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Giacomo Sciommeri
g.sciommeri@conservatorioperugia.it
• Ben presto il melodramma italiano ha una diffusione internazionale: ogni famiglia patrizia, in
ogni città, vuole avere il suo piccolo teatro
• In Francia la prima opera italiana è L’Orfeo di Luigi Rossi (1647). Con il cardinale Giulio Mazzarino ha
molta diffusione, per poi decadere con la produzione di Jean-Baptiste Lully
• Nelle corti austriache (Vienna e Insbruck) o tedesche (Monaco, Salisburgo, Magonza, Hannover,
Francocorte, Berlino, Colonia, etc.) vengono chiamati compositori italiani, quali Sartorio, Ziani, Lotti,
Caldara, Draghi, Ariosti, Steffani, Bononcini, ecc.
Struttura dell’opera nel Settecento
• È divisa in atti, a sua volta divisi in scene. Ogni scena è
formata da pezzi chiusi (recitativi e arie, duetti o parti
d’insieme)
Allegro
Adagio [Recitativo]
Allegro
Fa magg.
cadenza
cadenza
La min.
[da capo]
Ritornello strumentale
cadenza B
[Fine]
Recitativo Nerone amato figlio!
Nerone, amato figlio; è questo il tempo,
in cui la tua fortuna
prender potrai pe'l crine, ed arrestarla.
Oggi propizio fato
la corona de' Cesari ti porge.
Svelo a te ciò che a tutti è ignoto ancor.
Prendi, leggi! e vedrai,
e ciò che la mia mente
dispone a tuo favor poscia saprai.
• Grandi polemiche di poeti e intellettuali ruotano attorno al melodramma 1690 a Roma nasce
l’Accademia dell’Arcadia: si vuole recuperare il classicismo e superare l’artificiosità della lirica
barocca si critica l’opera: scarso livello poetico; testi strapazzati da cantanti e compositori;
mancanza di senso etico nel teatro (è mero divertimento)
• Prima metà del Settecento: riforma del melodramma grazie ai poeti e librettisti Apostolo Zeno
(1668-1750) e Pietro Metastasio (1698-1782)
• Maggiore razionalità nella struttura poetica (strofe delle arie organizzate in modo simmetrico e isometriche)
• Rispetto quanto possibile della verosimiglianza (unità di azione e di tempo)
• Riduzione da 5 a 3 atti, con limitazione della mescolanza di elementi tragici e comici (soggetti storici e intrecci
realistici) e maggiore equilibrio nelle passioni
• Restrizione dell’intervento dei compositori
Pietro Metastasio (1698-1782)
• Pietro Trapassi, detto Metastasio nacque a Roma nel 1698
• Fu protetto di Gian Vincenzo Gravina (uno dei fondatori
dell’Accademia dell’Arcadia)
• 1717: prima raccolta di poesie
• 1718: diventa membro dell’Arcadia (nome: Artino Corasio)
• 1719-1730 Napoli. Stringe un forte rapporto con la cantante
Marianna Bulgarelli, scrive alcuni componimenti per il viceré
• 1724: prima opera (Didone abbandonata) rappresentata a Napoli con
musica di Domenico Sarro (sarà messa in musica da oltre 40
compositori)
• 1730-1782 Vienna. È poeta cesareo al servizio di Carlo VI e Maria
Teresa d’Austria (in precedenza lo era Apostolo Zeno)
• Scrisse i testi per drammi per musica (27), feste o azioni teatrali,
oratori (tra cui La Betulia liberata musicata da Mozart), cantate e
canzonette
Pietro Metastasio (1698-1782)
• Le opere sono concepite in tre atti, gli oratori in due parti, le feste e azioni in una o due parti e le
cantate e i componimenti drammatici in una parte
• Tutte le opere drammatiche, sia per teatro sia da camera, iniziano con l'azione già in atto. Il peso
emotivo degli eventi successivi, regolati secondo il genere, porta al punto culminante del conflitto
interno dei personaggi principali
• L'azione della maggior parte delle scene o degli eventi è articolata in dialoghi (recitativo secco),
monologhi occasionali (recitativo accompagnato con strumenti obbligati) e arie finali di uscita
• Le arie sono tutte concepite in due stanze per accogliere la struttura musicale con il da capo.
Nelle opere ci sono circa 25-30 arie (all’epoca ne erano 40-60!) e sono distribuite in modo equilibrato
tra i personaggi in base alla loro importanza
• In tutte tranne tre delle opere (Attilio Regio, Catone in Utica e Didone abbandonata) è presente un lieto
fine
L’Olimpiade (Vivaldi/Metastasio, Venezia 1734)
Lo seguitai felice
quand'era il ciel sereno,
alle tempeste in seno
voglio seguirlo ancor.
• Novità nei soggetti: ironia pungente, grottesco, divertimento cinico, situazioni di vita quotidiana,
toni colloquiali
• Cantante ‘buffo’: capacità attoriale e mimica; agilità, capacità di sillabare velocemente e passare
da un registro vocale a un altro rapidamente
• Uno degli intermezzi più celebri è La serva padrona di Giovan Battista Pergolesi (Napoli, Teatro
San Bartolomeo, 1733, intermezzo dell'opera seria Il prigionier superbo)
• Querelle des bouffons: il successo della Serva padrona a Parigi (1752) portò a una celebre disputa
tra sostenitori dell’opera tradizionale francese (modello J. B. Lully e J. P. Rameau) e sostenitori
dello stile italiano (gli enciclopedisti tra cui J. J. Rosseau)
Aria Sempre in contrasti
Sempre in contrasti
con te si sta,
e qua e là;
e su e giù
e sì e no;
or questo basti;
finir si può.
| partitura