Sei sulla pagina 1di 4

I Miti cella creazione

PIGMEI
Acqua, tartaruga e piroga

In origine non c’era che acqua,


acqua a perdita d’occhio
fin' sopra alle più alte montagne.
Sulle acque nuotava una tartaruga enorme,
coprendole in parte col suo guscio.
La tartaruga faceva le uova,
e queste uova generavano animali, uccelli, e rettili.
Passò una piroga. Due uova vi caddero
e da queste due uova nacquero
Il primo uomo e la prima donna.
Si chiamarono Ntaum e Rae

(Ntaum significa anche sinistra, negativo; Rae significa anche destra, positivo)
BANTU
Bimba vomita il mondo

In principio, nel buio, non c’era niente, solo acqua. E Bumba era solo.
Un giorno Bumba ebbe dolori terribili. Ebbe movimenti di stomaco e vomito il sole. Dopo
ciò la luce si estese sopra tutto. Il calore del sole prosciugò le acque e iniziarono ad
apparire i neri confini del mondo. Si potevano vedere sabbiose rive e scogli. Non c’erano
però esseri viventi.
Bumba vomitò la luna e le stelle, quindi anche la notte ebbe le proprie luci.
Ma Bumba ancora soffriva di dolori. Ebbe di nuovo movimenti di stomaco e vomitò nove
creature viventi: il leopardo di nome Koy Bumba, L’aquila crestata Pungo Bumba, il
coccodrillo Ganda Bumba e il piccolo pesce chiamato Yo; poi l’anziana tartaruga Kono
Bumba e il fulmine Tsetse, veloce, mortale, bello come il leopardo, poi il bianco airone,
Nyanyi Bumba, ma anche uno scarabeo e la capra di nome Budi.
L’ultimo a essere vomitato fu l’uomo. C’erano molti uomini, ma solo uno era bianco come
Bumba. Il suo nome era Loko Yima.
Queste creature hanno generato tutte le altre. L’airone creò tutti gli uccelli, ma non
l’aquilone. Non è stato lui a generare l’aquilone. Il coccodrillo fece i serpenti e le iguane. La
capra generò tutte le bestie con le corna. Yo, il piccolo pesce, fece tutti i pesci di tutti i mari
e di tutte le acque. Lo scarabeo generò tutti gli insetti.
In seguito i serpenti crearono le cavallette e le iguane le bestie senza corna
Poi i tre figli di Bumba dissero che avrebbero terminato loro la costruzione del mondo. Il
primo, Nyonye Ngana, fece le formiche bianche; ma non era all’altezza dell’opera e morì
durante il lavoro. Ma le formiche, grate per la loro vita e l’esistenza, andarono a cercare la
terra scura nelle profondità della terra coprendo le sabbie sterili per seppellire e onorare il
loro creatore.
Chonganda, il secondo figlio, portò piante stupende, dalle quali crebbero tutti gli alberi,
erbe e fiori della terra. Il terzo figlio, Chedi Bumba, desiderava qualcosa di diverso, ma in
tutti i suoi tentativi riuscì solo fare l’uccello chiamato aquilone.
Tra tutte le creature, l’unica che dava problemi era il fulmine Tsetse. Creava tanti problemi
che Bumba lo ricondusse al cielo. In questi tempi gli uomini erano senza fuoco finché
Bumba non mostrò loro come ottenerlo dagli alberi. «Il fuoco si trova in ogni albero», disse
loro e poi mostrò come farlo scaturire da pezzi di legno. Ogni tanto ancora oggi Tsetse
cade giu, attacca la terra e causa disastri.
Quando il lavoro della creazione terminò, Bumba attraversò il Villaggio tranquillo e disse
alla gente: «Guardate - tutte queste meraviglie. Sono vostre». E da Bumba, il Creatore, il
Primo Antenato, che provengono tutte le meraviglie che vediamo, possediamo e usiamo,
come anche la fratellanza tra animali e gli uomini.
KAYAPÒ
la discesa sulla Terra

Molto tempo fa gli Indios abitavano nel Cielo e nessuno conosceva la Terra.
Un cacciatore si imbatté un giorno in un armadillo e così iniziò a seguirlo, avvicinandosi
sempre più alla preda. Ma, vistosi quasi raggiunto, l’armadillo riuscì a infilarsi nella sua
tana e a raggiungerne il fondo.
Senza perdersi d’animo, l’uomo iniziò a scavare con grande determinazione per poter
raggiungere l'animale. Ma proprio quando stava per cantare vittoria, il fondo del cunicolo
si aprì e solo per un miracolo I’indio riuscì ad aggrapparsi al bordo della voragine che si
era aperta sotto di lui.
Rimase a dondolare nel vuoto per qualche tempo, poi la paura si sostituì allo
sbalordimento per quanto deva sotto di lui. I suoi occhi erano incantati da uno spettacolo
di incredibile bellezza: uno sconfinato arcobaleno, fatto di tante sfumature di verde, di cui
non si riusciva a vedere né l’inizio ne' la fine. Riavutosi dalla sorpresa riuscì a risalire e
corse immediatamente a chiamare i suoi compagni che, molto incuriositi, lo seguirono e
rimasero senza parole a guardare sul bordo della voragine. Dal verde arcobaleno si
sprigionava un calore che giungeva sino a loro impregnato di mille colori nuovi, mentre
l’aria era attraversata dal canto d'una miriade d'uccelli che si richiamavano l’un l'altro da
ogni angolo, mentre le farfalle svolazzavano tranquille posandosi sui fiori di mille colori.
Allora compresero che l'arcobaleno era la grande foresta. I fiumi chiari si alternavano a
quelli scuri e, quando le loro acque si mescolavano, il colore acquistava sfumature di
indicibile bellezza. I pesci erano talmente numerosi da non trovare quasi posto nell’acqua,
così che ogni tanto si vedevano saltare fuori qua e là. Gli alberi erano ricurvi, malgrado
non soffiasse alito di vento e capirono che a curvare i rami era il peso della frutta
profumata e abbondante. Pensarono così che se tanta era la frutta altrettanto ricca sarebbe
dovuta essere la selvaggina.
Gli Indios si guardarono tra loro increduli e, senza esitare, si mostrarono desiderosi di dare
maggior serenità al loro futuro e decisero di lasciare la loro dimora per scendere sulla
Terra. Ma non sapevano come fare.
Si riunì dunque il Consiglio degli anziani e decise di far preparare una lunga fune usando
tutti i bracciali e le collane della gente della tribù.
Ottennero così un filo robusto che, con l’aiuto di tutti, si rivelò sufficiente per poter
raggiungere la Terra. Piano piano gli Indios incominciarono allora a scendere, aggrappati
alla lunga fune: la maggior parte di loro raggiunse la Terra e si sparpagliò nella foresta per
popolarla; qualcuno invece, non convinto da quanto aveva visto e presagendo che la vita
sulla Terra non sarebbe stata tanto bella come sembrava, decise di restare lassù.
Quando quasi tutti i guerrieri furono scesi sulla Terra, un bambino dispettoso passò vicino
alla fune e, con un coltellino, la tagliò. Così a nessuno fu più possibile scendere e le stelle
che si vedono di notte non sono altro che i fuochi di coloro che la‘ sono rimasti.

Potrebbero piacerti anche