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Dati aggregati sui crimini e i criminali sono raccolti da ormai più di due secoli.
Per molto tempo i dati così raccolti sono stati considerati una fotografia
attendibile e sempre più
accurata della realtà.
È un grave errore pensare che i dati statistici raccolti siano esaustivi (che
corrispondano alla totalità dei reati compiuti) e rappresentativi del fenomeno.
Su che cosa rappresentano le statistiche criminali e, di conseguenza, sul loro
possibile utilizzo, a lungo si sono confrontate visioni diverse.
LE INDAGINI DI AUTOCONFESSIONE
Si tratta di indagini tramite utilizzo di questionari anonimi strutturati e
autosomministrati (compilazione) in cui gli individui sono invitati a confessare
lʼeventuale messa in atto di un reato e a fornire informazioni circa la frequenza e
le caratteristiche di tali attività e le eventuali reazioni sociali e giudiziarie subite
o le condizioni che hanno reso possibile la non scoperta.
Nella loro costruzione ideale permetterebbero di:
- quantificale la criminalità reale e mostrare come la criminalità sia un fenomeno
ben più vasto e diffuso di quello raffigurato nelle statistiche ufficiali,
- ricostruire la distribuzione della delinquenza nei diversi gruppi sociali in base
al genere, classe sociale, età, appartenenza etnica,
- verificare la plausibilità empirica di teorie sul comportamento deviante,
- fare analisi comparate tra vari paesi,
- valutare lʼefficacia delle politiche di controllo e di prevenzione.
Questa modalità ha dei limiti:
- metodo di campionamento e numerosità del campione spesso
producono gruppi poco rappresentativi
- impossibilità materiale di porre la lista di tutti i reati possibili. Spesso si
propongono illeciti di scarsa gravità, i reati importanti hanno spazio
minore. Altre volte vi è la difficoltà a ricondurre i propri comportamenti alle
fattispecie penali così come sono definite nei codici e nelle leggi.
- Indisponibilità dei soggetti a confessare reati gravi non scoperti
- possibilità che vengano confessati reati non commessi.
La difficoltà a superare questi ostacoli ha indotto i ricercatori ad adottare
strategie di adattamento che si muovono in due direzioni:
". Abbandonare la pretesa di indagini universali (tutta la popolazione per tutti i
reati) e limitarsi a condurre indagini di minore estensione;
$. Porre attenzione, qualora interessati a ricognizioni sullʼintera popolazione, a
un numero limitato di illeciti, in genere più comuni e di non eccessiva
$.