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Prof. Bertulessi

20 ottobre 2021
La poesia del Sud

I Testi di Chu
Chuci 楚辞
Chuci 楚辞

• Poesia del Sud

• Raccolta di versi, canti dello Stato di Chu 楚


(epoca Zhou e Stati Combattenti)

• Diciassette raccolte di componimenti, composti in epoche


differenti.

• Diversi autori → individualità dell’autore!

• Raccolte da Liu Xiang 刘向 (75 a.C. ca.) e commentate da

Wang Yi 王逸 (II sec. d.C.).


Chuci 楚辞

ci 辞
=

‘canzone scritta’
spesso derivante da canti sciamanici, andamento ritmico.

• Invocazione di anime di defunti, spiriti, divinità = soprannaturale

• Carica simbolica, emotiva.

• Metro più libero dello shi.


Chuci 楚辞

1. Lisao 离骚 (Incontro al dolore) - Qu Yuan 10. Dazhao 大招 (La grande evocazione) - Qu Yuan (?)

2. Jiuge 九歌 (I nove canti) - Qu Yuan (?) 11. Xishi 惜誓 (Lamento per la fede tradita) - Jia Yi (?)

3. Tianwen (Le domande celesti) - Qu Yuan 12. Zhao yinshi 招隐士 (Invocazione di un eremita) - (?)

4. Jiuzhang 九章 (Le nove dichiarazioni) - Qu Yuan 13. Qijian 七谏 (I sette rimproveri) - Dongfang Shuo
(?) 14. Ai shiming 哀时命 (Ahimè, la sorte!) - Yan Ji
5. Yuanyou 远游 (Il viaggio lontano) - Qu Yuan (?) 15. Jiuhuai 九怀 (I nove rimpianti) - Wang Bao
6. Buju 卜居 (Divinazione) - Qu Yuan (?) 16. Jiutan 九叹 (I nove lamenti) - Liu Xiang
7. Yufu 渔父 (Il pescatore) - Qu Yuan (?) 17. Jiusi 九思 (I nove pensieri) - Wang Yi
8. Jiubian 九辩 (Le nove dissertazioni) - Song Yu

9. Zhaohun招䰟 (L’evocazione dell’anima) - Song Yu (?) (Da Bertuccioli 2013, sulla base di Wang Yi)
Chuci 楚辞

• Attribuzione di autori ai componimenti: individualità del poeta?


(diversamente dallo Shijing 诗经).

• Il commento di Wang Yi: in chiave confuciana → l’aspirazione collettiva per il


bene comune prima dello slancio creativo del singolo.

• Tra i poeti identificati da Wang Yi:


• Qu Yuan 屈原 (343-278 a.C.)
• Song Yu 宋玉 (298-222 a.C.)
• Jia Yi 贾谊 (201-169 a.C.)
• …

N.B. Paternità opere spesso messa in discussione dalla filologia moderna.


Chuci 楚辞

sao 骚
“pena/dolore”

Poi a indicare poemetti con versi di 6 sillabe accoppiati, con cesura


xi 兮 alla fine di ogni verso dispari (secondo la lettura moderna -

funzione simile a ah 啊!)

→ Nello ci 辞 dei Chuci 楚辞, la cesura è incorporata in ogni verso,


dopo le prime tre sillabe.

→ Sia sao sia ci vedono l’inserimento occasionale di versi irregolari.

→ Forma più discorsiva, narrativa, tono epico.


Qu Yuan 屈原

• Qu Yuan 屈原 (340-278 a.C. ca.)

• Nobile presso la corte di Chu 楚, al servizio del Re Huai 怀 di Chu.

• Epoca Stati combattenti → mire espansionistiche Stato di Qin 秦.

• Esilio.

• Si sarebbe gettato nel fiume Miluo 汨罗.

• Nella tradizione, ancora oggi: festa delle “barche drago”

Duanwujie 端午节 (quinto giorno del quinto mese lunare).


Il Lisao 离骚 di Qu Yuan 屈原

• Poemetto in 374 versi (185 distici + congedo finale)

• Epoca di composizione: tra il IV e il III sec. a.C.

• Attribuito a Qu Yuan (340-278 a.C.).

• Allegoria del dolore: viaggio soprannaturale → dolore per esilio e


impossibilità di servire il suo sovrano.

• Vicenda di Qu Yuan → esilio.

https://www.youtube.com/watch?v=f1Ame7rXm_w
Esordio del Lisao 离骚

https://www.youtube.com/watch?v=erY6Qv-Oz7k

Sono un discendente dell’imperatore Gaoyang,


帝高阳之苗裔兮,朕皇考曰伯庸。
il mio illustre genitore si chiamava Boyong.
摄提贞于孟陬兮,惟庚寅吾以降。 Nell’anno ying, proprio all’inizio del primo mese,
皇览揆余初度兮,肇锡余以嘉名: nel giorno gengyin discesi a questo mondo.

名余曰正则兮,字余曰灵均。 Il mio illustre genitore esaminò l’oroscopo


e cominciò col darmi un nome augurale.
Mi diede come primo nome «Vero esempio»
e come secondo nome mi chiamò «Bilancia divina».

(Trad. Bertuccioli 2013, 99)


Lisao 离骚

Su di un carro a forma di fenice, tirato da quattro dragoni,


驷玉虬以椉鹥兮,溘埃风余上征。
m’innalzo verso il cielo, in un turbinio polveroso.
朝发轫于苍梧兮,夕余至乎县圃。 Partii al mattino, iniziando il viaggio da Cangwu,
giunsi alla sera ai giardini pensili del Paradiso.

Chiesi al divino guardiano di aprirmi la porta,


吾令帝阍开关兮,倚阊阖而望予。 ma egli, appoggiandosi ad essa, si limitò a guardarmi.
Imbruniva: il giorno stava ormai per finire
时暧暧其将罢兮,结幽兰而延伫。
ed io ancora indugiavo, intrecciando orchidee. [...]
Lisao 离骚

朝吾将济于白水兮,登阆风而绁马。 朝发轫于天津兮,夕余至乎西极。
忽反顾以流涕兮,哀高丘之无女。 凤皇翼其承旗兮,高翱翔之翼翼。

Al mattino decisi di traversare le Acque Bianche


Mi mossi dal mattino partendo dal Fiume Celeste,
per salire al Picco di Lanfeng, dove legai i miei
giunsi alla sera nell’Estremo Occidente.
destrieri.
Fenici volavano intorno, circondando i miei stendardi,
Ma guardatomi intorno, scoppiai in un pianto
improvviso, e s’innalzavano in alto con un maestoso battere d’ali.
[...]
perché su quell’alto colle non c’era neppure una
donna. [...]
Lisao 离骚

忽吾行此流沙兮,遵赤水而容与。
麾蛟龙使梁津兮,诏西皇使涉予。
路修远以多艰兮,腾众车使径待。

Arrivai prestissimo alle Sabbie che corrono

e seguii lentamente il corso del Fiume Rosso.

Ordinai ai miei dragoni di portarmi sull’altra riva,

invitai il Dio d’Occidente a garantirmi un sicuro passaggio.

Lunga era la strada dinanzi e irta di difficoltà! [...]


Lisao 离骚

陟升皇之赫戏兮,忽临睨夫旧乡。

仆夫悲余马怀兮,蜷局顾而不行。

Ma quando fui salito in alto, su nello splendore del Cielo,

d’un tratto m’apparve in basso il mio villaggio natio.

Triste si fece l’auriga ed i cavalli esitanti

abbassarono la testa e non avanzarono oltre.


Lisao 离骚

乱曰:已矣哉,

国无人莫我知兮,又何怀乎故都?

既莫足与为美政兮,吾将从彭咸之所居。

È finita!

In patria non c’è nessuno, nessuno che mi comprenda!

E pure, perché penso sempre alla mia città natale?

Poiché nessuno è degno di lavorare per il «Buon Governo»,

io me ne andrò là dove si trova Pengxian! (Trad. Bertuccioli 2013, 99 ss.)


Jiuge 九歌

• Jiuge 九歌, lett. ‘Nove canti’.

• 11 componimenti (non 9), probabilmente composti IV-III sec.


a.C.

• Qu Yuan (?)

• Derivazione sciamanica → fonte pratiche sciamaniche epoca pre-


imperiale.

• Testimonianze in forma poetica.


Jiuge 九歌

Mi sono bagnata con acqua d’orchidee, aspersa con profumi.

Multicolori sono le mie vesti: io sembro un fiore.

Con lunghe spire il dio è disceso

brillando d’una luce senza fine,

per riposare nel Palazzo della Vita:

come il sole, come la luna è il suo splendore!

Sul carro tirato dai draghi, col manto divino,

egli si libra, spostandosi dovunque.

Il dio discese nella sua maestà luminosa,

ma come un turbine ora s’innalza tra le nubi:

guarda dall’alto la provincia di Ji e altre ancora,

traversa tutto il mondo nel suo viaggio senza fine.

Se penso a lui, profondamente sospiro,

il mio cuore è turbato, non trovo più pace.

(Jiuge, canto 2, Yunzhong jun 云中君, Trad. Bertuccioli 2013, 92)


Jiuge 九歌

«V’è una persona nel cavo del monte,


coperta d’edera, stretta da piante rampicanti,
che mi fissa, schiudendo le labbra a sorriso...
– Dunque tu mi desideri, ti piace il mio aspetto!»
«Guidando un rosso leopardo, seguita da volpi pezzate,
su un carro di magnolia dallo stendardo di cassia,
vestita di orchidee e cinta di azalee,
raccolgo fiori odorosi per darli al mio amato.
Abito in un bosco profondo, che non vede mai il cielo;
arduo è il cammino, perciò sono giunta in ritardo.
Quando mi ergo solitaria sulla vetta del monte,
avendo sotto di me le nubi, simili ad acqua che scorre,
quando tutto rabbuia, quando di giorno fa notte,
quando infuria il vento d’oriente, allora io mando la pioggia.»
«Io qui resto, o fata, dimentico del ritorno.
L’anno volge alla fine: chi mi ridarà la giovinezza?»
Jiuge 九歌

«Sui monti colgo l’erba che fiorisce tre volte,


fra rupi e massi dove si abbarbica l’edera.
Mi preoccupo per lui, che esitando trascura il ritorno.
– Tu mi ami, ma non puoi sciupare il tuo tempo!»
«La donna del monte, fragrante d’erbe odorose,
beve alle fonti rocciose, all’ombra di pini e cipressi.
– Tu mi ami, ma non puoi sciupare il tuo tempo!
Rimbombano i tuoni, nera cade la pioggia
urlano le scimmie, lamentandosi tutta la notte,
il vento geme e fa stormire gli alberi.
Per amore di lei, io resto triste ed indeciso!»

(Jiuge, canto 9, Shangui 山鬼 Trad. Bertuccioli 2013, 93-94)


Jiuge 九歌

Con i grandi scudi in pugno e corazze di rinoceronte indosso,


tra il cozzar delle ruote dei carri, noi ci affrontammo ad armi corte.
Gli stendardi oscuravano il sole, i nemici erano come nuvole.
Mentre dovunque cadevan le frecce, i guerrieri avanzaron a battaglia,
sfondarono le nostre schiere, travolsero le nostre file.
I cavalli di manca caddero uccisi, quelli di dritta furon feriti.
Le ruote sprofondaron nel fango, i cavalli restarono impigliati.
Allora afferrammo le mazze di giada e facemmo rullare i tamburi!
Le circostanze furon avverse, gli dèi potenti furon contro di voi.
Jiuge 九歌

Tutti cadeste massacrati e restaste sull’ampia pianura.


Usciste per non più tornare, partiste senza fare ritorno.
Le strade dell’ampia pianura sono ormai oscure e lontane.
Le lunghe spade ancora alla cintura, gli archi ad armacollo,
le teste spiccate dai corpi, ma lo spirito invitto!
Foste davvero bravi e per giunta valorosi,
forti fino all’ultimo per non perdere l’onore.
Anche se i vostri corpi sono morti, eterno durerà il vostro spirito
e le vostre anime, fra i fantasmi, saranno fantasmi di eroi!

(Jiuge, Canto 10, Guoshang 国殇, Trad. Bertuccioli 2013, 94)


Tianwen 天问

• Tianwen 天问 (‘Domanda celeste’).

• Poemetto 183 distici.

• Secondo tradizione composti da Qu Yuan, affascinato dalle pitture


murali pareti dei templi ancestrali durante l’esilio.

• Componimento con struttura peculiare: domande, quesiti che


spesso non trovano risposta.

Scopo: proporre una serie di enigmi come pretesto retorico e narrativo.


Tianwen 天问

曰:遂古之初,谁传道之?
上下未形,何由考之?
冥昭瞢暗,谁能极之?
冯翼惟象,何以识之?
明明暗暗,惟时何为?
阴阳三合,何本何化?
Tianwen 天问

All’inizio della remota antichità, chi ce lo ha riferito?

il cielo e la terra non avevano ancora una forma, come si può accertarlo?

le tenebre e la luce erano ancora confuse, chi lo può investigare?

il caos era una forma senza sostanza, e chi lo sa?

la luce fu luce, le tenebre furono tenebre, perché è avvenuto così?

il principio positivo e quello negativo si mescolarono, quale fu la loro origine? quale


l’evoluzione?

(Tianwen, Trad. in Bertuccioli 2013, 102)


Buju 卜居 e Yufu 渔父

Buju 卜居 (Il divinatore): esalta la rettitudine morale

Yufu 渔父 (Il pescatore): mette in luce alcuni aspetti giudicati troppo rigidi →
ironia

→ Attribuiti in epoca Han a Qu Yuan.

→ Qu Yuan è anche
personaggio principale.

→ Prosa ritmata.
Buju 卜居

Qu Yuan si trovava in esilio da ormai tre anni senza essere riuscito a farsi richiamare a corte.
Benché avesse servito con devozione e capacità, pure era stato messo in disparte a causa di
calunnie e ne era rimasto tanto sconvolto che non sapeva più da che parte rivolgersi. Fu così che
andò a far visita al Grande Indovino Zheng Zhanyin e gli disse:
«Ho dei dubbi e vorrei che me li risolvessi».
Zhanyin preparò i suoi bastoncelli, spolverò i gusci di tartaruga e gli rispose:
«Quali sono le tue domande?».
Qu Yuan cominciò:
«È meglio essere onesto, semplice e leale, o scansare le difficoltà adattandosi a tutti i
mutamenti? È meglio falciar l’erba e affaticarsi ad arare, o farsi un nome accompagnandosi ai
potenti?
È meglio rischiar la vita per parlare franco e chiaro, o salvare la pelle, servendo le voglie dei ricchi
e dei potenti?
È meglio mantenersi integri, rinunziando a far carriera, o corteggiare favorite con servili lusinghe
e sorrisi sforzati?
È meglio essere onesto, retto e puro, o divenire accomodante e untuoso, come il lardo o la
morbida pelle?
È meglio avanzare come un destriero, capace di percorrere mille miglia, o andar di qua e di là,
come un’anatra sull’acqua, che si mantiene viva seguendo il moto delle onde?
Buju 卜居

È meglio esser aggiogato insieme ad un veloce corsiero o seguire le peste di un bolso


ronzino?
È meglio misurarsi nel volo con i cigni, o litigare per il mangime insieme alle oche ed ai
polli?
Di queste alternative, qual è la buona, qual è la cattiva? Quale dovrò scartare? Quale
dovrò seguire?
La gente è falsa, è corrotta: considera un’ala di cicala come pesante, un moggio come
leggero; spezza e getta via sonore campane di bronzo per far rintronare campanacci di
coccio; esalta i calunniatori, mentre trascura gli onesti.
Ahimè! Quali speranze mi restano? Chi mai riconoscerà i miei meriti?».
Zhanyin mise da parte i bastoncelli e declinò l’incarico con queste parole:
«Vi sono dei momenti in cui la misura di un ‘piede’ risulta troppo corta, altri in cui un
‘pollice’ è troppo lungo.
Vi sono dei casi in cui i miei strumenti si dimostrano insufficienti e che la mia scienza non
sa spiegare.
Vi sono cose che io non posso comprendere nonostante tutti i miei calcoli e su cui le
divinità non hanno potere.
I gusci delle tartarughe ed i bastoncelli invero non possono essere di giovamento ad uno
che ha il tuo animo e la tua mente!». (Buju, Trad. Bertuccioli 2013, 103-104)
Riferimenti bibliografici

• Lavagnino A.C., Pozzi S. 2013. Cultura cinese. Segno, scrittura e


civiltà. Carocci.

• Idema W., Haft L. 2006. Letteratura cinese. Cafoscarina.

• Masi E. 2009. Cento capolavori della letteratura cinese. Quodlibet.

• Bertuccioli G. 2013. La letteratura cinese. L’asino d’oro.

• Roberts A.G. 2007. Storia della Cina. Il Mulino.

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