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vegetali Il nome
deriva da “botanè”, ”, che significa erba. Le erbe sono piante che mantengono una
struttura primaria. Il metodo scientifico di cui si avvale la botanica prevede
l’osservazione, la formulazione di un’ipotesi, la verifica della stessa tramite dati ed
esperimenti e, infine, la costruzione di una teoria che rappresenti il fenomeno
osservato.
Con l’avvento della biologia molecolare, è stato possibile costruire degli alberi
filogenetici simili agli alberi a quelli fatti in passato su base morfologica. In passato si
dividevano gli organismi in
animali, vegetali e il mondo
non vivente.
Successivamente si sono
sviluppate maggiori
suddivisioni fatte su base
morfologica. Da questi studi
si sviluppò la teoria dei 6
regni con: euba
eubatteri,
archibatteri, protisti
(protozoi
protozoi e alghe
unicellulari), piante
eucariotiche pluricellulari,
animali e funghi.
Le piante terrestri vediamo si sono originate da un’alga verde primitiva che è riuscita
a sopravvivere sulla terra. Dalle alghe verdi terrestri si sono originate le piante
non vascolari (muschi) e quelle vascolari.
Nello stesso periodo, comparvero anche le felci, che hanno un vero e proprio sistema
di conduzione, grazie alla comparsa di una molecola che non esisteva prima: la lignina,
elemento fondamentale del legno. La sua funzione è quella di dare resistenza
meccanica ai vasi conduttori consentendo al vegetale di assumere una struttura
eretta.
Dalle prime piante vascolari si svilupparono le piante senza semi e quelle con i semi
che racchiudono il gruppo delle conifere (gimnosperme) e poi finalmente come
ultime le piante a fiore (angiosperme).
Questa divisione è quindi basata sul tipo di riproduzione, le piante terrestri, i muschi e
le felci si riproducono per spore, mentre le gimnosperme e le angiosperme si
riproducono per seme. Inoltre, nelle gimnosperme il seme è scoperto, mentre nelle
angiosperme il seme è contenuto in un frutto. Inoltre, le piante, possono essere divise
in monocotiledoni e dicotiledoni. La cotiledone è la fogliolina embrionale, quindi
nelle monocotiledoni ne è presente solo una, mentre le dicotiledoni possiedono
due foglioline embrionali.
A livello geometrico: gli organismi animali tendono ad avere il massimo volume con
la minima superficie (la forma geometrica che corrisponde a questo risultato è quella
della sfera). Le piante tendono ad avere la massima superficie ed il minimo volume
(forma corrispondente: lamina).
A livello nutritivo: la pianta si nutre assorbendo liquidi dal suolo e gas dall’atmosfera;
l’animale si nutre assumendo le sostanze che trova spostandosi.
Nonostante queste importanti differenze, a livello cellulare molti processi sono simili,
se non identici. Gran parte delle informazioni (relative a strutture e processi)
conosciute per le cellule animali sono valide anche per le cellule vegetali.
I monosaccaridi possono unirsi a formare catene anche molto lunghe che prendono il
nome di polisaccaridi. Tra i polimeri di glucosio troviamo l’amido e il glicogeno che
hanno funzione di riserva. L’amido primario è quello che si forma a livello
fotosintetico (ad esempio nei cloroplasti), l’amido in eccesso viene convertito e
trasportato come amido secondario in altri organi della pianta come ad esempio nelle
cellule corticali della radice.
I lipidi hanno sia funzione di riserva sia funzione strutturale, come ad esempio i
fosfolipidi che costituiscono la membrana cellulare. I fosfolipidi sono composti da
molecole di acidi grassi a una molecola di glicerolo. Sono costituiti da una testa polare
idrofilica, contente fosfato, e da una coda apolare idrofobica, composta da acidi grassi.
Il carbonio assimilato in questo modo viene utilizzato per costruire tutte le molecole
biologiche e per produrre energia, attraverso il processo della respirazione
Cellula vegetale
Parete cellulare
All’esterno della membrana troviamo la parete cellulare, estremamente importante
non solo perché consente alle piante di avere rigidità e resistenza meccanica e perché
protegge entro certi limiti da parassiti ed invasioni esterne, ma consente anche le
comunicazioni tra le cellule ed è un modo per inviare dei messaggi che serviranno ad
esempio per il differenziamento o per rispondere ad un’invasione esterna. Un
frammento di parete che può arrivare al nucleo, invia dei segnali e il nucleo risponde;
la parete è dunque anche fonte di segnali.
La composizione e la struttura della parete oltre che per la tipologia cellulare, possono
variare in base all’età della cellula e alle condizioni ambientali in cui essa vive.
La cellulosa è la molecola organica più abbondante sulla terra, importante anche per
l’economia
nomia umana e energia. Catena costituita da molecole di glucosio e la molecola
successiva è legata ruotata di 180°, sono lunghissime catene, che sono fibrille. Le
fibrille sono il risultato dell’unione di più microfibrille, ogni micr fibrilla è il risultato
risultat
dell’unione di più catene di cellulosa, le catene sono tenute assieme da legami a
idrogeno, così come le microfibrille.
Le proteine strutturali sono quelle che vanno a fare da legame tra diversi
costituenti di parete, mentre quelle enzimatiche sono enzimi che possono entrare in
azione o durante il differenziamento o in risposta con l’ambiente esterno. Una di
queste proteine, appena scoperta prese il nome di estensina, in realtà è una proteina
strutturale, venne chiamata così perché venne ricavata da materiale costituito di
cellule che si stavano distendendo. Proteine strutturali:
- HRGP: glicoproteine ricche di idrossiprolina, lapiù nota è l’estensina.
- Arabino-galattano-proteine,ancheessericchediidrossiprolina,piccoleemoltosolubili.
- Proteine ricchediglicina:tipiche deitessutivascolari edellerisposte alle ferite.
- PRP: proteine ricche diprolina.
- Proteine di adesione: mediano le interazioni tra parete, plasmalemma e
microtubuli del citoscheletro.
Tra le proteine enzimatiche invece troviamo: cellulasi, pectinasi, perossidasi, pectin-
metilesterasi, fosfatasi acide, chitinasi e glucanasi.
Si distingue dalla parete primaria per la natura delle componenti, per le caratteristiche
chimico- fisiche e per il momento in cui viene deposta.
Differenze: la lunghezza delle catene di cellulosa sono più lunghe, maggior percentuale
di zone cristalline nelle fibrille che conferiscono maggiore resistenza e rigidità,
diminuisce la quantità di acqua, aumenta la percentuale delle emicellulose, le pectine
sono esterificate; esterificate perché ci sono cellule meristematiche che si distendono,
a seconda della loro posizione sono destinate a svolgere funzioni diverse e a seconda
della funzione hanno una parete diversa, es. cellule parenchimatiche hanno parete
secondaria solo cellulosica, le cellule destinate a diventare vasi conduttori andranno
incontro a delle modificazione, quindi per esempio nelle piante superiore avremo la
lignificazione; le cellule della cuffia più esterne invece andranno incontro ad un
processo di gelificazione perché favoriscono la crescita della radicenel suolo,
nefacilitano il passaggio.
Principali modificazioni:
Lignina: compare nelle piante terrestri solo nelle felci, ed è un polimero di natura
fenolica molto complesso (aromatico con gruppo OH). Non tutti i passaggi della sintesi
sono chiari, è noto però che l’enzima chiave del processo di polimerizzazione è
l’enzima PAL (fenilalanina-ammoniaca- liasi), la molecola base è il fenil-propano che
viene trasformato in tre alcoli, i quali vengono secreti nella parete come monomeri e
qui polimerizzano, sostituendo l’acqua. Quindi la lignina è un polimero di alcoli
aromatici che va ad impregnare la parete. Visto che si sostituisce all’acqua, si può
dedurre che non sia permeabile all’acqua e nemmeno all’aria. Una volta che la lignina
è stata sintetizzata e la parete tutta lignificata, la cellula va incontro a morte cellulare
programma perché rientra nel piano di sviluppo della pianta. Il processo avviene
lungo le fibrille di cellulosa, coinvolge tutta la parete e conduce alla morte cellulare; la
parete cellulare lignificata è idrofoba, resistente e non plastica. La lignina è un
problema quando si vuole estrarre un componente perché ci sono doppi legami che
fanno sì che la lignina appaia auto fluorescente e osservato al microsc
microscopio la si vede
fluorescente, mentre la cellulosa no. La lignina si mette in evidenza molto fac facilmente
con coloranti specifici.
Cere e cutine: Le cellule che si trovano sulla superficie degli organi epigei delle piante
sono tutte rivestite da uno o strato llipofilo, la cuticola costituita da cere e cutine. Le
piante che abitano in ambiente arido hanno questi strati particolarmente abbondanti.
La cuticola ha diverse funzioni: controllo della temperatura, protezione dalle
aggressioni chimiche e dal vento e protezione neiconfronti di attacchi da parte di
agenti patogeni. Cere e cutine servono soprattutto negli ambienti particolarmente
aridi. La cuticola è costituita da cere catene di idrocarburi a lunga catena ed esteri di
acidi grassi, e cutine poliestere a maglia tridimensionale diossiacidi,acidi grassi e acidi
epossidici.
Suberina: Le paretipossono essere suberificate.
La suberina è un poliestere di acidi grassi, alcoli e ossidi acidi, con componenti
fenoliche lignino simili. Si trova soprattutto nella scorza esterna degli alberi
(corteccia), ma può trovarsi anche all’interno. Impermeabilizza totalmente la cellula
ed è incompatibile con la vita, quindi le cellule suberificate sono cellule morte.
Vacuolo
Le cellule vegetali hanno un vacuolo, cioè una sorta di cisterna, che è presente solo
nelle cellule vegetali differenziate, mentre in quelle indifferenziate e quindi
meristematiche sono presenti soltanto piccoli vacuoli.
Tonoplasto
Una membrana lipoproteica abbastanza simile ma con alcune differenze rispetto al
reticolo endoplasmatico e al plasmalemma (glicolipidi > fosfolipidi). Delimita il vacuolo e
interagisce contemporaneamente con il citoplasma e gli altri organelli (all’esterno) e con
il succo vacuolare (all’interno). Membrana asimmetrica:
- Presenza deiresidui glicidici delle glicoproteine rivoltiversoil succo vacuolare.
- Presenza di proteine carriers, di pompe protoniche, proteine canali ed
enzimi(ossidoreduttasi).
Il vacuolo è un compartimento acido, grazie alla presenza di ATPasi che concentrano protoni
all’interno.
UNIPORTO: trasporto di una molecola in una direzione.
ANTIPORTO: trasporto di due molecole in direzione opposta.
SIMPORTO: trasporto di due molecole nella stessa direzione.
Succo vacuolare
Il succo vacuolare è costituito in gran parte di acqua, nella quale sono disciolte diverse sostanze:
cationi e anioni inorganici (sodio,potassioecalcio sono i cationi più frequenti;cloruro,solfato,fosfato
enitrato sono gli anioni più comuni) e anioni organici.
Le piante superiori accumulano nel vacuolo quantità
variabili dimalato,citrato,ossalato, succinato e fumarato.
Amminoacidi
Nelle piante superiori e nei lieviti vengono prevalentemente accumulati aminoacidi basici
(arginina, lisina e ornitina).
Aminoacidi possono essere proteici e non proteici.
Gli aminoacidi proteici non ripassano nel citoplasma per partecipare alla sintesi delle
proteine, ma servono come riserva solubile di azoto, da utilizzare quando si verifichi una
carenza di questo elemento.
Carboidrati
Monosaccaridi:glucosio(uvaeciliegie)efruttosio(pesche) Disaccaridi: saccarosio
(barbabietole e canna da zucchero)
Polisaccaridi: fruttosani (es: inulina nelle composite margherite e daglie) e mannani. Gli
zuccheri rappresentano un’importate fonte di materiali di riserva.
Flavonoidi
Sono idrosolubili, pigmentano il fiore di molte famiglie di Angiosperme, ma sono presenti
in altre parti della pianta: le foglie autunnali, i frutti e le radici.
Tra i flavonoidi possono essere distinti:
- gli antociani, che hanno colore rosso in ambiente acido e virano all’azzurro in
ambiente basico (ortensia). Le foglie autunnali e quelle rosse, devono il loro
colore alla presenza di antociani.
- i flavoni e i flavonoli, che impartiscono colori dal
giallo al bianco avorio. I flavonoidi svolgono
funzione vessillare (attirano gli insetti),
proteggono dalle radiazioni UV (più si sale in
montagna più i colori sono intensi, perché gli uv
sono più forti).
- Alcaloidi: sono composti organici che spesso, ma non sempre, hanno carattere
basico. Sono poco o nulla solubili in acqua, se non in forma di sali. Tra questi:
la colchicina (Colchicum autumnale) e la vinblastina (Vinca rosea), che
inibiscono la proliferazione cellulare bloccando l’assemblaggio dei
microtubuli l’atropina, la caffeina, la nicotina, la morfina, la cocaina, che
intervengono a vari livelli sul sistema nervoso centrale e periferico; i
derivati dell’acido lisergico (LSD) sono sostanze allucinogene che si
formano nei vacuoli degli sclerozi di un fungo ascomicete
patogeno:Clavicepspurpurea.
Il significato di queste sostanze nelle piante è poco conosciuto: attraverso
l’azione sul metabolismo animale le piante esercitano un controllo sulle
popolazioni degli animali fitofagi, ottenendo una limitazione della loro
appetibilità e l’acquisizione di una obiettiva tossicità.
- Glicosidi: Sono composti formati da una parte zuccherina(gruppogliconico) e
da una non zuccherina(gruppo agliconico). I glicosidi cianogenetici sono
compartimentalizzati nel vacuolo, mentre gli enzimi in grado di idrolizzarli
sono localizzati nel citoplasma. Quando, in seguito a masticazione o a
triturazione, il substrato e gli enzimi vengono a contatto, si ha liberazione di
acido cianidrico in quantità tossiche. I glicosidi ciano genetici svolgono un
ruolo di protezione contro l’attacco di erbivori e predatori.
- Tannini: sono composti polifenolici. I tannini sono di colore marrone o nerastro
e vengono facilmente ossidati (es. mela che diventa scura dopo essere
statatagliata). Sono astringenti, precipitano le proteine salivari e rendono quindi
di gusto sgradevole i tessuti vegetali che li contengono.
Immobilizzanoglienzimiextracellularideimicrorganismipatogeni,ostacolandoipro
cessiinvasivi (funzione protettiva). Il deposito di tannini può essere indotto da
stress idrico.
- Oli essenziali e terpeni. Gli oli essenziali sono composti organici volatili,
provvisti di caratteristico odore, nella maggior parte dei casi piacevole. In
genere, sono miscele di 50 e più molecole, tra queste moltoimportanti sono i
terpeni, che derivano dall’isoprene. A seconda dei casi, gli odori emanati
dalla pianta possono attrarre o allontanare gli insetti.
- Resine, balsami, gomme caucciù.
Origine dei vacuoli
Si ritiene che possa avere una duplice origine, perfusione di vescicole del reticolo
endoplasmatico e del Golgi, formando vescicole che si ramificano in tutta la cellula e
successivamente questi rami inglobano il citoplasma e lo digeriscono, quindi nella
fase di formazione i vacuoli hanno un’attività litica che poi manterranno solo i vacuoli
coinvolti nel differenziamento o nella morte cellulare indotta e programmata.
Quindi i provacuoli avrebbero origine da una porzione del reticolo endoplasmatico,
localizzata in prossimità della faccia trans dei sacculi del Golgi, detta GERL (G=Golgi,
ER=Reticolo endoplasmatico, L=Lisosoma). I provacuoli contengono idrolasi acide e
sono considerati dei lisosomi primari.
Vacuoli specializzati
Lo strato ad aleurone è uno strato di cellule che si trova nei semi (ad es. del grano) e che serve
per il sostentamento. In queste cellule i vacuoli sono trasformati in granuli solidi contenenti
proteine di riserva, e vengono detti granuli d’aleurone. Durante la germinazione del seme,
le proteine di riserva vengono degradate e idrolizzate ad amminoacidi e servono alla
crescita della piantina.
Una singola membrana delimita una matrice proteica in cui sono contenuti un
cristalloide proteico e dei corpi sferoidali non proteici (di fitina, è un sale).
Sferosomi
L’end osperma, che è la parte interna del
seme, contiene gli sferosomi, che sono
piccoli vacuoli contenenti lipidi; anche
questi vengono utilizzati per lo sviluppo
della pianta.
Turgore
Per una cellula vegetale, la condizione di
turgore costituisce lo stato ottimale per lo
svolgimento di tutte le attività vitali.
Il turgore conferisce alle cellule e quindi agli organi vegetali le proprietà meccaniche che le
caratterizzano (es. penetrazione radice nel suolo, o posizione ottimale delle foglie per l’esposizione
alla luce).
Potenziale d’acqua
Per misurare quantitativamente gli scambi idrici è stato introdotto il concetto di potenziale
d’acqua (o potenziale idrico). L’acqua pura ha potenziale osmotico uguale a 0. Nei sistemi
biologici il potenziale d’acqua di una soluzione è tanto più negativo quanto più è concentrata
la soluzione.
Il potenziale d’acqua aumenta per imposizione di una pressione.
Conoscendo il potenziale d’acqua in due punti si può prevedere in quale direzione si
muoverà l’acqua.
L’acqua tende sempre a muoversi dai punti a potenziale superiore verso quelli a
potenziale inferiore. Il potenziale d’acqua di una cellula vegetale è determinato da due
fattori: la concentrazione dei soluti nel vacuolo e le proprietà meccaniche della parete.
Acquaporine
È importante che i tessuti del corpo principalmente coinvolti nel trasporto di acqua e le
membrane cellulari, in particolare, siano in grado di fronteggiare rapidamente le
richieste idriche. L’acqua è il solvente organico di tutta la materia vivente, grazie alle sue
caratteristiche chimico-fisiche, si muove da una cellula all’altra (tra i tessuti) per messo
dell’osmosi: una modalità di trasporto passiva, cioè secondo gradiente di concentrazione.
Per migliorare la velocità,il trasporto viene mediato da una famiglia di proteine dette
“porine”,in cui si collocano le acquaporine.
L'acqua é in grado di attraversare le membrane biologiche ma questo avviene in
maniera molto lenta e di conseguenza poco efficiente. Per rispondere velocemente
alle necessità idriche dell'organismo deve esserci il sistema delle acquaporine, in
grado di velocizzare il passaggio dell'acqua.
Le acquaporine si dividono in:
- Acquaporine specifiche: le quali permettono il passaggio unicamente dell'acqua.
Il canale è costituito da amminoacidi, i quali legano solo molecole di acqua e gli
altri ioni e molecole non passano attraverso questo canale.
- Acquagliceroporine: anche queste permettono il passaggio dell'acqua ma a
differenza delle altre queste permettono anche l'ingresso di glicerolo e altre
molecole neutre.
I vacuoli e l’osmosi
Il vacuolo garantisce il turgore cellulare e mantiene il controllo della
pressione osmotica, tutto questo è possibile grazie alla particolare struttura
del tonoplasto, che non corrisponde alla membrana plasmatica, ma ha una
grande predominanza di fosfolipidi e proteine; attraverso il tonoplasto
passano degli ioni (es. ioni potassio e calcio) che si concentrano all’interno del
vacuolo e determinano una soluzione ipertonica ( che richiama acqua
dall’esterno) e questo fa sì che si abbia la pressione di turgore. Ma come
avviene il passaggio attraverso questa membrana? Per diffusione o mediante
delle pompe protoniche delle ATPasi di membrana che consumano energia e
trasportano dall’esterno all’interno uno ione o una molecola e soprattutto
delle ATPasi vacuolari, cioè caratteristiche del vacuolo, sono delle proteine
intrinseche del tonoplasto e vengono definite TIPS. La pressione esercitata
all’equilibrio dalla colonna di liquido è detta pressione osmotica o potenziale
osmotico. La pressione osmotica viene misurata in atmosfere o in altre unità
di misura della pressione (bar, mm Hg, pascal,dine/cm2). Per le soluzioni
diluite è valida la legge di van’t Hoff, che lega la pressione osmotica alla
concentrazione: π = c R T
La cellula costituisce un sistema osmotico con la soluzione che le sta attorno.
PLASMOLISI
La plasmolisi avviene gradualmente:
Le prime fasi della plasmolisi sono dette plasmolisi incipiente, poi continua fino ad
arrivare a lasciare fuori delle briglie, a seconda dei casi e delle concentrazioni delle
cellula possiamo avere una plasmolisi concava oppure vacuolo e citoplasma che fanno
come una palla, in questo caso si ha plasmolisi convessa.
Sostanze che si accumulano nel vacuolo
Un gruppo di sostanze importante è rappresentato dai fenoli a cui appartengono i
flavonoidi e i tannini, poi abbiamo gli alcaloidi, infine, terpeni e resine.
I Flavonoidi sono dei polimeri di gruppi fenolici di anelli aromatici con ossidrile OH, e
a seconda delle formule di struttura prendono un nome diverso.
I flavonoidi sono importanti perché attraggono insetti impollinatori, ma anche perché
proteggono da UV che si esplica grazie alla presenza di questi doppi legami, inoltre, i
flavonoidi vengono prodotti come molecole segnale nei rapporti tra ospite-simbionte
in importanti associazioni simbiotiche. Le piante non vivono quasi mai sole, ma
vivono sempre o con dei funghi benefici o con batteri su superficie o batteri azoto
fissatori.
I tannini sono dei polifenoli, possono avere una formula più complessa oppure più
semplice, per piante hanno funzione di difesa nei confronti dei patogeni o degli
erbivori,si formano nelle condizioni di stress e l’uomo li utilizzava per la concia delle
pelli e li utilizza ora poiché sono dei potenti antiossidanti,quindi protettori del
sistema vascolare.
Terpeni e resine vengono prodotti nei tessuti secernenti. I terpeni hanno un’azione
contro gli insetti, possono essere battericidi; le resine hanno moltissime applicazioni.
Per la pianta la resina ha azione protettiva mentre l’uomo ne ricava tutti i possibili
principi attivi contro tosse etc. Gomma naturale si ricavava da una pianta succulenta,
incidendo questa pianta la gomma fuoriusciva.
Plastidi
Nelle piante superiori si osservano tre tipi di plastidi:
- Cloroplasti
- Cromoplasti
- Leucoplasti
Caratteristica della cellula vegetale sono i plastidi, organuli peculiari. Per plastidio si
intende un corpo colorato. Sono molto diversi anche a seconda dello stadio di
sviluppo.
o dai proplastidi, cioè i plastidi non differenziati della cellula
Tutti e tre derivano
meristematica.
Se invece i pro plastidi si trovano nelle cellule del meristema della radice sono
destinati a trasformarsi in leucoplasti (o amiloplasti).
Differenza cloroplasti/leucoplasti
Nei cloroplasti ha luogo la fotosintesi: H2O+CO2+luce o clorofilla glucosio +O2
Il glucosio a mano a mano che viene sintetizzato all’interno del cloroplasto,
comporterebbe
orterebbe uno squilibrio osmotico, perché aumenta la concentrazione di una
molecola; quindi a mano a mano che viene sintetizzato, il glucosio polimerizza, non in
cellulosa, ma in amido ed è inerte dal punto di vista osmotico. Nelle cloroplasti di
trovano molecole di amido, e questo viene detto amido di assimilazione o primario.
Durante la notte questo amido viene trasformato in un disaccaride che è il saccarosio
e dalle foglie distribuito a tutte le parti della pianta attraverso i vasi che trasportano la
linfa
nfa elaborata. Come viene utilizzato il saccarosio dalle cellule che lo ricevono? Viene
utilizzato per la respirazione cellulare, scisso in due ovviamente con produzione di
energia che serve per tutte le attività metaboliche delle cellule;inoltre può essere
utilizzato una volta trasformato in glucosio, per la fabbricazione di cellulosa, perché la
cellulosa è un polimero del glucosio.
Quindi le cellule vegetali sono in grado di costruirsi la loro parete cellulare. Infine,
nelle parte ipogee e nei semi, il saccarosio
saccarosio in eccesso va a polimerizzare in amido
secondario che è quello che trovia
troviamo per esempio nei semi dei cereali,nelle radici, nei
bulbi etc. Ha funzione di riserva.
Quando le foglie ingialliscono o diventano rosse, i cloroplasti si trasformano in
cromoplasti
omoplasti che sono quindi sono una forma di degenerazione dei cloroplasti. In certi
casi però, incertifiori, possono essere i proplastidi a dare origine ai cromoplasti.
Se un tubero viene portato alla luce gli amiloplasti si trasformano in cloroplasti, p poi
ancora, se una pianta viene lasciata al buio, diventa bianca ( detta eziolata), la
clorofilla si trasforma in proto-
proto clorofilla incolore e la pianta si allunga nel tentativo di
raggiungere la luce, ma entro certi limiti la pianta è in grado di tornare verde v se
riportata alla luce. La pianta eziolata ha i plastidi chiamati ezioplasti, nella pianta
verde gli ezioplasti si trasformano in cloroplasti che a loro volta diventano ezioplasti
se portati al buio. Questa è la linea di interconversione dei plastidi, cioè come possono
trasformarsi gli uni negli altri.
Microscopia elettronica a trasmissione di pro-plastidi.
I cloroplasti delle piante superiori hanno forma di lente biconvessa. Sono gli organuli
deputati al compimento della fotosintesiclorofilliana.
Ultrastruttura di un cloroplasto
Ognuno di questi osservato al microscopio elettronico ha questa
struttura:
Due membrane plastidiali, da quella interna, per invaginazione si formano delle
cisterne che prendono il nome di tilacoidi, e più tilacoidi, messi gli uni sugli altri
formano i grana (granum al singolare).
I diversi grana sono collegati da altri tilacoidi, quindi saranno tilacoidi inter-granali.
Aumento della superficie idonea allo svolgimento dell’attività fotosintetica.
I grana sono immersi in matrice amorfa chiamata stromae in più possono essere
visibili dei globuli lipidici e dei granuli di amido.
IMMAGINE: GRANA E TILACOIDI INTERGRANALI
IMMAGINE: GRANUM CON TILACOIDI INTERGRANALI, importante perché a seconda di
dove siano localizzati ci sono diversipigmentifotosintetici (diversi fotosistemi).
La fotosintesi clorofilliana
È quel processo mediante il quale le piante e i ciano-batteri utilizzano la luces ola
repersintetizzare sostanze organiche partendo da composti inorganici.
Plasmodesmi
Le cellule vegetali non sono isolate ma comunicano tra loro
tramite plasmodesmi
grosso nucleo con nucleolo, parete primaria con lamella mediana,
reticolo endoplasmatico, mitocondri, pro plastidi, e poi a livello di
parete ci sono come dei trattini, delle interruzioni che sono punti in
cui cellule comunicano. Un plasmodesmo è quindi un interruzione
della parete, una specie di canale all’interno del quale penetra il
reticolo endoplasmatico che va a costituire una struttura chiamata
desmotubulo. Nello schema sopra riportato
è ben visibile come da alcuni punti della
parete cellulare si formi un canale nel quale
si inserisce anche il reticolo endoplasmatico che
fornisce delle membrane dando origine ad una
struttura centrale assile detta desmotubulo. Il canale
è interamente costituito dal plasmalemma. Si
formano quindi due cellule divise da una parete non
continua ma attraversata da canali. Questi canali al
loro interno sono rivestiti dalla membrana
plasmatica cellulare e al centro possiedono il
desmotubulo costituito dalle membrane del RE di
entrambe le cellule.
Desmotubulo
Nelle due regioni più vicine ai pori ci sono delle particelle proteiche che delimitano e
controllano il passaggio.
Il numero di plasmodesmi è sempre piuttosto ampio ( da 100 a 5000 plasmodesmi per
micron quadrato quando si forma la nuova parete), in certi casi sono riuniti a formare
delle zone chiamate punteggiature.
Quando si forma la parete secondaria le punteggiature sono circondate da materiale di
parete e quindi vengono dette poro canali. Visibili al microscopio ottico.
Nelle gimnosperme ci sono punteggiature dette areolate perché sono circondate da
una areola.
Tessuti tegumentali
Nell’immagine sopra riportata è rappresentato un meristema secondario, ovvero il
meristema che permette l’accrescimento in larghezza della pianta. In questo
meristema troviamo tubi di diverse dimensioni: quelli più piccoli sono quelli che
trasportano la linfa elaborata, prodotto della fotosintesi, e al di fuori di essi troviamo il
tessuto meccanico. Tra i vasi legnosi, che conducono la linfa elaborata, e quelli liberiani
troviamo il tessuto meristematico secondario formato da cellule differenziate che si
sono differenziate. Questo meristema secondario prende il nome di cambio cribro-
vascolare.
Tessuti parenchimatici
Diversi tipi: parenchimi clorofilliani, parenchimi di
riserva (infarciti di plastidi con amido), parenchima
acquifero ( cellule rigonfie d’acqua), parenchima
aerifero (piante chevivono in acqua hanno
bisognodiariaperché ossigeno si diffonde pochissimo
in acqua).
Parenchima aerifero, fusto di ninfea. Poichè queste
catenelle hanno solo parete secondaria cellulosica per
evitare che collassino, ci sono cellule da sostegno con
parete mineralizzate. (sclereidi)
Tessuti meccanici
Questi tessuti hanno la funzione di sostegno, tengono
quindi in posizione eretta la pianta. Sono localizzati
nella periferia dei fusti, all’interno delle radici e nelle
nervature delle foglie. Anche di questi tessuti
possono essercene di vari tipi:
-COLLENCHIMA tessuto formato da -cellule con
parete secondaria cellulosica. I collenchimi saranno
vivi in quanto la cellulosa è compatibile con la vita.
-SCLEREIDIEFIBRELIGNIFICATE fatte di lignina e
quindi sono cellule morte in quanto la lignina é incompatibile con la vita. Le cellule
hanno una forma tondeggiante.
-FIBRE, localizzate nei fusti e nelle foglie. Le cellule che le compongono sono quindi cellule
con parete lignificate e sono molto lunghe.
Si trovano alla periferia dei fusti oppure all’interno delle radici e nelle nervature.
Nell’immagine sopra riportata si può vedere il collenchima. Gli inspessimenti sono cellulosici e le
cellule hanno una paretelignificata.
TESSUTO DI CONDUZIONE
- Tessuto vascolare forma il legno o xilema
- Tessuto cribroso che forma il libro o floema.
- Tessuto vascolare legnoso, vasi che trasportano acqua
hanno ispessimenti lignificati (immagine ottenuta per
auto fluorescenza)
Sono vasi legnosi e quindi al loro interno sono completamente vuoti,
le cellule sono ormai morte e si tratta di un tessuto vascolare.
Microtubuli
I microtubuli fanno parte del citoscheletro e sono presenti anche nelle cellule animali.
Sono fatte da catene di α-β tubulina. I microtubuli sono molto importanti per i vegetali
inquanto controllano l’espansione cellulare, la divisione cellulare e la struttura di
parete e quindi controllano la formadel vegetale.
Ogni microtubulo è costituito da 13 protofilamenti, ciascuno dei quali è costituito da
Molecole di α-β tubulina.
Al di sotto della parete troviamo microtubuli orientati secondo la disposizione delle
fibrille di cellulosa.
Il ciclo dei microtubuli nei vegetali é diverso da quello che si verifica negli animali.
Prima che la cellula entra in divisione si vedono solo i microtubuli. Una volta entrata in
divisione si forma una specie di banda intorno alla cellula che rappresenta la cosi detta
BANDA PREPROFASICA , ovvero che si forma prima che la cellula entri in mitosi, prima
della profase, e ha l'importante funzione di individuare il piano di divisione cellulare.
La cellula poi incomincia ad entrare in mitosi e i microtubuli della banda pre-profasica
si disassemblano e vanno a costituire i microtubuli del fuso mitotico. Al termine della
telofase i microtubuli del fuso mitotico si disassemblano e vanno a costituire il
FRAGMOPLASTO il quale è responsabile della nuova parete. Una volta formata la
nuova parete i microtubuli del fragmoplasto si disorganizzano ancora e vanno a
localizzarsi nella zona periferica della cellula, nella zona corticale, vanno a costituire i
MICROTUBULI CORTICALI.
Si parla quindi di un vero e proprio ciclo di microtubuli il quale avviene all'interno
delle cellule in via di divisione.
Immunofluorescenza
L'IMMUNOFLUORESCENZA DIRETTA E INDIRETTA: per localizzare determinate
molecole si usano anticorpi che sono diretti verso le molecole da localizzare (anticorpi
antitubulina, ottenuti iniettando la tubulina in un animale). Uso questi anticorpi
primari antitubulina sulle cellule e si legano quindi alla tubulina. Per vedere qualcosa
devo marcarli con un fluorocromo. Marcandoli con un fluorocromo si parlerà si
IMMUNOFLUORESCENZA DIRETTA perche c'e la localizzazione diretta attraversa un
anticorpo primario legato ad un fluorocromo.
Se i primari sono stati ottenuti in capra quelli secondari saranno anticapra. Quelli
secondari saranno marcati con un fluorocromo. Le cellule vengono messe a contatto
con gli anticorpi primari antitubulina i quali si legano alle molecole di tubulina, si
usano gli anticorpi sevondari marcati con un fluorocromo i quali sono diretti contro
quelli primari e si legano insiemedando cosiun'immagine fluorescente.
Immunofluorescenza indiretta perche vengono utilizzati due tipi di anticorpi.
E’ possibile che una cellula cambi l’orientamento delle sue micro fibrille a causa di
segnali ormonali. L’auxina è uno di questi segnali; in sua presenza i microtubuli
passano dalla posizione trasversa a quellalongitudinale.
Apice radicale
Pianta con radici, ogni radice termina con un apice radicale e nell’apice radicale ha luogo
l’accrescimento perdivisione.
L’apice è protetto da una struttura chiamata cuffia. Nell’apice vero e proprio c’è una
zona in cui le cellule si dividono, zona delle cellule meristematiche, e l’apice èprotetto
daquesta cuffiacostituita di cellule differenziate.
La parte inferiore è la cuffia, poi cellule iniziali di cuffie e poi cellule che daranno
origine ad epidermide, altre iniziali che daranno origine al parenchima corticale e la
zona centrale che darà origine a tessutoconduttore.
Nell’apice sono presenti le cellule iniziali dalle quali originano per divisione i diversi
tessuti; queste cellule hanno una disposizione molto ordinata nell’apice, si parla di
CITOARCHITETTONICA (come le cellule sono disposte nell’ apice), perché la loro
disposizione influenza il loro destino, il loro differenziamento.
Nel meristema le cellule sono in attiva divisione, per cui se facciamo uno striscio e lo
coloriamo con una colorazione caratteristica per il DNA (reazione Folgen) possiamo
vedere le diverse figure mitotiche.
Il ciclo cellulare comporta una fase detta interfase G0 quando i nuclei e le cellule non si
dividono, maquando stanno perentrareindivisioneentranoin G1, interfase
presintentica, poi entrano nella fase di sintesi e poi entrano in mitosi con tutte le fasi.
Nel meristema noi troviamo cellule che possono essere in g1 o in s o in m quindi
possiamo trovare dei nuclei che non sono in divisione e quindi non si possono
distinguere con microscopio ottico, mentre possiamo distinguere fasi mitotiche. Nel
meristema c’è zona di cellule iniziali che danno origine ai diversi tessuti, che si
dividono o entrano in divisione (in fase g1 o in fases)manelcuoredel
meristema,proprionel centro abbiamo nuclei bianchi(sononucleio in s o in g1) poi c’è
zona in cui i nuclei non sono stati marcati, questa zona è la zona del centro quiescente,
si tratta di una zona in cui le cellule non si dividono oppure lo fanno molto lentamente,
questo succede perché in queste cellule ha sede la sintesi di ormoni dette citochinine e
di enzimi coinvolti nel metabolismo dell’acido ascorbico.
Zona pilifera
Si tratta della zona di distensione fatta di peli radicali che sono estroflessioni di cellule
epidermiche e in questo modo viene aumentata la superficie di assorbimento, i
nutrimenti e acqua assorbiti passano a cellule epidermiche fino ad arrivare alla zona
centrale dove c’è tessuto vascolare e quindi vanno a finire nel tessuto vascolare o
xilema costituito di vasilegnosi, i vasi legnosi servono a trasporto di acqua e di
nutrimenti disciolti, sti vasi nelle angiosperme (piante a fiore) possono essere di due
tipifondamentali:
tracheidi
trachee più grandi e robuste con ispessimenti lignificati che possono
essere anulari o anulospiralati o reticolato al microscopio vedo sezione di
vasi, l’insieme di questi vasi mi fa capire che si tratta di
angiospermaperchésoloangiospermehannotrachee,invecegimnospermetracui
conifere hanno solo tracheidi e per di più, un particolare tipo di tracheidi,
quelle che si chiamano fibrotracheidi, cioè tracheidi che svolgono nello stesso
tempo funzione di conduzione e funzione di resistenza ( meccanica). Nelle
angipospemre abbiamo trachee, tracheidi e fibre (irrobustiscono tessuto
vascolare).
La presenza di vasi di piccole dimensioni nelle fibrotracheidi ha indotto delle
strutture fogliate piccole, conseguenza della struttura anatomica di queste
piante mentre nelle angiosperme troviamo foglie a lamina espansa.