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Ormai si stava facendo buio e sul motorino sentivo tutta l’aria fresca avvolgermi il

corpo, la mia testa era racchiusa dentro il casco , ma non per questo mi sentii meno
libera. Percorrevo una strada deserta, nemmeno io a quei tempi sapevo quale fosse la
mia meta, non credo neanche di avercene avuta una. Pioveva e io guidavo e basta,
senza troppi pensieri, perché l’atto del pensare mi faceva riaffiorare in mente i miei
problemi e con essi le preoccupazioni che ne derivano, pensieri che non volevo avere.
Non facevo caso neanche al suono delle goccioline che scendendo si schiacciavano a
terra, se non avessi avuto il giubbotto bagnato forse non mi sarei nemmeno accorta
della pioggia. Quella sera la sentivo di mia appartenenza , non era una serata
qualunque era la mia serata di nessun altro. O almeno cosi credevo, infatti ora che ci
penso forse non era mia …forse non era di nessuno. Perché sono sincera quando dico
che la mia mente era assolutamente vuota. Non prestavo tanta attenzione nemmeno
alla guida e per qualche motivo mi sentivo bene , ma poi le gocce mi offuscarono la
vista, presi una curva sbagliata, il rumore della gomma della ruota strusciarsi
rapidamente col cemento ,le mie mani che d’impulso provarono a frenare e le mie
gambe che si racchiudevano verso l’addome per prepararsi all’imminente impatto.
Poi…vuoto . ma un altro tipo di vuoto uno mai sentito . mi ritrovai a terra , col
motorino a pochi centimetri di distanza da me , non avevo subito per fortuna lesioni o
ferite , almeno non dolori che si possono provare esteriormente. Ma in ogni caso mi
ritrovai sdraiata per terra ,col corpo supino, stavo bene, ma stavo anche male.
Un’ondata di emozioni mi travolse , emozioni che prima avevo respinto per non
pensare a niente, emozioni che hanno avuto la meglio e che non potevo controllare.
Non volevo alzarmi, volevo rimanere lì, da sola, con la mia angoscia, il mio senso di
vuoto, il mio senso di nullità, il mio senso che niente ormai aveva più senso. Sdraiata
a guardare la pioggia, le goccioline che scendevano ancora una volta per poi
frantumarsi a terra, come avevo fatto io, ma non solo col motorino , mi ero
frantumata emotivamente. Cercavo di reprimere le lacrime, ma esse uscirono
silenziosamente. Non sapevo perché io stessi cosi e questo mi faceva arrabbiare
ancora di più . Vari pensieri mi passavano per la mente, pensieri brutti ; mi sentivo
impotente. Finché non tirai un urlo di sfogo. Non sarà stato un urlo cosi forte da farsi
sentire anche da lontano, ma io l’avevo sentito e questo bastava. Dopo di ché iniziai a
ridere , non era una risata isterica , ma una bella risata allegra . Ridevo con e di me
stessa e mi sentivo di nuovo bene . Ripresi la moto e ripartii di nuovo sentendomi
invincibile. Tutt’ora non mi è chiaro il motivo di quella mia esplosione emotiva, ma
so che mi ha fatto bene e che sono grata a quella sera piovosa e buia.

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