La nascita e lo sviluppo del cannoni, delle bombarde e dei moschetti, con tutte le loro
possibili applicazioni.
La prima “arma da fuoco”, attenendoci al significato letterale del termine, fu il fuoco greco, già
diffuso nel tardo 600. I bizantini utilizzarono una mistura, probabilmente a base di bitume, molto
utile durante gli scontri navali, per sua capacità di non spegnersi a contatto con l’acqua.
Generalmente, però, si preferisce attribuire l’invenzione della polvere da sparo all’Oriente, in
particolare alla Cina. Se i cinesi, già nel decimo secolo, ne usarono il potere esplosivo per allietare
le feste con fuochi d’artificio ante litteram, gli europei, secoli dopo, iniziarono a progettare
mostruosità mai viste prima, seguendo l’esempio mongolo, che proprio in quel periodo
introdussero le bocche di fuoco come strumenti difensivi.
Infatti, queste popolazioni utilizzavano la polvere a base di nitrato di potassio per mettere in
pratica qualsiasi idea potesse arrecare danno al nemico. Tra le fila del loro esercito, troviamo
primitivi lanciafiamme, rudimentali mine, granate, cannoni, bombarde, bombe fumogene.
Le prime opere raffiguranti armi da fuoco risalgono al 1326 per l’Europa e al 1332 per l’Oriente, e
secondo McNeill, veniva rappresentato “un contenitore a forma di vaso… dotato di una freccia
sproporzionata (saettone) che sporge dalla bocca1”.
Parliamo invece di armi da fuoco portatili a partire dal 1350, con la bombardella manesca ad
avancarica, ovvero una semplice canna di ferro montata su un’impugnatura di legno; molto
rudimentale, dunque, rispetto al più evoluto moschetto, che prenderà piede qualche secolo dopo.
Durante il periodo che intercorre dal 1330 al 1450 l’evoluzione tecnica sembra aver seguito la
stessa scia in tutta Europa. In questo lasso di tempo, gli italiani persero completamente la nomea
di migliori costruttori di armi da guerra, fama che si erano guadagnati durante l’epoca d’oro delle
balestre e delle corazze metalliche.
Ciò deriva dal fatto che, a parte per gli enormi pezzi d’assedio utilizzati a Costantinopoli, era
conveniente fondere i vasi di bronzo e ottone a poca distanza dalla miniera, e rivenderli al più
presto. Il grave intoppo era la collocazione dei siti di estrazione nell’Europa del Nord. Di
conseguenza, i mercanti d’Italia avrebbero dovuto sostenere immensi costi di trasporto, quindi
persero il loro predominio economico.
Ad ogni modo, sappiamo di certo che i primi fabbricanti di cannoni fossero anche fabbricanti di
campane: entrambi i processi richiedevano una maniacale attenzione al dettaglio. Diverso però
era l’uso destinato. Infatti, se la scoperta del cannone può essere datata ai primi decenni del ‘300,
si dovrà aspettare almeno 1 secolo per una diffusione ragionevole di un così vantaggioso alleato.
Ciò perché i primi modelli erano praticamente impossibili da spostare, avevano un tiro davvero
impreciso, facevano più rumore che danni e spesso esplodevano. La frammentazione del corpo
metallico avveniva all’altezza delle saldature: per ovviare a questo problema, i maestri campanari
europei ricorsero alla colata unica in stampo singolo, in modo da eliminare i punti deboli.
Inoltre, per ottimizzare la compressione del gas, il corpo metallico divenne sempre più lungo e
tubolare, invece che vascolare. Lo stesso principio è utilizzato ancora oggi, sui carri, che si
avvalgono di cannoni di anche più di 5 metri di lunghezza, o sulle navi militari, dotate di bocche di
fuoco tra le più precise e letali mai costruite.
Un altro problema molto limitante fu la ridottissima cadenza di tiro. I massicci proiettili, prima di
pietra e poi di ferro, venivano caricati manualmente (quando possibile) direttamente attraverso la
bocca di fuoco. Possiamo facilmente comprendere perché, a questo punto, i mostro-cannoni usati
per l’assedio di Costantinopoli, sparassero solamente cinque colpi al giorno; sollevare un proiettile
del peso di una tonnellata da terra fino all’altezza di quasi due metri era davvero un’impresa
erculea.
Tuttavia, benchè tutti i limiti già accennati sussistessero, possiamo constatare che il primo utilizzo
di armi da fuoco avvenne nel 1344, durante l’assedio della cittadina spagnola di Algeciras; nella
memoria, tuttavia, è rimasta la più nota battaglia di Crecy.
Un episodio in cui cannoni e bombarde non riuscivano ancora ad essere completamente incisivi
come lo sarebbero stati in futuro, ma rappresentavano una grossa spina nel fianco alle difese
nemiche; la battaglia di Morat, (Murten in tedesco), del 1476. Qui, si scontrarono gli eserciti
svizzero e burgundo, tra cui certamente non scorreva buon sangue, siccome le due parti si erano
già scontrate in passato, ed erano a conoscenza dell’imminente resa dei conti.
Alla fine la vittoria andò ai bernesi, benchè Carlo il Temerario, a capo dell’esercito di Borgogna,
avesse giurato che avrebbe ucciso ogni singolo svizzero sul suo cammino. La battaglia prende il
nome da un lago limitrofo, le cui alghe rosse, ancora oggi, hanno il nome di “sangue dei burgundi”.
Nei secoli successivi lo scontro, sino ai giorni nostri, è rimasta nel linguaggio locale l’espressione
“crudele come a Morat”.
Le dimensioni sono minori di quelle di una mitragliatrice leggera, dotata di cavalletto. Il problema
che ne rende impossibile l’uso militare, è il surriscaldamento. Essendo tutte le “canne” racchiuse
in una scatola piuttosto ristretta, non esiste un sistema di raffreddamento adeguato.
In più, milioni di bossoli sarebbero estremamente scomodi da trasportare, a meno di un eventuale
montaggio su navi o grossi aerei, ma a quel punto andrebbero introdotti proiettili di calibro molto
più grande, che con il loro peso, e l’alta probabilità di guasti dovuti alla complessità dell’arma,
renderebbero il tutto un incubo per le esigenze di immediatezza e affidabilità dell’esercito.
Fig.5: Fat Man, la bomba nucleare sganciata nel 1945 dagli americani su Nagasaki.
Credo che il nostro avesse una visione molto simile dell’artiglieria del suo tempo, ovviamente con
proporzioni molto più ristrette, e similmente a come si è commentato durante il secolo scorso,
anch’egli scrisse di quanto fosse brutale e disumano l’uso di tali “abominosi ordigni 8”.
Note:
1.
W.H. McNeil, “Caccia al potere. Tecnologia, armi, realtà sociale, dall’anno 1000” (pp. 72-
73);
2.
Ivi, pp. 75-76;
3.
L. Ariosto, “Orlando Furioso” (canto XI, 23);
4.
W. Scott, “Ivanhoe” passim;
5.
L. Gambarini, “Eternal War, “Gli eserciti dei Santi””, “Eternal War, “Vita Nova””, passim;
6.
Ivi, passim;
7.
L. Ariosto, “Orlando Furioso”, (canto XI, 26);
8.
Ivi, (canto XI, 27).
Bibliografia:
P. Del Negro, "Guerra ed eserciti da Machiavelli a Napoleone";
W.H. McNeill, “L’epoca dei cannoni”, in “Caccia al potere. Tecnologia, armi, realtà sociale
dall’anno 1000.”;
L. Ariosto, “Contro le armi da fuoco”, in “Orlando Furioso”;
W.Scott, “Ivanhoe”;
L. Gambarini, “Eternal War, “Gli eserciti dei santi””;
L. Gambarini, “Eternal War, “Vita Nova””.
Sitografia:
https://it.wikipedia.org/wiki/Arma_da_fuoco 2021;
https://it.wikipedia.org/wiki/Fuoco_greco 2021;
E.Mori, Storia delle armi da fuoco, in http://www.earmi.it/varie/storia.htm 2021;
https://it.wikipedia.org/wiki/Uso_bellico_della_polvere_da_sparo 2021;
https://it.wikipedia.org/wiki/Polvere_nera 2021;
https://it.wikipedia.org/wiki/Archibugio 2021;
https://it.wikipedia.org/wiki/Schioppo 2021;
https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Pavia_(1525) 2021;
https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Morat 2021;
https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/008884/2010-09-02/ 2021;
https://www.myswitzerland.com/it-it/pianificazione/informazioni-sulla-svizzera/storia-della-
svizzera/dissensi-e-guerre-di-borgogna/ 2021;
https://it.topwar.ru/102732-bitva-pri-murtene-dorogostoyaschaya-spes.html 2021;
https://it.wikipedia.org/wiki/Moschetto 2021;
https://it.wikipedia.org/wiki/Baionetta 2021;
https://it.wikipedia.org/wiki/Orlando_furioso 2021;
https://it.wikipedia.org/wiki/Ludovico_Ariosto 2021;
https://it.wikipedia.org/wiki/Bombardamenti_atomici_di_Hiroshima_e_Nagasaki 2021;
https://it.wikipedia.org/wiki/Fat_Man 2021;
https://it.wikipedia.org/wiki/Caprona 2021;
https://it.wikipedia.org/wiki/M16_(fucile_d%27assalto) 2021;
https://it.performancegunworks.com/447-9-fastest-automatic-guns-in-the-world.html 2021;
Anonimo, Metal Storm, “Politicaarmi.it”, (26 settembre 2018),
http://www.politicaarmi.it/2018/09/26/metal-storm/;
https://it.wikipedia.org/wiki/Calibro_(armi)#:~:text=Il%20termine%20%C3%A8%20impiegato
%20nella,si%20dice%20calibro%20'reale 2021.
Videografia:
Youtube, “La nascita delle armi da fuoco”, pubblicato da voglio10storia, (settembre 2013),
https://www.youtube.com/watch?v=--xJEPpJ0xA;
Youtube, “Storia del cannone - dalle origini alla 2GM”, pubblicato da Barbara Gallesio,
(gennaio 2015), https://www.youtube.com/watch?v=NyeUcjOg_Ng;
Youtube, “archibugio”, pubblicato da devilmanmatisse, (20 novembre 2014),
https://www.youtube.com/watch?v=qCUsHuqtV7w ;
Youtube, “Come funziona il Kalashnikov. AK-47”, pubblicato da Ulisse, (15 gennaio 2020),
https://www.youtube.com/watch?v=CEHi4lIjx24;
Youtube, “Metal Storm” pubblicato da aclark79, (26 settembre 2006)
https://www.youtube.com/watch?v=d8hlj4EbdsE.
Iconografia:
Figura 1: W. De Milemete, “Prima immagine conosciuta di un cannone”, in Manoscritto di
Milimete, 1326;
Figura 2: L. Midart, “Incisione raffigurante la battaglia di Murten”, 1879, I fondi della
Biblioteca centrale della città di Soloturn;
Figura 3: Anonimo, “I tercios delle Fiandre” (non trovo alcun riferimento ad autore o luogo di
esposizione) https://cronistoria.altervista.org/i-tercios-delle-fiandre-il-braccio-armato-della-
spagna-imperiale/;
Figura 4: Screenshot dal video di Youtube, “Metal Storm” pubblicato da aclark79, (26
settembre 2006) https://www.youtube.com/watch?v=d8hlj4EbdsE;
Figura 5: Anonimo, “Foto di Fat Man” (tradotto da ing.), 1945, Archivio del Dipartimento
della Difesa degli Stati Uniti d’America, (di pubblico dominio).