Sei sulla pagina 1di 2

“La bellezza computazionale della natura” (25-01-2022)

[Il seminario in realtà è un “adattamento” di uno spettacolo aumentato, “augmented lecture”, del
Teatro della Meraviglia ---ricercare nomi e dettagli--- musiche di Carlo La Manna e video di
Tommaso Rosi]
Alexander von Humboldt era uno scienziato naturalista e amava studiare la natura sul campo.
Viaggiò in America meridionale e si imbatté in un vulcano spento (6000 m) che decise di scalare
senza attrezzatura. Al tempo si conoscevano 6000 specie e al suo ritorno la scienza ne conobbe
nuove 2000. Realizzò anche un viaggio in Russia. Il suo contributo scientifico è molto importante (a
lui si deve il concetto di cartina isoterma e studi sul campo magnetico terrestre), ma lo è
altrettanto quello filosofico: egli riteneva la natura come una simbiosi di innumerevoli parti
interconnesse. Humboldt ispirò Darwin nelle sue ricerche zoologiche e i poeti romantici inglesi. La
sua influenza si deve dunque alla commistione di uno spirito di ricerca scientifica e di una
rappresentazione estetica della natura (egli parlava della “vivificazione” della natura e utilizzava il
termine “Naturgemalde” ossia “disegno della natura”). Humboldt può introdurre a una riflessione
sulla intima relazione fra natura e computazione.
Lo spettacolo si divide in quattro capitoli: casualità, sincronia, insieme, movimento.
Per computazione si intende la ripetizione di una sequenza di semplici passi elementari e
costituisce la base dell’informatica. Tuttavia, è anche la base di molti fenomeni naturali, per
esempio l’evoluzione degli automi cellulari. Una regola potrebbe essere: quando una cellula viene
schiacciata da due cellule vicine muore. Un’altra potrebbe essere che quando due cellule hanno
due spazi ai lati esse si moltiplicano. Questo insieme di regole si può rappresentare con un singolo
byte. Lasciando evolvere un sistema di una cellula, si osserva che da un lato il diagramma esibisce
un comportamento lineare e deterministico, l’altro caotico. Un altro esempio è quello di una
conchiglia velenosa (conus textile), sulla quale si formano mediante reazioni chimiche dei triangoli
di diverse dimensioni.
LA BELLEZZA NELLA CASUALITÀ
Un virus tende a riprodursi e sopravvivere mediante le informazioni contenute nel suo materiale
genetico. Da un punto di vista della modellizzazione matematica, la diffusione del virus avviene in
funzione di un parametro probabilistico. Fuor di metafora, supponiamo di voler “far diffondere” il
virus, ossia di trasmettere informazioni. Un esempio di ciò sono le criptovalute, che tendono a
decentralizzare le transazioni economiche perché non si rimettono a circuiti bancari: ciò è possibile
mediante “protocolli epidemici”. (Esperimento in aula: passaggio di fogli con un messaggio in
binario.) Aumentando le connessioni fra gli individui la diffusione del patogeno è sempre più
veloce. Parte della ricerca del relatore è stata dedicata allo sviluppo di algoritmi epidemici per la
trasmissione di dati. Ciò ha delle implicazioni artistiche (diffusione di luce).
LA BELLEZZA NELLA SINCRONIA
Le lucciole sono protagoniste di un noto fenomeno di bioluminescenza terrestre. Alcune lucciole
emettono luce a intermittenza con una certa regolarità. Accade in natura (esempi portati: Asia e
Tennessee) che alcune specie di lucciole, scoperte nel 1992, in grandi gruppi di esemplari si
accendano e si spengano in totale sincronia. (Esperimento in aula: applauso sincronizzato.) Esiste
una specie di cicala (Magicicala Septemdecim) che spariscono per 17 anni a fini di sopravvivenza
ed escono solo temporaneamente per procacciarsi il cibo. A livello informatico, è talvolta
necessario sincronizzare degli eventi e non è sempre possibile connetterli alle lancette di un
orologio (anche perché mantenere un orologio sempre con la massima precisione o una costante
ricezione satellitare è energeticamente costoso). Un modo per farlo è introdurre un sistema di
interazione fra i diversi componenti in modo tale che ciascuno aggiusta il proprio periodo di
ripetizione dell’evento basandosi sul comportamento degli altri e, infine, autosincronizzarsi. Nella
natura il programmatore è il processo evolutivo (rappresentazione visuale: “Stelle sulla Terra”).
LA BELLEZZA NELL’INSIEME
Ancora nell’ordine degli insetti, trattiamo il caso delle formiche (un libro interessante a proposito è
“Formiche. Storia di un’esplorazione scientifica”, Bert Holldobler). Ogni formica fa la sua parte di
lavoro, ma soltanto interagendo lo portano a termine. Le formiche legionarie, per esempio,
talvolta costruiscono un fronte lineare e avanzano divorando tutto ciò che trovano, come piccoli
roditori. Noi conosciamo una specie di formica che si organizza in file e comunica mediante un
feromone, lasciando una scia chimica direzionale che invita altre formiche a seguirla e, dunque, a
rinforzare il percorso (questo fenomeno è detto stigmergia). Una caratteristica delle formiche è
quella di identificare il minimo percorso fra un punto e un altro, dopo un’esplorazione.
Il problema dei cammini minimi non è di difficile risoluzione, ma il problema del commesso
viaggiatore (una persona a cui viene fatta la richiesta di visitare un certo numero di città e di
tornare a quella di partenza nel minor tempo possibile) è molto complesso. Sono stati trovati
algoritmi esponenziali, ma non polinomiali, e quindi un computer potrebbe impiegarci secoli a
trovare una soluzione (rappresentazione visuale: “Ricorda e dimentica”).
LA BELLEZZA NEL MOVIMENTO
Saliamo nell’ordine naturale. Gli uccelli, in alcuni casi, si muovono in stormi. Viene mostrata una
foto (“Dark Sun”) presa in Danimarca che mostra un enorme stormo di uccelli che oscura un
tramonto. Il comportamento collettivo degli uccelli viene studiato e ricercato con l’uso di droni.
CONCLUSIONI
Humboldt, al termine della sua vita, si cimenta nell’impresa di scrivere di tutto ciò che ha visto
nella sua vita, raccolto in un’opera intitolata Κόσμος. Oggi utilizziamo il termine nel significato di
“spazio”, ma la parola greca include il significato di “bellezza, armonia”. Si conclude che esistono
soluzioni alternative a quella dei sistemi centralizzati, che si basano sull’idea dei protocolli
epidemici, ovvero sullo scambio continuo di informazioni.

Potrebbero piacerti anche