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IL PARADIGMA POSITIVISTA
LE TEORIE SOCIOLOGICHE
La devianza, oltre ad essere concetto sociologico che nasce dallo sviluppo
della disciplina, rappresenta anche uno dei principali oggetti di ricerca agli
albori della nuova scienza. È uno degli oggetti dʼelezione poiché ha a che
vedere con il problema della coesione sociale e dei fattori che la turbano o la
consolidano.
Classifichiamo le teorie sociologiche in due macroaree: il paradigma delle
assenze o dei deficit, e il paradigma delle presenze o dei condizionamenti forti.
Allʼinterno delle carenze o deficit, individuiamo tre approcci:
j. deficit di carattere economico e strutturale (povertà, disoccupazione, crisi
economiche,
disuguaglianze sociali, etc.)
k. deficit di controllo sociale, di valori e regole.
l. Deficit relazionale, educativo, ambientale
Per quello che riguarda i condizionamenti forti, si articolano due sottoinsiemi:
A) Lʼapprendimento di modelli devianti trasmessi sia nei contesti di relazione,
sia nella cultura diffusa
B) La forte responsabilità del processo di etichettamento e di stigma provocati
dalla reazione sociale e istituzionale alla devianza, che amplifica e consolida lo
strutturarsi di identità e carriere devianti
l deficit di opportunità è il centro delle teorie delle subculture che hanno come
autori di riferimento Cohen, Cloward e Ohlin. Lʼanalisi si concentra su quelle
forme di devianza
collettiva e sulla criminalità giovanile. Come Merton, considerano la devianza
frutto della tensione fra mete e mezzi, però considerano il comportamento
deviante come un adattamento collettivo – appreso e consolidato allʼinterno di
un gruppo - più che individuale. Integrano, inoltre lo spettro degli adattamenti
con gli aspetti psicologici ed espressivi. La subcultura deviante nasce da un
processo graduale che coinvolge più individui, i quali cercano di risolvere i
propri problemi, facendo emergere standard di riferimento normativi di gruppo.
Osservando la subcultura deviante dei giovani maschi dellaclasse operaia,
notiamo come non tutti i crimini siano frutto di razionalità e ricerca dellʼutile. La
malignità, la gratuità e la distruttività sono tutte caratteristiche espressive
molto comuni. Oltre la ricerca di un adattamento collettivo, Cohen aggiunge il
concetto di frustrazione di status, ovvero la consapevolezza della difficoltà di
raggiungere uno status da cui ne derivi considerazione sociale. Dinnanzi a
questa situazione, i giovani hanno tre opzioni per sopperire al deficit di
opportunità legato al loro status:
j. Impegnarsi nello studio e ottenere credenziali per salire di status
k. Adattarsi allo stile di vita della classe operaia senza entrare in conflitto con
i valori della classe dominante
l. Aderire alla subcultura deviante che utilizza mezzi illegittimi per perseguire
le mete condivise
Ohlin e Cloward elaborano la teoria delle opportunità differenziali: secondo loro,
la frustrazione di status non sempre produce devianza collettiva. Questo
avviene solo quando la colpa del fallimento personale si attribuisce
allʼordinamento sociale. In questo caso lʼindividuo, insieme ad altri nella sua
stessa condizione, comincia a mettere in dubbio la legittimità dellʼordinamento
sociale. Lʼinnovazione dei due sta nellʼaver individuato la struttura illegittima
delle opportunità, ovvero il fatto che a non tutti i devianti siano
accessibili tutti i mezzi non legittimi: a seconda del quartiere, dello slum, del
grado di integrazione con i trasgressori, dellʼetà, emergono subculture devianti
distinte. Queste sono:
– Subcultura conflittuale: violenza per acquisire status, cioè una reputazione
e il controllo del territorio.
– Subcultura criminale: i membri utilizzano mezzi illegali (furto, gioco
dʼazzardo, spaccio, sfruttamento della prostituzione) per procurarsi denaro.
Di solito nasce nei quartieri meno marginali e disorganizzati, visto la stretta
interconnessione fra soggetti criminali e non.
– Subcultura astensionista: si consumano droghe; i membri hanno in comune
il fatto di vivere in una condizione di doppio fallimento – non hanno
perseguito il successo né con i mezzi legittimi, né con quelli illegittimi.
LE TEORIE NEOPOSITIVISTE
Nonostante le teorie di Lombroso non sopravvissero di molto al suo autore,
oggi le teorie bioantropologiche, secondo cui la criminalità è influenzata da
caratteristiche biologiche e psichiche degli individui, sono state riprese da
diversi autori.
Nel corso del ‘900 la tesi dellʼereditarietà della criminalità è stata al centro di
alcune ricerche sulle famiglie americane, la cui più famosa è la ricerca di
Dugdale sulla famiglia Jukes. Secondo Sheldon, invece, la delinquenza è
determinata dalle cellule riproduttive e che la soluzione del problema e il
controllo sociale devono avvenire con lʼaccoppiamento selettivo. Altri
sostengono che sia la costituzione fisica la caratteristica fondamentale che
divide criminali da persone normali.
I limiti di questi studi sul piano metodologico sono intanto la limitatezza e
lʼassenza di gruppi di controllo.
Ricerche più serie dal punto di vista metodologico sono quelle fatte, negli ultimi
anni, sulla configurazione di alcune aree del cervello. Confronto fra genetica e
neuroscienze. Qualunque scienziato sa, però, che lʼideache siano i geni a
determinare tutto è falsa: gli organismi sono sottoposti ad un lavorio e una
trasformazione continua, in cui i geni interagiscono con gli ambienti attraversati
dagli organismi (es. tossicodipendenza dei soldati in Vietnam, solo il 10%
rimane tossico dopo la fine della guerra – importanza del contesto).
Pur ammettendo che la biologia possa giocare un ruolo, è di scarsa utilità nella
spiegazione della devianza ingenerale, in primo luogo perché è caratterizzata
culturalmente e socialmente, e le qualifiche relative ai comportamenti devianti
cambiano nel tempo. Correlare la dimensione neurologica e quella
comportamentale in modo diretto e causale, implica il mancato riconoscimento
delle componenti simboliche, interattive e cognitive della vita umana. Il campo
del rapporto tra biologia e condotta rimane comunque aperto alla ricerca.Il
determinismo biologico rappresenta una via dʼuscita retorica di grande utilità
per chi deve individuare le soluzioni ai problemi generati dalle devianze.