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Il racconto inizia con la recita del rosario in una delle sontuose sale del Palazzo Salina, dove il

principe Fabrizio, il gattopardo, abita con la moglie Stella e i loro sette figli: è un signore distinto e
affascinante, raffinato cultore di studi astronomici ma anche di pensieri più terreni e a carattere
sensuale, nonché attento osservatore della progressiva e inesorabile decadenza del proprio
ceto; infatti, con lo sbarco in Sicilia di Garibaldi e del suo esercito, va prendendo rapidamente
piede un nuovo ceto, quello borghese, che il principe, dall'alto del proprio rango, guarda con
malcelato disprezzo, in quanto prodotto deteriore dei nuovi tempi. L'intraprendente e amatissimo
nipote Tancredi Falconeri non esita a cavalcare la nuova epoca in cerca del potere economico,
combattendo tra le file dei garibaldini (e poi in quelle dell'esercito regolare del Re di Sardegna),
cercando insieme di rassicurare il titubante zio sul fatto che il corso degli eventi si volgerà alla
fine a vantaggio della loro classe; è poi legato da un sentimento, in realtà più intravisto che
espresso compiutamente, per la raffinata cugina Concetta, profondamente innamorata di lui.
Il principe trascorre con tutta la famiglia le vacanze nella residenza estiva di Donnafugata; il
nuovo sindaco del paese è don Calogero Sedara, un parvenu, ma intelligente e ambizioso, che
cerca subito di entrare nelle simpatie degli aristocratici Salina, mercé la figlia Angelica, cui il
passionale Tancredi non tarderà a soccombere; non essendo una nobile, Angelica non avrà
immediatamente il consenso di don Fabrizio, ma grazie alla sua travolgente e incantevole
bellezza riesce a convincere casa Salina e a sposare Tancredi. Inoltre Calogero Sedara, il padre
di Angelica, fornisce alla figlia nel contratto matrimoniale tutto quello che possiede.
Arriva il momento di votare l'annessione della Sicilia al Regno di Sardegna: a quanti, dubbiosi sul
da farsi, gli chiedono un parere sul voto, il principe risponde suo malgrado in maniera
affermativa; alla fine, il plebiscito per il sì sarà unanime. In seguito, giunge a palazzo Salina un
funzionario piemontese, il cavaliere Chevalley di Monterzuolo, incaricato di offrire al principe la
carica di senatore del Regno, che egli rifiuta garbatamente dichiarandosi un esponente del
vecchio regime, ad esso legato da vincoli di decenza. Il principe condurrà da ora in poi vita
appartata fino al giorno in cui verrà serenamente a mancare, circondato dalle cure dei familiari, in
una stanza d'albergo a Palermo dopo il viaggio di ritorno da Caserta, dove si era recato per cure
mediche. L'ultimo capitolo del romanzo, ambientato nel 1910, racconta la vita di Carolina,
Concetta e Caterina, le figlie superstiti di don Fabrizio.

Nel "Gattopardo" di Tomasi di Lampedusa c'è ancora una verità italiana: tutto cambia perché
nulla cambi. Ossia: se tutto cambia esteriormente, tutto rimane com’è; se tutto rimane com’è,
tutto può cambiare interiormente.

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