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LA FRASE SEMPLICE
La frase semplice
• L’analisi logica identifica le categorie sintattiche della frase semplice: soggetto,
predicato, complemento, attributo, apposizione.
• L’analisi grammaticale identifica le categorie grammaticali: le cinque parti variabili e
le quattro parti invariabili del discorso: Articolo, nome, pronome, aggettivo, verbo / avverbio,
preposizione, congiunzione, interiezione.
• L’analisi sintattica o del periodo identifica le varie specie di proposizioni che
compongono la frase complessa: principale, coordinata, subordinata.
Il testo
• Nella sua realtà concreta la lingua si presenta in testi.
• Il testo è un atto comunicativo con un'intenzione e una finalità definite tra emittente e
destinatario che si svolge intorno a un unico tema e ha caratteri di unità e completezza. Ha
una funzione riconoscibile e si pone in un contesto situazionale e presupposizionale.
• Nel testo si possono distinguere frasi semplici e complesse (formate da più
proposizioni).
• La proposizione è ogni segmento di frase fornito di un predicato.
• La frase può essere verbale (provvista del verbo), nominale (priva del verbo) ed
ellittica (del soggetto, del verbo, del complemento oggetto, o di altri costituenti della frase;
ellissi nei dialoghi).
La struttura della frase semplice
• I due componenti indispensabili della frase sono: il soggetto e il predicato.
• Il soggetto è ciò di cui parla il predicato; il predicato è l’elemento che dice qualcosa
del soggetto.
• [ Secondo altre teorie linguistiche la frase semplice ha due componenti fondamentali: gli
elementi nucleari ed extranucleari (o circostanziali). Le valenze o argomenti del verbo - gli elementi
necessari per completare il significato della frase - sono il criterio in base al quale possiamo
distinguere gli elementi nucleari da quelli extranucleari: esistono verbi con valenza zero, monovalenti,
bivalenti, trivalenti.
Valenze e argomenti del verbo
• Esistono verbi con valenza zero (piove), monovalenti (nascere, correre partire + soggetto,
bivalenti (lodare, intraprendere - a 2 argomenti), trivalenti (dare, donare, scrivere – a 3 argomenti).
• Se un dato elemento sia nucleare o extranucleare dipende dalle caratteristiche semantiche e
grammaticali del verbo e dal contesto
• Ricevere:
- Mv. Questa radio non riceve bene
- Bv. Paolo ha ricevuto una lettera
- Tv. Il mare riceve le acque dai fiumi
Struttura generale della frase semplice
• SCHEMA ad albero:
• Frase
• Elementi nucleari / elementi extranucleari
• Soggetto e Sintagma verbale
• Verbo - Argomenti del verbo (diversi dal soggetto) – Elementi avverbiali ]
Il soggetto
• Il soggetto è un componente fondamentale della frase, è ciò di cui parla il predicato e
completa il significato del verbo.
• Concorda con il predicato nel numero, nella persona e nel genere
• Qualsiasi parte del discorso può fare da soggetto (nome, pronome, aggettivo, verbo,
articolo, preposizioni ecc. ed anche un’intera proposizione
• La sua posizione è generalmente prima del verbo, tranne che per alcuni verbi
intransitivi
• Può essere sottinteso
I criteri formali che individuano il soggetto
• La posizione all’inizio della frase
• Il caso nominativo per le lingue che possiedono le declinazioni
• L’intonazione della frase (Maria / ama Paolo)
Oltre ai criteri formali si deve ricorrere a criteri di ordine logico-semantico (infatti il
soggetto grammaticale non dev’essere il soggetto logico, ossia l’agente reale dell’azione:
Giovanni è stato colpito da Giorgio).
Qualsiasi elemento della frase possiede un ruolo sintattico (soggetto, complemento, ecc.) e un
ruolo semantico (agente, paziente, strumento).*
Il predicato
• Il predicato è ciò che viene detto a proposito del soggetto. (Il p. è l’elemento che
dice/predica qualcosa del soggetto)
• Può essere di due specie: verbale e nominale (voce del verbo essere=copula + nome o
aggettivo) (Il vestito è bianco; Milano è una città).
• Il predicato verbale è costituito da un verbo predicativo ossia di significato compiuto
e che può essere usato anche da solo. Il predicato nominale è costituito da una voce del verbo
essere (detta copula) e un nome o un aggettivo (parte nominale) che completano il significato
del verbo.
Il predicato verbale
• Sono predicati verbali anche:
- * il verbo essere quando significa “esistere, stare, rimanere, abitare, risiedere, vivere, trovarsi,
appartenere” (L’auto è di mio fratello; Maria è a Roma da due anni; Dio è))
- i verbi passivi, infatti il verbo essere vi ha funzione di ausiliare (Il libro è stato letto da tutta la
classe)
- i tempi composti di numerosi verbi intransitivi, dei verbi riflessivi, e degli intransitivi
pronominali (Oggi è arrivata in ritardo; Marco si è pettinato, Carla si è vergognata)
- i verbi servili (dovere, potere e volere) e fraseologici (cominciare a, stare per, smettere di) che
formano un tutto unico con il verbo che reggono
- *c’e; ci sono
I copulativi (da copula=legame)
• Parere, sembrare, stare, rimanere, diventare, riuscire, risultare, nascere, vivere,
morire, rendere ecc. (fare, agire, operare; stare, restare, rimanere; risultare, apparire,
rivelarsi; formare, costituire, rappresentare, comporre; comportarsi, mostrarsi,
presentarsi; prospettarsi, delinearsi, profilarsi).
• Questi verbi servono a collegare il soggetto a un nome o a un aggettivo detto
complemento predicativo (Mario riesce simpatico, sembra malato, sta bene…) e ne
completano il significato.
• Anche altri verbi si possono costruire con il complemento predicativo sono i
cosiddetti:
• appellativi al passivo (essere detto, chiamato, nominato, battezzato)
• effettivi alcuni intrans.(stare, restare, parere, sembrare, diventare, divenire, rendere,
fare)
• elettivi al passivo (essere eletto, creato, nominato, acclamato, scelto, assunto)
• estimativi al passivo (essere stimato, ritenuto, considerato, creduto, giudicato)
Le espansioni del soggetto e del predicato
Il sintagma
• Il sintagma è un gruppo di elementi linguistici che formano un’unità in una frase.
• Si distinguono:
- sintagma nominale= nome + determinanti (articolo, aggettivo, complementi)
- sintagma verbale (verbo + altri elementi)
- sintagma preposizionale (nome + nome o sintagma nominale)
- sintagma aggettivale (aggettivo + altri elementi)
Il sintagma è composto secondo l’ordinamento gerarchico testa + complementi o
determinanti.
L’analisi della frase riconosce i costituenti immediati: sintagma verbale e nominale + coppie
successive di costituenti fino alle singole parole. ]
I complementi*
• I complementi sono i vari componenti della frase che hanno la funzione di completare
quanto è espresso dai componenti fondamentali: soggetto e predicato.
• Si distinguono: complementi diretti e indiretti.
• Il complemento diretto dipende sempre da un verbo transitivo ed è costruito senza
preposizione.
• I complementi indiretti sono costruiti per lo più con preposizione semplice o articolata
(c. di termine, di mezzo, di modo, di stato in luogo, di tempo, ecc.).
1. Che cosa sono i complementi
• I complementi sono nomi, ma anche altre parti del discorso (avverbi, forme verbali
all’infinito) che completano, con funzioni e in modi diversi, i due componenti
essenziali della frase, soggetto e predicato. Il complemento può dipendere anche da:
- un complemento predicativo del soggetto Carlo sembra simile a Giovanni
- un attributo Lui è nostro nipote, molto caro a mia moglie
- un’apposizione Lui è Carlo, l’amico di Giovanni
- un altro complemento Passeggiavo nei pressi della casa di Leila
2. La classificazione dei complementi
• I complementi si possono distinguere in base a due criteri:
a. in base all’elemento da cui dipendono:
• a. complementi del nome (dipendono sempre dal soggetto: specificazione, partitivo,
denominazione);
• b.complementi del verbo (dipendono sempre o spesso dal predicato: oggetto,
predicativo dell’ogg., termine, agente ed altri; mai il compl. di specificazione).
• 2. La classificazione dei complementi
b. in base al modo in cui sono collegati al termine da cui dipendono:
• a. complementi diretti (sono collegati al termine da cui dipendono – in particolare il
verbo – senza preposizione;
• b. complementi indiretti (sono collegati al termine da cui dipendono tramite una
preposizione o locuzione avverbiale).
Il complemento oggetto o diretto
• Il complemento oggetto è un sostantivo o qualsiasi altra parte del discorso che
determina l’”oggetto” dell’azione espressa dal verbo, unendosi ad esso senza alcuna
preposizione.
• Si distingue dal soggetto in base all’ordine delle parole.
• Tutti i verbi transitivi hanno un complemento oggetto.
• Il complemento oggetto diventa soggetto nella forma passiva dei verbi transitivi.
• Alcuni verbi intransitivi hanno un c. oggetto detto complemento dell’oggetto interno
(con la stessa base del verbo o significato affine).
• Il c. oggetto subisce l’azione del verbo (è il “paziente”); la definizione fondata sul
significato è utile per distinguere l’oggetto interno e l’identità di soggetto e oggetto nei verbi
riflessivi e nei reciproci)
• Il c. oggetto può essere un nome, un pronome, un verbo, un aggettivo o un avverbio
sostantivato, una congiunzione, un’interiezione (Non conosco Marco; Non lo conosco; Voglio
parlare; Non ne vedo l’utile (=l'utilità); Non amo né il troppo né il poco!; Non capisco il
perché; Ho sentito un “oh!”)o una proposizione oggettiva (vedo che siete tristi = la vostra
tristezza)
Il complemento predicativo
• Il complemento predicativo è un aggettivo o un sostantivo che si riferisce
grammaticalmente al soggetto o al complemento oggetto, ma completa il significato del
verbo. (Il giovane cresce sano; I deputati hanno eletto presidente l’onorevole Bianchi)
• Il complemento predicativo del soggetto accompagna obbligatoriamente i verbi
copulativi; i verbi passivi appellativi, elettivi, estimativi, effettivi (Esempi p.109)
• Il complemento predicativo dell’oggetto accompagna gli stessi verbi (appellativi,
ecc.) che al passivo reggono il compl. predic. del soggetto, ma usati nella forma attiva
- a volte può essere introdotto da: a, per, da, come, in qualità di... (è stato scelto come
rappresentante).
L’attributo
• L’attributo è un aggettivo che serve a qualificare, determinare, caratterizzare un
sostantivo dal quale dipende sintatticamente.
• Può essere riferito al soggetto, al compl. oggetto o a qualsiasi compl. indiretto, alla
parte nominale del predicato nominale, all’apposizione, ma non al predicato verbale.
• Può essere accessorio o parte integrante dell’elemento cui si riferisce (Il celebre tenore
cantò una bella romanza - Con la luce spenta non vedo nulla).
• Possono fare da attributo: tutti gli aggettivi, i participi che non abbiano valore verbale;
alcuni avverbi in espressioni particolari (Quel ragazzo Che ragazzo!; Un ragazzo scostante,
Un ragazzo impegnato; La signora della porta accanto, Un ragazzo bene, Un compito così
così).
• L’attributo può anche essere sostituito da un sintagma preposizionale (di grido,
d’avanguardia, d’avventura, di lusso, di razza; Armani è uno stilista di grido) o da una
proposizione relativa (Il brano che segue è tratto dal “Giorno” di Parini) e in questo caso ha
la funzione di determinante della testa del sintagma nominale.
Le funzioni dell’attributo
• Se ne possono ricordare tre fondamentali:
- funzione quantificatrice (tanti bambini, tre ruote)
- funzione caratterizzante (categoria ristretta: i ragazzi sportivi; i ragazzi che praticano
sport godono di ottima salute = relativa determinativa o limitativa)
- funzione esornativa (qualità implicita la rosa profumata; epiteti: il pié veloce
Achille;Pallade occhio azzurro).
L’apposizione
• L’apposizione è un sostantivo che messo accanto ad un altro lo definisce meglio (Molti
ammirano il regista Fellini; La signora Anna).
• Si può riferire al soggetto o a qualsiasi complemento – oggetto e indiretto – e alla parte
nominale del predicato nominale e può seguirli o precederli (Sono andato da Giulio, il
meccanico; Il meccanico,Giulio, è ammalato).
• Quando l’apposizione segue il termine può avere altri determinanti (attributi o
complementi) (Sono andato da Giulio, il meccanico di mio padre; Sono andato da Giulio il
meccanico anziano; Alessandro Manzoni, il famoso scrittore, nacque a Milano).
• Può essere introdotta da preposizioni, avverbi o locuzioni preposizionali (Luca, da
amico, mi aiuta sempre; Mario come allenatore non vale niente; Sono stato invitato al
battesimo in qualità di padrino)).

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