilo geologico della
carta geologica del Progetto di
Microzonazione Sismica dell’area
Aquilana, Sezioni M1S2 e M1S9.
172. In basso: stralcio della Carta
delle Microzone Omogenee in
Prospettiva Sismica.

di limi calcarei di colore chiaro. La immersi clasti subangolosi carbonatici


formazione può presentare, di volta in per uno spessore massimo di 20
volta, caratteristiche di una vera e propria metri, sovrapposti alle brecce calcaree
roccia lapidea, così come è osservabile (microzona K9 figura seguente).
lungo i versanti di Viale della Croce Rossa Nella carta del rumore sismico
e del Circuito di Collemaggio: il grado di ambientale (microtremori) sono
cementazione, dovuto all’azione chimica riportate le sintesi delle misure
delle acque di infiltrazione superficiale geofisiche effettuate e dalla relativa
e/o all’azione coesiva della matrice documentazione esplicativa, si deduce
a grana fina, però, è estremamente che esiste un picco di risonanza di
variabile di luogo in luogo, sia in senso origine stratigrafica presente intorno ai
verticale che orizzontale. 0,40÷0,70 Hz di frequenza, che sembra
Dalla analisi della carta delle microzone indicare il passaggio tra i depositi
omogenee in prospettiva sismica della superficiali (megabrecce e limi lacustri)
Microzonazione Sismica relativa alla località e il bedrock geologico, e per frequenze
di L’Aquila Centro allegata allo Studio di 5,2÷7,4 Hz.
di Microzonazione Sismica della Conca
Aquilana1, si evince che il sottosuolo del Tettonica e Neotettonica
sito in esame è ubicato in zona stabile I sistemi di faglie dirette che dislocano
suscettibile di amplificazione locale ed è le unità carbonatiche circostanti la
caratterizzato, coerentemente con le conca aquilana, sono responsabili di tutti
informazioni riportate nella citata carta gli eventi sismici che si sono registrati
geologica di microzonazione, dalla nell’area. Galadini e Galli (2000)
presenza di limi argillosi rossastri con riconoscono due set di faglie attive: uno

­112
più esterno che, pur mostrando segni
di attività post-pleistocenica, non rivela
indicatori di movimenti ascrivibili al
catalogo dei terremoti e può essere
definito “silente” (sistemi di faglie
della Laga, di Campo Imperatore e del
Morrone, LMFS, CIFS e MMFS nella
carta), uno più interno a cui sono stati
associati i movimenti tettonici che
hanno determinato gli eventi sismici più
distruttivi registrati nell’area.
Limitandosi all’area della conca aquilana,
quest’ultimo sistema può ulteriormente
essere diviso in gruppo ubicato a nord-
ovest della conca costituito da quattro
segmenti di faglia (M.te Pettino, M.te
Marine, Capitignano e San Giovanni), e
uno nella zona centrale (Paganica Fault
System, visibile in rosso nella carta) che
viene anche rappresentato come un’unica
sorgente sismotettonica denominata faglia
Collebrincioni -San Demetrio.
Delle prime, la faglia di Capitignano
presenta evidenze di attività recente solo
nel suo settore nord-occidentale, come per eventi di magnitudo 6,3 di circa 173. Sopra: i sistemi di faglie dirette
rilevato da studi paleosismologici su 550 anni. L’interazione esistente tra il che dislocano le unità carbonatiche
circostanti la conca aquilana.
superfici relitte, e la faglia di S. Giovanni sistema di faglie di Paganica e quelle
presenta segni di attività recente, ubicate a nordovest (UAFS), non esclude
basculamenti delle brecce di Bisegna, però l’eventualità di terremoti anche
esclusivamente nel settore meridionale. di intensità superiore al di fuori del
Le faglie di M. Marine e M Pettino periodo di ritorno indicato. A conferma
presentano piani di faglia ben evidenti di questa ipotesi c’è il terremoto del
che spesso sovrastano i depositi recenti 1703 (Mw 6,7) al quale si pensa che
di versante, mentre dalla strie si rilevano abbia partecipato anche l’attivazione
movimenti con una componente obliqua della faglia di Paganica.
nella prima e prevalentemente verticali La faglia attiva e capace più vicina al sito
nella seconda. è quella di Pettino (UAFS5), che non
A testimonianza di una attività recente ha dato segni di riattivazione durante il
si sono riconosciuti dislocamenti, con terremoto del 6 Aprile 2009. L’attività
un rigetto medio che è stato calcolato recente di questa è stata più volte
rispettivamente in 0.25-0.43 mm/a. verificata attraverso le dislocazioni dei
e 0.47-0.86 mm/a, nei depositi datati deposti quaternari di versante. Dal rigetto
31.710±760 e 23.330±300 anni. A queste rilevato su un terrazzo del Pleistocene
due faglie è associato il terremoto superiore, è stato calcolato una rateo
distruttivo del 1701. di movimento verticale pari a 0,47-0,86
Secondo gli studi più recenti, al sistema mm/anno (Galadini e Galli). Durante i
di faglie di Paganica si attribuiscono rilievi non sono comunque stati rilevati
i terremoti del 1461 e del 2009. Le segni di deformazioni superficiali recenti
osservazioni effettuate dopo il terremoto associabili ad eventi sismici.
del 6 Aprile 2009 hanno dato importanti L’area in studio risulta compresa in zona
indicazioni sulla distribuzione delle per la quale gli studi di MZS effettuati
sorgenti sismogenetiche responsabili per la ricostruzione dell’Aquila mostrano
della sequenza sismica, che in superficie amplificazioni per basse frequenze
si è manifestata con la formazione di un comprese tra 0,4 Hz e 0,7 Hz e per
sistema di fratture superficiali apertesi frequenze di 5,2÷7,4 Hz ed assegnano un
tra Collebricioni, Paganica e S.Gregorio. fattore di amplificazione pari a 1,2.
La magnitudo del main-shock è stata
valuta pari a 6,3 Mw. Considerando Caratterizzazione sismica dell’area
l’intervallo di tempo intercorso tra il (sismicità storica)
sisma del 1461 e l’ultimo, che hanno I dati di sismicità storica riguardanti
avuto uguali intensità e caratteristiche, l’area in esame sono stati reperiti
si può presumere un periodo di ritorno dall’archivio DOM 4.1 (aggiornato

­113
al DBMI04) dell’Istituto Nazionale di comune (Is), sono riportati la data e
Geofisica e Vulcanologia2. L’archivio l’ora di occorrenza, il sito epicentrale e
contiene dati di eventi sismici al di le relative intensità sismica epicentrale
sopra della soglia del danno, verificatisi (Ix) e magnitudo (Magnitudo-Momento
in Italia nel periodo 217 a.c. - 2002 Mw). Le informazioni relative al
(aggiornato al 2004). Per ogni evento Comune di L’Aquila, in cui sono stati
sismico, elencato per valori decrescenti censiti 68 eventi sismici significativi, sono
di intensità macrosismica risentita nel di seguito riportate.

Osservazioni sismiche disponibili per L’Aquila


Data Effetti in occasione del terremoto di:
Ye Mo Da Ho Mi Is Area Epicentrale Ix Mw
1349 09 09 -- -- 9 AQUILANO 9-10 6,46
1461 11 26 21 30 9 AQUILANO 10 6,46
1703 02 02 11 05 9 AQUILANO 10 6,65
1313 12 03 09 30 8 ITALIA CENTRALE 9 6,00
1791 01 -- -- -- 7-8 L’AQUILA 7-8 5,37
1915 01 13 06 52 7-8 AVEZZANO 11 6,99
1703 01 14 18 -- 7 APPENNINO REATINO 11 6,81
1762 10 06 12 10 7 AQUILANO 9 5,90
1786 07 31 -- -- 7 L’AQUILA 7 5,18
1958 06 24 06 07 7 AQUILANO 7 5,17
1750 02 01 -- -- 6-7 L’AQUILA 6-7 5,03
1805 07 26 21 -- 6-7 MOLISE 10 6,57
1916 04 22 04 33 6-7 AQUILANO 6-7 5,18
1456 12 05 -- -- 6 MOLISE 10 6,96
1706 11 03 13 -- 6 MAJELLA 9-10 6,60
1809 08 14 11 -- 6 L’AQUILA 6 4,83
1498 04 10 -- -- 5-6 L’AQILA 5-6 4,63
1646 04 28 -- -- 5-6 L’AQUILA 5-6 4,63
1672 06 08 18 -- 5-6 MONTEREALE 5-6 4,63
1997 09 26 09 40 5-6 APPENNINO UMBRO-MARCH. 8-9 6,05
1730 05 12 04 45 5 NORCIA 8-9 5,85
1785 10 09 -- -- 5 PIEDILUCO 8 5,48
1881 09 10 07 -- 5 ABRUZZO MERIDIONALE 8 5,59
1885 04 10 01 44 5 MONTI SIMBRUINI 5-6 4,63
1889 12 08 -- -- 5 APRICENA 7 5,55
1916 05 17 12 50 5 ALTO ADRIATICO 8 5,85
1943 10 03 08 28 5 OFFIDA 8-9 5,81
1979 09 19 21 35 5 VALNERINA 8-9 5,90
1984 05 07 17 49 5 APPENNINO ABRUZZESE 8 5,93
1878 09 15 -- -- 4-5 MONTEFALCO 8 5,55
1903 11 02 21 52 4-5 VALNERINA 6-7 5,03
1972 11 23 16 03 4-5 MONTEFORTINO 7-8 5,34
1998 08 15 05 18 4-5 MONTI REATINI 5-6 4,49
1857 12 16 21 15 4 BASILICATA 10-11 6,96
1873 07 12 06 06 4 MONTI DELLA META 7-8 5,40
1879 02 23 -- -- 4 SERRAVALLE 7 5,22
1904 02 24 15 53 4 MARSICA 8-9 5,67
1922 12 29 12 22 4 SORA 7 5,60
1927 10 11 14 45 4 MARSICA 7 5,27
1930 07 23 00 08 4 IRPINIA 10 6,72
174. A destra: tabella dei dati
di sismicità storica riguardanti 1933 09 26 03 33 4 MAJELLA 8-9 5,68
l’area in esame dall’archivio 1961 10 31 13 37 4 ANTRODOCO 7-8 5,13
dell’Istituto Nazionale di Geofisica e
1980 11 23 18 34 4 IRPINIA-BASILICATA 10 6,89
Vulcanologia.

­114
1599 11 05 -- -- F CASCIA 8-9 5,82
1688 06 05 15 30 F SANNIO 11 6,72
1859 08 22 -- -- F NORCIA 8-9 5,70
1881 03 11 22 50 F SPOLETO 5-6 4,63
1901 07 31 10 38 3-4 MONTI DELLA META 7 5,29
1907 01 23 00 25 3-4 ADRIATICO CENTRALE 5-6 4,84
1873 03 12 20 04 3 MARCHE MERIDIONALI 8 5,88
1874 12 06 15 50 3 MONTI DELLA META 7-8 5,47
1875 12 06 -- -- 3 SAN MARCO IN LAMIS 7-8 6,07
1898 06 27 23 38 3 RIETI 7-8 5,48
1919 10 22 06 10 3 ANZIO 7 5,53
1957 04 11 16 19 3 VALLE DEL SALTO 6 5,18
1990 05 05 07 21 3 POTENTINO 7 5,84
1875 03 17 23 51 2 ROMAGNA SUD-ORIENTALE 8 5,74
1883 11 07 03 -- 2 ACCUMOLI 7 5,15
1885 06 17 22 34 2 POGGIO BUSTONE 7 5,17
1892 01 22 -- -- 2 COLLI ALBANI 6-7 5,17
1887 02 23 05 21 NF LIGURIA OCCIDENTALE 9 6,29
1895 11 01 -- -- NF CASTELPORZIANO 6 4,83
1902 10 23 08 51 NF REATINO 6 4,83
1909 01 13 00 45 NF BASSA PADANIA 6-7 5,53
1925 09 24 13 33 NF MOLISE OCCIDENTALE 7 5,40
1951 09 01 -- -- NF SARNANO 7 5,31
1998 03 26 16 26 NF APPENNINO UMBRO-MARCH. 6 5,33
1967 12 09 03 09 RS ADRIATICO MERIDIONALE 6 4,83

Nella figura seguente, che illustra una terremoti dell’Appennino Reatino


storia sismica dell’aquilano davvero del 1703 e dell’aquilano del 1762, del
complessa, è invece riportato il grafico 1786 e del 1958 (Is=7), dai terremoti
anno/intensità per i principali eventi del Molise del 1805 e dell’aquilano
sismici individuati nel territorio del 1750 e del 1916 (Is=6-7), e da
comunale di L’Aquila di intensità innumerevoli altri terremoti di intensità
macrosismica Is≥4,5. I dati mostrano sismica risentita nel comune compresa
come eventi principali i terremoti tra 4,5 e 6,0.
dell’aquilano del 1349, del 1461 e La scossa sismica del 6 aprile 2009
del 1703 (Is=9), seguiti dal terremoto ha interessato un’area già in passato
dell’Italia Centrale del 1315 (Is=8), colpita da terremoti con effetti al di
dai terremoti di L’Aquila del 1791 sopra della soglia del danno. I più forti 175. Sotto: grafico della storia
e di Avezzano del 1915 (Is=7-8), dai terremoti storici riportati nel catalogo sismica della conca aquilana.

­115
176. A destra: grafico della sequenza
sismica dal 6 Aprile al 6 Ottobre 2009.

CPTI04 (Gruppo di Lavoro CPTI04, della faglia che si è attivata nel


2004) sono quelli del 9 settembre 1349 terremoto del 1703 (Intensità MCS del
(Mw = 6.46) e del 2 febbraio 1703 X grado, Magnitudo stimata circa 6.7)
(Mw = 6.65). La scossa del 6 aprile è a nord, e le strutture della media valle
certamente non paragonabile a questi dell’Aterno verso sud.
eventi sismici, legati a rilasci di energia I dati ad essa relativi evidenziano un
decisamente superiori. Un paragone si intenso sciame sismico registrato a
può però proporre con altri eventi che partire dal mese di Gennaio, con un
hanno interessato l’area. In particolare, evento di magnitudo pari a 4.0, avvenuto
i terremoti del 1461 (Mw 6.4), 1762 il 30 Marzo.
(Mw 5.9), 1916 (Mw 5.2) e 1958 (Mw In particolare, come detto, la sismicità
5.2), tutti responsabili di danni a dei precursori e delle repliche (una
177. A In basso, a sinistra: mappa L’Aquila e dintorni. In particolare, cinquantina di eventi di magnitudo
della zonizzazione sismogenetica. l’attività della crisi sismica culminata maggiore di 2.5) è culminata poi con il
178. In basso, a destra: mappa di
pericolosità sismica adottata con con il main-shock del 6 aprile 2009, si terremoto del 6 aprile, di magnitudo 5.8.
l’OPCM n. 3519/06. colloca tra la terminazione meridionale

­116
Zonazione sismica
La mappa di pericolosità sismica redatta
dal Gruppo di lavoro istituito con
l’Ordinanza PCM 3274/03 e approvata
con l’Ordinanza PCM n. 3519 del
26.04.2006, si basa sui risultati di studi
e ricerche condotte da diversi autori
(Scandone, Meletti et alii, 1996 - 2003),
a partire dalla zonazione sismogenetica
ZS4 modificata dalla zonazione ZS9
e facente parte dell’appendice 2 al
rapporto conclusivo GdL-INGV.
La zonizzazione sismogenetica (fig. 177)
su cui si basa la mappa di pericolosità
sismica adottata con l’OPCM n. 3519/06
(fig. 178) è stata realizzata mettendo
insieme il modello geodinamico della
nostra penisola e la sismicità osservata
che è caratterizzata da 2488 eventi negli
ultimi 1000 anni (catalogo storico) con
intensità epicentrali maggiori al V-VI
grado MCS (magnitudo maggiore di 4). alle coordinate del sito al suolo rigido di 179. Sopra: stralcio della mappa di
Il sito di progetto si colloca all’interno riferimento in condizioni di campo libero Pericolosità Sismica.
180. In basso: tabella dei valori dei
della zona 923 dove sono presenti le e con superficie topografica orizzontale tre parametri sismici assegnati alle
sorgenti più estese ed i terremoti con (Suolo A e Categoria Topografica T1), sono coordinate del sito al suolo rigido di
magnitudo più elevate, legati a sistemi riportati nella tabella sottostante (fig. riferimento in condizioni di campo
libero e con superficie topografica
distensivi orientati NW SE. 180), ricavati per ciascun periodo di orizzontale (Suolo A e Categoria
La mappa di pericolosità sismica (fig. ritorno dell’azione sismica attraverso Topografica T1).
179) derivata dalle informazioni di i nodi del reticolo geodetico a maglia
carattere geodinamico e di sismicità inferiore a 10 km, che perimetra il sito.
osservata, evidenzia che, per un In funzione dei parametri di
periodo di ritorno di 475 anni (valore pericolosità, è possibile ricavare, con
convenzionale in quanto rappresenta semplici relazioni, gli altri parametri che
l’accelerazione associata alla probabilità definiscono compiutamente gli spettri di
di eccedenza del 10% in 50 anni), l’area risposta sismici per i diversi stati limite.
di intervento è caratterizzata da una
accelerazione massima attesa al suolo
(PGA - Peak Ground Acceleration, riferita
a suolo rigido cat. A - VS,30>800 m∙s-1), pari
a 0.250÷0.275 g.
Il dato di pericolosità sismica
rappresenta la base per la
determinazione delle azioni sismiche
sulle costruzioni (Allegato A delle NTC -
D.M. 14.01.2008).
Le azioni di progetto si ricavano dalle
accelerazioni ag e dai parametri che
permettono di definire gli spettri di
risposta ai sensi del DM 14.01.08 e dalle Modello geologico
relative forme spettrali. La conferma delle informazioni circa
Le forme spettrali previste sono definite, gli aspetti geostrutturali e la successione
su sito di riferimento rigido orizzontale, litostratigrafia del sottosuolo, desunte
in funzione dei tre parametri sotto dal rilevamento geologico di superficie e
elencati: dalla bibliografia, deriva dall’analisi dei
• ag - accelerazione orizzontale massima; dati stratigrafici e geotecnici rilevabili
• F0 - valore massimo del fattore di dalla campagna di indagine che ha
amplificazione dello spettro in accelerazione interessato il sito in oggetto, messa a
orizzontale; disposizione nel progetto preliminare.
• Tc * - periodo di inizio del tratto a velocità Dalla stratigrafia dei sondaggi e
costante dello spettro in accelerazione dall’esame dei dati ottenuti dalle
orizzontale. prove SPT, risulta che il substrato è
I valori dei tre parametri sismici assegnati caratterizzato dalla presenza di un

­117
l’elaborazione su base storica degli
eventi sismici nazionali per valori dei
parametri considerati aventi diverse
probabilità di superamento per diversi
periodi di riferimento, e quindi
per diversi periodi di ritorno, che
ha restituito un reticolo di riferimento
nell’intervallo di riferimento considerato,
con griglia di ampiezza non inferiore a
0,05°. Ai nodi del reticolo, lontani tra
loro non più di 10 Km, è associato un
corrispondente valore di accelerazione
massima del suolo (ag) riferita a suolo
rigido caratterizzato da Vs30>800 m/s
(ovvero di Categoria A) 4, oltre ai parametri
F05 e T*C6. Tale elaborazione fornisce
il periodo di ritorno TR per probabilità di
eccedenza (o superamento) PVR fissate dalla
normativa al 5% e 10% rispettivamente
per gli Stati Limite Ultimi del Collasso
(SLC) e di Salvaguardia della Vita (SLV)
e al 63% e 81% rispettivamente per gli
181. In alto: ricostruzione di una orizzonte di natura limoso-argillosa Stati Limite di Esercizio di Danno (SLD)
“sezione tipo” per il sottosuolo colore bruno rossiccio (spessore e di Operatività (SLO) in funzione
dell’area indagata.
182. Sopra: tabella della sezione medio 2 m) seguito da un orizzonte del periodo di riferimento VR 7 dell’azione
litostratigrafica rappresentativa del di brecce calcaree (spessore medio 13 sismica per la costruzione.
sito. m.) a clasti monogenici in matrice da Per qualunque punto del territorio
limoso-sabbiosa a limoso-argillosa, poco non ricadente nei nodi del reticolo di
addensate fino a -5 m dal p.c. (spessore riferimento, i valori dei parametri p (ag,
3 m) e addensate per la restante parte. F0 e T*C) ad esso corrispondenti possono
Seguono limi sabbiosi e sabbie fini essere calcolati come media pesata
limose attribuibili ai limi lacustri antichi. dei valori assunti da tali parametri nei
Sulla base delle considerazioni quattro vertici della maglia elementare
geologico-stratigrafiche illustrate in del reticolo di riferimento contenente il
precedenza e dei risultati dell’indagine punto in esame, utilizzando come pesi
geognostica è possibile ricostruire una gli inversi delle distanze tra il punto in
“sezione tipo” per il sottosuolo dell’area questione ed i quattro vertici. Le azioni
indagata (fig. 181). sismiche di progetto, in base alle quali valutare
Si riporta la sezione litostratigrafica il rispetto dei diversi stati limite considerati, si
rappresentativa del sito (fig. 182). definiscono, cioè, a partire dalla “pericolosità
L’analisi delle stratigrafie dei sondaggi sismica di base” del sito di costruzione, che
messi a disposizione nel progetto è dunque sito-dipendente. Essa costituisce
preliminare, conferma quanto emerso l’elemento di conoscenza primaria per la
dall’analisi della citata carta geologica determinazione delle azioni sismiche.
allegata allo Studio di Microzonazione Il moto sismico in superficie è definito
Sismica della Conca Aquilana dalla quale mediante la determinazione della risposta
si evince la presenza, su tutta l’area in sismica locale (RSL), ossia l’analisi delle
esame, di limi argillosi rossastri (LR) con modifiche in ampiezza, durata e frequenza
frammenti calcarei sulle sottostanti brecce che il segnale sismico relativo al bedrock
calcaree eterometriche (BR - Brecce sismico 8 subisce attraversando gli strati di
dell’Aquila o megabrecce), a loro volta terreno sovrastanti fino alla superficie
sovrapposte ai limi lacustri antichi (L). per effetto delle particolari condizioni
locali, dipendenti cioè dalle caratteristiche
Pericolosità sismica topografiche e stratigrafiche dei depositi di
Le Norme Tecniche per le Costruzioni terreno e dalle proprietà fisiche e meccaniche
(D.M. 14/01/2008), entrate in vigore dei materiali che li costituiscono. Il rapporto
il 1 luglio 2009 proprio a seguito tra l’accelerazione massima in superficie
del terremoto nell’aquilano, hanno e quella in corrispondenza del substrato
adottato la mappa di pericolosità sismica roccioso rappresenta la funzione di
MPS04 3 quale riferimento ufficiale amplificazione.
per la classificazione sismica dell’intero Di fatto, quindi, il terreno agisce da
territorio nazionale, predisposta mediante “filtro” incrementando l’ampiezza

­118
del moto in corrispondenza di alcune al profilo di sottosuolo potrebbe essere
frequenze e riducendola per altre. assegnata la categoria A caratterizzata da
Le amplificazioni maggiori si hanno “Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto
con il fenomeno della “risonanza” rigidi caratterizzati da valori di VS,30 superiori
del moto e cioè quando la frequenza a 800 m/s, eventualmente comprendenti
fondamentale dello strato (f=1/T0 in superficie uno strato di alterazione, con
con T0= 4H/Vs) coincide o quasi con spessore massimo pari a 3 m”. Tuttavia,
quella dell’onda sismica. Le azioni analizzando nel dettaglio le stratigrafie
di progetto si ricavano a partire dai di sondaggio rilevabile dai reperti di
parametri ag, F0 e T*C che descrivono perforazione, facendo riferimento
le forme spettrali su sito di riferimento alla carta di microzonazione sismica
rigido orizzontale, alle quali vengono di livello 1 (carta delle microzone
applicati i coefficienti di amplificazione omogenee in prospettiva sismica) e di
stratigrafica (S S) e topografica (S T) per microzonazione sismica di livello 3 e
tener conto delle modifiche prodotte dovendo classificare il sottosuolo sulla
dalle condizioni stratigrafiche locali e base del doppio requisito della velocità
dalla morfologia della superficie. Tali equivalente delle onde di taglio e degli
modifiche caratterizzano la risposta spessori e delle proprietà meccaniche
sismica locale di normativa che può degli orizzonti litologici, si evidenzia che
essere valutata in prima approssimazione il sottosuolo indagato è caratterizzato
mediante un approccio semplificato che si da velocità sismiche VS>800 m·s-1 a
basa sull’individuazione di categorie di profondità inferiori di 30 m per cui il
sottosuolo di riferimento, distinte in base sito in esame non è ascrivibile ad uno
alla loro caratterizzazione geotecnica dei modelli rappresentanti le categorie
e in funzione della velocità delle onde di suolo semplificate ma rientra nella
di taglio misurate nei primi 30 metri di categoria di suolo S2 caratterizzata
terreno (VS,30). da “Depositi di terreni suscettibili di
Sulla base dei profili di velocità VS liquefazione, di argille sensitive o qualsiasi
restituiti nella relazione geologica altra categoria di sottosuolo non classificabile
allegata al progetto preliminare, la nei tipi precedenti” per la quale le NTC
velocità equivalente di propagazione 08 prevedono la necessità di predisporre
delle onde di taglio entro i primi 30 m specifiche analisi a modelli numerici per
di profondità (VS,30) risulta pari a 670 la definizione delle azioni sismiche di sito
m·s-1circa. Sulla base di questo risultato, (risposta sismica locale).

183. A sinistra: tabella dei modelli


rappresentanti le categorie di suolo di
fondazione semplificate.

­119
184. In alto,a destra: tabella
contenuta nelle NTC 08.
185. Sotto, a destra: tabella Valori dei
parametri ag, Fo, TC*,alle coordinate
del sito, per i periodi di ritorno TR
associati a ciascuno SL.

186. A destra: tabella degli spettri


elastici adottati per il progetto.

­120
In relazione alla situazione I periodi di ritorno associati agli
geomorfologica del sito in esame, esso VR
è caratterizzato da una configurazione TR = –
superficiale semplice a pendio con ln(1–P V
)
inclinazione media ≤ 15°. Pertanto si stati limiti e i parametri sismici su
può attribuire la categoria topografia T1 suolo rigido in condizioni free field alle
secondo quanto stabilito dalla tabella coordinate sopra indicate sono riportati
contenuta nelle NTC 08 (fig. 184), alla nella tabella (fig. 185).
quale corrisponde il valore del coefficiente
topografico ST = 1,09 costante per quale Coefficienti di amplificazione sismica
che sia la probabilità di superamento nel La categoria sismica del terreno ha
periodo di riferimento. comportato la necessità di una analisi
Per il calcolo pericolosità sismica di base, di risposta sismica locale di sito, dalla
si fa riferimento ai seguenti parametri quale sono stati ricavati gli spettri
Coordinate del sito in studio nel reticolo di elastici adottati per il presente progetto
riferimento: (fig. 186).
42,344620° N (Latitudine) Le relative forme spettrali sono illustrate
13,398190° E (Longitudine) nel grafico (fig. 187).
Vita di riferimento VR (VR =VN ×CU): Ad esse corrispondono i seguenti
- coefficiente d’uso CU=2 9 coefficienti di amplificazione
- vita nominale VN ≥ 50 10 stratigrafica (SS).
VR = 100 anni SS,SLC = 1.65
Probabilità di superamento nel periodo SS,SLV = 1.75
di riferimento VR per i quattro SL: SS,SLD = 1.80
PVR = 81% - 63% - 10% - 5% SS,SLO = 1.85

187. A sinistra: grafico delle relative


forme spettrali.

NOTE
1. Progetto Microzonazione Sismica per la Ricostruzione. Ma- 7. VR = VN*CU con VN = vita nominale (anni) e CU = coeffi-
croarea 1. Dipartimento di Protezione Civile, Università degli ciente d’uso della costruzione, funzione della classe d’uso.
Studi dell’Aquila e Regione Abruzzo. 8. Suolo rigido di riferimento in condizioni di campo libero e
2. Reperibile sul sito http://emidius.mi.ingv.it/DOM/home.html. con superficie topografica orizzontale (Suolo A e Categoria
3. Realizzata dal Dipartimento di Protezione Civile (DPC) – Topografica T1).
Ufficio Servizio Sismico Nazionale – in collaborazione con 9. Tab. 3.2.VI - § 3.2.3.2.1 NTC08.
l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). 10.Corrispondente alla classe d’uso IV =Costruzioni con fun-
4. Pericolosità sismica di base. zioni pubbliche o strategiche importanti, anche con riferi-
5. Valore massimo del fattore di amplificazione dello spettro in mento alla gestione della protezione civile in caso di ca-
accelerazione orizzontale. lamità [...].
6. Periodo di inizio del tratto a velocità costante dello spettro 11.Opere ordinarie, ponti, opere infrastrutturali e dighe di di-
in accelerazione orizzontale. mensioni contenute e di importanza normale.

­121
L’opera finita

­123
­124
palazzo dell’Emiciclo

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188. Nella doppia pagina
precedente: il colonnato di Palazzo
dell’Emiciclo dopo il restauro.

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189. Pianta del Piano Primo del
Progetto Esecutivo di Palazzo
dell’Emiciclo.

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190. 191. In questa doppia pagina:
sezioni C-C’ e D-D’ del Progetto
Esecutivo di Palazzo dell’Emiciclo.
192-223. Nelle due doppie pagine
successive: fasi evolutive dei lavori
nel cantiere di Palazzo dell’Emiciclo.

SEZIONE D-D’

SEZIONE C-C’

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224. La facciata del Palazzo
dell’Emiciclo con il suo colonnato.

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225-227. Dettaglio dei decori artistici
sulla sulla facciata del palazzo.

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228. 229. Vedute del porticato chiuso
dalle colonne.

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230. Dettaglio del porticato con le
statue in stucco.

­141
231. 232. L’ambiente della ex chiesa
di San Michele con la monumentale
vetrata dell’artista Franco Summa.

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233. L’ambiente della ex Sala Michetti
trasformato in un ambiente comune.

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234. La nuova sala ipogea creata sotto
la piazzetta che fronteggia il colonnato.

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235-239. Il tunnel di collegamento tra
Palazzo dell’Emiciclo e Palazzina ex GI.

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­150
palazzina ex gi

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PROSPETTO NORD

PROSPETTO EST

240. Nella doppia pagina


precedente: la facciata Nord della
Palazzina GI.
241-246. In questa doppia pagina:
prospetti, pianta del seminterrato e
sezione C-C del Progetto Esecutivo
della Palazzina GI.
247-278. Nelle due doppie pagine
successive: fasi evolutive dei lavori
nel cantiere della Palazzina GI.

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PROSPETTO SUD

PROSPETTO OVEST

SEZIONE C-C

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279. Il prospetto Nord della
Palazzina ex GI.

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280-282. L’angolo con viale di
Collemaggio e l’ingresso sul lato Nord.

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283-285. Veduta sul viale di
Collemaggio e il lato Sud-Ovest.

­163
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286-287. La facciata Sud con l’ingresso all’Auditorium
e, a destra, il lato Est della palazzina.

­165
­166
288-290. La sala d’ingresso con la scala
con vano ascensore e uno dei corridoi.

­167
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291-293. La sala riunioni e gli uffici con i pavimenti
originali in graniglia recuperati.

­169
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294-296. La moderna scala interna e
la grande terrazza che guarda verso la
basilica di Collemaggio.

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297. L’interno del nuovo Auditorum
nella Palazzina Ex GI.

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298-303. L’interno del nuovo Auditorium
e gli spazi a servizio alla struttura.

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