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I “minisommergibili”

Tedeschi nel Mediterraneo

2005
SanRemo
Disegno di un minisommergibile Thomas II° detto MOLCH

Negli ultimi mesi del 1944, la disfatta Tedesca era ormai


chiara ai più. Lo stato maggiore aveva dato fondo a tutte le
risorse belliche che l’industria Germanica era in grado di
fornire. I cieli erano solcati dai missili V1 e V2 ma sia
questi che l’aviazione pilotata non erano ormai più padroni
da tempo. Questo accadeva anche nei mari, la superiorità
subacquea, gli U-Boot Tedeschi, non reggevano al
confronto della tecnologia installata a bordo delle nuove
unità alleate. La Germania perdeva terreno giorno dopo
giorno. Ultimo atto di uno stato allo sbando fu la
formazione della K-Flottiglie, un reparto addestrato nel
Baltico per attacchi notturni con mezzi “semi
sommergibili” insidiosi, un arte copiata dalla nostra Xa
Flottiglia Mas.

Questo stralcio di storia emerge da ricerche portate a termine


dal ContrAmmiraglio di 2a Cl. H.Pierre Duplaix che a quel
tempo era ufficiale (Sottotenente di Vascello) e Capo del
Servizio Armi Subacquee della Marina Francese sul Sotto: la torretta di un MOLCH nel museo navale di LaSpezia
Cacciatorpediniere Forbin di cui si parlerà di seguito. Tra il
1975 e il ’79 completò una relazione sui fatti di cui ci
occupiamo tradotta da Marco Spertini Ufficiale e istruttore
della Xa Flottiglia Mas Gruppo Ovest di stanza a SanRemo,
(uno degli operatori sui barchini esplosivi). Questi
avvenimenti di guerra coinvolsero la mia città, SanRemo e fu
questo ad attrarre il mio interesse su alcuni curiosi fatti che
accaddero negli ultimi mesi del 1944, essa fu base di partenza
senza ritorno del gruppo d’assalto Tedesco K.Flottille-411
Molch, rimasto da sempre l’unico ad operare nel
Mediterraneo. La Germania mise in opera in tutto, solo 6
flottiglie di Molch per un totale di 383 mezzi subacquei.

I molch o salamandra in tedesco (nella foto sopra un Molch


viene varato per le prove nel Baltico), ma il vero nome era:
“Torpedoversuchsantalt” (TVA) “d’Eckerförde” o
Sommergibile Tascabile Thomas II.
Mini sommergibile monoposto capace di immergersi nel
limite dei 40 metri, essenzialmente un tubo in metallo
lungo 10 metri e di 1,80 di diametro, spinto da un motore
elettrico di siluro, stipato in gran parte di batterie, 12
cassette delle mod.13 T210, cosi il suo galleggiamento
risultava ridotto a “zero”. A poppa vi era il posto di guida
sormontato da una piccola torretta che aveva due finestre
ed era coperta da una cupola in plexiglas, (che faceva anche
Un MOLCH ripreso in immersione durante le prove in USA nel 1945 da portello di entrata), più un lungo periscopio per
l’osservazione in immersione. Sotto, erano agganciati a
speciali staffe, due siluri. Con buona autonomia ma bassa
velocità, (per questo i timoni furono sovradimensionati e le
casse di zavorra dovevano essere esattamente equilibrate
prima di ogni missione), questo mezzo poteva colpire navi
alla fonda e nei porti ma non quelle in rapido movimento.
Poteva viaggiare a due sole velocità e la marcia indietro
non era prevista. Per sopperire a questa deficienza, alcuni
furono armati con siluri acustici. Il primo prototipo fu
sperimentato nell'Eckernförde il 12 Giugno 1944 ed in
seguito furono realizzati un totale di 383 Molch (fino al
gennaio 1945).
• Equipaggio - Un uomo munito di maschera ad
ossigeno con 50 ore di autonomia
• Visione in immersione - Periscopio fisso orientabile
di 30° per lato

(nella foto sopra, la torretta di un Molch emerge dall’acqua per


permettere al pilota di governare il mezzo.

Molch in un deposito Tedesco

Caratteristiche tecniche del Molch

• Costruzione – Cantieri Deschi AG di Brema


• Dislocamento o Volume totale - 11 m3 ca.
• Lunghezza - 10,8 m.
• Larghezza - 1,16 m. (1,82 m. con i siluri)
• Spessore 3 cm.
• Massima profondità d'immersione - 40 m. (50%
margine di sicurezza)
• Massimo tempo d'immersione - 50 ore (riserva di
ossigeno per il pilota)
• Propulsore - 1 motore elettrico Siemens SSW ETO
(da siluro) di 13 cv.
• Velocità massima in emersione - 4,3 nodi
• Velocità massima in immersione - 5 nodi
• Autonomia in emersione - 50 miglia a 2,9-4,3 nodi Un MOLCH viene calato in mare
• Autonomia in immersione - 50 miglia a 3,3-5 nodi
• Armamento - Due siluri da 53,3 cm.
La carta della zona dello scontro
Un Molch issato da una gru

L'interno di un Molch
In immersione

Sezione del MOLCH

Naturalmente i Molch non furono i soli mezzi di questo


tipo progettati e costruiti dalla Germania, ad essi possiamo
affiancare gli “Hecht” tradotto “castoro”, (foto sotto)

simili ai Molch ma più piccoli e con un solo siluro a


seguito, erano spinti sempre da un motore elettrico.
L’autonomia di questi ultimi però era minore e non si
hanno notizie di attacchi portati a termine con questi mezzi.
I “Neger”, (foto di un modellino qui sotto)

Parigi 20 dicembre 1979


SanRemo 04 novembre 2005

praticamente due siluri accoppiati di cui il superiore era


pilotato e quello inferiore veniva lanciato. Il Neger a
differenza degli altri non poteva immergersi ma rimaneva
sempre a pelo dell’acqua, il pilota attraverso una cupola in
plexiglas poteva seguire la rotta osservando fuori tutto
attorno. Alcuni di questi arrivarono a SanRemo molto tempo
dopo gli avvenimenti di cui ci occupiamo.

Infine i Biber, tradotto ‘salmone’ (immagine sotto)

Sezione di un barchino esplosivo


molto più somiglianti a un piccolo sommergibile, ma dalle
prestazioni sempre molto limitate.

Un NEGER sta per essere calato in mare prima di una missione

Le notizie sono state tratte da uno studio del Contrammiraglio


di 2a Cl. H.P.Duplaix tradotto dal pilota-istruttore della Xa F.
.Mas gruppo Ovest Marco Spertini a cui hanno partecipato
anche: Werner Jacobs (pilota di Molch), Pierre Dielbolt
(Capo Nostromo sul Forbin nel 1944), Alexandre Korganoff
(storico e autore di “Guerilla sur mer” 1973), Fritz Boehme
(Comandante mezzi d’assalto in Italia in quel periodo).

Ringrazio Castellani Fabio che, per un fortuito caso, me ne ha


fornito una copia tratta dal manoscritto originale completo
delle correzioni apportate dallo stesso autore.

Cap Martin 26 settembre 1944 MOLCH presso un museo Tedesco


Prima ed ultima missione dei
Molch
nel Mediterraneo
Di:Spadi Bruno

Torniamo alla nostra storia; il 06 settembre1944, una colonna


auto trasportata composta da tre squadre di dieci Molch
ciascuna si mette in marcia dalla foresta di Seretz a nord di
Lubecca, (qui nel mar Baltico gli uomini dei gruppi K-
Flottille si erano addestrati con questi mezzi per oltre quattro Barchini esplosivi “LINSEN” Tedeschi in un porto Italiano
mesi, ma vedremo che questo tempo fu insufficiente perché
l’addestramento fosse portato a termine), passando per
Dopo quella data gli unici mezzi “insidiosi” che operarono
Amburgo, Hannover, Fulda, Kassel, Wurzburg, Nünnberg,
in zona furono i mezzi della Xa Flottiglia Mas anche se si
Donauwörth, Augusta, Mittenwald, Innsbruk poi il colle del
hanno notizie che un gruppo speciale di Neger Tedeschi
Brennero, Merano, Bolzano, giunsero a Verona; curioso il
che partì sempre da SanRemo in data posteriore al 20
fatto che per superare i ripidi valichi di Zirler-Berg e il
ottobre 1944. Inviati in missione verso i porti della costa
Brennero i rimorchi con a bordo i grossi Molch venivano
Francese tra Mentone e Marsiglia, anche di questi mezzi
trainati in salita da due trattori mentre un terzo ne guidava la
nessuno fece ritorno.
coda, in discesa invece un trattore guidava mentre due
frenavano in coda. A Verona giunsero 28 Molch, (due
andarono persi durante il trasporto), dove fu impiantato un
“campo base”.
Jacobs aggiunse anche che i mini sommergibili non avevano
possibilità di comunicare tra oro e non era stata fatta
nemmeno una ricognizione sul posto prima della missione,
queste furono alcune delle cause della disastrosa fine del
gruppo di mini sommergibili Tedeschi.

Ma Jacobs ci rivela qualcosa di più importante; innanzi tutto


afferma di essere stato il “ Capo del I° Gruppo della Ia
Flottiglia di Molch”, ma assicura che il Com. di Vascello
Fritz Boehme, allora Comandante dei Mezzi d’Assalto delle
forze Tedesche in Italia succeduto a Vaiss Hartmann, dopo il
fatto accaduto al primo gruppo di Molch, rifiutò di mandare
in missione altri Molch per cui i restanti mezzi fermi a
Verona furono in seguito spostati a Sistiana (Trieste) ma non
furono mai più impiegati nel Mediterraneo.

Finalmente ora abbiamo un quadro chiaro degli avvenimenti


che coinvolsero i mezzi “Molch” nel Mediterraneo e perché
non furono mai impiegati in questo.
Giunti a SanRemo per una prima missione, furono affondati
tutti dalle bombe di profondità lanciate dal Forbin che
nemmeno immaginava cosa stava navigando sotto di esso
quel 26 settembre 1944. Tutti i nove mini sommergibili La carta indica il percorso fatto dalle colonne auto-carrate dei Molch
affondarono, tre piloti furono catturati e solo altri due
riuscirono a tornare a SanRemo con mezzi propri, quindi solo La notte tra il 19 e 20 settembre, la terza squadra ripartì con
cinque dei nove partiti si salvarono. Visto questo insuccesso e i suoi 10 Molch, passando per Genova giunse il 22 a
la scarsa affidabilità di questi mezzi il Comandante in capo SanRemo, base della Xa Flottiglia Mas gruppo Ovest e di
Boehme si rifiutò di utilizzarne altri in missione e dirottò i un gruppo gemello Tedesco armato di barchini esplosivi
rimanenti, fermi a Verona, verso Trieste e qui furono “Linsen”. Questi motoscafi veloci in legno, contenevano a
dislocati a Sistiana. prua una carica esplosiva di 200 kg. e venivano lanciati
contro le navi nemiche mentre il pilota si gettava in mare
per essere successivamente raccolto da altri mezzi
“speciali”. Il comando Tedesco ha inviato i Molch a
SanRemo, ritenendola il miglior luogo di partenza per gli
attacchi contro il nemico che già aveva liberato la Costa
Azzurra, Nizza, Tolone, Marsiglia.
I porti da colpire, ma anche le navi che pattugliano la costa
sono un ottimo obbiettivo. Questa è la prima azione di guerra “ 12h00 4,7 miglia per 179° dalla chiesa di Mentone,
dei Molch, se tutto andrà per il verso giusto, la Germania ha avvistato un uomo su di un piccolo zatterino pneumatico
pronti altri mezzi dello stesso tipo per attacchi mirati in tutto che pagaia vigorosamente verso la costa Italiana,
il Mediterraneo ed altri mini sommergibili vengono sfornati dobbiamo rinunciare a recuperarlo non potendo
ogni giorno dalla fabbrica di Brema. I Molch a SanRemo tralasciare la missione assegnata.”
vengono subito resi operativi, uno affonda accidentalmente
nel porto, ma la notte tra il 24 e 25 settembre 1944 i restanti Fino qui il “vivo” racconto dello stesso protagonista di
mini sommergibili (nove in tutto), partono alla volta delle quell’evento. Dalle sue parole possiamo risalire al punto in
acque Francesi per intercettare alcuni cacciatorpediniere che cui avvenne lo scontro: 43° 28,595 Nord - 07° 27,172 Est.
spesso fanno brevi scorribande lungo la costa Italiana Qui il mare raggiunge una profondità di oltre 1800 metri.
sparando sulle postazioni antisbarco armate a terra. Tra essi Capiamo anche che il lancio delle BTG del Forbin ha
vi è il ctp.Francese Forbin (di cui abbiamo accennato). causato un “ribollimento” sottomarino la cui causa
possiamo capirla solo oggi, conoscendo i retroscena delle
I piloti Tedeschi sono drogati con “Pervitin” per poter restare intenzioni dei comandi Tedeschi cui faceva capo la Flottille
svegli a lungo, anche più di 48 ore. Lasciano il porto di K411, anzi per dirla tutta, dal 1978 quando Duplaix
SanRemo evitando i campi di mine e si dirigono al largo di (ricordiamo che era ufficiale a bordo del Forbin) riuscì a
Mentone dove scorgono il promontorio di Cap Ferrat incontrare Werner Jacobs, il pilota raccolto dal
prendendolo a riferimento. Qui rimangono zigzagando cacciatorpediniere quella tragica notte del 1944. Jacobs ora
l’intera giornata fino a sera. La mattina del 26 settembre 1944 rivela a Dupaix l’intera verità mai svelata allora sotto
alle 06:34 i mezzi Tedeschi sono ancora tutti in gruppo (se interrogatorio, che avvenne già a bordo dello stesso Forbin.
non avessero trovato nulla nemmeno quel giorno, a sera
avrebbero dovuto attaccare i porti sulla costa Francese prima Racconta Jacobs: “ Dopo il contatto con i due caccia
di rientrare), dall’oscurità appaiono due sagome nere; sono il nemici, mi trovai di fronte alla prua di uno dei due e fui
Forbin e il cacciatorpediniere Americano “Madison” che è costretto ad immergermi. Qui sentii il suono della
caposquadriglia. scoperta sottomarina (sonar) e il lancio delle prime BTG.
Lanciai allora un siluro che non colpì il bersaglio. Fu
Dal resoconto dello stesso Pierre Duplaix tradotto da Spertini: allora che un’esplosione più vicina strappò dai supporti il
“6h34, avvistato periscopio, ottenuto contatto ASDIC, secondo siluro, provocando una falla nel vano batterie e
chiamata ‘aux poustes de combat’ alle 6h36 una perdita nell’impianto dell’aria compressa che
6h45 salve di 10 granate regolate tra 100 e 225 piedi. serviva per i servocomandi del mio mezzo. Non potevo più
Posizione 16,5mg. a 188° da Cap Martin. comandare il sommergibile e fui costretto a riemergere
6h53 inizia ricerca nel quadrato attorno al segnale al ma nessuna nave mi sparò contro.”
fosforo lasciato sul punto dell’avvistamento.
7h00 Il MEDISON si unisce alla ricerca.”
dei cenni con le mani e il Forbin cessa il fuoco ma il
sommergibile affonda e l’uomo sparisce.” L’ASDIC A128 è un sistema di ricerca sonoro
antisommergibile montato sulle navi alleate, capace di
intercettare un sommergibile a oltre 2300 yarde. A questo
punto le prime 10 bombe di profondità sono esplose tra i 30
e i 75 mt. Il Forbin fa un cerchio alla ricerca di un segno
che indichi l’avvenuta distruzione del sommergibile.

“ 7h28 nuovo contatto ASDIC


7h32 un esplosione è seguita da una colonna d’acqua di
30mt. c.a a 150 mt. a sinistra dietro al Forbin. Una BTG
(bomba di profondità) cade accidentalmente dalla
tramoggia ed esplode a grande profondità. Appare un
periscopio a poppa mentre l’ASDIC continua a segnalare
un sommergibile a prua.”

Il cacciatorpediniere Francese FORBIN L’esplosione che il Forbin vede dietro di se è sicuramente


un siluro giunto a fine della sua corsa, non solo, mentre gli
operatori a bordo vedono un periscopio dietro alla nave
E’ a questo punto che dal Forbin l’equipaggio sente più l’ASDIC continua a segnalare un sommergibile avanti ad
esplosioni sottomarine e a poppa della nave il mare ribolle. essa.
Dopo dieci minuti verranno ripescati salvagenti, scarpe, pezzi
di legno e un gavitello. Ma c’è qualcosa di più: “ 7h33 il Forbin attacca il mini sommergibile, vengono
lanciate a gruppi di otto BTG regolate tra i 350 e i 550
“ 8h05 il Forbin si trova a 179° da Cap Martin dove avvista piedi.
un uomo in mare. 7h41 il Madison evita un siluro
8h17 l’uomo viene ripescato: il suo nome è Werner Jacobs, 7h47 il Forbin ha un nuovo contatto ASDIC e per la terza
pilota di un mini sommergibile.” volta lancia delle BTG regolate tra i 100 e i 225 piedi.
7h54 un sommergibile esce in superficie e il Forbin apre
Anche il Madison ripesca due piloti Tedeschi. Le due navi il fuoco con i cannoncini da 20 e 40mm. di sinistra. Dal
rimangono fino alle 10:13 sul luogo poi, ricevono l’ordine di mini sommergibile esce un uomo che fa
cannoneggiare un concentramento di truppe presso la
frontiera e dirigono verso l’Italia. Quando il Forbin:
Torretta di un MOLCH

La prua di un MOLCH

L'interno

La torretta

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