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CAPITOLO 2: CANTO GREGORIANO Storia della musica - 3

li canto gregoriano nasce in realtà più tardi,

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dall'incontro tra la tradizione romana e quella gal-
licana in Francia. Ciò è stato favorito dall'adozio-
Canto gregoriano ne del canto romano in tutte le chiese della Gallia,
imposto dall'imperatore Carlo Magno (742-814) .
Carlo Magno voleva unificare la chiesa franca in
conformità alla liturgia di Roma : l'autòrità di Gre-
li canto gregoriano è il più antico repertorio musi- gorio serviva bene a questo scopo. L'origine divi-
cale tramandatoci. Le prime fonti musicali sono na delle melodie (suggerite a Gregorio, secondo
state annotate accuratamente dai monaci di tutta la tradizione, dallo Spirito santo), garantiva l'im-
Europa. Per la storia della musica l'importanza di possibilità di modificare i canti. Ciò spiega come
questi antichi documenti è dunque duplice: essi ci le melodie fossero rimaste invariate per secoli.
permettono di studiare le caratteristiche di queste li canto gregoriano assorbirà anche diverse altre
antiche melodie (che formano un corpus di oltre tradizioni di canto sacro delle origini, che di con-
3000 brani) nonché l'origine e l'evoluzione della seguenza scompariranno. Altri repertori invece,
scrittura musicale. come quello ambrosiano, resteranno au tonomi ed
in uso ancora fino ai nostri giorni.
Il canto delle origini
Le prime comunità cristiane sorsero in diverse Osservazioni,.sul .èar,ito;fgregoriano
r"'qioni di Europa, spesso sviluppando delle litur- Il canto gregeriano è il canto sacro della liturgia
particolari. Da questi centri di culto sorsero cristiana: è in pratica una preghiera cantata, usata
diverse correnti di canto: il canto romano antico, nella messa e nell'ufficio (liturgia delle ore). Il te-
gallicano (Gallia), mozarabico (o visigotico, spa- sto è latino, tratto dalla $Sera Scrittura.
gnolo), beneventano (Italia meridionale), ambro- L'esecuzione è monodica (ossia affidata ad un
siano (milanese). solista o a un gruppo di esecutori che cantano la
stessa melodia all'unisono), senza accompagna-
mento di strumenti.

Fonti
- Le fonti più antiche rip.ortano solo i testi dei canti
e risalgono al secolo VIII
- i primi codici con le melodie (sotto forma di
neumi) risalgono al X secolo.
Il documento più antico è conservato in Svizzera:
è il Cantatorium di S. Gallo (Cod. Sang. 359), e
risale al 925 ca.

Fig. 2.1: Iconografia di papa Gregorio ,


mentre detta le melodie dei canti su ispirazione dello
Spirito santo (rappresentato simbolicamente
dalla colomba sulla spalla destra).

Perché si chiama gregoriano


La denominazione fa riferimento a Gregorio Ma-
gne, papa dal 590-604, che operò un'importante
riforma liturgica. In una biografia di Gregorio Ma- Fig. 2.2: Il Cantatorium di S. Gallo (Cod. Sang. 359)
gno scritta verso 1'872 si dice che egli avesse rip orta i canti del solista, ossia quelli più elaborati.
compilato un antifonario (libro dei canti per le ce-
• lebrazioni) e fondato una scho/a cantorum (coro) . Da quando abbiamo testimonianze scritte le me-
Gregorio era quindi considerata un'autorità indi- lodie del fondo antico (originale) erano già diffuse
scussa sul piano della liturgia. L'attribuzione a in tutto l'occidente cristiano, come dimostra
Gregorio Magno della composizione del repertorio l'uniformità del repertorio. Ciò significa che c'era
gregoriano non è però corretta. già una solida tradizione orale comune. Diverse
CAPITOLO 2: CANTO GREGORIANO Storia della musica - 4

nuove melodie si aggiungeranno più tardi, nei se- - lentamente; I= levare : la nota è molto più alta; i
coli IX-Xl. = iusum: in basso ecc.).

Notazione Evoluzione della scrittura


In origine si usavano i neum i per annotare la mu- Se nei documenti più antichi si indicavano sempli-
sica. I neumi derivano probabilmente dagli accenti cemente i neumi sopra il testo (in campo aperto),
(/ accento acuto, \ accento grave). Essi indicano con il passar del tempo l'aspetto grafico-spaziale
solo l'altezza relativa delle note (più alta, più bas- assume sempre più importanza: le note più alte
sa, stessa altezza}, ma non le note precise. I sono scritte effettivamente più in alto , quelle bas-
neumì servivano quindi da promemoria: il reperto- se più in basso. In alcune scritture la precisione
rio doveva comunque essere conosciuto dai mo- grafica è veramente notevole.
naci per tradizione orale. I neumi riproducono gra- Dopo il 1000 si incomincia a far uso di righi e di
ficamente sulla carta i gesti del direttore del coro chiavi, aprendo la strada al rigo musicale che u-
(chironomia). siamo ancora oggi. Le note incominciano ad as-
I testi più completi riportavano anche altre indica- sumere una forma quadrata, anch.e se sono anco-
zioni sotto forma di lettere (litterm significativm: ra riconoscibili i gruppi neumatici delle origini.
informazioni sulla velocità, sull'altezza delle note Nei prossimi esempi vediamo la riproduzione di
ecc.). Il Cantatorium di S. Gallo è ricco di queste alcuni documenti che te~Jimoniano dell'evoluzione
indicazioni (c = celeriter - velocemente, t =tenere dai neumi alla notazione quadrata con rigo .

·1 A .., 1->/,.. · -;/y ·1 1 A.-,. ....~. ·-f1 ~ _, ..,, ••1J/ /r1.•. ...,l. 1 ~ ...,.,./I-,~ ·~;:.~
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1'U .\ 'f ,....~ T"t"itteDn(p~ ,q{U1~U· ~ (J r;e- {t.t':"'QCC-~~
~ .
Fig. 2.3:. Laon, Bibl. municipale 239, Graduale, folio 35 (X sec.)
Tractus: tubi/ate Domino. Esempio di scrittura neumatica metense (Metz), risalente al 930 ca. Contiene annotazioni
complementari quali lettere significative melodiche e ritmiche.

IL

D ~

.. -
"
,,,
,.
;F-,1..1 "' ...-; ,,,." .." ""
J.-
ominur d~n c1d me fihufmcufdha e
/"

,IJ'f "' • ;o ,.. ,,.


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A
J ,/-

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,.

f' bod~?'ut Jf114refrdniunam~1td-eppti


Fig. 2.4: Graz, Bibl. Univ. 807, Graduale di Klosterneuburg, folio 11v (Xli sec.)
tntroitus: Dominus dixil. In questo esempio più tardo di notazione melense la riproduzione grafica delle altezze delle note
è in una ·fase più avanzata : sono state introdotte due linee. La linea del fa è in rosso , la linea del do in giallo (non visibile
nella riproduzione). Notate le lettere-chiave (b =si, d = re, f = fa, a = la).

~ •.,.~ . - ~ -- .···;··~· . ·.-; .. .'+-~:--. Jt~ -~--~~\~ ., ....


·.hl;~ '":rs.ri.~- 1.b~ - .-.t-~i~~~~~~~----j.f ·:
Fig. 2.5: Parigi, Bibl. Ste-Geneviève cod. 99, Sacramentario-Lezionario e Graduale, folio 145v (inizio Xlii sec.)
l'evoluzione della notazione musicale nei manoscritti culminerà nella notazione quadrata su righi di quattro linee, come
in questo esempio. Sono riconoscibili i gruppi neumatici. l'attuale notazione del canto gregoriano adotta questa scrittura
a note quadrate .
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Chi ha inventato i nomi delle note? Il rigo musicale


Nel Medioevo le note vengono indicate con le let- Guido d'Arezzo è ricordato pure per l'introduzione
tere dell'alfabeto (A-G). All'inizio dell'XI secolo il del rigo musicale : in un suo trattato (Pro/ogus in
monaco Guido d'Arezzo (992 - ~050) introduce Antiphonarium) spiega l'idea di tracciare delle li-
una nuova denominazione, basata sull'antico inno nee di riferimento per determinare con più preci-
Ut queant /axis : sione l'altezza delle note indicate dai neumi.
All'inizio del rigo delle lettere indicano la nota cor-

~JJ) j) [J )
rispondente alla linea. Que.ste lettere non sono
altro che i precursori delle attuali chiavi di do, fa e
j)J3JJ'·J J sol. Guido perfezionò i primi approssimativi righi
Ut que-ant la · · xis Re · so · na · re ti · bris
composti da due linee (una rossa per il fa, una
gialla per il do), introducendo il primo vero e pre-
.SJ JJJllJ:h 'J)Ji ) JD J J
. "'-..::!
ciso rigo musicale, composto da quattro linee e
Mi • ra ge · sto· rum Fa- mu· li· tu · o · rum perciò detto tetragramma. Questo è rimasto in
uso fino ai nostri giorl)) per la scrittura del canto
'Jd J[3 J' Jj Ji
Sol · ve_pol -lu · ti
I J) ) l · D J J
La· bi · i re · a · tum,
gregoriano. Il pentagramma ; da noi usato oggi, è
stato introdotto solo nel ~VI secolo.

.. tm JJ nJ J Il
San· cte_Jo·han- nes.
La messa
.,~,-

La messa è la principale forma liturgica della


chiesa romana. Essa distingue il proprium, cioè i
canti variabili propri di pgni festività, e l'ordina-
Flg. 2.7: Ut queant laxis (Inno di S. Giovanni) rium, ossia i canti che restanò immutati.
-"
Affinché i tuoi servi possano far risuonare a piena voce I canti del proprium; probabilmente i più antichi,
le tue mirabili gesta. togli il male che coi1tamina il hanno testo che cambia da una festività all'altra.
labbro, o san Giovanni. Tradizionalmente destinati ai cantori dotti o alla
schola, erano caratterizzati da uno stile di canto
più elaborato, nelle forme del salmo antifonale o
Nella Epistola ad Mi- dell'antifona (introito, offertorio, communio) o del
chaelem de ignoto responsorio, talvolta molto ornato e riservato a un
cantu, Guido spiega solista (graduale, alleluia, tratto).
come ricordare facil- Il secondo gruppo di canti, formanti l'ordinarium o
mente le note dell'esa- kyria/e e derivanti da àntiche acclamazioni riser-
cordo, assegnando a vate all'assemblea, mantengono invariato il testo.
ciascuna un nome (UT, Tutti i canti della messa sono conservati in un li-
RE Ml, FA, SOL, LA) bro chiamato Graduale.
corrispondente alla pri-
ma sillaba di ogni emi- Pr1>Drlum Ordtr:rariliiti ·Funzione .Jitu.rqica
~hio dell'Inno di S. lntroilus èahto•ptocessionale
Kyrie lnvooazdcmè
~1ovanni. li "SI" viene
Gloria Inno..di lode
introdotto più tardi (dal- Graduale Salmodia
le iniziali cli Sancte Jo- Alleluia o Tractus Salmodia
hannes, nell'ultimo ver- Credo Professione c,fi fede
Fig~'-2.8:Guido d'Arezzo Offertorio Presentazione dei doni
setto). . (992-1050) Sanctus Acclamazione
Agnus Dei , Frazione del pane
Nel corso del Seicento "UT" è stato sostituito da Communlo Comunione
"DO", su proposta del teorico musicale Giovanni
Battista Doni (Firenze 1594-1647): sono le iniziali Fig. 2.9 Canti della liturgia della messa
del suo cognome.
Nei paesi di lingua tedesca ed inglese si usano
tuttora le lettere per denominare le note musicali. L'ufficio
Vediamo dunque la corrispondenza tra le due de- L'ufficio (o liturgia delle ore) è l'insieme delle pre-
nominazioni in uso attualmente: ghiere (cantate o recitate.) .della giornata. I mo-
menti dell'ufficio sono : il mattutino (ore 2 di notte),
DO RE Ml FA SOL LA SI le lodi (ore 5), la prima , la terza, la sesta e la nona
(ore 6, 9, 12, 15), li vespro (ore 17) e la compieta
e o E F G A B* (prima del riposo).
I canti dell'ufficio sono contenuti in un libro detto
* In tedesco si distingue il si naturale (H) dal si Antifonario.
bemolle (8).
CAPITOLO 2: CANTO GREGORIANO Storia della musica - 6

I tre stili di canto: neumatico, melismatico, sillabico


Jl _.,, • .,/ .Ps.2,7."'f.1.2.8
.··1 .. ..t:. I J '~-'
'ti j[- 0 - ~a
J •"r !::JIL.1'1 Esempio 1: stile neumatico
'/" ..., •
.,.
••
....
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,, () ..
E21t
lntroitus della messa della notte di
Natale

'"; ::~
~Fi- V' : ; - :+· ~· I ~_'r-1 Ad ogni sillaba possono corri-
spondere piccoli gruppi di note.

..... ....
li- us me- us es tu, e-
........ ,.,.../ i . t-:.n /'"' ; / Forma musicale: ABA

go
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~ •• ~!.•

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nu- i
(/ f..1 fil • ~ '~ ~I
-

te. Ps. Qua- re fremo- é-


,_ e{
Antifona (Dominus dixit)
Salmo (Quare fremuerunt)
Antifona (si ripete il Dominus dixit)

E0 ; ; . . .. :=a :~ .Il .
Confronta le tre notazioni:
i I : u ••

- sopra neumi di Laon,


I Il I I 7 I 1 ) -;-.,..

runt gentes : et p6pu-li me-di-tà-ti sunt in-6-ni- a? Ant. - sotto neumi di Einsiedeln
- al centffi notazione quadrata

VIl . ~" IC/ .. ,.. ·-·~· Esempio 2: stile melismatico


""" IT'~
~~ ,. ~o'-lilli" I, -~ ••···~·
•=-ii,
·~ ,• . ,v, . I
I L-!o3 r
A
r~ L-le-1uY
:t;JIJ\/.
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1a.
r ...JV
'
7 . r.!'.* ' .
,,..,,.. .,.rrJi
-
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" . -
:! r
F • t a=--lcJ · "'; ·
Alle/ufa~del/a domenica di Pasqua

11 ,. ' • .'1
• P• JY
-...: , , J"• ,. / , ,.
• .... 'J •.
"';. La sillaba "ia" termina con un lun-

...,.A~. li • ', • ,...lllO ~r-~ ...é--1 •


go melisma (= tante note sulla
4
.~"
-- , stessa sillaba). Questa è una ca-
J J, v'2, /. • VT / 0 -Y-
,..,

I Je ratteristica degli alleluia, dove il
I I' · I'asc ha · ·" ' 1
melisma viene detto jubilus.

SBQ.1C
• •• '·
• •• ~ Esempio 3: stile sillabico
e'
V
I I I 1' I I
(canti gregOriani più recenti)
rctTmae pascM-11 laudes .. fmm<>-!ent Christl- '·ni.
I

• • j! • •. I • I I ••
•• Sequenza pasquale
Agnus J»dbnlt oves : Chrlstus llmo-cens Patri re-<ioncl- Victimw paschali Laudes
; 11 •
1
I Wipo von Burgund, t dopo il 1048

Analisi musicale:

- stile sillabico (ad ogni sillaba corrisponde


di regola una sola nota)
• I . I
• -• ff;• • •• • " .• I • •I
qwd vi-disti la vi· a? Sep6lcrum Chrlsti vl-v~. et glò-
- ripetizione di frasi musicali a coppie, ma
D. . . I • • • p . '· Il . .• - I • j con testo differente (BB, CC)
• -
-· -.--.-
A. •.
rl- am vi-di J"&.surgéntls : Ing-~-!i-cos testes, •uM-ri- um,
Forma musicale: A BB CC D
e• .
i •
Il·., · .. ,. •
.I.· •.. ·l
- il testo presenta rime ed assonanze
et vestes. SllTJ'6.xlt Chrlstus spes me- a : praecédet su- os in
~
e Il • •.
• •
• • •• •· • I •
• i • 1
Le sequenze nacquero a partire dal IX secolo
dall'aggiunta di un testo liberamente inventato
Ga-11-laé· am. Sclmus Christum sorre.risse
allo jubi/us dell'alleluia. Successivamente ne
• • • • •. I •• l'.ìl •• Il furono scritte moltissime (circa 5000) .

tu ne>-bls, vietar Rex, mi-se-tt-re.

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