1) Secondo la mia opinione Gesù è indubbiamente un maestro che ci insegna come
dovremmo svolgere la vita. La sintesi del suo insegnamento la ritroviamo nell’”ama il prossimo come tu ami te stesso”, una cosa difficilissima a cui solo pochi sono arrivati. Penso inoltre che, se tutti seguissero gli insegnamenti di Gesù, non della Chiesa o di chi, venendo dopo di lui, si è autoproclamato interprete delle sue parole, il mondo sarebbe un posto decisamente migliore dove vivere. Concludo, infine, dicendo che tutti dovrebbero rispettare la figura umana di Gesù, che è stato indiscutibilmente un grand’uomo, indipendentemente dalla fede. 2) Ho sempre studiato che il termine indica il rapporto tra l’uomo e un essere soprannaturale, Dio, e sinceramente sono pienamente d’accordo con questa definizione. Se poi questo “Dio”, come nella religione cattolica (che io professo) diviene anche padre, fratello e amico, essere religioso non diviene un obbligo, un peso, perché capisci che c’è qualcuno, infinitamente, più grande di te, che ti ha amato da sempre, e ti ha desiderato ancor prima che nascessi. Ricordo bene come da bambino andare a Messa o a pregare era per me un peso, un obbligo “impostomi” dai miei genitori. Facevo fatica a capire perché bisognava impiegare il tempo in quel modo, perché non era possibile, magari fare qualcosa di più divertente…Oggi, però, col senno di poi, ringrazio Dio per avermi mandato dei genitori che mi hanno avvicinato alla preghiera; ritengo infatti che l’ateismo di molti miei coetanei (ma in generale di tanta gente) sia proprio dovuto al fatto di non aver conosciuto Dio, non averne sentito parlare mai o comunque troppo poco, specialmente in famiglia. 3) Mi piacciono soprattutto l’amore verso il prossimo, la carità e il rispetto per gli altri, che dovrebbero essere i principi cardine di questa religione, e dei modelli che i cristiani dovrebbero seguire con il loro comportamento. Tali azioni sarebbero necessarie per vivere in pace e felicità e che ognuno di noi dovrebbe compiere. 4) Io penso che la Chiesa cattolica ha scritto la storia e la geografia d’Italia, ha contribuito a dare forma alle istituzioni e ai costumi perché è il popolo di Dio. Non una folla anonima di “gente semplice”, non una gerarchia definita nel suo ruolo, non una élite di intellettuali, ma un popolo radunato dalla fede, dal senso di appartenenza alla tradizione, dalla responsabilità della missione di seminare speranza di vita eterna, dall’impegno di costruire un convivere fraterno, solidale, libero. Concludo dicendo che per continuare la missione, per tener viva la tradizione, per affrontare il presente e il futuro, la Chiesa italiana avverte l’urgenza di una nuova freschezza di pensiero, di una inedita scioltezza del dinamismo delle relazioni tra le diverse componenti della comunità cristiana, di una coralità più semplice e cordiale.