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La vita dei beati (13-16)

[13]“Sed quo sis, Africane, alacrior ad [13] “Ma perché tu, Africano, sia più
tutandam rem publicam, sic habeto : solerte nel difendere lo stato, tieni per
omnibus qui patriamconservaverint, certo ciò: per tutti coloro che abbiano
adiuverint, auxerint, certum esse in conservato gli ordinamenti della
caelo definitum locum, ubi beati aevo patria, l’abbiano aiutata e accresciuta,
sempiternofruantur; nihil est enim illi c’è una sede sicuraassegnata per loro in
principi deo ,qui omnem mundum regit, cielo, dove possano godere felici di una
quod quidem in terris vita eterna; infatti, a quel dio sommo che
fiat,acceptius quam concilia regge tutto l'universo, nulla, almeno di ciò
coetusque hominum iure sociati, quae che accade sulla Terra, è più
'civitates' appellantur; harum rectores et caro delle unioni e aggregazionidi uomini
conservatores hinc profecti huc associate dal diritto che sono chiamati
revertuntur”. ‘Stati’; chi li governa e li custodisce, partito
da qui, qui ritorna.

[14] Hic ego, etsi eram perterritus non [14] A questo punto io, anche se ero
tam mortis metu quam insidiarum a rimasto sconvolto dal timore non tanto
meis, quaesivi tamen viveretne ipse et della morte quanto delle insidie da parte
Paulus pater et alii quos nos exstinctos de miei, gli chiesi tuttavia se fosse ancora
arbitraremur. “Immo vero”, inquit, “hi in vita egli stesso e mio padre Paolo e gli
vivunt, qui e corporum vinculis tamquam e altri che noi ritenevamo estinti. “Al
carcere evolaverunt, vestra vero, quae contrario”, disse, “vivi sono questi,
dicitur, vita mors est 15. Quin tu aspicis ad che sono volati via dalle catene del corpo
te venientem Paulum patrem?” Quem ut come da una prigione, mentre la vostra
vidi, equidem vim lacrimarum profudi, ille vita, che è chiamata [così], è in realtà
autem me complexus atque osculans flere morte. Non scorgi tuo padre Paolo, che ti
prohibebat . viene incontro?”. Non appena lo vidi,
versai davvero un mare di lacrime, mentre
egli, abbracciandomi e baciandomi,
cercava di impedirmi di piangere.

[15] Atque ego, ut primum fletu [15] E io, non appena, trattenute le
represso loqui posse coepi, “Quaeso”, lacrime, fui in grado di riprendere a
inquam, “pater sanctissime atque optime, parlare: “Ti prego”, dissi,
quoniam haec est vita, ut Africanum audio “padrevenerabilissimo e ottimo, visto che
dicere, quid moror in terris? Quin huc ad questa è la [vera] vita, come sento dire
vos venire propero?” “Non est ita”, inquit dall'Africano, a che scopo indugio sulla
ille. “Nisi enim deus is, cuius hoc templum terra? Perché non mi affretto a
est omne, quod conspicis, istis te corporis raggiungervi qui?”. “Non funziona così”,
custodiis liberaverit, huc tibi aditus patere rispose quello. “Infatti, se quel dio cui
non potest . Homines enim sunt hac lege appartiene tutto lo spazio celeste che vedi
generati - qui tuerentur illum globum, non ti avrà liberato da codeste catene del
quem in hoc templo medium vides, quae corpo, per te non può essere praticabile
terra dicitur - iisque animus datus est ex l'accesso a questo luogo. Gli uomini sono
illis sempiternis ignibus quae sidera et stati infatti generati con questa legge - cioè
stellas vocatis, quae globosae et rotundae, di custodire quella sfera che è chiamata
divinis animatae mentibus, circulos suos terra, che tu scorgi in mezzo a questo
orbesque conficiunt celeritate mirabili . spazio celeste - e a loro è stata concessa
Quare et tibi, Publi, et piis un’anima [che deriva] da quei fuochi
omnibus retinendus animus est in eterni cui date nome di costellazioni e
custodia corporis nec iniussu eius, a quo stelle, di forma completamente sferica,
ille est vobis datus, ex hominum vita che, animati da menti divine, compionole
migrandum est, ne munus humanum loro circonvoluzioni e orbite con velocità
assignatum a deo defugissevideamini. sorprendente. Perciò anche tu, Publio, e
tutti gli uomini pii,dovete tenere l'anima
nella prigione del corpo, né siete in grado
di migrare dalla vita degli uomini senza il
consenso di colui da parte del quale quella
vi è stata data, perché non sembri che
siate venuti meno al compito umano
assegnato dalla divinità.

[16] Sed sic, Scipio, ut avus hic tuus, ut ego [16] Ma, Scipione, così come questo tuo
qui te genui, iustitiam cole et pietatem, avo e come me che ti ho generato, coltiva
quae cum magna in parentibus et la giustizia e il rispetto, che, già grande nei
propinquis tum in patria maxima est; ea rapporti con i genitori e i parenti, è
vita via est in caelum et in hunc coetum grandissimo nei rapporti con la patria; una
eorum qui iam vixerunt et corpore vita simile è la via [che conduce] al cielo e
laxati illum incolunt locum, quem vides”. a questa schiera di uomini che hanno già
Erat autem is splendidissimo terminato la propria esistenza terrena e
candore inter flammas circus elucens. che, svincolati del corpo, abitano il luogo
“Quem vos, ut a Graiis accepistis, orbem che vedi”. Si trattava per l’appunto di un
lacteum nuncupatis”. Ex quo omnia mihi cerchio risplendente tra le fiamme
contemplanti praeclara cetera dal candore sfolgorante. “Voi, come avete
et mirabilia videbantur. Erant autem eae appreso dai Greci, la chiamate Via Lattea”.
stellae quas numquam ex hoc loco vidimus E a me che da quel luogo contemplavo
et eae magnitudines omnium quas esse l'universo tutto appariva magnifico e
numquam suspicati sumus; ex quibus erat meraviglioso. C'erano, del resto, quelle
ea minima quae, ultima a caelo, citima a stelle che non vediamo mai dalle nostre
terris, luce lucebat regioni [terrene] e le dimensioni di tutte
aliena . Stellarum autem globiterrae erano quali mai abbiamo sospettato che
magnitudinem facile vincebant. Iam ipsa fossero; tra queste la più piccola era quella
terra ita mihi parva visa est ut me imperii che, più essendo la lontana dalla volta
nostri, quo quasi punctum eius attingimus, celeste e la più vicina alla Terra, spendeva
paeniteret. di luce non propria. I volumi delle stelle,
poi, superavano di gran lunga la grandezza
della Terra. Perfino la Terra ormai mi
sembrò così piccola che provai vergogna
del nostro dominio, con il
quale occupiamo, per così dire, un punto
di questa.

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