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Eine kleine Nachtmusik 

K 525 

La serenata strumentale perse gradualmente la sua associazione con il corteggiamento e divenne (circa nel
1770) principalmente una raccolta di pezzi leggeri come balli e marce adatti per spettacoli serali all'aperto.
Mozart ha scritto diverse serenate per una varietà di ensemble, così come Franz Schubert , Ludwig van
Beethoven , Johannes Brahms , Pyotr Ilyich Tchaikovsky e Max Reger.

Eine kleine Nachtmusik , “Piccola serenata notturna”, è il nome della Serenata n. 13 in sol maggiore, K 525 ,
composta per due violini , viola, violoncello o contrabbasso di Wolfgang Amadeus Mozart. Il pezzo fu
completato il 10 agosto 1787, ma fu pubblicato postumo. Sebbene originariamente denotasse una canzone
serale per corteggiamento, il termine serenata della fine del 18 ° secolo fu ampiamente usato per
descrivere un lavoro da camera destinato all'intrattenimento leggero in un'occasione sociale. Serenate
godette di grande popolarità nell'Europa centro-meridionale, in particolare a Vienna, dove Mozart trascorse
l'ultimo decennio della sua vita. A quel tempo, era consuetudine che gli ensemble, di solito di archi e
formati da 6 violini primo, 5 violini secondo, 4 viole e 4 violoncelli, eseguissero serenate nei parchi e nei
giardini di Vienna e la creazione di tali pezzi divenne una fonte di reddito redditizia per i compositori.
Mozart produsse molte serenate, il 13 di cui, soprannominato Eine Kleine Nachtmusik, è il suo più noto.
L'opera in quattro movimenti si apre con un allegro allegro in forma di sonata, e segue un secondo
movimento lento e lirico. Il terzo movimento è un minuetto leggero e il finale è un vivace rondò. In origine,
il pezzo conteneva un secondo minuetto, ma quel movimento è stato perso. L'occasione specifica per cui è
stata composta Eine kleine Nachtmusik non è mai stata determinata. Indipendentemente dal suo contesto
di performance originale divenne uno dei pezzi più popolari di Mozart. Ad oggi, Eine kleine Nachtmusik è
rimasta tra le composizioni classiche più rappresentate e più frequentemente eseguite in arrangiamenti
orchestrali e per ensamble di varia costituzione.

La struttura del primo movimento della forma-sonata

Il Classicismo interessò la produzione musicale europea della seconda metà del Settecento fino ad arrivare
al primo Ottocento ed ebbe la sua capitale a Vienna. È di questo periodo la conquista della Forma-Sonata.
Uno schema standard di riferimento del primo tempo (o movimento) di un insieme-sonata può essere il
seguente:

 
Un aspetto degno di nota è il fraseggiare dei Classici, costituito da elementi non a caso denominati
di domanda e di risposta. Anche qui l’origine discorsiva è manifesta, ma va comunque sottolineato che
questi richiami al discorso parlato sono di carattere squisitamente formale: ogni considerazione di ordine
semantico sarebbe fuori luogo. La Forma-Sonata è quindi quel sistema di aggregazione della materia sonora
più vicino all’uomo nei suoi processi logico-deduttivi, e si comprende come una così alta creazione non
possa essere il frutto di una sola generazione di musicisti. Alla sua elaborazione ha infatti contribuito non
solo tutta la creazione formale precedente (Aria col da capo, Suite, ecc.), ma anche un vasto movimento di
pensiero culminante nell’Illuminismo.

Il primo movimento della Eine kleine Nachtmusik  K 525

Il primo movimento della Eine kleine Nachtmusik  K 525  di Wolfgang Amadeus Mozart è un Allegro in forma
di sonata (137 battute). La tonalità d’impianto è SOL maggiore.

La Prima Parte comincia subito dal Primo Tema (non è presente un’Introduzione), formato da un periodo di
tre Frasi (di cui l’ultima ripetuta), che presenta una prima Frase binaria ritmicamente molto scandita, con
tutta l’orchestra all’unisono

cui segue una seconda Frase ancora binaria, ma con estensione della prima semifrase; questa seconda
Frase ha carattere più grazioso della prima (impiego dei trilli ai primi vl.) e conclude con una cadenza al I° in
primo rivolto (b. 10)

La terza Frase ancora binaria, di carattere molto melodico (comincia con i due violini per terze e con note
lunghe)

viene ripetuta leggermente variata.

Il Ponte modulante – indipendente dal Primo Tema in quanto non sono presenti affinità melodiche fra le
due strutture – comincia a b. 18 sulla nota finale del Primo Tema (elisione) e porta alla dominante di RE
Maggiore. Da notare che questo passaggio modulante presenta una fisionomia piuttosto marcata e che
dopo aver cominciato in una forma chiaramente melodica, si fa sempre più ritmico man mano che si avvia
alla conclusione (la dimensione ritmica è arricchita fra l’altro da un impiego di sincopi nelle parti dei violini).
Il Secondo Tema, costituito da un periodo di due Frasi binarie, comincia, come gli elementi già considerati,
in battere dopo una cesura molto netta.

Questo Secondo Tema è dotato di una grazia sottile ed elegante che gli viene dal disegno in terzine (nella
seconda Frase questa melodia viene affidata ai secondi violini, mentre i primi eseguono all’acuto un disegno
di note ribattute).

Il Secondo Tema termina alla b. 35.

Segue il Gruppo delle Cadenze (o Codette), connesso al Secondo Tema in quanto sono presenti alcuni
elementi che gli appartengono. Queste Cadenze (due, di cui la prima subito ripetuta) cominciano a b. 35.
Sono molto estese (21 battute) e melodicamente molto caratterizzate, tanto da apparire quasi come un
terzo tema. È da notare in particolare la melodia che troviamo all’inizio di questa struttura, dove l’impiego
di trilli e di crome ribattute rende manifesto quel senso d’ironia che pervade un po’ tutta la composizione.

elemento già presente nel Secondo Tema

L’ ultima Codetta (b. 51) vede tutta l’orchestra all’unisono e termina con una cadenza d’inganno cui
seguono due battute di chiusa.

Termina qui la Prima Parte, l’Esposizione, che viene ritornellata.


La Seconda Parte, lo Sviluppo, è costituito essenzialmente da due elementi tratti uno dal Primo Tema,
l’altro dalle Cadenze. Comincia a b. 56 con lo squillo ritmico del primo Tema (prima Frase)

cui segue, fino al termine, la ripetizione di una cellula tratta dalla prima Cadenza.

Lo Sviluppo tocca diverse tonalità: comincia in RE Maggiore e la prima Frase ci porta al V grado di MI
minore. Questo si collega all’accordo di DO Maggiore (cadenza d’inganno in minore); quindi si toccano il LA
minore, il SOL minore, il RE minore e infine, attraverso una breve scala cromatica in semiminime espressa
dai violini all’ottava (b.73), si torna alla tonalità di SOL Maggiore (b. 76) per iniziare la Terza Parte, la Ripresa
(elisione fra Sviluppo e Ripresa).

Il Primo Tema, nella Terza Parte, è del tutto uguale a quello dell’Esposizione e così buona parte del ponte
modulante. La seconda metà di quest’ultimo comincia come la prima volta, ma sopprime, rispetto a questa,
l’episodio centrale in sincopi e termina a b. 100 alla dominante di SOL Maggiore.

Il Secondo Tema (b. 101) è questa volta in SOL Maggiore ed è praticamente tutta qui la differenza con
l’Esposizione.

Anche le Cadenze procedono come nella Prima Parte ad eccezione della tonalità, che questa volta è di SOL
Maggiore. È da notare tuttavia un bell’effetto di apertura causato dal trasporto un’ottava sopra di alcuni
elementi (bb. 120, 121, 123).
Anche qui l’ultima Codetta termina con la cadenza d’inganno, mentre il breve episodio (due battute) che
chiudeva la Prima Parte adesso si allarga e si trasforma in una vera e propria Coda di sviluppo arricchendosi
di un elemento tratto dall’inciso ritmico iniziale.

Eine kleine Nachtmusik in ensamble di sassofoni

Come già detto in precedenza, oggi troviamo arrangiamenti di questa composizione anche per ensamble di
fiati. Caratteristico è l’arrangiamento per ensamble di sassofoni di Jacques Larocque preso in
considerazione per il corso di formazione orchestrale. Come la partitura originale, è scritta in 4 voci
distribuite però in: sax soprano, sax contralto, sax tenore e sax baritono. Trattandosi di strumenti
traspositori, in Sib e Mib si preferiscono le tonalità con i bemolli, motivo per il quale la tonalità di impianto
di questa trascrizione è di Si b Maggiore, a differenza dell’originale che come già detto è in Sol M.

Amedeo Carlo

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