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SEPARAZIONE PIGMENTI FOTOSINTETICI

-La soluzione deve essere il più possibile concentrata, le foglie vengono quindi tagliuzzate a
striscioline, e poste una sopra l'altra in modo che formino uno strato il più possibile compatto. La
nervatura centrale si tira via perchè non contiene niente che ci interessi. Si cerca di ottenere una
beuta con più materiale possibile in meno spazio possibile, in modo da usare meno acetone
possibile.

-l'acqua presente nelle foglie va tolta, dapprima si usa la carta per assorbirla, poi si userà il solfato
di sodio.
-il solfato di sodio non si scioglie in acetone, tira via l'acqua che “da fastidio”
-seccare le foglie in stufa non è un'alternativa al sale, perchè in questo modo l'acetone fa fatica a far
fare la corsa.
-la soluzione va tenuta al freddo e al buio,in un ambiente anaerobio, poiché l'ossigeno distrugge la
clorofilla.
-la linea va fatta a matita, non con inchiostro, perchè quest'ultimo altrimenti fa le sue bande nella
cromatografia.
-siccome la quantità di roba da separare è grande, si fanno delle linee di soluzione sopra la linea a
matita.

-solvente: misto acetone-etere di petrolio, mescolando un composto polare con un poco polare, si
ottiene un composto poco polare. Nella clorofilla ci sono tante parti polare ( eme, carbossili ecc ecc)
ma i pigmenti che cerchiamo no.

-quando la corsa inizia non si può fermare, se il liquido arriva alla fine del foglio, va fuori e si
rovina tutto.
-il foglio è sensibile al grasso presente nelle dita.
-la piega del foglio deve essere fatta in modo che non tocca il fondo, dove vi è già del diluente,
perchè se lo fa la carta si piega e tocca il foglio a fianco, in questo modo si perdono entrambe le
corse.

-se il livello di acetone va sopra la semina, si perde tutto. Il materiale va in soluzione invece. Se la
linea è troppo al di sopra del livello dell'acetone, la corsa si ferma, perchè ad un certo punto il
livello di acetone si sarà abbassato in modo da arrivare sotto la carta.

-può capitare che del materiale in soluzione evapori, se si mette solvente ritorna (???)

-se mescoliamo lo spettro da fare ( es 1 fa clorofilla, altro gruppo carotenoidi ) di contaminano le


cuvette, quindi si fa la stessa banda, una per volta, la cuvetta è sempre la stessa infatti, e quindi
verrebbe contaminata di bande diverse.

-parte del materiale si è depositato sulla carta e sul vetro perchè è evaporato, quindi si mette eluente
nella provetta, in modo che questo materiale vada in soluzione.

Il Bianco con l'eluente è già preparato, così viene lo spettro dei soli pigmenti

-per evitare contaminazioni, si usano più pipette Pasteur.

-il picco dipende dalla concentrazione, l'altezza del picco non è utile, ma la sua posizione. Il picco
secondario può essere modificato dal tipo di solvente ( perchè?)

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