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Elaborato Esame di Stato 2020-2021

Liceo Scientifico A. Gramsci


Candidato: Dalpiaz Daniele – Classe: VC
Titolo elaborato:
Onde meccaniche e onde elettromagnetiche
Indice
0.1 Introduzione
1.0 Onde Meccaniche
1.1 Produzione del suono sugli strumenti ad arco
1.2 Analisi della curva sinusoidale
2.0 Onde Elettromagnetiche
2.1 Composizione delle Onde Elettromagnetiche
2.2 Dimostrazione del fatto che campo Magnetico ed Elettrico
sono in fase
3.0 Applicazione degli integrali
2 1
3.1 Dimostrazione cos ( kx −ωt )=
2

0.1 Introduzione
Le onde sono dei fenomeni fisici che fanno parte interamente del vissuto quotidiano, spesso
senza che noi le si riconosca o che ci si accorga di produrle, riceverle o utilizzarle, ma
imbattendoci continuamente in queste. Basti pensare al suono delle nostre voci, o ad alcuni
oggetti che usiamo regolarmente, come il forno a microonde o alla lampadina che
accendiamo in una stanza per farvi luce, o anche a fenomeni naturali, come ovviamente le
onde del mare o le scosse sismiche.
Tuttavia, le onde sono un capitolo quanto mai ampio e complesso all’interno della fisica, sia
classica che moderna, e per iniziare a fare chiarezza su questo argomento dovremo dividerlo
in due macrocategorie: onde meccaniche e onde elettromagnetiche.

1.0 Onde meccaniche


La principale caratteristica di questo tipo di onde è che possono propagarsi esclusivamente
sfruttando l’elasticità del materiale da cui ha origine; al passaggio della perturbazione, la
materia sarà soggetta ad una deformazione elastica (questo è il motivo per cui a volte si
parla di onde elastiche invece che meccaniche), andando a spostare le particelle dalla loro
posizione iniziale fino a quando la forza elastica non le farà tornare in posizione. Questo è il
meccanismo che consente alle onde meccaniche di trasmettere la propria energia attraverso
la materia. Volendo schematizzare tutto ciò, diremo che:
 Un’onda meccanica è una perturbazione che si propaga nello spazio, trasportando
energia, ma non materia.
Inoltre, per generare un’onda meccanica servono:
 Una sorgente di energia che generi una o più perturbazioni
 Un mezzo che subisca le suddette perturbazioni
 Una connessione tra la materia che subisce le perturbazioni e quella adiacente che
deve riceverle.
Un esempio di onda meccanica che
analizzeremo di seguito è quella sonora,
ovvero una perturbazione che va a
stimolare il senso dell’udito: questa onda è
provocata dal rapido movimento di un
qualsiasi corpo (una corda, un elastico, un
pezzo di legno, una colonna d’aria, ecc.) e i
suoni che il nostro orecchio percepisce Onda longitudinale
sono la propagazione di quel movimento dal
corpo all’aria, che subisce una variazione di
pressione fino ad arrivare ai nostri timpani,
sottili membrane nell’orecchio atte a
captare queste onde. Inoltre, il suono è
un’onda di tipo longitudinale, poiché le Onda trasversale
particelle del mezzo che trasporta l’energia
si muovono nella stessa direzione lungo la quale si propaga l’onda; altri tipi di onde sono
invece dette trasversali, dato che le particele oscillano perpendicolarmente rispetto al moto
della perturbazione.
Consideriamo per esempio il caso di una corda di violino posta in vibrazione: le particelle
d'aria vicine alla corda, sollecitate da essa, vibrano con la stessa frequenza della corda e
trasmettono a loro volta la vibrazione alle particelle vicine; in questo modo la perturbazione
originata dalla corda vibrante riesce a raggiungere distanze molto grandi. Poiché tutte le
particelle investite dall'onda oscillano con la stessa frequenza, si può parlare di frequenza
dell'onda, ovvero il numero di oscillazioni compiute nell'unità di tempo ed ha dimensione
fisica dell'inverso di un tempo. Nel Sistema Internazionale, la frequenza si misura in hertz
(Hz). La frequenza f è l'inverso del periodo T, che è il tempo impiegato per una oscillazione
completa: f = 1 / T

1.1 Produzione del suono sugli strumenti ad arco.


Il suono normalmente deriva dallo sfregamento delle
corde mediante i crini; tuttavia la pressione dell'arco,
l'area di contatto, la velocità di scorrimento e tutte le
caratteristiche che il movimento di tirare l’arco sulle corde
può avere, non hanno effetti sulla produzione della
tipologia di onda o sulla sua frequenza, ma vanno invece a
influenzare il timbro del suono prodotto, la sua intensità e
altre caratteristiche.
Dal punto di vista fisico il caso più semplice si ha quando
l'arco si muove con velocità e pressione costante Figura 1
perpendicolarmente alle corde. È interessante capire
come si possa produrre nella corda un'oscillazione "a dente di sega”: quando l'arco viene
mosso, l’attrito tra i crini e la corda fa sì che questa venga trascinata assieme all'arco,
portandola ad assumere una forma approssimativamente triangolare (figura 1).
Raggiunta una certa deformazione, tuttavia, la forza di richiamo elastica della corda supera
la forza d'attrito, e la corda viene richiamata verso la sua posizione di equilibrio (figura 2a
quando il punto di contatto è prossimo al ponticello; figura 2b quando invece è al centro
della corda). Poiché l'attrito dinamico -tra due superfici in movimento l'una rispetto all'altra-
è minore dell'attrito statico -tra le due superfici in quiete-, il moto della corda continua
finché questa non oscilla di nuovo nella stessa direzione in cui viene tirato l'arco.

Figura 2

Questa rapida oscillazione della corda va a produrre un suono, che possiamo provare a
caratterizzare con i parametri utilizzati per classificare i diversi tipi di onde, di diverso tipo,
così come facciamo ad esempio anche per la luce, che è un’onda elettromagnetica.
Innanzitutto, la cosa che distingue un suono da un rumore è la «periodicità» dell’onda:
l’oscillazione si ripete un gran numero di volte al secondo, ogni volta uguale a sé. Quindi il
suono può essere schematizzato con un’onda periodica, la cui forma più semplice è
un’’onda sinusoidale che adesso andremo a studiare brevemente.

1.2 s(t)=Asin (ωt +φ )


Anzitutto all’interno di questa
funzione vediamo una serie di simboli
tra cui:
 A è un numero appartenente a
R che ci determina l’ampiezza
dell’onda.

 ω =2 π f = è la pulsazione, o
T
velocità angolare, dell’onda; si
misura in rad/s e indica quante
oscillazioni complete si verificano in un intervallo di tempo 2 π
 φ = è la costante di fase e genera una traslazione del grafico della funzione.
Gli ultimi due sono correlati come segue:
ω> 0 ω< 0
φ> 0 Il grafico trasla verso sinistra Il grafico gira verso destra
φ< 0 Il grafico gira verso destra Il grafico trasla verso sinistra
Osservando il grafico invece capiamo subito che:
-Il dominio di s(t) è tutto R.
-Il codominio di s(t) è l’intervallo [-A; A], che ovviamente sono anche i valori del minimo e
del massimo della funzione.
-La funzione è dispari, infatti s(-t) = s(t)
1 2π
-La funzione è periodica, con T = =
f |ω|

-La funzione incontra l’asse delle t ogni kT, con k appartenente ai Numeri Interi
Una caratteristica degna di nota delle curve sinusoidali è che posseggono la proprietà di
mantenere inalterata la loro forma anche in seguito ad un’operazione come la derivazione.
Per farci un’idea di come sarà la derivata di una funzione sinusoidale, possiamo dire che se
consideriamo una ω con qualsiasi valore, la derivata sarà sempre direttamente
proporzionale a ω stesso, come segue in un caso generico:
ⅆy
y ( t ) =A sin ( ωt )  = Aω cos ( ωt )
ⅆt

2.0 Onde Elettromagnetiche


La principale differenza che è possibile osservare dallo studio delle onde meccaniche ed
elettromagnetiche è che le seconde hanno la capacità di trasmettersi nel vuoto (oltre che
nell’aria, nell’acqua o in materiali trasparenti ad esse), dove si propagano alla massima
velocità raggiungibile e mai misurata, ovvero c=3,00 × 108 m/ s.
Un’altra caratteristica delle onde
elettromagnetiche è che sono
generate dalle cariche che subiscono
accelerazione, in particolar modo da
quelle che oscillano; per questa
ragione lo strumento atto a
trasmettere e ricevere le onde è
l’antenna, ovvero un conduttore che
dopo essere stato attraversato da
una corrente elettrica, irradia un
campo elettrico che a sua volta andrà a generarne uno magnetico, secondo quando stabilito
dalla legge di Biot-Savat. Per il principio di reciprocità, invece, quando il conduttore è
immerso in campo magnetico in esso viene indotta una corrente variabile nel tempo, per la
medesima legge.

2.1 Composizione delle Onde Elettromagnetiche


Forse uno degli aspetti più interessanti delle onde elettromagnetiche è che sono equamente
generate dal campo elettrico e magnetico, ma per capire come è necessario analizzarli
separatamente:
 La componente di onda prodotta dal campo elettrico è generata da correnti
elettriche oscillanti in un filo, o altri conduttori, generate da un circuito CA collegato
ad una antenna e si propaga proprio come, per tornare alle onde meccaniche,
un’onda che si muove lungo una corda, allontanandosi dal punto di origine della
perturbazione. Sarà quindi periodica, con creste e avvallamenti. Quando la corrente
sarà rivolta verso l’alto, il campo elettrico punterà verso il basso e viceversa, con
tutte le fasi di intensità intermedia.
 La componente derivante dal campo magnetico è simile a quella appena descritta e
ad essa collegata, perché quando la corrente elettrica di prima sarà rivolta verso
l’alto, il campo magnetico, per la regola della mano destra, sarà diretto verso
l’interno del piano di riferimento. Viceversa, quando la corrente sarà verso il basso, il
campo risulterà uscente.
Da questo deduciamo che E e B
sono in fase, ovvero che
quando l’intensità di uno dei
due è massima, lo sarà anche
quella dell’altro, e
perpendicolari anche nella loro
direzione di propagazione, in
ogni istante. La combinazione
dei due campi da origine alle
onde elettromagnetiche.

2.2 Dimostrazione del fatto che campo Magnetico ed Elettrico sono in


fase
Partiamo dalla formula del vettore di Poynting, S, che ci consente di conoscere qual è il
valore del flusso di energia elettromagnetica:
1
S= E×B
μ0
EB
tenendo conto del fatto che |E × B|=EB si avrà  S= μ
0

E
Ma noi sappiamo anche che: B= da cui, sostituendo propriamente, otteniamo due
C
diverse uguaglianze:

c B2 E2
S= S=
μ0 μ0 c

S c B2 S E2
Ub= = U e= =
c μ0 c c μ 0 c2

Inoltre, grazie alle derivazioni degli studi di Maxwell, sappiamo che:


B=Bmax cos ( kx−ωt ) E=Emax cos ( kx−ωt )

Dalle quali ricaviamo:


2
[ Bmax cos ( kx−ωt ) ] 2 [ Emax cos ( kx−ωt ) ]
U b= U e=
μ0 μ0 c 2
2 2
Bmax cos ( kx−ωt ) E2max cos 2 ( kx−ωt )
U b= U e=
μ0 μ0 c 2

Ma noi sappiamo anche che cos 2 ( kx −ωt )=1/2 (dimostrazione sotto), quindi avremo:
2 2
B max E max
U b= U e= 2
2 μ0 2 μ0 c
E
E conoscendo la relazione tra campo magnetico ed elettrico: B= e la formula per
C
1 2 1
ricavare c: C= ε μ  C =
ε 0 μ 0 , sostituendo rispettivamente nella prima e seconda
√ 0 0
equazione otterremo:

E 2maxE2max 1 E 2max 1
U b= 2 = = ε 0 E2max =U e U e= = ε 0 E2max =U b
2 c μ0 2 μ 1 2
2 μ0
1 2
0
ε0 μ 0 ε 0 μ0

A dimostrazione del fatto che B ed E portano la stessa quantità di energia.


2 1
3.1 Dimostrazione cos ( kx −ωt )=
2
T

∫ cos2 ( kx−ωt )
0
T
T
1+cos ( 2 kx −2ωt )
∫ 2
0
T
T
1
∫ 1+cos ( 2 kx−2ωt )
2T 0

{ }
T
1
[ t ] 0 +∫ cos ( 2kx −2 ωt )
T

2T 0

∫ cos ( 2 kx−2 ωt )=0 si dimostra anche solo graficamente, poiché trattandosi di una f
0
sinusoidale la somma delle aree nel periodo T sarà nulla. Matematicamente, invece, si può
analizzare così:
T
−1
∫−2 ω [ cos ( 2 kx−2 ωt ) ]
2ω 0
−1 T


[ sin ( 2 kx−2 ωt ) ] 0

−1 T
[ sin 2 kx cos 2ωt −cos 2 kx sin2 ωt ] 0

−1
⌊ sin 2 kx cos 2 ωT −cos 2 kx sin 2 ωT −sin 2 kx cos 0+ cos 2 kx sin 0 ⌋

Dopo aver eguagliato i termini uguali, si avrà il risultato uguale a 0.
Riprendendo da dove eravamo rimasti:

{ }
T
1
[ t ] T0 +∫ cos ( 2kx −2 ωt )
2T 0

1 T 1
[ T −0 ]= =
2T 2T 2

Bibliografia:
- Walker J. S., Fisica. Modelli teorici e problem solving 2, 2016, Linx
- Walker J. S., Fisica. Modelli teorici e problem solving 3, 2016, Linx
- Amaldi U., L’Amaldi per i licei scientifici.blu, 2017, Zanichelli
- Amaldi U., L’amaldi 2.0, 2010, Zanichelli
- Bergamini M., Barozzi G., Trifone A., Matematica.blu 2.0 volume 5, 2017, Zanichelli
- Forte S., Fisica quantistica, 2019, Zanichelli
- Mazzoldi P., Nigro M., Voci C., Elementi di Fisica. Elettromagnetismo e Onde, 2008, EdiSES
- Mazzoldi P., Nigro M., Voci C., Elementi di Fisica. Meccanica e termodinamica, 2007, EdiSES

- Schelleng J. C., La fisica delle corde del violino, 1974

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